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Autore: Lux_Aeterna    05/05/2015    0 recensioni
Primo capitolo di una serie di brevi racconti scritti in terza persona sotto forma di diario. La storia parla fondamentalmente di una ragazza intorno ai 17/18 anni, la quale riflette sulla sua vita e sulle persone che la circondano.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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27/11/14 a scuola Durante l’ora di arte Kata pensa ad altro, come al solito. La sua testolina, oggi, è molto più sopra delle nuvole, è assorta nella contemplazione dell’infinito spazio che la circonda, attratta da stelle e nebulose strane e colorate. In verità, Kata è triste, desidererebbe di gran lunga essere tra le stelle piuttosto che nella vita reale. Oggi in particolare, pensa che nessuno la ami o l’amerà mai. Ha voglia di baci, di abbracci, ma anche in questo monotono giorno non succederà nulla di particolare: ritornerà a casa, cercherà di studiare, sfogherà le sue frustrazioni sul cibo, e aspetterà con ansia e trepidazione l’ora in cui finalmente andrà a dormire, poiché solo nei sogni può essere in pace con se stessa. Kata guarda l’orologio: “Solo un quarto d’ora e anche questa lezione sarà passata!” – pensa. Prende un foglio e si mette a scarabocchiare: in quella sua testolina ci sono magnifiche figure che potrebbe riportare nella realtà, il foglio bianco aspetta solo di essere riempito ma Kata non sa disegnare e il foglio si ricopre di esseri informi e senza consistenza, come d’altronde la loro creatrice. “Come farò a rendere la mia vita un po’ più emozionante?” – si chiede. Si arrovella per trovare qualcosa da fare, un’avventura da intraprendere, ma ancora una volta la sua parte razionale le ricorda che la realtà non prevede nulla del genere. La realtà è una bruttissima cosa, viverci è deprimente, svilente. L’immaginazione, quella sì che è una cosa grandiosa! Ognuno può diventare ciò che vuole, può sentirsi soddisfatto e sereno nel mondo che si crea. Kata sa, purtroppo, che continuando a vivere di fantasia arriverà a un punto morto, sa molto bene che un giorno dovrà scegliere se stare nel mondo reale o in quello immaginario. Guarda l’orologio, il quarto d’ora non è ancora finito, eppure le sembrano passate ore dall’ultima volta che ha controllato. Fra poco avrà un’esposizione e non ha per niente voglia di parlare davanti ad un pubblico, in più vuole mangiare, vuole urlare (crede), vorrebbe prendere quell’ombrello dimenticato da un mese in classe e conficcarlo dove possibile in quasi tutti i suoi compagni, ma non fa nulla, non servirebbe. Si guarda intorno e si sente a disagio: i suoi compagni sono intenti a messaggiare sotto i banchi, la professoressa, ormai sfinita e pentita del suo lavoro, spiega a quelle due povere anime che la seguono, le quali muovono le dita come razzi per acchiappare quelle informazioni che quasi con dolore ella pronuncia. Kata guarda la sua compagna di banco, la osserva nei minimi particolari, dai capelli ai baffetti appena visibili sopra quelle enormi labbra rosee. Kata pensa che debba essere abbastanza complicato parlare con delle labbra così gonfie, ma anche che debbano essere morbidissime da baciare. Kata non sa cosa si prova ad essere baciata, ma sa per certo che se avesse delle labbra così qualcuno sarebbe venuto a reclamarle. Ecco che suona la campanella, Kata è tesa per l’esposizione.
   
 
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