È
abbastanza strano tornare a scrivere dopo tanto tempo, credo siano
anni. Ringrazio Mary (Titty 90) perché mi ha sempre
incoraggiato a continuare a scrivere, ringrazio anche I Three Days
Grace che mi hanno dato l'ispirazione, oltre al nome della
fanfiction.
Come sempre, I personaggi non appartengono a me ma
alla Zia Rowling. Buona Lettura.
Un
fastidioso raggio di sole le stava pizzicando il volto da un paio di
minuti, ma lei era decisamente intenzionata a ignorarlo. Non voleva
alzarsi. Voleva rimanere così per sempre, intrappolata in quel
limbo, fra sogno e realtà. Dove tutto è perfetto; dove
non c'erano guerre, non c'erano morti e non c'erano Signori Oscuri
pronti a fare fuori qualsiasi persona avesse intralciato la sua
strada.
Ma doveva alzarsi. Doveva semplicemente svegliarsi,
stropicciarsi gli occhi ed affrontare un'altra giornata. Infondo,
pensò, lei era fortunata. Si trovava ad Hogwarts, non era di
certo in giro per il mondo a cercare Horcrux. Non era in un imminente
pericolo di vita, e stava bene. O meglio..faceva finta di stare bene;
anche se, probabilmente, il silenzio e l'incapacità di
sorridere fossero dei dettagli che ormai tutta la scuola aveva
notato.
Ma non lo faceva apposta, non riusciva a sorridere..tutto
qui.
Da quando suo fratello, Hermione ed il suo Harry erano
partiti per salvare il mondo, lei si sentiva come intrappolata.
Costantemente distratta, persa nei suoi pensieri e sguardo assente
erano ormai caratteristiche che le sue amiche era abituate a vedere
in lei. Non si spiegavano perché non stesse reagendo, perché
non si stesse rialzando, pronta per un'altra battaglia e per scrivere
finalmente la parola fine a questa guerra. Ginevra, dal canto suo,
era semplicemente confusa. Si sentiva persa, non riusciva a trovare
uno stimolo per continuare ad essere quella ragazza sempre sorridente
che tutti avevano conosciuto. Non voleva indossare una maschera e
fare finta che tutto stesse andando bene, ma non voleva neanche
lasciare che la situazione le sfuggisse dalle mani. Così aveva
incominciato semplicemente ad essere una persona senza sorriso, quasi
senza emozioni. Forse, da fuori, la si poteva etichettare come una
ragazza apatica, menefreghista ed indifferente. Ma lei sapeva che non
era così, sapeva che la sua era semplicemente una conseguenza
di quello stress che da anni doveva sopportare. Era il suo modo di
reagire a quella situazione. Ma, infondo, stava bene.
Scostò
le coperte con lentezza e si sedette, osservò il dormitorio e
non la sorprese di non trovare nessuno. Erano quasi le otto e mezza,
e le lezioni iniziavano alle nove. Erano tutti a fare colazione. Le
sue compagne, forse suggestionate dal suo nuovo compartamento,
evitavano di inserirla in qualsiasi cosa pensassero le potesse dare
fastidio. Come l'essere svegliata. E a lei non importava. Non le
importava più niente che riguardava la scuola. Aveva voti
sufficienti, partecipava alle lezioni passivamente ed aveva smesso di
giocare a Quidditch. L'unica cosa che le interessava era andarsene,
andarsene per aiutare le persone là fuori ad affrontare la
guerra.
Si diresse in bagno e si guardò allo specchio. La
ragazza che vedeva non era Ginevra Weasley, era la sua ombra. I
capelli rossi erano spettinati e cadevano disordinati sulle spalle,
gli occhi erano di un azzurro spento e le occhiaie profonde non
aiutavano a dare luminosità al suo viso. Scosse la testa e si
lavò la faccia velocemente. Forse sbagliava a reagire a tutto
questo in un modo così apatico, accondiscendente. Si stava
lasciando andare, non le importava più di come appariva in
pubblico nè tanto di meno di quello che pensava la gente di
lei. Forse, se avesse solo tentato di ritornare ad essere quella di
sempre, sarebbe cambiato qualcosa.
Tornò in camera e si
vestì, presa la borsa logora piena di libri e scese le scale.
Anche la Sala Comune era vuota, fatta eccezzione per alcuni ragazzi
intenti a ripassare. Questi alzarono gli occhi dai libri appena
sentirono I suoi passi e la salutarono con un sorriso imbarazzato.
Gin fece un cenno di saluto con il capo. Uscì velocemente e
arrivò dopo qualche minuto in Sala Grande.
La Sala si era
già quasi del tutto svuotata, ma I tavoli erano ancora
apparecchiati e pieni di roba da mangiare. Si sedette stancamente al
tavolo dei Grifondoro e si riempì il bicchiere di succo di
zucca, prese un tost imburrato e lo assaggiò di malavoglia.
Luna Lovegood le si sedette avanti dopo qualche secondo, la guardò
con quei grandi occhi azzurri e le sorrise.
'Hai una faccia,
Ginny..'
'Me lo dici tutte le mattine da tre mesi, Luna. Credo di
aver afferrato il concetto.' le rispose, non c'era traccia di scherno
nella sua voce. Probabilmente Luna era l'unica che ancora le parlava
normalmente, era l'unica amica che le fosse rimasta. L'unica con cui,
a volte, riusciva a confidarsi.
'Si, certo. Eviterò di
ribadire tutto quello che ti ho già ripetuto un centinaio di
volte. Adesso, visto che non ti degni neanche di svegliarti in
orario, direi che ti dovresti muovere sennò faremo entrambe
tardi alla lezione.'
'Nessuno ti obbliga a rimanere, lo sai.'
'Muoviti a mangiare e basta, ok?'
Gin mugugnò un si
come risposta e finì rapidamente il succo di zucca. Si alzò,
seguita da Luna ed uscirono dalla Sala Grande.
'Che abbiamo?'
chiese Gin, pensierosa.
'Son tre mesi che siamo qui e ancora ti
devi ricordare l'orario. Fai schifo..'
'Grazie, molto gentile come
sempre.'
'E di che, figurati. Abbiamo Storia della Magia.'
'Allora
andiamo.'
Arrivarono nell'aula di Storia della Magia giusto in
tempo e si sedettero negli ultimi posti. Quando il professore Rüf
iniziò a spiegare, Gin lasciò che la sua mente vagasse
libera. Non erano pensieri precisi, nè tanto meno coerenti e
legati fra loro. La sua mente spaziava fra I suoi ricordi d'infanzia
e I fatti accaduti durante quegli anni. Il volto di Harry le
compariva spesso avanti gli occhi, lo sognava tutte le notti. E tutti
le notti lo vedeva morire sotto atroci torture di Voldemort. Forse
era a causa di quei sogni che non riusciva a riprendersi da quello
stato semi catatonico in cui era caduta. Era la paura che la
immobilizzava, non la faceva andare avanti. Il tempo passava, le
notizie di Hermione, Ron ed Harry scarseggiavano sempre più ed
il mondo stava cadendo a pezzi lentamente. E lei si era semplicemente
bloccata, non riusciva a muovere quel solo ed unico passo che le
avrebbe permesso di essere utile in qualche modo.
La campanella
interruppe I suoi pensieri, si alzò dalla sedia e salutò
velocemente Luna. Non sapeva ancora che lezione avesse, sapeva solo
che non era con I Corvonero. Dalla borsa prese il suo orario e rimase
impassibile quando notò di avere lezione con I Serpeverde, e
per di più Pozioni. Piton non insegnava più pozioni,
troppo occupato nel suo nuovo incarico di Preside, ed il suo posto
era stato preso da un uomo, probabilmente Mangiamorte anche lui. Fare
lezione con I Serpeverde significava entrare nella tana del lupo. Ma
nonostante questo la situazione era stabile per ora, Voldemort aveva
il completo potere su Hogwarts e teneva tutto sotto controllo, ma
doveva occuparsi anche di uccidere, devastare e portare sotto il suo
comando altre istituzioni. Quindi le lezioni si svolgevano in modo
regolare, e apparte l'assidua presenza di Mangiamorte, giovani e
grandi, nella scuola, tutto sembrava normale.
Arrivò
puntuale avanti l'aula di Pozioni, alcuni ragazzi erano già
dentro. Prese un profondo respiro e cercando di non dare nell'occhio
per evitare di parlare con qualsiasi persona presente in aula, si
avvicinò ad un tavolo e vi ci sedette, aspettando
impazientemente che la lezione incominciasse.
I ragazzi
Serpeverde, o meglio alcuni, erano seduti dall'altro lato della
classe e sembrava che si divertissero molto. Da dove si trovava lei
non riusciva a captare niente di significativo, ma di certo,
osservando le loro espressioni, non poteva essere qualcosa di molto
intelligente. Gli altri ragazzi, invece, I Grifondoro, parlavano
tranquillamente, senza eccessi di risa o altre esagerazioni.
Parlavano del più e del meno, senza preoccupazioni apparenti.
Il professore, ancora non riusciva a ricordarsi il suo nome,
entrò in classe seguito da un gruppo di studenti serpeverde,
fra cui c'era anche Draco Malfoy. La mattina della partenza per
Hogwarts, il primo settembre, non era stata sorpresa di vederlo. Con
Piton come nuovo preside era impossibile che Draco non fosse
riammesso. Malfoy non era cambiato, nè caratterialmente nè
fisicamente. Aveva sempre I capelli biondo platino, gli occhi di
ghiaccio, era alto e slanciato. E per quanto riguarda il carattere
pareva che l'aver quasi ucciso Silente non lo avesse cambiato, era
sempre pronto a sfottere qualsiasi persona si trovasse davanti.
Compresa lei.
Appena
il professore entrò in aula, Gin fece finta di spostare tutta
l'attenzione su di lui, anche se sapeva che quell'attenzione sarebbe
durata meno di cinque minuti.
Come sempre non la sorprese
l'indifferenza che provava nel stare seduta tranquilla nella stessa
stanza con venti probabili Mangiamorte. Non aveva paura di loro, non
aveva paura di morire. Aveva paura di non rivedere I propri cari,
paura che quella guerra le avrebbe portuto via la sua famiglia, ma
non provava niente nel sapere che anche lei poteva morire.
La
lezione sembrava non finire mai, il professore continuava a parlare
ed a segnare ingredienti sulla lavagna, che lei meccanicamente
trascriveva sul suo quaderno. Quando finalmente la campanella suonò,
Gin cercò di dileguarsi il più velocemente possibile ma
arrivata fuori dalla porta sentì la voce di Draco dietro di
se.
'Weasley, mi sorprende vederti ancora viva. Sai pensavo che ci
avessi già liberato dalla tua inutile presenza.'
Gin si
voltò e lo guardò dritto negli occhi per qualche
secondo, per poi alzare le spalle e iniziare a camminare per Il
corridoio, indifferente.
Draco scoppiò a ridere, seguito
dai sui amici. 'È partita di testa. Da quando il suo caro
Potter l'ha mollata ha avuto un crollo psicologico, molto
probabilmente verrà ricoverata al San Mungo insieme ai
genitori di Paciock.'
La ragazza scosse la testa, non era
arrabbiata nè tanto meno le fregava qualcosa di quello che
pensava Draco Malfoy ma non si trattenne dal rispondergli.
'Malfoy,
fallo per la tua dignità. Chiudi quella fogna ed incomincia ad
esercitarti a mandare maledizioni senza perdono. Da quel che so
ancora non sei capace di uccidere neanche una mosca.'
Il ragazzo,
leggermente sorpreso per aver finalmente scatenato una reazione in
Ginevra, ghignò divertito.
'Sei davvero sicura che io non
riesca ad uccidere qualcuno?'
'Sinceramente..non mi interessa
quello che sai o non sai fare. Addio, Malfoy.'
Tornò ad
incamminarsi e questa volta ignorò I commenti che sentiva
dietro di lei. Uscita dai sottorranei si guardò intorno e tirò
fuori il suo orario. Aveva un'ora di Trasfigurazione e dopo il
pranzo. Aveva perso fin troppo tempo a rispondere a quel cretino di
Malfoy e si mosse velocemente per raggiungere l'aula.
La
giornata era finalmente finita e non era stata diversa dalle altre.
Aveva pranzato in silenzio, circondata dal vociare indistindo delle
persone intorno a lei, si era diretta alle lezioni pomeridiane, aveva
studiato un pò in biblioteca per poi cenare. Adesso si trovava
in giardino, sdraiata su una panchina ad osservare le poche stelle
che si intravedevano sotto la spessa coltre di nuvole scure.
In
testa aveva tanto domande che non trovavano risposte. Come sarebbe
finita la guerra? Chi dei suoi cari non sarebbe riuscito a
sopravvivere? Che cosa le sarebbe capitato? Che cosa, o chi, c'era ad
aspettarla nel suo futuro più prossimo?
Più si
sforzava, più non riusciva a trovare risposta.
Il suo mondo era stata completamente stravolto in così poco
tempo che ancora non riusciva a credere a quello che le stava
succedendo intorno. Non riusciva ad immaginare un mondo diverso da
quello che aveva sempre conosciuto, non riusciva a vedersi da qui a
cinque anni. Il futuro era una cosa spaventosa che nessuno voleva
affrontare..
Si mise a sedere e si stiracchiò la schiena,
sbadigliando. Incominciava a sentire freddo e probabimente stava per
scadere il coprifuoco. Infatti, una delle notivà di Hogwarts,
era l'obbligo di trovarsi entro le dieci nei propri dormitori, e non
c'era possibilità di uscire dall'edificio. Il portone veniva
chiuso personalmente da Piton con un incantesimo pressoche
sconosciuto.
Avanzò stancamente verso l'ingresso della
scuola e solo quando fu a pochi metri di distanza che notò il
portone chiuso; non si fece prendere dal panico e avvicinandosi cercò
di spingerlo in avanti. Si inumidì le labbra, pensierosa. Era
rimasta chiusa fuori, un anno fa questa cosa l'avrebbe spaventata a
morte, adesso le creava solo il problema di non sapere dove andare a
dormire. Si sedette sulle scalinate, osservando la foresta che
circondava la scuola. Incomnciava a fare davvero freddo e lei,
vestita con la semplice divisa scolastica e la sciarpa, doveva
trovare un posto dove restare la notte. Le venne subito in mente la
capanna di Hagrid, ormai in disuso, e ritenendo che fosse la
soluzione migliore si alzò. Ma fece in tempo solo a fare due
passi che una voca la fermò.
'Dove pensi di andare, piccola
Weasley?'
Gin chiuse gli occhi, scocciata di non riuscire neanche
a rimanere bloccata fuori dalla scuola da sola; si voltò e
scosse la testa.
'Malfoy..' lo salutò velocemente, per poi
dargli le spalle e continuare a camminare. Avere uno scontro verbale
con Malfoy due volte nella stessa giornata era fuori questione. La
sua mente, già abbastanza instabile, non lo avrebbe
sopportato.
'Ehi idiota!' Evidentemente Draco non era della sua
stessa opinione.
In pochi secondo la raggiunse e la fermò
con un braccio, facendola voltare violentemente.
Ginevra lo guardò
qualche secondo, immobile.
'Per prima cosa, Malfoy. Non mi
toccare, non gusta nè a me nè tanto meno a te. In
secondo luogo, se hai notato, siamo rimasti fuori. Adesso, te potrei
anche chiamare il tuo caro Piton, che ti farà rientrare senza
neanche togliere un punto alla tua casata. Invece, se becca me chiusa
fuori, non solo toglierà come minimo 100 punti ai Grifondoro,
ma mi darà una punizione che durerà tutto l'anno.
Quindi, io me la svigno.' Aveva parlato velocemente, senza
interrompere il contatto dei loro occhi. Si liberò dalla presa
e senza aspettare risposta tornò ad incamminarsi.
'Wow.
Penso che questo sia il discorso più lungo che tu abbia mai
fatto da quando sei qui. Che strano, vero Weasley? Lo hai fatto con
l'eterno nemico del tuo caro Potter.'
'Credo di avertelo già
detto questa mattina. Chiudi la bocca. Tu non sai niente di me, io
non so niente di te. E va bene così, ok? Lasciami in pace, fai
quello che devi fare. Chiama Piton e mandami a cercare, non mi frega
niente. Non mi importa di te, di Piton ne tanto meno di quello che mi
farà.' La voce non lasciava tradire nessun sentimento. Non era
una preghiera, non era un'ordine. Era una specie di consiglio. Ma era
la verità. Non le importava nulla.
'Sai Weasley, la tua
stupidità non ha limiti. Si vede che sei cresciuta in una casa
dove la venerazione dei babbani supera la conoscienza della magia.
L'incantesimo che blocca la porta è impossibile da rimuovere
prima delle sette di domani mattina e, in qualsiasi caso, non saprei
come contattare Severus. Sono bloccato con te, che ti piaccia o
no.'
Gin scosse la testa, incredula. Non la voleva lasciare in
pace. Per paura che Malfoy la seguisse fino alla capanna di Hagrid
ritornò sui suoi passi e si risedette sulle sgradinate. Non si
disturbò di rispondergli e tornò a fissare il cielo,
questa volta senza pensieri in testa.
'Pensi di rimanere qui tutta
la notte, Weasley? Vuoi proprio morire, eh.'
'Oddio, Malfoy. Ma te
ne vai? Visto che hai tanto paura di morire congelato qua fuori,
sparisci e salvati dal grande gelo.'
Draco ghignò divertito
e si sedette anche lui, a pochi metri da lei.
'No, è più
divertente darti fastidio. E poi, non sono di certo io quello vestito
della sola uniforme.' Indicò il suo giaccone nero, abbastanza
pesante. 'Proprio una grande idea uscire d'inverno in quel modo,
Weasley. Allora è vero che hai manie suicide.'
'Te lo hanno
mai detto che sei petulante?'
'A volte. Di solito eravate voi, sai
te ed il tuo gruppetto di idioti. Quei tre che sono spariti per
andare a fare l'eroi, dimenticandoti qui.'
'Certo, hai ragione tu
Malfoy. Bravo.'
Si era stancata, all'inizio poteva anche essere
divertente, un modo per non pensare a quella situazione, ma adesso
era insostenibile. Odiava Draco Malfoy. Ma non perché la
insultava da sette anni, ma per la sua sfacciataggine, il suo modo
sbagliato di vedere la vita e per la sua incapacità di provare
emozioni.. Voleva ignorarlo, non considerarlo. Ma non ci riusciva.
L'unico sentimento che scatenava in lei era odio puro, odio animale.
Sarebbe stata capace di saltargli alla gola e strozzarlo con le sue
mani.
Erano rimasti in silenzio per diversi minuti ed a nessuno
dei due sembrava dispiacere. Ma Gin cominciava a sentire davvero
freddo: il fiato diventava una nuvoletta di fumo appena usciva dalle
sue labbra e la mani si stavano arrossando, stava perdendo la
sensibilità delle gambe e le incominciava a girare la testa.
L'unica cosa che non voleva era rimanere vulnerabile, visto e
considerato con chi doveva passare la serata.
Si alzò in
piedi, barcollando un pò per lo scatto improvviso. Si riprese
subito ed si guardò intorno, in cerca di un'idea.
Le serre
non erano lontane e di certo non erano chiuse a chiave.
Senza dire
una parola a Draco incominciò ad incamminarsi, dopo qualche
secondo sentì dietro di lei dei passi. La stava seguendo. Non
sarebbe riuscita a stare sola neanche un minuto quella notte. Il
ragazzo non sembrava intensionato a dire niente, ed era l'unica
consolazione.
Appena arrivati avanti alle serre, Gin scelse la
prima disponibile e ci si intrufolò, si osservò intorno
in cerca di piante carnivore ma non trovandole si decise che era
l'unico posto dove poteva rimanere per la notte. Sentì la
porta dietro di se chiudersi a chiave e si voltò di scatto.
Draco era entrato e la stava osservando incuriosito.
'Che cosa
chiudi a fare la porta chiave?' gli chiese Gin,
impassibile.
'Così..avevo voglia di chiuderla bene.'
La
ragazza alzò le spalle, indifferente e si sedette a terra. La
schiena appoggiata al muro e le gambe distese. Chiuse gli occhi, per
cercare di farsi passare il mal di testa e per fare finta di non
essere rinchiusa in una serra con Draco Malfoy.
Sentì il
ragazzo camminare un pò per la stanza e dopo qualche secondo
sedersi accanto a lei.
'Malfoy, non capisco. C'è tanto
posto qui, perché deve sederti vicino a me? Non ti faccio
schifo?'
'Certo che mi fai schifo. E per quanto mi mette I brividi
respirare la tue stessa aria e starti così vicino non voglio
morire congelato. I nostri corpi emanano calore, dobbiamo stringerci
per evitare il congelamento.' Draco ghignò, sempre più
divertito.
Ginevra, invece, era sull'urlo del crollo psicologico.
'Fai come ti pare. Adesso, per piacere, stai zitto.'
Si passò
la mano fredda sulla fronte bollete e mugugnò silenziosamente
per il dolore.
Draco, non riuscendo a trattenersi, le chiese se si
sentiva male. Gin lo guardò seriamente e sbuffò.
'Non
credo che ti possa interessare.'
'Certo che mi interssa. Se stai
male te, e se ti sto così vicino, potrei prendermi qualche
malattia.'
'Allora allontanati Malfoy.'
'Te l'ho già
spiegato che..'
'Stai Zitto!' esclamò, alzando la voce. Il
ragazzo rimase per un momento basito, ma Gin non aveva ancora
finito.
'Mi hai talmente rotto che mi verebbe solo voglia di
ammazzarti. Che cosa vuoi, eh? Se hai freddo rimani pure vicino a me
con il rischio di prenderti, al massimo, un'influenza. Se non ti va
bene, allora, vattene. Vai dove ti pare, dall'altra parte della
stanza, in un'altra serra, di fuori a congelarti. Non mi frega
niente. Basta che ti chiudi quella fottuta bocca che ti ritrovi e mi
lasci in pace.'
Draco la guardò attentamente, non aveva più
la sua solita espressione di scherno in volta. Era completamente
serio.
'Weasley. Era da tempo che non avevi una reazione così
passionale,
ero così noiosa quando non facevi altro che guardarmi con
quella faccia da pesce lesso.'
'Sono contenta che la mia reazione
ti abbai fatto così piacere. Adesso, segui il mio consiglio e
stai zitto.'
Gin voltò la testa dall'altra parte,
appoggiando la fronte al muro e cercando di ignorare I respiri
regolari che sentiva accanto a lei.
Tuttavia non poteva non
pensare a quello che aveva detto Malfoy. Era da tanto che non reagiva
così, era tanto che non mostrava la sua rabbia o la sua
frustrazione in questo modo. Ed era altrettanto strano che era stato
Draco Malfoy a farla smuovere un pò.
Ma si poteva spiegare
tutto con semplici e poche parole. Odiava tutto di Draco Malfoy, ed
era normale perdere la pazienza con lui. La situazione, il luogo e la
compagnia non avevano fatto altro che cooperare per farle perdere la
testa. Nonostante tutto era abbastanza felice, se la sensazione che
sentiva era felicità, per essersi lasciata un pò
andare. Per essersi sbloccata un pò.
'Non hai paura,
Weasley?' La voce del ragazzo era cambiata, non c'era scherno, non
c'era divertimento. Era pensieroso, serio. Ed era la seconda volta
che capitava nel giro di mezz'ora.
'Di che dovrei aver paura?'
'Ti
correggo. Di chi
dovresti aver paura?'
Gin non riusciva a capire dove lui volesse
andare a parare.
'Sei isolata, nessuno sa che tu sei qui ed a
nessuno importa. Nessuno potrebbe aiutarti se io..'
'Se tu..?'
'Se
io provassi ad ucciderti, nessuno vorrebbe a soccorrerti, nessuno
verrebbe a fermarmi. Adesso, sei chiusa a chiave in una serra con me,
con un Mangiamorte che ha tentato di uccidere Silente. Ma devi sapere
che sono cambiate tante cosa dal giugno scorso..non ti immagini
neanche.'
'Se tu dovessi provare ad uccidermi, io cercherei di
fermarti, Malfoy. E se non ce la dovessi fare, significa che,
evidentemente, ero destinata a morire a causa tua.'
Draco rimase
pensieroso qualche secondo, il ginocchio piegato e l'altra gamba
distesa, le braccia incrociate al petto.
'E tu accetteresti tutto
e basta? Non ti importerebbe di morire?'
'Ora come ora? No. Siamo
in guerra, noi due fra qualche mese ci scontreremo comunque in una
qualche battaglia. Forse morirai tu, forse morirò io. Siamo
tutti destinati a morire, nessuno è immortale. C'è chi
muore giovane, chi muore vecchio. Io non so quando e dove dovrò
morire, e se dovesse succedere adesso lo accetterò e basta.
Non senza lottare, ma lo accetterò.'
'Non credevo che ti
fossi così rammollita. Io mi aspettavo un discorso stile
Potter. Tipo tu non
riuscirai mai ad uccidermi
ed altre cose del genere.'
Gin sorrise, sorrise in modo
sarcastico. Un sorriso triste, rassegnato. Ma sorrise, e a Draco non
sfuggì quel sorriso. Ma durò talmente poco che
probabilmente avrebbe potuto immaginarselo.
'Devi smettere di
vedere me ed Harry come una coppia. Lui è Harry Potter, io
sono Ginevra Weasley. Pensiamo ed agiamo in modi diversi. Io sono
cambiata, lui probabilmente sta cambiando.'
'Certo che ti ha
mollato proprio in un modo infame..'
'Senti, non credo che ti
interessi. Mi ha mollato, punto. Me ne sono fatta una
ragione.'
Rimasero in silenzio, I minuti passavano indifferenti.
Gin si trovava ancora in quel limbo, dove non c'era nè male nè
bene e dove tutto era perfetto, fra il sogno e la realtà. La
presenza di Draco non la infastidiva più, aveva smesso di
parlare da un pò e non avevano più niente da darsi.
Entrambi erano persi nei propri pensieri.
Gin si riscosse e
apre lentamente gli occhi. Aveva la testa appoggiata alla spalla di
Draco ed al ragazzo non sembrava dispiacere, dormiva anche lui. Si
alzò senza far rumore e si avvicininò alla porta,
l'aprì un poco per guardare fuori: era ancora notte, ed il
freddo sembrava penetrarle nelle osse, le stelle non si vedevano più
in cielo, coperte completamente dalle nuvole. L'alba era ancora
lontana.
'Che fai? Scappi senza di me?'
Si voltò ad
osservarlo, alzando un sopracciglio. 'Controllavo che tempo è
fuori, tutto qui.'
Si massaggiò una spalla, assonnata, si
mise a sedere sul tavolo da lavoro e si passò una mano sul
viso, cercando di svegliarsi.
'Sono le quattro e mezzo, Weasley.
Abbiamo ancora due ore abbondanti da passare insieme.'
'Mi sento
male.'
'È tornato il sarcasmo Weasley.'
'Non è
tornato nessun sarcasmo Weasley, Malfoy. Stavi dormendo, no? Torna a
dormire.'
'Non mi dare ordini, Weasley.' Draco si era alzato in
piedi e si era avvicinato pericolosamente.
Ginevra lo guardava
attentamente, senza rispondergli.
'Sai Weasley, in questo periodo
non sei stata affatto divertente. Quell'aria da depressa e solitaria
non ti si addice, dovresti incominciare a rilacciare I rapporti con
le tue carissime e squallide amiche, dovresti guardarti intorno per
cercare un nuovo ragazzo. Potrebbe farti bene un pò di sesso,
sempre se sai che cosa significa questa parola. Non credo che il tuo
caro Harry ti abbia mai toccato, a parte darti qualche bacietto
innocente.'
Gin si alzò in piedi, fronteggiandolo. Anche se
la differenza di altezza era molta non la spaventava.
'Non sai
niente, Malfoy. Non sai come sto, non sai cosa sto passando e non
sai, assolutamente, che cosa ho fatto o non ho fatto con Harry.
Quindi, te lo ripeto, stai zitto una buona volta.'
Draco ghignò
divertito e si avvicinò ancora di qualche passo, bloccandola
fra il suo corpo ed il tavolo.
'Ed io ti ripeto che non devi darmi
ordini..' le disse piano, a pochi centimetri dal suo volto.
'Che
cosa vuoi, Malfoy?' Era una domanda semplice, sincera. E Draco non
seppe darle una risposta, la guardò per qualche altro secondo,
confuso, poi si allontanò e si risedette a terra,
pensieroso.
Gin, ancora immobile, continuava ad osservarlo,
scrutandolo in cerca di una risposta. Ma Draco non dava segno di
voler dare una riposta a quella domanda, neanche a se stesso.
La
ragazza si allontanò dal tavolo e si avvicinò di nuovo
alla porta, l'aprì ed osservò il cielo. Doveva
ammettere che non era stato terribile passare la notte con lui, aveva
scoperto un lato di lui, quel lato che teneva nascosto così
bene, che l'affascinava. Era interessante vedere come il suo nemico
di sempre, un Mangiamorte, avesse anche lui delle debolezze.
Immaginava che neanche lui avesse bene in mente il suo futuro, anche
lui aveva dei dubbi. Ma era pur sempre Draco Malfoy, ed il giorno
dopo sarebbe tornato tutto alla normalità. E loro avrebbero
continuato ad odiarsi.
All'orizzonte si incominciò ad
intravedere un bagliore arancione, l'laba di un nuovo giorno.
Draco,
intanto, si era alzato. Si avvicinò di nuovo a lei e la
spinse, senza troppa violenza ma anche senza segni di gentilezza,
contro la porta, facendola chiudere. Gin, spalle al muro e bloccata
di nuovo dal suo corpo, non sapeva nè cosa fare nè cosa
pensare. Malfoy aveva un'espressione seria, decisa. Era sicuro di
quello che stava per fare.
'Non so cosa voglio, Weasley.' le
disse, prima di unire le sue labbra a quelle di Gin.
Il bacio non
assomigliava neanche un pò a quelli delicati che le dava
Harry, era un bacio dettato dall'istinto, passionale, violento. Le
loro lingue non stavano danzando, stavano lottando. Si mordevano le
labbra a vicenda ed avevano il sapore del sangue in bocca, ma a
nessuno dei due sembrava interessare. Era una situazione assurda, e
nessuno dei due sapeva dare una spiegazione. Stava accadendo, e
quello che sorprese di più Gin era che non le dispiaceva. Si
sentiva viva, viva dopo tanto tempo. Non le fregava che stesse
baciando Draco Malfoy, nè tanto meno che quel bacio sarebbe
rimasto soltato un bacio. La sensazione della sua lingua contro la
sua e le sue mani che violentamente le toccavano la schiena le davano
un senso di vita mai provato prima.
Ma durò solo pochi
secondi, si staccarono e si guardarono negli occhi per pochi istanti.
E capirono che era stato semplicemente un errore, che era finita lì.
Gin annuì a se stessa e delicatamente allontanò
Draco da se, lo guardò e gli sorrise. Un sorriso vero, che da
tanto nessuno vedeva sulle sue labbra.
'Grazie.' disse
semplicemente, prima di uscire dalla serra ed allontanarsi. Draco,
questa volta, non la seguì.
Da quel giorno il loro
rapporto cane e gatto non cambiò di una virgola, continuarono
ad insultarsi ed a infastidirsi in continuazione, forse più
del necessario. Ogni scusa era buona per parlarsi. Gin era cambiata,
lentamente stava tornando quella di sempre. E stentava a credere che
il motivo del suo cambiamento era stata quella nottata passata con
Malfoy.
Le sue amiche, sorprese quanto lei per il suo cambiamento
repentino anche se non ne capivano l'origine, erano felici. Avevano
ritrovato la loro amica Ginny, e questo bastava. La ragazza
partecipava più volentieri alle lezioni e anche se a volte si
perdeva in quei pensieri cupi che l'avevano tormentata per mesi, ora
riusciva a gestirli meglio. Riusciva a distrarsi, riusciva a vivere.
Si trovava in Sala Grande, in compagnia delle ragazze del
dormitorio. Stavano parlando di ragazzi, l'argomento preferito fra le
adolescenti di tutto il mondo.
'Ma, Beth, non credi che lui ti
stia solo usando? Voglio dire, quando ti vuole ti chiama e tu accorri
come se fossi la sua schiavetta.'
'Beh..' la ragazza castana
sorrise, divertita. 'A me non dispiace per niente, quando mi
chiama..non so se mi spiego.'
Le ragazze scoppiarono a ridere,
scuotendo le teste.
'Invece te, Ginny, che ci dici? Hai puntato
qualcuno?' Jennifer si era rivolta a lei e le stava sorridendo, tutta
l'attenzione, ormai, era rivolta su Ginevra.
'No, ho perso
interesse per I ragazzi. Sono carini, a volte ti fanno compagnia, ma
servono solo per il mantenimento della specie umana.' disse loro, il
sorriso stampato sul suo volto.
'Io sono d'accordo con Ginny,
assolutamente.' Annuì convinta Beth, sorridendole. 'Vedete me
e Kayl. I ragazzi servono per divertirsi, e noi ragazze serviamo loro
per divertirsi. Avere un rapporto serio con loro significa solo farsi
male, ed io non ci sto.'
'Ed io sono d'accordo con te, Beth.
Jennifer?' Gin, ancora sorridente, rivolse l'attenzione sulla ragazza
bionda accanto a lei.
'Io, invece, non sono d'accordo affatto con
voi. Io vorrei trovare un ragazzo dolce, educato, che mi voglia bene
e con cui stabilire un rapporto duraturo. Voi pensate solo alla
fisicità, al fatto di fare sesso e al proprio piacere. A me
piacerebbe dividere tutto questo con la stessa persona, per tanto
tanto tempo.' disse la ragazza, sognante.
Beth e Gin si guardarono
pochi secondi, per poi scoppiare a ridere.
'Jen, vivi in un
universo parallelo. Quando trovarei questo principe azzurro chiamaci
che gli chiediamo se ha qualche fratello..'
'O un cugino..'
'Anche
uno zio di secondo grado..'
Jennifer guardò le sue amiche,
scocciata, per poi lanciare ad ognuna di loro un tost. 'Siete troppo
ciniche. Gin, so che ti fa ancora male parlarne ma..con Harry, non ti
sentivi bene?'
A Gin si paralizzò il sorriso fra le labbra,
ma si riprese subito. Divenne seria d'un tratto e guardò le
sue amiche, anche loro senza sorriso.
'Si, Harry è l'unico
ragazzo con il quale mi sono sentita al sicuro. Ma è finita,
ed è per questo che non ho intenzione di cercare un'altra
relazione stabile. Sto bene single e se dovesse capitare una
storiella mi andrebbe bene. Ma una storia seria, come quella che ho
avuto con Harry, è troppo intensa e personalmente, non
riuscirei a reggerne un'altra.'
Beth e Jennifer si guardarono, per
poi sorriderle. 'Cambiando argomento, così da evitare che Gin
torni con il suo brutto muso triste, avete studiato pozioni?' chiese
Jen, sorridendo.
'Non me ne parlare.' le rispose prontamente
Beth, cercando lo sguardo di Gin.
La rossa le guardò
attentamente, per poi scioglersi.
'Sono rimasta talmente indietro
che sarei capace di studiare le pozioni dello scorso anno.'
'Allora
non ti conviene venire a lezione oggi, McRyan probabilmente ci farà
qualche domanda e lo sai, quello se ti becca che non sai niente ti da
così tanti compiti che ne avresti per settimane.' le consigliò
Beth, alzandosi in piedi, seguita da Jennifer.
'Si, hai ragione.
Mi vado a rintanare in biblioteca, copritemi voi. Ci vediamo
direttamente a cena.'
'Ciao Gin!' le ragazze se ne andarono
velocemente e Gin, rimasta sola, sorrise. Si sentiva bene, e questo
era l'importante. Si sentiva bene perché riusciva ad
affrontare tutto senza rattristarsi. Perché si sentiva
finalmente viva.
Si alzò anche lei e si diresse velocemente
in biblioteca, completamente vuota. Si scelse un tavolo isolato e,
tirati fuori I libri, incominciò a leggere annoiata. Ma, come
succedeva ormai da tempo, I suoi pensieri sviarono pozioni,
concentrandosi su tutt'altro. Quelle domande che spesso si era
chiesta sul futuro non avevano trovato risposta, ma sapeva che presto
o tardi qualcosa sarebbe cambiato, e tutto le sarebbe apparso chiaro,
limpido. Cristallino.
Tutte quelle domande che la tormentavano
avrebbero trovato una risposta. Aveva paura di scoprirle, ma doveva
farlo. Doveva semplicemente aspettare.
Mentre rifletteva sentì
dei passi avvicinarsi, alzò il viso e due occhi ghiacciati la
perforarono. Non era la prima volta che si vedevano da quella sera,
ma era la prima volta che si vedevano da soli. Non c'erano amici,
professori, luoghi affollati. Adesso, erano solo lui e lei.
'Guarda
chi abbiamo qui, Weasley..marini la lezione?'
'Potrei dire lo
stesso di te, Malfoy.'
Draco sorrise, avvicinandosi al suo tavolo
e sedendosi avanti a lei, non riuscendo ad interrompere il contatto
dei loro occhi.
'Ma io ho un permesso, piccola. Non credo che
Piton te lo abbia concesso. Mi basterebbe un niente per metterti nei
guai.'
'Fallo, Malfoy. Sai, piccolo,
se continui a non mantenere le tue minacce presto o tardi nessuno
avrà più paura di te.'
'Tranquilla Weasley, ci sarà
sempre qualcuno che sarà terrorizzato da un Malfoy.'
'Certo,
forse da tuo padre. Adesso, se non ti dispiace, stavo studiando. Se
vuoi rimanere qui fai pure, ma non credo che ti farebbe piacere
essere visto con la stracciona Weasley, quindi ti consiglerei di
alzarti ed allontanarti il più possibile da questo tavolo.'
Gin gli sorrise affabile, per poi alzarsi e sparire fra gli scaffali
della biblioteca.
Ancora sorridente per lo scambio di battute,
cercava attentamente il libro che le serviva, quando una mano le
bloccò il polso e la fece girare. La ragazza, sorpresa,
osservò il viso di Draco Malfoy così pericolosamente
vicino al suo.
'Credo che questo sia già successo..'
sussurrò, non riuscendo a distogliere lo sguardo dalle sue
labbra.
'C'è sempre una seconda volta, Weasley.' le rispose
Draco, bloccandole anche l'altro polso.
Si baciarono. Di nuovo.
Era un bacio diverso, si potrebbe descrivere come un bacio dolce.
All'inizio lento, per poi accellerare piano piano e diventare
passionale, violento. Erano incuriositi l'uno dall'altra, si stavano
scoprendo lentamente.
Si staccarono e si guardarono negli occhi;
nessuno dei due riusciva a spiegarselo. Non c'era imbarazzo fra loro,
solo curiosità.
Draco le teneva delicatamente I polsi
incatenati alla libreria dietro di lei quando incominciò a
baciarle la mascella, per poi scendere al collo e alla spalla. Le
liberò I polsi, cercando quasi disperatamente le mani di Gin,
che non aspettarono altro che intrecciarle con le sue. Continuarono a
baciarsi per quelle che sembravano ore, ma le magie sono destinate a
finire. Una campanella suonò lontana, e la biblioteca
incominciò a riempirsi di suoni e di persone. Draco si
allontanò di qualche centimetro da lei e la guardò, in
viso un'espressione confusa. Nessuno dei sue sapeva perchè lo
stavano facendo, perché si stavano imbarcando in una relazione
così pericolosa. Oppure era semplicemente Ginevra che la
pensava così, forse per Draco era semplicemente un'avventura,
una persona con cui divertirsi per qualche ora. Ma le andava bene in
qualsiasi caso. Non osava neanche immaginare quello che avrebbero
detto I suoi parenti se l'avessero scoperta, che cosa avrebbero
pensato di lei le sue compagne, che cosa gli avrebbe fatto Lucius
Malfoy se l'avessero scoperti.
Ma in quel momento, in quel preciso
istante, mentre osservava I lineamenti del viso di Draco, riuscì
ad avere risposta ad una delle sue domande. Nel suo futuro più
prossimo c'era Draco Malfoy.
'Io.. Weasley, so che assurdo, è
assurdo per entrambi..ma..' il ragazzo sembrava in difficoltà,
non sapeva come spiegarselo e non sapeva che cosa dirle.
'Ok, non
ti preoccupare. È successo. E nessuno deve sapere niente di
questa storia. Se ne hai voglia, noi due..'
'Ci dobbiamo vedere di
nascosto, Weasley.'
'Lo so, Malfoy.'
Draco si guardò
intorno, pensieroso.
'Questa sera, vediamoci nella stanza delle
necessità. Alle nove.' Le disse infine; indeciso sul da farsi
la salutò quasi imbarazzato, facendole un gesto con il capo e
dileguandosi in fretta. Gin, rimasta sola, sorrise fra se.
'Gin!
GIN! Ma mi ascolti?'
La rossa si riscosse dai suoi pensieri ed
osservò Beth e Jennifer che la guardavano scocciate.
'No.'
rispose semplicemente, sorridendo. 'Scusate, che dicevate?'
Le
ragazze la guardarono per qualche altro secondo prima di ricominciare
a parlare. 'Stavamo dicendo che oggi, a pozioni, neanche Malfoy si è
presentato. Ed il professore ha incominciato ad insultarti dicendo di
quanto fossi poco responsabile per saltare le lezioni in questo modo
proprio al settimo anno, ma di Malfoy non ha detto neanche una
parola.' Gin, a sentire il nome di Draco, si immobilizzò. La
forchetta piena di purè si fermò a mezz'aria e lo
sguardo, involontariamente, le cadde sul tavolo dei Serpeverde. Il
ragazzo parlava con alcuni dei suoi scagnozzi, e loro lo ascoltavano
interessati. Draco, sentendosi osservato, alzò gli occhi e la
guardò. Gin si voltò velocemente verso le sue amiche e
sospirò.
'Bhè, non mi pare così strano.
Sapete quanto me che nessuno oserebbe pronunciare anche una sola
parola contro Malfoy.'
'Si, ma non è comunque giusto. Che
schifo..' commentò acidamente Beth, lanciando uno sguardo
pieno d'odio verso Piton, seduto al centro della tavolata. Il
professore, o meglio, il preside scrutava tutti attentamente.
Come
se avesse sentito lo sguardo di Beth, Piton si alzò dal suo
posto e si rivolse all'intera Sala Grande.
Gin si guardò
con le sue amiche, terrorizzata. A volte, quando accadeva qualcosa di
particolare che riguardava il Signore Oscuro, Piton lo faceva sapere
all'intera scuola, non provando neanche a nascondere la sua natura di
Mangiamorte.
'Voldemort ha, definitamente, il completo controllo
al Ministero della magia e fra qualche giorno verrà eletto
Ministro. Per quanto riguarda, invece, le battaglie che gli Auror
stanno affrontando, inutilmente, contro I Mangiamorte ho appena
saputo che ci sono state parecchie vittime fra gli Auror e I loro
volontari nell'ultima battaglia.'
Piton si rimase a sedere,
ignorando completamente il brusio di panico che quell'ultima frase
aveva scatenato. Gin respirò a fondo, sapeva che nessuno dei
suoi si era fatto male. Molly le aveva spedito una lettera, che aveva
ricevuto giusto qualche ora prima, avvisandola che stavano tutti
bene. Jennifer e Beth provenivano da famiglie babbane e per ora I
loro genitori erano al sicuro.
Lentamente gli studendi
incominciarono a tornare nei propri dormitori, e in men che non si
dica la Sala Grande si svuotò. Gin si alzò, seguita
dalle sue amiche, e uscirono insieme dalla Sala.
'Ehi ragazze, io
non torno in dormitorio. Ci vediamo più tardi..'
Beth e
Jennifer la guardarono e si sorrisero. 'Non è che hai un
appuntamento, Ginevra Weasley?'
Gin, colta in fragrante, si grattò
nervosamente il naso. 'Diciamo che si potrebbe considerare un
appuntamento. Ma, prima che me lo chiediate, non posso dirvi con chi
sarà questo appuntamento.'
Le due ragazze, deluse,
salutarono Gin e si allontanarono ridendo, probabilmente facendo
congetture.
Quando erano andate via dalla Sala Grande Draco se
n'era già andato, quindi probabilmente l'aspettava nella
Stanza delle Necessità, sempre se non aveva cambiato idea. Il
discorso che aveva fatto Piton le aveva fatto pensare alla differenza
più importanta che c'era fra lui e lei.
Non che prima non
lo sapesse, ma si era resa conto solo ora che facevano parte di due
schieramente diversi. Quanto avrebbe compromesso il loro
rapporto?
Decise di non pensarci, di evitare per adesso. Non
sapeva se c'era ancora un rapporto, non bisognava fasciarsi la testa
prima di aversela rotta. Doveva prendere tutto come le veniva dato,
oppure rifiutare.
Si diresse velocemente al settimo piano e
arrivata avanti all'arazzo notò che c'era già una
porta. Draco era già arrivato. Prese un bel respiro e, senza
bussare, entrò nella stanza, chiudendosi velocemente la porta
alle spalle. La camera era arredata semplicemente, il camino acceso
illuminava il locale, avanti ad esso si trovavano due poltrone di
pelle nera mentre al centro della stanza c'era un magnifico letto al
baldacchino con le lenzuola verdi.
'Credo che assomiglia vagamente
ai vostri dormitori, questa stanza.' disse Gin, sorridendo. Draco era
seduto su una poltrona e non si era voltato quando aveva sentito la
porta aprirsi. La ragazza si sedette nella poltrona avanti alla sua e
osservò il viso cereo di Draco illuminato dal fuoco.
'Non
sei mai stata nei nostri dormitori, Weasley.' le rispose, alzando le
spalle.
'Ne sei proprio sicuro, Malfoy?' Gin sorrise studiando la
sua sorpresa. Ma Draco si ricompose subito.
'Sai Weasley, ho
portato molte ragazze in questa stanza. E tutte, ti assicuro, tutte
hanno avuto la stessa reazione. Si sono spaventate, e si sono
arrabbiate, vedendo il letto a baldacchino. Erano convinte,
giustamente, che io l'avrei usate e basta. Ma a nessuna è mai
venuto pensato di andarsene, di lasciarsi sfuggire un'opportunità
come quella di passare una piacevole serata con me. Invece te,
piccola, ti sei semplicemente seduta commentando l'arredamento. Non
hai paura che io ti stia solo sfruttando?'
'Chi ti dice che non lo
stia facendo anch'io?'
'Rispondi sempre con un'altra domanda,
piccola?'
'A volte..'
Gin sorrise, appoggiandosi allo schienale
e continuando a scrutare il ragazzo.
'Non hai paura di me, non hai
paura di quello che ti possa fare, dai l'idea di non aver paura di
niente, bambolina. Ma secondo me sei terrorizzata..'
'Sono umana,
Draco. A volta ho paura, a volte no.'
'E di che cosa hai
paura?'
Gin si fece seria, distolse lo sguardo dai suoi occhi
scrutatori e rimase pensierosa per qualche secondo. Di che cosa aveva
paura? E perché interessava a Draco?
'Non credi che sia
troppo presto per le confessioni?' gli domandò, continuando a
fissare il fuoco scoppiettare nel camino.
'Non è mai troppo
presto, piccola. Fra qualche mese non esisterà più
questa stanza, saremo l'uno contro l'altra. E non piacerà ad
entrambi. Se proprio devo avere una relazione clandestina con Ginevra
Weasley voglio godermela a pieno, conoscendo tutto della mia
nemica.'
'Per poi usare queste informazioni contro di
me?'
'Probabile.'
Era sincero, non nascondeva la sua natura.
Era ammirevole. Lui si che non aveva paura di essere se stesso.
'Io
ho paura del futuro, ho paura di quello che mi aspetta la fuori. Ho
paura perché non
so
cosa mi aspetta, ma sono pronta per affrontarlo. Ho paura delle
risposte alle mie domande, ho paura di me stessa e di chi mi
trasformerò fra qualche mese.'
Draco si alzò e si
avvicinò a lei, le prese la mano e la condusse sul letto. Si
stesero l'uno accanto all'altra.
'Io ho paura di quello che sto
diventando.' disse Draco, chiudendo gli occhi. Gin vedendolo così
vulnerabile gli si avvicinò e gli diede un leggero bacio a
fior di labbra.
Draco sorrise, divertito.
'Non mi è
bastato, piccola.'
'Lo so, Draco.' E unirono ancora una volta le
loro labbra.
Erano passati mesi da quella sera, Draco e
Ginevra continuarono a frequentarsi di nascosto. Il loro rapporto che
dall'esterno poteva apparire così fragile, al contrario era
basato sulla sincerità. Nessuno dei due aveva rinunciato alla
sua vita e alle sue idee per l'altro, ed erano coscienti che si
sarebbero dovuti separare. Sapevano che non sarebbe mai durata e che
avrebbero dovuto scrivere la parola fine a quella storia.
Si
godevano ogni istante, ogni respiro, ogni parola. In pubblico
continuavano ad essere quelli di sempre, cane e gatto, ma appena si
incontravano nel loro mondo privato non riuscivano a fare meno di
toccarsi e baciarsi, disperati per come il destino li stava
lentamente separando.
Era una serata di maggio, la stanza delle
necessità non era cambiata da quella prima sera. Il camino era
spento, e una finestra aperta lasciava passare il vento fresco.
Draco
e Ginny erano distesi sotto le coperte, abbracciati, I vestiti erano
sparpagliati per tutto il pavimento. Draco massaggiava delicatamente
la spalla nuda di Gin, mentre la ragazza aveva la testa appoggiata al
suo petto, ascoltando il ritmo del suo cuore.
'Draco ti ho mai
detto che che ho pensato di te la seconda volta che ci baciammo?'
chiese la ragazza, formando linee immaginare sul suo torace.
'No
piccola, raccontami.'
'Quando rimanemmo bloccati fuori, quella
notte, ti odiavo con tutta me stessa. È stato un brutto
periodo per me e la mia mente non faceva altro che farsi domande, e
non trovando risposte, ero sempre arrabbiata con il mondo. Quando ci
baciammo io ti ringraziai, ti ringraziai perché mi avevi
ridato il sorriso, mi avevi ridato la vitalità. In biblioteca
trovai una risposta ad una mia domanda. Chi mi aspettava nel mio
futuro più prossimo? Lì capii che eri tu, eri tu il mio
futuro.'
Draco rimase silenzioso, massaggiando delicatamente I
capelli di Gin.
'Visto che siamo in vena di confessione questa
sera, ti dico che cosa è capitato a me. La prima sera era un
gioco, non mi importava nulla di te. Ma incominciai a pensare sempre
più a te, al tuo viso. E la voglia di baciarti ancora una
volta non mi abbandonava mai. Non hai idea di quanto mi ci sia voluto
per convincermi che era una buona idea avvicinarti di nuovo. Ma devo
amemttere che ne è valsa la pena.'
Gin sorrise, mettendosi
a sedere così da poterlo osservare meglio. 'Draco, non avrei
mai pensato che potesse capitare ma.. Ti amo. E so che in qualche
modo mi ami anche te, non sei costretto a dirmelo, lo sai.'
'Ti
amo anch'io piccola, è così strano dirlo ma..credo che
mi hai fatto perdere la testa.'
Si baciarono ancora una volta,
rilassandosi.
Dopo qualche minuto di silenzio Draco sobbalzò,
gemendo silenziosamente. Si alzò velocemente, spaventando a
morte Gin, rimettendosi in fretta I boxer.
Si voltò a
guardare Gin, che era rimasta a letto, in cerca della sua biancheria.
Il ragazzo non disse nulla finchè anche Gin non fu vestita.
Teneva la mano destra stretta all'avambraccio sinistro, ma lo
sguardo era rivolto solo alla ragazza. Si era alzata, e scuotendo la
testa, stentava a credere che fosse già il momento di dirsi
addio.
'No..no Draco per favore. Non dirmelo.'
Il ragazzo,
spaventato quanto lei, non seppe far altro che guardarla. Gin si
avvicinò a lui e scostò la mano, osservando il Marchio
Nero che sembrava voler strappare la palle di Draco. Trattenne la
lacrime e alzò gli occhi verso di lui.
Prese coraggio e
cercò di sorridere.
'Non rimpiango niente, Draco. Niente.
Lo sapevamo fin dall'inizio che questa storia non poteva avere
futuro, ce lo siamo detto tante volte. Adesso dobbiamo pensare solo a
sopravvivere, poi scopriremo se il destino ci vorrà
insieme.'
Draco l'abbraccio stretta, annusando per l'ultima volta
l'odore dei suoi capelli e assapordo la sensazione di pace che gli
dava tenerla stretta fra le sue braccia.
'Ti amo, piccola. Sei
l'unica che entrerà mai qui dentro..' le disse, portando la
mano di Gin all'altezza del suo cuore.
D'un tratto la porta si
aprì ed entrò velocemente Piton, che la richiuse dietro
di se. Gin, spaventata, si nascoste dietro il suo ragazzo.
'Draco,
è ora di andare.' gli disse, scrutandolo affondo. I due
ragazzi si rivestirono velocemente e Draco, dopo averla guardata
un'altra volta negli occhi, sparì dietro la porta. Piton,
prima di seguirlo, la guardò.
'Signorina Weasley le
consiglio di mettersi al sicuro, ma conoscendola affronterà
sicuramente una missione suicida e andrà a
combattare.'
'Probabilmente, preside, farò così.'
disse solo, lo superò velocemente e uscì anche lei,
salutando mentalmente quel rifugio che li aveva protetti dalla realtà
così a lungo. Non aveva rimpianti, quei mesi passati con Draco
erano stati il più bel regalo che la vita potesse offrirle.
Adesso, dovevano pensare solo a sopravvivere.
Sette
anni dopo..
Ginevra
Weasley camminava per le strade di Diagon Alley annoiata; I negozi,
nonostante la guerra ormai finita che li aveva devastati, erano
sempre gli stessi e vendevano sempre le stesse cose. Era una calda
giornata di agosto e la via era piena di ragazzi in cerca di nuovo o
vecchio materiale per l'imminente ritorno a scuola.
'Mamma, quando
potrò andare a scuola anch'io?'
Gin si inginocchiò
e guardò dritto negli occhi la bambina accanto a se.
'Fra
qualche anno, tesoro. Goditi l'infanzia Beth, è il periodo più
bello di tutta la vita. Ricordatelo sempre..'
Aveva chiamato sua
figlia Beth in memoria della sua vecchia amica, morta da qualche
anno, uccisa da un qualche Mangiamorte durante una delle tante
battaglie che si erano svolte negli anni passati. Ebbe la possibilità
di salvarsi, di tornare al suo mondo e di scappare con I suoi
genitori, ma non lo fece. Rimase, rimase per aiutare I suoi amici. A
costo della sua vita.
Alla bambina piaceva passeggiare per Diagon
Alley quando era così affollata, si divertiva ad osservare I
ragazzi e le loro famiglie in giro per negozi. E Gin non poteva fare
a meno di accontentarla.
Si avvicinarono ad una libreria quasi
vuota, vicino al confine che divideva Diagon Alley con Notturn Alley,
e vi entrarono. La stanza, piena di libri impolverati, le ricordò
la Biblioteca di Hogwarts e sorrise al pensiero. I ricordi non la
facevano ancora riposare, e non aiutava avere vicino Beth..ma non le
importava. L'unica cosa che le interessava era la salute della sua
bambina.
Si avvicinò ad uno scaffale e incominciò ad
osservare dei libri in uno dei ripiani più alti; Beth, offesa,
richiamò la sua attenzione.
'Voglio vedere anch'io mamma.'
Gin sorrise e la prese in braccio.
'Adesso vedi piccola?' La
bambina annuì e fissò concentrata I libri, proprio come
faceva Gin.
'Ehi mostriciattolo! Alex! Vieni qui, non
allontanarti.' disse una voce, dall'altra parte del negozio. Ginevra
si immobilizò e si allontanò dagli scaffali
velocemente. Era impossibile, non poteva essere lui. Non adesso, non
quando c'era anche Beth. Ma la curiosità e la brama di
rivederlo furono più forti di lei, si avvicinò piano
verso la fonte del rumore e si sentì svenire quando,
finalmente, vide chi era l'uomo che aveva parlato.
Draco
Malfoy non era cambiato di molto, I suoi lineameti si erano fatti più
adulti e si era fatto più muscoloso. Ai suoi piedi c'era un
bambino poco più piccolo della sua Beth, biondo come il padre
ma con degli spaventosi e bellissimi occhi neri. Stava cercando di
convincere suo figlio a stare fermo, senza risultati.
Beth, nel
frattempo, fremeva dalla voglia di scendere dalle premurose braccia
della madre, per andare a conoscere il suo coetaneo. Gin la fece
scendere e la sua bambina corse a conoscere Alex, sorridendo. Appena
Draco vide la nuova arrivata sorrise meccanicamente e alzò gli
occhi per vedere chi fosse la madre della bambina. Appena vide
Ginevra si immobilizzò anche lui, facendo quasi cadere il
libro che aveva in mano.
Spostò di nuovo lo sguardo verso
Beth e aprì la bocca un paio volte, cercando le parole giuste.
Gin non avrebbe mai voluto che Draco lo scoprisse in quel modo,
ma era successo. E adesso dovevano parlare. Si era chiesta spesso il
perché della sua decisione di non informare Draco, e la
risposta era semplice. Quando era incinta di Beth, circa all'ottava
mese, vide che c'era un articolo sulla Gazzetta del Profeta che
riguardava lui..ed il suo matrimonio. Draco si era rifatto una vita,
lei non poteva. E non voleva. Aveva in grembo sua figlia e non
avrebbe permesso a nessun'altro di prendere il suo posto come
padre.
I due bambini avevano intapreso una coinvolgente
discussione e si era seduti a terra, ignorando quello che stava
succedendo ai loro genitori. Draco fece qualche passo, incerto, ma
dopo qualche secondo tornò sicuro di sè e si avvicinò
velocemente a lei, la guardò negli occhi e l'abbracciò.
Gin nascose il viso fra l'incavo del suo collo, respirando affondo il
suo profumo.
'Piccola..' le sussurrò all'orecchio.
Si
staccarono di malavoglia e Gin gli sorrise.
'Draco..io..non credo
di aver parole.'
Il ragazzo sorrise e le accarezzò il viso,
delicatamente.
'Perché? Perché non mi hai mai fatto
sapere di lei, Gin?'
'O per favore Draco, sii serio. Ti stavi
sposando ed eravamo in piena guerra, io non mi fermavo mai più
di due notti in uno stesso posto per paura che qualcuno mi facesse
male, e di conseguenza facesse male a Beth. So che avevi il diritto
di saperlo, ma ti stavi facendo una nuova vita..e..'
'Gin, mio
padre mi costrinse a sposare quella ragazza. Io non ho mai voluto, e
il matrimonio durò poco. Morì partorendo Alex e da quel
momento la mia vita si è incentrata solo su di lui. Non volevo
essere la copia di Lucius per mio figlio, volevo che lui sapesse il
bene che gli volevo.'
Gin gli prese la mano e gliela strinse,
sorridente.
'Draco, è la tua fotocopia, se non fosse per
gli occhi che sono palesemente I miei, si direbbe che è un tuo
clone in gonnella.'
Il ragazzo rivolse la sua attenzione alla
bambina e sorrise 'È quasi più bella della
madre.'
'Sono d'accordo..'
Rimasero in silenzio, entrambi presi
nel contemplare quelle piccole creature meravigliose.
'Cosa
succederà adesso, Draco? Che significa tutto
questo?'
'Piccola, il destino non lascia dubbi. Siamo sempre stati
destinati a stare insieme, e Beth ne è la conferma.'
Si
guardarono e unirono le loro labbra, un semplice bacio a stampo ma
pieno di emozioni. Si erano rincontrati e non avrebbero permesso a
nessuno di dividerli ancora. Erano ritornati nel loro piccolo mondo.