Il titolo è un chiaro omaggio ad una serie tv cult americana, di cui sono da poco una fan. Chissà chi tra voi coglierà la citazione…
Titolo: Not Fade Away
Personaggi principali: Percy Jackson, Annabeth Chase
Personaggi secondari: Nico di Angelo, Jason Grace
Ambientazione: Futuro successivo a The blood of Olympus, non meglio imprecisato
Pairing: Percy/Annabeth (Percabeth)
Rating: Arancione
Disclaimer: Non l' ho mai messo, ma meglio tardi che mai, no? I personaggi qui citati non appartengono a me, ma a Rick Riordan, e la storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro. Le varie citazioni sono anch' esse senza alcun scopo di lucro.
NOT FADE AWAY
Il vento soffiava gelido nell’ accampamento romano, mentre le torce morenti scintillavano cupe. Il suono profondo del corno segnalava l’ inizio del coprifuoco, mentre nel cielo cominciavano ad apparire le prime stelle, nonostante l’ orizzonte fosse ancora luminoso; dorato. Un orizzonte di fuoco. Lontano si intravedevano le rozze linee difensive nemiche, con varie sagome scure di ronda. L’ aria era tersa dell’ odore acre di fumo, misto a quello ferroso del sangue e a quello dolciastro ma nauseante dei cadaveri abbandonati sul campo di battaglia. La polvere ruotavano in spirali rasoterra, e le irritavano gli occhi, mentre cercava, tra le tende tutte uguali, la sede del consiglio di guerra; non avrebbe dovuto essere lì, e il silenzio innaturale che regnava sul campo le era testimone, ma non ce la faceva più ad aspettare, sola, nel loro letto gelido, con il cuore stretto dall’ angoscia. Era tesa, mentre con lo sguardo sondava il reticolato simile ad un labirinto, nella disperata ricerca di un segno distintivo, qualcosa che la conducesse alla sua meta… da lui.
Il battito impazzito del suo cuore come colonna sonora di quella corsa disperata
Underneath the cold November sky
I'll wait for you
As the pages of my life roll by
I'll wait for you
I'm so desperate just to see your face
Meet me in this broken place
Lo trova, dopo quello che le è sembrato un tempo infinito, in una delle tante anonime tende da campo allestite per l’ emergenza; scosta un lembo del pesante tessuto, attenta a non farsi vedere, mentre con lo sguardo scruta l’ interno del Consiglio di Guerra: varie sedie di legno accatastate alla rinfusa lungo i bordi, altrettante sistemate ai lati di un lungo tavolo di mogano massiccio, ingombro di carte; le voci si sovrapponevano tra loro, ognuna con un tono ed un accento diverso, ma con le stesse parole ripetute tante, troppe volte. Le sale un groppo alla gola, mentre cerca di riprendere la calma. Percy è lì, che scruta con sguardo freddo e calcolato, le carte poste davanti a lui, la bocca serrata in una linea dura; Annabeth ha visto troppe volte quella stessa espressione sul suo volto, negli ultimi tempi; quasi non ricorda più l’ ultima volta che lo ha visto sorridere, o addirittura ridere, e ormai quelle immagini le paiono impalpabili e sfocate come un miraggio lontano. Cerca di distinguere, nel mormorio indistinto, una qualche importante informazione. Poi le parole. Quelle parole. E Annabeth giura di aver sentito il proprio cuore fermarsi per un secondo:” E’ una missione suicida, non puoi farlo!” La voce, resa acuta dalla rabbia o dal terrore, è quella di Nico.
“Ha ragione lui, c’ è un altro modo, ci deve essere un altro modo!” Questo è di sicuro Jason, nel tentativo di farlo ragionare. Un coro di proteste indistinte, accorate, urla di rabbia e congetture campate per aria. Poi una voce… la sua voce… che nella sua testa risultano talmente forti da cancellarle ogni pensiero. Una lama di ghiaccio le attraversa il cuore:
“E’ la nostra unica speranza”.
Si mette una mano davanti alla bocca per soffocare un singhiozzo; da dentro le arrivano puntigliose precisioni e dettagli sul piano, ma Annabeth già non le ascolta più. Se ne va via, il più silenziosamente possibile, confondendosi nelle ombre della notte appena iniziata. Scoppia a piangere solamente quando arriva sulla spiaggia, e artiglia una manciata di sabbia, furiosa come se quella fosse la causa di tutti i suoi problemi.
Tough girl in the fast lane
No time for love
No time for hate
No drama
No time for games
Tough girl whose soul aches
And I don't care if I don’t look pretty
Big girls cry when their heart is breaking
Quando arriva, non spreca parole per chiederle cosa non vada. Ormai tutto va male. E deve aver capito che ha ascoltato tutto; le accarezza la testa, con gesti calmi e meditati, mentre la stringe a sé in quella notte gelata, con la maglietta zuppa delle sue lacrime.
Quando i singhiozzi si fanno meno convulsi, e riesce a recuperare un po’ di autocontrollo, alza la testa, con gli occhi gonfi di lacrime, un perché sussurrato sulle labbra, quasi a perdersi nel vento. Le sorride, con quel sorriso sghembo da semigrame che lei tanto ama, mentre le illustra la parte mancante del piano che aveva spiato: Dopo decine di elucubrazioni, erano arrivati alla conclusione che, senza un qualsiasi diversivo, l’ espugnazione del campo nemico sarebbe stata un utopia. Avevano quindi deciso nel creare una ristretta squadra di semidei, che penetrando dal retro, avrebbero creato il chaos nell’ esercito, nell’ attesa dell’ arrivo della restante Legione.
“Ci incontreremo all’ ingresso del campo, ci baceremo e poi ricominceremo a fare strage di mostri” ci aveva riso sopra, e Annabeth non era riuscita a non guardarlo arrabbiata, mollandogli un pugno sul braccio:” Sei uno stupido, un autentico stupido”, aveva urlato, per poi scoppiare a ridere senza alcuna remore. Percy l’ aveva osservata, a lungo e senza distogliere lo sguardo, poi l’ aveva baciata, con foga, come se volesse imprimersi nella mente il sapore delle sue labbra.
Annabeth aveva ricambiato con la stessa intensità, mentre si aggrappava a lui con tutta se stessa, stritolando tra le sua mani la sdrucidata maglietta del campo. Si erano staccati dopo molto, moltissimo tempo, con il fiatone per la prolungata apnea, negli occhi il furore e la consapevolezza che quella volta poteva essere l’ ultima. Continuarono a baciarsi con foga, mentre lui la prendeva in braccio e la portava fino alla loro piccola tenda, posandola sul letto senza smettere di accarezzarla. In breve armature e vestiti finirono in un mucchio nell’ angolo della stanza, e si trovarono, bollenti in quell’ atmosfera gelata.
Si amarono, senza alcuna delicatezza, con la disperazione e la foga propria solo dei guerrieri.
Quei guerrieri che sentono la Morte alla calcagna, con il suo alito freddo sul collo.
Don't know what's going on
Don't know what went wrong
Feels like a hundred years.
I Still can't believe you're gone
So I'll stay up all night
With these bloodshot eyes
While these walls surround me
with the story of our life .
Si risvegliò diverse ore dopo, ma avvertendo l’ anomalo caldo di quell’ abbraccio, decise di tenere gli occhi chiusi, fingendo di dormire; evidentemente non era però una grande attrice, e il tono di voce burlesco di Percy non fece altro che confermare la sua supposizione:” Annabeth, si vede lontano un miglio che sei sveglia…” . Schiuse un occhio, guardandolo di sottecchi:” Stavo solo pensando…”. “A cosa?” gli aveva domandato, indagatore.
Le parole del mostro le rimbombavano ancora nella testa, come un inquietante eco in una grotta oscura.
Nonostante la maggior parte dei suoi fratelli fosse stata distrutta, l’ ultimo mostro si ergeva borioso tra la polvere dorata, gli occhi, se così si potevano chiamare, dilatati e un ghigno pazzo che metteva in luce gli aguzzi denti bianchi. Il corpo ricoperto di pelliccia nera luccicava di sangue, cos’ come gli artigli alle estremità degli arti. La sua voce era profonda e cavernosa, come se questi stesse parlando dalle profondità dl tartaro:”Ah, che battaglia! Ballerei con voi tutta la notte... Una volta aperte le danze non vi fermereste più. Vi svegliate ogni mattina con un interrogativo che vi ronza nel cervello: oggi sarà il giorno della mia morte? La morte vi sta alle costole e prima o poi vi piomberà addosso. Una parte di voi lo vorrebbe, per mettere fine alla paura e all'incertezza... anche perché siete innamorati della morte! La morte è un'opera d'arte, la modellate con le vostre mani giorno dopo giorno. L'ultimo respiro, quel senso di pace... Parte di voi la vorrebbe disperatamente. Come sarà? Dove mi porterà? Ora la vedrete, ecco il segreto. Non è nei fendenti che non avete inferto, o i colpi che non avete parato... loro lo hanno voluto! Ogni semidio desidera la morte. Anche voi, presto o tardi vorrete morire. E in quel momento, in quel preciso momento in cui lo vorrete la mia padrona sarà lì per voi. Si godrà il suo giorno speciale! Distratto, non riuscì a terminare la delirante predica, trafitto da una freccia randagia, lanciata da chissà chi, per poi finire in polvere ed essere trasportato lontano dal vento. Ma le sue parole rimasero lì, con la dilaniante sensazione che quel discorso non fosse altro che la pura, semplice, orrenda verità.
“Lo hai sentito anche tu, vero?” Percy annuì, comprensivo, nella speranza che la sua ragazza si sfogasse; non dovette aspettare molto:” E’ come essere tanti palloncini in una giornata ventosa: cosa ci ancora a terra?”. Aveva sollevato gli occhi, piantandoli in quelli verdi e profondi del ragazzo: un turbinante vortice grigio di pensieri, dubbi paure… Le aveva sorriso, non capendo come una risposta così semplice non fosse stata compresa dalla sua Wise girl:” Rimaniamo a terra solo perché abbiamo ancora dei legami su questa terra; non te ne rendi conto? Io, tuo padre, i tuoi fratelli, la tua matrigna, tutti i tuoi amici, il Campo Mezzosangue… hai così tanti fili ad ancorarti a terra, come puoi aver paura di volare via?”
“Ma vi distruggeranno, siete troppo pochi, è una missione suicida!” Il solito sorriso sghembo, accompagnato da parole fredde ma dolci allo stesso tempo:” Non svaniremo”.
Gli sorrise, fiduciosa, baciandolo con foga, per poi accoccolarsi accanto al suo petto. Rimasero così per quelle che sembrarono ore. Poi un movimento, improvviso, e Annabeth si ritrovò con diverse perle di terracotta gelida attorno al collo: Percy le aveva legato attorno al collo la sua collana del Campo Mezzosangue, baciandole la fronte:” Pultroppo non ho sottomano l’ anello, ma quando ritornerò dalla missione, e tutto questo sarà finito, ti regalerò un vero pegno d’ amore”.
Non aveva nemmeno messo in conto l’ idea che non potesse tornare, forse per assicurarla sul loro futuro, o forse solo per prendere un po’ di coraggio. Annabeth questo non se lo chiese; si addormentò, nel tepore donatogli dal suo ragazzo, con i sogni sul loro futuro nuovamente nitidi e reali.
Un sottile raggio di sole le colpì gli occhi, costringendola a svegliarsi; distinto portò una mano a fianco del letto, scoprendolo vuoto e freddo.
Si mise supina, con gli occhi fissi sul soffitto improvvisato, una preghiera sulle labbra a qualsiasi dio dell’ Olimpo per salvarlo. Per fare in modo che la notte d’ amore appena trascorsa non fosse l’ ultima.
Note 2
Le strofe in corsivo appartengono a due canzoni:
-Ashes Remain Without You
-SIA Big Girls Cry
-Three Days Grece Gone Forever
Il discorso che il mostro fà ai semidei è tratto dalla serie tv Buffy L’ Ammazzavampiri, stagione 5, episodio 7; il titolo della one-shot è invece tratto dall’ ultimo episodio della 5 stagione di Angel.
Thanks Whedonverse!
Grazie mille anche solo per aver letto.
Al prossimo capitolo…