Recumbente,
chinata difronte a belle linee definite.
Ed il capo reclinato a mugulare
Della tua eccessiva fragranza.
Ed i polsi li cingevi stretti,
bevevi di me, del mondo, dell’alcol.
Del rum.
Il gusto di dentro,
di quando, sopra,
mi soffocavi col petto al seno.
Mi giocavi con il respiro
Affannato sul collo.
Di nomi affaticati, di note stonate,
corpi modellati tra notti districate.
Devota all’essenza degli orgasmi,
giace, sua eccellenza Dignità,
accanto alla tua maestosa figura.
Regale principessa,
spettatrice prostrata di dolori ammattiti,
troppo goduti.
Coi lividi sulle ginocchia,
ma di piacere.