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Autore: Ortensia_    03/05/2015    1 recensioni
[Una raccolta di one shot dedicata alle principali squadre di Kuroko no Basket e che ha come scopo quello di far sorridere~]
– Seirin; Dungeons and Dragons;
– Kaijou; Il cane della discordia;
– Shuutoku; La paura fa novanta;
– Touou; Cose di donna;
– Yousen; Vietato dare caramelle agli animali;
– Rakuzan; La bellezza & la Bestia;
[Partecipa al contest "Progetto: Ripopola Fandom – Seconda edizione" indetto da __Bad Apple__]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autore: Neu Preussen
Titolo: A False Replace that Pretends to Be Original
Personaggi: nella raccolta sono presenti Kuroko Tetsuya; Kagami Taiga; Kiyoshi Teppei; Hyuuga Junpei; Izuki Shun; Aida Riko; Kise Ryouta; Kasamatsu Yukio; Moriyama Yoshitaka; Hayakawa Mitsuhiro; Kobori Kouji; Midorima Shintarou; Takao Kazunari; Miyaji Kiyoshi; Outsubo Taisuke; Kimura Shinsuke; Aomine Daiki; Momoi Satsuki; Imayoshi Shouichi; Wakamatsu Kousuke; Sakurai Ryou; Murasakibara Atsushi; Himuro Tatsuya; Okamura Kenichi; Fukui Kensuke; Liu Wei; Akashi Seijuurou; Mayuzumi Chihiro; Mibuchi Reo; Nebuya Eikichi; Hayama Kotarou e, per una minuscola particina, Hanamiya Makoto.
Nella one shot che segue, sono presenti Midorima Shintarou; Takao Kazunari; Miyaji Kiyoshi; Outsubo Taisuke e Kimura Shinsuke.
Pair: nella raccolta sono presenti minuscoli accenni KagaKuro, ImaMomo, ImaHana, AoMomo e MayuAka.
In questa one shot non è inserito alcun accenno particolare.
Bonus utilizzati: Mayuzumi Chihiro; Hanamiya Makoto e... non so se l'ImaMomo si possa considerare un Crack!Pair ;3;
Tipologia: rari e minuscoli accenni yaoi ed het
Generi: commedia
Avvertimenti: raccolta di one shot
Note: //
Nda: Questa l'ho scritta per penultima, ma visto che la Shuutoku è la mia squadra del cuore è una delle shot che mi ha dato meno problemi e che mi sono divertita di più a realizzare~
Come al solito invito a leggere la shot e poi a tornare all'nda!
Per chiunque abbia letto Hall of Fame, la shot è una sorta di dedica al pigiama party che, esattamente come nella suddetta fanfiction, Takao decideva di organizzare a casa di Midorima (contrariamente al volere di quest'ultimo), solo che qui ci sono tutti i membri della Shuutoku (insomma, mi sembrava una cosa carina, visto che in Hall of Fame, pochi capitoli dopo il pigiama party, Miyaji tira le quoia-).
Come viene detto nella stessa shot, il cibo preferito di Midorima è la zuppa di fagioli rossi, soprattutto quella in lattina (e io mi chiedo come faccia).
Per il resto, tutto parte dall'idea di rendere alcuni personaggi, soprattutto Miyaji, che poi contagia un pochino i suoi compagni, molto suscettibili (dopotutto accade spesso di ritrovarsi inquietati da certi rumori o certe immagini dopo la visione di un film horror!)
Il tanuki è la statua che Midorima si è portato appresso come item fortunato nella prima stagione, solamente che qui l'ho reso ovviamente più terrificante. Per il film non mi sono ispirata a niente di particolare (quindi, insomma, sappiate che non esiste la storia di questa bambola perfetta di nome Madeleine, ma è solo frutto malato della mia immaginazione).




La paura fa novanta





Midorima era infuriato, e non con una persona soltanto, ma con il mondo intero. Questa spiacevole sensazione di rabbia si risvegliava in lui ogni volta che Takao organizzava contro il suo volere – o, peggio ancora, a sua insaputa – strani incontri con i membri dello Shuutoku.
In verità non c'era proprio nulla di strano in quel che facevano, anzi era perfettamente normale che alcuni componenti di una squadra di basket decidessero di andare al fast food tutti insieme o, ancora, riunirsi a casa di uno per vedere un film, tuttavia Shintarou non poteva fare a meno di definire tali quegli incontri a cui Kazunari lo costringeva a partecipare, forse semplicemente perché non era abituato a trascorrere il suo tempo con persone estranee alla Generazione dei Miracoli, tanto meno se si parlava dei suoi senpai.
Quando sentì il cellulare vibrare contro la superficie liscia della scrivania, Midorima sbuffò nervosamente e si immobilizzò, quindi serrò gli occhi e schiuse le labbra, prendendo una grande boccata d'aria: doveva calmarsi, anche se quello era il cinquantesimo sms che Takao gli aveva inviato in poco meno di un'ora e anche se era perfettamente conscio del fatto che ne sarebbero sopraggiunti altri.
Non solo il playmaker dello Shuutoku aveva deciso di organizzare una serata a casa sua e lo aveva avvertito all'ultimo minuto, costringendolo, di fatto, a rendere presentabile l'ambiente in meno di un'ora, ma aveva anche la pretesa che nel pieno delle pulizie rispondesse ai suoi sms. Shintarou non riusciva davvero a spiegarsi quale entità superiore lo stesse frenando dal chiamare Kazunari e mandarlo a quel paese.
Trascorsi appena un paio di minuti dall'ultimo sms in entrata, il suono squillante e vigoroso del campanello scosse l'etere silenzioso della casa, e Midorima fu costretto a lasciare da parte la scopa e a dirigersi in tutta fretta all'ingresso.


«Shin-chan!» Takao arricciò le labbra e sorrise divertito, varcò la soglia saltellando e quindi adagiò due grossi pacchi della spesa sul pavimento «uuh! Sono esausto!»
Midorima chiuse la porta e si voltò verso di lui, inforcò gli occhiali senza battere ciglio e sfiatò appena.
«Cosa c'è lì dentro?»
Takao, dal canto suo, se ne rimase con le ginocchia leggermente piegate e le mani aderenti alle cosce, le labbra appena dischiuse, come se stesse riprendendo fiato dopo una lunga corsa.
«Tantissime cose, Shin-chan! A pensarci bene non conosco perfettamente i gusti dei senpai, quindi ho comprato patatine, pop corn, della cioccolata... ah! Ho comprato anche il gelato!» ma benché all'apparenza sembrasse esausto, strepitò vivacemente e trovò la forza di rivolgergli un altro sorriso.
«Takao, non voglio tutto questo cibo spazzatura in casa mia, non sono mica Murasakibara.» Midorima si sistemò gli occhiali una seconda volta, con un gesto concitato della mano.
«Ho comprato anche...» ma Takao sembrò non starlo neppure a sentire e cominciò a frugare in uno dei sacchetti «questi!»
Midorima si ritrovò sotto il naso una lattina contenente la zuppa di fagioli rossi, che Takao sapeva essere la sua preferita, ma quest'ultimo non ottenne l'effetto sperato e venne incenerito dallo sguardo dell'altro.
«Pensi che sia così facile corrompermi?»
Midorima avrebbe continuato a guardarlo in cagnesco e a rimproverarlo con frasi così rapide e vibranti da sembrare schiocchi di frusta, se il suono vigoroso e prolungato del campanello non avesse colmato una seconda volta l'etere della casa, oltretutto prendendolo alla sprovvista e facendolo sobbalzare – possibile che anche uno dei senpai fosse già arrivato? –
Quando si ricordò che aveva interrotto le pulizie a metà e aveva lasciato la scopa adagiata contro lo schienale del divano, Shintarou fu tentato di mordersi le dita per reprimere un grido di esasperazione.
«Perché siete tutti in anticipo?» tuttavia si limitò a borbottare a denti stretti e aprì lentamente la porta, cercando di capire, mano a mano che il sottile spiraglio iniziale si estendeva, chi vi fosse al di là.
«Ah, ci siete tutti e due.» Outsubo fu il primo a parlare, particolarmente soddisfatto di vedere che Takao era già arrivato; Kimura, dal canto suo, lì salutò con un rapido cenno della mano, mentre Miyaji varcò immediatamente la soglia e porse un ananas a Midorima – inutile dire che quest'ultimo era rimasto pietrificato non appena si era reso conto che erano già tutti presenti e che, quindi, avrebbe dovuto lasciare le pulizie a metà –.
«Questo che cosa sarebbe...?» Midorima afferrò l'ananas osservandolo con aria sconcertata, quindi mosse la mano su e giù, quasi a volerlo soppesare.
«È il mio ringraziamento, no? Dopotutto hai messo a disposizione casa tua.»
Midorima aggrottò la fronte e si trattenne dal voltarsi verso Takao per incenerirlo con lo sguardo una seconda volta – perché lui non avrebbe messo a disposizione casa sua neppure per tutto l'oro del mondo, quindi era logico pensare che l'altro si fosse perfino permesso di spacciarlo come l'artefice di quella serata –.
«Su, Shin-chan! È solo un ananas, tu vai in giro con cose molto più strane!» Takao scoppiò a ridere alle sue spalle e Midorima sospirò pesantemente; Miyaji, dal canto suo, non poté fare altro che sorridere e dare ragione al playmaker della squadra.
«Takao.» Midorima, che non ne poteva più di ascoltare quella risata a tratti soffocata e a tratti sguaiata, lo chiamò con voce grave, facendolo sussultare «va a sistemare il gelato in freezer.»
Kazunari non poté controbattere, anzi fece esattamente ciò che gli chiese l'altro – dopotutto, da quando era arrivato lì, si era ripetuto mentalmente almeno un paio di volte che non doveva fermarsi a chiacchierare davanti alla porta d'ingresso ma, piuttosto, pensare alla condizione del gelato, e sapeva che se non lo avesse fatto di lì a qualche istante se ne sarebbe definitivamente dimenticato –.
«Allora?» una volta che Takao si diresse in cucina, Midorima si rivolse agli altri tre «chi di voi ha il film?»


Si poteva disporre delle più disparate tipologie di film, dai più classici come i thriller, i gialli e le commedie, oppure il lungometraggio di amore o di avventura, fino ai più fantasiosi, ai futuristici o, ancora, ai semplici film di animazione o ai musical: conscio di ciò, Midorima si era creato precise aspettative andate distrutte non appena gli era stata mostrata la custodia del DVD.
Miyaji aveva scelto un horror e, mentre Kimura e Outsubo rimasero estremamente tranquilli – probabilmente perché non era la prima volta che l'ala piccola dello Shuutoku optava per quel genere di film –, Takao cominciò ad entusiasmarsi e saltellò di qua e di là, strepitando qualcosa di indecifrabile; Midorima, dal canto suo, restò in silenzio e prese posto sul divano con il naso arricciato e le labbra increspate in una smorfia colma di disappunto.
Non che Shintarou disprezzasse l'horror, ma di certo non poteva definirlo il suo genere preferito e dunque tendeva ad evitarlo, ciononostante, se si trattava di film realizzati a dovere, non si sentiva certo in grado di criticarli e, talvolta, li apprezzava profondamente. Tuttavia, con la mente ancora imbevuta delle parole di Oha Asa, che quella stessa mattina aveva annunciato una nottata agitata per il Cancro, confinato in terzultima posizione, l'asso dello Shuutoku finì per credere fermamente che quello che Takao aveva appena inserito nel lettore DVD fosse uno dei soliti film commerciali e banali di cui, visti i primi dieci minuti, si poteva già indovinare il finale.
Appena Takao gli balzò accanto, sistemandosi fra lui e Miyaji, Midorima strinse al proprio petto l'orsacchiotto di pezza per cui quella stessa mattina era stato ripetutamente deriso da colui che aveva accanto e diede il permesso a Kimura, ancora in piedi, di spegnere la luce.
«Avanti, Shin-chan!» Takao dondolò sul posto come un bambino «quanto ti ci vuole?»
«Un momento.» Midorima, dal canto suo, sfiatò nervosamente e si sistemò gli occhiali con un rapido movimento della mano sinistra, mentre con la destra premette ripetutamente uno dei tasti del telecomando, nel tentativo di selezionare il comando di avvio che campeggiava al centro del televisore.
«Cosa c'è, Midorima? Sembri mio nonno! Dammi qua!» Miyaji sbottò e gli strappò il telecomando di mano, quindi premette con insistenza il tasto, ma riuscì a selezionare il comando di avvio soltanto dopo averlo scosso con forza e minacciato con tono alterato.


Esattamente come aveva pensato poco prima che Kimura spegnesse la luce, i primi dieci minuti del film rivelarono loro più di quanto fosse necessario sapere, quindi Midorima avvertì ben presto una certa pesantezza sulle palpebre e un fastidioso formicolio alle gambe, accompagnato dal forte e quasi implacabile desiderio di alzarsi da quel maledetto divano e andarsene a letto.
Vittima dei pregiudizi e del sonno nella sua fase più acuta, Shintarou riuscì a farsi solamente un'idea generale del film, – parlava di un creatore di bambole che, aspirando alla realizzazione della creatura perfetta, aveva deciso di plasmarne una con le fattezze della figlia morta, ma ovviamente il grazioso prodotto che aveva forgiato con le sue stesse mani si era ben presto rivelato vivo e perverso –, questo finché, passata circa mezz'ora dall'inizio, la storia non cominciò a farsi molto più intricata del previsto e l'atmosfera ancor più cupa, intrisa di splatter e suspense così ben realizzati e inseriti in dosi talmente precise e appropriate da poter mettere la pelle d'oca anche al più impavido fra i guerrieri.
Per tutta la durata del film, nessuno dei cinque riuscì a parlare e, a malapena, toccarono cibo; dalle labbra schiuse sfuggivano solamente respiri pesanti e singhiozzi di ansia, e spesso, nella penombra del salotto, si intravedevano le loro sagome scure sobbalzare, raccogliersi le ginocchia al petto o sprofondare terrorizzate contro gli schienali morbidi di divano e poltrone.
Dopo un finale inaspettato e cruento, giunsero i classici titoli di coda bianchi su sfondo nero, così che nel salotto l'oscurità imperversò implacabile: nessuno sembrava avere il coraggio di parlare per primo, tanto meno di alzarsi per raggiungere l'interruttore della luce o, ancora, per spegnere il lettore DVD.
Appena la nenia terrificante che faceva da accompagnamento ai titoli di coda si concluse, Miyaji sussultò e attirò l'attenzione di Takao e Midorima, seduti accanto a lui.
«Qualcosa non va?» forse senza neppure rendersene conto, Kazunari fu il primo ad interrompere quel silenzio che per quasi tre ore aveva gravato su di loro come una maledizione impossibile da spezzare.
«Non lo avete sentito anche voi?» Miyaji rivolse loro una rapida occhiata e Kimura, nel frattempo, si fece coraggio e andò ad accendere la luce.
«Cosa?» Outsubo, che era seduto sulla poltrona accanto al lato del divano dove era sistemato Miyaji, rivolse un'occhiata interrogativa all'amico.
«Ho sentito un rumore... credo provenisse dal cortile–»
«Ma no, Miyaji-san!» Takao sfoderò un sorrisetto vagamente divertito «il cortile di Shin-chan è sicuro, probabi– eh!»
Takao sobbalzò non appena udì un rumore distinto e acuto, decisamente troppo vicino al suo orecchio.
«L'ananas! Portatemi l'ananas!»
«Calmatevi.» Midorima aggrottò la fronte in un cruccio nervoso, protendendo appena le labbra e sbuffando sommessamente «è solo Kimura-san che sta sistemando il DVD nella custodia.»
«Ecco.» Kimura porse la custodia a Miyaji, che serrò le labbra con forza e la afferrò senza avere neppure il coraggio di guardarlo in faccia: come poteva, in poco meno di tre ore, essere divenuto a tal punto succube di un film?
«Ti ringrazio.»
«Sapete che vi dico? Mi è piaciuto! Era così realistico!» Takao sembrava aver riacquistato tutta l'euforia che aveva dimostrato poco prima che iniziassero la visione del film, al contrario degli altri quattro, che parevano ingessati per quanto erano immobili e, pur cercando di rivolgergli la loro attenzione, continuavano a ricordare le immagini che più li avevano impressionati e quindi si incantavano ad osservare il vuoto e perdevano ogni briciolo di luce presente nei loro occhi.
«A me non è piaciuto proprio per questo motivo...» Midorima commentò con un brontolio sommesso: non poteva certo sostenere che fosse un brutto film, anzi molto probabilmente era il miglior horror che avesse mai visto, ma le scene più cruente – ovviamente prive di qualsiasi tipo di censura – si erano defilate di fronte ai loro occhi in modo così realistico da lasciargli l'amaro in bocca e, in verità, anche un dolore acuto allo stomaco e una sensazione di pesantezza generale al petto.
«Effettivamente...» Miyaji increspò le labbra in un sorriso nervoso e si rivolse ad Outsubo, probabilmente in cerca di approvazione «forse è meglio se la prossima volta noleggio una commedia o qualcosa del genere.»
Il capitano restò in silenzio e acconsentì con un cenno deciso del capo, ma l'attenzione di Miyaji fu attirata da qualcos'altro e, più precisamente, dagli occhi tondi e neri dell'orsacchiotto di pezza che Midorima aveva appena posto sul tavolino di vetro.
«O-ohi! Midorima, tieni questo coso lontano da me o ti friggo!» Kiyoshi era perfettamente consapevole di quanto fosse innocuo quel pupazzo, eppure fu più forte di lui reagire in quel modo e se ne vergognò quasi immediatamente; Midorima, dal canto suo, afferrò l'orsacchiotto di pezza senza dire nulla e si avviò in fretta verso l'uscita del salotto.
«Takao, mostra loro la stanza degli ospiti, io vado a dormire.»
«Eh? Vai a dormire così presto, Shin-chan?» non che fosse presto, visto che era passata la mezzanotte, ma trattandosi di una serata fra amici Takao aveva pensato che Midorima si sarebbe sottoposto ad un piccolo sforzo e che sarebbe rimasto sveglio almeno fino alle due; al contrario delle sue aspettative, però, l'altro restò impassibile di fronte alla sua voce vagamente lagnosa e, senza rispondere alla sua domanda, si limitò ad augurare la buona notte a tutti, per poi lasciare il salotto.


Takao si girò sul fianco sinistro, scegliendo la stessa posizione abbandonata poco prima, in favore del fianco destro, poi, non del tutto soddisfatto, sfiatò sommessamente e si sistemò sulla schiena.
Accarezzò il tessuto morbido e spesso della coperta con le dita di entrambe le mani, lasciò che le palpebre tremassero alla tentazione di sollevarsi e infine, con le labbra increspate in una piccola smorfia, contrasse il ventre: gli scappava la pipì, ecco perché non riusciva a dormire, ma non aveva alcuna intenzione di lasciare il futon e ritrovarsi con le piante dei piedi incollate al tatami freddo e ruvido.
Le dita della mano cominciarono a battere nervosamente, le palpebre si sollevarono e gli occhi, avvolti dal buio della notte, restarono puntati verso l'alto, lì dove, con un po' di luce, avrebbe scorto un soffitto bianco e piuttosto alto: gli scappava davvero troppo, non avrebbe resistito ancora per molto!
Kazunari si mordicchiò il labbro inferiore in segno di resa, quindi sgusciò fuori dal futon con estrema lentezza, ma lasciò completamente da parte la cautela e il rispetto per i compagni addormentati nella stessa stanza non appena percepì la paglia intrecciata del tatami contro la pelle e, vittima di una reazione impulsiva e incontrollabile, saltellò fino alle porte mobili scorrevoli e poi lungo il corridoio che conduceva al bagno.
Era buio pesto, tanto che, percorsa forse la metà del corridoio, Takao sentì l'esigenza di fermarsi a riprendere fiato e a riflettere, quindi adagiò il palmo della mano destra alla parete cercando di opporsi alla propria vescica e restando per qualche attimo in ascolto di un rombo lontano, grave e continuo: un temporale? O Shin-chan che russava? Quel pensiero lo fece quasi scoppiare a ridere e gli diede la forza per andare avanti, ma a tentoni, quindi di tanto in tanto capitava che appoggiasse le mani contro la parete o il mobilio e si fermasse per qualche istante.
Takao sentiva di essere ormai vicino al bagno quando adagiò una mano sopra qualcosa di leggermente spigoloso e l'improvviso e repentino saettare di un fulmine illuminò il corridoio.
Nonostante la rapidità di quel bagliore, fu abbastanza sicuro di aver scorto due occhi infernali e una serie di denti aguzzi proprio sotto la sua mano, e, tornandogli alla mente la scena del film in cui la bambola assassinava il suo creatore in piena notte, cacciò un urlo acuto.


«Che cos'è stato?» Miyaji si mise immediatamente a sedere, mentre Outsubo, decisamente più pronto di lui, sgusciò fuori dal futon e accese la luce.
«Era Takao?» Kimura fece notare l'assenza di Takao ai compagni e Miyaji si drizzò immediatamente in piedi, riprendendo a parlare.
«Forse è meglio se ci dividiamo e andiamo a cercarlo.»
«Perché dividerci?» Outsubo aggrottò appena la fronte «è una casa di medie dimensioni, non ci metteremo molto a‒»
«Ma potrebbe essere in pericolo!»
Outsubo inarcò appena un sopracciglio, per poi rivolgere il proprio sguardo a Kimura, che senza dire nulla si strinse nelle spalle.
«Quel film deve averti dato alla testa...» commentò poi il capitano dello Shuutoku, sbuffando sommessamente in segno di resa «e va bene: dividiamoci.»


Appena si separarono, Miyaji corse verso la cucina facendosi luce con lo schermo del cellulare, infine si affrettò a recuperare l'ananas che aveva portato a Midorima per ringraziarlo dell'ospitalità e se lo strinse al petto come una madre avrebbe potuto fare con il figlio: per nulla al mondo aveva intenzione di lasciare ancora quel frutto incustodito, anzi, una volta recuperato Takao lo avrebbe portato nella stanza degli ospiti perché potesse passare la notte al sicuro con tutti loro. Sempre che Takao non fosse già stato ucciso.
Un passo titubante, eppure distinto, si fece strada fino alle orecchie di Miyaji, che si appostò dietro la porta della cucina senza fiatare e, per fare meno rumore possibile, addirittura sforzandosi di trattenere il respiro: la luce emanata dallo screensaver del suo cellulare doveva aver attirato quella maledetta creatura fino a lui.
Quando risuonarono altri passi, sempre più vicini, Miyaji sollevò le braccia e rafforzò la stretta sull'ananas, strepitando con i denti digrignati in un brontolio rabbioso.
«Non mi avrai mai, Madeleine!» quello era il nome della bambola assassina, che evidentemente era rimasta ben impressa nella testa dell'ala piccola dello Shuutoku.
Con la mente completamente annebbiata dai ricordi del film, Miyaji contrasse i muscoli delle braccia e l'ananas si schiantò verso il basso, colpendo qualcosa di estremamente duro.
«Ahia!»
Quella non era la voce di una donna, ne era certo, quindi allentò la presa sull'ananas e fece nuovamente luce con il cellulare.
«Takao!»
«Perché mi hai colpito con l'ananas?!» Kazunari piagnucolò, massaggiandosi la testa con una mano.
«Ecco, io–»
«Eccovi qui!» Outsubo diede loro una pacca amichevole sulle spalle.
«Kimura dov'è?» Miyaji, invece, proiettò la luce del cellulare altrove, in cerca dell'ultimo componente della squadra.
«Non lo so, ci siamo divisi. Si può sapere perché hai urlato in quel modo, poco fa?»
Takao ricambiò lo sguardo interrogativo di Outsubo e forzò un sorriso nervoso e vagamente imbarazzato.
«Il... il tanuki di Shin-chan.»
«Kimura, finalmente!» al sussurro sorpreso di Miyaji, la loro attenzione si soffermò sul nuovo arrivato, che si affiancò a loro senza fiatare.
«Bene, ora che ci siamo tutti possiamo tornare a dormire.» Outsubo fu il primo a parlare, e Miyaji, che schiuse le labbra per rispondere, si irrigidì non appena udì un rapido suono di passi diretto verso la cucina.
«Lo sentite anche voi?» Takao arretrò appena, tastando il tavolo alla ricerca dei sacchetti della spesa.
«Se noi siamo qui, chi altri può essere?» Miyaji cercò di mantenere il tono della propria voce il più fermo possibile e seguì l'esempio dei compagni, che si affiancarono a Takao.
«Armiamoci di tutto quello che troviamo!»


Quando la porta cigolò e il rumore di passi cessò, Takao, che aveva scosso per bene la bottiglia di aranciata, levò il tappo e lasciò che il getto appiccicoso fendesse l'aria e colpisse la figura misteriosa; Outsubo e Kimura, seppur decisamente poco convinti del loro ruolo, gettarono grosse manciate di pop corn nel buio, e Miyaji lanciò la palla da basket davanti a sé, calibrando il tiro con una certa forza.
A quel tramestio improvviso e bizzarro seguì un lungo e pesante silenzio, tanto che alcuni di loro pensarono di aver ucciso quello che poteva essere un ladro, un assassino o, magari, una bambola pazza uscita da un film di fantasia – almeno secondo i pensieri che aleggiavano attorno ai loro animi estremamente suscettibili –.
La luce si accese all'improvviso, e tutti e quattro avvertirono il sangue gelare improvvisamente, per poi scaldarsi con vigore e far tremolare le loro labbra in un risolino euforico.
«Questo si che fa paura!» commentò Takao, per poi scoppiare in una risata sguaiata.
«Non è divertente. Filate a letto.» Midorima se ne stava impalato di fronte a loro, con gli occhiali storti, i capelli spettinati e imperlati di pop corn e il pigiama grondante di aranciata, e come al solito si chiedeva che cosa avesse fatto di male nella vita per essere circondato da simili idioti.
   
 
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