Luce.Una luce argentata intravide la piccola Luna. Per lei era come un miraggio,era arrivata alla sua terra natia,la Terra della Luna. I suoi capelli lisci e biondi erano disordinati,il suo vestitino di seta bianca era sgualcito,e perdeva molto sangue. Quella battaglia era stata difficile per lei, era ancora una ragazzina che stava cominciando ad usare le prime armi. Eppure ce l'aveva fatta, e in quell'istante cadde a terra,ormai priva di forze.

La ragazza si ritrovò distesa sul letto della sua camera spaziosa e ordinata. Il lampadario ciondolava facendo tintinnare i cristalli appesi su di esso. Il letto era comodo,e le lenzuola erano di seta gialla e molto profumata. Appena Luna riprese conoscenza,si guardò il corpo: era ricoperta dalla testa ai piedi di bende,sembrava una mummia che era appena uscita dal suo sarcofago!

Non si alzò subito,rimase a fissare il soffito: il luogo in cui aveva dato inizio la battaglia era pienaa di cadaveri distesi a terra,e il fetore di sangue circondava quel luogo disabitato da anni. Era l'unica donna (per lo più ragazzina) a combattere,ma che ci poteva fare? Sin da piccola è stata addestrata per diventare una guerriera, una figura eroica che salvasse la terra della Luna, ormai combattutta da un po' per via della lussuria di quella Terra.

La Terra della Luna e la Terra del Sole,però,erano in guerra da anni,e per una ragione precisa: entrambi i popoli volevano ottenere la Terra dello Spirito,un luogo fatto di amore,amicizia, e niente guerra. Solo lì potevano vivere felici,ma...questo poteva essere possibile passando attraverso a delle sanguinose e ripugnanti guerre,che portavano alla morte a chi non era un professionista nel combattere. Per questo Luna si trovava in quello stato. Questa battaglia fu iniziata dalla Terra dell'invidia,un luogo tenebroso e oscuro che voleva possedere la Terra della Luna. Il fatto era che lei era ancora una principiante in fatto di armi,e questo era un bel problema. La riscosse dai suoi pensieri una vocina dietro la porta che sussurrava:-signorina L-Luna,posso entrare? - appena Luna riconobbe quella vocina alquanto familiare,scattò in piedi e si avviò verso la porta per salutare.

-ma certo,entra!-esclamò,sprizzando gioia da tutti i pori. La porta ssi aprì lentamente con uno scricchiolìo. La figura minuta che si ritrovò davanti era una bambina dai capelli rossi come il sangue e un paio di occhioni blu come il cielo primaverile. La sua pelle era bianca come il latte,e aveva una spruzzata di lentiggini sugli zigomi.

-Aranel,piccola,come stai?-disse sorridendo la bionda. In tutta risposta, la bambina fece una faccia piuttosto spaventata, cosa che fece rimanere perplessa la giovane.

-che succede, Aranel?- chiese la bionda allarmandosi. In tutta risposta, la bambina puntò un dito in direzione della bionda, e poi esclamò:-t-tu...una mummia!!- Luna,spaventata, si guardò attorno furtivamente per vedere dov'era quella presunta mummia. Ma lì non c'era neanche una mosca. Poi si ricordò delle bende che aveva addosso, e della battuta ironica che aveva buttato prima. Però non voleva dirgli che aveva le bende in tutto il corpo perchè perdeva molto sangue,quindi si inventò le giustificazioni più improbabili del mondo.

-calmati, Aranel! Ecco...volevo provare un vestito di Carnevale, e così il primo che mi è capitato tra le mani l'ho indossato!- esclamò, cercando di tranquillizzare la bambina in preda ad uno shock.

Ma la bambina scappò via più veloce che poteva sbattendo la porta della camera di Luna.

-meglio togliersi queste bende,prima che faccia venire un colpo a qualcun'altro...- disse sospirando.

Mentre Luna si toglieva le bende,vide il suo corpo pieno di cicatrici profonde,cosa che la fece rimanere un po' aallibita. Come ha potuto ridursi il corpo così? Prima di infilarsi i vestiti puliti,si passò un olio speciale che le permetteva di rimarginare le ferite più accuratamente e velocemente.

Poi passò ai vestiti: indossò una maglietta bianca che lasciava scoperto l'ombelico,e un paio di pantaloncini rosa di jeans. Poi si guardò allo specchio: i suoi capelli sembravano un nido di paglia,così prese la spazzola azzurra e cominciò a pettinarseli velocemente. Non aveva idea di dove volesse andare,voleva solo uscire di qui e schiarirsi le idee. Dopo che ebbe finito,uscì dalla stanza chiudendo la porta a chiave. Quando uscì dal castello,un caldo che rassicurava una bella giornata la investì,e da lì cominciarono i saluti da parte di tutti gli abitanti.

Dopo un po',arrivò in un parco per godersi al massimo l'aria aperta,e si sedette sulla prima panchina che trovò. La borsa che si era portata dietro conteneva in tutto otto pugnali,ognuno con lame diverse. Non si sapeva mai cosa poteva succedere,anche in una giornata innocente come questa.

Stava per inspirare il buon profumo dei fiori,quando sentì dei gridolini provenire da dietro di lei. Si girò per vedere chi fosse, e vide quattro bambine che stavano parlando allegramente in gruppo,solo una era in disparte: aveva un'aria piuttosto indifferente. Era una bella bambina dai capelli neri e lisci,e un paio di occhi color lavanda. Indossava una maglietta a balconcino lilla e dei fusò a pinocchietto neri. Le altre bambine,invece,davano l'aria di essere piuttosto benestanti,indossavano abiti sgargianti e voluminosi per dellle bambine della loro età, e dei boccoli dorati ben sistemati.