Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: tartis    30/12/2008    2 recensioni
Jen, giovane organizzatrice di eventi, è pronta ad affrontare la sua più grande sfida: organizzare un evento di prima categoria e il matrimonio della sua più grande amica.
Ma cosa succederà se di mezzo si metterà l'amore a scombinare tutti i suoi piani?
Dedicato a Maddina per il suo compleanno!!
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come un fiore di pesco...

Come un fiore di pesco...
IX Capitolo

 

 

“Jennifer cara, eccoti qui” una voce alle mie spalle mi interruppe dal controllare la lista per vedere se tutti gli invitati erano arrivati.
“Oh, Beth. Controllavo che tutti fossero arrivati così Stan può tenere il suo discorso.”
Anche il Signor Hartley, insieme ad Ashley e Luke, ci avevano raggiunto e mi disse “Grazie Jennifer. Hai davvero organizzato tutto alla perfezione”
“Abbiamo semplicemente fatto il nostro dovere” dissi specificando che non avevo fatto tutto da sola “e anche per ringraziarla di averci prestato la sua bellissima villa, abbiamo deciso di farle un piccolo pensierino”
Proprio vicino al ragazzo che controllava gli inviti avevo lasciato una scatola lunga e stretta in mogano con due chiusure in ferro battuto. La consegnai al Signor Hartley che quando la aprì rimase senza parole. Grazie a mio padre avevamo trovato un antico fucile dei primi del '700, ancora funzionante e completo di custodia.
“Mi hanno assicurato che è perfettamente in grado di sparare, però non so da quanto tempo è dentro la sua custodia”
“Jen, Ashley ma non dovevate” la voce di Beth mi risvegliò dal guardare Stan contento come un bambino di fronte al suo nuovo giocattolo.
“Beth è solo un pensiero. Mio padre conosce molti antiquari e trovarlo non è stato poi così difficile”
“Grazie davvero ragazze. Lo proverò sicuramente in una delle mie prossime uscite a caccia” ci disse e si diresse verso alcuni suoi amici per far vedere il suo nuovo fucile.
“Ripeto che non vi dovevate disturbare così tanto. E se questo è solo un pensierino, un regalo grande cosa sarebbe stato?” risi a questa affermazione. In giro per antiquari con papà avevo visto talmente tanti pezzi magnifici che di sicuro non avrei fatto fatica a trovare qualcosa di adatto alla loro casa, come l'immenso e stupendo letto in stile Luigi XVI o il grande armadio Luigi XV.
“Mi spiace Beth, ma non rivelo potenziali regali... questi due mi hanno prosciugato di idee tra fidanzamento e matrimonio” dissi ridendo, e gli altri si unirono a me.
“Scusate, ma adesso vado a salutare gli ultimi arrivati e poi a recuperare mio marito per il suo discorso.”
La signora Hartley era raggiante proprio come il marito, e dopo pochi minuti andò a recuperarlo per il suo fatidico discorso, che si rivelò essere più un annuncio. Infatti, serviva per comunicare a tutti chi sarebbe stato il nuovo presidente della compagnia, Kyle Becker.
Al suo nome e alla sua vista il mio cuore perse un battito. Sapevo che era lì alla festa, ma non lo avevo ancora incontrato e avevo cercato in tutti i modi di non pensarci. Era bello come me lo ricordavo, perfetto nel suo smoking, con la fascia a sottolineare i suoi addominali scolpiti.
Ecco che la mia sfrenata fantasia andava per i fatti suoi, dovetti ricordare a me stessa che ormai era off-limits, anche se mi bastava guardare al suo fianco per avere il promemoria di quello che non potevo fare. Dire che era una bella donna non le rendeva giustizia, sembrava una bambola di porcellana. La pelle era diafana e risaltava ancora di più per i lunghi e setosi capelli color dell'ebano. Però erano gli occhi la parte che colpiva di più, erano viola, sembrava di vedere una miniatura di Liz Taylor, con quella pettinatura e il vestito anni 50.

Avevo bisogno di aria, mi sentivo soffocare. Perciò fuggii il più velocemente possibile dalla calca della gente che si andava a congratulare con il nuovo presidente. Uscendo, passai davanti ad un cameriere con un vassoio di bicchieri di champagne e automaticamente ne presi uno. Mi ritrovai fuori nella terrazza che dava sui campi da golf del club, senza neanche accorgermene, giocando con il bicchiere che avevo in mano. Indecisa se berlo o meno. Non avevo ancora fatto il test, nonostante Sean avesse riempito il mio bagno con non so bene quante scatole, doveva aver saccheggiato qualche farmacia.
“Signorina Gordon?” mi sentì chiamare da una voce bassa e dolce.
Avevo già capito chi era da prima di voltarmi, era un classico che non potessi godermi neanche pochi minuti di pace. Mi girai e con un sorriso di cartone in faccia dissi “Si?”
“Scusi se la disturbo, ma mi hanno detto che è lei l'organizzatrice di questa festa, è vero?”
“Si, la mia agenzia si è occupata di organizzarla” avevo la mania di mettere sempre davanti l'agenzia, anche se in realtà poi facevo tutto il lavoro io, tranne quando non chiedevo una mano ad Ashley.
“Oh, certo. La Signora Hartley mi diceva che ha anche organizzato un matrimonio nella sua villa”
“Si” non capivo dove voleva arrivare con tutte queste domande... che non mi chiedesse niente del genere perché avrei potuto uccidere qualcuno.
“Bene. Mi chiedevo se poteva organizzare la mia festa di fidanzamento e il mio matrimonio” mi disse con un sorriso da lasciare imbambolato chiunque.
Ecco, il mio peggior incubo si era materializzato davanti a me, non solo mi ero innamorata di un uomo impegnato, a cui forse avrei dato un figlio, ma la fidanzata mi chiedeva di organizzarle il matrimonio. Non era possibile, ma cosa avevo fatto per meritare tutto questo?? In qualche vita precedente dovevo essere stata davvero molto cattiva perché non si spiegava tutto questo accanimento nei miei confronti.
“Ecco, mi spiace deluderla, ma non organizziamo matrimoni” il suo sorriso si spense e io mi sentì un'ingrata.
“Ma il matrimonio da Beth?”
“Beth ci ha prestato la casa per il matrimonio della mia migliore amica e socia in affari, io le ho solo dato una mano. Mi spiace”
Cavolo, mi stava facendo sentire in colpa perché non l'accontentavo.
“Sono disposta a pagare qualunque cifra” ora non mi sentivo più in colpa...
“No, davvero. Non è una questione di soldi. Semplicemente non mi occupo di matrimoni. Tutto qua.”
“Sonia” una voce dura richiamò la donna ed entrambe ci voltammo “Beth ti sta cercando”
Bene, ci mancava solo lui e la serata poteva dirsi anche finita.
“Oh, davvero. Vado subito. Grazie” e si sporse a dargli un bacio sulla guancia. Non resistetti e tornai a guardare il campo da golf.
“Ciao. Ti trovo bene”
“Ciao. Grazie, anche tu non stai male, signor presidente” non ero riuscita a trattenermi. Mi aveva parlato del suo lavoro, ma non aveva accennato per niente al fatto che sarebbe diventato il numero uno della multinazionale più importante d'America.
Fece un sorriso di scherno “Stan mi ha proibito di dirlo a chiunque. Non lo sapeva nemmeno Luke.”
“Bel modo di trattare gli amici” non riuscivo a tenere la lingua a freno “scusa, non sono affari miei”
“No, hai ragione. E solo che in questo periodo le cose non girano come dovrebbero” mi fece un sorriso stanco “anche con te vorrei chiarire”
“Chiarire che cosa?” guardai il bicchiere che avevo in mano. Sapevo che sarei stata un'incosciente ma avevo un disperato bisogno di alcool per sperare di poter uscire senza troppi danni da questa serata.
Avevo alzato il bicchiere quando il mio angelo custode venne a salvarmi. Mi prese di mano il bicchiere e lo butto giù d'un fiato.
“Sean!”
“Oh, grazie. Avevo davvero bisogno di rinfrescarmi la gola”
Ci scambiammo un'occhiataccia, sapevo cosa mi avrebbe detto se fossimo stati soli e avrebbe avuto pure ragione.
“Tesoro, non ci presenti? Su fai la persona educata...” mi stava dando sui nervi
“Certo” dissi con sarcasmo “Sean ti presento Kyle Becker, il futuro presidente della Hartley&Becker. Kyle ti presento Sean Groves, giocatore di rugby professionista” e aggiunsi sussurrando “un uomo morto”
Si strinsero la mano come due perfetti gentiluomini, ma vidi il loro testosterone venire fuori e fare a gara a chi stringeva di più. Decisi di interromperli perché ne avevo abbastanza.
“Sean, che succede? Ti serviva qualcosa?” si risvegliò dal suo machismo e mi sorrise furbo “no, hanno iniziato a ballare e volevo concederti il mio primo ballo”
“Oh, che onore. Va bene. Recuperami qualcosa da bere, visto che ti sei fregato il mio drink, e poi ti onoro del mio primo ballo, ok?” ci scambiammo un'occhiata eloquente. Volevo finire di parlare con Kyle, non capivo cosa c'era da chiarire. Era lì con la sua fidanzata, che pensava ad organizzare il loro matrimonio, io che c'entravo?
Ci lasciò soli e attesi che iniziasse a parlare.
“È difficile dirti certe cose” decisi di interromperlo. Gliela facevo facile
“non preoccuparti, ho capito. Sei qui con la tua fidanzata che mi chiede di organizzarvi il matrimonio, e tu hai paura che mi possa lasciar scappare qualcosa su noi due.”
Il suo sguardo divenne sempre più sorpreso e allucinato mano mano che parlavo, poi iniziò a scuotere la testa “non hai capito niente. E come al solito trai conclusioni e non mi lasci parlare” adesso ero io quella sorpresa “ma Sonia?”
Si fece una risata alle mie spalle, io mi stavo innervosendo e sbattevo il piede per terra. Lui visto il mio atteggiamento si ricompose e disse “Sonia è mia sorella
Adesso mi sentivo davvero in imbarazzo, avevo scambiato la sorella per la fidanzata, stavo davvero dando i numeri per lui.
“Non sentirti in imbarazzo. Anch'io al tuo posto avrei tratto le stesse conclusioni. Vorrei davvero spiegarti, ma non qui” lo guardai interrogativa “magari dopo la festa potrei riaccompagnarti a casa?”
“Non credo sia una buona idea. Dopo sarò talmente stanca che avrò voglia solo di coricarmi” vidi la delusione farsi strada nei suoi occhi e mi faceva male “però se vuoi passare da me domani mattina, ti ascolterò volentieri” il sorriso che mi regalò fu dolcissimo e il suo sguardo divenne intenso come la prima volta che me lo rivolse. Le mie difese stavano crollando, se avesse continuato a guardarmi così non avrei resistito al baciarlo e farlo di nuovo mio.
Ma il mio angelo salvatore ritornò, anche se forse era meglio se se ne stava dov'era.
“Jen, ti ho portato il tuo cocktail preferito!”
Io non avevo un cocktail preferito, mi buttavo sull'alcool e basta. “Oh grazie, che gentile che sei” dissi cercando di dissimulare il mio crescente sarcasmo.
“Grazie, lo so. Ah, ti cercava Ashley, non ho ben capito per cosa. Ti conviene cercarla così poi ci possiamo dedicare completamente al ballo, ok?” mi disse con un sorriso che non presagiva niente di buono.
Salutai Kyle con un sorriso e mi allontanai, ma rimasi a portata di orecchie
“Stai con lei?”
“No”
“Sei innamorato di lei?”
“No. Ma mettiamola così, pensami con il grande e grosso fratello maggiore. Pronto a spaccarti ogni singolo osso che hai in corpo se osi farle del male. Capito?”
“Non ho nessuna intenzione di farle del male”
Si squadrano per un altro po', poi Sean mi raggiunse “Scommetto che Ash non voleva niente, e tu come al solito dovevi marcare il territorio, vero?”
“Lo sai che sono il tuo cagnolino fedele” disse sorridendo come un cucciolo per farmi passare il broncio “Va bene, va bene. Però vedi di non farmi pipì per casa, visto che domani mattina passa per parlare”
“parlare? Adesso si chiama parlare??” gli diedi una scapellotto “ma che dici?”
“Eddai, si vedeva lontano un miglio che se solo avessi potuto gli saresti saltata addosso”
E va bene non potevo negare, se davvero non fosse arrivato lui, sicuramente ci saremmo baciati.
“Non lo nego. Ma lui è comunque fuori dalla mia portata, nonostante io lo voglia per dessert” dissi con malizia “Sei tremenda!” mi disse e cominciammo a ballare.


Avevo visto l'alba dalla grande porta finestra della mia cucina, e ora mi godevo l'ultima di una lunga serie di tazze di caffè. Non ero riuscita a prendere sonno, nonostante fossi stanchissima, la mia mente continuava a lavorare, curiosa di sapere di cosa voleva parlarmi Kyle. Incapace di smettere di pensare, feci tutti i test che Sean aveva preso per me. Non avevo mai fatto così tanta pipì.
Il verdetto era inequivocabile, ci sarebbero volute le analisi per confermare, ma se 20 test danno tutti lo stesso risultato, mi pare che non siano poi tutti questi dubbi. L'ultimo era sull'isola a farmi compagnia, aveva appena dato il suo esito.
Sentì un rumore di chiavi e di passi che si dirigevano in cucina, Sean doveva essere rientrato adesso. Chissà chi aveva rimorchiato?
“Guarda chi ho beccato pronto a suonare il campanello” esordì entrando in cucina e rubandomi la tazza di caffè dalle mani.
“Ehi, quello è mio!” tutto mi si poteva prendere ma non il caffè. Mi fece una pernacchia e il mio povero caffè finì giù per la sua gola. Mi voltai verso Kyle e con un sorriso lo salutai.
“Ciao, dormito bene?” mi chiese gentile
“mmm, no. Ero troppo stanca e non sono riuscita a prendere sonno decentemente” mi voltai verso Sean “così all'alba ho deciso di fare fuori tutte quelle scatole che mi hai lasciato in bagno”
“eh?” era il solito rimbambito che non si ricordava niente. Poi in lui si accese la lampadina della comprensione “Ah... tutti quei campioncini” e iniziò a recitare “ma se mi hai pregato come il sole quando andavo negli alberghi di portarti i campioncini gratuiti. Io che colpa ne ho se ce li mettono in quelle scatoline” e bravo il mio giocatore. Poteva darsi al cinema, avrebbe potuto vincere un oscar.
“Si, si, va bene. Fammi un favore va, prima di buttarti a letto” mi guardò interrogativo “butti la busta con tutte le scatole e poi sali su a svegliare Sam. Oggi ha non so quale incontro importante e mi aveva chiesto di svegliarla. Grazie”
“e va bene... ma solo perché oggi mi sento particolarmente buono” e prese ad uscire dalla cucina “ringrazia che non ti ho ancora sbattuto per strada perché mi sento particolarmente buona!”
“Ti ho sentito”
“Lo scopo era quello” gli urlai prima di sentire la porta di casa chiudersi.

Tornai a guardare Kyle, era rimasto in piedi a seguire quello scambio di battute. Lo invitai a sedersi e gli offrì una tazza di caffè che accettò volentieri. Si mise a berlo con un esasperante lentezza, forse cercava di riordinare le idee, ma io che non ero un modello di pazienza iniziavo a innervosirmi.
Posò la tazzina sul tavolo e mi guardò negli occhi “Forse è meglio dirti subito che non sono fidanzato, non sono sposato, non sono divorziato o separato e non ho figli”
“Ma hai una ragazza” lo interruppi io
“Neanche”
“Ma hai detto...”
“Ho detto che ho degli obblighi verso qualcuno”
“Si, ma questo...” mi poso una mano sulla bocca “Shhh, ti prego fammi parlare” annuì incapace di fare altro mentre mi godevo la sua mano che mi accarezzava la guancia.
“Allora, forse è bene cominciare dall'inizio” fece un sospiro e ricominciò a parlare “quando avevo all'incirca 20 anni non andavo per niente d'accordo con mio padre, ero tutto feste, macchine, donne, locali.” feci un sorriso immaginandomelo scapestrato come diceva.
“Non mi interessava l'azienda e il college ero riuscito a finirlo per miracolo. Ci furono litigate pazzesche con mio padre, sempre pronto a chiamare gli avvocati per diseredarmi, ma mia madre lo faceva ragionare e ritornava sui suoi passi. All'ultima litigata, mia madre non riuscì a fargli cambiare idea, ma non venni diseredato. Il continuo parlare di mia madre che ero solo un pochino ribelle e che col tempo mi sarei responsabilizzato, fu il meccanismo che fece scattare la grande punizione di mio padre” fece un altro sospiro, stavolta più lungo “aveva stabilito che se entro i 35 anni non mi fossi sposato e avessi messo in cantiere una famiglia, avrei perso i miei diritti sull'eredità e se fossi stato un dipendente della società sarei dovuto essere licenziato.”
“Ma è assurdo!! E tu e tua madre non avete fatto niente per fargli cambiare idea” mi strinse forte la mano sul tavolo.
“Aspetta, non ho finito di raccontare”
“Perché c'è di peggio?” mi lanciò un'occhiata severa “ok, ok, racconta”
“Io ero furioso, ma litigare con lui serviva solo a farlo intestardire ancora di più nelle sue idee, perciò mia madre mi consigliò di andare in Europa. Nel frattempo lei avrebbe cercato di ammorbidire mio padre” era perso nei suoi ricordi “in Europa come ben sai il lavoro iniziò a piacermi, tanto da diventare il vicedirettore di una delle filiali. Mio padre, preso a sfinimento dalla mamma e visto che mi ero come diceva lui 'responsabilizzato', mi chiese di rientrare a lavorare qui. Stavo bene fuori ma ero felice di ritornare a casa” lo vidi rattristarsi “purtroppo non ha fatto in tempo ad eliminare quella clausola dal testamento. Aveva fissato l'appuntamento dal notaio, ma non ci andò mai. Un paio di giorni prima è morto per un incidente stradale. Così adesso mia madre per evitare che possa perdere la presidenza mi ha trovato una donna con cui mettere casa” a quelle parole sussultai, allora c'era davvero qualcuno “ma non ho nessuna intenzione di sposarla, anche se lei crede il contrario. Non mi interessa di perdere tutto.”
Io ero sbalordita, non sapevo che dire “ma scusa allora perché sei fuggito così?”
“Io non stavo fuggendo. Dovevo vedere mia madre e il suo avvocato per cercare qualche cavillo che mi permettesse di non sposarmi. Però quando tu mi hai chiesto se c'era un'altra non potevo dire di no, quella andava in giro a dire ai quattro venti che entro breve ci saremmo sposati.” Si era alzato in piedi e si era diretto alla finestra.
Non riuscivo a crederci, era davvero libero “quindi sei davvero libero? Non c'è nessuna?” si girò a guardarmi “sono libero come l'aria. Non c'è nessuna che mi occupa la mente e il cuore” si era di nuovo avvicinato a me, io nel frattempo mi ero alzata e appoggiata all'isola “tranne te”
“cosa?” mi aveva appena detto quello che speravo mi avesse detto?? non potevo crederci
“Ti amo” mi disse con un tale trasporto e con quello sguardo che mi faceva sciogliere “voglio una famiglia con te, ed è la prima volta nella mia vita che sento che voglio un bambino con te, voglio sposarmi con te. Ovviamente non necessariamente in quest'ordine” scoppiai a ridere alle sue ultime parole, presi il test abbandonano sull'isola e glielo mostrai.
“Beh, l'ordine l'abbiamo rispettato” dissi con un sorriso che mi illuminava gli occhi.
“È davvero quello che credo che sia” annuì con la testa. Mi prese in braccio e mi fece fare una giravolta. Poi mi fece sedere sull'isola e mi guardò con infinità tenerezza “Sei davvero incinta?”
“Manca l'esito delle analisi, ma 20 test hanno dato il loro parere positivo” dissi guardandolo negli occhi e perdendomi nella dolcezza che mi trasmettevano.
Mi baciò e non era come gli altri baci che ci eravamo scambiati, questo era intriso di amore, dolcezza e speranza per la nostra futura vita. Ma arrivò anche la passione, quella non sarebbe mai mancata tra noi. In ogni caso avevo in mente di chiuderlo in casa almeno per po', dovevo provare qualcuna di quelle caste idee che mi erano venute in mente dal nostro primo incontro ravvicinato.
“Ti amo, Kyle” finalmente l'avevo detto, il mio cuore si era aperto dopo cinque lunghi anni. Il destino, che tanto avevo preso a male parole, mi aveva regalato non solo un uomo che mi faceva ribollire il sangue ogni volta che mi guardava, ma anche una famiglia. Quella che avevo tanto desiderato e che sembrava non potessi avere.


Fine...

 

Spazietto dell'autrice:

Innanzitutto Buon Natale e in anticipo un Felice Anno Nuovo.
Eccoci qui per la fine di questa mia prima storia. Spero davvero che si via piaciuta, tanto quanto è piaciuta a me scriverla.
Quest'ultimo capitolo non mi soddisfa tantissimo, penso di aver reso tutto troppo veloce... ma non mi piaceva tirar troppo per le lunghe, e poi da cattiva come sono, ho ben pensato di lasciare aperto il finale.
Ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno letto, e sinceramente sono tanti, non mi aspettavo tutto questo pubblico :), un ringraziamneto più grande va a coloro che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti: 19sunflower88, cicha, crici_82, evol, federikuccia, Lallamagna, la_regina, maryt2803, Oasis, oby86, Purple, roxi81, vero15star, volitiva, XIULI. In particolare
volitiva: grazie per gli auguri. Tanti tanti uaguri di un buon anno!! Mi spiace averti fatto venire un infarto, ma si sa alla sfiga non c'è mai fine, anche se Jen poi se l'è cavata bene, no? Per Kyle sei perdonata, avrei dovuto prenderlo a sberle anche io, ma mi faceva gli occhioni dolci dallo schermo... 

Spero di ritornare presto con qualche altra storia, idee in testa che frullano ce ne sono tante... vediamo un po' se qualcuna si conretizzerà.
Un bacione grande!!
Sara

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: tartis