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Autore: achilles29    06/05/2015    2 recensioni
Titolo e intro modificate. Ex titolo: Ways to love
Tratto dalla storia:
In lontananza sentiva il rimbombo dei fuochi d’ artificio, ma per lei, poteva anche essere il suo cuore che batteva all’ unisono a quello di Percy.
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...una preghiera sulle labbra a qualsiasi dio dell’ Olimpo per salvarlo. Per fare in modo che la notte d’ amore appena trascorsa non fosse l’ ultima.
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Ci sono una decina di bicchieri sull’ orlo del tavolo, illuminati dal baluginio delle candele; dieci bicchieri ormai vuoti, con il fondo lucido di liquore, ed un undicesimo in disparte, ancora asciutto, vuoto … la bottiglia a fianco è ancora piena per metà …
**********
Rimangono zitti, storditi dalle parole dette, fino a quando il cielo comincia a tingersi d’ arancio, e lasciano il salone per tornare alle rispettive case, stringendosi la mano un po’ più lungo di prima.
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Raccolta di One shot, tutte dedicate a coppie crack pairing all' interno del Mondo dei semidei.
Inspirata dalla storia Crack Paring- coppie improbabili di Ari_Messi10, a cui ho chiesto il permesso per la pubblicazione della mia raccolta, e che vi consiglio di leggere.
Genere: Fantasy, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Fireworks
Personaggi principali: Percy Jackson, Reyna Ramìrez Arellano
Personaggi secondari: I 7 della profezia, Calypso, Mark (my original caracter)
Coppia: Percy/Reyna
Pairing: Verde

FIREWORKS

 
Niente avrebbe potuto cancellare quel senso di solitudine che l’ assillava da sempre; di questo ormai Reyna ne era fermamente convinta, e ci aveva quasi fatto l’ abitudine, ma niente avrebbe potuto distrarla quella mattina dal dolore sordo che le tormentava il cuore, che le impediva di sorridere, o anche solamente di passare la giornata “spensierata”. Era il 28 Agosto, e sapeva che quella stessa sera, i Greci, per festeggiare l’ anniversario della sconfitta di Crono, avrebbero fatto scoppiare centinaia di fuochi d’ artificio, sotto cui, come era ormai da tradizione, gli innamorati si sarebbero baciati appassionatamente.
 Lei no
Nessuno l’ aveva invitata.
Nessuno si era interessato dei suoi sentimenti.
Nessuno avrebbe passato insieme la serata con lei; specie quella serata.
Forse non sarebbe dovuta venire a far visita ai suoi amici proprio in quel periodo, ma aveva trovato del tempo libero, perciò eccola lì, tra i campi de fragole, i campi da gioco e le variegate colline del Campo Mezzosangue, disperse tra le colline dorate dalla luce dell’ alba.
Sorrise tristemente, guardandosi intorno, mentre si mescolava tra la folla di semidei Romani e Greci sorridenti, molti abbracciati alla propria anima gemella.
Reyna non riusciva a comprenderli, a capirli, a rispecchiarsi in loro, ogni volta che guardava una coppia di innamorati si sentiva indesiderata, fuori posta, e aveva la strana e ridicola sensazione che da un momento all’ altro potesse sbucare dal nulla la dea Venere con aria arrabbiata, chiedendole perché lei fosse così strana, diversa, lontana anni luce dalle attenzioni di un qualsiasi uomo.
Forse era quello il suo destino, pensò avvilita, come aveva predetto Venere:
Nessun semidio guarirà mai il suo cuore
Si diresse veloce verso il padiglione della mensa, facendo il possibile per evitare le coppiette disseminate per tutto il campo, mentre il peso sulle sue spalle diventava sempre più pesante, fino a quando non ebbe gli occhi lucidi.
 
                                                                             ………………………
 
La giornata passò con una lentezza esasperante, o almeno così le parve: si destreggiò tra allenamenti con la spada e il pugnale ad “allegre” chiacchierate con i suoi amici; vederli così felici mentre si rispecchiavano negli occhi della loro dolce metà le faceva male, ma non disse niente, non voleva rattristarli con le sue pene d’ amore, inesistenti.
Se ne sarebbe andata volentieri, con la scusa che un imprevisto la costringeva a tornare al Campo Giove, ma era stata “sgamata” da Leo, che con occhi da cucciolo l’
aveva pregata di assistere almeno ai fuochi d’ artificio, dato che, come era ormai da tradizione, erano stati allestiti dai figli di Vulcano, o Efesto.
E lei non aveva avuto il coraggio, né la voglia, di dire di no al Leo.
Perciò eccola lì, in una stanza della Casa Grande ,dato che i Greci si erano dimostrati molto comprensivi e avevano iniziato la costruzione della casa di Bellona (anche se era una dea venerata solo dai Romani) ma non era ancora pronta, a scegliere cosa mettere per una serata del genere: alla fine optò per un paio di jeans neri, una maglietta viola del Campo Giove e delle Sneakears; si legò i capelli in una treccia ed uscì. Si diresse verso la spiaggia, mentre il sole faceva capolinea oltre la linea d’ orizzonte, mandando riflessi arcobaleno sulla superficie del mare e tingendo il cielo di arancione e rosa, fin che lo spettacolo di colori finì e la luce del cielo scemò.
Si unì alla folla di semidei lì radunati per assistere allo spettacolo, affiancandosi ad Hazel e Frank, anche loro venuti lì per festeggiare: i suoi compagni di avventura erano tutti lì, Leo con Calypso, Jason con Piper, Nico con Will, Annabeth era l’ unica sola, ma non le dispiaceva, lei e Percy si erano lasciati poco tempo prima, anche se erano rimasti ottimi amici; la figlia di Atena aveva cominciato a vedersi con un certo Mark, un figlio di Nike, mentre il figlio di Nettuno faceva da spola tra i due campi. Quando incontrò il suo sguardo, le sorrise dolce e la invitò a venire da lei. Non se lo fece ripetere due volte, e dopo un abbraccio e un saluto amichevole, cominciarono a conversare del più e del meno, fino a che un fischio acuto non le interruppe, segnalando l’ inizio dello spettacolo di fuochi d’ artificio. Presto Annabeth fu raggiunta da un semidio trafelato, che tra respiri veloci causati dalla corsa si scusò con lei per il ritardo, e lei, tra le risate e le lacrime per esse, si affrettò a dirgli di non preoccuparsi, premiandolo con un bacio sulla guancia ed un abbraccio, mentre questi si sistemava al suo fianco. Fu a quel punto che Reyna non ce la fece più, e dopo aver assistito ad il primo botto per non insospettire nessuno si infiltrò tra la folla, sperando di arrivare ai confini del campo senza incappare in nessuno dei suoi amici.
Non riuscì nemmeno a fare qualche metro quando si ritrovò per terra, sbalzata lì dall’ urto improvviso con qualcuno; si spolverò la t-shirt con fare scocciato, pronta ad alzarsi da sola, fino a quando non vide una mano tesa verso di lei: col fine di vedere a chi appartenesse quella mano, alzò il volto, fino a trovarsi davanti un paio di occhi del colore dell’ oceano che la fissavano dispiaciuti.
Percy
Prese la mano, e dopo essersi tirata su senza fatica, si tolse la sabbia rimanente dai jeans.
“Bel modo per rincontrarsi, non ti pare?” Gli chiese divertita.
 Il sorriso sghembo con cui le rispose le fece mancare il fiato:” Mi dispiace, non ti avevo proprio vista tra la marea di gente. E comunque, che ci fai qui, o grande e potente Pretore di Roma?”
Reyna incrociò le braccia al petto:”Potrei chiederti la stessa cosa”.
Il ragazzo si strinse nelle spalle: “Sono venuto a vedere lo spettacolo pirotecnico, è da quando avevo 12 anni che lo faccio” Le lanciò uno sguardo piuttosto eloquente.
“E va bene, volevo vedere cos’ era questa famosa festa di cui tutti parlavano, ed avevo un po’ di tempo libero”.
“Anche se comincio a dubitare se sia stata una buona idea” sussurrò.
Evidentemente la sentì, perché alzò un sopracciglio confuso, invitandola a spiegare; e a lei serviva proprio qualcuno che l’ ascoltasse:” Sono tutti qui con la propria anima gemella, io sono sola, e per quanto mi sforzi, nessuno mi ama, io…
No riuscì a finire la frase,perché si ritrovò le labbra improvvisamente occupate.
Percy la stava baciando.
Percy stava baciando lei.
In un solo attimo si rivide nel loro primo incontro, quando aveva dovuto decidere sulla sua vita e sull’ appartenenza alla legione; quando era tornato dalla missione in Alaska con l’ aquila dorata simbolo del Campo Giove, per salvare lei e i romani dall’ attacco del gigante Polibote; quando era uscito dal Tartaro, stanco e provato, ma comunque ai suoi occhi belissimo; ogni volta che aveva incrociato il suo sguardo, e si era sentita il cuore aumentare le palpitazioni fino a quando pensava sarebbe scoppiato.
Sentiva ora le stesse emozioni, mentre si abbandonava al calore del suo abbraccio.
Il suo era un bacio pieno di passione, ma timido, come se chiedesse il permesso e non si sentisse all’ altezza; fu lei a decidere, mentre si aggrappava al ragazzo come se fosse un’ ancora di salvezza.
In lontananza sentiva il rimbombo dei fuochi d’ artificio, ma per lei, poteva anche essere il suo cuore che batteva all’ unisono a quello di Percy.
 

 
 
 

 

 

 
 
 

 

 

 

 

 

 
   
 
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