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Autore: _Anto    26/04/2015    5 recensioni
Darren Everett Criss, 24 anni, Cantante, Los Angeles
Christopher Paul Colfer, 19 anni, Studente, Clovis

(...)
Le superiori per Chris non erano state affatto una passeggiata; l’inferno che si era ritrovato a vivere tutti i giorni per la sua sessualità non lo avrebbe mai dimenticato.
Adesso però Chris ha una vita normale, degli amici che gli vogliono bene per davvero e che lo accettano per quello che è.
Sembrerebbe che dalle fiamme ci si è salvato da solo, ma in realtà quando aveva quindici anni una voce alla radio gli aveva riportato il sorriso. In poco tempo aveva scoperto che apparteneva a Darren Criss, un ventenne con un passato alle spalle molto simile al suo che aveva fatto del dolore la sua forza, e che si stava lentamente facendo strada nel mondo dello spettacolo grazie alla sua musica. E così, senza neanche saperlo, Darren gli aveva salvato la vita.
Quando il cantante si ritrova a Clovis per impegni lavorativi è anche il compleanno di Chris, e per uno strano scherzo del destino, è costretto a fare una comparsa alla sua festa per fargli una sorpresa.
(sms+description)
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mark, Lea
 
 
20 settembre
 
(11:42)
Lo metto per inscritto: Chris Colfer stasera avrà la festa a sorpresa migliore di tutti i sempre.


(11:49)
Mark, non ricominciare! Abbiamo già deciso che saremo solo io, tu, Grant e Dianna e che gli faremo trovare una pizza e un po’ di musica quando tornerà a casa dall’università. Lo sai che Chris non ama le feste!
 
(11:51)
Davvero, Lea. Non immagini cosa mi è appena successo.
 
(11:53)
Non credo di volerlo sapere.
 
 
*chiamata in arrivo da Mark*
 
 
“Mark, che diavolo vuoi stamattina?”
 
“Lea, ascoltami. Poco fa sono andato a comprare qualcosa carino da mettermi stasera per il compleanno di Chris, mi sono infilato in macchina quando all’improvviso qualcuno ha aperto lo sportello del passeggero, si è seduto accanto a me e mi ha supplicato di mettere in moto e di correre.”
 
“…Okay, inquietante. Hai finito adesso?”
 
“Indovina chi era.”
 
“Uhm… un terrorista?”
 
“Darren Criss.”
 
“…COSA? È UNO SCHERZO? Cosa diavolo ci fa Darren Criss Clovis? Ma proprio quel Darren Criss?”
 
“Ha registrato un’intervista radiofonica per promuovere il suo terzo album che uscirà la settimana prossima, e dicono che sta andando un po’ ovunque. Era stanchissimo e inseguito dai paparazzi: quando gli ho dato il passaggio all’hotel che ovviamente era fuori città, mi ha detto che gli ho salvato la vita e che mi doveva un favore. Non pensi che questa sia una delle più grosse coincidenze di tutti i tempi? È l’idolo del nostro migliore amico, oggi è pure il suo compleanno… così gli ho dato l’indirizzo e gli ho chiesto di fare un salto alla festa stasera. Magari lo facciamo uscire fuori dopo avergli parlato.”
 
“Mark Wayne Salling, sei un idiota!”
 
“Cosa?!”
 
“Tu incontri Darren Criss e gli chiedi di passare alla festa dandogli un pezzo di carta? Sei impazzito? Credi davvero che verrà? Dovevi imbavagliarlo, portarlo a casa e obbligarlo ad essere il padre dei figli di Chris!”
 
“Sì e vissero tutti felici e contenti. Lea, sono sicuro che verrà. Sembra davvero un bravo ragazzo, posso capire perché Chris sia così tanto fissato. Mi ha detto che ha l’aereo per Los Angeles domani sera, ma che stasera ci sarà sicuramente. Ha fatto una faccia strana, certo, ma penso davvero che ci sarà.”
 
“Lo spero per te.”
 
 
 
A Chris non piacevano i compleanni.
Ma non gli piacevano davvero, e non come dice a volte la gente solo per fare in modo che le persone che li amano possano rendere quel giorno speciale. A lui non piacevano e basta.
Quando era piccolo li adorava ed era abbastanza scontato, dal momento che ogni bambino ha fretta di mettere una candela in più sulla torta per sentirsi più grande di un anno. Solo che Chris non era più un bambino, e quella candela non era altro che un piccolo promemoria del tempo che stava passando.
Chris aveva solo diciannove anni, in fondo, ma il problema stava nel fatto che non credeva di averli vissuti come avrebbe dovuto.
Ad esempio le superiori se le era immaginate diverse: e invece si era ritrovato una banda di scalmanati che lo giudicavano per la sua sessualità, che gli facevano del male e che cercavano gratuitamente di rendere la sua vita un inferno. E ci erano riusciti con successo.
In compenso Chris aveva degli amici che aveva conosciuto in chat ed erano sparpagliati un po’ in diverse scuole, ma dopo il diploma si erano riuniti e avevano deciso di prendere un loft dove poter vivere insieme. Chris era il più piccolo, quindi aveva dovuto aspettare un paio di anni prima di potersi trasferire, ma adesso stava al college e la sua vita era stranamente normale. Nessuno stava cercando di ferirlo, il primo anno all’università stava andando bene e i suoi amici erano straordinari.
Le sue giornate si dividevano tra lezioni, lavoro e corse verso la metropolitana per riuscire a rincasare ad un orario decente… ma niente di più.
Chris non aveva mai avuto un ragazzo e non era mai stato baciato: con quale spirito avrebbe festeggiato il fatto che adesso era più vecchio di un anno?
Ma quando chiuse la porta del suo loft e si ritrovò davanti tutti i suoi amici – Lea, Mark, Dianna e Grant - che urlavano a gran voce Sorpresa, con il loft addobbato per quella che sembrava essere la festa di compleanno di un tredicenne, capì che era stato un idiota a non sospettare nulla. Era così ovvio.
“Pensavi davvero che ti avremmo lasciato passare la serata al pc?” domandò divertito Mark, mentre si avvicinava al suo amico e lo tirava in un abbraccio. “Buon compleanno peste.”
“Grazie” mormorò Chris con un sorriso.
Essere il più piccolo del gruppo aveva i suoi vantaggi: si lasciò coccolare tutta la sera, beandosi delle attenzioni dei suoi amici, compresi gli scleri di Mark e i suoi litigi con Grant. Era tutto perfetto. Era la sua vita, e anche se non aveva un grande amore accanto con cui condividerla aveva loro, e doveva ritenersi fortunato per questo.
Quando ad un tratto suonò il campanello, Grant prese Chris per mano e lo trascinò nella sua stanza con la scusa di volergli parlare. Per i dieci minuti successivi, il festeggiato restò ad ascoltare il suo amico mentre gli raccontava qualcosa a proposito di una certa ragazza che aveva conosciuto e che si era presa un’imbarazzante cotta per lui.
“Dai Grant, basta parlarle e dirle che non sei interessato. Alla fine capirà” provò a consolarlo Chris, e si stava impegnando davvero per risolvere quel problema al suo amico, quando ad un tratto Dianna e Lea piombarono nella stanza e lo trascinarono via.
“Ragazze?” mormorò Chris preoccupato. “Cosa diavolo-”
“Ti abbiamo organizzato una sorpresa” spiegò semplicemente Grant, rivolgendo al festeggiato un sorriso dolce.
Un’altra?”
Ma non fece in tempo a protestare e a ricordare ai suoi amici che odiava le sorprese, che Mark lo spinse con poca delicatezza sulla poltrona. Solo in quel momento notò che il loft era letteralmente sottosopra: il tavolo, le sedie, e i divani erano stati messi tutti in un angolo per lasciare più spazio.
“Sono veramente confuso” mormorò Chris con un cipiglio mentre osservava i suoi amici.
Lea stava armeggiando vicino allo stereo che stava diffondendo una musica di sottofondo, poi raggiunse il resto dei ragazzi e si mise tra loro. Era una situazione davvero inquietante, inquietante perfino per loro che inquietanti lo erano circa ventiquattro ore al giorno.
“Silenzio in sala” sbottò Mark con fare teatrale, sbattendo un paio di volte le mani.
“In realtà all’inizio non era proprio una sorpresa. Volevamo semplicemente fare un discorso- o una specie, ma poi c’è stato un piccolo cambio di programma” disse Dianna, lanciando un’occhiata a Mark che fece un ghigno soddisfatto.
“Prima di tutto volevamo dirti che questa sorpresa te la meriti. È un modo per scusarci, no? Scusarci per non esserci stati quando eri alle superiori. Saremmo dovuti venire da te, fare qualcosa anziché starti solo vicino, e non abbiamo mosso un dito.”
Chris boccheggiò confuso. “Ma voi avete-”
“Non era abbastanza. Quando hai fatto coming-out noi non sapevamo come comportarci. Era una situazione che nessuno di noi aveva mai affrontato, ovviamente, ma possiamo immaginare che sia stato difficile. Tutto quello che hai sopportato…”
Mark sbuffò sonoramente interrompendo il discorso di Dianna, e Chris sbatté le palpebre confuso.
“Scusate, è vero che abbiamo programmato di fare un discorso ma c’è una sorpresa. Un’enorme sorpresa. Fanculo il discorso, facciamolo entrare-“
“Far entrare chi?” chiese Chris, guardandosi intorno nervoso.
Mark si beccò una gomitata nello stomaco da Grant, che subito dopo fece qualche passo in avanti e prese parola. “Non ci crederai, ma stasera è qui con noi la persona che veramente ti ha salvato. Che ti ha aiutato a rialzarti ad ogni caduta, che ti ha fatto pensare che ci fosse una speranza per te quando tutto il mondo ti remava contro, che ha avuto una grande influenza sulla persona che sei oggi e su quello che stai realizzando nella tua vita.”
“Tieniti forte Chris, prometti di non morirci, okay? Hai solo diciannove anni…”
Chris era già in lacrime da quando i suoi amici avevano cominciato il discorso, e adesso aveva le guance adorabilmente rosse e gli occhi un po’ gonfi per le lacrime. “Ragazzi, cosa-”
“Solo per te, stasera c’è qui con noi l’unico e solo: Darren Criss!”
Se Chris non fosse stato seduto probabilmente le gambe gli sarebbero cedute. Era convinto che i suoi amici lo stessero prendendo in giro, e che da lì a qualche secondo sarebbe uscito fuori qualche travestito che avevano pagato per fargli uno scherzo, così si alzò per ispezionare meglio il loft ed accertarsene di persona. Se ne era così convinto perché non riusciva a smettere di tremare?
E quando il suo sguardo si soffermò sulla porta della camera di Lea, finalmente accadde.
Un ragazzo con i capelli ricci e spettinati gli stava venendo incontro e ad ogni passo poteva ammirare un dettaglio: le sue gambe fasciate da jeans scuri, la t-shirt rossa e aderente, il sorriso splendente che gli stava porgendo, gli occhi caramellati che in fotografia non rendevano affatto giustizia… era Darren Criss in carne ed ossa. Le sensazioni che provò subito dopo, invece, avrebbe potuto perfettamente indentificarle come sintomi di un infarto precoce.
“Oh mio dio” mormorò portandosi le mani alla bocca incredulo, perché insomma, come poteva essere vero? Come poteva Darren Criss essere lì e soprattutto da quando in qua Darren Criss gli sorrideva se non da una fotografia nella quale fissava l’obiettivo?
Decise semplicemente di non pensarci perché Darren era lì, nella sua casa, tra le sue cose, e quando arrivò pochi metri da lui Chris per poco non cascò sulla poltrona, ma un paio di braccia forti corsero a sostenerlo.
“Ehi, ti tengo okay?” bisbigliò divertito il cantante, il fiato caldo che gli solleticava l’orecchio. “Buon compleanno Chris.”
Portò le braccia attorno al collo di quel magnifico uomo e singhiozzò sulla sua spalla, sentendosi un po’ come se fosse nato per stare lì tra quelle braccia, come se avesse vissuto gli ultimi diciannove anni alla deriva e solo ora aveva trovato la sua ancora.
Adesso il suo idolo davvero famoso era lì in casa sua e lo stava abbracciando, gli stava accarezzando la schiena e Chris si sentì completo come non era mai successo in tutta la sua vita.
E forse fino a pochi minuti fa aveva la piena convinzione che la sua vita fosse uno spreco, ma adesso poteva finalmente dire che quel momento valeva ogni secondo che aveva speso ad aspettarlo.
Darren stava ancora ridacchiando mentre lo stringeva forte a sé e okay, forse aveva ragione, Chris pensò di essere veramente patetico. Un po’ come una di quelle ragazzine fuori di testa che perdono i sensi appena vedono il loro idolo, ma Darren non aveva proprio idea dell’impatto che aveva avuto sulla sua vita.
Quando si staccarono riluttanti, Chris lanciò un’occhiata ai suoi amici e sorrise. “Ma- come avete fatto? Voi siete-”
“Gli amici migliori che ti potessero capitare. Sì, lo sappiamo” rispose Mark fiero. “Ringrazia me che te l’ho trovato io.”
Chris riportò il suo sguardo su Darren, le gambe gli diventarono di nuovo come gelatina e quasi come se gli avesse letto nel pensiero, il cantante gli afferrò la mano per non farlo cadere.
In fondo era così da sempre, Darren aveva questa particolare inclinazione a salvarlo ogni volta che sembrava sul punto di crollare.
“Vieni qui” mormorò trascinandolo con dolcezza sulla poltrona che era abbastanza grande per due. Chris si imbambolò qualche secondo a guardare la sua mano stretta da quella di Darren e dio- c’era qualcosa di più perfetto?
“Hai degli amici veramente straordinari, lo sai? Prima di tutto il tuo amico, Mark, stamattina mi ha salvato dai paparazzi. Ho pensato di girarmene tranquillo per Clovis semplicemente perché è una piccola cittadina e pensavo che nessuno mi avrebbe riconosciuto, e invece all’improvviso dieci uomini armati di macchine fotografiche e microfoni hanno cominciato ad inseguirmi. Lui mi ha dato un passaggio fino all’hotel.”
Chris sbuffò una risata guardando il suo amico e si ripromise che da quel momento in poi lo avrebbe apprezzato ancora un po’ di più, perché gli aveva appena fatto il regalo più bello e inaspettato di sempre.
“Mi ha chiesto il favore di venire qui a fare un’improvvisata, e… sono contento di averlo fatto. Hanno speso parole veramente belle nei tuoi confronti, e da quel poco che ho capito, sei una persona straordinaria ma soprattutto coraggiosa. A quanto pare hai affrontato quello che comporta fare un coming-out quando si è alle superiori da solo, e ti ammiro davvero. Qual è il tuo segreto?”
Chris rise un po’ all’ultima frase e cercò di mettere insieme una frase di senso compiuto, quando Lea lo anticipò con una semplice parola. “Tu.”
Darren spalancò un po’ gli occhi e tornò a guardare Chris curioso, che sorrise tra le lacrime e si torturò un po’ le dita imbarazzato. “Io- diciamo che tu mi sei stato molto d’aiuto.”
Gli occhi di Darren si illuminarono di luce propria a quella frase. “Sai… penso che se non fossi stato forte come credo che tu sia stato, non ne saresti uscito vivo.”
“Grazie” bisbigliò Chris intimidito.
Darren avrebbe preferito restarsene lì semplicemente a fissarlo e ad annegare in quell’oceano immenso che erano i suoi occhi, ma obbligò se stesso a darsi una mossa per non fare la figura dell’idiota.
Prese dalla tasca della sua giacca il regalo che aveva portato per Chris, e il festeggiato trattenne il fiato.
Se solo Darren avesse saputo di ritrovarsi davanti un ragazzo così bello, così dolce e così tremendamente unico, avrebbe preso un vero regalo perché- davvero, non era fisicamente in grado di togliergli gli occhi di dosso e questo era un bel problema.
“Ti avrei preso qualcosa di meglio, ma sai, Mark mi ha parlato di te solo stamattina” ridacchiò nervosamente Darren porgendoglielo.
“Oh mio dio, non- non dovevi” mormorò Chris. “Solo… grazie, è che tu- tu non dovevi proprio”
“Ehi, respira e scarta il tuo regalo di compleanno, okay?”
“Darren, penso che preferirebbe scartare te!” esclamò Mark prima che riuscisse a trattenersi, e Grant gli diede un’altra gomitata nello stomaco per farlo stare zitto.
Le guance di Chris si tinsero di rosso e inchiodò lo sguardo sul suo regalo. “Non fare caso a loro” mormorò mentre tirava il fiocchetto della confezione.
Quando finì di scartare il regalo si ritrovò davanti il suo ultimo cd, quello che non era ancora uscito e che stava ancora promuovendo. “…Okay, non ci posso credere. È vero? Davvero? Ci sono le tue canzoni in anteprima? Potrò ascoltarle veramente? Io solo… oddio, Darren!”
Il cantante ridacchiò – d’altronde doveva aspettarselo. Era un ragazzo bellissimo ma era anche uno suo fan, era piuttosto ovvio che avrebbe apprezzato il suo regalo.
“Grazie, davvero, sei stato… dolcissimo a venire qui. E a farmi un regalo- questo regalo, e io non riesco a parlare, scusami- ti sto solo facendo perdere tempo, magari tu ora devi andare e io ti sto trattenendo qui”
“Uhm… in realtà sono libero fino a domani pomeriggio che devo partire. Qui non conosco nessuno e piuttosto che tornare in una triste stanza di hotel, mi piacerebbe restare qui alla festa. Sempre se non sono d’intralcio.”
“Affatto. Non lo sei” rispose Chris completamente in trance.
I suoi amici risero di gusto, poi Lea si avvicinò e mise una mano sulla spalla del cantante. “È un onore averti qui, davvero. Anche se probabilmente dovrai tenerti il mio amico sulla coscienza.”
 
 
 
Chris stava rigirando la cannuccia nel suo drink, mentre guardava rapito il suo idolo girare per il loft, parlare con i suoi amici e ridere perfino alle battute di Mark. Era… era perfetto, non c’erano altri aggettivi per descriverlo. Era assolutamente perfetto.
Se l’anno prima qualcuno gli avesse detto che si sarebbe ritrovato Darren al suo prossimo compleanno, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere. Insomma, era Darren Criss, e già era sembrato surreale vederlo fare una comparsa per lui, ma vederlo adesso mentre parlava tranquillamente con i suoi amici come se fosse un semplice invitato, era veramente assurdo. Eppure per quanto cercasse di mischiarsi tra la folla per Chris brillava più di ogni cosa, con quel suo sorriso dolce e quei suoi occhi meravigliosi-
Rinsavì quando lo vide voltarsi verso di lui e rivolgergli un sorriso, poi si mosse per andare da lui e Chris si sentì morire un altro po’.
“Ti stai divertendo?” domandò Darren, mentre si lasciava cadere accanto a lui sul divano.
“Molto” rispose Chris con un sorriso. “E tu? Ti ho visto parlare con i miei amici e ridere a qualche battuta di Mark…”
“Stavo solo cercando di essere cortese” rispose Darren con un piccolo broncio. Chris rise un po’ e si morse un labbro quando realizzò che stava veramente avendo una conversazione con il suo idolo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Non stava tremando troppo, non stava balbettando e non stava sudando, il che era un bel passo avanti.
Darren trattenne un po’ il fiato quando vide Chris mordersi il labbro, ma scosse la testa e deglutì, affrettandosi a cercare qualcosa da dire per non fargli capire cosa gli stava passando per la testa in quel momento. “Quindi... cosa fai nella vita? Studi?”
“Sono al primo anno di college, e sto studiando giornalismo. Mi piace fare un mucchio di cose ma la mia vera passione è scrivere. Adesso ti chiederei che cos’è che fai tu o qualsiasi altra domanda banale, ma…”
“Sai già tutto” concluse Darren sbuffando appena. “Non è giusto.”
Chris tornò a mordicchiarsi il labbro. “Allora dimmi qualcosa di te che non sa nessuno.”
“Oh, mi piace questo gioco” mormorò Darren, distogliendo lo sguardo dalle sue labbra. “Posso pensarci? Voglio dire, è difficile.”
“Certo, aspetterò” rispose asciutto il più piccolo, e Darren sorrise dolcemente.
“Sai…” cominciò Darren, torturandosi le dita nervoso. “Oggi quando ero in macchina con Mark e stava cercando di convincermi a venire alla tua festa, mi ha raccontato una cosa. Cioè che non sei andato al ballo dell’ultimo anno perché non ti hanno fatto entrare, e che… non hai mai ballato con un ragazzo.”
Chris abbassò la testa per non fargli notare quanto fosse in imbarazzo: se solo Darren avesse saputo quante altre cose non aveva mai fatto con un ragazzo probabilmente avrebbe riso tutta la sera. Se solo avesse saputo quante volte si era raggomitolato di sera nel suo letto per poi passare tutta la notte a piangere, con un paio di cuffie nelle orecchie sperando che la voce di Darren riuscisse a sovrastare il rumore dei suoi pensieri, si sarebbe alzato e sarebbe scappato via spaventato.
E poi la sua voce, quella stessa voce che lo aveva salvato così tante volte, gli tese il braccio e lo salvò anche stavolta.
Per l'ennesima volta. Come tutte le volte.
“Vuoi ballare?”
Chris sbatté le palpebre un paio di volte e quasi stava pensando di chiedergli di ripetere perché non aveva capito bene, poi Darren gli porse una mano e fece un sorriso dolcissimo che distrusse tutti i muri che si era costruito attorno nel corso degli anni.
“Ragazzi? Fate partire un lento?” domandò il cantante rivolgendosi al gruppo di amici dall’altra parte del loft. Chris spalancò la bocca incredulo e malapena registrò i movimenti di Lea, che frugava tra i suoi cd alla ricerca di quello che stesso Chris aveva masterizzato, con tutte le cover di Darren.
Quando la musica di Teenage Dream in versione acustica si diffuse nel loft, Darren afferrò la mano di Chris e lo trascinò al centro della stanza.
“Metti le mani sulle mie spalle” soffiò Darren dolcemente. Chris fece come il ragazzo gli aveva detto, poi sentì le dita dell’altro  premere sulla sua schiena e appoggiò istintivamente la guancia contro la sua. Poteva percepire il naso di Darren solleticargli la mandibola e in altre circostanze avrebbe provato a mettere un po’ di distanza, ma adesso voleva soltanto chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da quelle braccia e non pensare più a niente.
Darren fece lo stesso, abbassò le palpebre e le strinse forte quando un’idea assolutamente assurda gli balenò nella testa. E doveva togliersela immediatamente perché non poteva fare una cosa del genere, doveva starsi zitto-
“Dammi il tuo numero e ti dirò qualcosa che nessuno sa di me.”
Chris sentì le gambe tremare a quelle parole, e dovette aumentare la presa sulle sue spalle per non rischiare di svenire. “Si può fare”, sussurrò, poi Darren sorrise soddisfatto e strinse più forte a sé quel ragazzo che era piombato nella sua vita come una tormenta e che si era trascinato via ogni suo principio, ogni più piccolo dolore.
Sapeva benissimo che si stava cacciando in un casino con le sue stesse mani, ma non aveva alcuna intenzione di fermarsi: tra quelle braccia aveva appena trovato il suo posto, quello che cercava da sempre.









Woah, che bello essere tornata nel mondo CrissColfer con una long! Non potete capire quanto mi sia mancato scrivere di loro da quando ho finito No Physical Contact!
Quindi... okay, il perché di questa cosa?
Innanzitutto devo ringraziare No_H8 perché è la beta di questa storia e anche perché senza di lei adesso non ci sarebbe.
In pratica stavamo sclerando in chat e all'improvviso ho cominciato ad immaginare questa trama sclerando come una matta e lei invece di fermarmi mi ha detto tipo "stai ancora qui? Quando la scrivi?"
Quindi... sì, pubblico queste cazzate epiche solo a causa sua. Non so se devo ringraziarla o colpevolizzarla...
E... niente, se avete seguito la mia ultima long CrissColfer sapete come sono fatta. 
No Physical Contact era per fangirlizzare (non ha caso aveva il nome di una riot) sui CC, la loro """"vera""" storia e scriverla.
Questa invece è una AU sulla quale ho sclerato, quindi come vedete questi due, a differenza dei Klaine, non riesco proprio a prenderli sul serio!
Okay, credo di aver detto tutto e ora posso pure andarmene.
Spero che non vi faccia troppo schifo D:

Per aggiornamenti, foto, scleri e quant'altro  mi trovate qui c: 
   
 
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