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Autore: _Anto    03/05/2015    3 recensioni
Darren Everett Criss, 24 anni, Cantante, Los Angeles
Christopher Paul Colfer, 19 anni, Studente, Clovis

(...)
Le superiori per Chris non erano state affatto una passeggiata; l’inferno che si era ritrovato a vivere tutti i giorni per la sua sessualità non lo avrebbe mai dimenticato.
Adesso però Chris ha una vita normale, degli amici che gli vogliono bene per davvero e che lo accettano per quello che è.
Sembrerebbe che dalle fiamme ci si è salvato da solo, ma in realtà quando aveva quindici anni una voce alla radio gli aveva riportato il sorriso. In poco tempo aveva scoperto che apparteneva a Darren Criss, un ventenne con un passato alle spalle molto simile al suo che aveva fatto del dolore la sua forza, e che si stava lentamente facendo strada nel mondo dello spettacolo grazie alla sua musica. E così, senza neanche saperlo, Darren gli aveva salvato la vita.
Quando il cantante si ritrova a Clovis per impegni lavorativi è anche il compleanno di Chris, e per uno strano scherzo del destino, è costretto a fare una comparsa alla sua festa per fargli una sorpresa.
(sms+description)
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Darren, Chris, Chord, Lea
 
 
 
21 settembre
 
Quando Chris si svegliò il giorno dopo il suo compleanno, aveva la piena convinzione che fosse stato tutto un lungo e meraviglioso sogno dal quale si era appena risvegliato.  
Ma quando cominciò a canticchiare nel letto una delle nuove canzoni di Darren che aveva sentito quella notte, e quando vide l’album che non era ancora uscito poggiato sul comodino, realizzò che era tutto vero.
Darren – non Darren Criss, solo Darren, quel ragazzo divertente, umile e incredibilmente gentile - aveva fatto irruzione al suo compleanno e come se non bastasse ci era restato, parlando con i suoi amici e strappandogli via il primo ballo di tutta la sua vita.
E se chiudeva gli occhi poteva sentire ancora le braccia di quel meraviglioso uomo che lo stringevano forte a sé, il suo profumo che lo inebriava completamente e il suo fiato che gli solleticava l’orecchio mentre gli chiedeva dolcemente se potevano risentirsi di nuovo. Così, come se fosse la cosa più naturale di sempre per loro che non facevano parte nemmeno dello stesso mondo.
Come se potessero ballare insieme aggrappati l’uno all’altro ogni giorno della loro vita e non solo in occasione del suo compleanno.
Chris si rabbuiò un po’ quando si rese conto che Darren gli aveva chiesto il numero di cellulare, ma lui non gli aveva dato il suo. Come biasimarlo? Probabilmente lo stava solo prendendo in giro, anzi era sicuramente così, perché mai avrebbe dovuto cercare di mettersi in contatto con lui?
Non potevano, lui d’altronde era Darren Criss, il cantante che a soli ventiquattro anni era famosissimo in tutto il mondo mentre lui era solo Chris, il ragazzo della porta accanto che aveva vergogna della sua stessa ombra. E dettaglio da non tralasciare, non era nessuno. Per il mondo era totalmente invisibile, era così da sempre e le cose non sarebbero cambiate. Non dovevano e non potevano cambiare.
Si stava crogiolando in questi pensieri poco felici quando il suo cellulare vibrò sul suo comodino. Per un momento pensò che si trattasse di qualche suo compagno di corso che lo esortava a darsi una mossa, poi si ricordò che quel giorno non aveva lezioni. Di solito la sua famiglia lo chiamava, non gli inviava sms e i suoi amici… be’ erano tutti nello stesso loft, e non avevano motivo di scrivergli.
Alla fine si sporse verso il comodino con l’intenzione di cancellare il messaggio della sua compagnia telefonica, quando finì per bloccarsi con il suo cellulare a mezz’aria.
 
(11:01)
Ehi ciao Chris!
Senti, volevo dirti che sono nei paraggi e non ho idea di cosa fare fino all’orario della partenza. Posso passare da te?
Darren
 
Il cellulare gli scivolò vergognosamente dalle mani e cadde sul pavimento con un tonfo, così Chris sbatté le palpebre e rotolò, nel vero senso letterale, giù dal materasso per recuperarlo. Nel farlo la sua caviglia si scontrò accidentalmente con il cellulare che finì sotto al letto e Chris dovette allungarsi lì sotto per prenderlo.
“Chris!” squittì Lea sulla soglia della porta. L’amico sussultò d’istinto e batté la testa sotto al materasso.
Ahia! Lea, sei impazzita?” sbottò lui, massaggiandosi con una mano la testa mentre con l’altra cercava di togliersi da lì sotto.
“Sei steso a pancia in giù sul pavimento! Sei tu che sei impazzito! Io lo avevo detto a Mark che far venire Darren Criss alla tua festa di compleanno avrebbe segnato la tua condanna-”
Chris riuscì finalmente a rimettersi in piedi e sventolò in aria il suo cellulare con fare trionfante. “Lea, mi ha scritto! Darren mi ha mandato un messaggio! Me lo ha mandato davvero!”
“Oh mio dio, stai scherzando?” domandò Lea sconcertata, poi si lanciò a capofitto sul suo amico per prendersi il cellulare e leggere il messaggio con i suoi stessi occhi. “Solo… oddio. Il signor Darren Criss si è preso una cotta per te.”
“Certo, e io sono Katy Perry” rispose sarcastico Chris, strappandole via il cellulare da mano.
“Uh-uh, poi vedrai. Comunque vado a vestirmi e mi trascino via gli altri, così avrete la casa solo per voi.”
Chris arrossì furiosamente a quelle parole. “Sta’ zitta.”
 
 
 
Darren quella mattina si era svegliato in una camera d’albergo vuota, un po’ come succedeva tutte le volte che era fuori per lavoro.
Non che viaggiasse da solo, aveva sempre Chord – il suo manager e il suo migliore amico – che adesso era bloccato a Los Angeles con l’influenza, ma era una cosa del tutto diversa.
Si sentiva veramente solo.
Non poté fare a meno di pensare alla sera prima e un sorriso stupido affiorò sulle sue labbra quando ripensò a Chris, quel meraviglioso ragazzo che aveva avuto la fortuna di conoscere.
E Chris non era solo meraviglioso, no. Chris era una di quelle bellezze che ti toglie il fiato.
Chris era delicato, attento ad ogni passo che compiva, quasi come se gli anni trascorsi al liceo gli avessero insegnato a stare sempre sull’attenti e a non lasciarsi andare.
Ma Chris sorrideva: sorrideva contro la sua spalla quando lo ha abbracciato la prima volta, sorrideva mentre lo guardava interagire con i suoi amici, sorrideva quando parlavano uno accanto all’altro e sorrideva quando Darren gli chiedeva di ballare.
E Darren avrebbe continuato all’infinito solo per vedere quel sorriso, quegli occhi azzurro infinito luccicare come due solitari, le sue labbra morbide tremare come due foglie d’autunno mentre gli diceva qualcosa.
Chris era semplicemente il ragazzo più bello che avesse mai incontrato e non riusciva a smettere di pensare a lui, a quanto volesse rivederlo e far in modo che facesse parte della sua vita.
Fu per questo motivo che prese il suo cellulare e dopo aver pensato un po' a cosa scrivere, gli inviò un messaggio.
Quando Chris rispose fu come vedere il sole sorgere di nuovo.
 
 
(11:10)
Certo, ti aspetto!
 
 
 
Chris aprì la porta del loft con un sorriso enorme stampato sulle labbra, e proprio quando era sul punto di prendere un respiro e salutare Darren, il cantante lo anticipò.
“Non mi piacciono i popcorn” disse tutto d’un fiato. Chris si spostò per farlo passare e Darren entrò come una furia. Sembrava davvero iperattivo mentre si voltava per mettersi a faccia a faccia con Chris che aveva appena chiuso la porta.
“Okay, cosa?” domandò divertito il più piccolo.
“Mi hai chiesto di dirti una cosa di me che nessuno sa, ed è questa. Non mi piacciono i popcorn. Voglio dire, non lo sa nessuno perché- andiamo, a tutti piacciono i popcorn e ogni volta che vado al cinema, o sto a casa con i miei amici e loro me li offrono, rifiuto ricordandogli semplicemente che ai popcorn preferisco le patatine. Ma in realtà mi vergogno di dirlo, perché sembro essere l’unico al mondo a cui non piacciono.”
Chris sbatté le palpebre e un sorriso timido affiorò sulle sue labbra. “Oh, va bene.”
“Non mi giudicare” mormorò Darren imbarazzato.
“Giuro che non lo faccio” replicò Chris alzando le mani con fare innocente. “Tutti hanno dei difetti.”
Darren sbuffò una risata e si mosse all’interno del loft completamente a suo agio, come se non fosse solo la seconda volta che si ritrovava lì. Si lasciò cadere sul divano e guardò Chris, in attesa che il ragazzo si sedesse accanto a lui.
“Posso offrirti qualcosa?” chiese Chris cortese.
“Sì, la tua compagnia” borbottò Darren. “Vieni?”
“Certo” bisbigliò Chris imbarazzato, camminando verso il divano. Si sedette accanto a Darren,  mantenendo comunque le distanze, e premette la guancia contro il cuscino.
“Sembri stanco” osservò Darren, gli occhi che scrutavano a fondo quelli di Chris.
“Stanotte per sistemare tutto si è fatto tardissimo, poi… ho passato la notte sveglio ad ascoltare il tuo nuovo album.”
“Ah sì?” domandò Darren e i suoi occhi si illuminarono un po’. “Come ti è sembrato?”
Chris si morse un labbro. “…Posso essere sincero con te?”
Darren spalancò un po’ gli occhi a quelle parole. Onestamente si aspettava che Chris lo riempisse di complimenti, e non perché fosse egocentrico, ma perché era il suo idolo, e tecnicamente i fan venerano i propri idoli come se fossero divinità. Non hanno mai niente da ridire su di loro.
Così si limitò ad annuire, leccandosi le labbra con ansia.
“Okay… ieri te l’ho detto che tu mi hai aiutato tantissimo quando ero alle superiori, no? Hai una voce strepitosa e come se non bastasse, tu riponevi nei testi che scrivevi tutto il tuo dolore. Non so spiegarti quanto sia stato significativo l’impatto che la tua musica abbia avuto sulla mia vita, soprattutto quando ho scoperto che-”, si prese un momento prima di continuare, “che sei come me, che hai passato un periodo simile al mio e che quella storia che raccontavi nelle tue canzoni era la tua.”
Darren annuì in silenzio, e il cuore gli si strinse un po’ nel petto a pensare a quel ragazzo magnifico che passava anche una piccola parte di quello che lui aveva dovuto affrontare alle superiori.
“Diciamo che negli ultimi anni le tue canzoni sono cambiate. Non fraintendermi, mi piacciono da morire e tu sei veramente bravissimo, ma... tu nelle canzoni parlavi del tuo dolore. Se non lo facevi si percepiva. Ora…”
“Credo di aver capito” sussurrò Darren, mordendosi piano un labbro. “E hai ragione. È che gli ultimi anni sono stati davvero… vuoti. Sì, il lavoro non mi ha dato una tregua per dieci minuti e poi ci sono stati i tour, le promozioni, certe volte non avevo il tempo nemmeno per dormire. Sono diventato Darren Criss il cantante a tempo pieno, e ho trascurato la mia vita privata. Dopo quella non ho avuto più alcuna storia da raccontare.”
Chris annuì comprensivo, facendosi piccolo tra i cuscini del divano. “Dovresti ritagliarti un po’ di tempo, sai? Darren Criss il cantante non può essere tale senza di te.”
Darren sorrise, un sorriso vero, e non quelli di plastica che era costretto a sfoggiare quando era davanti ai riflettori. Darren sorrise e sorrise solo Darren, non il cantante, e Darren si prese un momento per cercare di ricordare quale fosse stata l’ultima volta in cui era stato lui a sorridere. Poi guardò Chris e semplicemente non gli importò più, perché adesso aveva lui e sapeva che avrebbe cominciato a sorridere un po’ di più. Sentiva che sarebbe stato Chris a diventare la sua storia.
“Grazie per essere stato sincero.”
 
 
Alla fine Darren accettò di rimanere per pranzo, ma ad una condizione: che avrebbero cucinato insieme. Così si ritrovarono in piedi davanti ai fornelli a preparare da mangiare, ridendo e scherzando come se si conoscessero da una vita e al contempo come se si conoscessero appena, come se Chris non avesse avuto una cotta stratosferica per lui quando era al liceo e non fosse stato sul punto di svenire la sera prima quando si era ritrovato tra le sue braccia.
Darren aveva trovato in fondo alla dispensa un pacco di spaghetti che aveva comprato Mark un paio di settimane prima – e non perché la sapesse cucinare, semplicemente perché si era azzardato ad andare al supermercato nel bel pieno di una sbronza e aveva comprato un po’ di tutto.
Chris restò ad osservare affascinato l’altro mentre si muoveva abilmente nella cucina e preparava la pasta, ma poi si impose di muoversi e dargli una mano per non fare la figura dell’idiota.
“È davvero così buona come dici sempre?” domandò Chris, riferendosi alle decine di interviste in cui Darren lodava la pasta e il suo bellissimo periodo in Italia.
“Perché, non l’hai mai assaggiata?” domandò a sua volta Darren ridendo un po’, ma la sua risata scemò quando notò che sul viso di Chris non c’era traccia di divertimento. “Aspetta, cosa? Fai sul serio?”
Chris annuì, il labbro inferiore intrappolato tra i denti. “Ehi, non giudicarmi. A te non piacciono i popcorn.”
“Ora me lo rinfaccerai per sempre?” domandò Darren alzando gli occhi al cielo e Chris perse almeno mille battiti mentre si chiedeva quanto durasse quel per sempre che aveva appena citato Darren. “Dai, almeno tu sei ancora in tempo per rimediare.”
Darren trattenne un sorriso e si avvicinò alla pentola dove stava cuocendo la pasta, e dopo qualche secondo passato ad accertarsi che questa fosse pronta, spense i fornelli e infilò la forchetta all’interno. Raccolse uno spaghetto e lo arrotolò attorno alla posata, poi lo bagnò nel condimento che c’era nella padella a parte e alla fine riportò il suo sguardo su Chris. “Okay, ci siamo. Apri.”
Chris deglutì, imbarazzato. “C-cosa?”
“Apri la bocca” rispose asciutto Darren, una mano che sorreggeva la forchetta e l’altra sospesa a mezz’aria sotto per non far cadere gocce di sugo a terra.
Chris si ritrovò quindi costretto ad aprire la bocca per farsi imboccare da Darren, poi questo restò fermo a fissarlo in attesa di un giudizio. Chris masticò lentamente, guardando oltre il ragazzo davanti a lui per concentrarsi sul sapore della pasta e non su quegli occhi che lo stavano osservando.
Alla fine ingoiò e gli scappò un gemito. “Diamine, è la cosa migliore che io abbia mai assaggiato.”
Darren sorrise soddisfatto. “Preparo i piatti.”
Pranzarono insieme, seduti uno accanto all’altro e con le ginocchia che si sfioravano di continuo sotto al tavolo. Darren parlò del suo viaggio in Italia e della prima volta che aveva assaggiato la pasta, mentre Chris mangiava e ascoltava rapito il suo racconto. Quando finirono di pranzare restarono seduti ancora un altro po’ a parlare, e Chris rise come non era mai successo in vita sua quando Darren cominciò a raccontargli di tutte le cose esilaranti che erano successe durante i concerti con i suoi fan.
Poi Darren poggiò il mento sul palmo della mano e restò ad ascoltare Chris che gli parlava del college, dei professori e di tutti gli scherzi idioti che i suoi amici mettevano in atto per rendere le lezioni meno pesanti. In fondo il liceo non era stato sempre così terribile.
Dopo sparecchiarono insieme e lavarono i piatti, ma finirono per schizzarsi acqua e rincorrersi per tutto il loft ridendo.
Alla fine crollarono sul divano, dove Darren trovò finalmente il coraggio di chiedergli del suo passato.
E Darren lo ascoltò in silenzio mentre gli parlava dei suoi anni alle superiori, il bullismo che aveva subito e il modo in cui lo aveva affrontato.
Riusciva a leggerlo nei suoi occhi mentre ne parlava: Chris non era minimamente consapevole di quanto fosse forte e coraggioso. E lo ammirava, lo ammirava davvero con tutto se stesso, perché malgrado tutto ciò che aveva passato lui adesso era lì a raccontarglielo, con un sorriso timido appena accennato e gli occhi che sorridevano tristemente.
“Chris?” bisbigliò ad un tratto Darren. “S-sono contento di averti conosciuto. Davvero, so che è incominciata in un modo strano, ma... Sei una persona veramente straordinaria e non voglio interrompere i rapporti. Se per te è troppo strano essere amico di uno come me lo capirei, credimi, ma… mi dispiacerebbe tanto.”
Chris sbatté le palpebre, poi si leccò le labbra che si erano fatte improvvisamente secche. “Stai- stai scherzando? Voglio dire… mi sarebbe dispiaciuto se avessi scoperto che in realtà sei uno stronzo e che ho perso anni della mia vita a seguire una persona che ammiravo, ma in realtà sei anche meglio di quanto pensassi. Quindi… non è così strano, credo.”
Darren sorrise timidamente. “Oh… bene. È- davvero fantastico, sì. Perfetto.”
Finirono per guardarsi un film insieme sul divano, e Chris fremeva dalla voglia di accoccolarsi vicino a Darren, poggiare la testa sulla sua spalla e sentire sotto di sé il sul corpo caldo, ma sapeva che avrebbe invaso troppo i suoi spazi soprattutto dopo che Darren gli aveva appena proposto di essere amici.  Solo amici.
Purtroppo le cinque del pomeriggio arrivarono troppo presto e i due ragazzi si guardarono consapevoli quando Darren disse che si stava avvicinando il momento di andare via.
Passarono quegli ultimi minuti tranquillamente, parlando e basta. Di tanto in tanto uno dei due allungava la mano e sfiorava il braccio dell’altro - Darren addirittura quando aveva visto Chris abbassare lo sguardo gli aveva spazzolato via una ciocca di capelli dalla fronte, sorridendo quando aveva sentito la pelle dell’altro fremere sotto al suo tocco.
Sembrava tutto così amplificato con lui e si permise per un solo secondo chiedersi come sarebbe stato vivere in quel posto, poterlo vedere ogni giorno, cibarsi di quelle sensazioni così frequentemente senza stancarsi mai.
La magia fu interrotta dalla porta che improvvisamente si aprì, e Darren neanche allora smise di fissarlo. Guardò il modo in cui Chris lasciò scivolare via la mano che aveva poggiata contro la sua tempia, il modo in cui allungò il collo per sbirciare chi stesse entrando nel loft. Poté vedere chiaramente i dubbi che svanivano per lasciare posto a un’espressione tranquilla sul suo viso.
"Ehi ragazzi, disturbiamo?" domandò allegra una delle ragazze, e voltandosi – soltanto perché non voleva essere scortese – Darren abbinò quella voce a Dianna, la ragazza bionda e gentile con cui aveva parlato la sera prima. Dietro di lei c’erano anche gli altri ragazzi.
"In realtà stavo proprio per andare" disse Darren alzandosi dal divano.
Chris deglutì e si rimise in piedi anche lui, decisamente controvoglia. Quelle ore erano davvero volate e già stava male al pensiero di dover lasciare andare via Darren. “T-ti accompagno” biascicò, seguendolo.
Restò qualche istante in disparte a guardarlo salutare i suoi amici con la promessa che si sarebbero rivisti presto, poi lo lasciarono andare e Chris lo accompagnò fino a fuori la porta.
“Quindi… eccoci qui” mormorò il diciannovenne imbarazzato, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
“Sono stato davvero bene oggi” sorrise dolcemente Darren. “Grazie per tutto, anche per le- sì insomma, per le critiche. È bello una volta tanto avere qualcuno che è sincero con te, oramai nemmeno più i miei amici riescono ad esserlo.”
Chris annuì, un sorriso triste si formò sulle labbra al pensiero che forse non lo avrebbe più rivisto, o almeno non lo avrebbe mai più rivisto così, come se facesse parte fisicamente della sua vita.
“Pensa un po’ a te stesso Darren. Cerca di vivere di più” mormorò.
Darren sorrise appena. “Te lo prometto, Chris”, poi senza aggiungere altro si sporse verso l’altro e lo tirò in un abbraccio. Chris tornò letteralmente a respirare e affondò il viso nella sua spalla, mentre stringeva la maglietta all’altezza della sua schiena.
Alla sua festa di compleanno si erano abbracciati e lo aveva preso per mano, ma era solo una piccola interazione tra idolo e fan. Adesso erano solo loro, Chris e Darren, due ragazzi che avevano passato una giornata favolosa insieme e che non avevano per niente voglia di dirsi addio.
“Ci sentiamo, okay?” mormorò il cantante in una tacita promessa.
Chris lo strinse un po’ più forte prima di lasciarlo andare e bisbigliò un okay, poi sfoggiò un altro dei suoi sorrisi tristi e lo guardò mentre camminava per uscire fuori.
Quando Chris rientrò nel loft trovò i suoi amici che lo fissavano in attesa di una spiegazione, ma la sua espressione sognante parlava da sé.
“Non ho trovato preservativi usati in giro, ho controllato anche nella pattumiera. Che cazzo avete fatto tutto il giorno?” sbottò Mark infastidito.
Chris scosse la testa sorridendo e andò a chiudersi in camera senza dire una parola, perché non c’era bisogno di dire proprio niente.
Aveva trascorso una delle giornate più belle della sua vita.
 
 
 
(17:08)
Daisy, ma a che ora arrivi? Devo dire che ti fai sentire quando non sto con te.
 

(17:08)
Sono sarcastico, nel caso te lo stessi chiedendo.
 

(17:10)
Chord, smettila di fare il melodrammatico. Sono in aereo in questo momento, ma parte tra venti minuti quindi alle cinque e mezza spengo il cellulare.
 

(17:11)
Credi che mi interessi? Piuttosto, dimmi che fine hai fatto.
 

(17:13)
Sono stato da quel ragazzo a cui ho fatto la sorpresa ieri.
 
 
*chiamata in arrivo da Chord*
 
 
“Uhm… sì?”
 

“Darren, che diavolo stai combinando?”
 

“Io? Niente-”
 

“Ti sei preso una cotta per un tuo fan?”
 

“Chord! Siamo solo amici…”
 

“Siete solo amici? Lo conosci appena da diciotto ore, Dare. Non dovreste essere già amici. E poi è un tuo fan, non dovreste essere proprio un bel niente-”
 

“La vuoi smettere? Lui- lui è diverso, okay?”
 

“Dare, ti sei preso una cotta per un tuo fan?”
 

“Ti ho già detto che siamo solo amici e sì, possiamo esserlo anche solo dopo diciotto ore, visto che abbiamo passato gran parte di queste ore insieme.”
 

“Non mi metto ad urlare solo perché non lo vedrai più…”
 

“…In realtà ci siamo scambiati i numeri.”
 

"Che cosa hai fatto?" 
 

“Senti Chord, non ho intenzione di scusarmi perché per la prima volta dopo tanto tempo ho conosciuto qualcuno che mi interessa. E sai che ti dico? Se non mi supporti significa che allora non sei mio amico nemmeno tu.”
 

“Ma-”
 

“Ci sentiamo appena arrivo, non ho intenzione di passare questi ultimi minuti a parlare con te.”
 
 
*fine chiamata*
 
 
(17:19)
Ehi.
 

(17:20)
Ehi. Non sei ancora partito?
 

(17:20)
Parto tra pochi minuti. Che fai?
 

(17:21)
Sinceramente cerco di evitare i miei amici che mi chiedono di te. Tu?
 

(17:21)
Sinceramente faccio lo stesso.
 

(17:21)
Magari dovremmo farli conoscere.
 

(17:22)
Sì, lo penso anche io. È così strano che io e te siamo amici?
 

(17:23)
Lo siamo?
 

(17:24)
…No?
 

(17:25)
Ci conosciamo appena.
 

(17:25)
Tecnicamente tu mi conosci da quando avevi quindici anni.
 

(17:26)
Dare, sai cosa voglio dire.
 

(17:26)
Diamoci un po’ di tempo prima di metterci delle etichette, okay?
 

(17:27)
Penso che si possa fare.
 

(17:28)
Quindi hai parlato di me ai tuoi amici?
 

(17:28)
È così strano?
 

(17:29)
È uno strano bello. Mi piace.
 

(17:29)
Ne sono contento.
 

(17:30)
Buon viaggio, Dare.
 

(17:30)
Ps: Essendo amici adesso dovrei chiederti di “mandarmi un messaggio per dirmi che sei arrivato”?
 

(17:31)
Uhm… suppongo di sì.
 

(17:31)
Mandami un messaggio quando arrivi.
 

(17:32)
Lo farò volentieri.
 
 

 
(17:33)
Lea?
 

(17:34)
Tesoro? Perché mi stai scrivendo se sono nella stanza accanto alla tua?
 

(17:36)
…Lea, è fantastico. Come persona, voglio dire.
 

(17:37)
Davvero?
 

(17:39)
Ha parlato di me ai suoi amici, sai? E ha detto che vuole continuare a sentirmi, infatti mi ha scritto venti minuti fa. È così meraviglioso, Lea. Oggi è stato un sogno.
 

(17:40)
Passo per la cucina a prendere il gelato e vengo da te, così mi racconti tutto.
 

(17:41)
Passa a prendere anche Dianna.
 

(17:42)
Grant e Mark pure?
 

(17:44)
…Okay, va bene.
 

 
 
(19:01)
Ehi, sei arrivato?
 

(19:03)
Chris! Stavo per scriverti io!
 

(19:04)
Scusa, è che dimenticavo che il viaggio in aereo tra Clovis e Los Angeles è veramente brevissimo!
 

(19:04)
Comunque sono felice di saperti vivo.
 

(19:05)
…Wow. Chi lo ha detto che non potevamo essere amici?
 

(19:06)
Non ne ho idea, siamo fantastici e gli altri sono solo invidiosi.


(19:07)
Esatto.
 

(19:10)
Dare, da buoni amici che siamo ho bisogno di parlare con te di una cosa.
 

(19:12)
…Vuoi che ti chiami?
 

(19:15)
È per i tuoi spaghetti.
 

(19:16)
Che avevano i miei spaghetti?
 

(19:18)
Credo che li sognerò stanotte. E domani notte. E tutte le altre notti successive.
 

(19:18)
Ti sono piaciuti davvero così tanto?
 

(19:20)
Li ho amati!
 

(19:24)
Magari quando ci rivediamo te li cucino di nuovo…?
 

(19:27)
Magari :)
 

(19:30)
Mi vuoi vedere solo per i miei spaghetti. Sei crudele.
 

(19:32)
Per quei spaghetti ne vale la pena.
 

(19:32)
Per me no?
 

(19:33)
Sfamami prima e poi ti faccio sapere :)
 
 
 
 
 
   
 
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