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Autore: ClearLove    05/05/2015    2 recensioni
La vita di Ran scorreva tranquilla come sempre: scuola, amici, uno Shinichi testone che la faceva sempre arrabbiare, insomma nulla di nuovo! Poi un giorno tutto cambierà, quando Shinichi per una serie di coincidenze si ritroverà di fronte a un punto di rottura tra lui e l'amica d'infanzia dalla quale non saprà come uscirne, se non... vuotando il sacco! Ma le incomprensioni non saranno le uniche a mettere i bastoni tra le ruote ai protagonisti, il pericolo è nascosto dietro l'angolo in attesa di colpire e farla finita una volta per tutte.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5: Imprevisti notturni

 

 
Quella sera non tirava nemmeno uno spiraglio di vento, tutto era calmo e tranquillo all’infuori della mente di Conan che vorticava a destra e sinistra senza darsi pace.
Ran, al contrario, non riusciva a spiegarsi quella strana sensazione di pace e beatitudine che l’avvolgeva. Era da tanto tempo che non riusciva a ritagliarsi un po’ di tranquillità in quella vita frenetica ed estenuante. In un certo senso la vicinanza di Hiroshi le faceva bene, davvero bene. I problemi sembravano sepolti sotto uno spesso strato dalla quale non riuscivano più a raggiungerla e il sorriso le veniva istintivamente.
Questa situazione le era abbastanza familiare, solo una persona prima di lui era riuscita a darle così tanto. Sinichi.. Ed ecco che senza accorgersene, nonostante fosse per mano insieme ad un altro ragazzo, ripensò a lui.
 
Shinichi.. chissà cosa starà facendo in questo momento. Chissà se mi ha più pensata quest’ultimo periodo, chissà quanta gente nuova avrà incontrato e chissà cosa potrebbe pensare se potesse vedermi in questo momento. Probabilmente non glie ne fregherebbe nulla.. Già. Quello stacanovista insensibile e assente, presuntuoso, egoista e traditore.
 
Ran si fermò un attimo e rivalutò quell’ultimo suo pensiero. Traditore lui? Perché la sua mente dovrebbe pensare a una cosa del genere? Poi iniziò a fissare la sua mano stretta a quella di Hiroshi: sembrava più lei la traditrice in quel momento.
No.. Non posso. Improvvisamente un brivido le scese lungo la schiena e senza nemmeno accorgersene ritirò la mano da quella di lui scatenando una scena piuttosto imbarazzante.
Hiroshi si fermò e la guardò negli occhi mentre lei cercava di abbassare la testa, non sapendo di preciso cosa dire.
“Scusami Ran-san.. Ti dava fastidio? Non ci ho pensato molto al significato che poteva avere, l’ho fatto e basta..” cercò di scusarsi lui realmente pentito, non aveva seriamente dei doppi fini nonostante lei gli piacesse eccome.
Ran alzò il viso sorridendogli, infondo sapeva che aveva seriamente esagerato.
“Hiroshi-kun perdonami, è colpa mia.. lo so che sto esagerando, non so cosa mi abbia preso”
“Non preoccuparti Ran-san, tranquilla davvero. Sono stato istintivo senza pensarci due volte”.
Ran rimase in un primo momento impietrita davanti a lui, non riusciva a spiegarsi il perché dalla pace più totale era passata ad una indecisione sorprendente. Il brivido di prima tornò a farsi sentire e non riuscì a passare inosservata, era evidente che qualcosa non andava.
Hiroshi continuò a guardarla con due occhi che, uniti al leggero bagliore della luna, riuscivano a brillare neanche fossero due vere stelle. Il suo sguardo trasmetteva tutto quello che lei aveva tanto cercato in qualcun altro: serenità, fiducia, sicurezza, felicità, passione.. Tutto.
Lei rimase ancora una volta ferma ammaliata non riuscendo più a capire che diavolo le stava accadendo finché lui, con un sorriso ingenuo e un leggero imbarazzo, le allungò una mano fino a poterle accarezzare il viso con il palmo.
“Ran-san ascolta.. Credo che questo sia uno di quei momenti in cui va colto l’attimo. Credimi non voglio farti nessuna fretta e non voglio nemmeno essere invasivo” proferì mentre le labbra iniziarono lentamente a seccarsi dalla tensione. In quello stesso momento una leggera brezza scompigliò i capelli di lei e lui no riuscì a non farsi trasportare dall’emozione: gli piaceva anche il suo semplice modo di spostarsi le ciocche dietro alle orecchie con l’intendo di domarle.
“Ascolta Ran-san..Io…” le palpitazioni aumentarono “Ho bisogno di.. dirti una cosa”
Ran nel profondo sapeva già cosa stava succedendo e in vita sua giurò di non essersi mai ritrovata in una situazione del genere prima, la confusione le annebbiò la mente e una sorta di terrore si impossessò di lei. Terrore della novità, terrore di sbagliare, terrore di non sapere cosa volesse veramente il suo cuore.
“Hiroshi-kun…” sussurrò in preda al panico deglutendo quel poco che le rimaneva della saliva.
“Lo so che non è il momento giusto per te, lo so che hai in sospeso qualcosa..” le palpitazioni continuarono ad aumentare e le labbra quasi si impastavano dalla tensione “Ma devi sapere che tu mi piaci. Mi piace vederti assorta tra i banchi di scuola, mi piace riaccompagnarti a casa dopo le lezioni, mi piace poterti salutare la sera e darti il buongiorno alla mattina, mi piace come sorridi, mi piace il tuo profumo,e credimi potrei continuare ancora per molto” disse poi infine tutto d’un fiato cambiando completamente colore ma sempre sicuro di sé.
L’oscurità della notte in qualche modo contribuì nel render magico quel momento. Il paesaggio che li circondava sembrava come se donasse loro la privacy e l’atmosfera di cui avevano bisogno. Il suono dei grilli accompagnò quel momento di silenzio tra i due, l’uno di fronte all’altra a guardarsi negli occhi senza proferir parola. Improvvisamente Ran prese fiato cercando di capire come poter formulare una semplice risposta, non riuscendoci minimamente.
Quello che provava lei in quel momento era una cosa che non aveva nessun filo logico, niente l’avrebbe mai potuta preparare ad affrontare un momento del genere. Dopo tantissimo tempo si sentì sprofondare in un universo di emozioni sconosciute, colpevole solo di provarle con una persona che non era lui.. Shinichi.
Ed eccolo di nuovo quel pensiero che non usciva mai dalla sua testa, anche in un momento del genere. Possibile che mi debba venire in mente in un momento come questo?
“Ascoltami Ran-san, non ti sto dicendo questo perché voglio una risposta, ci tenevo solo a dirti ciò che provo” continuò lui resosi conto della situazione di confusione creatasi in lei. Era sempre la stessa storia, continuava ad essere un libro aperto per chiunque tant’era difficile per lei nascondere le proprie emozioni.
Ran si portò nuovamente una delle sue ciocche ribelli dietro all’orecchio e, schiarendosi la voce, si risvegliò dai suoi pensieri “Scusami Hiroshi-kun.. Non ti nascondo che mi abbia fatto piacere la tua dichiarazione”…cercò nuovamente di scegliere le parole giuste “E’ che non so nemmeno io cosa mi frulli in testa, sono in confusione totale..”
Hiroshi a quel punto le sorrise di nuovo “Immaginavo una situazione del genere, ma come ti ho già detto non voglio che tu mi risponda su cosa provi per me. Prendila con tranquillità e schiarisciti le idee! Nel frattempo posso continuare ad essere il tuo compagno di squadra milady?” finì scherzando e porgendole nuovamente la mano “Credimi farti fretta è proprio quello che non voglio. Fidati di me”.
Ran sorrise e questa volta accettò più serena di dargli la mano. A quel tocco si sentì nuovamente irrigidire, riusciva sul serio a trasmettergli una sensazione a lei sconosciuta fino a quel momento.
 
Sconosciuta? Sicura?
 
“Va bene, a patto che la mia presenza non ti disturbi troppo per le indagini. Sai voglio come minimo arrivare sul podio” disse tornando spensierata e felice come poco prima. Felice di non dover dare immediatamente una risposta ai suoi dubbi, di non dover giustificare subito a se stessa quello che stava facendo e quello che stava provando.
“Affare fatto. Su adesso muoviamoci!” Finì Hiroshi mentre tentò di fare il primo passo prima di essere anticipato da un urlo mostruoso.
“AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!”
Adesso non fu solo Ran ad essere impietrita, anche Hiroshi dovette fermarsi e ragionare prima di formulare una qualsiasi reazione. Era difficile capire bene da che parte potesse provenire un urlo nel bel mezzo di quel bosco, di notte, sapendo che quasi una trentina di ragazzi si aggiravano sparsi proprio come loro. Il vento in quello stesso momento si alzò improvvisamente trasportando con se un odore inconfondibile per chiunque, amaro e pungente: odore di sangue.
“Hiroshi-kun hai sentito anche tu?” chiese lei rabbrividendo.
“Ho paura di si.. Dev’essere successo qualcosa non molto distante da noi” disse lui cercando di fare il più serio e coraggioso possibile.
Qualcosa non andava e a quel puntò diventò palese per entrambi, il terrore provato poco prima non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che stavano provando in quel momento.
Le gambe divennero come cortecce d’albero fisse e ben salde a terra mentre un leggero tremolio le percuoteva, nel profondo sperarono di essersi sbagliati e di aver completamente frainteso la situazione. Non poteva essere vero, non in una serata del genere, non tra di loro.
“Forza Ran andiamo a vedere” disse poi Hiroshi ripresosi dalla paralisi temporanea.
“Ho paura di scoprire qualcosa che non vorrei vedere”
“Finché non andiamo non lo sapremo mai. Su forza grandissima combattente di karate senza macchia e senza paura, in marcia!!” disse lui poi strattonandola e correndo verso la direzione dalla quale proveniva poco fa l’urlo straziante. Nel giro di pochi secondi sembrava che lo spavento fosse completamente sparito, a differenza di lei che ancora faticava a respirare regolarmente.
 
 
*   *   *   *
 
 
Conan si rigirò su sé stesso come faceva ormai da due ore senza trovare il benché minimo sollievo.
Quella probabilmente fu una delle serate peggiori della sua vita: impotente, pensieroso, spaventato e rabbioso. Il pensiero che tra lui e Ran si sarebbe potuto infiltrare una persona esterna non gli era mai passata nemmeno nell’anticamera del cervello, preso com’era a risolvere i suoi casi e a condurre quella nuova vita nei panni di un bambino di sette anni. Un bambino? Be certo l’aspetto non lasciava intendere diversamente, ma la sua testa non apparteneva minimamente al corpo nel quale era rinchiuso. E faceva male, un male cane. Rendersi conto che presto avrebbe perso una delle poche ragioni per cui tuttora lottava, la persona che più desiderava al mondo, l’amica di infanzia che non sarebbe potuta esser sostituita da nessuno, quella con cui ormai conviveva da quasi due anni. In quel momento si rese conto di trovarsi di fronte ad una scelta: teneva davvero così tanto a lei al punto di cedere e svuotare il sacco pur di tenerla accanto a se o, al contrario, era meglio lasciar correre pur di volerla sapere salva? Conan, o meglio… Shinichi sarebbe stato in grado di vederla tra le braccia di un altro ma al sicuro? Questi pensieri gli facevano quasi accapponare la pelle, non ci voleva nemmeno pensare! I suoi dubbi sicuramente lo avrebbero crogiolato lentamente, non ne poteva più di rigirarsi ed innervosirsi ogni minuto di più. Quella sarebbe stata sicuramente una lunghissima nottata senza riposo, si era ormai convinto che anche se fosse riuscito a prender sonno avrebbe fatto degli incubi mostruosi.
Cosa devo fare? Qual è la scelta giusta da fare?..
 
AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHH!!!!!!
 
Conan si tirò su a sedere senza nemmeno pensarci due volte. Quell’urlo flebile gli aveva fatto venire uno strano presentimento, e quando il suo intuito diceva una cosa era quella: doveva andare a vedere immediatamente. Senza neanche pensarci su si alzò in piedi, infilò le scarpe e corse fuori passando dall’enorme finestra che dava proprio verso il bosco, non preoccupandosi minimamente di non far rumore per la povera Aiko che dormiva beata poco distante da lui. Passò tutto in secondo piano tranne lei, Ran. Ti prego dimmi che lei sta bene, ti prego!
Corse con tutta l’energia che aveva in corpo ma era difficile stabilire bene quale direzione imboccare. L’urlo che aveva sentito poco prima era piuttosto distante dall’albergo e a malapena era stato in grado di sentirlo, figuriamoci come faceva a distinguere in un batter d’occhio da dove poteva provenire. Fidandosi del suo solo istinto corse senza mai guardarsi indietro, sicuro che la dove stava andando ci sarebbe stato bisogno del suo aiuto.
 
 
*   *   *   *
 
“O mio Dio!!!!” Urlò Ran portandosi le mani al viso e coprendosi gli occhi come poteva, non ci voleva credere, non ci POTEVA credere.
Di fronte a lei giaceva un corpo senza vita di una ragazza dell’altra classe, aveva fatto appena in tempo a vederla poco prima in camera sua, quasi non si ricordava bene nemmeno i suoi lineamenti.
E adesso vederla li e studiarla da morta era una cosa alla quale non poteva resistere, le faceva troppa rabbia e tristezza. Velocemente delle lacrime le solcarono il viso e si dileguarono copiose lungo i suoi zigomi, facendo strada a quelle che poi le avrebbero seguite.
Hiroshi a sua volta rimase impietrito nuovamente. Sbarrò gli occhi e tentò di ricordare il nome di quella povera ragazza che fino a poco prima era con loro in camera a ridere e scherzare. Fu una cosa inconcepibile per lui. Non aveva mai visto un cadavere prima, ma la posizione di quest’ultimo lasciava presagire che c’era qualcosa di molto inquietante sotto. La gonna sollevata e il viso quasi adiacente al bordo dell’acqua del lago, con un enorme squarcio all’altezza dell’addome dalla quale era fuoriuscito un elevata quantità di sangue e diversi ematomi qua e la, specialmente nelle gambe. Istintivamente abbracciò Ran con fare protettivo e portò il viso di lei verso il suo petto, quasi a volerle nascondere quell’orrenda visione. Questa prova di coraggio si stava trasformando in un vero incubo.

 

 
 

 

To be continued….
Ed eccomi di nuovo qui a continuare questa storia! Ad essere sincera questo capitolo ho cercato di renderlo più ‘leggero’, mi rendo conto che a volte mi soffermo troppo sui dettagli e la storia potrebbe risultare lenta! Spero che non si noti la differenza, e spero anche di non aver fatto troppi errori. Molte cose, come i suffissi, faccio fatica a farmeli entrare in testa :D
A prestissimo!!  
                                                                                                                                            xoxo

 
 
   
 
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