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Autore: Sebs    04/05/2015    1 recensioni
In The Flesh AU!
Kieren è un ragazzo comune, che lavora in una piccola libreria impolverata e ignorata di Roarton. Le sue giornate sono scandite dal lavoro, la lettura e la pittura.
Fino a quando un ragazzo con un leggero accento irlandese, un fuggitivo secondo Kieren, arriva nella piccola città.
E, come prima cosa, entra nella più piccola ed impolverata libreria di Roarton
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Amy Dyer, Kieren Walker, Simon Monroe, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Natale a Roarton svegliava tutti.
Non che fosse una cittadina cattolica, ma i bambini e i vecchi, che componevano la maggioranza della popolazione, erano affezionati al Natale come... beh, come possono esserlo solo i bambini.
La più grande sostenitrice del Natale, però, era Amy.
Da quando aveva iniziato a lavorare al canile, era riuscita a rendere festoso anche quel luogo che prima era triste. A Natale soprattutto, quando comprava le coperte e i giochini a tema, il canile diventava una grande esposizione di oggetti relativi al Natale, anche se questi non avevano attinenza con la struttura.
Kieren aveva trovato le lucine che metteva il vecchio proprietario prima di affidare a lui la libreria, e così stava sistemandole lungo la porta e sul bancone quando Simon entrò nella libreria.
-Kieren Walker.
-Oh, ciao, Simon...
Dopo il bacio, non avevano scambiato parola. Era tornata Amy, e avevano fatto finta di niente. Ma ora la questione era un bell'elefante gigante nella stanza, e Kieren era davvero imbarazzato.
-Come va?
Simon incrociò le dita nelle tasche nel cappottone.
-Tutto bene, solo che ho solamente questa scala, e trema, e non so come mettere le luci sulla traversa della porta.
Simon chiuse la scala e l'avvicinò alla porta. -La mantengo io, sali.
Kieren fece come aveva detto Simon, e con dei pezzetti di scotch attaccò il filo con le lucine. -Va bene?
Simon sorrise. -Sì. Dovresti vedere casa. Amy ha ribaltato ogni mobile.
-E non sai ancora cosa fa ad Halloween.
Kieren scese dalla scala e Simon la chiuse.
Erano uno di fronte all'altro, ma nessuno dei due riusciva a proferire parola.
-Sei venuto a prendere qualche libro nuovo?
-No. Sono venuto per un consiglio. Amy ha detto che voi due vi scambiate i regali, a Natale, e volevo fargliene uno anche io, sai, per ringraziarla per avermi ospitato a casa eccetera. Ma non so cosa farle.
Kieren sospirò. Un regalo per Amy. Avrebbe dovuto iniziarci a pensare anche lui, e immaginò Simon e lui che andavano alla ricerca per un regalo per Amy. Insieme.
-Non è che stai facendo il doppio gioco?
-Doppio gioco? Che significa?
-Significa che Amy si è davvero affezionata a te. Intendo, davvero. E con quello che è successo pochi giorni fa...
-Intendi dire che sono un bugiardo? Un approfittatore?
-Non l'ho detto io. Resta il fatto che fai il tenero e il carino con Amy, e poi...
E poi baci me, avrebbe voluto aggiungere. Ma sentì un groppo in gola, e non riuscì a finire la frase.
-Amy è una persona fantastica. E mi piace davvero. Amy in fondo si sente debole, non importa quanto si dimostri entusiasta o felice, e ha bisogno di conferme, come ha bisogno di sapere che le siamo affezionati. Le dico che le voglio bene, perché le voglio bene, e voglio che stia bene. Mi dispiace se ti sei fatto questa idea di me, ma cercavo solo di... 
Simon cercò la parola giusta, e Kieren si sentì un idiota. Dopotutto, anche la sua amicizia con Amy era iniziata con lei che dichiarava di volerlo sposare. 
-Di darle il mio affetto.
Kieren prese la scala dalle mani di Simon e la portò strisciandola nel magazzino, per prendere tempo e pensare a cosa dire. Chiuse la porta e tornò nel negozio, e Simon era ancora lì, che lo guardava, come se stesse aspettando una risposta.
-Hai ragione. Mi dispiace. Solo che tengo ad Amy più di chiunque altro.
-Non fa niente. Non c'è altro di cui vuoi parlare?
-No, non credo.
Simon si avvicinò, toccando con la punta delle dita il dorso della mano di Kieren. -Sicuro?
-Non proprio. Se con Amy non c'è niente...
Simon sollevò un angolo della bocca, mentre intrecciava le dita in quelle di Kieren, che sentiva il respiro mozzarsi.
-Questa cos'è?
Fece un piccolo passo indietro e alzò le loro mani intrecciate.
-Una stretta di mano, -rispose Simon, cercando di rimanere serio.
-Una stretta di mano?
Kieren sciolse la stretta, ma non seppe decidere se essere irritato o divertito dalla risposta.
-Una stretta di mano, -sussurrò Simon all'orecchio di Kieren, annullando improvvisamente la distanza tra loro, e facendo quasi sbattere Kieren contro il bancone. Gli passò una mano sulla nuca, accarezzandogli i capelli. Un piccolo movimento, e le gambe di Kieren sembravano aver ceduto definitivamente, sotto quelle labbra che da una risata si trasformarono in un bacio.

-Non farti strane idee, idiota.
-Non sono io che mi faccio strane idee, Dyer.
Amy si alzò dal letto e tirò la coperta, lasciando Philip con solo il lenzuolo addosso.
-E allora sappi che ti odio.
Se la mise sulle spalle e iniziò a cercare i pezzi che aveva seminato entrando nella stanza. 
Ogni volta che capitava, Amy si riprometteva che sarebbe stata l'ultima. Ma era piacevole, dimenticare tutti i dispiaceri e i pesi che avevano portato i vent'anni, e tornare una liceale avventata e felice e spensierata alla sua prima cotta, che mantiene un segreto e non sa neanche come non farsi sorprendere.
E poi Philip era così buono, e non era cambiato per niente. Le faceva i complimenti, e usava il profumo che lei gli aveva regalato anni prima. Magari non era della stessa boccetta, ma lei sentiva il suo odore addosso quando se ne andava, e quel profumo era sempre lo stesso, da cinque anni.
Le accarezzava i capelli e le ripeteva come era felice, e tutto quello che voleva fare lei era piangere di felicità, ma nel momento in cui realizzava cosa aveva fatto, come si era presa gioco di se stessa, era arrabbiata con sé stessa e con lui, perché non faceva niente.
-Ti odio anche io, Amy.
-Bene.
Raccolse la sottogonna e le calze, e la camicia e la giacca. si chiuse in bagno, e si rivestì. Uscì sbattendo la porta.
Philip non tentava neanche di fermarla. Rimaneva nel letto, a prendere a testate il muro, cercando di dire qualcosa di diverso dal solito copione. Perché lui Amy non la odiava, né avrebbe mai potuto.
Ma non aveva abbastanza coraggio.
  
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