TLOV&D A New Beginning
Capitolo
1
Un drago
dalle scaglie rosse camminava in una grotta.
Era
l’Anno del Drago.
Esso si
fermò davanti ad una porta dalla forma circolare e
lanciò una fiammata aprendo
la porta ed entrando in una sala con delle torce, un oggetto circolare
sul
terreno al centro della sala e che mandava una luce verde oltre ad un
uovo
viola sopra un piedistallo e molte altre uova.
In un mondo al
di là dei Regni, io,
come tutti gli altri, attendevo la nascita del drago annunciato dalle
profezie.
Il drago si
diresse verso l’uovo viola osservando anche le altre.
Ma anche il
Maestro delle Ombre
conosceva la profezia.
Avrei dovuto
nascondere le uova molto
tempo prima, ma io credevo… credevo che fossero al sicuro.
In breve
arrivò davanti all’uovo.
Oh, quanto mi
sbagliavo!
Il tempio
cominciò a tremare mentre entrava un drago dalle scaglie
gialle.
“Salvali!
Le
armate dell’Ombra sono arrivate!”disse questi.
Il drago
rosso si guardò un attimo intorno prima di guardare
l’uovo più vicino (quello
viola) e afferrarlo per poi dirigersi verso un'altra porta, aprirla
nella
solita maniera della prima e correre attraverso un tunnel.
Una volta
uscito dal tunnel che dava a dirupo cominciò a volare fino a
raggiungere un
fiume e atterrare.
Si
avvicinò,
prese una specie di culla, vi depose l’uovo e lo
lasciò alle correnti del
fiume.
“Che
gli
Antenati ti proteggano. Che ci proteggano tutti!”
Successivamente
spiccò nuovamente il volo diretto verso il punto di partenza
dove vide una
situazione che dire che lo preoccupò è dir poco.
Verso le
prime luci dell’alba l’uovo stava sempre
“navigando” attraverso il fiume.
Infine,
l’uovo giunse in una palude
remota e una famiglia di libellule si riunì attorno ad esso,
domandandosi quale
fantastica creatura si celasse al suo interno.
L’uovo
cominciò a creparsi.
La risposta non
si fece attendere…
Ciò
che emerse dall’uovo all’inizio
li spaventò, ma finì per lasciarli stupefatti e
attoniti.
Una piccola
draghetta dalle scaglie viola e con due ali sull’arancione
davanti agli occhi
stava contando davanti ad una radice.
“…otto,
nove, dieci… Arrivo!”disse scoprendo i suoi occhi
viola e cominciando a
guardarsi in giro.
Era un drago
viola, che essi
adottarono e allevarono come fosse una di loro.
Una
libellula cominciò a girare intorno alla sua testa e la
giovane tentò di
prenderla non riuscendoci poi molto.
La draghetta fu
chiamata Violette, e
crebbe insieme a Sparx, la giovane libellula nata quello stesso giorno.
I due erano
praticamente fratelli.
E mai si era
vista una coppia di
fratelli così male assortita, eppure così
affiatata.
“Questa
volta non mi prenderai!”disse la piccola libellula chiamata
Sparx continuando
ad evitare la draghetta.
Violette
imparò, come tutti i
piccoli, ad accettare il mondo in cui era nata, e a credersi una di
loro.
La draghetta
viola cominciò a guardarsi intorno per cercare la libellula.
Grossa e viola,
è vero, ma comunque
una di loro.
La giovane
si guardò intorno riuscendo a scorgere Sparx alcune volte
dopodiché lo vide
andare a nascondersi dietro l’albero in mezzo alla radura.
Si
avvicinò
tenendolo sott’occhio.
“Ti
vedo,
mio piccolo amico.”
“Vedermi
è
una cosa, acchiapparmi un’altra, mia violacea
amica” ribatte l’altro
allontanandosi velocemente.
“Si,
meglio
che scappi.”aggiunse la draghetta.
Detto questo
cominciò a salire la salita da cui era andato
precedentemente l’amico prima di
trovarsi davanti ad un’interruzione del percorso che
arginò come problema
semplicemente saltando e sbattendo un paio di volte le ali per poi
continuare
la salita e prendere Sparx.
O almeno
questo era il piano se non fosse che si trovò davanti ad un
burrone che
possedeva soltanto un traballante ponte di legno.
“Che
succede, piccola Violette? Non riesci a volare? Ahh già, tu
vai a piedi
dappertutto. Mmm, peccato.”la sbeffeggiò Sparx.
“Se ti
prendo sei fritto!”esclamò irritata la violacea.
Il ponte
venne superato da Violette correndo a ridosso del dosso mentre la
libellula
ricominciò a volare.
“Aaah,
dev’essere dura perdere sempre,
Vi-…”continuò a prenderla in giro prima
di venire
ingoiato da un’erba-rana.
“Va
bene,
tirami fuori di qui, fungo in sovrappeso! Violette, dico sul serio! Me
la dai
una mano?”continuò la libellula.
“Mmm,
non lo
so. In fondo anche l’erba-rana deve
mangiare.”rispose l’altra.
“Colpiscila!
Fai qualcosa! Le mie ali si stanno ammuffendo.”La
solleticò Sparx.
A quel punto
la draghetta si avvicinò all’erba-rana e la
colpì alcune volte prima che questa
sputasse la libellula che si scontrò con Violette.
“Bleah…
adesso puzzo quasi quanto te. Oooh, è orribile. A dopo,
fessacchiotta!”disse
volando via velocemente.
“Bella
riconoscenza!”affermò la draghetta con tono
ironico cominciando a correre
dietro alla libellula prima di trovarsi davanti ad un groviglio di rami
che
abbatte con una testata sfruttando la velocità acquisita
grazie ad una corsa.
Fatto questo
si ritrovò in una sala piena di erbe-rana che
evitò per poi abbattere un altro
groviglio di rami.
Oltre quello
vide un tunnel con un’entrata sbarrata da delle stalattiti
che formavano delle
sottospecie di zanne.
“Ehi,
così
non vale! Non possiamo entrare lì
dentro!”affermò la draghetta.
“Pffft…
Tutte scuse! Tieni il passo o arrenditi!”esclamò
la libellula prima di entrare.
Violette
saltò e colpì le stalattiti fino a distruggerle e
poi entrò in un tunnel con
dell’acqua sul pavimento.
“Che
fine ha
fatto quel moscerino?”chiese a se stessa la draghetta.
Successivamente
sentì la voce di Sparx.
“Qualcuno
ha
visto una grossa cosa viola? Credo di aver perso la mia.”
Fatto questo
cominciò a dirigersi verso l’origine del suono
abbattendo delle erbe-rana con
delle codate fino a vedere Sparx.
“Sai,
questa
storia comincia ad annoiarmi… aah
AAAH!”gridò spaventato Sparx venendo
successivamente chiuso in una gabbia da una scimmia.
“Sparx”esclamò
Violette.
Successivamente
la scimmia saltò accanto ad altre due più piccole
cominciando a parlare.
“Pensavo
ve
ne foste andati tutti.”
“Lasciami
se
hai il coraggio!”esclamò Sparx con tono
battagliero.
“Grrrr.
Ah
ah ah ah. Non fatevela scappare.”disse alle altre due scimmie
mandandole verso
la draghetta dal muso affilato e dalle corna dorate.
Successivamente
attaccò le due scimmie con una testata e delle codate che
mandarono ko le due
scimmie.
Successivamente
arrivarono anche altre tre scimmie che vennero sconfitta la prima
tramite degli
attacchi in salto e poi con delle artigliate e delle codate.
Una volta
fatto ciò vennero mandate altre tre scimmie, sconfitte nel
solito modo e
successivamente la prima scimmia lanciò dei candelotti di
dinamite e altre
scimmie arrivarono e Violette sfruttò i candelotti per
sconfiggere i nemici
procurandosi anche dei leggeri lividi.
“Fammi
uscire da qui e combatti da… da qualunque cosa tu sia,
miserabile mollusco!”affermò
Sparx alla prima scimmia.
Quest’ultimo
si irritò non poco e saltò giù per poi
provare a schiacciare la scalota quindi
anche il contenuto.
“Nnnnnnah!
Ne ho abbastanza di te…”disse irritato.
“Sparx,
attento! Noooooo… aaaahhhhhhhhhh!”gridò
Violette prima di lanciare una fiammata e
colpire tutte e tre le scimmie.
La scimmia
più grande si allontanò velocemente.
“Ehi!!!
Era
fuoco quello?”chiese Sparx a dir poco sorpreso.
“Occupatevi
di
loro… lo devo riferire a
Darkborn…”disse andandosene e lasciando i suoi
sottoposti.
Violette
cominciò a lanciare delle fiammate verso i nemici che erano
sempre di più
riuscendo anche con degli attacchi fisici che alla lunga riuscirono a
sconfiggere tutti gli avversari.
“Tirami
fuori di qui, Violette… Mi si sono strinale le
ali…”disse Sparx.
La draghetta
dette una testata alla gabbia e lo liberò da essa.
“Tutto
bene?”chiese
la giovane.
“Stavi
per
arrostirmi, bella. Aspetta…”disse per poi
interrompersi.
“E
così,
proprio mentre io stavo per dare una bella lezione a quel tipo,
Violette ha
sputato delle fiamme pazzesche... Davvero! Fiamme. Dalla
bocca.”disse Sparx ai
genitori del tempo dopo.
“Volevo
solo
aiutarti.”disse Violette.
“Stavi
per
ridurmi in cenere. Mamma, papà, avreste dovuto vederla. Si
è messa a sputare
fuoco! E’ stato pazzesco, vi dico!”
A quel punto
la libellula azzurra, il padre, si volse alla viola.
“Tua
madre
ed io sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato.”
“Quale
giorno?”chiese la draghetta.
“Il
giorno
in cui avremmo dovuto dirti la verità.”
Così,
quella notte, Violette scoprì di
non essere una libellula, dopo tutto, ma un esule proveniente da una
terra
lontana.
“Vuoi
dire che…
io non sono vostra figlia?”chiese la draghetta.
“Certo
che
sei nostra figlia. Solo che… sei arrivata qui da un altro
luogo. Un luogo
lontano, dove le guerre infuriano e gli innocenti finiscono per pagarne
il prezzo.”
Non molto tempo
dopo, Violette decise
di partire alla ricerca della sua casa.
Tuttavia ci
fu una discussione con Sparx in cui quest’ultimo si
dimostrò molto arrabbiato
dal fatto che Violette se ne andasse lasciandolo solo.
Così
sebbene a malincuore, Violette
lasciò l’unica famiglia che avesse mai avuto, e
partì… verso una meta che
ignorava.
Dopo diverso
tempo e degli scontri con delle creature della foresta, superata un
interruzione del percorso saltando per poi planare, venne raggiunta
successivamente da Sparx che gli comunicò che sarebbe andato
con lei.
Successivamente
vennero attaccati da diverse scimmie e poi da tre esseri coperti da del
muschio
che Violette superò.
Una volta
sorpassati sentirono un ruggito alle loro spalle e fuggirono il
più velocemente
possibile.
E questo ci
porta al momento in cui
Violette iniziò il suo viaggio. Quando lei e io ci
incontrammo, di nuovo, per
la prima volta… ahh, è una lunga storia.
La draghetta
e la libellula si trovarono davanti ad un drago dalle squame
arancione-rosso e
degli occhi sul arancione.
“E io
che
pensavo che Tu fossi grossa. Santo cielo!”disse la libellula
alla giovane.
“Sei…
Sei viva?
Ma è tardi… troppo
tardi…”disse sconsolato l’arancione.
“Troppo
tardi per cosa? Chi sei? Ci conosciamo? Da dove vengo? Cosa sei tu?...
Cosa
siamo noi?…COSA SONO IO?!?!”lo
bersagliò di domande.
“Vuoi
dirmi
che non lo sai?”chiese il rosso.
“Ti
sembra
che lo sappia?”chiese ironica la libellula.
“Tu
sei un
drago. Quand’eri ancora un uovo, il mio compito era quello di
proteggerti… di
proteggervi tutti quanti.”cominciò il drago adulto.
“Tutti
chi?”chiese
la draghetta.
“Gli
altri.
Ce n’erano altri. Eravamo in quattro, noi Guardiani e il
nostro compito era di
proteggere le uova finché non si fossero schiuse. Era
l’Anno del Drago, dopo
tutto, e la nostra stessa sopravvivenza dipendeva da quelle
uova… ma il Tempio
e la Grotta sono perduti, ormai… invasi
da…”continuò.
“Tempio?
Quale tempio? Puoi portarmici? Posso vedere il posto dal quale
provengo?”chiese
la viola.
“No,
no.
Chissà quali forze occupano il Tempio adesso, e in che stato
è. Tu non capisci.
Dopo che loro vennero a cercarti…”
“Loro?
“Loro” chi? E perché sono venuti a
cercarmi?”
“Perché
le
profezie parlavano di un drago viola che appare solo una volta ogni
dieci
generazioni. Tu.”
“Tu?
Vuoi
dire lei? Aspetta, parli di lei? Violette sarebbe un essere speciale?
Viola? Ah
ah, mi sa che l’hai presa per qualcun altra. Uuuh, mi sembra
un po’…
un’esagerazione. Ne ho sentite di…
assurdità, ma questa le batte tutte.”disse
Sparx.
“Ti
chiami
Violette? Be’ Violette, ti assicuro che sto dicendo la
verità. Le Armate delle
Ombre ci attaccarono per ucciderci e distruggere le uova. Arrivarono a
un passo
dalla vittoria… e poi misero sotto assedio le altre isole.
Eravamo in guerra.
Per molti anni combattemmo su tutte le isole. Scontri brutali con le
truppe del
Maestro delle Ombre, che voleva impedire alle profezie di realizzarsi.
Alla
testa di un piccolo, ma intrepido manipolo di soldati, io e gli altri
tre
Guardiani affrontammo quegli spietati mercenari. Stavamo rovesciando le
sorti
della battaglia, ma… arrivò
Darkborn.”ricominciò.
“Darkborn?”chiese
Violette.
“Si,
Darkborn.
Lui era… è… mostruoso, orribile,
feroce… un drago nero che fa tremare i cieli,
un’inarrestabile forza della
natura…”spiegò.
“Ah,
si,
“feroce” basta e avanza”disse Sparx.
“Lui
mi sta
ancora cercando… e anni fa, vidi Darkborn rapire gli altri
Guardiani dai campi
di battaglia, come frutti maturi da un albero. Solo io, Ignitus, sono
riuscito
a scappare. Non che questo importi. Darkborn ora è padrone
di tutto.”continuò.
“Perché
ti
sei arreso? Ho appena scoperto di essere un drago speciale, e tu mi
dici che è
tutto perduto? Che non ho più una casa, né una
famiglia? Non posso arrendermi
adesso.”disse la draghetta.
“Frena
frena, ma hai sentito ciò che ha appena detto? Sta parlando
di draghi volanti,
di guerre e di atrocità… tutte brutte cose, non
credi?”disse Sparx.
“Non
è così
semplice, Violette.”
“Forse
hai
ragione, ma io voglio provarci. Voglio fare il primo
passo.”disse la draghetta.
“D’accordo,
andremo. E’ giusto che tu veda dove è iniziata la
tua storia… prima che tutto
finisca.”acconsentì il drago rosso.
E nonostante
Sparx i tre si avviarono verso una direzione precisa.
Intanto
sopra ad un’alta torre una grande ombra osservava
l’orizzonte.
Una scimmia
si avvicinò alla possente ombra e cominciò a
parlare.
“Hanno
trovato il drago viola”disse la possente scimmia.
A quel punto
un occhio di un colore verde-acqua si spostò sul capo delle
scimmie e cominciò
a parlare con una voce roca e possente.
“E’
troppo
tardi”affermò.
“Lo
so, te
l’ho detto solo perché se non sai le cose diventi
intrattabile”disse schivando
una codata che fece una spaccatura sul terreno.
“Bada
a come
parli, Gaul”disse il drago trattenendosi dal farlo a pezzi.