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Autore: VerdeMenta    04/05/2015    7 recensioni
Percy non fece in tempo a rispondere che un tremore scosse la terra, mentre la barriera che proteggeva il Campo si incrinava e modellava attorno alla figura esile di una ragazza. Il figlio di Poseidone non poté che rabbrividire quando la giovane aprì i suoi occhi tanto azzurri da sembrare quasi trasparenti, come l'acqua limpida di un fiume, che scorre tempestosa.
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Dal ruscello poco distante dell'acqua fu attirata al corpo della figlia di Oceano, il liquido risalì le gambe della ragazza, accarezzandole la pelle pallida senza bagnarla.
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"Molto bene" un sorriso gelido dipinse il volto della ragazza "Allora a momenti arriveranno gli altri" commentò, compiaciuta "Non vedo l'ora di ricongiungermi a loro. Tutti insieme governeremo il mondo"
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Poche erano le creature di tale potenza che avevano posato piede sulla terra. I piccoli fiori bianchi attorno a lui sfiorirono, l'erba si scurì, il terreno si incurvò sotto il suo corpo.
I suoi crini color petrolio, decorati con ciocche rosse, ondeggiavano al vento tiepido della sera, come fuoco nero che arde impetuoso.
Kain si mosse, portando il piede destro avanti al sinistro, una lenta e inesorabile macchina da guerra, pronta a distruggere qualsiasi cosa sul suo cammino.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gli Dèi, Percy Jackson, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piper aveva udito lo scricchiolio delle foglie e, in un primo momento, aveva pensato che si trattasse di Drew, eppure aveva dovuto ricredersi dal momento in cui nessuna semidea mora e chiacchierona era spuntata tra i bassi arbusti, pronta a spiattellare decine di stupidi pettegolezzi. Aveva poi pensato si trattasse di alcuni curiosi figli di Hermes o attraenti pargoli di Apollo, eppure ora si sentiva estremamente angosciata, mentre una morsa di inquietudine le attenagliava lo stomaco. Da quando Rachel aveva predetto una nuova funesta minaccia per il Campo, la figlia di Afrodite era sempre rimasta sull'attenti, pronta per un eventuale combattimento.
"Come vi sembrano i nuovi arrivati?" stava domandando Kristin, infilando un'ultima margherita color latte tra i crini cioccolato della sorella.
"Alcuni sono molto sexy" rispose Agnes, voltandosi verso la bionda che reggeva uno specchio, mentre si complimentava con se stessa della propria bravura. Piper si ritrovò a sorridere, a volte le figlie di Afrodite erano davvero frivole, pensò.
"Buongiorno bellezze" esclamò un giovane dai capelli dorati, facendosi largo tra foglie e fiori che riparavano le ragazze da occhi indiscreti.
"Chi sei?" domandò un po' troppo velocemente Piper, portando una mano alla cintura in cui soleva tenere Katropis. Il sorriso che il ragazzo gli mostrò in risposta era un po' troppo smagliante e dolce per essere un sorriso sincero e lei, d'altronde, lo sapeva bene.
"Sono nuovo e... mi sono perso" ammiccò avvicinandosi ancora di più. La castana fece un passo indietro, la mano che si stringeva attorno al manico del pugnale
. "La Casa Grande è da quella parte, troverai qualcuno disposto ad aiutarti li" rispose freddamente, riducendo gli occhi cangianti a due fessure.
"Calmati, Piper, io e il mio amico vogliamo soltanto fare due chiacchiere" un altro giovane spuntò alle spalle del primo, mentre il respiro della figlia di Afrodite si faceva più rapido.
"Ma noi siamo occupate, quindi andatevene" replicò Piper, e, solo in un secondo momento, si accorse che il giovane dai capelli mori l'aveva chiamata per nome, sebbene lei fosse fermamente convinta di non averlo mai incontrato prima.
"Avanti rilassati, Pipes, tu sarai anche fidanzata ma noi siamo perfettamente single e piene di ormoni impazziti" ridacchiò Kristin, battendo una mano sulla coperta rossa che ricopriva la parte di prato occupata dalle due semidee.
"E poi quando ci ricapita di vedere un fusto del genere" aggiunse Agnes, tirando Brian, che era ancora in piedi, accanto a lei.
"Ripeto ciò che ho detto prima" c'era qualcosa che non andava in quei due, Piper poteva percepirlo anche da quella distanza. Fissò i due ragazzi e nelle sue successive parole, infuse tutto il suo potere di figlia d' Afrodite: "Via di qui". I due ragazzi si alzarono e iniziarono ad andarsene, ignorando le proteste delle altre due giovani.
Un attimo prima Piper aveva ritrovato un respiro regolare, il secondo dopo il fiato le si mozzò in gola, mentre un urlo di dolore cercava invano una via per lasciare le sua labbra. L'acqua si era stretta attorno alle caviglie della figlia di Afrodite, iniziando a risalirle lentamente le gambe magre, e, ogni centimetro di pelle ricoperto, le bruciava dolorosamente il corpo.
"Brian, Enea, tornate qui! Ci siete cascati come degli idioti" esclamò la giovane dagli occhi liquidi e dai capelli turchini che era arrivata il giorno precedente, creando malcontento e diffidenza. Per i due ragazzi fu facile liberarsi della Lingue Ammaliatrice, dal momento che Piper non era in grado di emettere suono, ne, tanto meno, si muoversi.
"È davvero potente" replicò in sua difesa il figlio di Iperione, quindi si avvicinò a Kristin e l'afferrò per un braccio, lasciandole lievi bruciature sulla pelle.
"Lasciami, mi fai male" piagnucolò inutilmente la ragazza, sotto lo sguardo atterrito di Piper, resa inoffensiva dal potente incantesimo di Marie.
"Rilassati, presto sarà tutto finito" sussurró Enea, all'orecchio della semidea, sentendola rabbrividire e accasciarsi contro il suo corpo. "Avanti recita la formula e sbrighiamoci".
La figlia di Oceano annuì seriamente, avvicinandosi ai due e toccando la fronte madida di sudore di Kristin.
"Con questo sacrificio recuperi i tuoi poteri nel questo mondo mortale, figlio di Iperione" proclamò, toccando con la punta delle dita prima le pelle pallida del collo della semidea e poi quella abbronzata del Titano. La bionda urlò con tutto il fiato che aveva in gola, stringendo i pugni finché, un istante dopo, rovesciò gli occhi all'indietro ed espirò.
Improvvisamente un'aurea dorata avvolse il corpo muscoloso di Enea.
"Come ti senti?" domandò Brian, avvicinandosi all'altra semidea che aveva assistito terrorizzata alla scena.
"Forte" rispose il figlio di Iperione, mostrando un sorriso sadico al compagno.
"Bene, ora tocca a me" e detto ciò il Titano afferrò il braccio esile della castana, che morì pochi secondi dopo, come la sorella prima di lei.
"E ora veniamo a noi, Piper McLane" e il figlio di Atlante si concentrò sull'unica superstite.

Ice era profondamente convinta che le cose migliori del mondo mortale fossero la musica e i balli sfrenati. Aveva passato quasi venti giorni in un bosco, aspettando che il momento giusto arrivasse, e, finalmente, i suoi poteri iniziavano a tornare; ora riusciva a percepire la presenza del padre, tanto lontano eppure vicino come la sua ombra. In tutto quel tempo non aveva fatto altro che attendere, almeno non era rimasta sola, come la maggior parte dei suoi compagni. Sorrise impercettibilmente voltandosi verso la figlia di Crio, tutta intenta ad accendere il fuoco.
"Ce la fai Jen?" domandò sorridendo Ice, quel sorriso che tanto ricordava il gelido ghigno di suo padre Ceo, eppure allo stesso tempo così diversi da sembrare dolce.
"Certo, mia cara, ma se alzassi le tue chiappe e venisti ad aiutarmi sarei sicuramente più contenta" replicò indispettita l'altra, lanciandole un'occhiata di fuoco.
"Già, ma non lo sarei io" rispose ridacchiando Ice, mentre con una mano si portava una ciocca di capelli albini dietro l'orecchio. "E, per inciso, tu non sei mai contenta" aggiunse.
"Ehi!" esclamò la figlia di Crio, sospirando.
"Stai per gridare, e questa volta non per causa mia" gli occhi solitamente castani della figlia di Ceo si tinsero di una sfumatura ametista, come ogni volta che una visione sul futuro imminente le si mostrava. Jenny la fissò scettica, continuando ad accumulare legna e foglie secche, ad un tratto qualcosa a colpi alla testa, e un sonoro "Ahia" lasciò le sue labbra rosee, sotto lo sguardo sempre più divertito della figlia di Crio.
"Ice!" esclamò Jenny, portandosi una mano alla testa. "Come puoi urlarmi contro, non sono stata io!" replicò l'altra, fingendosi offesa. Quindi, per la prima volta in quella giornata, si sollevò in piedi e si avvicinò, esaminando l'oggetto che aveva colpito l'amica. Sorrise. Proprio come aveva previsto era una collana, un antico orologio d'argento appeso tramite un gancetto a una catenina anch'essa argentata. Una collana che lei ben conosceva.
"E con chi dovrei prendermela altrimenti?" replicò Jenny.
"Io un'idea l'avrei..." la figlia di Ceo iniziò ad emanare un freddo pungente dal corpo, la pelle divenne più chiara, quasi color latte, gli occhi castani si accesero di una luce bianca, come una scintilla di una stella nascente.
"Finiscila Ice!" esclamò una voce, seguita da un tonfo sordo. Sam stava ritto di fronte a loro, le braccia strette attorno al corpo nella speranza di bloccare il freddo che gli si insinuava nella pelle, arrivando fino alle ossa e facendolo rabbrividire.
"Sam?!" esclamò Jenny, fulminandolo con un'occhiataccia "Mi hai fatto male!"
"Oh, povera Titanide, la tua immortalità non ti protegge da tutto questo dolore?" la schernì l'altro, sorridendo.
"Esattamente" e detto ciò la ragazza tornò a concentrarsi sul fuoco.
"Allora, avete già compiuto un sacrificio per riacquistare i poteri?" domandò il figlio di Giapeto, passandosi una mano tra i folti capelli albini. Ice scosse il capo, sospirando.
"Però Marie, Brian ed Enea si" aggiunse "Li ho visti, sono al Campo Mezzosangue a spassarsela mentre noi stiamo qui a congelarci".
"Guarda il lato positivo, Ghiacciolo, avete me!" la sua convinzione era tale che la figlia di Ceo iniziò a ridacchiare "Un fantastico, affascinante, potente, magnifico, stupendo..."
"E modesto Titano" concluse Ice, scuotendo il capo divertita, quindi si issò sul ramo più basso del pino affianco a lei, risalendo velocemente finché Sam le apparve come uno gnomo da giardino, una gnomo da giardino particolarmente fastidioso.
"Guarda con quale grazia ti raggiungo!" esclamò il ragazzo, facendo leva sui muscoli delle braccia per raggiungere il primo ramo robusto della pianta.
Chi dice che i Titani non hanno il senso dell'umorismo si sbaglia. La figlia di Ceo sollevò un dito, sfiorando la corteccia del pino con la sua pelle candida, mentre piccoli fiocchi ghiacciati si irradiarono sul tronco dell'albero, avvolgendolo in un manto cristallino. Sam perse la presa, scivolando a terra con la grazia di un elefante.
"Sei scorretta, Ghiacciolo!" esclamò sbuffando




Angolo autrice:
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto,
Vorrei ringraziare le persone che seguono la storia è che continuano a recensire
Non vedo l'ora di inserire il prossimo capitolo, abbiamo quasi finito con le presentazioni e... niente,
Spero che mi lasciate una recensioncina, quantomeno per sapere se vi piace come sto sviluppando i personaggi :*

LoveNico
   
 
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