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Autore: ryuji01    03/05/2015    0 recensioni
Tutti sanno dell'avventura fantastica dell'eroe di SAO, Kirito, e della sua donzella, Asuna. Però nessuno è a conoscenza che il più rovinoso videogioco della storia dell'umanità ha avuto un bug.
Un bug di gioco come tanti altri, ma in quel caso una così grande luce di speranza. E così forse qualcuno saprà anche dei 5 amici che hanno lottato per questa causa, ed il perché di quello che è succcesso.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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DIARIO VIRTUALE
Sono felicissimo di presentarvi questo capitolo e non so neanche come ho fatto a scriverlo così velocemente: non succede tanto e sembra che abbia dimenticato molte cose scritte in precedenza, ma questo è il vero inizio dell’avventura. Non avrò tantissimo tempo per scrivere per due motivi. Ho gli esami di terza media e devo preparare la tesina e perché mi è venuta l’idea per un’altra fan fiction su rosario to vampire. Spero di non essere peggiorato con la scrittura e tornato alla mia monotonia degli inizi delle frasi. Comunque vi lascio alla lettura e commentate.
I CAVALIERI DEL PATTO DI SANGUE: CILIEGI IN FIORE
Eravamo alla fine di marzo, al 13 piano, quel giorno i Cavalieri del Patto di Sangue, di cui da qualche tempo facevamo parte anche noi, stavano andando in avanscoperta al dungeon per il 14 piano. Per guadagnare soldi per sopravvivere fino ad a quel giorno ho lavorato in una trattoria come cuoco; invece Masao, combattendo. Come si potrebbe immaginare rimaneva sempre più forte di me, anche se ero migliorato anch’io.
 Ci siamo entrati in un modo un po’ strano, nei Cavalieri del Patto di Sangue ; stavamo camminando in una città del 11 piano quando all’improvviso ci scontriamo con due ragazzi mascherati. Una maschera era blu grossa l’altra era rossa lunga; erano abbastanza ridicole. I loro capelli non si vedevano, erano vestiti con tuniche col cappuccio che gli arrivavano fino alle caviglie. Uno di loro era caduto – Ehi, guardate dove mettete i piedi – ci disse quello in piedi; era un maschio, e anche molto seccato. Il ragazzo che ci aveva appena parlato aiutò  l’altro a rialzarsi, intanto Masao scoppiò – Noi dovremmo stare attenti a dove mettiamo i piedi! Non per fartelo notare ma eravate voi che stavate correndo –
– Non rompere – disse lo stesso di prima – Vieni Akane –  Akane? Questo voleva dire che era una femmina! Fanno per andarsene – Aspettate, ma chi vi credete di essere?! – Ricominciò Masao, facendo un passo per bloccarli; non capii mai la sua testardaggine – ci crediamo di essere persone di fretta – rispose secco. Presi per la manica Masao e gli dissi – Dai, lascia stare – 
– No! Qua si tratta di buone maniere, almeno chiedere scusa – e subito – Ok. Scusateci… ma noi abbiamo di meglio da fare che star qua a litigare con due palloni gonfiati – 
– Adesso mi avete stancato! – urlò Masao – Noi. Vi sfido a duello – Mi misi il palmo sulla faccia; ma perché arrivavamo sempre a quel punto? – Ok accettiamo il duello; a patto che dopo ci lasci in pace – Quello là non sapeva quanto lo odiassi dopo quelle parole – Pronto Kaii? – mi chiese Masao come non sapesse cosa avesse appena fatto – Ma ti sembra, li hai sfidati così… d’impulso – e lui mi dice ironicamente – Non sei abituato? – Mi astenetti dal prenderlo a pugni.
 Andammo in uno spazio aperto che ci indicarono loro, forse vicino a dove dovevano andare, se  dovevano in effetti andare da qualche altra parte. 3 tirammo fuori le armi. 2 le stringemmo nelle mani. 1 rimanemmo calmi e riflettemmo, se avessimo iniziato prima avevamo già perso. 0 iniziò lo scontro. Masao si butto su quello di cui non sapevamo il nome. E a me toccò la ragazza – Ma a me non piace picchiare le ragazze! – Finiti i miei pensieri Akane era già partita all’attacco.
 Contro sole, non la vedevo bene, vidi solo la spada che mi stava per tagliare  in due la testa – Un attacco dall’alto! – alzai la mia ascia sopra la testa e parai il colpo con l’impugnatura. Appena visto che l’avevo parato indietreggiò, e con uno scatto mi fece un attacco a raffica che andò a segno – Bhe forse è lei che sta picchiando me – La mia barra vita era verde però più tendente verso il giallo: strano – questa Akane non è tanto forte – Non mi sentivo stanco, mi sentivo solo i tagli che mi aveva fatto tirare.
 Akane ripartì per un altro attacco a raffica – Come fa ad essere così veloce? – Prima di poter essere colpito di nuovo mi spostai leggermente, così facendo la feci sbilanciare – È  il momento – Non pensai tanto, attaccai e basta. Quando, però, mi mancava pochissimo per colpirla, non so come, fece una capriola all’indietro in aria, e in volo protese la spada facendomi un taglio sotto l’occhio sinistro. Neanche quello mi faceva male – Nella realtà sarei a terra a urlare per il dolore, ma questo… È un videogioco! – Al suo atterraggio ci fu un attimo di pausa, un attimo di pausa in cui, girato, guardai i suoi occhi oltre quella maschera, c’era tristezza, rabbia, dolore
– Cosa gli sarà successo? Perché? Di sicuro non per la spinta, ma allora… chissà? – Ripartita iniziai a correre dal lato inverso, incuriosito, pieno di domande per la testa – Non è questo il momento per essere curiosi kaii! – Mi urlai da solo. Mi bloccai di colpo – Forse… – avevo capito come funzionava la sua tecnica; anche se ero più curioso per i sentimenti nei suoi occhi. Mi girai e brandì l’ascia come quando tagliavo un albero. Ma era diverso, non era un albero ne un mostro digitale, quella era una persona. Mi bloccai, non volevo… anzi, non potevo colpirla; mi venne un urlo subito soffocato, un nodo alla gola che mi costrinse a piegarmi e a pensare, mi era già successa, questa cosa, e non sono mai riuscito a controllarla. Intanto lei affondò la sua spada nel mio stomaco: adesso il male lo sentivo, e non solo fisico. Alzai la testa: nei miei occhi c’era dolore nei suoi un miscuglio di sentimenti ora tutti soppressi dalla rabbia. La mia barra vita era gialla – Come pensavo –  riflettei, indietreggiai così da togliermi la spada dallo stomaco e corsi da Masao
– Masao: cambio d’arma! – Lui abbassò la testa e sospirò – E ti pareva – Mi lanciò la spada, e io l’ascia che prese in tempo prima di essere colpito – La spada è fatta dagli uomini contro gli uomini: dovrebbe essere più semplice – Iniziai un attacco con tutte le forze che avevo in corpo – I suoi attacchi sono basati su velocità e abilità, non penso che sia così forte –  Dopo vari attacchi perse la spada, presi la rincorsa e feci una serie di attacchi e poi un’altra e poi un attacco frontale fino a farle arrivare la barra della vita al rosso; quando si sarebbe fermato l’incontro. Non so, ma quella sensazione di eccitazione come ci fosse dell’adrenalina nel mio corpo, non so, avrei potuto considerare… divertente colpire una persona a morte. Al solo pensiero divenni io quello ferito, anche se avevo vinto mi sentivo uno straccio. Masao e l’altro finirono un po’più tardi; con uno strano pareggio.
 Subito dopo che finirono sentii un lento battito di mani, sobbalzai; invece tutti gli altri sembrarono come abituati e girarono solo la testa. Io mi rialzai velocemente e prima che avessi le gambe totalmente stese i due ragazzi erano già davanti a un signore dai capelli grigi con dei tratti un po’ duri, ma che penso un sorriso non avrebbe rovinato; a cui dietro c’era una ragazza dai capelli arancioni molto lunghi, molto belli, che aveva un portamento quasi regale – scusateci, questi due non ci hanno lasciato andare – – Sappiamo cos’è successo, abbiamo visto tutto. Avete almeno quello che vi avevamo chiesto? – dice l’uomo quasi in tono di rimprovero e loro annuiscono. Si apre una schermata e poi un’altra – si staranno scambiando quella “cosa” – pensai tra me e me.
Notai che Masao si era avvicinato a me, sinceramente non so perché stavamo là a guardare, ma questo non cambiò il fatto che rimanemmo lì, come imbambolati – Bene, da ora in poi sarete Cavalieri del Patto di Sangue – Si congratulò l’uomo, i due non diedero cenno di sentimento – Eppure prima quella ragazza, Akane, ora dovrebbe saltare di gioia; se i sentimenti nei suoi occhi erano colpa nostra… – La ragazza con i capelli arancioni aveva dato un colpetto sulla spalla dell’uomo e ora gli stava sussurrando qualcosa nell’orecchio; l’uomo si girò verso di noi – Ehi voi due, vorreste fare parte dei Cavalieri del Patto di Sangue? Dato che avete battuto i nostri due nuovi membri, anche se non erano stati proclamati, secondo il regolamento che ci siamo imposti anche voi, se volete, adesso potete farci parte – Li guardammo un po’ domandosi – I Cavalieri del Patto di Sangue sono un gruppo che va in avanscoperta nei dungeon e si organizza per poi sconfiggere i boss – Disse la ragazza con i capelli arancioni, in un modo cosi gentile che non sembrerebbe e subito Masao, come sempre senza consultarmi – Accettiamo! – e iniziò a esultare. Io, rassegnato, sorrisi.
Subito ci trovammo in camere con letti veri e armadi veri; e quel giorno stavamo andando verso il piano 14.
Mentre camminavamo in un sentiero in salita di una campagna, non molto tortuoso ma sicuramente stancante, guardai Masao dietro di me e notai che la radice che gli faceva da medaglione si stava muovendo. Gli indicai la radice e lui mi sussurrò – che facciamo questa volta? –  – facciamo finta di essere stanchi e rallentiamo il passo – e così facemmo, gli altri non fecero domande, oramai erano abituati che noi ci allontanassimo; tanto li raggiungevamo sempre. Staccati abbastanza dal gruppo ci nascondemmo in un gruppo di alberi e qua Masao tolse la catenella con la radice e la lasciò cadere. Cominciò ad espandersi finche non comparve Wingroot, lo accarezzammo e Masao gli diede i funghi e le radici che avevamo raccolto man mano, piano per piano. Dopo una settimana che lo conoscevamo scoprimmo che si poteva trasformare in una radice, e che se veniva mangiato sotto forma di radice diventava un item curativo perenne: cioè che in qualunque momento ti avessero colpito( vale solo con le asce nel suo caso; molto inutile visto che era l’arma meno diffusa di SAO) avresti recuperato tutta la vita persa. Finito il tempo per sgranchirsi le “radici” il drago torno radice. Mi veniva ancora difficile pensare fosse un “pet”.
 Raggiungemmo il gruppo che aveva già raggiunto l’entrata del dungeon – Finalmente siete arrivati – Ci dice Takeo  – Scusateci – e la ragazza dai capelli arancioni, Asuna, ci dice – State tranquilli, non ci avete fatto aspettare – Non potevo ancora credere alla gentilezza con cui suonavano le sue parole – Pronti per andare – Ci dice il capo: ogni volta che lo sentivo parlare, mi dovevo trattenere dal dirgli “ Sissignore”. Entriamo nel dungeon e iniziamo a vagare incerti della meta – I dungeon mi danno tutti terrore sono così… Così.. Non so… vuoti , ti mettono ansia – 
– Bhe, io li vedo più come campo di battaglia – mi dice una voce, non la distinguo, in un dungeon tutto si offusca nella mia mente e rimane solo il mio istinto a guidarmi. Da dietro una sporgenza apparve il primo mostro digitale, si chiamava…  – Leglong – era una creatura con le gambe da gallina, ma molto lunghe e spesse, la faccia da tacchino le ali da gallina e, solo il corpo da umano: un po’ bruttina. La “gallina” spine i suoi artigli nella terra e prese un pezzo di roccia che ci lanciò, e così fece ancora e ancora.
Noi, dei Cavalieri del Patto di Sangue, sembravamo divertirci; a me sembrava di giocare a palla prigioniera. Però man mano che ci avvicinavamo i colpi si intensificavano e una venne colpita, non morì, ma quello ci portò a prestare più attenzione. Eravamo fermi da un po’ a guardare la “gallina” tirarci sassi, c’era chi era stato colpito e chi no, ma più o meno le barre della vita erano tutte verdi. Dietro delle rocce stavamo pianificando una strategia – Cosa facciamo? – chiese il capo; noi tutti tenevamo la testa bassa, come per riflettere, e quando a qualcuno veniva un’idea quest’ultima sembrava svanire subito dopo – Ci sono… –  gridai – Chi ha una difesa alta e la barra di vita al massimo la accerchi e al mio segnale la attaccheremo. Quando il cerchio si farà troppo stretto per passare mi farò avanti io e lo finirò – Mi diedero ascolto, e in qualche modo la accerchiammo – 3.2.1. All’attacco!!!! – e partimmo. Una roccia mi colpi il braccio togliendomi circa un decimo del mio punteggio, un’altra un settimo e un’altra ancora un quinto; ogni volta che ero più vicino i colpi aumentavano di potenza. Arrivato il momento in cui non si poteva più andare avanti, la raggiunsi . Arrivato dalla creatura: accerchiata, non si poteva muovere e bastarono quattro colpi per ucciderla. La mia barra vita era arancione – Morale della favola…– iniziò Masao – … Le galline non sanno volare – finì io.
Prima di arrivare al portone della stanza del boss incontrammo molte altre creature, tutte collegate a degli animali della fattoria: capre, maiali, mucche, conigli, oche.
Ognuno di questi ci dava un item di carne e altri item più specifici – pronto a prepararci qualcosa, Kaii… –  mi disse Takeo; da quando avevano scoperto che ero bravo a cucinare ero diventato il cuciniere dei Cavalieri del Patto di Sangue, avevo sviluppato di tanto la mia skill di cucina dal primo piano – Ho già l’acquolina in bocca, cosa ci preparerai stavolta: maiale in agrodolce? O una bella oca arrosto? – Misi una mano dietro la testa, mi sentivo osservato – Non è il momento di pensare a queste cose Takeo – Lo interruppe bruscamente Ruriko – D’accordo… Ru – risponde Takeo – Non chiamarmi Ru, mi chiamo Ruriko – esclamò seccata – Anche quando siamo da soli – Ruriko arrossì, il colorito era sul peperone – Sapete, noi ci chiediamo cosa fate quando siete da soli a fare le armature, perché dopo quella volta che abbiamo giocato al gioco della bottiglia… – dissi scherzoso, incominciò  ad arrossire anche Takeo – Stavo scherzan… –  Presi uno schiaffo da Ruriko che mi disse con voce imbarazzata – È ovvio no! C-costruiamo le armature – Le persone intorno a noi che ci stavano ascoltando adesso ridevano sotto i baffi.
Portavo avanti e indietro item di guarigione ai membri del gruppo, eravamo entrati in 33 nel dungeon  e lo eravamo anche in quel momento, il capo, quello assoluto, si stava organizzando con gli altri tre capi delle squadre. Gli stavano riferendo lo stato della loro squadra e le risorse a disposizione; non c’erano tanti problemi, veniamo sempre molto organizzati e pieni di cose. I Cavalieri del Patto di Sangue erano divisi in 4 squadre: la squadra capeggiata dal capo “supremo”, specializzata nel combattimento di forza dove c’erano il ragazzo con la maschera e Masao; la squadra capeggiata da Asuna, specializzata nel combattimento di velocità; la squadra capeggiata da Umeka, una donna molto estroversa che penso nella realtà fosse una circense, specializzata nel combattimento di agilità di cui faceva parte anche Akane; e la mia squadra capeggiata da Naomichi, la meno numerosa e quella con più tempo da perdere; la squadra speciale. Era formata da soli 5 membri: io il cuoco, Takeo il forgiatore 17 anni, Naomichi la vedetta 24 anni, Ruriko la sarta 16 anni e  Nori un’altra vedetta, però più esploratrice 12 anni. Tutti più o meno bravi a combattere, però conosciuti più per le nostre skill. Perlopiù, però, stavo con Masao; solo quando eravamo nelle basi, visto che ci dividevano nelle squadre perché gli altri dovevano fare allenamento, stavo con i membri della squadra; nei dungeon invece stavamo tutti uniti, solo nelle soste come quella era abitudine separarsi. Masao arrivò da dietro di me – Ciao –
– Ciao Masao – rispondemmo in coro – C-c-c-ciao M-masao – disse in ritardo Nori guardando verso il basso, con un balbettio più prolungato del solito – Com’è andata a voi? – Ci chiese – Bene; gli unici che hanno subito danni siamo io, Naomichi e Kaii – spiegò Takeo – Allora le donne oggi non hanno combattuto – continuò Masao – E a te, com’è andata? – chiesi – Bene , la mia barra è arrivata solo al giallo, ma… avete visto quella del capo? – 
– No – Girammo  tutti la testa verso il capo – Non è andata sotto il verde! – si rispose Masao – Bhe, è per questo che è il capo. No? – Disse Ruriko appena prima che il capo iniziò a parlare – Ascoltate. Non possiamo tornare indietro, non abbiamo abbastanza risorse, quindi, ora dietro di noi c’è la porta del boss del 13 piano, o lo battiamo o lo battiamo. Pronti? – Ci fu un grande urlo di battaglia e si aprirono le porte della sala. Entrammo, la sala era enorme e il pavimento coperto di paglia con un grande cumulo al centro, i muri in legno e della luce entrava da delle finestre non vetrate. Il cumulo di paglia “scoppiò” e ne uscì il boss, “The owner of the farm”, uno spaventapasseri enorme con degli occhi fatti di due pietre, una viola e una arancio, e intorno a se degli animali della fattoria.
Iniziammo ad attaccarlo; c’è chi andò verso il boss e chi verso gli animali. Il boss si toccò l’occhio arancio e prese una mucca, che si fuse con lui in una strana creatura. Le persone andate verso il boss furono colpite da una coda, la sua coda; le persone caddero e  si formò un semicerchio. Intanto quelle che erano andate verso gli animali invece ebbero successo; avevano già fatto fuori una capra e un coniglio, ma accortosi del fatto il boss li caricò – Ma è una mucca o un toro? – dissi scherzosamente mentre ero abbassato a dare item di guarigione a chi ne aveva bisogno. Intanto quelli che erano stati caricati vennero colpiti e in particolare una ragazza venne incornata, gli sguardi puntarono in quella direzione e subito uno di noi andò a vedere le ferite. Vedevo dei pixel rossi nell’aria. Quelli che erano rimasti fuori dai gruppi andarono a difendere i compagni. Uno di questi provò, mettendo del potere nella spada, ad attaccarlo frontalmente con un affondo. Vedevo ancora dei pixel nell’aria. Qualcosa va storto, il boss toccò l’occhio viola è una mucca si materializzò davanti a se, la mucca di prima; il ragazzo che aveva fatto l’affondo  si ritrovò con un’espressione sconquassata quando la sua arma si trovo incastrata in una mucca,. Venne scaraventato di lato, vedevo dei pixel rossi nell’aria e contemporaneamente un ragazzo dietro di lui attaccò e quando la lama dei coltellini arrivò al boss, queste gli fecero parecchio danno
– Ascoltate! – urlò il capo – Formiamo una squadra e cerchiamo di attaccarlo solo quando è uno spaventapasseri – Ma due individui uscirono dalla squadra che si era formata; erano i due ragazzi mascherati quelli che non seguirono l’ordine. Lo spaventapasseri toccò il suo occhio arancio e questa volta si fuse con un’oca. La spada di lei colpì l’arto superiore della creatura e le tagliò qualche piuma. Invece il ragazzo lo colpì in testa con il suo martello e la creatura cadde confusa; la sua barra vita era al gialla. Riattaccarono, ma questa volta a pochi centimetri dal colpirla, la creatura tirò delle sue piume che ora le facevano da lame contro i ragazzi. Loro le schivarono, tuttavia una arrivò dritta in faccia al ragazzo che cadde con la testa all’indietro. Akane corse da lui – Eizo! come stai!? – esclama – Eizo? Questa è la prima volta che sento il suo nome – riflettevo. Il ragazzo alzò il busto mettendo la mano in faccia, mi ero appena accorto che la sua maschera si era rotta. Incuriosito mi avvicinai per guardarlo: era scuro di capelli, molto scuro, ma aveva gli occhi gialli – Sto bene – disse con una voce stanca. La ragazza lo abbracciò e per la prima volta in questi mesi, attraverso la maschera, vidi i suoi occhi felici. Improvvisamente un mormorio si alzò dalla folla, mi guardai intorno, poi riguardai dove guardavo prima; la creatura! Impugnai l’ascia e scattai – Attenti! – Urlò una persona dietro di me. I due ragazzi alzarono lo sguardo e videro la creatura, come ultima risorsa usarono le braccia per difendersi.
Davanti alla creatura presi lo slancio e le colpii il busto con l’ascia; la fusione con l’oca scomparve, l’oca scomparve: rimase solo lo spaventapasseri – Masao, switch! – urlai a pieni polmoni e dopo avermi raggiunto, incominciammo un attacco in sincrono e, infine, quando con l’ascia gli tagliai il “collo” fu subito morto e dal sacchetto che gli faceva da testa uscì della farina. Tutti esultarono di gioia – Ce l’abbiamo fatta! –
– A-abbiamo vinto… –  Davanti a me comparve una schermata diceva “ Congratulazioni! È salito al livello 23. Ottenuto “farina”X10, “paglia”X10, “lame”X10, “pietra di fusione”X1, “pietra di separazione”X1, “abito da cotadino”X1” Mi chiedo cosa siano quest’ultimi tre. In fondo alla sala c’erano le scale che portavano al 14 piano; fatte anch’esse in legno. Salimmo tutti le scale per il piano successivo come fossimo una mandria di bisonti, eccitati per quello che avremmo potuto vedere
– Luce. Rosa? Ciliegi? – La prima cosa che vidi erano tantissimi ciliegi in fiore, mi trovavo sotto un arco a sesto acuto di legno con appeso in centro uno scaccia incubi  con tutt’intorno un intero bosco di ciliegi. Mi sentivo come a casa, più o meno; era una bella sensazione, triste… ma molto bella. Le persone dietro di me mi spinsero più avanti, e quando vidi entrare anche i miei amici in quel bel quadretto… era una cosa che mi faceva sentire bene – Kaii, ti senti bene? – mi chiese Takeo accompagnato da Masao. Avevo gli occhi lucidi – Sì, sto bene. Ma questo posto è bello. Non trovate? – dissi lentamente. Le facce che mi si presentarono davanti erano sorprese e intontite, forse anche un po’ spaventate; sarà stato quel mio sorriso malinconico: di solito non mostro tanta tristezza
– Ascoltatemi, nessuno di noi è morto. Chiedo gentilmente a tutti quelli che hanno ottenuto qualcosa vengano per la spartizione – disse una voce pesante. Era il capo – Torniamo subito – dicemmo a Takeo. Ci mettemmo in cerchio e ognuno di noi a turno doveva dire cos’aveva guadagnato – “carne di maiale”X2, “pelle di maiale”X2, “carne di capra”X1 e “corno di capra”X1 – disse Masao mentre il capo lo scrutava. Era il mio turno – Allora, ho ottenuto “farina”X10, “paglia”X10, “lame”X10, “pietra di fusione”X1… – li stavo contando sulle dita per vedere se me li ricordavo tutti – “pietra di separazione”X1 e…Mh… Giusto! “abito da cotadino”X1 e “carne di gallina”X1– Non so il perché ma sentivo una strana sensazione; sarà stato per la quantità maggiore o per il modo diverso di dirlo degli altri? Finita la spartizione delle cose che avevo ottenuto mi rimaneva l’abito da contadino e le due pietre – Dov’è sarà andato quello là? – chiesi a Masao quando ritornammo all’entrata del piano – Se ne sarà andato. Comunque… Meglio così. Nori, prima di arrivare qui, mi ha detto una cosa interessante e voglio verificare se è vera… –
INTANTO FUORI
Jotaru non aveva perso la speranza e neanche l’ostinazione, che invece gli altri non avevano mai avuto perhè non motivati come lui. Oggi avrebbe fatto visita a un collaboratore di Kaiaba nella creazione del gioco. Suonato il campanello arrivò alla porta un uomo che la aprì lasciando il chiavistello chiuso – Se siete venuti anche voi per aggredirmi, mandarmi a quel paese o maledirmi siete in ritardo – e fece per chiudere la porta, ma Jotaru mise un piede tra la porta aperta e lo stipite laterale – Aspetti! –
– Cosa vuoi? – disse abbassando la testa, in un tono amareggiato, come se stesse pensando che un bambino di 11 anni lo stesse per sgridare – Volevamo parlargli di una cosa… – 
– Ve lo già detto se volevate aggredirmi, mandarmi a quel paese o maledirmi siete in ritardo – venne interrotto Jotaru. Il signore disse queste parole con uno strano tono di voce, come se sapesse che è giusto ma non voleva averne a che fare. Spinse forte la porta contro il piede di Masao – Non le pare che se volevamo insultarla la insulteremo anche con la porta chiusa?! – Scoppiò Jotaru in un urlo. Aveva le lacrime agli occhi per il dolore al piede, ma voleva sembrare ostinato e se le ricaccio dentro. Il signore riabbasso la testa e disse lentamente in un tono, così, amaro – Sì… avete ragione –
Tolse il chiavistello e li fece entrare. Dentro era la casa di un maniaco di videogiochi con poster e console su e giù per le sale. Li porto in un salottino, l’unica stanza in ordine, e qua iniziarono a parlare – All’ora cosa volete? – disse il signore – Mi chiamo Bunjiro. Sa che qualche mese fa c’è stato un segno da SAO –  – Si, quel bug. Non penso si possa fare tanto se non si riverifica un fatto del genere – Bunjiro continuò come se fosse una macchinetta – Noi pensiamo che si riverificherà. In quel caso non si potrebbe fare qualcosa? – Il signore adesso parlò in un tono minaccioso – Bhe, in effetti, si ma prima. Avete scelto me perché sono un collaboratore di Kaiaba: fino a qua è abbastanza chiaro. Ma perché lo fate? – Bunjiro iniziò – Questo non spetta a me dirglielo… – Jotaru finì quella frase raccontando la sua storia che per il signore sembrava comprensibile e accettabile – … Ascolti se ce qualcosa, anche se impos… – Il signore lo interruppe – Ve l’ho già detto, ci sarebbe qualcosa… – 
   
 
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