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Autore: GRACE_WHITE    05/05/2015    7 recensioni
ALL'INTERNO DELLA STORIA SONO PRESENTE IMMAGINI!
| Newtmas | Slash |
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DAL CAPITOLO 3:
-Ehi, Newt!- mi richiama Chuck.
-Eh? Oh scusa, Chuck, non ti stavo ascoltando.-
-Guarda che non stavo parlando, però…- si ferma. Io non lo sto ascoltando neanche ora, sono concentrato sul Pivello: è alle prese con delle galline non troppo tranquille nel recinto, sobbalza appena una di loro lo sfiora. Io sorrido come uno scemo e Chuck se ne accorge.
-Non è che ti sei preso una cotta per Thomas, eh?-Lui alza un sopracciglio, sorridendo.
Io sgrano gli occhi- Pff, certo che no! Non potrebbe mai piacermi qualcuno come… come… Tommy.-
Chuck ride di gusto, tenendosi la pancia- Tu non sei bravo a mentire!-
-Si, lo so.- rispondo.
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Recensite, per favore! ;)
Genere: Erotico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Il Labirinto
 
 
I rumori del Labirinto sono inquietanti: versi di Dolenti appena svegli, lo stridio che fanno i muri di cemento quando si spostano, lontano dall’entrata. Da i brividi.
Ci siamo arrampicati con l’aiuto delle piante rampicanti in cima ad una parete, così saremmo stati al sicuro da qualche attacco da parte delle creature. Prima abbiamo camminato un po’, saltando da muro a muro, con l’intenzione di non andare mai in basso, dove potremmo essere assaliti dai Dolenti. Quando è calato il sole ci siamo arresi, siamo rimasti sopra ad una parete abbastanza lunga, ma sottile, per cui abbiamo deciso di stare schiena contro schiena per non cadere o roba del genere.
Ora siamo qui, in silenzio da più di un’ora, lui che fissa le nuvole argentate e io che osservo attentamente ogni corridoio del Labirinto. Ma è impossibile, è infinito. I Velocisti non riusciranno mai a trovare una via d’uscita a questo cacchio di inferno!

Sento la sua schiena fredda di sudore nervoso, non lo da a vedere, ma anche lui sta morendo di paura. E’ bravo a nasconderlo, forse più bravo di me. Ad un certo punto sospira e io volto leggermente la testa e lo guardo con la coda dell’occhio- Tommy?-
-Mmh?- si sta attorcigliando tra le dita dei rametti di edera, è assorto nei suoi pensieri e in questo momento sono diventato curioso anche io: voglio sapere a cosa pensa.
-Stai bene?- chiedo.
-Si, credo.- risponde, indeciso. Poi si gira di scatto verso di me e io sobbalzo. Mi giro anche io verso di lui, entrambi a gambe incrociate e con un espressione distrutta in volto- No, non è vero. Non sto bene. E’ assurda questa faccenda della Radura e dei Radurai e di questo maledetto Labirinto!-

-Lo sappiamo,- rispondo, a nome di tutti i Radurai- Sono tre anni che stiamo in questo cacchio di posto, ma continuiamo a fare quello che sappiamo fare fin da quando siamo qui: sopravvivere e cercare un modo per uscire da qui.-
-Ma nessuno di voi  si è mai chiesto chi vi ha mandati qui?- ecco, ricomincia a chiedere- Non è strano che ogni mese vi mandino un nuovo ragazzo con provviste e roba del genere? Vi lasciano esplorare questo Labirinto entro un limite di tempo: non pensi che stiano facendo degli esperimenti su di voi?-
-Noi.- rispondo, ignorando tutta la serie di domande a raffica che ha fatto.
-Cosa?- aggrotta un sopracciglio.

-Su di noi.- ripeto- Che tu lo voglia o no, Tommy, ci sei dentro anche tu in questa splof e se siamo cavie noi, sei una cavia anche tu. Perciò meglio non rimuginarci tanto sopra. Ognuno ha il suo compito qui, c’è chi se ne sta nella Radura e chi si mette ad esplorare il Labirinto, invano.-
Lui dischiude la bocca e mi guarda semplicemente. Mi piace quando fa questa espressione, sembra un po’ stupido e questo lo rende, in qualche modo assurdo, dolce e tenero. Sospira e fa una smorfia con le labbra- Io voglio solo andarmene da qui…-
-Tommy…- lo interrompo, mettendo una mano sopra il suo avambraccio- Devi capire che non… non c’è possibilità di andarsene da qui. Ti prego, finirai per impazzire se pensi sempre a questa roba.-
Guarda la mia mano- Okay, scusa.- io la tolgo, imbarazzato.

-Non scusarti.- tento di cercare un argomento per cambiare discorso- Perché non… riposiamo un po’?-
-Potremmo cadere di sotto.- commenta, guardando il basso e facendo una faccia alla “Oh-mio-dio-quanto-è-alto-ora-vomito-!”. Mi guardo intorno e i miei occhi  ricadono sulle piante di edera, così attuo il mio piano per dormire.
A fine lavoro ci ritroviamo stesi sul marmo del pilastro, il mio fianco destro è attaccato al suo sinistro, siamo legati dall’edera che ci permette di non cadere di sotto. Abbiamo le braccia libere, la pianta non ci ricopre tutto il busto.
Fissiamo entrambi il cielo che si sta facendo scuro di stelle, ma la luna non c’è ed è una cosa che mi fa sentire così triste.
Dopo qualche minuto che ho chiuso gli occhi sento la mano di Thomas cercare la mia, stesa lungo l’imbracatura vegetale. Resto con gli occhi chiusi, ma trasalgo quando timidamente intreccia le sue dita alle mie.

Apro gli occhi e lo guardo, lui stringe le labbra, continua a fissare il cielo. Sa che lo sto osservando, ma non ricambia il gesto, forse è troppo concentrato sulle stelle- Ho paura.- sussurra.
Sono tentato di rispondere, ma preferisco soltanto stare in silenzio, guardare le stelle come fa lui e sorridere al pensiero della mia mano tenuta stretta dalla sua.

E io la stringo a mia volta.


Nota d'autrice: ciao. Scusate il ritardo per la pubblicazione, ma non mi sono sentita motivata ad andare avanti con la storia visto che non ho trovato molte recensioni nello scorso capitolo... non ne ho proprio trovate.
Comunque il capitolo è stato corto perchè è soltanto un piccolo momento puccioso tra i due, spero vi sia piaciuto.
Grace <3 
   
 
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