Gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Lei ci credeva, ne era convinta.
Sapeva che era così perchè lo aveva provato sulla sua pelle.




C'era stato un momento della sua vita in cui i suoi occhi emanavano luce. Luce pura, accecante.
Erano brillanti, veloci, sognanti.
Erano la sua felicità, la sua allegria, la sua fantasia.




Ma poi era cresciuta e quegli occhi, una volta così vivi, si erano pian piano spenti.
Con ogni battaglia, con ogni ferita, con ogni delusione, un po' di lei si incrinava.
E i suoi occhi ne subivano le conseguenze.
Diventavano più cupi, più vuoti.
E se guardavi attentamente, se riuscivi a cogliere un momento di debolezza, potevi scorgere in quegli occhi chiari tutte le cicatrici accumulate nella sua vita.




Quello che accadeva nella sua testa era un mistero, quello che rivelavano i suoi occhi andava capito, interpretato, analizzato.
Era circondata da muri e muri, che con il tempo si erano fatti talmente necessari da diventare indistruttibili.
Nemmeno il cavaliere più impavido sarebbe riuscito a superarli, nemmeno il cavaliere più testardo sarebbe andato avanti senza arrendersi ad un certo punto.
Che poi a lei i cavalieri stavano anche un po' sul cazzo.
La vita non era una favola, la sua era proprio l'opposto.




E si guardava allo specchio, come ogni mattina, per rendersi conto che era iniziato un altro giorno.
Che la sua guerra non era ancora finita.