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Autore: giascali    07/05/2015    5 recensioni
The Titans' Revenge doveva essere il gioco del secolo, divertente e innovativo, con tecnologia FullDive e chi più ne ha più ne metta. I 1000 beta che lo avevano provato prima del rilascio ne erano rimasti estasiati. Il giorno che iniziò ad essere venduto, tutte le 10000 copie andarono a ruba. Ma qualcosa è andato storto: il logout è impossibile. Per uscire dal gioco, come dice Crono, il suo creatore, ci sono due modi: morire o vincere.
dal testo:
"Un ghigno comparve sul suo volto: quella che Crono aveva appena lanciato a tutti loro era una sfida a sopravvivere e Percy era più che intenzionato a coglierla."
[SAO!AU|Percabeth|Solangelo|Frazel|accenni a Jasper, Sazel eCaleo e ad altre coppie|character death|angst]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Reyna, Will Solace
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Approfitto di un giorno piuttosto ""leggero"" per aggiornare la storia, dato che mi ci sto affezionando e non so quando sarò in grado di pubblicare il prossimo capitolo. Chi ne indovinerà il proprietario del POV riceverà un biscotto virtuale e, se vuole, uno spoiler. Cooomunque, lascio anche qui qualche spiegazione: 
  • Allora, forse Hazel e Nico potrebbero risultare un po' fuori dai loro personaggi, a me non sembra ma voi ditemi se è così o no, però ci tengo a dire che in questa AU non hanno passato lo stesso inferno dei libri. Nella mia storia sono ancora dei normali ragazzi, che giocano e, perché no, si prendono in giro.
  • Come sopra, ho un po' stravolto anche il carattere di Marie Levesque (anche se in pratica l'ho solo nominata), il motivo è sempre lo stesso: non è mai stata ""posseduta"" da Gea e altro. Per Maria Di Angelo invece mi è sembrato di rimanere nell'IC, è un personaggio che mi piace molto e sono strasicura che, nella realtà, avrebbe lasciato subito Ade, non appena scoperto che ha una moglie, un'altra amante e addirittura una figlia. Non so perché non se ne sia accorta prima, diciamo che aveva un lavoro che lo costringeva a viaggiare molto e dunque le assenza erano giustificate. Mi piace pensare che Maria avrebbe fatto di tutto per non far soffrire i suoi figli per l'assenza e far crescere loro facendoli incontrare il più possibile con Hazel, dato che è pur sempre loro sorella. E' una sorta di mio headcanon.
  • Il bug è un errore del sistema.
  • VRMMORPG sta per "realtà virtuale di gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa"
  • Le skill sono le varie abilità che possono acquisire i giocatori, possono essere di tutti i tipi: cucina, combattimento, pesca... Ho scelto di aggiungere anche quella di guarigione per un CERTO biondino :3
  • Il discorso di Crono è pressocché identico a quello che fa Akihiko Kayaba il creatore di SAO nel primo episodio, a cui è ispirato questo capitolo. Il prossimo seguirà molto la trama del secondo e del terzo.
  • Ho deciso di mettere la data per essere più fedele all'anime/manga, dato che anche lì ci sono. Non ne ho messe nel capitolo precedente perché, dopotutto, Percy ha perso la cognizione del tempo, dopo la morte dei suoi amici.
Credo di aver scritto tutto, buona lettura :)



Bug e nuovi giochi.
 
 
 

La sua passione per i giochi di ruolo online non era nata in maniera genuina: erano stati Sammy e Nico ad “iniziarla” a quel mondo, mostrandole le sue bellezze e i suoi divertimenti.
Prima di cominciare a giocare, Hazel non avrebbe mai immaginato che compiere una missione sarebbe stato bello quanto leggere uno dei suoi libri preferiti o disegnare, ma non era passato molto tempo affinché si ricredesse.
In quel mondo virtuale, Hazel si sentiva invincibile: là era conosciuta come The Pluto’s Daughter, la giocatrice con alte skill nel combattimento con le spade e che era riuscita a mappare l’intero sistema di tunnel sotterranei del regno di Uralia, non come Hazel Levesque, la figlia bastarda di Marie Levesque, la medium del quartiere francese di New Orleans.
E poi quei giochi online avevano un altro vantaggio: poteva avere ancor più occasioni per stare con Nico. Nico era il suo fratellastro, da parte del padre. Avevano la stessa età e, come lei, era nato da una relazione extraconiugale che il loro genitore aveva avuto con Maria Di Angelo, la figlia di un politico a Washington. Oltre a Nico, Hazel aveva anche una sorellastra, Bianca, di due anni più grande.
Li aveva conosciuti tramite loro madre. Maria Di Angelo, dopo la fine della sua relazione con Ade, durata ben cinque anni, avvenuta proprio per la scoperta dell’esistenza di non solo una moglie ma anche di lei e sua madre, aveva insistito per far conoscere i tre fratelli.
In un qualche modo, era riuscita ad ottenere il numero di Marie Levesque ed aveva insistito per incontrarla. Probabilmente una qualsiasi altra donna lo avrebbe fatto per curiosità o desiderio di vendetta, come in quelle commedie da quattro soldi, ma quello non era il caso di Maria Di Angelo.
Nessuna delle due era la motivazione per la sua richiesta, bensì una semplice frase che le avevano ripetuto fin da piccola e in cui credeva davvero: “Una famiglia rimane sempre unita”.
Non aveva nessun legame con Marie, a parte la relazione avuta con Ade, ovviamente, ma i loro figli sì e non aveva nessuna intenzione che un uomo che le aveva nascosto di avere una moglie e un’altra amante impedisse che i tre bambini si conoscessero.
Così, le due donne, con rispettivi figli, si erano incontrate a metà strada tra New Orleans e Washington, ad Atlanta, più precisamente in un piccolo ristorante dove si scambiarono le loro storie, coi bambini attorno. Hazel aveva compiuto da poco un anno, non aveva mai visto il suo padre biologico ma, nonostante non lo sapesse ancora, due donne avevano appena deciso che avrebbero fatto di tutto per non fargliene sentire la mancanza nella sua vita.
In effetti era andata così: Hazel aveva preso il cognome di sua madre e in quel giorno di maggio ne aveva conquistata una seconda, grazie i suoi riccioli color cannella e il suo sorriso sdentato, che vedeva ogni mese, assieme ai suoi figli; la loro compagnia era di gran lunga migliore di un uomo assente, di cui non aveva mai visto il volto, che le mandava una cartolina di auguri al suo compleanno, con tanto di alimenti.
Ed era proprio con suo fratello Nico che stava parlando in quel momento.
-Credimi, Hazel, The Titans’ Revenge è il gioco del secolo: ti piacerà tantissimo. – dall’altro capo del telefono, il ragazzo tesseva le lodi dell’ultimo gioco online con cui si era fissato. Non faceva altro che parlarne da settimane e a tenerla informata su tutti i progressi che stava facendo.
Hazel posò lo sguardo sull’immagine in copertina del gioco: in alto svettava il titolo, scritto in oro, e sotto l’acropoli di Atene, senza nessun edificio in rovina, magnifica e accattivante. Al suo ingresso, stava un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Indossava un’armatura dorata e in mano teneva una spada dello stesso materiale, guardava Hazel come per sfidarla ad entrare anche lei in quella città piena di mostri, che la ragazza vedeva osservarlo minacciosi.
Aveva comprato il gioco proprio quella mattina, assieme a Sammy, dopo essere stati in fila per una notte intera. Di norma, non avrebbe fatto nulla del genere per un gioco, ma Nico aveva insistito che sarebbe andato a ruba e che, se volevano giocarci assieme, l’unico modo per ottenerlo sarebbe stato quello.
A differenza loro, Nico non aveva avuto bisogno di muoversi da casa per ottenerlo, dato che era stato scelto come beta tester.
- Dalla copertina pare interessante. – concesse lei. – Mi ricorda quel gioco con le carte con cui ti eri fissato a dieci anni, come si chiamava? –
- Mitomagia. – rispose subito lui, il tono entusiasta. – Non fare la finta-tonta che quell’estate un giorno hai pure pianto perché non riuscivi a capire le regole. –
- Per me rimane ancora incomprensibile il motivo per cui, se ho il vaso di Pandora e tre dei minori, riesco a vincere. –
- Ma se ti ho spiegato almeno una decina di volte che con il vaso di Pandora puoi sprigionare degli spiriti maligni e annientare l’esercito del tuo avversario! -
 Hazel sorrise, immaginandosi il fratello che, con il telefono incastrato tra l’orecchio e la spalla, iniziava a gesticolare furiosamente in camera sua, magari seduto a gambe incrociate sulla sedia davanti alla scrivania, non facendo attenzione al precario equilibrio che gli impediva di cadere.
Il tonfo che sentì qualche secondo dopo, le confermò che la sua non era stata solo un’immaginazione.
-Vogliamo giocare o devo continuare a sentirti cadere ancora per molto? – lo sfotté con tono di sfida, nonostante entrambi sapessero che, una volta dentro il gioco, non avrebbero esitato a formare una gilda con Bianca e Sammy.
-Abbandonerai quel tono non appena sarai dentro, Levesque. – ribatté l’altro e neanche questa volta Hazel ebbe difficoltà ad immaginare la sua espressione provocatoria.
-Ci vediamo dentro. – lo salutò, prima di chiudere la chiamata.
Posò il telefono sulla scrivania e prese il caschetto. Lo collegò al computer e si sedette sul letto, già pregustandosi l’emozione che la soprafaceva ogni volta che iniziava un nuovo gioco. Una volta distesa, cerco con le dita il pulsante di accensione. Lo premette. – Link start! –
 
***  
 
Lingua selezionata: inglese.
Sesso: femmina.
Nome: The Pluto’s daughter.
 
***
21 Dicembre 2022; 1° piano, Città d’inizio.
 
 
Non appena smaterializzatasi nella piazza principale della Città d’inizio, Hazel perse qualche istante per controllare l’aspetto del suo personaggio. Non era molto differente dal suo aspetto nella realtà, tranne per il fatto che dimostrava qualche anno in più dei suoi quattordici. Negli altri giochi a cui aveva partecipato, la ragazza aveva scoperto che un’apparente diciassettenne veniva presa più sul serio di una quattordicenne.
Non notò solo questo, bensì anche l’abbigliamento standart: consisteva in un semplice peplo bianco, che le lasciava scoperta  fin troppo la clavicola, per i suoi gusti. Arrossì furiosamente e cercò di sistemarsi la veste, senza successo, dato che finiva per ritornare alla sua posizione iniziale.
-Qualsiasi cosa proverai, credimi, non funzionerà. – le si rivolse una voce dietro le spalle. Hazel non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscerne la proprietaria ma lo fece lo stesso e la salutò con un sorriso enorme.
-Bianca! – la sorellastra accennò un lieve sorriso e scosse un poco la mano destra alzata. Dietro di lei, Sammy era ancora troppo occupato a scandagliare tutte le sezioni dell’equipaggiamento di base del loro account, per notarla. Nico era invece immerso nella completa adorazione della sua spada.
Hazel sorrise, guardandolo. Nonostante fosse cresciuto molto, nella realtà ormai la superava di circa dieci centimetri, e il suo personaggio avesse le sembianze di un aitante e giovane uomo dagli occhi e i capelli neri, in quel momento sembrava proprio il bambino che a dieci anni, durante la sua vacanza a Washington, le aveva mostrato con occhi splendenti il suo nuovo gioco con le carte.
Distolse lo sguardo, quando incontrò quello di Sammy, nonostante stessero insieme da quasi un mese e avesse una cotta per lui da circa un anno non era ancora abituata alle sue attenzioni, e lo posò sulla spada appesa ad una cintura di cuoio attorno alla sua vita. La sfoderò e contemplò lo scintillio che produceva una volta sotto il sole di pixel di quel mondo che già iniziava a piacerle.
-Allora? Vogliamo restare ad guardarle o a testarle, queste spade? –
  
***
 
Passarono il resto del pomeriggio a prendere confidenza con le loro nuove armi. Nico insegnò loro dei trucchi per rendere i loro attacchi più potenti e fecero strage di qualsiasi cane selvaggio che avesse il coraggio di minacciarli.
Fu divertente e per nulla diverso dal modo in cui trascorrevano di solito le prime ore in un qualsiasi nuovo VRMMORPG: non mancarono le volte in cui Sammy inciampò sui suoi stessi piedi, facendo ridere i tre fratelli, e in cui Hazel corresse alcuni suoi movimenti, guadagnandosi un bacio sulla guancia come ringraziamento, che non poteva far altro che farla arrossire e sentirsi a tre metri da terra, non importava che fossero in un videogioco, che Nico faceva prontamente finta di non vedere, non lo si sarebbe mai detto ma era piuttosto geloso, sia di Bianca che Hazel.
Fu quando il sole fatto di pixel cominciò a calare che tutti e quattro trovarono opportuno fare logout. Hazel trattenne uno sbadiglio e cercò di non pensare ai compiti di algebra che aveva rimandato fino all’ultimo.
Sammy fu il primo ad aprire il proprio account per uscire. Però, dopo un minuto impiegato a passare di nuovo in rassegna ogni suo “meandro”, il ragazzo non aveva ancora trovato l’opzione. Hazel si sporse dalla sua spalla destra per osservare meglio quella stranezza.
Deve essere un bug. – mormorò Nico, quando appurò che pure lui non riusciva a trovarla. Nessuno replicò, in un muto assenso alla sua presupposizione, ma Hazel percepiva salire la tensione tra di loro. Bianca stava per dire qualcosa, quando iniziò a scomparire. Con un crescente senso di terrore, la ragazza si accorse che lo stesso valeva per lei e anche Nico e Sammy: le loro gambe erano sbiadite, fino a diventare trasparenti, e anche le braccia e il resto dei loro corpi sembrava intenzionato a seguire l’esempio.
Che fosse un nuovo modo per fare logout?
Non appena si ritrovò nella piazza principale della Città d’inizio, assieme a tutti gli altri 9999 giocatori che avevano comprato il gioco quello stesso giorno, iniziò a tranquillizzarsi: probabilmente gli amministratori volevano annunciare il bug e assicurarli che sarebbe andato tutto bene. Non c’era nulla da temere. Accanto a lei, Sammy le prese la mano ed iniziò a compiere tanti cerchietti con il pollice, facendole accelerare il battito cardiaco. Ancora una volta si corresse, ricordandosi che quello era solo un gioco e non la realtà, solo un divertimento come un altro. Gli diede un’occhiata e si accorse che il suo aspetto era cambiato: ora aveva lo stesso di quello nel mondo reale ma sembrava non farci caso. Una veloce occhiata al suo corpo, le confermò che lo stesso era accaduto anche a lei. Per quale motivo?
All’improvviso, il cielo si squarciò e ne uscì una mano, un’altra e dopo un intero e gigantesco corpo maschile. L’uomo brandiva una falce dorata con cui Hazel presupponeva doveva essersi aperto il varco. La ragazza pensò che aveva un vero e proprio talento nelle entrate ad effetto, per poi osservargli il viso dai lineamenti duri, la pelle abbronzata e il sorriso crudele. Aveva gli occhi dorati ma, al contrario dei suoi, erano spaventosi e sembravano emanare luce propria. Qualche ciocca dei suoi capelli neri spuntava fuori dal suo elmo col pennacchio rosso.
Ci mise qualche secondo per riconoscerlo: era Crono, il creatore di The Titans’ Revenge.
Nonostante la sua espressione per niente rassicurante, la ragazza fu rincuorata dalla sua presenza: di certo stava per annunciar loro che il problema del bug sarebbe stato presto risolto. Accennò un sorriso speranzoso.
Crono aspettò che sulla piazza calasse il silenzio totale, prima di prendere parola e praticamente annunciare la loro condanna: - Miei cari giocatori... benvenuti nel mio mondo. Immagino che ormai avrete notato quasi tutti che l'opzione di logout è scomparsa dal main menu. Sappiate che non dipende da un errore del gioco. Ripeto, non c'è alcun bug nel sistema. Esiste un unico modo per riguadagnare la libertà: finire The Titans’ Revenge. – alcuni dei presenti lanciarono delle urla di terrore misto alla sorpresa. Hazel sperò vivamente di aver sentito male. – Vi consiglio di pregare che i vostri familiari non vi tolgano il NerveGear, è alimentato da una propria batteria e dentro c’è un sensore a microonde che provocherà la vostra morte, in tal caso. Sono già morti più di duecento giocatori per questo motivo. – Crono allargò il proprio sorriso e disegnò in aria un ampio arco con la sua falce, facendo comparire un collage composto da tante foto di ragazze e ragazzi, donne e uomini, addirittura bambini, che una volta erano stati vivi e l’unica colpa da attribuir loro era aver comprato uno stupido videogame. Con un sussulto la ragazza si rese conto che forse sarebbe diventata una di loro. Improvvisamente, sentì il cuore diventarle pesante d’angoscia. - Lo stesso succederà quando esaurirete i vostri punti hp. – Hazel ricordò con errore le risate di quel pomeriggio, che le sembrava così lontano, sebbene non fosse neanche passata un’ora, scoppiate non appena uno di loro si auto infliggeva un ferita con la propria spada. Il pensiero che sarebbero potuti morire in quel modo, senza sapere che non si sarebbero mai svegliati nel mondo reale, le diede la nausea. Al suo fianco, Sammy strinse ancor più la stretta alla sua mano. Crono riprese a parlare ma Hazel dubitava che ogni cosa che avrebbe detto da quel momento in poi potesse peggiorare la situazione. - Vi starete chiedendo perché, non è così? "Perché Crono, creatore di The Titans’ Revenge e del NerveGear, ha preso un'iniziativa simile?" Il mio obiettivo è stato raggiunto: ho programmato TTR solo per creare questo mondo e osservarlo con mia immensa soddisfazione. E così, adesso, tutto è compiuto. –
A quanto pare si era sbagliata: un uomo poteva arrivare a tanto solo per il proprio divertimento personale e un gioco poteva essere tale ma non per forza un divertimento.
Fu in questo modo che in poco meno di venti minuti, il mondo di Hazel Levesque, The Pluto’s Daughter, fu completamente stravolto e minacciato di morte da quello che era nato come un semplice hobby.


 
   
 
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