Prov's Valeria

Mi chiamo Valeria Edwards , sono alta mora ,occhi verdi smeraldo e non tanto magra. Io e la mia famiglia abitiamo in un una casetta nella periferia di Londra. Mia sorella, Perrie, è tutto l'opposto di me. Alta, bionda, occhio azzurri ghiaccio e magrissima. I nostri genitori, Adam e Marion, sono due imprenditori, quindi la maggior parte delle volte sono fuori città. Questo mese sono in Italia.

Abbiamo origini italiane da parte di mamma, infatti alloggiano dalla nonna. Noi , ormai abbastanza grandi, siamo rimaste a casa per via della scuola. Entrambe andiamo allo scientifico e vogliamo studiare medicina. Quinto e quarto anno. Oggi, per noi ,è l'ultimo giorno di scuola. Giochiamo nella nazione inglese di pallavolo e ad Agosto partiremo per le olimpiadi quindi dobbiamo prepararci.

Non torneremo più a scuola ma ci saranno dei tutor che ci aiuteranno a studiare e finito il percorso torneremo a scuola per dare l'esame finale.

La sveglia ,come ogni mattina, iniziò  a strombazzare alle sette in punto. Lentamente aprii gli occhi e mi girai su un fianco. Feci riabituare i miei occhi alla luce diurna che filtrava dalle fessure delle ante, poi presi il cellulare, lasciato sul comodino la sera prima sotto carica. Tre messaggi, entrambi di mamma. Ci diceva di fare le brave e ci augurava la buona notte e il buon giorno. Sorrisi appena e mi scoprio. Mi stiracchiai leggermente, sfregando le mani sui miei occhi. Lentamente mi sedetti sul letto e infilai le ciabatte. Con passo lento e svogliato, uscii dalla mia stanza e raggiunsi quella di Perrie. Le diedi uno scrollone dai piedi e scesi in cucina a preparare la colazione.

Sette e mezza. Perire non era ancora scesa. Io ero già lavata, nutrita e vestita.

"Perire!" Urlai dalla cucina.

"Ahh! Arrivo..." scuotetti la testa e mi misi le scarpe aspettandola.

"Faremo tardi!" Io sono una ragazza abbastanza tranquilla e il più delle volte puntuale, ma mia sorella è da record! È perenne in ritardo ed è sempre agitata.

Dopo pochi istanti la vidi arrivare.

"Eccomi" disse con voce affannosa. Ridacchiai leggermente.

"Dai fai colazione"

Si sedette al tavolo e mangiò velocemente

"Non ti ingozzare...ah ricorda il borsone" annuiscì e dopo aver finito si alzò e mise la ciotola nel lavabo. Prendemmo i nostri borsoni e uscimmo di casa.

Arrivammo alla macchina e lei si bloccò .

"Che succede?"

"Il cellulare!" Alzai gli occhi al cielo e le lanciai le chiavi della macchina.