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Autore: telesette    05/05/2015    2 recensioni
Hermione ricordava un passo celebre di Oscar Wilde, circa la sincerità degli uomini, e non poteva fare a meno di constatare che era proprio vero: "Un po' di sincerità è molto pericolosa e molta sincerità è addirittura fatale"... o qualcosa del genere!
Probabilmente Ron non sarebbe mai stato onesto con lei, né avrebbe avuto il coraggio di dirle apertamente ciò che provava, pensando forse di celare i suoi sentimenti dietro la maschera dell'insensibile bietolone che tutti conoscevano bene.
Ma la verità è qualcosa di più dell'apparenza, a volte facile e a volte troppo difficile da distinguere, perché sta quasi sempre chiusa in un angolino in fondo al cuore.
Non si vede ma c'è!
C'è e, a volte, basta saperlo per capire e comprendere molte cose.
Di tutti gli atteggiamenti stupidi, di tutte le cavolate e le manifestazioni di ottusa imbecillità, vi era però quel bianco sassolino scintillante che, a chiare lettere, portava scritto il nome di Hermione nel cuore di Ron...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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A Tina, un momento di serenità,
malgrado i tanti momenti difficili,
perché anche "noi" siamo fatti di momenti...

BUON COMPLEANNO !!!

estratto da: "Harry Potter e il Principe Mezzosangue"
traduzione a cura di: Beatrice Masini
 
Capitolo 19, pagg. 368-377


« Er-mo-ne » gracchiò Ron inaspettatamente.
Tacquero tutti, osservandolo preoccupati, ma dopo aver borbottato cose incomprensibili cominciò a russare...

... Nel frattempo, Lavanda si avvicinava furtiva a Harry per parlare di Ron, cosa che Harry trovava altrettanto estenuante delle conferenze sul Quidditch di McLaggen.
All'inizio era molto seccata perché nessuno aveva pensato di dirle che Ron era in infermeria - « Insomma, sono la sua Ragazza! » - ma purtroppo aveva deciso di perdonare a Harry questa dimenticanza ed era ansiosa di discutere con lui dei sentimenti di Ron, un'esperienza spiacevolissima che Harry avrebbe volentieri evitato.
« Senti, perché non lo chiedi a lui? » le disse dopo un interrogatorio particolarmente lungo che andava da cosa Ron aveva detto di preciso sui suoi vestiti nuovi a cosa Harry pensava della loro relazione: era o no una cosa 'seria'?
« Be', lo farei, ma quando vado a trovarlo è sempre addormentato! » rispose Lavanda irritata.
« Davvero? » chiese Harry, sorpreso, perché tutte le volte  che era andato in infermeria aveva trovato Ron sveglissimo,
molto interessato alla lite fra Silente e Piton e altrettanto desideroso di insultare McLaggen.
« Hermione Granger continua ad andare a trovarlo? » domandò Lavanda all'improvviso.
« Sì, credo di sì. Be', sono amici, no? » rispose Harry, a disagio.
« Amici, non farmi ridere. Non gli ha rivolto la parola per settimane dopo che lui ha cominciato a uscire con me! »...

... Ron era molto agitato: Madama Chips non gli voleva dare il permesso di vedere l'incontro, pensando che l'avrebbe sovreccitato.
« Allora come va McLaggen? » chiese a Harry nervosamente, dimenticando di averlo già chiesto due volte.
« Te l'ho detto » gli rispose Harry, con pazienza, « anche se fosse un fuoriclasse non vorrei averlo in squadra comunque.
Dice sempre a tutti cosa fare, crede di poter giocare in qualunque ruolo meglio di noi. Non vedo l'ora di liberarmene.
E, a proposito » aggiunse, alzandosi e prendendo la sua Firebolt, « Vuoi smetterla di far finta di dormire quando Lavanda viene a trovarti?
Anche lei mi sta facendo impazzire ».
« Oh » fece Ron impacciato. « Sì. D'accordo ».
« Se non vuoi più uscire con lei, diglielo e basta » insistette Harry.
« Sì... be'... non è così facile, no? » obiettò Ron. Tacque un momento. « Hermione viene qui prima della partita? » aggiunse con noncuranza.
« No, è già scesa al campo con Ginny ».
« Oh » rispose Ron, rattristato...

***

Sii onesto Ronald
immagini tratte da internet

Ron dormiva ancora profondamente.
Quando Hermione andò a trovarlo in infermeria, Harry e gli altri Weasley erano già andati via da un pezzo. Se non avesse colto per caso la notizia dell'accaduto, da una delle solite pettegole voci di corridoio, chissà quando si sarebbero degnati di avvertirla che Ronald aveva rischiato di morire avvelenato. Sulle prime, Hermione aveva una gran voglia di mazzolare Harry. Ma poi, preoccupata più che altro delle condizioni di Ron, si disse che non era il caso di fare scenate.
Ron era vivo.
A conti fatti, quello era l'importante.
Sarebbe stata in seguito sua premura insegnare a Harry che certe "dimenticanze" sono peggio delle offese... e glielo avrebbe fatto capire a modo suo.
Dopo che Madama Chips l'ebbe fatta entrare nella stanza, raccomandandole di fare il più possibile silenzio, Hermione rimase un po' incerta e smarrita. Non capiva bene neanche lei il motivo per cui era lì: l'apprensione per Ron, il fatto che nessuno le avesse detto nulla oppure...
Si avvicinò al letto, piano piano, osservando la placida figura del compagno che dormiva.
Meno di qualche giorno addietro, dopo averlo visto tra le braccia di quell'oca giuliva di Lavanda Brown, Hermione avrebbe tanto voluto strozzarlo con le sue mani.

Il solo pensiero le ribolliva ancora dentro, peggio di una pozione sul fuoco, e le faceva un gran male.
Più male di quanto ella stessa sentiva di voler ammettere. Quel tipo di "male" che, anche se fisicamente non hai nulla, ti fa sentire da schifo lo stesso. 

- Stupido - pensò. - Scemo, imbecille... idiota!

Sentendo il calore umido che le scorreva lungo la guancia, Hermione si sfregò via le lacrime con la punta delle dita e si sedette di fianco al letto.
Quante volte aveva pianto per lui.
Quante volte aveva sofferto, per lui, e quante altre lacrime si era sforzata di trattenere per non dover apparire "debole" agli occhi di Harry o di quello stupido dai capelli rossi.
Niente da fare, Ron sembrava avere un talento innato, nel ferire i sentimenti delle persone. Riusciva sempre a farla star male, anche quando lei si sforzava di ignorarlo, e senza nemmeno volerlo intenzionalmente.
Possibile che lui fosse tanto ottuso da non rendersi proprio conto di nulla?
Hermione ricordava ancora il loro primissimo screzio, all'epoca del loro primo anno ad Hogwarts, quando si ritirò in bagno a versare tutte le lacrime che aveva in corpo... proprio per il modo in cui Ron aveva sottolineato ad alta voce "come" e "perché" i ragazzi erano soliti tenerla a distanza. Chiunque la vedeva era convinto di avere davanti un'insopportabile secchiona saccente, niente di più, e nessuno pareva volersi prendere la briga di interessarsi a lei.
Poi qualcosa cambiò: sia Harry che Ron, ciascuno a suo modo, avevano mostrato di tenere a lei; Hermione si era sentita accettata, parte di un gruppo, e la solidità della loro amicizia era quanto di più prezioso avesse mai avuto.
Ma, se Harry mostrava forse un po' più di tatto ( tanto quanto il suo essere "maschio" glielo permetteva! ), Ronald Weasley era decisamente un caso disperato.
Non una, non due, ma addirittura tre... Tre volte l'aveva insultata, in occasione del Ballo del Ceppo. E anche allora, nonostante la piacevole serenità che quella serata aveva avuto per lei, si era ritrovata da sola a piangere e a singhiozzare per le aspre ottuse parole di un piccatissimo Ron.
Non una volta si era detto pentito.
Non una volta si era detto pronto ad ammettere di aver sbagliato, né a chiederle scusa.
Mai.

- Perché? - sussurrò Hermione con amarezza, pur sapendo che Ron non poteva risponderle. - Perché continui a farmi del male, Ron... Che cosa ti ho fatto io? Spiegamelo!
Ron era bianco in volto, pallido come un cadavere, e Hermione fu quasi tentata di chiamare Madama Chips ma qualcosa la fece bloccare di colpo.
Ron si mise a borbottare nel sonno.

- Er... Er-mo-ne...

"Er-mo-ne"... Hermione?
Forse.
Ma perché Ron avrebbe dovuto mettersi a pronunciare il suo nome, in quelle condizioni oltretutto?
Non era in grado di intendere o di volere, sembrava più morto che vivo, eppure ( Hermione sapeva di non soffrire di allucinazioni ) lei lo aveva sentito distintamente.

- Ronald - mormorò. - Ronald, riesci a sentirmi ?

La risposta fu un altro borbottìo.
Hermione mise da parte un attimo tutti i rancori e i dissapori passati, rammentando altresì che Ron si era già trovato al suo posto quando, assieme a Harry, era andato a trovarla ogni giorno da che lo sguardo del Basilisco l'aveva pietrificata, e si chinò al suo fianco per sentirgli la fronte. Magari aveva la febbre, perciò ora stava delirando, ma la pelle era fresca al tatto. Hermione appoggiò la mano sulle lenzuola, sfiorando inavvertitamente quella di Ron, e fu allora che percepì un lieve movimento del ragazzo. Le dita di Ron si erano appena chiuse sulle sue, senza stringerle.
Hermione avrebbe potuto ritrarle, se avesse voluto, ma non lo fece. 

- He... Her... Hermione - riuscì finalmente a dire Ron, malgrado la difficoltà di articolare. - Hermione, ti... ti voglio bene!

Hermione sbarrò gli occhi confusa.
Quasi non riusciva a credere alle sue orecchie. Ron non lo avrebbe mai detto, se fosse stato in sé, dunque non vi erano dubbi che quelle parole corrispondevano al suo pensiero.
Ma quante domande, in quel momento, per la povera Hermione!
Se Ron le voleva bene, perché non fare o dire mai qualcosa per dimostrarglielo?
Se lei era importante per lui, perché metterla continuamente a disagio con parole o frasi del tutto fuori luogo?
Se era lei che desiderava baciare, perché "appiccicarsi" alle labbra di Lavanda come un gufo attaccato alla propria lettera?

- Maschi - sospirò Hermione, guardando Ron con un misto di comprensione e passiva rassegnazione. - Essere onesti proprio non vi si addice!

Hermione ricordava un passo celebre di Oscar Wilde, circa la sincerità degli uomini, e non poteva fare a meno di constatare che era proprio vero: "Un po' di sincerità è molto pericolosa e molta sincerità è addirittura fatale"... o qualcosa del genere!
Probabilmente Ron non sarebbe mai stato onesto con lei, né avrebbe avuto  il coraggio di dirle apertamente ciò che provava, pensando forse di celare i suoi sentimenti dietro la maschera dell'insensibile bietolone che tutti conoscevano bene.
Ma la verità è qualcosa di più dell'apparenza, a volte facile e a volte troppo difficile da distinguere, perché sta quasi sempre chiusa in un angolino in fondo al cuore.
Non si vede ma c'è!
C'è e, a volte, basta saperlo per capire e comprendere molte cose.
Di tutti gli atteggiamenti stupidi, di tutte le cavolate e le manifestazioni di ottusa imbecillità, vi era però quel bianco sassolino scintillante che, a chiare lettere, portava scritto il nome di Hermione nel cuore di Ron.

Hermione rimase accanto a Ron fin quando l'orario di visite glielo consentì, tenendo affettuosamente la mano del ragazzo tra le proprie, e dentro di sé non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe potuta andare tra loro se Ron si fosse mostrato più onesto con lei sin dall'inizio.
Alla fine, si disse semplicemente che Ron era fatto così: leale e coraggioso, irascibile e scontroso, ottuso ed attaccabrighe... e innamorato, sì, ma non certo di Lavanda Brown!
Di questo, ora, Hermione ne aveva perlomeno la conferma.

- Guarisci presto, zuccone che non sei altro - sussurrò lei, baciandogli la fronte con un sorriso. - E non credere di cavartela così, comunque! 


FINE


Angolo Autore:

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