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Autore: Daeva    30/12/2008    1 recensioni
Una one-shot ispirata al rapporto tra Sai e il suo "fratello maggiore" Shin.
Il titolo è un'espressione giapponese ("fiori che si riflettono in uno specchio, luna che si riflette sull'acqua") che fa riferimento all'illusorietà dei desideri, ma anche alla sottile e profonda bellezza di una poesia che non può essere espressa a parole.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Superare l'entrata di un comune villaggio non è mai impresa troppo ardua; i principi stessi su cui si basa è la più grande falla nella sua difesa: scambio, comunicazione, commercio, ristoro per i viandanti.
Per due ninja del calibro dei Ne è già abbastanza semplice compiere un agguato in un villaggio ninja, figurarsi occuparsi di una missione nel tranquillo e giocoso villaggio di pescatori Fushitaro.

Sai, analizzando la variegata composizione umana sciamare disordinatamente per le vie dal suo nascondiglio presso il balcone di un ostello, cercava di decifrare il codice silenzioso secondo il quale ogni persona compie il proprio tragitto prestabilito senza urtare nessun altro nella folla.
Sai aveva osservato lo stesso comportamento nelle formiche, e si chiedeva come vi si potesse riuscire senza un adeguato allenamento.

Lo sguardo di Sai balenò d'improvviso alla sua destra, una vibrazione famigliare di chackra risuonò contro la sua suggerendo uno stato di allerta e sollievo.
Strinse le labbra in una morbida linea nervosa osservando Shin saltare fuori dall'appartamento dove si trovava il loro bersaglio, un sorriso sarcastico sui lineamenti sfrontati.
Sai corrugò le sopracciglia appena riuscì a decifrare le parole pronunciate dal compagno di squadra dai movimenti delle sue labbra:

Troppo lento!

"Tsk," Sai lanciò un'occhiata di sufficienza al ragazzo raggiungendolo con un balzo fluido prima che si lasciassero dietro il centro del villaggio, silenziosi e inosservati così come vi erano entrati.

"Che facevi? Eri impegnato a guardare qualche donnina prosperosa?" Shin lo redarguì scherzosamente, una risata ad anticipare la prevedibile pudica reazione del ragazzo.
"Certo che no," sibilò Sai "--Perchè sei andato avanti da solo? Avevamo deciso altrimenti per il nostro attacco."
"Se avessi evitato di perderti con la testa fra le nuvole come al solito avresti colto il mio segnale. La situazione era propizia, non era necessario seguire i soliti accorgimenti..."
"Danzou-sama non sarà lieto di sapere che ignori gli insegnamenti base sul lavoro di squadra," Sai sfidò il compagno, le mandorle dei suoi occhi ora strette e acuminate come quelle di un serpente.
"Davvero--? Beh, suppongo che Danzou-sama non gradirà neanche sapere i dettagli su come un certo marmocchio si distrae durante la missione."
"Tu-- Non oseresti--!" Sai non riuscì a nascondere la concitata preoccupazione nel suo tono di voce-- Ovviamente avrebbe osato, sapeva con che razza di infantile bastardo aveva a che fare.
Shin rise e il suono echeggiò nella foresta che segnava il confine di Fushitaro "Tu non dirgli delle mie infrazioni e io non gli dirò delle tue. Anche questo è lavoro di squadra, no, otouto?"
Sai annuì con un grugnito "Ok."

Ormai non c'era più bisogno di correre, e Sai e Shin decisero di percorrere il piccolo sentiero nella foresta che li avrebbe condotti al prossimo villaggio e alla strada più breve per ritornare a Konoha.

"Ti sei assicurato di aver preso una prova dell'uccisione del nostro bersaglio prima di disfarti del cadavere..?" Sai chiese al compagno, camminando ora tranquillamente al suo fianco.
"Naturalmente," Shin tirò fuori da uno dei suoi astucci l'orecchio sanguinante di Ieyasu, la spia di Iwakagure di cui Danzou aveva assegnato ai due l'uccisione: una missione semplice, quasi offensiva per Shin, che aspirava a ben altro nel suo ruolo di rivale e fratello di Sai, un orfano come lui accolto dalla misericordia di Danzou-sama e come lui reputato degno di far parte del prestigioso corpo Ne, la guardia personale dell'uomo che sotto il suo vigile controllo permette al villaggio di Konoha di fiorire in pace e prosperità, difendendone le radici portanti nell'ombra e nell'anonimato.
Sai annuì, reputando la prova più che sufficiente, ritornando nel suo contemplativo silenzio.
"Hey," Shin non esitò a rompere la suggestiva quiete, come al suo solito "--Ho sentito dire che nel villaggio sulla nostra strada c'è un festival dedicato alla stagione delle lucciole... Che ne dici di fare una pausa?"
"Non essere ridicolo."
"Dai, potremmo mangiare qualcosa di sfizioso, tipo polpette di polpo o mele candite-- A Konoha non c'è nulla di simile, chissà quando se ne ripresenterà l'occasione!"
Sai aggrottò le sopracciglia, cercando di capire a che gioco stava giocando Shin: il ragazzo era di qualche più anno più grande di lui, ma sembrava così perennemente immaturo... Rumoroso, attaccabrighe, in grado di innervosirsi e agitarsi per le cose più stupide-- Il suo esatto contrario, tant'è che spesso si chiedeva perchè continuasse a frequentarlo "...No."
"E daaai, non fare il guastafeste... Offrirò io!"
"Preferisco tornarmene a Konoha. Tra poco sarà buio, e detesto camminare con l'umidità della notte."
Shin sbuffò "Bah-- Parli come un vecchio."
"Sei tu che ti comporti come un moccioso."
"Tsk," tagliò corto Shin, innervosito abbastanza dall'orrenda disposizione per il prossimo di Sai.
Sai dal canto suo fissò per qualche minuto Shin con aria di rimprovero, poi sospirò alla stupidità del compagno.

"Ok, magari un paio di polpette di polpo vanno anche a me," ammise silenziosamente.
"Eheh!" l'espressione di Shin mutò immediatamente dall'offesa-a-morte a sei-la-persona-più-importantissimissima-per me, facendo sorridere di riflesso Sai: non lo avrebbe mai ammesso, ma amava quell'espressione sul suo viso "Io non verrò però... detesto i posti rumorosi e affollati," si brigò però ad aggiungere una volta intraviste in lontananza le porte del villaggio addobbate a festa.
"Ok, aspettami presso quegli alberi," Shin indicò con la testa una macchia verde nei pressi di un fiume "Sarò di ritorno in un secondo."
"Ok, nel frattempo manderò un messaggio a Danzou-sama per avvertirlo del successo della missione e della pausa per rifocillarci." annuì Sai incamminandosi.
Shin annuì a sua volta prima di sparire tra le luci e le lanterne colorate.

Sai sospirò e si sedette sotto uno degli arbusti presso riva del fiume una volta lasciato a un falco d'inchiostro il rapporto per Danzou, contemplando il quieto rumore dell'acqua e la sua reazione ai color intensi della sera.
Sai amava i colori del tardo pomeriggio: erano un'esplosione di arancione e rosa poco prima che la natura piombasse nel buio; tuttavia, con negli occhi ancora vivo il calore del tramonto, era facile immaginare un'oscurità tinta di pallide tonalità castane...
Sai tirò fuori il suo blocco di disegni e ne approfittò per schizzare su carta l'interessante combinazione di colori, nonostante fosse già scuro.

"..Non dovresti disegnare in queste condizioni, stai affaticando la tua vista," la voce calda e soffice di Shin lo riportò in sè, lontano dalle sue frigide riflessioni.
"Ah, sei tornato... Hai impiegato più tempo del previsto, è già così buio--" osservò Sai posando il taccuino nell'astuccio.
Shin rispose con un ghigno e si sedette accanto al compagno, porgendogli una porzione di polpette di polpo ancora calde fumanti.
"Ah-- Grazie!" Sai sorrise accettando le piccole delizie dalle mani calde dell'amico; avvicinandosi non potè fare a meno di sentire un vago sentore di alcool nel respiro di Shin.
Si tirò indietro una volta prese le polpette, e poggiando la schiena contro la corteccia non potè esimersi dal redarguirlo in merito "--Hai sprecato dei soldi per comprare una bevanda alcoolica. Sei ripugnante, niisan."
"Mhhhh, che vuoi, ho l'età giusta per bere alcool... Inoltre non sono affatto ubriaco, so reggerlo bene io!"
Sai arrossì, ricordando l'episodio in cui si addormentò come un sasso dopo aver assaggiato un pò di sake offertogli da Hyou-senpai... Shin lo prese in giro per l'accaduto per tre interi mesi.
Il ragazzo sorrise, stavolta evitando di infierire oltre "Avanti, mangia le polpette prima che diventino fredde," lo rincuorò, prima di riposare lo sguardo sul tranquillo scorrere del fiume.
Sai annuì e iniziò a mangiare il piccolo sfizio, cercando di amalgamare il ricordo del sapore delle polpette con quello dello sguardo mite di Shin, perso lungo lo scorrere del fiume, nella sua memoria.
"E' una visione rilassante," Sai osservò, ribadendo l'ovvio.
Shin annuì in silenzio voltandosi verso Sai, cercando a sua volta di amalgamare il placido scorrere del fiume con l'espressione fiduciosa e tranquilla sui lineamenti del fratellino acquisito.

"Che c'è?" chiese Sai mentre Shin posava il proprio mantello scuro sulle sue spalle con una premura quasi materna "--Non ho freddo."
"Eh, la tua pelle è così candida che a volte mi sembra che tu abbia sempre freddo."
"Stupido," Sai sorrise, l'espressione di una volpe dipinta sul suo viso "Non trattarmi come una ragazza per compensare le dimensioni del tuo pene."
"Hey-- Che ne sai tu del mio pene?!" Shin arrossì istantaneamente, non aspettandosi il colpo a tradimento.
"Già, che ne so, è così piccolo che neanche si vede--" Sai continuò, prima che Shin lo spingesse con la schiena contro l'erba umida, ridendo entrambi come due idioti...

Poi Shin tacque, e Sai tacque, e i due ragazzi rimasero soli col calore dei loro corpi e il mormorio del fiume, fermi, in silenzio, per secondi che sembrarono ore, secondi che entrambi rinchiusero gelosamente nei loro cuori...
Shin deglutì e si fece coraggio, piegandosi verso le labbra di Sai, morbide e invitanti, semiaperte in un sospiro di piacere e sorpresa--

"--Niisan! Le lucciole--!" furono le parole sussurrate con sorpresa dal ragazzo sotto di lui, il volto teso verso il fiume in direzione delle timide scintille che ne sfioravano la superficie.

Shin guardò le lucciole, ora aggregatesi in uno sciame più numeroso e scomposto, e poi posò gli occhi sul sorriso di Sai, il ragazzo così ingenuamente concentrato e divertito nell'indovinare i tragitti lampeggianti compiuti da ogni singolo insetto...

Shin sorrise, tirandosi via dal corpo di Sai così che i due potessero tornare con la schiena contro i duri fusti alle loro spalle e contemplare così l'inafferrabile poesia di quelle piccole illusioni che sembrano nascondere un incomprensibile, per quanto elementare, significato cifrato.
   
 
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