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Autore: Jaredsveins    05/05/2015    6 recensioni
Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Ed eccomi qui con il quarto capitolo!
Volevo informarvi che ho appena finito di scrivere l'ultimo e sono quasi in lacrime, perché scrivere questa storia mi è piaciuto davvero molto. Ma non temete, ho già tante idee che mi frullano per la testa e potrei già aver iniziato a scrivere qualcos'altro, chissà. uwu
Beh comunque poi si vedrà, ancora dopo questo ci sono ben otto capitoli, dato che in tutto sono dodici.
Anyway, non mi perdo più in chiacchiere e spero che questo capitolo vi piaccia.
Un abbraccio!

-Feffe


4. Look into my eyes, it's where my demons hide.

 

Don’t want to let you down
But I am hell bound
Though this is all for you
Don’t want to hide the truth.

Demons – Imagine Dragons

 

Castiel arrivò a scuola con due occhiaie da far paura e con la voglia di vivere pari allo zero. Si mise al suo posto e chiuse gli occhi poggiando la testa sul banco, il professore stava ritardando e lui sperava non arrivasse proprio.

Dean entrò poco dopo in aula e andò accanto al suo amico, scompigliandogli i capelli con la mano. “Hai fatto le ore piccole con Meg?”

Castiel lo fulminò all'istante e mosse una mano a mezz'aria. “E tu con Lisa?”

Il biondo si morse il labbro colto in fallo e nonostante si sentisse nervoso da morire, scherzò con gli altri ragazzi della classe controvoglia per evitare lo sguardo di Cas, fino a quando il professore di storia non entrò in classe con la sua solita voce squillante.

Iniziò a spiegare il nazismo e ogni tanto fulminava chi disturbava la lezione, mentre Castiel sospirava ascoltando i piani che quel pazzo aveva fatto in passato. Donne, bambini, handicappati, tutti nei lager perché considerati inferiori e non solo loro, ma anche gli omosessuali.

E lì si aprì una grande risata da parte di Gordon, un ragazzo di colore che non stava simpatico praticamente a nessuno. “Faceva bene Hitler e togliere di mezzo quei froci.”

“Come scusa?” Il professore si alzò in piedi e batté una mano sulla cattedra. “Non si usano certi termini quando ci sono io e soprattutto, non si dicono queste cose. Ti rendi conto della crudeltà delle tue parole?”

“Cosa vuole prof? Se lo meritavano, no?”

“Sei proprio una testa di cazzo.” Quelle parole riempirono la classe e tutti gli alunni si girarono sorpresi verso chi aveva appena parlato. Castiel si era alzato in piedi e lo aveva detto con un tono talmente calmo che stonava con quell'insulto.

“Oh certo, la checca si sente attaccata.”

Lo ignorò. “Quindi secondo te quel pazzo faceva bene?”

“Ovviamente.”

“Beh allora dovresti sapere che il tuo amico uccideva anche la gente di colore. Vero?”

Gordon si zittì all'istante e Castiel continuò. “Quel che dovresti capire tu e molte altre persone, è che siete voi che fate questi discorsi a rovinare la società e non di certo due persone dello stesso sesso che si amano.” Lo fissò impassibile e se avesse avuto il potere di incenerire le persone, lo avrebbe usato su quello stupido. “Ah e per la cronaca, io sono davvero gay.” E detto questo si sedette con nonchalance, come se non avesse detto nulla e divertendosi nel sentire i suoi compagni fare un verso di sorpresa e poi un applauso, accompagnato da dei fischi.

Dean invece guardava Castiel sconvolto, non riuscendo a credere alle sue orecchie ed ai suoi occhi. Se avesse potuto, gli avrebbe fatto uno statua e avrebbe tanto voluto essere tranquillo come lui su quell'argomento. Dopo essersi svegliato quella notte non aveva più dormito praticamente ed era stato per ore intere a pensare e ripensare al suo sogno e alle parole di Lisa. Aveva capito che lo attraeva anche l'altro sesso e non poteva continuare a negarlo a se stesso, come se nulla fosse. Perché non c'era niente di male nel preferire un ragazzo, nel provare qualcosa per lui e lo aveva capito rimuginandoci un po', ma avendone la conferma in quel momento, grazie a Castiel.

Tre ore dopo, i due andarono in mensa per mangiare ma in realtà si misero a parlare di tutto e di più, ma senza fare alcun riferimento al giorno prima. Era come se non fosse successo nulla.

Almeno fino a quando Meg non si avvicinò al tavolo.

“Buongiorno!”Si sedé in braccio a Castiel che sospirò esasperato.

“Meg, adesso basta dai.”

“Perché? Ieri ti sei comportato malissimo lasciandomi lì..”

“Non hai sentito che gli piacciono gli uomini?” Dean intervenne e fulminò la rossa che sbuffò, alzandosi dalle gambe di Castiel.

“Ti odio Winchester!”

I due ragazzi si guardarono non appena lei se ne andò e scoppiarono a ridere, per poi farsi seri piano piano.

“E tu e Lisa?”

“Siamo stati insieme tutta la notte..”

Castiel strinse i pugni sotto il tavolo e annuì in silenzio, iniziando a giocare con il cibo sul piatto con la forchetta. Improvvisamente non aveva più tanta voglia di mangiare. Era incredibile quanto quel ragazzo lo influenzasse.

“E abbiamo dormito.”

Il ragazzo alzò lo sguardo confuso. “Come? Non avete..?”

“Nada.” Dean negò con il capo e poi prese un bel respiro, facendo per parlare quando poi suonò la campana. “Ne riparliamo all'uscita.”

 

Castiel stava aspettando Dean, poggiato al cancello della scuola e ricevendo delle pacche e dei complimenti da parte dei suoi compagni. Wow, se lo avesse saputo prima che la reazione sarebbe stata quella, avrebbe parlato prima della sua omosessualità. Non che nessuno non lo sospettasse.

“Eccomi, possiamo andare.”

“Andare? E dove?”

“Fidati di me.” Dean gli sorrise e gli fece cenno verso la sua piccola che stupenda spiccava tra tutte le altre automobili. L'aprì e si mise al posto del guidatore, accendendo la radio che fece partire i Guns e aspettando che il suo amico entrasse nel veicolo. Aveva intenzione di parlargli davvero subito dopo scuola, ma non sapeva dove e gli era venuto un posto in cui amava andare quando voleva stare da solo. Lì avrebbero avuto di certo più privacy.

Nessuno dei due parlò durante il tragitto, uno perché si sentiva nervoso e l'altro semplicemente non sapeva cosa dire perché non riusciva proprio a immaginare dove Dean lo stesse portando. Aveva detto che era una sorpresa e quindi era una cosa del tutto nuova per Castiel che non era abituato a riceverne. Si sentiva piuttosto libero dopo la sua confessione davanti la classe, finalmente avrebbe potuto essere se stesso. Mentre pensava, i due arrivarono a destinazione e quando Castiel scese dall'auto non poteva credere ai suoi occhi.

Davanti a lui c'era un prato immenso pieno di fiori e con un bel lago al centro, da cui un gatto stava bevendo. Il cielo rifletteva sull'acqua cristallina e c'era un silenzio religioso che fece venire voglia al ragazzo di rimanere lì per tutta la vita. Era bellissimo quel posto.

“Che te ne pare?”

“E' stupendo!” Castiel sorrise e andò alla riva del lago, piegandosi e toccando l'acqua che si verificò tiepida.

Dean lo raggiunse e sorrise, sedendosi e guardando il ragazzo accanto a se. I suoi lineamenti erano rilassati e contenti al tempo stesso, gli occhi gli brillavano e i capelli scompigliati gli cadevano sulla fronte.

“Come mai mi hai portato qui?”

“Perché devo dirti una cosa e volevo che fossimo solo io e te visto che prima non ho potuto dirti nulla.”

“Mh, devo preoccuparmi?”

“Dipende.” Dean strinse i denti e si mise a ridere mentre lo diceva, stringendosi nelle spalle e sentendo delle fitte allo stomaco che in quel periodo erano sempre più frequenti quando era accanto a Castiel, le famose farfalle allo stomaco. “Però ti prego di non interrompermi.”

L'altro annuì e sorrise, nonostante iniziasse ad avere paura di quel che l'amico stesse per dirgli.

“Ieri se non è successo niente con Lisa c'è un motivo. E quel motivo sei tu.” Prese un bel respiro e proseguì. “Prima di conoscerti ero completamente solo, avevo solo Bobby e non pensavo che sarei mai riuscito a sentirmi come sto con te. A volte mi rendo conto di essere troppo freddo e scostante, mi rendo conto di essere praticamente uno stronzo da picchiare ma non lo faccio per ferirti. Lo faccio per proteggerti.” Dean non riusciva più a fermarsi, ormai era un fiume in piena e pensò che doveva approfittarne per dire tutto quel che provava. “Vorrei proteggerti da tutto quel che c'è dentro me, perché sono sicuro che non ti piacerebbe. Tuttavia, sono qui e sto per dirti quel che volevi sapere.”

In quel preciso istante Castiel trattenne il respiro. All'inizio sembrava che Dean stesse per dichiararsi e invece stava per raccontargli qualcosa della sua vita e lui lo apprezzò moltissimo. Gli stava finalmente dimostrando che si fidava davvero.

“Ti sarai reso conto che non parlo mai della mia famiglia e che mi innervosisco quando mi chiedi qualcosa inerente a questo. Beh ecco, io non ho più una famiglia Cas. Tutto quel che ho è Bobby. Sette anni fa tornando a casa, ho trovato i miei genitori e mio fratello..” Dean deglutì e abbassò lo sguardo, vedendo gli occhi sgrananti di Castiel. “morti. Erano morti Cas e cazzo, ha fatto male. Ha fatto un male assurdo e tutt'ora se ci penso mi viene voglia di suicidarmi. Mi viene voglia di spaccare il mondo e incazzarmi da morire ma poi mi rendo conto che è inutile, perché niente li riporterà più indietro.”

Castiel ascoltava e non intendeva interrompere Dean, soltanto si avvicinò a lui e lo abbracciò forte. Lo strinse con talmente tanta forza da sentire male alle braccia ma non gli importava. Adesso tutto era più chiaro, adesso capiva davvero cosa turbava il suo amico.

“Vorrei solo che fossero qui..” Sussurrò il biondo e si lasciò andare contro Cas, mordendosi il labbro e lottando contro se stesso per non far uscire le lacrime.

“Shh..” Castiel gli prese il viso e lo guardò negli occhi, sfiorandogli le guance con le dita e cercò di fare una piccola risata per sciogliere la tensione, ma ciò che gli uscì fu un suono roco e strano. “Perché mi piacciono sempre i ragazzi incasinati?”

Dean fece una risata amara, mentre una lacrima ribelle scese lungo il suo viso.

“Tu non hai idea di quanto mi dispiaccia tutto questo, D. Se solo potessi prendere tutto quel dolore che hai dentro, lo porterei in me e non mi fregherebbe nulla di star male. A me basterebbe vedere te sorridere. Perché sei tu che mi fai felice ormai e cavolo, mi sento uno stronzo per tutte le brutte cose che ti ho detto e per tutte le volte in cui mi sono arrabbiato perché non hai mai voluto parlarmene. Adesso capisco tutto e io sono qui, okay? Sono qui perché io t..”

E Dean lo interruppe, poggiando le labbra alle sue con spinta, talmente tanto da ritrovarsi sopra Castiel. Poggiò le mani ai lati del suo viso e chiuse gli occhi quando non incontrò alcun tipo di ribellione o fastidio dall'altra parte. Poggiò il petto a quello del suo amico e si lasciò andare, pensando che non aveva mai dato un bacio migliore di quello. Perché adesso quel ragazzo sapeva del suo passato e non era scappato, non lo aveva guardato con pena, al contrario gli aveva detto che gli sarebbe stato accanto facendolo sentire importante. Facendolo sentire qualcuno. Si stava aggrappando a lui come se fosse la luce alla fine del tunnel.

Castiel riconobbe in quel bacio la disperazione che Dean portava dentro, tutta la frustrazione e la voglia trattenuta che aveva di lui.

“Wow..” Sussurrò Cas appena si separarono e poi si mise a ridere.

“Cas, non cambiare mai..” Dean poggiò la fronte a quella dell'altro e sospirò, chiudendo gli occhi e stringendolo tra le sue braccia con forza. Temeva che fosse tutto un sogno e voleva tenerlo con se in ogni caso. “E' grazie a te se sono riuscito a parlare di tutto questo..”

“No, è merito tuo.” Sussurrò l'altro, prendendogli il viso e sorridendogli. “Dean Winchester, non conoscerò mai più un ragazzo forte come te. So che è scontato da dire, ma se un giorno quella forza dovesse venire a mancare io sarò qui. Noi due combatteremo insieme, ci diplomeremo e saremo felici insieme, come una vera coppia.” Solo dopo Castiel si rese conto di quel che aveva detto e sgranò gli occhi. “Cioè, non che noi..”

Dean lo zittì con un altro bacio, accarezzandogli il braccio con una mano e prendendo la sua con l'altra, intrecciando le dita alle sue.

Dunque era di questo che parlava Bobby quando gli diceva che sfogarsi gli avrebbe fatto bene? Era questo che intendeva quel vecchio burbero quando gli diceva che nella vita amare qualcuno non fosse così male come lui pensava? Era questo che intendeva quando gli diceva di non disgustarsi di quel che era, ma piuttosto di essere orgoglioso dell'uomo che piano piano stava diventando? Chissà se i suoi genitori fossero stati fieri di lui, chissà cosa avrebbe detto Sammy sapendo che invece di una cognata avrebbe avuto un cognato. Chissà cosa avrebbero pensato sapendo che Dean dopo sette anni era finalmente riuscito a sfogarsi e parlare di loro.

Adesso che lo aveva detto a qualcuno era come se il suo dolore fosse meno pesante, era come se un pezzetto fosse andato via e al posto suo si fosse piazzata la speranza che non tutto era perduto, che tutto sarebbe andato per il meglio per arrivare alla tanta agognata felicità. E per giungere a quest'ultima aveva bisogno di Castiel che in quel momento lo stava stringendo a se come se fosse l'unica cosa che lo tenesse ancora in terra.

“Voglio stare con te.”

Dean non rispose e lo strinse ancora, sentendo l'altro ricambiare.

Entrambi chiusero gli occhi non dicendo più nulla. Solo si limitarono ad ascoltare i propri respiri e i propri battiti diventare piano piano più stabili.

Dean non sarebbe mai più rimasto solo, non con Castiel al suo fianco.

  
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