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Autore: nini_maw    05/05/2015    2 recensioni
(FanFiction Interattiva - iscrizioni chiuse)
Un burrone, all'interno ci sono la vita e la morte, più quest'ultima a dire la verità. Sei pronto a uccidere i tuoi amici per poter vivere? Sai affrontare queste perdite, o ti lasci andare? Conosci quanto sei disposto a dare e affronta questo bagno di sangue.
Salve a tutti! Sto provando a scrivere una FF interattiva, solo un po' diversa dal solito, fatevi sentire!
Nini
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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"Quanti giorni sono passati? Due, tre? Come avete fatto a diminuire così?!" Rise sarcastica Jenny. Da poco tutti i ragazzi erano arrivati al lago, in effetti erano in anticipo, ma nessuno ci fece troppo caso. 
"Vedo che la tua gamba non è ancora guarita." Ribattè pungente Cerise, ricevendo in cambio un'occhiataccia da parte della rossa. Felicity aveva gli occhi lucidi, non aveva ascoltato l'avviso di Chris, e solo ora vedeva che all'appello mancava Jack, il suo Jack. "D-dov... è?" Chiese quasi singhiozzando. Jenny si accorse solo in quel momento della bionda e, scansato bruscamente Glen, si precipitò ad abbracciarla e a sussurrarle: "Shh... non preoccuparti, ora sta di sicuro meglio, con Théo, no?" Felicity tirò rumorosamente su con il naso annuendo, doveva farsene una ragione: prima o poi sarebbero morti tutti quelli a cui voleva bene, persino lei stessa.

Glen guardava Shauni da quando erano arrivati, la ragazza non riusciva a far incrociare i loro occhi, tenendoli bassi, e questo fece riflettere il biondo. Magari non avrebbe dovuto darle il veleno, iniziava a capire solo ora, Shauni doveva aver pensato di eliminare il maggiore pericolo per la loro salvezza, ma i piani dovevano essere andati storti. E poi, un attimo, gli occhi d'ebano di Glen si incontrarono in quelli verde smeraldo di Shauni, l'unica cosa che poteva leggervisi era un disperato senso di colpa.

La mente di Joseph cercava di analizzare e catalogare più informazioni possibili. Per ora era arrivato a: gamba inaffidabile per Jenny, niente appoggio per Cerise, per Glen Shauni e viceversa, di Felicity non gli importava granchè, non la considerava pericolosa. Mancava solo Stephen, ma lui appariva così distante, quasi che non fosse lì presente, questo sarebbe stato un grosso impiccio per Joseph, ma al tempo stesso un vantaggio. Aveva bisogno di conoscere i punti deboli di tutti, per poterli lavorare e plasmare a suo piacere, ma d'altro canto, se il compagno fosse rimasto neutro, allora non avrebbe potuto dare aiuto a nessuno, senza distinzioni.

Stephen si avvicinò cauto a Cerise, arrivatole abbastanza vicino le sussurrò: "Senti, ora sei sola, e guardami, neanch'io posso fare affidamento sulla mia squadra. Io credo che sia venuto il momento di fidarci di più. Ci stai?" Un espressione sarcastica e indignata si disegnò sul volto della ragazza, le sarebbe venuta voglia di sputare tutto il suo disgusto, il suo disprezzo in faccia a quel ragazzo che tanto diceva di esserle amico. Per ora vedeva in lui solo la disperata voglia di sopravvivere, nessun interesse verso di lei, come d'altronde era sempre stato. Il pessimismo che le impregnava l'animo le impediva di ragionare razionalmente, non riusciva a fidarsi di nessuno, per questo rispose acidamente: "E perchè mai dovrei? Guardati, fingi sia con Shauni che con Joseph. Non sono un tuo strumento." Stephen rimase colpito dalle parole della castana, come poteva anche solo pensare una cosa simile? Credeva davvero che l'unica cosa ad importargli fosse la vita? 

"Bene arrivati, bene arrivati! Cari ragazzi, che piacere vedervi tutti insieme, soprattutto in vista della deliziosa sfida che sto per proporvi. Si dividerà in due parti, nella prima potrete vincere un piccolo attrezzo che vi faciliterà la seconda. Ma ora, penso che per la nostra Viky non ci siano problemi nel rientrare un po' in anticipo, vero?" La voce di Chris arrivò improvvisa, interrompendo tutti i pensieri dei ragazzi. Al termine dell'annuncio si sentì un rumore metallico in aria, ed ecco, un attimo dopo, Viktoria scendere da un piccolo elicottero tramite una scaletta. Il volto a terra, i movimenti lenti e rassegnati, lo zaino pesante sulle spalle. La visone della ragazza mise nel cuore dei concorrenti una pesantezza straordinaria, la consapevolezza di ciò che sarebbe suuccesso a tutti, si fece strada negli animi, alla fine si sarebbero semplicemente rassegnati, lasciandosi vivere senza speranze, solo per sopravvivenza.

Joseph si avvicinò immediatamente a Viktoria e, abbracciandola, le sussurrò soavemente: "Bravissima, tutto va' come dovrebbe. La nostra felicità è vicina." Solo allora la ragazza alzò gli occhi velati di lacrime, non le importava di nulla, non le importavano le parole di Geoff, tutto quello di cui ora avesse bisogno erano le forti e rassicuranti braccia di Joseph a stringerla. E, quando la corvina rispose all'abbraccio, un ghigno soddisfatto si disegnò sul volto del ragazzo. Da lontano Shauni osservava la scena attentamente, ne aveva l'assoluta certezza, Viktoria si era occupata di Peter, in quanto pedina troppo scomoda, solo per volere di Jospeh, da quanto quel ragazzo li manovrava come marionette?

"Procediamo immediatamente, dunque, la prima parte della sfida è semplice, dovrete semplicemente trovare un Chris d'oro, come quelli della seconda stagione, nascosto sul fondo sabbioso del lago. Buona fortuna." Con queste parole si concluse il discorso di Chris.

In un attimo Cerise fu in acqua, non aveva intenzione di esitare ulteriormente, aveva necessariamente bisogno di un vantaggio, anche se minimo.  L'acqua era gelida, ma la ragazza non si lasciò intimorire, procedendo decisa, bracciata dopo bracciata, per raggiungere il fondo, che però sembrava non arrivare mai.

"Direi che è il momento di andare, forza Viky, puoi farcela." Un ultima stretta vigorosa e Viktoria e Joseph si erano diretti verso le sponde del lago.  Il ragazzo era entrato subito e, dopo un brivido per il freddo, si era immerso completamente sott'acqua. Inizialmente non era riuscito a scorgere nulla, un po' per le alghe, un po' per la sabbia, ma successivamente gli occhi si erano abituati.

Viktoria si sentiva più sicura, d'altronde il nuoto era la sua passione, nonchè punto di forza, sarebbe stata una passeggiata. Il contatto con l'acqua la fece subito stare meglio, ora sì che credeva di più in una vittoria. I muscoli risposero subito ai comandi, nonostante i giorni di inattività, e in poco tempo Viktoria era tornata la bravissima nuotatrice di prima: la vista perfetta, i movimenti coordinati e calibrati, il fiato lungo e una resistenza impressionante.

Shauni esitò un attimo, aveva solo immerso la punta del piede in acqua, ma già una strana insicurezza aveva preso possesso di lei. Non era mai stata particolarmente brava nel nuotare, e adesso, con i pensieri che la tormentavano, sarebbe stato davvero difficile anche solo sperare in una vittoria. Eppure la ragazza riuscì a farsi forza, prese un grande respiro e si lasciò andare in acqua, non le importava più nulla, non pensava a nulla.

Glen aveva osservato Shauni fino a quel momento, aveva notato la sua incertezza e non si fidava nel lasciarla andare sola, fu per questo che nell'istante stesso in cui lei si era buttata aveva fatto lo stesso, lasciando che il proprio corpo venisse totalmente sommerso entrando in un altro ambiente. Era abbastanza determinato nel trovare il premio, gli avrebbe fatto davvero comodo un aiutino.

"Pronta Fel?" Jenny guardava intensamente la compagna, che annuì senza esitare. "Al mio tre. Uno... due... e..." Il tre venne scandito dallo schiocco dell'acqua che accoglieva le due ragazze. Sott'acqua Jenny cercò subito Felicity, individuandola subito grazie alla massa di capelli biondi che fluttuavano pigri. Un sorriso le si disegnò sul volto, anche questa volta erano insieme, e anche questa volta poteva proteggerla ed aiutarla al meglio, l'unico impiccio sarebbe stato la gamba, ma bastava stringere i denti.


Ansimando Cerise si era tirata fuori dall'acqua, nel fango sporco, alla ricerca di aria fresca. I quattro minuti in apnea le avevano lasciato i polmoni in fiamme, senza aver trovato ciò che Chris aveva chiesto. "Maledizione..." Imprecò a denti stretti. "Che c'è? Già stanca?" La voce di Stephen fece voltare di scatto la ragazza, che, assunta un'espressione seria ribattè: "Non dovresti essere in acqua tu?" Il ragazzo si guardò i vestiti, ad evidenziare il fatto che fossero ancora asciutti, poi fissò gli occhi in quelli di Cerise e accennò un sorriso sghembo. "Se sei ancora qui per l'alleanza vedi di starmi lontano, ho già detto di no." Ruppe il silenzio la castana poco dopo abbassando lo sguardo. Stephen le si avvicinò, si accomodò nel fango e sussurrò: "Non sei in condizione di rifiutare il mio aiuto, in tutti i sensi."

Joseph nuotava appena sotto il pelo dell'acqua, aveva intenzione di esaminare il fondo prima di spendere le enrgie per un lunga e mirata immersione. Inoltre da quella posizione poteva tenere sotto controllo gli altri, magri captando informazioni utili circa il premio.

Viktoria procedeva  tranquilla, l'apnea non era mai stato un problema per lei, anzi, sott'acqua riusciva a pensare anche meglio. E infatti i pensieri non facevano altro che ronzarle in testa. Prevalentemente la assillavano le parole di Geoff, pensare con la sua testa... era chiaramente un riferimento a Joseph, eppure la ragazza non riusciva a vederlo come una persona cattiva. Piuttosto come il suo salvatore, le era sempre stato d'appoggio, perchè avrebbe dovuto diffidare di lui? Il flusso di domande si interruppe quando, sotto alcune pietre, un oggetto attirò l'attenzione di Viktoria.

Shauni si muoveva concentrata, scrutando attentamente il fondale, stava facendo diverse immersioni, procedendo totalmente a caso. Non le importava granchè del vantaggio, in realtà non le importava di nulla. Dopo quello che aveva fatto magari meritava la morte. Ad un tratto però, mentre risaliva per prendere fiato, si scontrò con una persona. Glen. Il ragazzo la prese per un braccio, trascinandola in superficie. Una volta fuori assunse un'espressione interrogativa e le chiese molto direttamente: "Cos'hai fatto?" Shauni abbassò lo sguardo, incapace di proferir parola. Gen allora sbuffò: "Senti, ora tu parli, è colpa del veleno, vero?" A quelle parole la ragazza smise per un attimo di respirare, il ricordo dei corpi senza vita di Jack e Théo le invase la mente. Il biondo capì di aver centrato in pieno e per un attimo si pentì delle proprie parole. Per questo le si avvicinò e la strinse in un abbraccio, cercando di infonderle sicurezza. Per un attimo Shauni rimase immobile, poi però si lasciò andare e ricambiò. Rimasero così per vari secondi, dopodichè Glen sembrò tornare alla realtà, staccandosi imbarazzato. "Dovremmo darci da fare, no?" Disse un attimo prima di scomparire sott'acqua, lasciando una Shauni ancora stupita a riflettere su quanto appena successo.

"Bene, Viktoria si guadagna il premio, ovvero, dieci minuti." L'affermazione di Chris lasciò sbigottiti i concorrenti. Ma subito Chris riprese a spiegare: "Dovrete scalare una parete, chi prende la bandiera in cima per primo vince l'immunità. Inoltre, tutto intorno alla parete abbiamo messo un tappeto gonfiabile con alcuni pali appuntiti metallici, se cadete sperate di atterrare sul morbido." Con una risata sadica Chris concluse la conversazione.

Viktoria si avvicinò a Joseph e gli sussurrò: "Ti lascio lo zaino con le armi, con me porto due coltelli. Ti aspetto." Il ragazzo annuì, e mentre la ragazza si dirigeva verso la parete, si congedò da Shauni e Stephen dicendo: "Ho una cosa da fare... torno subito." I due compagni si scambiarono uno sguardo preoccupato, cos'altro aveva in mente?

Nell'ombra degli alberi dell'area ovest Joseph ghignò: "Ma come, tutto così facile?"

Passati i dieci minuti Viktoria si trovava già a metà strada, stava quasi per lasciarsi andare, ma poi, al suono della campana che aveva scandito il tempo si era ripresa, decisa a battere gli altri.

Cerise aveva osservato attentamente la parete da tutte le angolazioni possibili, non c'erano punti più semplici per arrampicarsi, alla roccia scivolosa si alternava quella friabile, sarebbe stata dura. Ma il pensiero di ciò che portava al collo diede forza alla ragazza. Così iniziò la scalata, per il suo Lawrence.

Shauni e Stephen procedevano cauti e, stranamente, si trovavano sempre alla stessa altezza. "Segno del destino?" Chiese ironicamente Stephen, facendo voltare la corvina che si passò un polso sulla fronte ed esclamò: "Tieniti il fiato per dopo Steph!"

"Muoviti! La tua bella ce la fa anche da sola!" Jenny guardava contrariata Glen, che non aveva fatto altro che osservare Shauni, un po' preoccupato. Il ragazzo annuì in fretta e iniziò ad arrampicarsi, seguendo le due compagne. Quando ad un tratto, una mano appoggiata male, una gamba sulla quale non poter contare, e Jenny precipitò giù. Felicity gridò con quanto fiato avesse in corpo. Glen trattenne il respiro. La rossa percepiva solo l'aria sulla pelle, quei pochissimi secondi le sembrarono i più lunghi della sua vita. Poi, morbido. La cosa che avvertì fu la superficie del materasso, e non potè far altro che sorridere sollevata. Ad un passo da lei un enorme palo, il pensiero di esser stata così vicina alla morte le invase la morte, e, in un attimo crollò a terra, priva di sensi. "Felicity! Ferma! Non buttarti! Pensa a Jenny, lei vorrebbe vincere, andiamo a prendere la bandiera e salviamoci." Le parole di Glen riuscirono a far calmare la bionda che, non appena vista Jenny cadere, stava per lasciarsi fare lo stesso. Annuì più decisa ed esclamò: "Ora si va a vincere, poi torniamo da Jenny e dopo faremo una festa!" Glen sorrise, poteva ancora contare su di lei.

Viktoria procedeva spedita, quando la voce di Joseph la riscosse: "Viky! Sono qui, aspettami!" La ragazza si fermò un attimo, aspettarlo o no? Magari per una volta avrebbe dovuto pensare solo a se stessa. Fu questa convinzione a spingerla a continuare la scalata, sotto lo sguardo esterrefatto di Joseph. 'Si mette così? Non vuoi collaborare? E va bene.' Pensò il ragazzo, dopodichè iniziò ad arrampicarsi e, una volta accertatosi di non essere osservato, esclamò: "Aiuto! Viky! Ti prego, aiuto!" Si portò una mano alla spalla, mentre Viktoria, preoccupatissima, si muoveva agile per raggiungerlo, temeva per lui, nonostante tutto. "Oddio, Jos! Che hai?!" Gli chiese appena arrivata, il ragazzo si limitò a stringere la mano sulla spalla, facendo annuire Viktoria. Quest'ultima si posizionò sotto il braccio del compagno, per sotenerlo, dopodichè riprese la scalata. Joseph sorrise compiaciuto.

Fu proprio lui ad arrivare per primo in cima, eppure non si diresse alla bandiera, anzi, aspettò che Viktoria iniziasse ad issarsi, prima di avvicinarlesi. La prese per la camicia di jeans alzandola leggermente e, con un ghigno, le sussurrò ad un soffio dalle labbra: "Game over, se non mi ascolti non mi servi. Addio, cagnolino." Un bacio velenoso e freddo, ed ecco che la ragazza precipitò nel vuoto. Non ci fu il morbido ad attenderla, solo il perfetto e spietato calcolo di Joseph. La punta del palo le si conficcò nella schiena, fuoriuscendole dal ventre. Il sangue iniziò a schizzare ovunque, non risparmiando nulla. L'unica cosa che Viktoria avvertiva era il dolore, tanto dolore, amplificato dalle voci di Peter, Geoff e Joseph che le ronzavano in testa. Cercò di dibattersi, ma sapeva bene che non sarebbe servito a nulla, ormai il suo destino era stato scritto. Alcune lacrime le solcarono il volto, mentre le sue urla richiamavano l'attenzione degli altri. Dall'alto, Joseph osservava impassibile la scena. Era una cosa che andava fatta, non le serviva più quella ragazza, specie ora che sembrava non voler più collaborare.


Un disegno cadde a terra a faccia in giù, e Viktoria non vide mai più la luce.


"Il gioco è finito: abbiamo sia un vincitore che un eliminato."







ANGOLO AUTRICE
Inizio con il dire che mi dispiace immensamente per il ritardo.
Oltre alla scuola mi ci è voluto diverso tempo per sviluppare gli eventi riguardanti la morte presente nel capitolo.
A tutto questo aggiungete il fatto che il caro pc, ieri sera, abbia deciso di cancellare le ultime cose che avevo scritto.
Personalmente non credo che questo sia uno dei migliori capitoli, mi spiace.
Alla prossima
Nini
  
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