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Autore: Daeva    31/12/2008    1 recensioni
Un episodio sul rapporto tra Danzou e Sai, ispiratomi dall'ascolto di Illusion dei VNV Nation.
Sai è costretto ad affrontare una dura realtà e Danzou si propone di mostrargli "la restrittiva via per la sopravvivenza".
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Please don't go, I want you to stay
I'm begging you please, please don't leave here
I don't want you to hate for all the hurt that you feel
The world is just illusion trying to change you"
'Illusion' - VNV Nation

Sai emise un gemito sottile, rigirandosi nel suo spoglio giaciglio alla ricerca di una posizione confortevole per il sonno.
La notte precedente aveva lasciato che Shimizu e Hanzo entrassero in camera sua per passare la notte, allietando i loro corpi col suo insano bisogno di calore e conforto: i due compagni si erano dimostrati più che disponibili, riempiendo ogni orifizio del corpo di Sai più e più volte col loro seme e saliva... Era solo una delle ultime notti passate nella perversione in un vano tentativo di comprendere le ragioni di un tormento come mai non ricordava di aver provato nella sua travagliata seppur giovane vita.
Gli allenamenti, la disciplina, neanche la pittura erano in grado di sollevare il suo animo, recluso nella stagnante prigionia dello sconforto.

Mentre indulgeva le curiosità morbose di Shimizu e allargava le labbra attorno al membro turgido di Hanzo, cercava di concentrarsi su quel miscuglio di sensazioni perdute che non riusciva pienamente a focalizzare od associare a qualcuno ma che indubbiamente, sicuramente, adesso gli erano state private da un crudele destino.

Danzou, ben conscio dello spettacolo che lo aspettava dietro quella porta socchiusa, aggrottò le ciglia per farsi coraggio prima di entrare nella stanza del ragazzo, ancora pregna dell'odore acre di sesso e sudore.

"Sai," allertò il giovane col suo tono di voce, immancabilmente profondo e insinuante "Ho saputo che da parecchio non ti presenti agli allenamenti giornalieri e hai iniziato a rifiutare le missioni assegnatoti dai tuoi superiori."
Sai replicò con un lento movimento di pupille, ora ferme sulla figura solida di Danzou, una macchia nera e immobile contro il bianco appassito della piccola stanza "Danzou-sama," si giustificò con un filo di voce, le labbra secche e screpolate "Mi è impossibile dedicarmi alle missioni in questo stato."
"Sei stato visitato da un medico, il tuo corpo è in salute."
"Tuttavia non riesco neanche a muovere un passo..."

Danzou sospirò amareggiato, sedendosi sulle ginocchia a fianco del futon scomposto.
"Hai dipinto qualcosa di nuovo in questi giorni..?" aggiunse l'anziano, guardandosi intorno, alla ricerca di un abbozzo o uno schizzo di dipinto che avesse potuto suggerirgli un minimo di ricettività verso il mondo esterno.
"No, nulla... Non..."

L'uomo rimase in silenzio per qualche minuto, poi riprese "...Conosci le ragioni di questa sofferenza?"
Sai tacque, timoroso della risposta-- Timoroso che la risposta portasse conseguenze ancora più dolorose che l'ignoranza stessa.
Danzou riprese "E' normale che tu ti senta così, eri molto attaccato a quel ragazzo--"
"..."
"--Ed è questa la causa della tua sofferenza."
"..."
"Dove pensi che possano portarti queste umiliazioni cui ti sottoponi e queste superflue sensazioni che ti sforzi di provare..? Stai cercando di sentirti vivo, o illuderti di poterti sentire morto?"
"..."
"Hai forse dimenticato i fondamenti del nostro insegnamento..?"

Sai tacque, ripetendo a memoria il giuramento di Ne; ovviamente non l'aveva dimenticato.

"--E' incosciente da parecchie settimane ormai... La malattia lo sta divorando senza pietà, gli restano pochi giorni."
"..."
"Non vuoi vederlo?"
Sai si rannicchiò nel letto, quasi tremando alla semplice idea di vedere il corpo di suo fratello in quelle condizioni-- Tremando all'idea di non riconoscerlo, di provare pietà per lui.

"Alzati Sai. E' necessario che tu lo veda."

Gli occhi di Sai si sbarrarono aperti sotto le coperte. Una simile crudeltà-- Era davvero necessaria? Era davvero necessaria--?!
Danzou ovviamente pensava di sì, e non esitò a strappar via le coperte dal corpo nudo e abusato di Sai, afferrandolo per un braccio e costringendolo sulle sue gambe, forzandolo a entrare nella stanza dall'altra parte del corridoio.

E Sai non oppose resistenza, non emise un suono, lo sguardo vuoto di un morto sul suo viso e il battito folle del suo cuore attraverso il polso stretto nella mano di Danzou, tale da non sfuggire ai sensi acuti dell'anziano shinobi.

La porta della stanza di Shin si aprì e Danzou spinse dentro Sai, lasciandolo cadere sulle sue ginocchia come la cosa debole e miserabile che era diventato.
"Guardalo, tu gli sopravvivrai, e sopravvivrai anche al vostro legame. Cosa ti ha permesso di sopravvivergli? Una maggiore forza fisica? Un chackra più benefico? Riflessi più acuti? Talento? Intelligenza..?"
Sai posò gli occhi sul viso famigliare del suo compagno, fratello e amante: si sentì morire, e anche lui adesso voleva sapere perchè gli fosse concesso sopravvivergli: perchè, cos'era che stava provando in quel momento..? Quale espressione gli era lecito indossare--? Perchè dolore, amore, sollievo e disperazione stavano lentamente scorrendo via dalle sue vene, e cos'era quel confortante vuoto a intiepidirlo dentro--?

"Gli uomini e il loro destino sono semplici illusioni," Danzou constatò "I sentimenti, le convinzioni personali, i legami, sono illusioni... Davanti la caducità della volontà umana, solo una cosa rimane immutata, solo un vessillo degno di rimbombare dell'interesse comune--"

"--La missione." Sai rispose.

Danzou annuì "Vuoi sapere per cosa è morto questo ragazzo, perchè tu stai vivendo? Trovalo nella missione. Diventa tutt'uno con la missione, garantisci con essa il futuro delle generazioni a venire e custodisci l'eredità dei nostri Padri, la Volontà del Fuoco."

Sai rimase in silenzio, e finalmente decise di alzarsi e avvicinarsi al giaciglio di Shin, osservandone la fisionomia provata dalla malattia, il viso ora più magro e inespressivo, la pelle diafana e lucida come quella di una bambola.
Sai allungò una mano e la porse sulla fronte tiepida di Shin; poteva sentire la vita scivolare via dal corpo dell'amico ad ogni secondo che passava, il suo chackra diminuire di consistenza e vigore, così come il dolore che permeava il suo cuore, e l'afflizione, e la disperazione, e l'odio verso sè stesso per essere ancora in vita e verso gli altri per essere ancora in vita... Aveva odiato i loro sorrisi, la loro felicità, tutto ciò che a lui era stato negato a causa di un fato avverso: la morte di suo fratello era solo una prova, l'ennesima prova di quanto più forte era necessario che diventasse per onorare al meglio il suo sacrificio.
Sai si fermò a riflettere per un momento, e si interrogò su Danzou: anche l'uomo aveva subito un dolore simile al suo, una perdita simile alla sua, una delusione simile alla sua--? Era per questo che i suoi insegnamenti erano così efficaci, le sue parole così pregne di significato per lui..? Danzou era riuscito a sfuggire all'odio, era riuscito a rimanere al suo posto, era riuscito a salvarsi con le proprie forze, o qualcun'altro, come lui prima di lui, gli aveva mostrato la restrittiva via per la sopravvivenza..?

"Danzou-sama," Sai mormorò, ritornando in sè "E' necessario che dimentichi?"
"Se ti viene più semplice, sì, sarà bene che dimentichi," l'uomo si voltò dando le spalle al ragazzo, lasciandolo solo col fratello in punto di morte, l'unico stimolo di umanità che Sai avesse mai avuto "Ma la scelta migliore non è mai dimenticare... E' sopportare. Solo questo ti garantirà la voglia di reagire."

***

Il giorno dopo Sai si presentò al cospetto di Danzou, pronto a rientrare in servizio a pieno regime; l'uomo si compiacque della reazione positiva del ragazzo e non esitò a proporgli varie missioni che lo tennero occupato per svariati giorni.
Durante uno dei suoi pochi momenti di riposo Sai ritrovò nella sua stanza il libro di illustrazioni cui stava lavorando prima che Shin si ammalasse; provò una distinta sensazione di sollievo, ma nonostante fossero passato poco più di un mese dalla malattia di Shin gli risultò quasi impossibile ricordare perchè volesse far dono del libro all'amico, ma soprattutto come aveva pensato di completarlo: Sai ne fissò le pagine centrali e ciò che provò fu nostalgia, ma anche uno strano sentimento di cui non conosceva il nome, ne gioia ne tristezza, ma qualcosa di simile e completamente diverso; Sai stava custodendo il piccolo libro nella sua borsa quando uno dei compagni corse ad avvertirlo della morte di Shin.

E Sai non ebbe idea di che espressione mostrare.
   
 
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