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Autore: LostSkin_    04/05/2015    0 recensioni
《Il ricordo è come un vecchio amico. All'improvviso torna a farti visita e tu, a disagio, rimani in silenzio, impotente e disarmato.》
* * *
TRATTO DALLA STORIA.
[...]
-Oh porco cazzo Louis non è vero! Io...vedi? Sto piangendo ed è solo colpa tua!-
[...]
-Cosa non è vero eh? Cosa? Se la vuoi sapere tutta io provo qualcosa per te e dal momento che ti amo, cazzo, dovrei teneri lontana dai casini e starti accanto. Devo cercare di tenerti lontana da quel fottuto bastardo, invece di lasciarti andare come ho fatto con lei!-
[...]
-Non è vero che non ti amo, Louis.- Bisbigliai fra le lacrime.
________
STORIA MIA.
ANCHE SU WATTPAD.
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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Il piccolo lumino appeso al soffitto al centro della stanza era abbastanza luminoso da riuscire a farmi vedere l'imponente porta di metallo davanti a me. L'aria della piccola stanzatta buia sapeva di chiuso e il piccolo lettino su cui ero seduta era duro e scomodo.
Il pavimento che ormai aveva qualche secolo sulle spalle scricchiolava ad ogni minimo soffio di vento proveniente dalla piccola finestra posta ad appena due metri d'altezza in corrispondenza del piccolo materasso sotto di me.
Le pareti erano parzialmente bianche, graffiate, sporche e consumate dalle varie persone che vi erano state di passaggio col passare del tempo. Poco più lontano dal piccolo lettino d'ospedale su cui ero coricata, c'era un piccolo carrellino di metallo con delle pillole verdi appoggiateci sopra.
Mi avevano detto di prenderle tutte ma non l'avevo fatto.
Il tempo fuori era nuvoloso, cupo, freddo. Ad ogni colpo d'aria fredda, provocato dalle condizioni metereologiche ormai carenti, un brivido mi attraversava dalla testa ai piedi.
Non sapevo perché mi trovavo in quella piccola stanzetta avvolta da un camice bianco che mi teneva strette le braccia per rendermi impossibile ogni movimento e non ricordavo neanche perchè vi ci ero finita, ma ero certa che mi ci avevano portata con la forza.
L'OrphanHill era un orfanotrofio in piedi ormai da secoli e che col tempo era anche diventato una sorta di ospedale psichiatrico per i malati mentali; ed io, dalla mia stanzetta non molto ostile dell'orfanotrofio ero capitata dalla parte opposta dell'immenso istituto: nell'ala psichiatrica.
Sentivo i piedi freddi.
Eppure avevo ancora le mie vecchie scarpe che mi cingevano tutti e due i piedi arrivando fin su la caviglia. Mi sorprese il fatto che la direttrice dell'istituto, la Signora Montgomery non mi avesse portato via anche le mie adorate Converse nere oltre al mio cellulare e ai miei vecchi vestiti.
Provai ad alzarmi dal materassino. Prima di ritrovarmi lì dentro ricordavo d'aver urlato così forte da svegliare tutto l'istituto dell'ala psichiatrica e poi dopo un atroce dolore al collo, il buio totale.
Mi sentivo tutta indolenzita e quasi mi sentivo mancare le forze.
Dopo vari tentativi invani, riuscii ad alzarmi dal piccolo materassino e ad assumere una posizione eretta una volta in piedi. Mi avvicinai lentamente alla porta in metallo.
Vi appoggiai la fronte sulla superficie.
Era fredda.
Tutto lì dentro era sempre stato freddo.
Avevo passato ben 12 anni in quell'orfanotrofio e appena 3 nella parte dell'istituto riservata ai malati di mente.
Ben 3 anni passati in quelle stanzette fredde e buie solo perché sentivo una stupida voce che richiamava il mio nome ogni notte; forse una mia immaginazione che la direttrice e i suoi dipendenti non capivano per niente e forse neanche io avevo ancora capito di cosa si trattava.
Ritornai sul materassino dopo aver tirato un calcio alla parete rovinata.
Dopo alcuni secondi sentii dei passi e poi la grossa porta di metallo di fronte a me aprirsi in un tonfo.
Due grossi uomini in divisa grigia fecero capolino nella stanzetta. Mi lasciai trascinare fuori dalla cella ghiacciata dai due uomini.
-La direttrice ha chiesto di vederti.-
A parlare fu uno dei due grossi uomini.
Rivolsi lo sguardo verso di lui senza rispondergli per poi rivolgerlo di nuovo davanti a me dove torreggiava il forte bianco delle pareti in contrasto con il pavimento nero in marmo.
Durante il tragitto mi sfilarono il camice bianco.
Non mi sentivo così libera da tempo.
Dopo alcuni minuti di cammino arrivammo davanti ad una grossa porta di legno massiccia e scura sulla quale vi era un piccolo cartellino con su inciso: Studio privato Signorina Montgomery.
Signorina Sì, perché la povera vecchiaccia non aveva ancora trovato un marito in grado di subire tutte le sue prepotenze e tutte le sue angherie.
Un dei due uomini bussò alla porta molto velocemente e dopo pochi secondi si udì la stridula voce della donna presente nello studio. Entrai con ancora i due uomini ancorati alle mie braccia.
-Buon pomeriggio signorina Roberts.- Si strofinò il palmo della mano destra sulla camicia nera.-L'ho convocata qui per comunicarle che è stata adottata proprio questa mattina e che la sua nuova famiglia verrà a prenderla domani.-
Si alzò di scatto dalla grossa poltrona in feltro su cui era seduta.
-Sa Signorina Montgomery , non credevo che lasciasse adottare dei ragazzini con problemi mentali!- Impiantai il mio sguardo di sfida nei suoi occhi color ghiaccio.
-Signorina Roberts lei non ha problemi mentali.- Disse con un filo di voce che quasi non riuscii a sentirla.
-E allora perché cazzo mi ha tenuta rinchiusa per ben 3 anni in quel fottutissimo reparto psichiatrico facendomi passare per una pazza?-
Cominciai ad urlare e subito uno dei due uomini ancora dietro di me mi diede una sberla sulla guancia destra.
-Lei sa benissimo che non dovrebbe urlare contro persone di un più alto livello rispetto a lei, dico bene?- Passò l'indice della mano destra sul bordo della sua scrivania in legno.
Il rumore degli zoccoli che aveva al piede rimbombava nell'immenso studio.
Mi voltai verso sinistra e non risposi. Sentivo la gota destra andarmi a fuoco e il petto bruciarmi dall'interno.
-Noto con dispiacere che tutti questi anni passati qui dentro non le hanno fatto cambiare le sue solite abitudini...- sospirò rumorosamente portandosi l"indice al mento come se stesse pensando qualcosa. -Riportatela nella sua cella e non fatela uscire fino a domattina!-
Subito i due omaccioni si agganciarono alle mie braccia e mi trascinarono fin dentro la mia cella.
Quando si chiusero la grossa porta di metallo alle spalle sospirai appoggiandomi alla parete fredda.
-Porca puttana non sono pazza!- Urlai per riuscire a farmi sentire.
Mi accasciai sul lurido materassino e mi addormentai cullata dal forte vento che soffiando, provocava forti fischi che mi facevano rabbrividire al solo udire di quelli.


___________

Heyyy!!!
I'M FUCKING BACKKK!!!!!
La smetto stop.
Allora....è da un pò che non mi faccio entire e da quello che avete potuto notare ho anche cancellato mla storia su Zayn...
Beh mi scuso con tutte ma a me non piaceva molto e quindi ho deciso di riscriverla per poi ripubblicarla tra un pò.
Bene adesso passiamo a questa nuova storia ... i primi capitoli saranno un pò corti quindi mi scuso in anticipo e poi vi avverto è un pò contorta ma se non vi è chiaro qualcosa chiedetemi pure qualsiasi cosa io sono qui.
Detto questo vi saluto :3
P.s. Mi lasciate una recensione? :3
   
 
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