Riccione

Io e Nico ci svegliamo che siamo ancora storditi, decidiamo di coccolarci da Tino, prendiamo due caffè (rigorosamente feddi perchè fa troppo caldo) e qualche pasta. Intesa come dolce!
Poi ci dirigiamo, ormai con la carica giusta, in spiaggia. Con l'intenzione di tornare neri per la sera prendiamo due lettini senza ombrellone.
La cosa regge fino alle 11 circa, quando il sole scotta da impazzire. Decido di farmi una doccia, oggi il mare non è dei più puliti.
Purtroppo a Rimini è così da un po' di anni, scaricano di tutto nel Po e poi ci ritroviamo l'Adriatico che è una schifezza: un mucchio di alghe e rifiuti di ogni genere. Un anno mi è pure capitato che assumesse un vero e proprio colore rosso sporco, per tutta la "roba" che c'era dentro.
Nonostante tutto dicono che le acque siano balneabili, con un livello minimo di coliformi fecali (che schifo, lo so - NdA). Io però non ci credo più di tanto e faccio il bagno in mare solo quando il colore dell'acqua è decente e c'è bandiera bianca.
L'anno scorso, per fortuna, è stata un'estate discreta e sono riuscita ad immergermi tre o quattro giorni su una settimana di permanenza, ma quando ero piccola (non so se per via della zona diversa o per l'"epoca") era tutto diverso, il mare era pieno di alghe solo dopo le mareggiate.
A Riccione invece non hanno questi problemi, molti stabilimenti dispongono di piscina, il problema è che i prezzi aumentano notevolmente: 22 euro al giorno contro gli 8/10 che pago di solito.
Fatto sta che Riccione ha un certo fasciono, è il cuore chic della Riviera Romagnola, con i negozi griffati e innovazioni tecnologiche come la copertura wi-fi su alcune zone.
E' vero anche che tra Rimini e Riccione c'è una zona davvero triste, con edifici dismessi e pensioncine da quattro soldi.
Ma, dicevo, torno al lettino ad asciugarmi che Nico mi avvisa che il mio cellulare sta squillando. Rispondo.
E' Michael.
- Ehi, Fra, che fai di bello?
- Io? No, niente, mi stavo facendo una doccia per rinfrescarmi un po'.
- Se mi dici dove sei ti vengo a prendere, ti porto da qualche parte.
Gli indico il numero di bagno.
- Ok, allora fatti trovare all'uscita, ti vengo a prendere in macchina.
Non mi lascia il tempo di rispondere che riattacca.
- Chi era? - mi chiede Nico.
- Michael, ha detto che mi porta da qualche parte.
- Uh, la mia sciocchina ha fatto proprio centro! - esclama battendo le mani.
Lo guardo perplessa.
- E dai, scherzavo, non è che sono gay se faccio così.
- Nooooo... - gli rispondo ironica.
- Mi raccomando, chiamami subito se scopate! - mi grida mentre mi allontano. Io, senza voltarmi indietro e con la testa bassa, gli mostro il pollice alzato.
Pochi minuti e vedo Michael su una coupè cabriolet due posti nera dagli interni verde fluo. Mi fa cenno di salire, io obbedisco sbalordita.
- Allora, signorina, dove la porto? - mi chiede con tono da tassista.
- Oddio, non so che scegliere, la città la conosco bene ma non so dove voglio andare!
- Vai, allora ti porto a Riccione, la conosci?
- Sì, sì, mi piace! - esclamo con una voce da bambina.
- Allora, destinazione Riccione! - e così parte sgommando con la musica a palla.
Mi sembra di essere in uno di quei telefilm ambientati in California, dove tutti hanno la cabrio e viaggiano col tettuccio scoperto e la musica a tutto volume, il vento che annoda i capelli... E quasi mi viene da ridere.
Appena arriviamo ci fermiamo in un ristorante e ci prendiamo una piadina ciascuno.
Mi parla un po' di lui, ha 20 anni, vive a Rimini da quando ne aveva 3 (in realtà è irlandese), ha frequentato l'istituto alberghiero perchè i suoi avevano un hotel, poi una volta diplomato hanno deciso di chiudere bottega e così si è ritrovato a fare il PR.
Offre lui, paga il conto e poi facciamo una passeggiata per viale Ceccarini. Nella borsa che ho portato con me trovo la mia macchina fotografica Olympus e faccio qualche scatto.
Ad un certo punto Michael mi prende per mano e mi porta in una strada perpendicolare. Si ferma davanti ad una fontana a forma di conchiglia con una perla gigante al centro.
- E' bellissima - riesco a dire, - grazie per avermici portata.
- Di niente - risponde lui. - Aspetta, passami la macchina fotografica.
Eseguo. La punta verso di noi, si volta verso di me, si avvicina e mi bacia. Contemporaneamente la foto scatta.
- Così ti ricorderai il nostro bacio, e mi raccomando non la cancellare - mi dice.
Vorrei dirgli "Ma ti pare che la cancello?!?", ma mi esce:- D'accordo, la tengo.
Solo io sono capace di tirare fuori frasi così schifose in occasioni del genere.
Poi mi porta in spiaggia, sulla riva. Noleggiamo un pedalò, paga ancora lui. Questo ragazzo sta facendo di tutto per farmi perdere la testa.
- Ma... Io... Non ho tanta forza a pedalare - gli dico dispiaciuta.
- Vai trà, se ti affatichi faccio io il lavoro per due.
- Ma così ti ammazzi per colpa mia!
- Non farla tragica, ho preso mille volta il pedalò. E comunque tempo fa ho fatto il bagnino per qualche mesetto, quindi ho forza per fare queste cose e comunque in caso di emergenza posso salvarti!
Arrossisco.
Trasciniamo in mare il pedalò e poi montiamo su.
Andiamo un po' al largo, ci fermiamo accanto ad una boa. Michael si toglie la sua maglietta bianca.
- Ehi, che fai? - gli chiedo preoccupata.
- Niente, mi spoglio.
Dovrei cogliere qualche allusione in questa frase?
Si toglie i jeans e rimane in costume.
- Perchè mi guardi storto? Ti pare che a Rimini in piena estate si possa andare in giro senza costume sotto? - mi dice.
Faccio un sorriso impacciato.
- Su, spogliati pure tu - aggiunge.
Questo invito è un po' ambiguo, ma obbedisco per l'ennesima volta e rimango in costume anch'io.
Michael prende un telo dalla mia borsa e lo stende sul retro del pedalò e ci si sdraia sopra. Mi fa cenno di seguirlo.
Goffamente mi sdraio anch'io acanto a lui. Mi accorgo che non c'è nessuno nell'arco di unacinquantina di metri, siamo solo noi due e il mare.
Improvvisamente Michael si mette a gattoni sopra di me. Mi bacia per la seconda volta in un giorno e mi sento ancora un po' timida.
- Dai, non fare la freddina - mi dice lui, come se percepisse il mio stato d'animo.
La frase è come se mi risvegliasse da un torpore, gli porto le braccia al collo e lo bacio con trasporto. Per poco non mi faccio prendere dalla foga.
Mi accarezza come per calmarmi:- Guarda che non stiamo ancora facendo niente - mi sussurra lui.
Che vergogna.
Ride:- Cioè, se vuoi facciamo qualcosa.
- Nono - taglio corto. Si rimette a sedere. Oddio, ho tagliato troppo corto.
- Intendevo... Non adesso - mi correggo imbarazzata.
- Fra, sei troppo carina - mi stringe a sè dolcemente.
Sento la glicemia salire vertiginosamente.
- Sarà meglio che ti riporti a Rimini. Nicholas sarà in pensiero - conclude.
Ci rivestiamo e pedaliamo verso riva.

Ritrovo Nico in spiaggia, un po' arrossato dal sole.
Gli faccio un resoconto dettagliato dell'uscita e lui è tanto contento per me.
- Cioè, ti ha proposto di fare qualcosa là, in mezzo al mare, su un pedalò, E TU GLI HAI DETTO DI NO?!? E quando ti ricapita un'occasione simile? - esclama quando arrivo a quel punto della storia.
- E' che... Non me la sentivo, lo conosco da meno di un giorno!
- Ma almeno vi rivedrete?
- Sì, oggi al lavoro. Andiamo a cercare paganti insieme, in piazzale Kennedy.
- E mi lasci solo di nuovo?
- Guarda che potresti trovarti anche tu una bella PR! - gli rispondo.