Un amico è qualcuno che
ha i tuoi stessi nemici.
Abrahm Lincoln
Udina non parlò con nessuno di loro fino a quando non furono di nuovo
nel suo ufficio: anche al riparo da orecchie indiscrete però,
l'ambasciatore
faticò a non maledire Anderson e ad insultarlo, come avrebbe invece
meritato.
Abrahm Lincoln
"È stato un errore portarla all'udienza, capitano. Lei e Saren avete troppi precedenti: ha messo in dubbio le nostre motivazioni."
"Conosco Saren: sta lavorando con i Geth per una ragione. Annientare l'Umanità: ogni colonia che abbiamo è a rischio, ogni mondo che controlliamo è in pericolo. Anche la Terra..." disse debolmente Anderson, ma non c'era forza nelle sue parole, né convinzione, al punto che anche Williams dubitò di lui: le sembrava che lo ribadisse per crederci lui per primo.
"Non sia melodrammatico..." lo zittì brusco l'ambasciatore.
"Quali opzioni abbiamo?" chiese il comandante, e la sua voce fu calma.
Shepard controllava ancora le sue emozioni: era inquietante per certi versi, come se si fosse svuotata di ogni sentimento. Le sue parole furono una doccia gelata per i presenti:
"Non molte. Essendo uno Spettro, Saren è virtualmente intoccabile. Dobbiamo trovare un modo per dimostrare la sua colpevolezza." disse Udina, afferrandosi il mento in una mano e il gomito nell'altra.
"...Potremmo provare con Vakarian, l'investigatore C-Sec? ...L'abbiamo visto discutere con l'Esecutore." spiegò Alenko: "Potrebbe avere qualche indizio utile."
"O ancora meglio." disse Williams, anche se si rese conto che ormai stavano cercando un miracolo: "Stava chiedendo più tempo per completare le indagini... Sembrava vicino a scoprire qualcosa."
Veniva così difficile credere al capo artigliere in quel momento, ma Udina sembrò non farci caso:
"Non dovrebbe essere difficile trovarlo." concesse Shepard.
"Non ci conterei: se vogliamo trovare le prove contro Saren, dobbiamo agire in fretta, ma soprattutto, in incognito: se Saren ricevesse notizie che stiamo ancora indagando su di lui, protesterebbe con il Consiglio, che ci legherebbe le mani. Non possiamo agire allo scoperto, e questo esclude passare per l'Esecutore."
"...Ha qualche idea?"
"Ho un contatto al C-Sec che può aiutarci a trovare Vakarian. Il suo nome è Harkin..."
Il volto di Anderson si riempì di disgusto:
"Assolutamente no. Hanno sospeso Harkin per essersi sbronzato in servizio. Non perderò tempo con quel fallito."
"Infatti lei non dovrà farlo." ribatté Udina: "Non voglio che il Consiglio usi i suoi trascorsi con Saren per ignorare tutto ciò che scopriremo. Shepard si occuperà di tutto."
"Sta davvero chiedendo al capitano di farsi da parte?"
"...L'ambasciatore ha ragione Shepard. È un sacrificio necessario..."
"Ma non è giusto." disse Williams.
"E che importa, marine? Deve comunque essere fatto." la rimbeccò Udina.
Anderson annuì a malincuore, anche se probabilmente avrebbe volentieri preso a pugni l'ambasciatore in quel momento:
"...Harkin probabilmente si starà sbronzando all'Antro di Chora: è un piccolo, sudicio locale nei bassifondi dell'agglomerato Bachjret. Non ti sarà difficile trovarlo."
"Bene, ha una pista, comandante: si dia da fare. E mi porti buone notizie."
Shepard non considerò nemmeno l'ambasciatore, rimanendo a fissare il capitano.
"Alenko, Williams: aspettatemi sulla Normandy, vi raggiungerò subito. Signore, le andrebbe di fare quattro passi per il Presidium?"
Dal tono in cui lo disse, Williams dubitò che volesse ammazzare il tempo.
Il comandante non li fece aspettare molto: Williams e Alenko avevano preso un trasporto pubblico per tornare alla Normandy, ma non avevano fatto in tempo a togliersi nemmeno l'uniforme prima che il comandante li convocasse entrambi in sala comunicazioni. Il tenente non aveva mai lavorato con Shepard prima di Eden Prime, ma stava imparando: l'N7 era... complicata, in mancanza di altri termini con cui meglio descriverla. Aveva già sperimentato la cortese, seppure un po' fredda, efficienza del comandante a bordo della Normandy e allo stesso modo, il suo lieve umorismo sul campo di battaglia. Poi c'era stata il comandante che aveva decapitato un Geth con un pugno, e Alenko era dannatamente felice che fosse dalla loro parte...
Chi incontrarono nella sala comunicazione fu... altro: qualcosa aldilà della semplice furia, molto lontana da quella rabbia che bolle il sangue e fa prendere in considerazione l'idea di sradicare palazzi. Fu alieno: una glaciale apparenza, che avrebbe trovato sfogo solamente in parole misurate, un'impeccabile sintassi e un rasoio affilato appoggiato ai genitali di qualcuno.
Il fatto che l'N7 avesse avuto il tempo e l'intenzione di indossare la sua corazza da combattimento non presagiva niente di buono:
"Ho acquisito alcune informazioni dal capitano Anderson..." Alenko cercò di non immaginare cosa Shepard intendesse esattamente con quello. "... E sono giunta alla conclusione che Saren sia davvero pericoloso come pensa." finì il comandante voltandosi.
No, Williams non osò sostenere quello sguardo, limitandosi ad osservare il centro della fronte di Shepard, cercando allo stesso tempo di confondersi con lo sfondo della stanza e di mantenere un'aria marziale.
"...Eden Prime è stato probabilmente un banco di prova per Saren. Il suo insuccesso sulla colonia è da imputare più alla scarsità di tempo a sua disposizione, piuttosto che al nostro intervento. Dubito che stia prendendo di mira direttamente gli Umani, ma qualunque cosa abbia in mente, risulterà in un numero incalcolabile di vittime."
"Quindi cosa facciamo, signora?" chiese Alenko.
"Seguiamo gli indizi. Ma lo faremo come marine: si fotta Udina. Vi voglio pronti ed equipaggiati per un conflitto a fuoco sulla Cittadella. Ci muoviamo in un minuto."
"Aye Aye, ma'am." rispose Williams scattando sull'attenti.
"Comandante..." un conflitto a fuoco sulla Cittadella? L'idea non piaceva affatto a Kaidan...
"È un ordine tenente." lo zittì Shepard: non dovette alzare la voce per fargli comprendere che non avrebbe cambiato idea, anzi. Il tono del comandante fu appena al di sopra di un sospiro:
"...Sì signora." rispose Alenko salutando, e seguendo Williams fuori dalla sala comunicazioni: anche il tenente sapeva che c'erano battaglie che non poteva vincere.
Meglio concentrarsi su quelle in cui aveva una possibilità: come impedire alla marine davanti a lui di portarsi dietro delle granate.
***
Williams e, per fortuna, anche Shepard, non avevano preso granate: magra consolazione per il tenente, dato che viaggiavano ciascuna con uno shotgun e una pistola, e Alenko era stato costretto a portarsi dietro il suo M7.
La Cittadella non era priva di criminali, ma erano manager più che tagliagole: non mancavano i reati violenti o passionali, com'era da aspettarsi quando più di 13 milioni di persone vivevano assieme, ma gli omicidi dolosi erano una rarità sulla Cittadella. Questo, assieme alle dicerie che si raccontavano sugli Umani, garantì a farli apparire ancora più temibili agli abitanti della stazione: nessuno li aveva fermati mentre prendevano una vettura di trasporto pubblico, ma il tenente aveva percepito chiaramente i brutti sguardi che erano stati rivolti loro dagli alieni. In quel momento, stavano incarnando perfettamente i pregiudizi altrui sulla loro specie: creature d'azione, astute e capaci di crudeltà efferate. Il peggio, era che Alenko sapeva perfettamente quanto quei preconcetti fossero giustificati, specie nel loro caso.
La vettura di trasporto pubblico, un veicolo con capacità di volo, era piuttosto stretta per tre marine armati e corazzati, ma il tenente non si lamentava, dato che era seduto dietro. Shepard invece, era ai comandi: un'attività non necessaria, dato che era possibile inserire il pilota automatico, ma probabilmente lo faceva per tenere occupate le mani.
"Qual è il piano signora?" chiese Williams al suo fianco controllando il suo shotgun, un modello Storm regolamentare della HK.
"Troviamo Harkin e ci facciamo dire dove si trova Vakarian." rispose brevemente l'N7.
"E se non volesse collaborare?"
"Lo farà. Se sa cosa è meglio per lui." esalò il comandante con un cupo tono di voce.
"...Che cosa le ha detto il capitano, signora?" chiese il tenente.
"Non posso parlarne liberamente, Alenko, ma ha confermato alcuni miei sospetti."
"...Crede che il fine giustifichi i mezzi?"
"Credo che non abbiamo già più tempo per preoccuparci di questo. Dobbiamo dimostrare al Consiglio che Saren ha voltato loro le spalle. Ad ogni costo." rispose funerea, mentre il veicolo li depositava alla loro destinazione.
L'Antro di Chora, dove avrebbero dovuto trovare Harkin, era davvero nei bassifondi della stazione: non c'era traccia dei caldi ambienti luminosi del Presidium, dei mercati o della roboante e continua processione che era il melting pot della Cittadella. Lo squallido locale era stato aperto in una zona buia dell'agglomerato, vicino al distretto industriale. Shepard e gli altri lo sentirono prima di vederlo: il basso pulsante di musica fatta per stordire.
Seguirla fu facile, fino a trovarsi di fronte ad un'anonima porta: non c'era nessuna insegna all'esterno, solo l'ologramma stilizzato di una spogliarellista sopra l'ingresso.
"Uh..." fu il commento di Williams, quando la soglia si spalancò di fronte a loro.
All'interno, trovarono più baristi e ballerine Asari che clienti: un variegato campionario di miseria umana, qualche Turian... e il capo artigliere vide anche un paio di Salarian. Su tutti, vigilavano buttafuori Krogan dallo sguardo truce, di cui Williams non incontrò lo sguardo: la marine non era stupida fino a quel punto.
I Krogan erano stati una razza di guerrieri e conquistatori un tempo, elevati dal Consiglio per combattere un terribile conflitto interstellare, che allora durava già da un secolo: le guerre dei Rachni. Quando però, dopo aver estinto quel nemico e aver guadagnato un posto tra le stelle, i Krogan si erano ribellati cercando di conquistare la galassia, il Consiglio li aveva colpiti con un arma biologica, che ne aveva alterato per sempre la genetica, rendendoli quasi sterili.
Ora, i Krogan sono una razza in declino, i cui individui traggono sostentamento lavorando come guardie del corpo, mercenari e cacciatori di taglie, poiché l'evoluzione è stata prodiga con loro: ogni Krogan adulto raggiunge facilmente i duecento chili di peso, due quintali di muscoli ipertrofici e lineamenti da rettile, mentre la loro anatomia ridonante, con più copie di ogni organo vitale, unita ad una rapida capacità di guarigione, garantisce che siano molto difficili da uccidere e temibili da combattere. A causa della loro condotta violenta inoltre, ancora oggi la loro esatta aspettativa di vita è sconosciuta: certamente superiore a quella degli Asari, anche se nessuno sa esattamente quanto, nemmeno i Krogan stessi. I nativi di Tuchanka, loro pianeta natale, non muoiono nel loro letto, e se qualche Krogan è mai morto di vecchiaia, nessuno lo ricorda più.
"Non mi piace." sbuffò Williams per l'ennesima volta: si erano appostati in un angolo degli slum, e il capo artigliere osservava l'ingresso dell'Antro di Chora.
"Pazienza Ashley. Se qualcosa è andato storto ce lo faranno sapere." Kaidan era chino sul suo omnitool, grazie al quale si era interfacciato con ogni sistema di sorveglianza della zona: non aveva accesso alla rete interna del locale, ma almeno poteva controllarne la porta posteriore senza dare nell'occhio. La parte più difficile di quell'appostamento era governare l'impazienza di Williams: la marine odiava aspettare.
Dovette passare qualche altro minuto, prima che il comandante li contattasse: mai troppo presto per il capo artigliere, comunque.
"Alenko, qui Shepard."
"La ascolto signora."
"Urdnot Wrex è dei nostri."
"Abbiamo un Krogan a bordo quindi?"
"Cerca il nemico del tuo nemico e troverai un amico." disse la voce del Krogan nella radio: "Ma voglio essere chiaro: l'Ombra mi paga per uccidere Fist."
"Non appena avremo le informazioni che ci servono sulla Quarian, ti consegneremo Fist." confermò Shepard via radio: "Ma tu ascolta me Wrex: fino ad allora, si fa come dico io. Metti in pericolo la mia squadra e ti farò mangiare i tuoi intestini. Sono stata chiara?"
"...Ah! C'è del fuoco in te, umana: lo ammiro."
"Qualche notizia di Vakarian?"
"Non ancora signora."
"Non mi avevi detto che ci sarebbe stato un dannato Turian, Shepard."
"Avrei dovuto?"
"...Ah! No."
"ETA 35 minuti. Alenko: non appena Vakarian si farà sentire, riunitevi. Vi raggiungeremo alla vostra posizione."
"Ricevuto signora." rispose il tenente chiudendo il circuito.
"Sembra che il comandante abbia trovato un nuovo animale domestico." commentò acida Williams.
"Siamo tutti animali Ashley: alcuni più degli altri. Ma questo non vuol dire che non possiamo collaborare. Prendi Vakarian per esempio: sta sacrificando la sua carriera al C-Sec per darci l'occasione di beccare Saren."
"...Sembri saperne parecchio."
"Sono stato in giro più di altri." rispose cupamente Alenko.
Perfettamente in battuta, arrivò in quel momento una comunicazione del Turian:
"Alenko, qui Vakarian: mi sto avvicinando alla vostra posizione. Le pattuglie del C-Sec in zona sono state rimosse: possiamo fare un bel po' di rumore senza che nessuno ci interrompa."
"Ricevuto Vakarian. Shepard e Wrex sono in arrivo." rispose il tenente, chiudendo il circuito e guardando Ashley: "...Visto? Possiamo fidarci di lui."
"Sarà signore... ma se non le dispiace terrò gli occhi aperti anche per lei."
"Come vogliamo fare?"
Si erano acquattati tutti assieme, e Alenko non aveva mai visto un Turian ed un Krogan così vicini, anche se nel caso di Wrex era fisicamente impossibile nascondersi: al massimo il mercenario poteva restare nell'ombra.
Nonostante fosse un Krogan, non sembrava particolarmente infastidito da Vakarian, ma chi poteva dirlo? C'era vecchia ruggine tra le loro specie dopotutto: erano stati i Salarian a sviluppare l'arma genetica che aveva piegato i Krogan, la Genofagia, ma erano stati i Turian ad usarla.
Shepard aveva già pronto un piano:
"Alenko, Williams e Urdnot con me: saremo la testa d'ariete ed entreremo dalla porta principale. Vakarian: voglio il tuo fucile sull'uscita di sicurezza. Se non è uno di noi, spara a tua discrezione. Lasciate i buttafuori Krogan a me e a Urdnot, chiunque altro nel locale che vi guardi storto, sparate per uccidere."
"...Semplice e letale. Mi piace. Che stiamo aspettando?"
Quando gli avventori dell'Antro di Chora lasciarono il locale per un falso allarme antincendio, si trovarono davanti tre umani ed un krogan ad armi spianate: molti fra loro caddero all'indietro di fronte a quella squadra, ma i marine e il mercenario non gli degnarono di uno sguardo, mentre attraversavano la soglia.
Non importa quanto i membri di un singolo team sappiano combattere bene da soli: l'unica cosa che conta davvero, è quanto bene combattano assieme. Avrebbero scoperto ben presto che la sinergia tra loro era alta.
Wrex e Shepard avanzarono in prima linea, entrambi coperti da una barriera biotica: si divisero immediatamente, prendendo ciascuno una metà del locale. Dietro di loro, Williams salì su un cubo, scaricando il suo fucile invece di danzare, facendo coppia con Alenko, che spediva in aria ogni sgherro che Fist avesse pagato per prendere le armi al suo posto.
Fu una carneficina, nella quale prosperarono: al punto che Shepard si considerò fortunata quando incontrò sulla sua strada due buttafuori Krogan. In quello spazio ristretto, una singolarità era impensabile, così il comandante ricevette i loro proiettili sulla sua barriera biotica, sparando a sua volta su entrambi. Quando furono abbastanza vicini, Shepard usò il bancone come trampolino per saltare sopra di loro, svuotando un colpo sovraccaricato ad alzo zero su uno degli alieni, che si trasformò in un mucchio di carne cotta. Atterrando alle spalle del secondo, Shepard eseguì un complicato gesto delle dita e del braccio, infliggendo un potente campo di distorsione: il grosso alieno si portò le mani agli occhi, mentre ogni sua membrana cellulare veniva scossa e spezzata. Fu per pietà che il comandante lo uccise col suo shotgun, facendolo cadere in ginocchio senza più mani e testa.
Dall'altro lato del locale invece, Wrex rise di trionfo, mentre spaccava la testa di un altro Krogan e finiva di decapitarlo a mani nude, dopo aver iniziato il lavoro col fucile.
Alenko e Williams li seguirono, scalando il centro, dove si ergeva la pista delle spogliarelliste, sparando corte raffiche su tutti coloro che avevano un'arma.
Quando finirono, non c'era più nessuno di vivo nel locale, a parte loro: chi doveva fuggire era già scappato, mentre chi era rimasto per combatterli, era morto. Nessuna vittima collaterale, ma ancora non bastava:
"Vakarian, qui Shepard: il locale è nostro." disse il comandante guardando il Krogan: fra loro, fra gli occhi rossi da rettile del mercenario e quelli violetti della donna, passò qualcosa di indefinibile, a cui il Krogan non seppe dare un nome.
"Ricevuto, vi raggiungo subito."
Shepard e il resto del team non fecero nemmeno in tempo a forzare la porta che conduceva alle stanze private di Fist, prima che il Turian arrivasse. Non avevano più fretta: ormai il criminale doveva sapere che stavano arrivando.
La porta li condusse nel retro del locale, in un deposito buio e lungo:
"F- f-fermi! O spariamo!" gridò qualcuno.
Shepard valutò attentamente i due Umani che li fronteggiavano, privi di scudi e con solo una pistola ciascuno.
"Magazzinieri... "disse Alenko: "devono essere gli ultimi rimasti."
"...Abbiamo appena sterminato ogni altra guardia nel locale: siete davvero certi di volerci affrontare?" chiese con noncuranza il comandante, con un gesto distratto verso il locale.
I due uomini si fissarono a vicenda, notando la loro mancanza completa di corazze o altre forme di difesa. Fu l'altro a parlare per entrambi:
"'Fanculo Fist... non ci paga abbastanza." disse, ed entrambi lasciarono cadere le pistole e guadagnarono l'uscita.
Shepard li lasciò andare indisturbati.
"...Sarebbe stato più semplice ucciderli." commentò Wrex.
"Sparare alla gente non è sempre la soluzione migliore." lo rimbeccò Williams.
"Certo che lo è!" ribatté Wrex: "Non c'è problema che non possa essere risolto da uno shotgun: niente avversari, niente problemi."
"Voi Krogan non avete un proverbio che recita: compatisci il Guerriero che ha sconfitto tutti i suoi nemici?" chiese Shepard: "...Che c'è?" aggiunse, notando come la guardavano tutti: "...Un krogan può parafrase Joseph Stalin e un'Umana non può citare un proverbio Krogan?"
"Lei è pazza... ma'am. E lo consideri un complimento."
"Mi considero una pioniera, Williams." rispose Shepard, attraversando il magazzino segreto di Fist: nelle casse trovarono qualche arma, ma niente di davvero interessante, salvo per la porta sigillata in fondo.
"Alenko, pensi di poterla aprire?"
"Come fatto, comandante."
Ed effettivamente, ci fu Fist ad accoglierli oltre la porta, difeso da due torrette: grossi calibri, che riversarono sul loro gruppo un torrente di metallo.
"Perché devo sempre fare tutto da solo? Morite, soldatini!" gridò il criminale.
"Maledizioni!"imprecò Shepard mettendosi al riparo: quelle torrette li avrebbero uccisi non appena avessero mostrato la testa.
"Posso disturbare i loro sensori." disse Garrus, mentre gli stipiti venivano via per il fuoco di grossi calibri automatici: "Ci daranno qualche secondo per distruggerle."
"Alenko, campo di stasi su Fist appena puoi: tienilo bloccato!"
"Sissignora!"
"Al tuo segnale Garrus!"
Vakarian prese un disco da uno scomparto dell'armatura, programmandolo al volo col suo omnitool:
"3.. 2... 1! ORA!" ruggì il Turian, lanciando il disco oltre la loro copertura.
Ci fu uno strano sfrigolio elettrico nel loro circuito radio, come un televisore mal sintonizzato, e le torrette smisero di sparare. Shepard e Wrex seguirono subito dopo il Turian, strappandole dalle sedi con i loro poteri biotici e schiacciandole in un gemito di metallo: il comandante fu più precisa di Wrex, mentre Williams dovette schivare il groviglio di rottami e cavi che piovve verso di loro.
"Bel lavoro, Turian." si complimentò Wrex.
"Mina tecnologica: disturba ogni apparecchio elettronico nel raggio dell'esplosione."
"Non so... quanto posso... tenerlo." disse invece Kaidan, impegnato a generare un campo di stasi attorno a Fist, che lo imprigionava in una gabbia inviolabile di luce bianca.
La squadra gli fu addosso prima che Kaidan cedesse.
"...Aspettate! Non uccidetemi! Mi arrendo!" furono le prime parole che Fist disse quando il campo di forza si dissolse.
Il fucile del criminale venne calciato via, e per buona misura il comandante estrasse la sua pistola puntandola verso di lui: fu l'occasione per Shepard e la sua squadra di vederlo per la prima volta bene in faccia.
Fist indossava una corazza da combattimento di tipo militare: probabilmente era un ex soldato dell'Alleanza, rifletté Williams, dato il familiare taglio a spazzola e le piccole cicatrici in faccia. Li aveva chiamati soldatini in fondo: doveva averli riconosciuti a sua volta come militari, invece che poliziotti.
"Dove è la Quarian?" gli chiese Shepard.
"...Non è qui! Non so dove sia, lo giuro!"
"Allora non ti serve più. Lascia che lo uccida." minacciò Wrex, imbracciando il suo fucile.
La vista di un mercenario che vuole la tua vita, specie un Krogan come Wrex, è in grado di scogliere più di una lingua testarda. Il comandante colse al volo l'occasione:
"Wrex lavora per l'Ombra, Fist. Sei sicuro di non sapere dove sia la Quarian?"
"Nonono! Aspetta aspetta..."
Shepard gli mise in piede sul petto:
"Non mi piacciono i bugiardi, Fist: dimmi dove si trova la Quarian e forse non ti sparerò."
"...Abbiamo un accordo?" chiese Fist da terra.
Shepard ci pensò su un attimo:
"Dimmi dov'è la Quarian e ti lascio andare." promise infine.
Fist si mise seduto lentamente:
"Non so dove sia adesso la Quarian, ma so dove potrete trovarla."
"Continua."
"La Quarian mi ha chiesto di incontrare l'Ombra faccia a faccia: ha detto che avrebbe consegnato le informazioni solo a lui..."
"Faccia a faccia?" Wrex scosse la testa: "...Impossibile. Anch'io sono stato ingaggiato attraverso un agente: nessuno incontra l'Ombra di persona."
"Ma la Quarian non lo sapeva! Le ho detto che avrei organizzato un incontro, ma quando si farà viva, ci saranno gli uomini di Saren ad aspettarla..."
Shepard afferrò Fist per il pettorale, alzandolo in piedi ed inchiodandolo al muro con un braccio sulla gola e la pistola in faccia.
"Figlio di puttana! L'hai mandata in una trappola! Dov'è il luogo dell'incontro?"
"...È qui nell'agglomerato. Il luogo preciso è nel computer!" strillò Fist, indicando un terminale nell'angolo.
"Alenko." ordinò Shepard, lasciando andare Fist.
Il tenente fu rapidissimo, copiando l'intero database di Fist nel suo omnitool:
"È qui vicino... ma... Comandante! L'incontro sta avvenendo adesso!"
"Ci ha giocati." ringhiò Williams.
"Saren mi ha pagato una fortuna per dargli la Quarian... non ho potuto dirgli di no." si giustificò Fist: "Io ho rispettato l'accordo."
"Vero." disse Shepard allontanandosi da lui: "Ho promesso che io ti avrei lasciato andare... ma Wrex non ha promesso niente del genere, vero Wrex?"
Il truce sorriso che scoprì la bocca del Krogan riempì Fist di terrore. Poi il criminale non provò più nulla, perché il Krogan scaricò quattro colpi del suo shotgun su di lui, facendolo crollare a terra in una pozza di sangue. Per buona misura, il mercenario gli sparò anche in testa, effettivamente polverizzandogli il cranio con un rosa di pallini supersonici.
"Era davvero necessario? Decapitarlo?"
"Non lascio lavori a metà, Turian. E comunque non avete altro di cui preoccuparvi? Uccideranno la Quarian se non vi sbrigate."
"Deduco che non verrai con noi."
Wrex scosse la testa:
"Sparirò prima che C-Sec venga ad indagare."
"Garrus?"
Il Turian sembrò sgonfiarsi:
"Qualcuno deve prendersi la responsabilità per quello che è successo qui."
"...Grazie. Alenko, trasferisci il punto dell'incontro sui nostri HUD: muoviamoci!"
Shepard e gli altri Umani rifoderarono le armi e cominciarono a correre.
"Ci vediamo Turian. O forse no." disse Wrex, buttando le sue armi per terra: con un po' di fortuna, C-Sec non avrebbe avuto le prove per accusarlo di quello che era successo in quel luogo.
E la taglia di Fist sarebbe stata sufficiente a comprarsi qualunque avvocato in ogni caso.
Se avesse dovuto esprimere in una parola le emozioni che provava, avrebbe scelto "inquieta".
Essere Quarian non è facile nella Galassia: venire disprezzati e respinti è la norma. Si è considerati come parassiti e vagabondi dalle altre razze: agli occhi della galassia, le sofferenze della sua gente e le loro difficoltà, sono la giusta punizione per il peccato di aver creato i Geth. Al Consiglio non importa, non è mai importato in verità, che i Quarian abbiano dovuto abbandonare tutti i loro pianeti per salvarsi dalle macchine che avevano generato, o che fossero stati costretti a diventare nomadi a bordo di una flotta di navi in perenne movimento: il pericolo e l'orrore rappresentato dai Geth erano ai tempi ancora troppo vividi per loro. Inoltre, dopo le guerre contro i Rachni e la Ribellione dei Krogan, il Consiglio non voleva più essere coinvolto in altri conflitti: i Quarian avevano segnato da soli il loro destino, e dunque per il Consiglio era giusto che da soli ne affrontassero le conseguenze.
E poiché i Geth non erano mai usciti dal Velo di Perseo in 300 anni, alla fine era stato deciso di ignorarli.
In verità, l'unico effetto della ribellione dei Geth per le altre razze, erano state le severe leggi interstellari varate contro la ricerca e lo sviluppo di Intelligenze Artificiali: un testamento alla paura che nuove macchine ribelli potessero minacciare un'altra specie. La cicatrice che i Geth avevano lasciato nella Galassia però era tornata a pulsare, viva e violenta, dopo l'attacco di Eden Prime, così come la sfiducia verso il suo popolo: essere Quarian è difficile, specie quando viene considerata una colpa, perfino da alcuni Quarian.
Lei non era ancora pronta ad arrendersi e a morire però: ecco perché aveva bisogno di protezione. Sperava che l'Ombra avrebbe tenuto fede al patto, come Fist le aveva promesso. Il vicolo scuro non contribuiva a farla sentire più al sicuro, o più certa delle intenzioni di Fist o dell'Ombra, ma non aveva altra scelta: Saren era troppo pericoloso perché lei potesse continuare a sfuggirgli da sola.
Stava quasi per decidere se valesse la pena andarsene, quando arrivarono: un Turian e due guardie del corpo Salarian. Il Turian aveva una tatuaggio facciale che le ricordava un teschio dai denti aguzzi, dipinto su un carapace scuro. I due Salarian erano invece nascosti dalle corazze che portavano: come Fist le aveva detto, non si era presentata armata, al contrario di quelli che si apprestava ad incontrare.
Il Turian si avvicinò a lei, mostrando le mani vuote:
"Le hai portate?"
"...Dov'è Fist? Dove l'Ombra?"
"Arriveranno." le disse, passando gli artigli sulla sua tuta ambientale: "Dove sono le prove?"
Prove? Non aveva detto a Fist cosa contenessero i dati che voleva scambiare. Allontanò la mano del Turian con uno schiaffo:
"No. L'accordo è saltato."
"Stupida. Non c'è mai stato nessun accordo. Prendetela!" ordinò alle sue guardie del corpo.
Come aveva promesso a Fist, non si era presentata armata, ma una mina tecnologica non si qualificava come arma vera e propria: la gettò in mezzo a loro. Fu fortunata che il Turian e i Salarian la scambiassero per una vera granata, saltando lontano da lei e dandole il tempo di ripararsi dietro una cassa dimenticata nel vicolo.
Sapeva però di non avere scampo: erano armati, e lei non aveva niente con cui affrontarli. Ci avrebbero messo poco a rendersi conto del suo piccolo trucco: la mina riempì il suo casco di statica, ma non ci fu esplosione.
Facendosi coraggio, estrasse il coltello che portava allacciato allo stivale, contraendo le gambe e preparandosi a saltare, a uccidere o essere uccisa: forse sarebbe riuscita a portare con sé almeno il Turian. I secondi passarono, ma nessuno venne a cercarla: quando contando arrivò fino a venti, si arrischiò ad alzare la testa.
I suoi aggressori giacevano a terra, con gli arti piegati in strani angoli: erano stati lanciati piuttosto lontano nel vicolo, almeno sei metri, impattando violentemente contro un muro. Non si muovevano.
"Uff... sembra che abbiamo fatto in tempo." disse una voce dietro di lei, respirando rumorosamente: "Aaah..." espirò ancora.
Era un'Umana, con le mani piantate sulle ginocchia: troppo ben corazzata per essere un altro sicario o un agente C-Sec. Portava una pistola sul magnete della coscia e dalla sua schiena, lei vide sporgere l'impugnatura di uno shotgun.
"Stai bene?" le chiese con una ricca voce.
Riusciva a sentirla? Si chiese Shepard. Era la prima Quarian che incontrasse, ed era coperta da capo a piedi da una corazza ambientale: raggiungeva forse il metro e settanta, ma era piuttosto esile e sembrava che ne avesse passate parecchie. La tuta dell'aliena era un misto di pezzi diversi raccolti e fusi assieme: solo il suo braccio destro era corazzato a dovere, mentre il resto sembrava tessuto colorato di sfumature del porpora, inchiodato sopra a placche discontinue di materiale antiproiettile. Shepard passò lo sguardo sul resto della Quarian, notando gli stivali con ginocchiere e paratibie metallici, che finivano in piedi con tre dita: due più lunghe ai lati ed un terzo laterale più corto d'appoggio, che partiva dal tallone. Risalendo la sua figura, incontrò non un volto, ma un casco dal visore oscurato, da cui filtrava la luce di due punti luminosi che il comandante suppose fossero gli occhi della Quarian.
"Comandante Hayat Shepard, forze dell'Alleanza dei Sistemi." sillabò il più chiaramente possibile indicandosi, dato che la Quarian ancora non rispondeva.
"Capisco quello che dici, Umana." A posteriori, forse aggredire la sua salvatrice non fu un'idea brillante.
Per Shepard invece, la Quarian aveva uno strano accento esotico, quasi... metallico, e che le faceva suonare le u come dolci w.
"Ah. Bene... Vorresti mettere via il coltello? Non intendo farti del male."
"Come li hai uccisi?" le chiese invece.
"...Sono una biotica: quando ho visto che stavano per attaccarti, ho agito d'istinto."
"Grazie." le rispose Tali, rinfoderando il suo coltello, una vibrolama che era il più stretto legame che possedesse con la sua casa.
A quel punto arrivarono sulla scena un'altra Umana dai capelli scuri e dalla pelle più chiara rispetto alla sua salvatrice, e dopo un attimo ancora, un uomo dai capelli neri, visibilmente stremato.
"Accidenti signora... ha sangue di leopardo nelle vene?" le chiese Williams sbuffando.
Il capo artigliere era stata geneticamente potenziata quando si era unita alle forza di fanteria dell'Alleanza, una pratica così diffusa da essere universale ormai, e il suo trattamento AIUP classe B le permetteva di correre più velocemente e più a lungo, e di resistere meglio alla fatica. Nonostante questo, Shepard li aveva lasciati entrambi indietro quando aveva cominciato a filare come il vento: Williams dubitava avesse solo a che fare con la sua corazza più leggera.
"È lei la Quarian?" chiese Williams.
"Mi chiamo Tali'Zorah nar Rayya." si presentò finalmente.
"E loro sono Ashley Williams, capo artigliere, e il tenente Kaidan Alenko, anche loro dell'Alleanza. Vorremmo portarti in un posto sicuro, Tali'Zorah."
"...So badare a me stessa."
"Non sembra: i sicari di Saren ti avrebbero uccisa se non fosse stato per il comandante."
"...Erano con Saren?"
"Fist ha tradito l'Ombra per lavorare per Saren: ti avrebbero uccisa per recuperare i dati che hai su di lui."
"Bosh'tet." imprecò violentemente Tali nella sua lingua natia, ma i loro traduttori universali non seppero interpretare quel termine particolare.
"Fist non può farti più del male: è morto."
"...Perché mi state aiutando?"
"Mi piacerebbe poter dire che è solo per senso del dovere... ma stiamo cercando le prove che dimostrino il tradimento di Saren al Consiglio."
Tali rilassò la sua postura:
"Allora avrò modo di sdebitarmi per avermi salvato la vita: ho i dati che state cercando."
"...Williams, recupera il trasporto e raggiungici qui. Questo posto non è sicuro: dobbiamo muoverci in fretta e portare Tali al sicuro."
"Aye aye, ma'am." rispose Williams scattando immediatamente.
"Alenko, contatta il capitano Anderson e informalo della situazione. Fagli sapere che stiamo arrivando all'ambasciata: butti giù dal letto Udina se serve, ma abbiamo qualcosa che lo interesserà."
"Sì signora." rispose il tenente attaccandosi alla radio.
Dati gli ordini, Shepard si avvicinò a Tali:
"Stai bene?"
"...Sì, non sono rimasta ferita. Non hanno fatto in tempo a ferirmi."
Shepard ne fu sollevata:
"Bene. Abbiamo incontrato la dottoressa Michel prima di venire qui: sarà felice di sapere che stai bene."
Ogni sospetto che ancora rimanesse nella mente di Tali evaporò a sentire quel nome: la dottoressa l'aveva curata e rimessa in sesto quando si era presentata alla sua clinica con un proiettile nella spalla, cortesia di altri sicari di Saren, senza chiedere nulla in cambio. Il buco nella sua tuta era stato chiuso, e la sua carne si stava rimarginando, ma il dolore, e le sue implicazioni, ancora rimanevano.
"È finita davvero..."
Shepard capì cosa intendesse:
"Sì. Sei salva, e ti proteggeremo. Non deve essere stato facile, ma da adesso in poi le cose andranno meglio. Specie dopo che Saren avrà il suo status di Spettro revocato..."
"Sembra una cosa personale."
"Io e la mia squadra... eravamo su Eden Prime quando ha attaccato con i Geth."
"Oh, mi... mi dispiace."
"...E di cosa?"
"Per i Geth..."
"Perché dovresti scusarti? Non sei stata tu a crearli. O ordinare loro di attaccare la colonia."
Tali non seppe cosa rispondere.
Il viaggio verso l'ambasciata fu tranquillo, con Williams ai comandi e Alenko al suo fianco col fucile sulle gambe. Tali era stretta dietro con il comandante, e la Cittadella scorreva loro attorno ad alta velocità.
La tensione era ormai scemata del tutto.
"Tali'Zorah giusto?" disse Alenko dal suo posto.
"Sì." rispose Tali.
La sua fuga da Saren aveva avuto fine, inaspettatamente prima ancora di cominciare davvero: era solo giusto che intrattenesse la curiosità dei suoi salvatori.
"...Non ti da fastidio?" le chiese l'Umano.
"Che cosa?"
"La tuta che indossi..."
Tal sospirò, e ne fu quasi divertita:
"Sono la prima Quarian che incontrate?"
"Si nota così tanto?" chiese Shepard al suo fianco:
"Solo un poco: questa tuta mi è necessaria per sopravvivere."
"Come per i Volus?" chiese Williams.
"No. La mia specie si è evoluta su un pianeta simile al vostro: respiro ossigeno come voi e il mio sangue contiene emoglobina. Come i Turian però, il mio DNA è destro giro."
"Allora perché la tuta?"
"Il sistema immunitario della mia specie è diverso da quello delle altre razze. Ci siamo evoluti in un ecosistema dove la simbiosi ecologica era la norma: il nostro sistema immunitario non combatteva le malattie, ma le adattava alla nostra fisiologia. Essere stati cacciati dai nostri pianeti però, e dopo 300 anni passati come nomadi su navi spaziali, ha rovinato questa adattabilità: la più semplice infezione può ucciderci ora. Questa tuta serve a filtrare ogni contaminante esterno."
"Quindi non puoi toglierla?"
"Solo in stanze sterili."
"...Credo di aver fatto abbastanza domande indiscrete per oggi. Mi dispiace." disse Alenko scusandosi.
"Non c'è problema: io stessa non posso dire di avere visto molti Umani nei miei viaggi. Per esempio, cosa sono quei fili che avete in testa?"
"...I capelli?"
"Sono chiamati così?"
Shepard notò che il casco di Tali aveva una specie di chiusura ermetica in corrispondenza della bocca, e nel suo centro una spia che si accendeva e spegneva ogni volta che la Quarian parlava. Piuttosto strano...
"Sì, sono strutture proteiche a base di cheratina non irrorate dal sangue. Crescono naturalmente per tutta la durata della nostra vita." spiegò Alenko, mentre Williams sussurrò nerd, continuando a guidare.
"C'è una significato particolare nella loro lunghezza?"
"...Solo il gusto personale."
***
E anche questo capitolo è fatto. Vi è piaciuto? Spero di sì.
Prima di lasciarvi alla, spero breve attesa del prossimo capitolo, (e magari all'arduo compito di scrivere una recensione a questo ;), un piccolo appunto: so che in ME3 abbiamo una ricostruzione del volto di Tali in una fotografia... ma mi trovo ad un bivio, tra la mia logica ed il lore. Perché, pensiamoci un attimo: se Tali avesse dei capelli sotto quel casco, come farebbe a gestirli? I capelli crescono dopotutto... ha forse un meccanismo per tagliare ed eliminare i capelli superflui? Potrebbe essere... ma come fare a sistemarli, se a causa di urti o movimenti improvisi, dei ciuffi dovessero sfuggire e coprirle gli occhi? Mmhh... per far funzionare una cosa del genere, servirebbe una tecnologia complicata: perchè in fondo, cosa c'è di più ribelle dei nostri capelli? Inoltre (piccola nota di... colore, chiamiamola così), in ME3, Javik stesso ammette che i Quarian preistorici erano affascinanti forme di vita, per quanto sia contrario all'accoppiamento intra specie (a suo dire uno spreco di energie). Ora, che un vecchio (relativamente) Prothean xenofobo dica che una razza inferiore fosse piacevole da vedere non è poca cosa: è possibile quindi che i Quarian possano essere esteticamente piacevoli agli occhi di un Prothean (tutti e quattro), più degli esseri umani, che a suo dire sono tutti semplicemente primitivi. O semplicemente ci sta trollando... non lo so.
Per queste e altre ragioni, tendo a pendere per un altro aspetto dei Quarian: suggerirei... questo: http://scrappy195.deviantart.com/art/Tali-unmasked-491235190.
L'immagine non è mia, quindi credito all'artista che l'ha creata, e che personalmente trovo assai più probabile, originale, e magari perché no, corretta, di quello che la Bioware potrebbe aver immaginato.
Alla prossima!