Sono in viaggio da qualche ora ma ancora non riesco a realizzare il tutto. Guardo i paesaggi scorrere e mutare dal finestrino del treno, mano a mano che mi allontano da Holmes Chapel, la piccola città dove sono cresciuto e dove ho sempre vissuto, fino ad oggi.
Ho sempre immaginato i miei 18 anni come quel momento che avrebbe dato il via a qualcosa di nuovo e che mi avrebbe permesso di pensare seriamente e concretamente ad un futuro, e così è stato. Sono riuscito ad entrare in una delle più prestigiose accademie musicali di Londra, nonostante i miei non fossero mai stati entusiasti di questa mia aspirazione. Ebbene sì, il cliché dei genitori che sconsigliano al figlio il mondo della musica era presente anche nella mia famiglia. In ogni caso, non avrei mai potuto rinunciare a questa opportunità, per questo ho promesso di inserire nel mio piano di studi materie che possano arricchirmi anche dal punto di vista culturale.
Comunque devo ammettere che, nonostante questi piccoli diverbi, mi mancherà la mia famiglia, compresa quella rompi scatole di mia sorella Gemma. Ho questa possibilità anche grazie a loro e non me lo scordo.
Le mie riflessioni non mi hanno permesso di accorgermi che, finalmente, sono arrivato a Londra. Così afferro i miei bagagli e scendo dal treno, con un sorriso sorione stampato in faccia. Chiunque mi osservi nota un ragazzo fin troppo sicuro di sè, senza immaginare ch sono pieno di paure, ma per non uscire dal personaggio, con un'aria fin troppo spavalda e da vero, o meglio finto, cittadino chiamo un taxi e mi dirigo a quella che per 3 anni sarà la mia casa.
Dopo una quindicina di minuti il veicolo si ferme davanti a un imponente edificio. Oltre ad essere molto bello e moderno, sembra che voglia intimorirmi, come per assicurarmi che non avrò vita facile. Scuoto la testa e dopo aver pagato il taxista entro nella struttura.
Seguendo le indicazioni mi reco in segreteria dove, dopo aver segnato i miei dati, mi viene dato il mio personale orario delle lezioni e la chiave della mia camera doppia. Percorro i corridoi osservando ogni particolare che non manca di entusiasmarmi: aulee spaziose con ampie vetrate dalla quali riesco a intravedere i ragazzi più grandi che, avendo già iniziato da tempo le lezioni, suonano ogni tipo di strumento o seguono chissà quale lezione. Una volta arrivato al mio alloggio, inserisco la chiave e aprendo la porta noto che il mio compagno di stanza, un certo Niall Horan, si è già sistemato a dovere. Io, al contrario, essendo un incurabile pigro, mi butto sul letto, sapendo che non finirò di sistemare la mia roba prima di una settimana.




SPAZIO AUTRICE: So che questo "capitolo" è molto corto, ma è solo un'introduzione alla storia. Spero che abbia suscitato in voi un po' di curiosità e che oltre ad aver voglia di continuare a leggere, abbiate la voglia di scrivermi il vostro parere.
Baci, L.