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Autore: ReVeNgE NiNeTAlEs    07/05/2015    3 recensioni
Uno Zorua, il suo allenatore, un' evoluzione mortale, un lieto fine.
ReVengE
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
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Capitolo 4 : ILLUSION

Zorua , o meglio,Illusion, dormiva beatamente sul divanetto piccolo che Beatriz aveva fatto mettere apposta perché stesse comodo.

Erano passati almeno tre o quattro giorni da quando il Trio Oscuro aveva fatto irruzione nella villetta, e ora si cercava di capire che cosa si potesse fare , sempre tenendo tutto nascosto al piccolo.

Al momento, Ninetales, Umbreon e Beatriz stavano discutendo “amorevolmente”.

-Secondo me, quei tre parlavano a vanvera!- disse nervosamente la ragazzina, sbattendo il pugno sul tavolo.

La bionda scosse la testa.

-No, non credo. Non si sarebbero scomodati tanto se quello Zorua…-

-Illusion! Il suo nome è Illusion!- la corresse Beatriz.

-Sì, d’accordo, non si sarebbero scomodati gtanto se Illusion non fosse un Pokèmon speciale.- concluse Ninetales, accoccolandosi tra le braccia di Umbreon.

-L’unica è allenarlo e vedere come viene su.- questa volta fu l’uomo-volpe a parlare, scaldando sua moglie (Ninetales).

Chi fu incaricata di far crescere bene Zorua fu proprio Beatriz, che non aspettava altro.

 

 

Zorua era una volpe, ed essendo una volpe come Beatriz il luogo adatto per l’allenamento erano le Cascate Meteora.

Lui e la ragazza andavano lì ogni giorno, a correre, combattere, e lei a volte riusciva anche a canticchiare qualche cosa, nonostante l’eco che le faceva la grotta, che era immensa.

La canzone preferita da Illusion era una in giapponese, dal titolo “Chiisaki Mono”.

La ragazza volpe gli aveva spiegato con grande piacere il significato della canzone.

Il titolo in inglese era “A Small Thing”, cioè “Una Piccola Cosa”.

Breatriz diceva spesso al piccolo Zorua che anche lui era, per il momento, una piccola cosa, una palla di pelo nero e rosso con un grande potere.

Il potere di sognare, di essere forte e di non conoscere il verbo “arrendersi”.

Per la sua amata padrona le cose importanti erano quelle.

Illusion le voleva bene, ed ogni volta che la giovane kitsune bianca doveva fare una missione pericolosa lui la voleva seguire.

Aveva paura  di perdere anche lei.

Al collo portava una medaglietta viola a forma di mezza luna che gli aveva donato lei.

Ogni Pokèmon che gli si avvicinava e che voleva vedere il ciondolo era in grave pericolo, perché Illusion non permetteva a nessuno nemmeno di sfiorarlo.

-Rua! Rua! Zorua!- oggi il piccolo saltellava gioioso per la sala della villetta, in preda ad una felicità impressionante, canticchiando in lingua Pokèmon “Chiisaki Mono”.

-Dai, usciamo, usciamo! Voglio combattere!- spronò la sua padrona, nonappena fu sul pianerottolo.

-Un attimo, Illusion. Sistemo Ninetales e vengo.- gli rispose, con un tono più mascherato del solito.

“Aspetta… sistemo Ninetales e arrivo?!” pensò lui, frenando all’improvviso la zampetta che stava grattando l’orecchio.

Questo voleva dire che…OH NO!

-B…Bea! V…viene anche Ninetales,allora?- le domandò, tremando leggermente.

La giovane kitsune annuì, controvoglia.

-Purtroppo sì, piccolo mio.-.

“Perfetto, davvero perfetto!” si ritrovò a dover pensare Illusion, trattenendo le lacrime e il muco.

Sì, si stava per mettere a piangere.

Con quella permalosa di Ninetales non ci si divertiva mai, o almeno questo era quello che pensava lui.

Beatriz però gli ripeteva sempre che era sua madre, che la conosceva bene e che si comportava in quel modo solo perché aveva “un casino di istinto materno”.

Anche la padrona di Illusion aveva un elevato senso materno.

Infatti, quando si faceva male, lei correva sempre in suo aiuto, interrompendo pure delle importanti lotte per lui.

Non sapeva nemmeno il perché, non era sua madre, seppur fosse una Volpe anche lei.

E, ad un tratto, Illusion fu catapultato fuori dalle sue riflessioni, quando vide scendere dalle scale sino al pianerottolo una Ninetales splendida, in Forma Pokèmon, coi capelli corti corti.

Nonostante questo, sembrava ancora una racchia!

 

 

Sul sentiero che conduceva al Monte Meteora, da dove si poteva accedere alle Cascate Meteora, il piccolo Illusion si guardava bene dall’avvicinarsi alla Donna\Volpe.

Se l’avesse fatto, lei lo avrebbe morso. E i suoi morsi non si dimenticano così in fretta…

Quindi preferì stare al passo con Beatriz.

Nonostante ciò, era saltellante e contento di potersi allenare.

Sì, voleva allenarsi per diventare il più forte dei Pokèmon Buio, così avrebbe potuto vendicare la madre e il padre e tenersi la MegaPietra.

E, ovviamente, potersi mega evolvere.

-Zoru, A!- canticchiava allegramente, saltellando qua e là, sempre attorno alla gamba della Ragazza\Volpe.

Con loro c’erano anche Nate, Ethan e Crystal…*e gli skateboard relativi.

Ethan, col suo lungo bastone, si affannava a stare al passo degli altri sul suo skate.

-EEEHI! ASPETTATEMIIII!- gridava col fiatone.

-Ma datti una mossa, lumaca!- gli rispose la ragazzina, afferrando il piccolo Illusion e portandolo sul dorso.

-Lumaca…? Come si fa a darmi della lumaca? Sono il più veloce del gruppo!- ribattè.

Crystal rise sotto i baffi, che ovviamente non aveva.

-Ma piantala!- dissero in coro tutti.

 

 

L’arrampicata fu abbastanza difficoltosa, soprattutto per quel buono a nulla di Ethan.

Al contrario, per le Volpi, Illusion incluso, fu una specie di passeggiata al luna park.

Arrivarono in cima, alcuni stremati e altri no.

-Caspita!- esclamò il cucciolo di volpe, vedendo le spettacolari cascate del Monte Meteora cadere e sbattere fragorosamente contro gli scogli.

Le goccioline che si sperdevano tutto intorno a lui lo avevano ipnotizzato.

-Ma è stupendo!- evidentemente Crystal e Nate erano d’accordo con Illusion.

-Anf…anf…sì, stupendo…- si affannò a dire Ethan, col fiatone di un cane che si è appena rincorso la coda… e che, ovviamente, non l’ha presa!

Quando si ristabilì dal coma in cui era caduto, Ethan, s’incamminarono tutti assieme.

Il fruscio dell’acqua cascante li seguì nel tragitto all’interno della grotta.

-Bene, dividiamoci, così ci saranno più Pokèmon da sconfiggere. Restando in gruppo, si rischia la lite.- sottolineò la quindicenne Beatriz, passando in rassegna i compagni di viaggio, con uno sguardo particolarmente pressante per Ninetales, che la stava squadrando come se le avesse voluto dire “Che sei, scema? Vuoi metterti a fare cose SCONCIE con Nate davanti al piccolo imbecille?”.

E, con piccolo imbecille, la dolce cara gentilissima Volpe dorata a nove code si riferiva a Illusion.

Con una specie di risposta telepatica, la giovane kitsune Bianca la rassicurò su quel particolare.

“Nate non mi metterà le mani addosso nemmeno una volta, te lo prometto!”.

“Ma tu le terrai al loro posto, le mani?”.

“Ma che cacchio di domande fai?” s’adirò nella mente lei.

Va bene che, quando voleva, sapeva essere dolce e volubile col suo fidanzato, ma non aveva mai azzardato lei la prima mossa… per lo meno, non la prima mossa  volgare!

- allora, facciamo le squadre! Umh… Ethan e Crystal…e…- cominciò a dire la ragazza\volpe, quando Nate la fermò.

-E allora io sono con te, giusto?-.

-E Ninetales e Nate! Sì, che belle coppie!-.

Il ragazzo ebbe un crollo.

-Ma scusami! Perché io con la pulciosa…ehm…con Ninetales?! E tu con chi starai?- le domandò, incrociando le braccia al petto.

-Io? Io sto con Illu!- disse alludendo al piccolo Pokèmon, che la guardava pieno di ammirazione.

Le squadre si divisero…ma ci furono dei piccolissimi problemi nella coppia N-N (Nate e Ninetales).

- Ehm…senti tu, ragazzino. Non mi seguire, non ho bisogno di te!- gli disse Ninetales, lisciandosi il pelo della coda con delle ampie leccate.

-Umpf! Come se io avessi bisogno di te per sopravvivere!- e, detto questo, il ragazzino s’incamminò dalla parte opposta a quella di Ninetales, che lo guardava attonita.

-AH! E’ stato più facile del previsto!- rise tra sé e sé, voltandosi.

-Già già, non ho bisogno di un debole umanuccio da quattro soldi per allenarmi! Ah ah!- e subito dopo, DENG!

Aveva inciampato in qualcosa.

Alzò gli occhi e sguainò le zanne, pronta a saltare addosso al primo Pokèmon selvatico che le si fosse parato davanti.

Si ritrovò davanti… il Crobat della volta scorsa.

-CROOOO! CROBAT! BAT BAAT! (Noooo! Aiuto! Va’ via!)-e quello  si mise a sguazzare nelle pozzanghere, in un disperato tentativo di sfuggirle…invano.

 

 

Intanto, dall’altra parte della caverna, Beatriz e Illusion erano intenti a cercare un Pokèmon forte con cui allenarsi ben bene.

Ma non era affatto facile.

Al solo vedersi apparire davanti Beatriz, o scappavano o svenivano.

La scalpiccio delle scarpe di lei e delle zampine piccole di lui erano gli unici rumori che s’udivano nella caverna, ma l’eco che c’era e persisteva rendeva quei rumori un poco spaventosi.

-Illusion, ma ci pensi che tra un po tu potrai mega evolverti? – gli domandò, rompendo il silenzio che incombeva su di loro, la giovane.

-Sì sì, ci penso in continuazione! Non vedo l’ora!- le rispose, sempre saltellando allegramente.

Erano gli unici rumori che si sentivano, quelli.

Poi, ad un tratto, si udì un suono, un calpestare veloce sui sassi, sulla terra bagnata, sull’acqua che gocciolava dal soffitto.

-Eccoli lì, prendiamoli!- e queste voci?

Chi erano, chi parlava?

Chi divevano prendere?

Non che ci fosse molta altra scelta, volevano Beatriz e Illusion.

-Oh no! Sono ancora quei tre idioti!- esclamò triste lei, agitandosi in cerca della zampa del piccolo.

-Presto piccolino, scappiamo!- e presero a correre.

-Ma dove credete di andare?- disse uno di loro, parandosi davanti alla ragazza.

-Infatti, prima la pietra.- aggiunsero calmi, in coro, gli altri due.

Quindi i suoi sospetti erano fondati.

Erano ancora quei tre.

Beatriz fece vagare la sua mano sui suoi fianchi in cerca della spada che , sfortunatamente, aveva lasciato a casa.

-Accidenti!- sibilò sottovoce –Sono un’idiota!-.

Quello cicciotto strinse uno dei polsi della quindicenne, e la avvicinò a sé.

-Che CAZZO FAI?!?- si adirò ancora di più.

-Stai ferma, ragazza, se non vuoi che ti faccia del male sul serio!- la ammonì l’uomo nero.

Le bloccò le mani dietro la schiena e subito dopo la buttò a terra.

-Fanculo!- digrignò i denti la giovane kitsune, stringendo a sé Zorua che tremava di nuovo.

-Bea…aiuto! Ho paura…- sussurrò Illusion a denti stretti.

Si rimise in piedi, anche se a fatica, col gomito dolorante e il ginocchio sanguinante.

Col polso si asciugò il fluido rosso che era il sangue all’angolo destro della bocca.

-sta per cominciare un’altra lotta, e sarai tu a dover lottare.-.

 

*** Commenti di Revenge ***

Hey, ciao, nuovo capitolo!

Visto che ho cambiato il nick?

Passiamo alle note presenti nel testo.

*non so se Crystal ha davvero uno skate, ma l’ho fatto così per divertirmi e perché adoro lo skateboard. XD

* le cose sconcie che Nate e Bea devono fare non le fanno di certo davanti a un bambino!

Ah, prima di salutarvi, ancora una cosa…

“Aggiungi personaggi”, voto x Ninetales.

Grazie per chi lo farà!

ReVeNge

   
 
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