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Autore: TsubamePhoenix    01/05/2015    4 recensioni
"Accetto le tue scuse." Il mio cuore esulta. Mi avvicino a lei. La vedo interdetta ma non devo farmi paralizzare dalla paura. Le porgo la mano.
Lei la osserva, poi si decide e la stringe. Io non la lascio ma anzi, la tiro verso di me e la abbraccio.
"Che cosa stai facendo Malfoy?" mi chiede spaventata e stranita.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Freddo intorno a me. Sento freddo anche dentro di me.
Queste strade così vuote, la notte, mi ricordano chi sono. Reietto. Nemico. Mangiamorte.
La Londra babbana m'intriga. Desolato, cammino costeggiando case, giardini, vite.
Un uomo che cerca la propria anima, senza trovarla.
 
Mangiamorte
 
Tutto questo calore mi sta facendo scoppiare la testa. Mi entra nelle ossa. Sotto pelle.
Mi fa sentire confusa. La testa mi gira. I miei occhi bruciano. Fumo. Di fronte a me.
Fumo tutto intorno. E persone. Un vociare indistinto prodotto da maghi e streghe che mai ho visto prima.
Un uomo mi guarda, dall'alto verso il basso. Si sofferma sulla scollatura della mia canottiera.
Provo ribrezzo nei suoi confronti.
Pago il Whisky che nemmeno ho finito di bere ed esco dal Paiolo Magico.
Cammino svelta, senza guardarmi in giro. Voglio solo arrivare a casa. Voglio solo dimenticare.
Dimenticare la guerra. Dimenticare il dolore. Dimenticare le perdite, le torture.
Voglio dimenticare gli occhi congelati di un mangiamorte in particolare.
Occhi che mi hanno sempre guardata per disprezzarmi, per umiliarmi. Occhi che una notte però mi hanno saputa leggere come un libro aperto e che mai dimenticherò.
 
Mezzosangue
 
Sono stanco di vagabondare. Ho già sofferto abbastanza. Stare solo, in una città vuota, mi lascia in balia dei miei pensieri ed è la cosa che più temo.
Non voglio pensare, non me lo posso permettere.
Draco Malfoy deve solo agire, disprezzare, comandare e assolutamente mai amare.
Mi sento comprimere lo stomaco, e in pochi secondi mi sono smaterializzato di fronte ai Tre Manici, a Hogsmeade.
Un buon Whisky Incendiario mi permetterà di svuotare la mente e smetterla di sentire quest'opprimente dolore proprio nel petto, in alto, a sinistra.
Draco Malfoy non ha un cuore, non ha un'anima. Io vivo solo perchè sono troppo cattivo perché muoia.
Ordino da bere e mi abbandono alla musica e agli intricati giochi del fumo che si diffonde intorno a me.
Quanti maghi e quante streghe hanno imparato a fumare dopo il grande boom della moda delle sigarette tra i babbani. Dicono che il tabacco provochi dipendenza da esso, secondo me lo fanno solo per sentirsi apprezzati nel mondo babbano.
Mezzosangue. Lei è così. Lei è solamente una mezzosangue. Chissà se anche lei si è lasciata prendere dalla mania del fumo.
Non voglio pensare a quella saccente nata babbana. Non voglio pensare a lei.
Credevo di aver perso la mia anima. E invece non è così. So perfettamente dove è. Ma è impossibile per me andare a riprenderla, ho troppa paura. Mi basterebbe allungare una mano... e incontrare la sua.
 
Mangiamorte
 
Sono di fronte al cancelletto che dà sul cortile della mia modesta abitazione.
Non mi sento per niente bene. Non sono abituata a bere alcolici, e oltretutto tutto quel fumo mi ha quasi soffocata.
Non ho mai sopportato il fumo. E sapere che la moda si sta spargendo come un virus anche nel mondo magico mi fa imbestialire.
Cerco le chiavi nella borsa, ma non trovandole le richiamo a me con un Incantesimo non verbale.
Apro il cancelletto, attraverso il giardino, entro.
Accendo una luce e mi guardo nello specchio attaccato vicino all'ingresso.
Capelli disordinati, rimmel leggermente colato, occhi rossi, occhiaie.
Sono in uno stato pietoso.
Nox.
Vado in camera mia e mi spoglio velocemente. Voglio dormire. Non voglio sognare nulla, so già che se dovessi mai sognare qualcosa, sarebbe solo un doloroso incubo.
Prendo la pozione per assicurarmi un sonno senza sogni.
Mi corico sotto le coperte e sento già le palpebre farsi pesanti.
Prima di chiudere gli occhi però, penso ancora una volta a lui.
Mangiamorte. Lui è così. Lui è solamente un mangiamorte. Ma io sono sicura che lui sia cambiato.
L'ho visto nei suoi occhi in ospedale. Erano velati da qualche sentimento che evidentemente non è solito provare. Rimorso.
Mi ricordo del suo sangue caldo mentre gli ricucivo una ferita molto profonda sulla sua spalla destra.
Dolore. Dolore nel vederlo così. Ferito. Colpito. Non so cosa gli sia successo. Non lo voglio sapere.
Dopo tutto quello che mi ha fatto ad Hogwarts quando eravamo due ragazzini, mi viene difficile perfino credere che ciò che ho letto nei suoi occhi fosse davvero rimorso.
Probabilmente si stava solo facendo beffe di me.
Magari era solamente riluttante a farsi curare da me. Da una mezzosangue.
Di sicuro provava vergogna nel permettere a una donna dal sangue sporco di toccare il suo corpo, il corpo di un purosangue, anche se solo per curarlo.
Gli occhi mi si chiudono contro la mia volontà e scivolo in un sonno profondo e oscuro, che vorrei non finisse mai.
 
Mezzosangue
 
Il dolore alla spalla si fa risentire. Ho paura di aver riaperto la ferita. Ho paura di aver strappato i punti che con tanta attenzione e dedizione Hermione mi ha cucito sulla pelle, per aiutarmi a guarire.
Mi giro nel letto cercando di prender sonno.
Ma il mio pensiero corre sempre a lei e a quanto sia cambiata dopo la guerra.
Se Lucius sapesse che di notte, e di giorno, sempre, penso a lei... mi caccerebbe di casa.
Ma lui ora non c'è e non può fare un bel niente.
Nemmeno Narcissa è in casa. O meglio... nemmeno Narcissa è ... in vita.
Uno senz'anima e l'altra senza vita.
Io sono solo. Solo con i miei pensieri che, di nuovo, corrono verso di lei.
 
Mangiamorte
 
Il sole è ormai alto.
Guardo fuori dalla finestra del mio studio, al San Mungo, e osservo la strada gremita di passanti.
Tra tutti gli uomini che camminano, non vedo nessuno che conosco. Ma tanto... nessuno sto cercando.
Non è vero, e lo so bene. Sto cercando lui.
Chissà se sta bene. Se la ferita gli fa di nuovo male, se ha bevuto la pozione che gli ho dato.
Chissà se oggi tornerà, come gli ho consigliato una settimana fa, per farsi cambiare i punti e la benda.
Chissà se la guerra ha cambiato pure lui.
Una testa biondo chiaro spicca tra le altre. L'uomo cui appartiene sta camminando veloce verso l'ingresso dell'ospedale.
E' venuto. Sta arrivando.
Oggi devo sapere cosa si è fatto.
 
Mezzosangue
 
Non so cosa mi ha convinto a ritornare. Eppure eccomi qui. La scorsa notte che sono venuto a farmi ricucire, prima di andarmene, le ho ripetuto freddamente che non sarei tornato.
Le ho lasciato una busta piena di galeoni, ma non li ha accettati.
"non voglio i tuoi soldi Malfoy." Mi ha risposto freddamente riconsegnandomi la busta.
Ora mi sto dirigendo verso il suo ufficio. Spero che almeno questa volta accetti i galeoni che le ho portato. Magari potrei provare a non essere più così antipatico e scontroso.
Busso.
La ragazza più bella che ho mai incontrato fin'ora apre. Mi guarda.
Nei suoi occhi leggo qualcosa di tanto simile a Preoccupazione. La Granger è preoccupata per me ? o DI me ?
Entro. Senza salutare. Senza guardarla più di tanto. Non posso permettermi di saziare i miei occhi con la sua bellezza. Non sono degno di lei.
Non dopo tutto ciò che le ho fatto.
Dopo tutto ciò che mia zia le ha fatto.
Mi siedo sulla poltrona nera situata d'innanzi alla scrivania. M'impongo di assumere l'aria più fredda e distaccata possibile. Ovviamente ci riesco.
I miei occhi s'incatenano ai suoi. Lo vedo che è delusa da me. Forse si aspettava più gentilezza. Forse si aspettava di vedermi riconoscente.
Quanto ha ragione. Io le sono riconoscente. Io vorrei essere più gentile. Ma non posso.
Vedo la mia anima affiorare dai suoi occhi ambrati e salutarmi beffarda, per poi tornare nel suo cuore.
Sono innamorato di te, Hermione Granger. Ma tu mi devi odiare.
Tu sei obbligata a odiarmi, perchè se mi amassi, ti farei solo del male.
 
Mangiamorte
 
Draco Malfoy si è seduto sulla poltrona del mio studio e mi guarda. Ghigna, il suo solito.
Non so perchè mi sento così delusa dal suo comportamento di superiorità nei miei confronti.
Dovevo aspettarmelo! Lui è così... non avevo alcun diritto di pensare che, entrando, mi avrebbe salutata o ringraziata. È già tanto se riesce a guardarmi senza il solito disprezzo.
Mi siedo al mio posto, dietro la scrivania gremita di documenti e fascicoli dei miei pazienti.
Appoggio le mani sul legno freddo e lo guardo. Non so proprio cosa pensare.
"Hai preso la pozione?"
"Sì." Freddo. Distaccato.
"Il male è diminuito ?"
"Sì."
Se continua così, impazzirò.
"togliti la giacca. Devo cambiare la benda."
Lui mi fissa. Poi, lentamente, si toglie la giacca di tessuto pregiato e la ripiega, appoggiandola sul bracciolo della poltrona.
Si alza e si siede sul lettino per le visite. Non mi guarda. I suoi occhi sono fissi sul pavimento.
Io mi avvicino e preparo il necessario.
Mentre gli tolgo la benda vedo che chiude gli occhi e li stringe leggermente, mi ha mentito. Il dolore non gli è passato.
"Draco non posso aiutarti se non mi dici la verità."
"Stai zitta e fà in fretta" sussurra reprimendo un gemito di dolore.
Sbuffo. Non posso fare altro per lui. Sterilizzo la ferita e la avvolgo con una benda nuova. La stringo bene. Lui geme. Forse l'ho stretta un po' troppo, ma gli sta bene.
 
Mezzosangue
 
"Mezzosangue fa' piano. Non farmi arrabbiare." Sottolineo minaccioso. Il dolore si fa sentire. È forte e lei lo sa.
Lo ha fatto apposta, a stringere così tanto. E sinceramente credo di essermelo meritato. Mentre lega la benda e la fissa con un incantesimo osservo il suo profilo. I capelli non sono più cespugliosi e spettinati, ma le ricadono in morbide e setose onde sulla schiena dritta. Il nasino a punta conferisce eleganza a un volto perfetto e gli occhi ambrati assumono sfumature diverse a seconda della luce. È magra e snella, ma allo stesso tempo i suoi muscoli sono tonici. Le mani piccole e curate si muovono veloci sulla mia spalla per concludere il lavoro il più in fretta possibile.
Ecco, ha finito.
"Tieni, bevi questa. Te ne do un'altra da portare a casa e bere domattina." Mi ordina porgendomi una boccetta con una pozione color menta all'interno.
La annuso, profuma di muschio. Mi fido. Mi fido perchè la amo.
Sono così orgoglioso di lei. Ormai è una famosa e bravissima medimaga, qualsiasi mago o strega che deve risolvere un qualsiasi tipo di problema prega per essere ricevuto da lei.
Fin'ora non ha mai fallito. Ha sempre guarito tutti. So che con me non fallirà.
Anche se sono io che ho sbagliato tutto con lei. Fin dall'inizio.
Rimpiango il giorno in cui mi sono posto come suo nemico.
Perchè non le ho teso la mano, presentandomi cordialmente e offrendole la mia amicizia, il primo anno a Hogwarts?
E al diavolo la storia del sangue! La risposta è semplice. Per colpa di Lucius.
La colpa è sempre stata sua.
È stata colpa di Lucius se Hermione mi odia, se la mamma è morta, se ho una schifosa cicatrice sull'avambraccio a ricordarmi sempre chi sono stato. È stata colpa di Lucius se casa mia era diventata il palcoscenico d'indicibili torture. È stata colpa di Lucius Malfoy se io sono stato obbligato a schierarmi con Voldemort invece che con l'Ordine.
Hermione mi osserva. Con la mano indica la porta. Mi sta invitando a uscire.
Prendo la fiala con la pozione verde e me ne vado, senza voltarmi indietro, senza ringraziare, senza salutare.
 
Mangiamorte
 
La porta si richiude alle sue spalle. Mi butto malamente sulla poltrona su cui fino a poco fa era seduto il mio incubo migliore. Chiudo gli occhi e scoppio a piangere.
Io non so quello che provo per Draco Malfoy.
So però che dopo la guerra, dopo la morte della madre, Draco è cambiato.
Lo leggo nei suoi occhi.
Lui cerca di essere sprezzante con me, di mostrarsi freddo e superiore, non ci riesce. Non del tutto.
Io ho percepito una profonda sofferenza in lui. Una fragilità che mai ho visto prima in qualcun'altro.
Draco Malfoy soffre. Ha paura di qualcosa.
Draco Malfoy ha un cuore. Solo che è coperto da cicatrici e ferite e sanguina. Sanguina forse più della sua spalla.
La ferita. Non so ancora come se la sia procurata ma è molto profonda e non mi piace per niente.
Sento la porta del mio ufficio sbattere e mi asciugo in fretta e furia le lacrime. Mi alzo e cercando di ricompormi mi volto, per vedere chi è entrato.
 
Mezzosangue
 
Basta. Non ce la faccio più.
Devo dirle cosa provo. Devo dirle l'ho sempre amata. Devo capire se posso riavere la mia anima.
Puoi condannarmi o assolvermi, Hermione Granger, ma lo devo sapere ora.
Torno indietro ed entro nel suo ufficio sbattendomi la porta alle spalle. Non ho bussato. Non mi sono annunciato in alcun modo. Sono piombato nella stanza e basta.
E ho fatto male.
È raggomitolata sulla poltrona e piange in silenzio. Mi da le spalle ma sento i singhiozzi soffocati malamente.
Appena sente la porta sbattere si tira su di scatto e la vedo asciugarsi forsennatamente le lacrime e ricomporsi. Si volta e quando mi spalanca gli occhi stupita. Stava piangendo per colpa mia. 
"Mi sono dimenticato questi." Le lancio la busta piena di galeoni. Non la prende. Cade e si apre, spargendo monete d'oro ovunque.
"Che stupida che sei Mezzosangue." La aggredisco. Me ne pento subito. M'inchino e raccolgo i galeoni e la busta e poso il tutto sulla scrivania.
"Lo sai che non voglio i tuoi soldi schifosa serpe."
Hermione 1 - Draco 0.
È arrabbiata. Lo sento dal tono della sua voce.
Con che coraggio sono tornato per confessarmi, se alla prima occasione la aggredisco?
"Scusa." È stato difficile. Molto. Il principe delle Serpi non è abituato a scusarsi. E anche Hermione lo sa, tanto che spalanca gli occhi ancora di più.
"Cosa?"
"Sei sorda Mezzosangue? Ti ho chiesto scusa."
"Per cosa ti stai scusando Malfoy?"
"Lo sai."
"Accetto le tue scuse." Il mio cuore esulta. Mi avvicino a lei. La vedo interdetta ma non devo farmi paralizzare dalla paura. Le porgo la mano.
Lei la osserva, poi si decide e la stringe. Io non la lascio ma anzi, la tiro verso di me e la abbraccio.
"Che cosa stai facendo Malfoy?" mi chiede spaventata e stranita.
"Quello che avrei dovuto fare il primo giorno che ho sentito la tua risata cristallina alla stazione di King's Cross, quindici anni fa. Quello che avrei dovuto fare ogni giorno della mia permanenza a Hogwarts, invece di insultarti, disprezzarti e umiliarti. Quello che avrei fatto se non fossi stato obbligato da Lucius a odiarti. Ma io non sono mai riuscito ad odiarti. Allora ho fatto il possibile per farmi odiare da te. E ci sono riuscito piuttosto bene."
Lei si stacca da me. Aggrotta le sopracciglia e mi osserva attentamente. "Che cosa stai dicendo, Malfoy?"
"Hermione" è la prima volta che la chiamo per nome. E vedo che lei se ne accorge e addolcisce l'espressione. Non riesco a continuare. È troppo bella, troppo dolce, troppo indifesa. La stringo a me e senza pensarci due volte la bacio.
Da tanto tempo sognavo le sue labbra, ma riuscire finalmente a sfiorarle è incredibile. Lei oppone resistenza, all'inizio. Ma poi si scoglie e ricambia il mio bacio, sfiorandomi il collo con una mano e il petto con l'altra. Passo a baciarle il collo e lei chiude gli occhi. Sospira.
"Hermione" le sussurro tra un bacio e l'altro. "sto dicendo che sono innamorato di te da quindici anni." La guardo negli occhi.
Lei sorride.
"Draco Malfoy ha un cuore." Le prendo la mano che è posata sul mio petto e dolcemente la sposto, dove dovrebbe esserci il cuore.
"Lo senti?" lei annuisce, "Ho sempre avuto un cuore Mezzosangue, ma ha appena cominciato a battere." 






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Ringrazio tutti quelli che hanno letto quesya fan fiction. 
Non vi annoierò con una Nota d'Autore da un quarto d'ora, tranquilli! 

Vorrei solo chiedervi, se avete voglia, di spendere qualche secondo a lasciarmi un commento, anche piccolo, per farmi capire se vi piace o no questa storia. Ne sarei davvero felice, accetto assai di buon occhio le critiche costruttive, voglio migliorare e il modo migliore per farlo è leggendo le vostre recensioni. 
Grazie a chi è arrivato al fondo anche ti questa nota e recensirà. 

Sinceramente vostra, 
C. 

 
  
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