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Autore: Hi Fis    05/05/2015    1 recensioni
Adattamento in raccolta del primo capitolo completo della saga di Mass Effect. Vuole essere il mio tributo alla saga fantascientifica della Bioware, il racconto del primo capitolo della saga di Mass Effect e la mia prima long-fic. Comandante Shepard di questa raccolta è un ricognitore, spaziale, eroina di Elysium.
Si basa decisamente sul lore e sulle avventure presenti nel videogioco, cercando di dare al tutto una forma il più coinvolgente possibile.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Un amico è qualcuno che ha i tuoi stessi nemici.
Abrahm Lincoln
 
Udina non parlò con nessuno di loro fino a quando non furono di nuovo nel suo ufficio: anche al riparo da orecchie indiscrete però, l'ambasciatore faticò a non maledire Anderson e ad insultarlo, come avrebbe invece meritato.
"È stato un errore portarla all'udienza, capitano. Lei e Saren avete troppi precedenti: ha messo in dubbio le nostre motivazioni."
"Conosco Saren: sta lavorando con i Geth per una ragione. Annientare l'Umanità: ogni colonia che abbiamo è a rischio, ogni mondo che controlliamo è in pericolo. Anche la Terra..." disse debolmente Anderson, ma non c'era forza nelle sue parole, né convinzione, al punto che anche Williams dubitò di lui: le sembrava che lo ribadisse per crederci lui per primo.
"Non sia melodrammatico..." lo zittì brusco l'ambasciatore.
"Quali opzioni abbiamo?" chiese il comandante, e la sua voce fu calma.
Shepard controllava ancora le sue emozioni: era inquietante per certi versi, come se si fosse svuotata di ogni sentimento. Le sue parole furono una doccia gelata per i presenti:
"Non molte. Essendo uno Spettro, Saren è virtualmente intoccabile. Dobbiamo trovare un modo per dimostrare la sua colpevolezza." disse Udina, afferrandosi il mento in una mano e il gomito nell'altra.
"...Potremmo provare con Vakarian, l'investigatore C-Sec? ...L'abbiamo visto discutere con l'Esecutore." spiegò Alenko: "Potrebbe avere qualche indizio utile."
"O ancora meglio." disse Williams, anche se si rese conto che ormai stavano cercando un miracolo: "Stava chiedendo più tempo per completare le indagini... Sembrava vicino a scoprire qualcosa."
Veniva così difficile credere al capo artigliere in quel momento, ma Udina sembrò non farci caso:
"Non dovrebbe essere difficile trovarlo." concesse Shepard.
"Non ci conterei: se vogliamo trovare le prove contro Saren, dobbiamo agire in fretta, ma soprattutto, in incognito: se Saren ricevesse notizie che stiamo ancora indagando su di lui, protesterebbe con il Consiglio, che ci legherebbe le mani. Non possiamo agire allo scoperto, e questo esclude passare per l'Esecutore."
"...Ha qualche idea?"
"Ho un contatto al C-Sec che può aiutarci a trovare Vakarian. Il suo nome è Harkin..."
Il volto di Anderson si riempì di disgusto:
"Assolutamente no. Hanno sospeso Harkin per essersi sbronzato in servizio. Non perderò tempo con quel fallito."
"Infatti lei non dovrà farlo." ribatté Udina: "Non voglio che il Consiglio usi i suoi trascorsi con Saren per ignorare tutto ciò che scopriremo. Shepard si occuperà di tutto."
"Sta davvero chiedendo al capitano di farsi da parte?"
"...L'ambasciatore ha ragione Shepard. È un sacrificio necessario..."
"Ma non è giusto." disse Williams.
"E che importa, marine? Deve comunque essere fatto." la rimbeccò Udina.
Anderson annuì a malincuore, anche se probabilmente avrebbe volentieri preso a pugni l'ambasciatore in quel momento:
"...Harkin probabilmente si starà sbronzando all'Antro di Chora: è un piccolo, sudicio locale nei bassifondi dell'agglomerato Bachjret. Non ti sarà difficile trovarlo."
"Bene, ha una pista, comandante: si dia da fare. E mi porti buone notizie."
Shepard non considerò nemmeno l'ambasciatore, rimanendo a fissare il capitano.
"Alenko, Williams: aspettatemi sulla Normandy, vi raggiungerò subito. Signore, le andrebbe di fare quattro passi per il Presidium?"
Dal tono in cui lo disse, Williams dubitò che volesse ammazzare il tempo.
 
Il comandante non li fece aspettare molto: Williams e Alenko avevano preso un trasporto pubblico per tornare alla Normandy, ma non avevano fatto in tempo a togliersi nemmeno l'uniforme prima che il comandante li convocasse entrambi in sala comunicazioni. Il tenente non aveva mai lavorato con Shepard prima di Eden Prime, ma stava imparando: l'N7 era... complicata, in mancanza di altri termini con cui meglio descriverla. Aveva già sperimentato la cortese, seppure un po' fredda, efficienza del comandante a bordo della Normandy e allo stesso modo, il suo lieve umorismo sul campo di battaglia. Poi c'era stata il comandante che aveva decapitato un Geth con un pugno, e Alenko era dannatamente felice che fosse dalla loro parte...
Chi incontrarono nella sala comunicazione fu... altro: qualcosa aldilà della semplice furia, molto lontana da quella rabbia che bolle il sangue e fa prendere in considerazione l'idea di sradicare palazzi. Fu alieno: una glaciale apparenza, che avrebbe trovato sfogo solamente in parole misurate, un'impeccabile sintassi e un rasoio affilato appoggiato ai genitali di qualcuno.
Il fatto che l'N7 avesse avuto il tempo e l'intenzione di indossare la sua corazza da combattimento non presagiva niente di buono:
"Ho acquisito alcune informazioni dal capitano Anderson..." Alenko cercò di non immaginare cosa Shepard intendesse esattamente con quello. "... E sono giunta alla conclusione che Saren sia davvero pericoloso come pensa." finì il comandante voltandosi.
No, Williams non osò sostenere quello sguardo, limitandosi ad osservare il centro della fronte di Shepard, cercando allo stesso tempo di confondersi con lo sfondo della stanza e di mantenere un'aria marziale.
"...Eden Prime è stato probabilmente un banco di prova per Saren. Il suo insuccesso sulla colonia è da imputare più alla scarsità di tempo a sua disposizione, piuttosto che al nostro intervento. Dubito che stia prendendo di mira direttamente gli Umani, ma qualunque cosa abbia in mente, risulterà in un numero incalcolabile di vittime."
"Quindi cosa facciamo, signora?" chiese Alenko.
"Seguiamo gli indizi. Ma lo faremo come marine: si fotta Udina. Vi voglio pronti ed equipaggiati per un conflitto a fuoco sulla Cittadella. Ci muoviamo in un minuto."
"Aye Aye, ma'am." rispose Williams scattando sull'attenti.
"Comandante..." un conflitto a fuoco sulla Cittadella? L'idea non piaceva affatto a Kaidan...
"È un ordine tenente." lo zittì Shepard: non dovette alzare la voce per fargli comprendere che non avrebbe cambiato idea, anzi. Il tono del comandante fu appena al di sopra di un sospiro:
"...Sì signora." rispose Alenko salutando, e seguendo Williams fuori dalla sala comunicazioni: anche il tenente sapeva che c'erano battaglie che non poteva vincere.
Meglio concentrarsi su quelle in cui aveva una possibilità: come impedire alla marine davanti a lui di portarsi dietro delle granate.
 
***
 
Williams e, per fortuna, anche Shepard, non avevano preso granate: magra consolazione per il tenente, dato che viaggiavano ciascuna con uno shotgun e una pistola, e Alenko era stato costretto a portarsi dietro il suo M7.
La Cittadella non era priva di criminali, ma erano manager più che tagliagole: non mancavano i reati violenti o passionali, com'era da aspettarsi quando più di 13 milioni di persone vivevano assieme, ma gli omicidi dolosi erano una rarità sulla Cittadella. Questo, assieme alle dicerie che si raccontavano sugli Umani, garantì a farli apparire ancora più temibili agli abitanti della stazione: nessuno li aveva fermati mentre prendevano una vettura di trasporto pubblico, ma il tenente aveva percepito chiaramente i brutti sguardi che erano stati rivolti loro dagli alieni. In quel momento, stavano incarnando perfettamente i pregiudizi altrui sulla loro specie: creature d'azione, astute e capaci di crudeltà efferate. Il peggio, era che Alenko sapeva perfettamente quanto quei preconcetti fossero giustificati, specie nel loro caso.
La vettura di trasporto pubblico, un veicolo con capacità di volo, era piuttosto stretta per tre marine armati e corazzati, ma il tenente non si lamentava, dato che era seduto dietro. Shepard invece, era ai comandi: un'attività non necessaria, dato che era possibile inserire il pilota automatico, ma probabilmente lo faceva per tenere occupate le mani.
"Qual è il piano signora?" chiese Williams al suo fianco controllando il suo shotgun, un modello Storm regolamentare della HK.
"Troviamo Harkin e ci facciamo dire dove si trova Vakarian." rispose brevemente l'N7.
"E se non volesse collaborare?"
"Lo farà. Se sa cosa è meglio per lui." esalò il comandante con un cupo tono di voce.
"...Che cosa le ha detto il capitano, signora?" chiese il tenente.
"Non posso parlarne liberamente, Alenko, ma ha confermato alcuni miei sospetti."
"...Crede che il fine giustifichi i mezzi?"
"Credo che non abbiamo già più tempo per preoccuparci di questo. Dobbiamo dimostrare al Consiglio che Saren ha voltato loro le spalle. Ad ogni costo." rispose funerea, mentre il veicolo li depositava alla loro destinazione.
L'Antro di Chora, dove avrebbero dovuto trovare Harkin, era davvero nei bassifondi della stazione: non c'era traccia dei caldi ambienti luminosi del Presidium, dei mercati o della roboante e continua processione che era il melting pot della Cittadella. Lo squallido locale era stato aperto in una zona buia dell'agglomerato, vicino al distretto industriale. Shepard e gli altri lo sentirono prima di vederlo: il basso pulsante di musica fatta per stordire.
Seguirla fu facile, fino a trovarsi di fronte ad un'anonima porta: non c'era nessuna insegna all'esterno, solo l'ologramma stilizzato di una spogliarellista sopra l'ingresso.
"Uh..." fu il commento di Williams, quando la soglia si spalancò di fronte a loro.
All'interno, trovarono più baristi e ballerine Asari che clienti: un variegato campionario di miseria umana, qualche Turian... e il capo artigliere vide anche un paio di Salarian. Su tutti, vigilavano buttafuori Krogan dallo sguardo truce, di cui Williams non incontrò lo sguardo: la marine non era stupida fino a quel punto.
I Krogan erano stati una razza di guerrieri e conquistatori un tempo, elevati dal Consiglio per combattere un terribile conflitto interstellare, che allora durava già da un secolo: le guerre dei Rachni. Quando però, dopo aver estinto quel nemico e aver guadagnato un posto tra le stelle, i Krogan si erano ribellati cercando di conquistare la galassia, il Consiglio li aveva colpiti con un arma biologica, che ne aveva alterato per sempre la genetica, rendendoli quasi sterili.
Ora, i Krogan sono una razza in declino, i cui individui traggono sostentamento lavorando come guardie del corpo, mercenari e cacciatori di taglie, poiché l'evoluzione è stata prodiga con loro: ogni Krogan adulto raggiunge facilmente i duecento chili di peso, due quintali di muscoli ipertrofici e lineamenti da rettile, mentre la loro anatomia ridonante, con più copie di ogni organo vitale, unita ad una rapida capacità di guarigione, garantisce che siano molto difficili da uccidere e temibili da combattere. A causa della loro condotta violenta inoltre, ancora oggi la loro esatta aspettativa di vita è sconosciuta: certamente superiore a quella degli Asari, anche se nessuno sa esattamente quanto, nemmeno i Krogan stessi. I nativi di Tuchanka, loro pianeta natale, non muoiono nel loro letto, e se qualche Krogan è mai morto di vecchiaia, nessuno lo ricorda più.
 


 
Fedeli alla loro fama, il capo artigliere osservò con la coda dell'occhio quella che sembrava essere una rissa fra due Krogan in procinto di scoppiare: i contendenti erano un buttafuori del locale, più piccolo, e un esemplare assai più grande, in una corazza da combattimento rosso sangue.
"Stai indietro Wrex! Fist ci ha detto di farti fuori se ti fossi fatto vedere." berciò il buttafuori.
Williams dubitava che l'altro Krogan sarebbe stato facile da uccidere: sembrava che le giunture della sua corazza fossero pronte a saltare per il gioco dei suoi muscoli.
"E allora che aspetta? Sono qui forza!"
Il capo artigliere sentì quelle parole rimbombarle nel petto: era come ascoltare una valanga che avesse trovato il modo di produrre suoni compiuti facendo cadere ordinatamente i suoi sassi.
"...Questa è l'unica occasione che avrà. Fossi in lui, la sfrutterei."
"Fist non verrà, Wrex. Fine della storia!"
"La storia... è appena cominciata." rispose Wrex, prima di dare le spalle al buttafuori e dirigersi verso l'uscita.
A mano a mano che si avvicinava, Williams si accorse che era brutto come il peccato, con diverse cicatrici sul lato destro della faccia, che andavano dall'ampia placca ossea che i Krogan avevano per fronte, dello stesso colore della sua corazza, giù, oltre il mento e fino all'attaccatura del collo, spesso quanto il copertone di un camion.
Il Krogan doveva averla vista mentre lo fissava, perché si diresse dalla loro parte:
"Via dalla mia strada Umana, prima di restare coinvolta." disse con una voce appena meno grave di quella che aveva usato per litigare col buttafuori, spostandola di lato e superandola senza problemi.
Normalmente, Williams non avrebbe lasciato passare una simile offesa, ma il fatto che il Krogan la superasse in altezza, peso, forza e probabilmente anche in tecnica, la dissuase.
"Che è successo?" le chiese Alenko.
"...Non lo so... ma è meglio se non ci facciamo coinvolgere, tenente." che gli alieni si ammazzassero tra loro, pensò Williams.
Nel frattempo Shepard aveva individuato Harkin: seduto con la faccia sul tavolo in mezzo ad un veglia di bottiglie vuote, l'Umano era inconfondibile tra gli altri avventori del locale, dato che era l'unico ad indossare ancora la sua divisa da C-Sec. Un pugno sul suo tavolo che fece tremare le bottiglie, lo mise a sedere con un salto: Harkin aveva quell'aspetto che di solito viene associato ai criminali recidivi, non ai poliziotti.
"Harkin?"
Occhi iniettati di sangue ed etanolo fissarono vacui il comandante, e la bocca dell'ex agente si aprì in un sorriso d'ubriaco:
"...Stai cercando qualcuno con cui divertirti, bellezza? Quella corazza ti stringe davvero bene le curve." rispose Harkin trascinando la pronuncia, ma cercando allo stesso tempo qualche bottiglia che avesse ancora un fondo da succhiare: "...Perché non poggi quel bel culetto sullo zio Harkin? Potremmo avere un drink e vedere dove finiamo..."
"Preferirei bere benzina dopo aver masticato dei rasoi." rispose compita il comandante.
"Come preferisci... se tutti i soldati dell'Alleanza fossero come te principessa, forse avrei dovuto..."
Cosa avrebbe dovuto fare Harkin, Williams non lo scoprì mai, perché il Comandante non gli permise di continuare: il capo artigliere non la vide muovere la mano, ma l'ubriacone si accorse di avere il naso rotto, e di stare sanguinando.
Harkin si precipitò a tenersi la faccia, mentre il sangue gli colava già sulla divisa:
"...Chiamami principessa ancora una volta e raccoglierai i tuoi denti da terra, Harkin. Ora: dove posso trovare Garrus Vakarian?" chiese con una voce calma e posata.
"Garrus? Ah!" rise Harkin leccandosi il sangue che gli colava in bocca in un gesto osceno: "Devi essere una dell'equipaggio di Anderson: quel povero bastardo sta ancora cercando di incolpare Saren?"
 Shepard non rispose, limitandosi ad incrociare le braccia.
"...Io so dove si trova Garrus, ma dimmi una cosa: il capitano ti ha confidato il suo piccolo segreto?"
"Non sono interessata alle tue stronzate..."
"Ma è tutto collegato, non capisci? Il capitano era uno Spettro. Tutto segreto ovviamente: il primo Umano a cui abbiano fatto l'onore. E poi ha mandato tutto al diavolo. Si è fottuto così rapidamente che l'hanno buttato fuori: ovviamente lui incolpa Saren, dice che il Turian lo ha usato come capro espiatorio..."
Il secondo pugno lo colpì in bocca, facendogli battere la testa contro il muro dietro di lui.
"Non è per questo che sono qui Harkin: dove. si. trova. Vakarian?" chiese Shepard una seconda volta: non l'avrebbe chiesto una terza, ma avrebbe cominciato a rompergli direttamente le ossa.
I buttafuori Krogan guardarono nella loro direzione, valutarono le armi e le corazze che avevano addosso, e poi distolsero lo sguardo: un avvertimento, e l'unico che avrebbero ricevuto. Al prossimo colpo, li avrebbero sollevati di peso e gettati fuori: o forse, l'avrebbero fatto comunque se non se ne fossero andati in fretta.
"Ok ok! Dannazione donna! Garrus sta facendo un'indagine attorno all'ufficio della dottoressa Michel: gestisce la clinica dall'altra parte dell'agglomerato. L'ultima volta che ho sentito stava tornando là..."
"Grazie per la collaborazione Harkin. E datti una ripulita. Per il tuo bene."
"...Risparmiami il tuo sermone: non siamo in chiesa."
Williams aspettò che fossero usciti dal locale prima di parlare:
"...È vero signora? Che Anderson era uno Spettro?"
Shepard sospirò, facendo loro cenno di seguirla mentre tornavano al trasporto:
"Non può essere: Harkin è un bastardo. Magari stava solo cercando di farci dubitare..."
"Tecnicamente no." lo interruppe il comandante.
"Tecnicamente?" chiese Alenko.
"Il capitano non è mai stato uno Spettro... Ma gli era stata offerta la possibilità di dimostrarsi all'altezza, come è successo a me: avrebbe dovuto essere Saren a giudicarlo."
"...Ora capisco."
"Anderson mi ha detto che quando lo ha incontrato per la prima volta, Saren gli ha spiegato le sue uniche regole: mai uccidere qualcuno senza una ragione. E si può sempre trovare una ragione per uccidere qualcuno."
"Che bastardo."
"Non serve che vi dica che sono notizie riservate, vero?"
"Le mie labbra sono cucite."
"Così come le mie, signora."
"Bene: muoviamoci a trovare Vakarian. Temo che possa diventare un bersaglio."
 
Il comandante aveva avuto ragione: quando raggiunsero la clinica, poco più che un ambulatorio pubblico, la trovarono già occupata da quattro malviventi intenti a minacciare proprio la dottoressa Michel.
"Non ho detto niente lo giuro!" gridò la donna, coprendosi il viso mentre i quattro uomini le si stringevano attorno: aveva un taglio sottile sulla guancia e il camice stazzonato a causa delle percosse.
"E se Garrus dovesse farsi vivo è meglio che... che diavolo? E voi chi...?"
Lo sparo interruppe il criminale facendogli esplodere la testa, ma non era stata Shepard a colpire, né Williams o Alenko: gli Umani però non persero tempo ad approfittare del loro smarrimento.
Fu rapido, brutale e sanguinoso, tanto che in poco tempo non rimase nessun a parte loro: quando tutto fu finito, dalla finestra che dava sul giardino interno dell'ambulatorio si calò Vakarian, nella sua armatura nera e blu del C-Sec, con in mano un grosso fucile da cecchino.
"Tempismo perfetto Shepard: mi ha dato una linea di tiro libera su quel bastardo." disse, ripiegando il fucile e fissandolo sulla schiena.
"Un colpo molto preciso... o molto fortunato?" lo rimproverò Shepard: la dottoressa Michel era sotto shock, e il suo camice da laboratorio era sporco di sangue non suo.
Almeno, lei ed Alenko si erano assicurati che i tre uomini finissero crivellati lontano da Michel:
"...Si sente bene dottoressa?" chiese il comandante rimettendola in piedi: "Guardi me doc: è al sicuro. Non potranno farle più niente."
Chloe Micheal era una giovane donna dai capelli castano- rossiccio, occhi verdi, un fisico minuto e un'altezza nella media: con sorpresa dello stesso Garrus però, la dottoressa si tuffò fra le sue braccia, cercando conforto e appoggio, un gesto che Williams commentò in silenzio alzando un sopracciglio.
Lentamente e goffamente, le mani del Turian si chiusero sulle spalle di Michel:
"Chloe, sei ferita?" le chiese.
Garrus conosceva Michel da diversi anni: essendo il suo ambulatorio l'unico della zona, a volte capitava che venisse coinvolta in alcuni casi, dato che vittime di incidenti o di crimini venivano da lei a cercare un primo soccorso.
Era la prima volta però che doveva salvarla da un conflitto a fuoco: per l'agente C-Sec, la dottoressa era una brava persona e come tale andava difesa.
"No, Garrus, sto bene. Grazie. Grazie a tutti voi." disse, rivolgendosi anche a Shepard, pronunciando le sue frasi con un marcato accento francese.
"Ho già chiamato rinforzi: metteranno in sicurezza la zona in poco tempo." spiegò Garrus.
"Doc: cosa volevano quegli uomini da lei?"
"Lavorano per Fist: volevano impedirmi di riferire a Garrus della Quarian."
"Quale Quarian, Chloe?"
"...È venuta nel mio ambulatorio. Le avevano sparato, ma non ha voluto dirmi chi fosse stato. Era spaventata, probabilmente in fuga."
"Avresti dovuto chiamarmi doc." disse Garrus scuotendo la testa.
"Ho ancora l'obbligo di proteggere i miei pazienti, Garrus. Comunque, mi ha fatto domande sull'Ombra: voleva scambiare informazioni per un trasporto sicuro fuori dalla Cittadella."
"L'Ombra?" chiese Williams.
"Il più grande trafficante di informazioni esistente: ha accesso ad ogni governo e banca dati e scambia informazioni al migliore offerente... è complicato." spiegò Alenko.
"Un male necessario..." interloquì il Turian: "Tutti sanno che esiste, ma nessuno sa chi è: ho sentito che perfino il Consiglio a volte compra e vende informazioni da lui."
"L'ho messa in contatto con Fist: so che anche lui lavora per l'Ombra..." disse la dottoressa per una punta di imbarazzo.
"Non più." intervenne Vakarian: "Dalle mie informazioni, ora Fist sta con Saren. E l'Ombra non è affatto contenta."
"Fist ha tradito l'Ombra? Questo è stupido, perfino per lui: Saren deve avergli fatto un offerta irresistibile." disse la dottoressa meravigliata.
"...Per caso Fist possiede l'Antro di Chora?" chiese Alenko.
"Sì: come fate a saperlo?" rispose Vakarian.
"Veniamo da lì." rispose Williams: "Pare che Fist si sia trincerato nel retro del suo locale."
"Ma perché mandare i suoi uomini a minacciare la dottoressa? Cosa può avere la Quarian da interessare tanto Saren?"
"...Deve avere le prove che dimostrano che Saren è un traditore." realizzò Shepard: "Dottoressa Michel, per caso la Quarian le ha parlato dei Geth? O di Eden Prime?"
"Mi ha parlato proprio dei Geth! Erano quelle le informazioni che voleva scambiare con l'Ombra."
"Il legame che cercavamo tra Saren e i Geth: il Consiglio non potrà ignorarlo!" esultò Williams: incredibile, avevano trovato il loro miracolo.
"Allora è il momento di fare una visita a Fist."
"...Questa è la sua indagine comandante, ma io voglio dimostrare la colpevolezza di Saren almeno quanto lei. Vorrei venire anch'io se me lo permette."
"Tu sei un Turian: perché dovrebbe importarti?"
Williams non si pentì di averlo chiesto, ma l'occhiata che il comandante le rivolse la fece riflettere sulla forma: il tatto non era mai stato una delle sue qualità, ma, secondo il capo artigliere almeno, quella era una domanda che andava fatta. Garrus non sembrò particolarmente offeso: il che non voleva dire molto, considerata la poca esperienza che Williams aveva con la sua specie.
"Non ho potuto trovare le prove che mi servivano durante la mia indagine, ma so cosa sta succedendo realmente. Saren è un traditore del Consiglio, e una disgrazia per la mia gente!"
"...Benvenuto a bordo, Agente Vakarian." disse il comandante Shepard offrendogli la mano, che Garrus strinse.
"Immagino che dovrò dire addio alla mia carriera al C-Sec, anche se trovassimo qualcosa. L'Esecutore non prenderà bene la mia decisione."
"Sarà un problema?"
"Solo quando lo scoprirà."
"Mmhh... Immagino che far assaltare l'Antro di Chora da una squadra C-Sec sia fuori discussione." suggerì Shepard e Garrus annuì.
"Posso al massimo spostare le nostre pattuglie per darci un po' di tempo per assaltare il locale... appena si saranno calmate un po' le acque e avrò fatto rapporto per questa sparatoria. Ma non avremo copertura."
"Ho contato almeno quattro buttafuori Krogan nel locale e una mezza dozzina di scagnozzi con armi a portata di mano..." disse pensierosa il comandante.
Quando aveva notato tutti questo, si chiese Williams? Erano rimasti nel locale per pochi minuti... gli N7 erano davvero qualcosa d'altro.
"...Per non parlare dei clienti. Possiamo farli evacuare in sicurezza?"
"...Potremmo falsificare degli avvisi di allarme per il locale: incendi, decompressione... la lista è lunga." aggiunse Alenko.
"Buona idea, tenente."
"Un'altra cosa, comandante: non siete gli unici a dare la caccia a Fist. L'Ombra ha pagato un cacciatore di taglie Krogan per farlo fuori."
"Sì, l'abbiamo incrociato al locale..."
"Che ne pensa, Vakarian?" gli chiese il Comandante.
"...Saremo in uno spazio ristretto, con gli uomini di Fist in vantaggio numerico e che giocano in casa. Penso che un Krogan potrebbe farci comodo, se non altro come scudo vivente. L'abbiamo fatto portare al HQ del C-Sec dopo una denuncia anonima che lo accusava di disturbo alla quiete pubblica... tsk. È un Krogan: per loro il disturbo alla quiete è naturale come respirare."
"Dovremo muoverci allora: può farlo trattenere fino a che non lo raggiungiamo?"
"Certamente. Ma non posso muovermi di qui fino a quando C-Sec non ha esaminato la scena e fatto rapporto. Non ci vorrà molto."
"...Faremmo meglio a dividerci allora: Alenko tu va a controllare il locale. Se Fist decidesse di darsela a gambe tutto il nostro piano andrebbe in fumo: inserisciti nella rete della videosorveglianza se riesci. Williams ti coprirà le spalle. Io andrò a parlare col Krogan e vedrò se è interessato a collaborare: per il mio ritorno, crede di aver finito, agente Vakarian?"
"Garrus... solo l'Esecutore mi chiama agente Vakarian, comandante."
"Garrus: posso contare su di te, allora?"
"Certamente: darò al suo uomo i codici per accedere alla videosorveglianza della zona."
"Lo apprezzo molto. Muoviamoci."
 
***
 
"Non mi piace." sbuffò Williams per l'ennesima volta: si erano appostati in un angolo degli slum, e il capo artigliere osservava l'ingresso dell'Antro di Chora.
"Pazienza Ashley. Se qualcosa è andato storto ce lo faranno sapere." Kaidan era chino sul suo omnitool, grazie al quale si era interfacciato con ogni sistema di sorveglianza della zona: non aveva accesso alla rete interna del locale, ma almeno poteva controllarne la porta posteriore senza dare nell'occhio. La parte più difficile di quell'appostamento era governare l'impazienza di Williams: la marine odiava aspettare.
Dovette passare qualche altro minuto, prima che il comandante li contattasse: mai troppo presto per il capo artigliere, comunque.
"Alenko, qui Shepard."
"La ascolto signora."
"Urdnot Wrex è dei nostri."
"Abbiamo un Krogan a bordo quindi?"
"Cerca il nemico del tuo nemico e troverai un amico." disse la voce del Krogan nella radio: "Ma voglio essere chiaro: l'Ombra mi paga per uccidere Fist."
"Non appena avremo le informazioni che ci servono sulla Quarian, ti consegneremo Fist." confermò Shepard via radio: "Ma tu ascolta me Wrex: fino ad allora, si fa come dico io. Metti in pericolo la mia squadra e ti farò mangiare i tuoi intestini. Sono stata chiara?"
"...Ah! C'è del fuoco in te, umana: lo ammiro."
"Qualche notizia di Vakarian?"
"Non ancora signora."
"Non mi avevi detto che ci sarebbe stato un dannato Turian, Shepard."
"Avrei dovuto?"
"...Ah! No."
"ETA 35 minuti. Alenko: non appena Vakarian si farà sentire, riunitevi. Vi raggiungeremo alla vostra posizione."
"Ricevuto signora." rispose il tenente chiudendo il circuito.
"Sembra che il comandante abbia trovato un nuovo animale domestico." commentò acida Williams.
"Siamo tutti animali Ashley: alcuni più degli altri. Ma questo non vuol dire che non possiamo collaborare. Prendi Vakarian per esempio: sta sacrificando la sua carriera al C-Sec per darci l'occasione di beccare Saren."
"...Sembri saperne parecchio."
"Sono stato in giro più di altri." rispose cupamente Alenko.
Perfettamente in battuta, arrivò in quel momento una comunicazione del Turian:
"Alenko, qui Vakarian: mi sto avvicinando alla vostra posizione. Le pattuglie del C-Sec in zona sono state rimosse: possiamo fare un bel po' di rumore senza che nessuno ci interrompa."
"Ricevuto Vakarian. Shepard e Wrex sono in arrivo." rispose il tenente, chiudendo il circuito e guardando Ashley: "...Visto? Possiamo fidarci di lui."
"Sarà signore... ma se non le dispiace terrò gli occhi aperti anche per lei."
 
"Come vogliamo fare?"
Si erano acquattati tutti assieme, e Alenko non aveva mai visto un Turian ed un Krogan così vicini, anche se nel caso di Wrex era fisicamente impossibile nascondersi: al massimo il mercenario poteva restare nell'ombra.
Nonostante fosse un Krogan, non sembrava particolarmente infastidito da Vakarian, ma chi poteva dirlo? C'era vecchia ruggine tra le loro specie dopotutto: erano stati i Salarian a sviluppare l'arma genetica che aveva piegato i Krogan, la Genofagia, ma erano stati i Turian ad usarla.
Shepard aveva già pronto un piano:
"Alenko, Williams e Urdnot con me: saremo la testa d'ariete ed entreremo dalla porta principale. Vakarian: voglio il tuo fucile sull'uscita di sicurezza. Se non è uno di noi, spara a tua discrezione. Lasciate i buttafuori Krogan a me e a Urdnot, chiunque altro nel locale che vi guardi storto, sparate per uccidere."
"...Semplice e letale. Mi piace. Che stiamo aspettando?"
Quando gli avventori dell'Antro di Chora lasciarono il locale per un falso allarme antincendio, si trovarono davanti tre umani ed un krogan ad armi spianate: molti fra loro caddero all'indietro di fronte a quella squadra, ma i marine e il mercenario non gli degnarono di uno sguardo, mentre attraversavano la soglia.
Non importa quanto i membri di un singolo team sappiano combattere bene da soli: l'unica cosa che conta davvero, è quanto bene combattano assieme. Avrebbero scoperto ben presto che la sinergia tra loro era alta.
Wrex e Shepard avanzarono in prima linea, entrambi coperti da una barriera biotica: si divisero immediatamente, prendendo ciascuno una metà del locale. Dietro di loro, Williams salì su un cubo, scaricando il suo fucile invece di danzare, facendo coppia con Alenko, che spediva in aria ogni sgherro che Fist avesse pagato per prendere le armi al suo posto.
Fu una carneficina, nella quale prosperarono: al punto che Shepard si considerò fortunata quando incontrò sulla sua strada due buttafuori Krogan. In quello spazio ristretto, una singolarità era impensabile, così il comandante ricevette i loro proiettili sulla sua barriera biotica, sparando a sua volta su entrambi. Quando furono abbastanza vicini, Shepard usò il bancone come trampolino per saltare sopra di loro, svuotando un colpo sovraccaricato ad alzo zero su uno degli alieni, che si trasformò in un mucchio di carne cotta. Atterrando alle spalle del secondo, Shepard eseguì un complicato gesto delle dita e del braccio, infliggendo un potente campo di distorsione: il grosso alieno si portò le mani agli occhi, mentre ogni sua membrana cellulare veniva scossa e spezzata. Fu per pietà che il comandante lo uccise col suo shotgun, facendolo cadere in ginocchio senza più mani e testa.
Dall'altro lato del locale invece, Wrex rise di trionfo, mentre spaccava la testa di un altro Krogan e finiva di decapitarlo a mani nude, dopo aver iniziato il lavoro col fucile.
Alenko e Williams li seguirono, scalando il centro, dove si ergeva la pista delle spogliarelliste, sparando corte raffiche su tutti coloro che avevano un'arma.
Quando finirono, non c'era più nessuno di vivo nel locale, a parte loro: chi doveva fuggire era già scappato, mentre chi era rimasto per combatterli, era morto. Nessuna vittima collaterale, ma ancora non bastava:
"Vakarian, qui Shepard: il locale è nostro." disse il comandante guardando il Krogan: fra loro, fra gli occhi rossi da rettile del mercenario e quelli violetti della donna, passò qualcosa di indefinibile, a cui il Krogan non seppe dare un nome.
"Ricevuto, vi raggiungo subito."
Shepard e il resto del team non fecero nemmeno in tempo a forzare la porta che conduceva alle stanze private di Fist, prima che il Turian arrivasse. Non avevano più fretta: ormai il criminale doveva sapere che stavano arrivando.
La porta li condusse nel retro del locale, in un deposito buio e lungo:
"F- f-fermi! O spariamo!" gridò qualcuno.
Shepard valutò attentamente i due Umani che li fronteggiavano, privi di scudi e con solo una pistola ciascuno.
"Magazzinieri... "disse Alenko: "devono essere gli ultimi rimasti."
"...Abbiamo appena sterminato ogni altra guardia nel locale: siete davvero certi di volerci affrontare?" chiese con noncuranza il comandante, con un gesto distratto verso il locale.
I due uomini si fissarono a vicenda, notando la loro mancanza completa di corazze o altre forme di difesa. Fu l'altro a parlare per entrambi:
"'Fanculo Fist... non ci paga abbastanza." disse, ed entrambi lasciarono cadere le pistole e guadagnarono l'uscita.
Shepard li lasciò andare indisturbati.
"...Sarebbe stato più semplice ucciderli." commentò Wrex.
"Sparare alla gente non è sempre la soluzione migliore." lo rimbeccò Williams.
"Certo che lo è!" ribatté Wrex: "Non c'è problema che non possa essere risolto da uno shotgun: niente avversari, niente problemi."
"Voi Krogan non avete un proverbio che recita: compatisci il Guerriero che ha sconfitto tutti i suoi nemici?" chiese Shepard: "...Che c'è?" aggiunse, notando come la guardavano tutti: "...Un krogan può parafrase Joseph Stalin e un'Umana non può citare un proverbio Krogan?"
"Lei è pazza... ma'am. E lo consideri un complimento."
"Mi considero una pioniera, Williams." rispose Shepard, attraversando il magazzino segreto di Fist: nelle casse trovarono qualche arma, ma niente di davvero interessante, salvo per la porta sigillata in fondo.
"Alenko, pensi di poterla aprire?"
"Come fatto, comandante."
Ed effettivamente, ci fu Fist ad accoglierli oltre la porta, difeso da due torrette: grossi calibri, che riversarono sul loro gruppo un torrente di metallo.
"Perché devo sempre fare tutto da solo? Morite, soldatini!" gridò il criminale.
"Maledizioni!"imprecò Shepard mettendosi al riparo: quelle torrette li avrebbero uccisi non appena avessero mostrato la testa.
"Posso disturbare i loro sensori." disse Garrus, mentre gli stipiti venivano via per il fuoco di grossi calibri automatici: "Ci daranno qualche secondo per distruggerle."
"Alenko, campo di stasi su Fist appena puoi: tienilo bloccato!"
"Sissignora!"
"Al tuo segnale Garrus!"
Vakarian prese un disco da uno scomparto dell'armatura, programmandolo al volo col suo omnitool:
"3.. 2... 1! ORA!" ruggì il Turian, lanciando il disco oltre la loro copertura.
Ci fu uno strano sfrigolio elettrico nel loro circuito radio, come un televisore mal sintonizzato, e le torrette smisero di sparare. Shepard e Wrex seguirono subito dopo il Turian, strappandole dalle sedi con i loro poteri biotici e schiacciandole in un gemito di metallo: il comandante fu più precisa di Wrex, mentre Williams dovette schivare il groviglio di rottami e cavi che piovve verso di loro.
"Bel lavoro, Turian." si complimentò Wrex.
"Mina tecnologica: disturba ogni apparecchio elettronico nel raggio dell'esplosione."
"Non so... quanto posso... tenerlo." disse invece Kaidan, impegnato a generare un campo di stasi attorno a Fist, che lo imprigionava in una gabbia inviolabile di luce bianca.
La squadra gli fu addosso prima che Kaidan cedesse.
"...Aspettate! Non uccidetemi! Mi arrendo!" furono le prime parole che Fist disse quando il campo di forza si dissolse.
Il fucile del criminale venne calciato via, e per buona misura il comandante estrasse la sua pistola puntandola verso di lui: fu l'occasione per Shepard e la sua squadra di vederlo per la prima volta bene in faccia.
Fist indossava una corazza da combattimento di tipo militare: probabilmente era un ex soldato dell'Alleanza, rifletté Williams, dato il familiare taglio a spazzola e le piccole cicatrici in faccia. Li aveva chiamati soldatini in fondo: doveva averli riconosciuti a sua volta come militari, invece che poliziotti.
"Dove è la Quarian?" gli chiese Shepard.
"...Non è qui! Non so dove sia, lo giuro!"
"Allora non ti serve più. Lascia che lo uccida." minacciò Wrex, imbracciando il suo fucile.
La vista di un mercenario che vuole la tua vita, specie un Krogan come Wrex, è in grado di scogliere più di una lingua testarda. Il comandante colse al volo l'occasione:
"Wrex lavora per l'Ombra, Fist. Sei sicuro di non sapere dove sia la Quarian?"
"Nonono! Aspetta aspetta..."
Shepard gli mise in piede sul petto:
"Non mi piacciono i bugiardi, Fist: dimmi dove si trova la Quarian e forse non ti sparerò."
"...Abbiamo un accordo?" chiese Fist da terra.
Shepard ci pensò su un attimo:
"Dimmi dov'è la Quarian e ti lascio andare." promise infine.
Fist si mise seduto lentamente:
"Non so dove sia adesso la Quarian, ma so dove potrete trovarla."
"Continua."
"La Quarian mi ha chiesto di incontrare l'Ombra faccia a faccia: ha detto che avrebbe consegnato le informazioni solo a lui..."
"Faccia a faccia?" Wrex scosse la testa: "...Impossibile. Anch'io sono stato ingaggiato attraverso un agente: nessuno incontra l'Ombra di persona."
"Ma la Quarian non lo sapeva! Le ho detto che avrei organizzato un incontro, ma quando si farà viva, ci saranno gli uomini di Saren ad aspettarla..."
Shepard afferrò Fist per il pettorale, alzandolo in piedi ed inchiodandolo al muro con un braccio sulla gola e la pistola in faccia.
"Figlio di puttana! L'hai mandata in una trappola! Dov'è il luogo dell'incontro?"
"...È qui nell'agglomerato. Il luogo preciso è nel computer!" strillò Fist, indicando un terminale nell'angolo.
"Alenko." ordinò Shepard, lasciando andare Fist.
Il tenente fu rapidissimo, copiando l'intero database di Fist nel suo omnitool:
"È qui vicino... ma... Comandante! L'incontro sta avvenendo adesso!"
"Ci ha giocati." ringhiò Williams.
"Saren mi ha pagato una fortuna per dargli la Quarian... non ho potuto dirgli di no." si giustificò Fist: "Io ho rispettato l'accordo."
"Vero." disse Shepard allontanandosi da lui: "Ho promesso che io ti avrei lasciato andare... ma Wrex non ha promesso niente del genere, vero Wrex?"
Il truce sorriso che scoprì la bocca del Krogan riempì Fist di terrore. Poi il criminale non provò più nulla, perché il Krogan scaricò quattro colpi del suo shotgun su di lui, facendolo crollare a terra in una pozza di sangue. Per buona misura, il mercenario gli sparò anche in testa, effettivamente polverizzandogli il cranio con un rosa di pallini supersonici.
"Era davvero necessario? Decapitarlo?"
"Non lascio lavori a metà, Turian. E comunque non avete altro di cui preoccuparvi? Uccideranno la Quarian se non vi sbrigate."
"Deduco che non verrai con noi."
Wrex scosse la testa:
"Sparirò prima che C-Sec venga ad indagare."
"Garrus?"
Il Turian sembrò sgonfiarsi:
"Qualcuno deve prendersi la responsabilità per quello che è successo qui."
"...Grazie. Alenko, trasferisci il punto dell'incontro sui nostri HUD: muoviamoci!"
Shepard e gli altri Umani rifoderarono le armi e cominciarono a correre.
"Ci vediamo Turian. O forse no." disse Wrex, buttando le sue armi per terra: con un po' di fortuna, C-Sec non avrebbe avuto le prove per accusarlo di quello che era successo in quel luogo.
E la taglia di Fist sarebbe stata sufficiente a comprarsi qualunque avvocato in ogni caso.
 
***
 
Se avesse dovuto esprimere in una parola le emozioni che provava, avrebbe scelto "inquieta".
Essere Quarian non è facile nella Galassia: venire disprezzati e respinti è la norma. Si è considerati come parassiti e vagabondi dalle altre razze: agli occhi della galassia, le sofferenze della sua gente e le loro difficoltà, sono la giusta punizione per il peccato di aver creato i Geth. Al Consiglio non importa, non è mai importato in verità, che i Quarian abbiano dovuto abbandonare tutti i loro pianeti per salvarsi dalle macchine che avevano generato, o che fossero stati costretti a diventare nomadi a bordo di una flotta di navi in perenne movimento: il pericolo e l'orrore rappresentato dai Geth erano ai tempi ancora troppo vividi per loro. Inoltre, dopo le guerre contro i Rachni e la Ribellione dei Krogan, il Consiglio non voleva più essere coinvolto in altri conflitti: i Quarian avevano segnato da soli il loro destino, e dunque per il Consiglio era giusto che da soli ne affrontassero le conseguenze.
E poiché i Geth non erano mai usciti dal Velo di Perseo in 300 anni, alla fine era stato deciso di ignorarli.
In verità, l'unico effetto della ribellione dei Geth per le altre razze, erano state le severe leggi interstellari varate contro la ricerca e lo sviluppo di Intelligenze Artificiali: un testamento alla paura che nuove macchine ribelli potessero minacciare un'altra specie. La cicatrice che i Geth avevano lasciato nella Galassia però era tornata a pulsare, viva e violenta, dopo l'attacco di Eden Prime, così come la sfiducia verso il suo popolo: essere Quarian è difficile, specie quando viene considerata una colpa, perfino da alcuni Quarian.
Lei non era ancora pronta ad arrendersi e a morire però: ecco perché aveva bisogno di protezione. Sperava che l'Ombra avrebbe tenuto fede al patto, come Fist le aveva promesso. Il vicolo scuro non contribuiva a farla sentire più al sicuro, o più certa delle intenzioni di Fist o dell'Ombra, ma non aveva altra scelta: Saren era troppo pericoloso perché lei potesse continuare a sfuggirgli da sola.
Stava quasi per decidere se valesse la pena andarsene, quando arrivarono: un Turian e due guardie del corpo Salarian. Il Turian aveva una tatuaggio facciale che le ricordava un teschio dai denti aguzzi, dipinto su un carapace scuro. I due Salarian erano invece nascosti dalle corazze che portavano: come Fist le aveva detto, non si era presentata armata, al contrario di quelli che si apprestava ad incontrare.
Il Turian si avvicinò a lei, mostrando le mani vuote:
"Le hai portate?"
"...Dov'è Fist? Dove l'Ombra?"
"Arriveranno." le disse, passando gli artigli sulla sua tuta ambientale: "Dove sono le prove?"
Prove? Non aveva detto a Fist cosa contenessero i dati che voleva scambiare. Allontanò la mano del Turian con uno schiaffo:
"No. L'accordo è saltato."
"Stupida. Non c'è mai stato nessun accordo. Prendetela!" ordinò alle sue guardie del corpo.
Come aveva promesso a Fist, non si era presentata armata, ma una mina tecnologica non si qualificava come arma vera e propria: la gettò in mezzo a loro. Fu fortunata che il Turian e i Salarian la scambiassero per una vera granata, saltando lontano da lei e dandole il tempo di ripararsi dietro una cassa dimenticata nel vicolo.
Sapeva però di non avere scampo: erano armati, e lei non aveva niente con cui affrontarli. Ci avrebbero messo poco a rendersi conto del suo piccolo trucco: la mina riempì il suo casco di statica, ma non ci fu esplosione.
Facendosi coraggio, estrasse il coltello che portava allacciato allo stivale, contraendo le gambe e preparandosi a saltare, a uccidere o essere uccisa: forse sarebbe riuscita a portare con sé almeno il Turian. I secondi passarono, ma nessuno venne a cercarla: quando contando arrivò fino a venti, si arrischiò ad alzare la testa.
I suoi aggressori giacevano a terra, con gli arti piegati in strani angoli: erano stati lanciati piuttosto lontano nel vicolo, almeno sei metri, impattando violentemente contro un muro. Non si muovevano.
"Uff... sembra che abbiamo fatto in tempo." disse una voce dietro di lei, respirando rumorosamente: "Aaah..." espirò ancora.
Era un'Umana, con le mani piantate sulle ginocchia: troppo ben corazzata per essere un altro sicario o un agente C-Sec. Portava una pistola sul magnete della coscia e dalla sua schiena, lei vide sporgere l'impugnatura di uno shotgun.
"Stai bene?" le chiese con una ricca voce.
Riusciva a sentirla? Si chiese Shepard. Era la prima Quarian che incontrasse, ed era coperta da capo a piedi da una corazza ambientale: raggiungeva forse il metro e settanta, ma era piuttosto esile e sembrava che ne avesse passate parecchie. La tuta dell'aliena era un misto di pezzi diversi raccolti e fusi assieme: solo il suo braccio destro era corazzato a dovere, mentre il resto sembrava tessuto colorato di sfumature del porpora, inchiodato sopra a placche discontinue di materiale antiproiettile. Shepard passò lo sguardo sul resto della Quarian, notando gli stivali con ginocchiere e paratibie metallici, che finivano in piedi con tre dita: due più lunghe ai lati ed un terzo laterale più corto d'appoggio, che partiva dal tallone. Risalendo la sua figura, incontrò non un volto, ma un casco dal visore oscurato, da cui filtrava la luce di due punti luminosi che il comandante suppose fossero gli occhi della Quarian.
"Comandante Hayat Shepard, forze dell'Alleanza dei Sistemi." sillabò il più chiaramente possibile indicandosi, dato che la Quarian ancora non rispondeva.
"Capisco quello che dici, Umana." A posteriori, forse aggredire la sua salvatrice non fu un'idea brillante.
Per Shepard invece, la Quarian aveva uno strano accento esotico, quasi... metallico, e che le faceva suonare le u come dolci w.
"Ah. Bene... Vorresti mettere via il coltello? Non intendo farti del male."
"Come li hai uccisi?" le chiese invece.
"...Sono una biotica: quando ho visto che stavano per attaccarti, ho agito d'istinto."
"Grazie." le rispose Tali, rinfoderando il suo coltello, una vibrolama che era il più stretto legame che possedesse con la sua casa.
A quel punto arrivarono sulla scena un'altra Umana dai capelli scuri e dalla pelle più chiara rispetto alla sua salvatrice, e dopo un attimo ancora, un uomo dai capelli neri, visibilmente stremato.
"Accidenti signora... ha sangue di leopardo nelle vene?" le chiese Williams sbuffando.
Il capo artigliere era stata geneticamente potenziata quando si era unita alle forza di fanteria dell'Alleanza, una pratica così diffusa da essere universale ormai, e il suo trattamento AIUP classe B le permetteva di correre più velocemente e più a lungo, e di resistere meglio alla fatica. Nonostante questo, Shepard li aveva lasciati entrambi indietro quando aveva cominciato a filare come il vento: Williams dubitava avesse solo a che fare con la sua corazza più leggera.
"È lei la Quarian?" chiese Williams.
"Mi chiamo Tali'Zorah nar Rayya." si presentò finalmente.
"E loro sono Ashley Williams, capo artigliere, e il tenente Kaidan Alenko, anche loro dell'Alleanza. Vorremmo portarti in un posto sicuro, Tali'Zorah."
"...So badare a me stessa."
"Non sembra: i sicari di Saren ti avrebbero uccisa se non fosse stato per il comandante."
"...Erano con Saren?"
"Fist ha tradito l'Ombra per lavorare per Saren: ti avrebbero uccisa per recuperare i dati che hai su di lui."
"Bosh'tet." imprecò violentemente Tali nella sua lingua natia, ma i loro traduttori universali non seppero interpretare quel termine particolare.
"Fist non può farti più del male: è morto."
"...Perché mi state aiutando?"
"Mi piacerebbe poter dire che è solo per senso del dovere... ma stiamo cercando le prove che dimostrino il tradimento di Saren al Consiglio."
Tali rilassò la sua postura:
"Allora avrò modo di sdebitarmi per avermi salvato la vita: ho i dati che state cercando."
"...Williams, recupera il trasporto e raggiungici qui. Questo posto non è sicuro: dobbiamo muoverci in fretta e portare Tali al sicuro."
"Aye aye, ma'am." rispose Williams scattando immediatamente.
"Alenko, contatta il capitano Anderson e informalo della situazione. Fagli sapere che stiamo arrivando all'ambasciata: butti giù dal letto Udina se serve, ma abbiamo qualcosa che lo interesserà."
"Sì signora." rispose il tenente attaccandosi alla radio.
Dati gli ordini, Shepard si avvicinò a Tali:
"Stai bene?"
"...Sì, non sono rimasta ferita. Non hanno fatto in tempo a ferirmi."
Shepard ne fu sollevata:
"Bene. Abbiamo incontrato la dottoressa Michel prima di venire qui: sarà felice di sapere che stai bene."
Ogni sospetto che ancora rimanesse nella mente di Tali evaporò a sentire quel nome: la dottoressa l'aveva curata e rimessa in sesto quando si era presentata alla sua clinica con un proiettile nella spalla, cortesia di altri sicari di Saren, senza chiedere nulla in cambio. Il buco nella sua tuta era stato chiuso, e la sua carne si stava rimarginando, ma il dolore, e le sue implicazioni, ancora rimanevano.
"È finita davvero..."
Shepard capì cosa intendesse:
"Sì. Sei salva, e ti proteggeremo. Non deve essere stato facile, ma da adesso in poi le cose andranno meglio. Specie dopo che Saren avrà il suo status di Spettro revocato..."
"Sembra una cosa personale."
"Io e la mia squadra... eravamo su Eden Prime quando ha attaccato con i Geth."
"Oh, mi... mi dispiace."
"...E di cosa?"
"Per i Geth..."
"Perché dovresti scusarti? Non sei stata tu a crearli. O ordinare loro di attaccare la colonia."
Tali non seppe cosa rispondere.
 
Il viaggio verso l'ambasciata fu tranquillo, con Williams ai comandi e Alenko al suo fianco col fucile sulle gambe. Tali era stretta dietro con il comandante, e la Cittadella scorreva loro attorno ad alta velocità.
La tensione era ormai scemata del tutto.
"Tali'Zorah giusto?" disse Alenko dal suo posto.
"Sì." rispose Tali.
La sua fuga da Saren aveva avuto fine, inaspettatamente prima ancora di cominciare davvero: era solo giusto che intrattenesse la curiosità dei suoi salvatori.
"...Non ti da fastidio?" le chiese l'Umano.
"Che cosa?"
"La tuta che indossi..."
Tal sospirò, e ne fu quasi divertita:
"Sono la prima Quarian che incontrate?"
"Si nota così tanto?" chiese Shepard al suo fianco:
"Solo un poco: questa tuta mi è necessaria per sopravvivere."
"Come per i Volus?" chiese Williams.
"No. La mia specie si è evoluta su un pianeta simile al vostro: respiro ossigeno come voi e il mio sangue contiene emoglobina. Come i Turian però, il mio DNA è destro giro."
"Allora perché la tuta?"
"Il sistema immunitario della mia specie è diverso da quello delle altre razze. Ci siamo evoluti in un ecosistema dove la simbiosi ecologica era la norma: il nostro sistema immunitario non combatteva le malattie, ma le adattava alla nostra fisiologia. Essere stati cacciati dai nostri pianeti però, e dopo 300 anni passati come nomadi su navi spaziali, ha rovinato questa adattabilità: la più semplice infezione può ucciderci ora. Questa tuta serve a filtrare ogni contaminante esterno."
"Quindi non puoi toglierla?"
"Solo in stanze sterili."
"...Credo di aver fatto abbastanza domande indiscrete per oggi. Mi dispiace." disse Alenko scusandosi.
"Non c'è problema: io stessa non posso dire di avere visto molti Umani nei miei viaggi. Per esempio, cosa sono quei fili che avete in testa?"
"...I capelli?"
"Sono chiamati così?"
Shepard notò che il casco di Tali aveva una specie di chiusura ermetica in corrispondenza della bocca, e nel suo centro una spia che si accendeva e spegneva ogni volta che la Quarian parlava. Piuttosto strano...
"Sì, sono strutture proteiche a base di cheratina non irrorate dal sangue. Crescono naturalmente per tutta la durata della nostra vita." spiegò Alenko, mentre Williams sussurrò nerd, continuando a guidare.
"C'è una significato particolare nella loro lunghezza?"
"...Solo il gusto personale."
 
***
 


 
Williams aveva condotto il loro trasporto nel parcheggio dell'ambasciata Umana: assieme, loro tre percorsero rapidamente i locali, fino a raggiungere l'ufficio di Udina e tenendo sempre Tali al sicuro in mezzo a loro.
L'accoglienza che l'ambasciatore gli tributò fu piuttosto fredda però:
"...Non mi sta rendendo la vita facile, comandante. Scontri a fuoco negli agglomerati? Un assalto all'Antro di Chora? Ma lo sa quanti..." Udina rivolse il suo sguardo sull'aliena, notandola solo in quel momento.
"E lei chi sarebbe? Una Quarian? Cosa diavolo ha in mente Shepard?"
"Il suo nome è Tali'Zorah nar Rayya, ambasciatore, e ha le prove che legano Saren ai Geth."
"E perché diavolo non l'ha detto subito?"
"L'avrei fatto se mi avesse lasciato parlare..."
Alenko non mancò il sorriso di Anderson alle parole del comandate: ora anche loro sapevano perché tra l'ambasciatore e il capitano non scorresse buon sangue.
Difficile non simpatizzare con Anderson comunque: Udina era insopportabile.
"Mh. Non vediamo molti Quarian sulla Cittadella... perché ha lasciato la Flottiglia?" chiese Udina direttamente a Tali.
"...Sono in Pellegrinaggio, il rito di passaggio della mia gente: quando raggiungiamo l'età adulta, noi Quarian ci lasciamo alle spalle la Flottiglia e i nostri genitori, vagando fra le stelle da soli. Ritorniamo solo quando abbiamo trovato qualcosa di valore da riportare alla flotta: può essere cibo o carburante, o qualche tipo di tecnologia avanzata. O perfino conoscenze che possono rendere più facile la vita sulla Flottiglia. In questo modo dimostriamo di poter essere d'aiuto alla comunità, piuttosto che un peso sulle nostre già limitate risorse. E in questo modo, proviamo di aver raggiunto l'età adulta..."
Keelah: quando era nervosa, Tali sapeva di avere la tendenza a blaterare in modo eccessivo. A quanto pareva, lo stavano scoprendo anche gli altri Umani nella stanza, dato che aveva cominciato la storia dal suo remoto inizio:
"Che cosa hai trovato?" chiese gentilmente Shepard.
"...Avevo solo sentito parlare dei Geth: fin da quando hanno esiliato la mia gente, non si erano mai avventurati oltre il Velo. Durante il mio Pellegrinaggio, abbiamo individuato una loro pattuglia su un pianeta inesplorato nella nebulosa Crescent. Eravamo... ero, curiosa: così ho aspettato che uno si staccasse dagli altri, poi l'ho disattivato e ho rimosso il suo nucleo di memoria."
"Ci sono notizie di altri attacchi Geth, capitano?"
"Non che io sappia, comandante... e devo dire che sono impressionato, signorina Zorah: tutti i Geth che abbiamo recuperato su Eden Prime hanno cancellato il loro nucleo di memoria prima di venire disattivati. Il nostro reparto R&D l'ha classificato come un meccanismo di difesa. Come è riuscita a farlo?"
"Siamo stati noi Quarian a creare i Geth: se si è veloci, precisi e... fortunati, è possibile recuperare piccoli pacchetti dati. La maggiore parte della memoria del Geth è andata perduta, ma sono riuscita a recuperare alcuni frammenti dal suo database audio."
Mentre spiegava, Tali accese il suo omnitool, digitando una lunga sequenza di comandi su di esso: la voce che venne riprodotto fu perfettamente riconoscibile dagli Umani.
Eden Prime è stato un successo. Grazie alla sonda, siamo ad un passo più vicini dal trovare il Condotto...
"Quella è la voce di Saren. Questo dimostra che era coinvolto!" esultò Udina.
"Ha detto che la sonda gli permetterà di trovare il Condotto. Ha idea di cosa significhi?"
"Non c'erano riferimenti a questo Condotto nella memoria del Geth, mi spiace." rispose Tali.
"Forse è una sorta di tecnologia Prothean... un'arma magari." disse sovrappensiero Anderson.
"Aspettate: c'è di più. Saren non stava agendo da solo."
Gli Umani la videro digitare un altra sequenza sul suo omnitool e, ancora una volta, la voce di Saren venne ripetuta:
Eden Prime è stato un successo. Grazie alla sonda, siamo ad un passo più vicini dal trovare il Condotto...
E ad aprire la strada per il ritorno dei Razziatori.
"Non riconosco l'altra voce, quella che parla dei Razziatori." disse Udina.
"Perché ho l'impressione di averli già sentiti?" chiese Shepard, più a sé stessa che agli altri.
"Secondo il nucleo di memoria, i Razziatori erano una razza di macchine senzienti iper avanzata che è comparsa 50'000 anni fa. I Razziatori hanno cacciato i Prothean fino all'estinzione e poi sono scomparsi... almeno, questo è ciò che i Geth credono."
“Sembra incredibile!"
"Non... lo... è." Shepard si afferrò la testa tra le mani , mentre i suoi occhi sembrarono velarsi.
"Comandante?"
"La sonda su Eden Prime... ho visto i Prothean venire spazzati via dai Razziatori... " durò solo un momento, poi il comandante sembrò uscire dalla sua trance: "Tali: hai estratto qualche altra informazioni su di loro dal nucleo di memoria Geth?"
"Non molto... " rispose la Quarian, stupita dalla nuova urgenza nella voce del comandante: "I Geth riveriscono i Razziatori come divinità: li considerano il pinnacolo della vita non organica. E credono che Saren sappia come farli tornare."
"Il Consiglio ci andrà a nozze!" imprecò Udina: miti e superstizioni dei Geth. Proprio quello che gli serviva!
"Ci crederanno signora?"
"Faccio fatica a crederci perfino io Alenko... ma non importa... anche se non dovessero crederci, quei file provano che Saren è un traditore."
"Il comandante ha ragione: dobbiamo presentare queste prove al Consiglio immediatamente."
"Io invece vorrei sapere perché la Quarian non le ha presentate lei stessa..." disse Williams.
L'aliena strinse i pugni mentre si confrontava con la marine:
"Il mio nome è TALI! Ed era proprio per questo che sono venuta sulla Cittadella! Non appena ho trovato i Geth e ho capito quanto fosse importante ciò che avevo scoperto, ho cercato di consegnare le prove alle autorità di Illium, ma i miei amici sono stati sterminati di fronte ai miei occhi da un Turian al soldo di Saren. Io e l'unico altro superstite della mia nave ci siamo dovuti imbarcare clandestinamente per raggiungere la Cittadella, per portare queste prove al Consiglio. Solo per venire fermati da C-Sec e interrogati per ore, venendo ignorati, ed informati che la prima data in cui i Consiglieri potevano riceverci sarebbe stato di qui a SETTE mesi. Solo per venire inseguita dai sicari di Saren per mezza Citadella e vedere Keenah morire... Solo per essere costretta a mendicare protezione all'Ombra..."
Tali si stava sforzando per non piangere. Non avrebbe pianto: non si sarebbe abbassata a quello. Non di fronte a quell'aliena sgradevole. Non quando l'equipaggio dell'Honorata, di cui era l'ultima sopravvissuta, era ancora invendicato.
I sistemi integrati nel suo casco recuperarono la sua lacrima prima che Tali riuscisse a parlare di nuovo: fu una fortuna che il vetro polarizzato impedisse agli Umani di vedere quanto si sentisse patetica in quel momento.
"Sto bene." disse più a sé stessa che agli altri.
Complice anche uno sguardo di ogni altro Umano presente nella stanza, tranne Udina, Williams ebbe la buona grazia di cercare la metaforica pala e cominciare a scavare un buco nel quale sotterrarsi:
"...E vorrei continuare ad aiutarvi, se me lo permetterete."
"Apprezzo il sentimento signorina Zorah, ma è già sopravvissuta ad qualcosa di terribile. In tutta coscienza..." cominciò Anderson, ma Tali lo interruppe:
"Il Pellegrinaggio prova che siamo in grado di sacrificarci per un bene più grande. Se voltassi le spalle a tutto questo... cosa direbbe su di me, la mia scelta? Saren è un pericolo per l'intera Galassia. Il mio Pellegrinaggio può aspettare."
"Comandante?"
"...Potrebbe fare la differenza, capitano. Se Saren si è alleato coi Geth, è sicuro che ci troveremo ad affrontarne molti."
"Mi ha convinto. Benvenuta a bordo, signorina Zorah."
"Grazie: non ve ne pentirete."
"Obiezioni Williams?" chiese Anderson.
"No signore." abbaiò la marine.
"Immaginavo."
Udina scosse la testa: marine. Sempre occupati dal loro inutile cameratismo. La politica era molto diversa: per lui era la scienza dell'insoddisfazione altrui.
"Io e il capitano prepareremo l'incontro con il Consiglio. Prendetevi un minuto per raggiungerci."
 
Eden Prime è stato un successo. Grazie alla sonda, siamo ad un passo più vicini dal trovare il Condotto...
E ad aprire la strada per il ritorno dei Razziatori.
"Volevate delle prove? Eccovele."
Shepard non credeva fosse possibile gongolare ed esprimere disprezzo in un unica frase, ma l'ambasciatore Udina era un uomo pieno di straordinarie risorse.
"Queste prove sono inequivocabili, ambasciatore." disse Sparatus: "Saren sarà privato della sua carica di Spettro e ci assicureremo che sia arrestato e risponda dei suoi crimini."
"...Riconosco l'altra voce, quella che parla con Saren: si tratta senza dubbio della Matriarca Benezia." interloquì il consigliere Tevos: sembrava più che addolorata dalla notizia.
"Di chi si tratta?"
"Le Matriarche comandante, sono potenti Asari che si avvicinano alla fine della loro vita. Tra la mia gente, esse sono riverite per la loro saggezza ed esperienza, e fungono da guide e consiglieri. La Matriarca Benezia è una potente biotica, e aveva molti seguaci. Un alleato formidabile per Saren."
"Io sono più interessato a questi Razziatori: cosa sappiamo di loro?" chiese Valern.
"Solo quello che è stato estratto dal nucleo di memoria Geth: i Razziatori erano un'antica razza di macchine senzienti che hanno spazzato via i Prothean, solo per svanire a loro volta nel nulla." riferì Anderson.
"I Geth credono che i Razziatori siano divinità, e Saren il profeta del loro ritorno." riassunse Shepard.
"Pensiamo che il Condotto sia la chiave per riportarli indietro. Saren lo sta cercando: ecco perché ha attaccato Eden Prime."
"...Sappiamo almeno cosa sia questo Condotto?"
"È importante?" rispose Shepard: "Saren crede che possa riportare i Razziatori nella Galassia. Direi che è abbastanza per fermarlo."
"Riesce a comprendere quello che dice?" intervenne Sparatus, che fino a quel momento era rimasto ad armeggiare sulla sua console di dati: "Saren vorrebbe riportare in vita le macchine che distrussero i Prothean? Impossibile. Deve esserlo: dove sono andati i Razziatori? Perché sono scomparsi? E perché non abbiamo trovato prove della loro esistenza fino ad ora? Se fossero reali, avremmo dovuto trovare qualcosa..."
"Ho già provato ad avvertirvi del pericolo che Saren rappresentava Consiglieri, solo per venire ignorata. Non fate lo stesso errore di nuovo."
"Questa volta è diverso, comandante." disse Tevos: "Avete provato al di là di ogni dubbio che Saren ha tradito il Consiglio. Concordiamo che stia usando i Geth per cercare il Condotto, ma non siamo in grado di determinare a che scopo."
Velarn assentì:
"I Razziatori sono ovviamente un mito, comandante. Una conveniente menzogna per coprire i suoi veri scopi: una leggenda che sta usando per manipolare i Geth per i suoi scopi."
Improvvisamente i Consiglieri erano diventati esperti dei Geth? Della loro psicologia, dopo che per 300 anni erano rimasti lontani dallo Spazio del Consiglio?
Shepard avrebbe voluto farli riflettere su questa loro palese stronzata, ma non avrebbe ottenuto nulla:
"Quindi avete intenzione di lasciare a Saren campo libero per cercare il Condotto?"
"Saren è un agente rinnegato, e presto con una taglia sulla testa. Non ha più i privilegi o le risorse degli Spettri. Il Consiglio lo ha già privato del suo status."
"Questo non è abbastanza! Sapete benissimo che si nasconde nella Fascia! Inviate una flotta per cercarlo!" pretese Udina a gran voce.
"Una flotta non può essere destinata a cercare un solo Turian, ambasciatore." rispose Sparatus.
"Una flotta della Cittadella potrebbe mettere in sicurezza l'intera regione, impedendo ai Geth di attaccare altre nostre colonie!"
"O potrebbe causare una guerra coi sistemi Terminus! Non ci faremo trascinare in un conflitto di scala galattica per un pugno di colonie umane."
"...C'è un modo per risolvere la situazione." disse il comandante facendo un passo avanti.
"Il comandante ha ragione: esiste una soluzione per fermare Saren che non comporti l'invio di flotte o armate." assentì Tevos, cogliendo al volo ciò che l'Umana stava suggerendo.
"NO! È troppo presto. L'Umanità non è pronta per le responsabilità che derivano dall'unirsi agli Spettri."
"Voi non dovreste inviare una Flotta e l'ambasciatore avrebbe il suo primo Spettro umano: una soluzione che soddisfa tutti."
Shepard ignorò gli sguardi di Alenko e Williams: stava davvero obbligando il Consiglio a nominarla Spettro? A quanto pareva, sì.
Sparatus sembrava meno che favorevole dall'idea, ma Tevos e Valern prevalsero sul suo ostracismo: alla fine, anche il consigliere Turian dovette adeguarsi alle decisioni degli altri due.
"Comandante Shepard: un passo avanti, per favore." comandò Tevos nella sua voce più ufficiale, ordinando ai sistemi informatici di registrare l'informazione per gli archivi e confermarla per i sistemi della Cittadella e di tutto lo Spazio del Consiglio. La sessione venne trasmessa in diretta ai maggiori organi di informazione: fu una decisione storica, a tutti gli effetti.
"Il Consiglio ha deciso di garantire al comandante Shepard tutti i poteri e i privilegi degli Specialisti Tattica e Ricognizione della Cittadella."
"Gli Spettri non vengono addestrati, ma scelti. Individui forgiati dal fuoco di mille battaglie e votati al sacrificio, le cui azioni li elevano al di sopra del loro rango e grado." recitò Valern gravemente.
"Gli Spettri sono un ideale, un simbolo. La personificazione del coraggio, della determinazione e della capacità di agire secondo il proprio giudizio. Sono il braccio destro del Consiglio, strumenti della nostra volontà." aggiunse Tevos.
"...Gli Spettri hanno una grave responsabilità: sono protettori della pace galattica, allo stesso tempo la nostra prima e ultima linea di difesa. La salvezza della Galassia è nelle loro mani." concluse Sparatus per ultimo, evidentemente scontento.
"Lei è il primo Spettro Umano, comandante. Congratulazioni: questo è un traguardo importante per lei e la sua intera specie."
"Ne sono onorata, Consiglieri." disse Shepard chinando il capo e lo intendeva davvero: circostanze a parte, non si diventa il Primo Spettro Umano tutti i giorni.
"La invieremo nella Fascia alla ricerca di Saren. È un fuggitivo con una taglia sulla testa, quindi è autorizzata ad usare ogni mezzo necessario per catturarlo o eliminarlo."
"Sarà fatto, Consiglieri."
"...Questa udienza è conclusa."
 
Quando lasciarono la pedana del postulante, Shepard si sentì svuotata: l'avevano resa uno Spettro, ma non provava alcuna gioia. Il suo compito era appena iniziato e aveva già puntato tutto, scommettendo con sé stessa di poter fermare Saren.
"Congratulazioni comandante." disse Anderson stringendole la mano.
"Abbiamo un sacco di lavoro da fare." si lamentò invece Udina: "Avrà bisogno di una nave, di un equipaggio, di rifornimenti... ma almeno avrà accesso alle risorse del Consiglio. La sede della C-Sec contiene una stazione per gli Spettri e potrà accedervi liberamente, ora."
"...E avrà la Normandy, comandante."
"Capitano, non intendevo prenderle..."
"Niente discussioni Shepard: la Normandy è perfetta per uno Spettro e lei ha bisogno di una nave sua. E poi ha già familiarità con l'equipaggio. Mi prometta solo che la tratterà bene."
Non c'era sacrificio più grande che Anderson potesse fare per lei in quel momento: darle il comando della nave migliore dell'Alleanza.
"Io... lo apprezzo moltissimo signore. Che cosa ne sarà di lei?"
"...Io resterò qui sulla Cittadella, a coordinare i nostri servizi di intelligence: non appena sapremo qualcosa su Saren, le farò avere ogni informazione disponibile."
"Non la deluderò, signore: fermerò Saren."
"Ricordi comandante: le sue azioni si rifletteranno sull'Umanità intera. E toccherà a me risolvere ogni problema che causerà."
"Ambasciatore Udina..." disse Shepard, con evidente sforzi nel contenere la vera forma dei suoi pensieri: "Non posso prometterle nulla, ma cercherò di causarle meno problemi possibile."
"Tsk... non la risposta che mi aspettavo: ricordi, lei sarebbe Umana, prima che uno Spettro." Udina la guardò ancora un momento, prima di aggiungere: "Devo lasciarla ora: ho una riunione a cui presenziare. Anderson, passi dal mio ufficio più tardi e ufficializzeremo tutto... questo."
Williams aspettò che l'ambasciatore fosse fuori dalla portata d'orecchio prima di sussurrare:
"Che bastardo."
Quello che nessuno si aspettava, fu che nello stesso momento Tali dicesse: "Bosh'tet."
Umana e Quarian si guardarono fisse, stupite a vicenda dalla loro medesima reazione:
"Visto capo artigliere? Non siamo poi così diversi." commentò Shepard.


E anche questo capitolo è fatto. Vi è piaciuto? Spero di sì.
Prima di lasciarvi alla, spero breve attesa del prossimo capitolo, (e magari all'arduo compito di scrivere una recensione a questo ;), un piccolo appunto: so che in ME3 abbiamo una ricostruzione del volto di Tali in una fotografia... ma mi trovo ad un bivio, tra la mia logica ed il lore. Perché, pensiamoci un attimo: se Tali avesse dei capelli sotto quel casco, come farebbe a gestirli? I capelli crescono dopotutto... ha forse un meccanismo per tagliare ed eliminare i capelli superflui? Potrebbe essere... ma come fare a sistemarli, se a causa di urti o movimenti improvisi, dei ciuffi dovessero sfuggire e coprirle gli occhi? Mmhh... per far funzionare una cosa del genere, servirebbe una tecnologia complicata: perchè in fondo, cosa c'è di più ribelle dei nostri capelli? Inoltre (piccola nota di... colore, chiamiamola così), in ME3, Javik stesso ammette che i Quarian preistorici erano affascinanti forme di vita, per quanto sia contrario all'accoppiamento intra specie (a suo dire uno spreco di energie). Ora, che un vecchio (relativamente) Prothean xenofobo dica che una razza inferiore fosse piacevole da vedere non è poca cosa: è possibile quindi che i Quarian possano essere esteticamente piacevoli agli occhi di un Prothean (tutti e quattro), più degli esseri umani, che a suo dire sono tutti semplicemente primitivi. O semplicemente ci sta trollando... non lo so.
Per queste e altre ragioni, tendo a pendere per un altro aspetto dei Quarian: suggerirei... questo: http://scrappy195.deviantart.com/art/Tali-unmasked-491235190.
L'immagine non è mia, quindi credito all'artista che l'ha creata, e che personalmente trovo assai più probabile, originale, e magari perché no, corretta, di quello che la Bioware potrebbe aver immaginato.
Alla prossima!

  
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