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Autore: The Galway Girl    01/05/2015    1 recensioni
Gabrielle vive nella Parigi del fine 1800, è una ragazza semplice con un grande sogno: ballare al mitico Moulin Rouge. Un sogno impossibile, finché una scoperta (e un piccolo ricatto) la aiuterà a realizzarlo. Sarà così bello come se lo è sempre immaginato?
Genere: Commedia, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo undici


Mi faccio lasciare dal cocchiere all'angolo della via dove vivo, non voglio rischiare che la mamma veda la carrozza.

L'idea che Charles si aggiri fuori dalla sala da ballo mi terrorizza, non avevo mai considerato che potesse osservarci, sono stata ingenua a non pensarci.

E' il proprietario, è ovvio che sarebbe venuto a controllare, non potevo pretendere che accettasse il mio ricatto senza mai assicurarsi che non gli facessi fare una figuraccia.

Mi ha detto che vado bene però, e se come dice Louise la sua opinione è l'unica di cui deve importarmi, allora credo di poter stare tranquilla.

Durante le prove con Louise le racconto dell'incontro con Ziedler.

< < Sai, stamattina dopo che sei andata via mio, ehm, il proprietario mi ha detto che ballo bene > > dico maledicendomi per essermi quasi tradita.

< < Sul serio? > > mi chiede lei quasi stupita.

< < Si, bé, ha detto che ci ha viste tutte provare e che è soddisfatto > > rettifico per non farla insospettire troppo.

< < Bene, non sapevo che osservasse le prove > > dice contenta.

< < Si, lui non è come il tuo ex capo, a lui importa > > non so perché le dico questo, non ho nessuna prova che al signor Ziedler importi delle ballerine.

< < Si, mi è sempre sembrata una brava persona > > dice sincera.

< < A proposito, sapevi che il signor Oller è un collaboratore del Moulin Rouge? > > dico con tono leggero come se volessi fare conversazione.

< < Si, ti ho detto che è stato lui a propormi per ballare lì > > mi ricorda.

< < Avevo capito, ma non sapevo fosse un socio, pensavo ti avesse solo dato una “dritta” > > ammetto.

< < Come fai sapere queste cose? > > mi chiede interessata.

< < Stamattina c'era anche Oller quando ho incontrato il signor Ziedler, ci ha presentati > > spiego.

< < Perché vi ha presentati? > > insiste.

Ci metto un secondo a trovare una risposta convincente.

< < Li ho incontrati, ci siamo salutati e lui mi ha presentato il signor Oller > > dico.

< < Strano, di solito non si fermano a parlare con noi ballerine > > dice tranquilla.

Perfetto, mi sono data la zappa sui piedi da sola.

< < Proviamo? > > dico entusiasta per cambiare discorso.

Ci alleniamo senza sosta tutto il pomeriggio, e quando sto per arrendermi ce la faccio! Per la prima volta, e non senza molti lamenti, riesco ad ottenere una spaccata.

< < Oh Gabrielle, ce l'hai fatta! > > mi dice lei entusiasta.

Io mi rialzo felicissima, l'approvazione di mio padre di questa mattina ed essere riuscita a fare questo difficilissimo passo mi danno una carica pazzesca.

Sul riusce a svolgere la ruota mi sono già messa l'anima in pace, so che non ce la farò mai, ma Louise ha trovato un perfetto escamotage.

Durante la coreografia le ballerine fanno la ruota una alla volta mentre le altre girano intorno sollevando la gonna, e poi si rimettono nel gruppo lasciando lo spazio alla seguente. Io dovrò semplicemente limitarmi a continuare a girare senza mai guadagnare il centro per svolgere la ruota, nessuno si accorgerà che io non l'ho fatta. Ho usato questo trucchetto lungo tutte le prove mattutine e nessuno se n'è ancora accorto, quella ragazza è un genio.

< < Ballo da così tanti anni che ormai conosco tutti i trucchi! > > mi ha detto mentre io elargivo complimenti per la sua genialità.

Passo il week end con Coralie che non fa altro che chiedermi bis di spaccate, e anche mia madre rimane stupita dalla mia flessibilità.

< < Sacre Bleu Gabi, non avrei mai detto che fossi così esperta > > osserva meravigliata.



Comincio l'ultima settimana di prove con un po' più di fiducia in me stessa.

Per la prima volta anch'io concludo l'ultima coreografia con la spaccata e un sorriso soddisfatto, ma nessuno lo nota.

Cosa mi aspettavo? Che le altre ballerine mi assalissero contente e incredule complimentandosi per la mia riuscita come ha fatto Coralie?

Loro non sanno quanto mi sia impegnata per ottenere questo risultato, quanto duramente io mi sia allenata.

Sconsolata mi avvio verso casa quando mi ritrovo Remy che mi blocca la strada.

< < Hei > > mi saluta.

< < Ciao > > dico secca aggirandolo.

< < Cammino con te? > > mi chiede rincorrendomi.

< < Come ti pare > >

< < Non mi hai più salutato > > dice.

< < Avrei dovuto? > > chiedo basita.

Lui sembra perplesso.

< < Ti ho detto che ti puoi fidare di me, relax > > dice con le mani in tasca.

< < Bé, scusa se non ti credo > > ribatto.

< < Non mi sembra di averlo detto a qualcuno > > osserva lui tranquillo.

E' vero. E' già da qualche giorno che mi ha smascherata, eppure nessuno mi è venuto a dire niente.

Sorridendo mi dico che forse anche lui è andato da mio padre per ricattarlo.

< < E allora perché insisti per accompagnarmi? > > chiedo sospettosa.

< < Perché mi va > > risponde lui facendo spallucce.

Camminiamo per un po' in silenzio quando all'improvviso mi dice < < Hei, finalmente anche tu fai quella strana cosa con le gambe alla fine della coreografia. > >

Io lo guardo perplessa e ci metto un po' a capire di cosa sta parlando.

< < Oh, vuoi dire la spaccata? > > chiedo con tono professionale.

< < Si, quella, prima non la facevi > > osserva lui.

Diamine ma non mi toglie mai gli occhi di dosso mentre ballo?

Decido di mandare all'aria la mia copertura, lui ha scoperto il mio bluff quindi non devo mentirgli.

< < E' stata Louise ad insegnarmela > >

< < La ballerina che fa sempre il filo a Marcel, il violinista? > > mi chiede.

< < E' una bravissima ragazza > > protesto, mi basta Elyse che ci considera delle poco di buono.

< < Lo so > > ammette lui tranquillo.

< < Mi sta aiutando un sacco, senza di lei… > > lascio la frase in sospeso con un sospiro.

< < Stessa ora domani? > > mi chiede lui quando sono sulla porta.

< < Bien sûr > > dico io non avendo la più pallida idea di cosa stia parlando.



Il giorno dopo al termine delle prove capisco finalmente cosa voleva dire.

Lo trovo puntuale all'uscita e mi si posiziona al fianco mentre io mi avvio verso casa.

Parliamo del più e del meno, con lui non devo sorridere e annuire come ha sempre asserito Elyse, mi fa domande e mi racconta un sacco di cose sulla sua vita di musicista, dei posti in cui ha suonato col padre e io rimango affascinata.

La settimana prosegue sempre con la stessa routine, la mattina provo al Moulin, percorro il tragitto fino a casa con Remy, il pomeriggio provo con Louise e per finire mi alleno da sola a casa, non so quanto ancora resisterò a questi ritmi.

Ciliegina sulla torta Louise mi ha chiesto mortificata se potevo rammendarle qualche altro vestito e io non ho avuto il coraggio di rifiutarmi, per cui trascorro tutte le sere china sugli abiti di Lucien a riattaccare bottoni e rattoppare maniche.

L'ultimo giorno di prove arriva e io non riesco a credere di essere sopravvissuta fino ad oggi.

Tre settimane fa ero una ragazza qualunque, non avrei mai immaginato di vivere un'esperienza del genere.

Eglantine è più agguerrita del solito e mentre siamo tutte sedute a riprendere fiato lei esclama < < Se domani vi azzardate a farmi fare una figuraccia io vi giuro che avete chiuso! Non ballerete più nemmeno per strada per fare la carità! > >

Alcune delle ballerine hanno un'espressione terrorizzata, altre alzano gli occhi al cielo esasperate, io ho imparato a non curarmene.

Remy mi scorta come sempre verso casa e mentre ci avviciniamo mi punzecchia un'ultima volta < < Quella cosa con le gambe in aria però non la fai. > >

Come sempre non capisco subito di cosa parla, ma non posso certo biasimarlo, fino a poco tempo fa nemmeno io sapevo cosa fossero una spaccata o una ruota.

< < Si chiama ruota > > gli spiego divertita.

Louise mi aveva assicurato che nessuno l'avrebbe notato ma non ho certo intenzione di confessarlo a lui.

< < Sono contenta di constatare che avevo ragione > > dico compiaciuta.

< < Riguardo a cosa? > > chiede lui.

< < Sul fatto che i piatti non siano un vero strumento. > >

< < E perché avresti ragione? > > mi chiede basito.

< < Perché se tu dovessi suonare sul serio non avresti tutto quel tempo libero per osservare me > > concludo soddisfatta.

< < Ah ah > > ride lui < < Sono perfettamente in grado di suonare e guardare le ballerine contemporaneamente, grazie tante > > dice fingendosi oltraggiato.

< < Secondo me invece ti annoi a morte suonando solo una nota ogni tanto, e ti consoli guardando l'unica persona lì dentro che è più negata di te > > insisto.

< < Lo sai benissimo che non è per quello che ti osservo > > dice lui lasciandomi lì.

Io gli rivolgo uno sguardo che spero dimostri che so esattamente di cosa sta parlando, quando invece non ne ho la più pallida idea.


  
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