Insatiable
L |
a tana del serpente, la bocca dell’inferno, luogo di peccati
macchiato d’infamia, la mia casa.
Una
grotta buia e nera, come il cuore di chi ci abita,
essere demoniaco cacciato dal paradiso, costretto a rintanarsi nel ventre di
madre terra per sfuggire ai raggi del sole per lui accecanti, Lucifero
tentatore, mio amante, che ancora una volta mi ha chiamata al suo fianco, e per
una notte, una notte soltanto, sarò io ad alleviare le sue pene, ad addolcire
le sue carni, smorzare il fuoco che brucia all’interno di quel petto mortale, a
colmare quella lussuria umana, che poco si addice ad un essere delle tenebre.
Stanotte
solo una di noi entrerà nelle sue grazie, e a costo di
sporcare le mie bianche mani con il sangue della gola lacerata delle mie
avversarie, sarò io la vincitrice. Sono stata una brava cortigiana,
adepta a soddisfare i più reconditi a perversi desideri del suo uomo, il suo
sire, il suo signore, e io, schiava, benché non sia
legata da catene d’oro o corde di seta, sono sempre pronta a tornare al fianco
di colui che mi ha fatto scoprire un nuovo mondo, una danza selvaggia e
animalesca che ha ben poco da fare con il sesso e ancor meno con l’amore, i
segni sul mio corpo sono il suo modo di avermi, di esprimere i suoi sentimenti
di giubilo e contentezza nell’ avermi ancora una volta domata nella mia
abituale irrequietezza, e mi ricordano ogni giorno della mia monotona esistenza
a chi sono realmente devota nella carne e nello spirito. Nessun altro potrà mai
possedermi come mi possiede lui, con una violenza che rasenta il più forte
sadismo, movimenti ritmici
e roventi, pulsanti e rabbiosi, carne contro carne, fino allo scemare dell’alba,
un amore che diventa tortura. L’amore è un gioco, un gioco fatto di violenza,
di complicità, di gelosia, passione sfrenata al limite della follia, sì, tra
amore e follia c’è solo un piccolo baratro, che ormai
io ho già saltato, non c’è limite alla
crudeltà umana; lo so, sono abituata a tutto questo, davanti ai miei limpidi
occhi di fanciulla sono stati compiuti i più efferati crimini, i più atroci
delitti, anch’io sono un’assassina, ho
ucciso, ucciso bambini, vecchi, donne, e con le loro viscere ho giocato, come
una bambina con una bambola nuova.
“When moonlight
crawls along the street
Chasing away the summer heat
Footsteps outside somewhere below
The world revolves I let it go
We build our church above this street
We practice love between these sheets
The candy sweetness scent of you
It bathes my skin I'm stained by you
And all I have to do is hold you
There's a racing in my heart
I am barely touching you”
Il
mio abito nero struscia a terra, mentre prendo il mio posto nel cerchio della
mia seconda casa, e osservo i miei compagni, i miei fratelli e le mie sorelle,
che si inchinano umilmente al cospetto del loro
signore.
Anch’io
lo faccio, ma non resisto oltre e alzo lo sguardo verso di lui, sono una delle
poche a farlo senza sentire la fredda morsa del terrore, eccolo il mio Lord, il
mio padrone, com’è bello seduto sul suo trono di pietra, un vero re, il re dei serpenti.
I
suoi occhi penetranti e infuocati brillano ruggenti come fiamme scarlatte e si
posano su di me, sui miei miseri resti mortali, e il mio corpo freme, tremo
dall’eccitazione, un ghigno malvagio gli distorce la bocca, facendolo
assomigliare a una maschera infernale, anch’io sorrido, complice di un gioco
fatto di sguardi e attimi sfuggenti, ci desideriamo a vicenda, e ogni attimo
passato senza di lui mi sento morire dentro.
Le
sue dita bianche dalle lunghe unghie, che più di una volta hanno inciso
dolorosi arabeschi nella mia carne un tempo bianca, adesso sono posati sui
braccioli, e il
suo possente corpo longilineo ma ben disegnato, è a riposo, benché ugualmente
dia un senso di grandezza e magnificenza, un senso di protezione .
Mi
sento spogliata del suo sguardo, sfiorata da quelle mani, che hanno sempre
portato la morte, ma che stanotte faranno vivere una bianca falena, che però spirerà alle prime luci dell’aurora , quando tutto svanirà come un sogno ad occhi aperti, e tutto
ciò che rimarrà sarà il suo calore.
“Turn the lights
down low
Take it off
Let me show
My love for you
Insatiable
Turn me on
Never stop
Wanna taste every drop
My love for you
Insatiable
The moonlight plays upon your skin
A kiss that lingers takes me in
I fall asleep inside of you
There are no words
There's only truth
Breathe in Breathe out
There is no sound
We move together up and down
We levitate our bodies soar
Our feet don't even touch the floor
And nobody knows you like I do
The world doesn't understand
But I grow stronger in your hands”
É
difficile risalire dalle tenebre, ormai fanno parte di me, il mio cuore, la mia
anima appartengono solo ad un uomo che mai potrò
avere, se non per una notte, una notte fatta di sogni, bugie e peccati, tessuti
nella trama bluastra della volta celeste, trapuntata di stelle.
Finalmente
è giunto il momento, egli pronuncia il mio nome, che bello sentirlo sulle sue
labbra, con quella voce così calda e appagante, sensuale, che mi circuisce,
cullandomi, appagandomi spiritualmente.
L’incenso
esce da diversi triboli che dondolano avanti e indietro, in sintonia con gli
angelici cori latinum che i
miei fratelli intonano a voci gravi. Le spirali di fumo grigio formano forme
geometriche nell’aria, fino a toccare l’alto soffitto a cupola, dove si dissolvono,
spandendo nell’aria l’acre odore d’incenso, così penetrante che quasi mi
soffoca. La stanza è appestata, e una leggera e impalpabile nebbiolina copre
tutto, velandomi la visuale, solo i tuoi occhi lucenti sono visibili, come fari
nelle tenebre.
Eccomi
a te, sono tua, per sempre, chiamami con un altro nome e io verrò
ribattezzata.
Mi
avvicino al tuo regale cospetto, inginocchiandomi umilmente di fronte alla tua
magnificenza, sento il tuo odore di uomo che traspare dalla lunga cappa, lo so,
mi desideri, io ti desidero, ma questo non è amore, è qualcosa di più forte, un
patto di carne e di sangue che rinnoviamo ogni notte. Io sono tua, tu sei mio;
bramo il tuo calore, il tuo essere, la tua forza e la tua energia, ti voglio,
tu lo sai, ma sadicamente di fai attendere, mi porti ai limiti della pazzia, sì, sono
pazza, pazza di te, maledizione, perché mi fai questo? Ti invoco,
ti supplico, portami nella tua tana, o re dei serpenti, avvolgimi tra le spire
come una colomba bianca, una virginea vittima da sacrificare al tuo diabolico
volere.
I
miei occhi sono fissi nei tuoi, e sprofondo in un lago rosso, annegando poco a
poco.
“Sei
pronta a diventare mia per sempre?” mi chiede con voce dolce e alcontempo
venata di perfidia, simile a miele selvatico.
“Sì
sono pronta.”
“Porgimi
l’avambraccio sinistro.”
Ubbidisco.
Alzi
una scheletrica mano e scostando la manica della veste mi afferri il polso, posando il pollice
all’altezza della vena principale, saggiandola brevemente, per poi pressarla
con inaspettata delicatezza, finché il sangue non fluisce più, e sento una
strana forma di formicolio che invade tutto l’arto immobilizzato.
Con
voce roca reciti una nenia druidica, antica come il mondo, chiamando a raccolta
le misteriose forze della natura; com’è bello il tuo tocco mortifero, sono l’unico fiore che non appassisce se sfiorato
dall’Oscuro Signore.
Una
saetta rovente che mi attraversa il braccio, correndo veloce fino ad arrivare alle
tempie, dove esplode in tutto il suo dolore, facendomi urlare; mi dimeno,
cerando di allentare la presa, senza però riuscirci. Il mio corpo è preda a
forti spasmi, sento il tuo polpastrello che preme sulla vena bluastra e
pulsante, quasi volesse entrare all’interno del braccio, piantandoci dentro il
seme di edera velenosa. La presa si fa più salda, e le
tue unghie si conficcano in profondità nella mia carne scoperta, calda, come il
sangue che sgorga dalle incisioni. Mi fa male, tanto male, ma non piango, ho
smesso di piangere tanto tempo fa, quando ho smesso di credere a qualcosa, quando la mia
famiglia è andata in pezzi e l’uomo che amavo se ne è andato. Ho sofferto, il mio cuore ha sofferto, troppo per versare
altre amare lagrime.
Mi
lasci finalmente, mi sento bruciare dentro,
il braccio è dolorante e manda
spiacevoli fitte, come piccole scosse elettriche.
Guardo,
adesso, ove prima c’era bianca pelle, adesso vi è inciso un simbolo, il segno
della morte, che d’ora in poi mi guiderà nel mio cammino, ovunque andrò il mio
nome sarà conosciuto…e temuto da tutti, e brillerà di macabra fama, subito dopo
quello del mio sire, naturalmente. Il teschio nero
brilla vivace e il serpente che esce dalla bocca sembra davvero inarcarsi per
un attimo sulle sue spire, fissandomi maligno con due occhi incandescenti. Gli
occhi del mio amante, è come averlo sempre accanto a sé, e ogni mia vittoria
sarà anche la sua.
“Benvenuta
nella nostra grande famiglia.”
Sorrido,
mentre un applauso generale sgorga da ogni parte come acqua sorgiva, molte mani inguantate stringono la mia e si abbattono amichevoli
con vigorose pacche sulla schiena, dandomi un più formale benvenuto tra di loro.
Sì
adesso sono veramente a casa, mi sento bene con loro, mi capiscono, molti dicono che
sono solo degli assassini senza scrupoli, che uccidono la gente solo per il
gusto di divertirsi, ma secondo me sono esagerati, insomma, che male c’è a
liberarsi di un po’ di fastidiosi insetti mezzosangue? C’è molto più spazio per
noi, persone che
veramente contano, e poi i mezzosangue sono stati davvero cattivi con la
sottoscritta, dicevano che ero in preda a Psicosi, che dovevo andare in brutto
posto pieno di matti, io non sono matta, ma illuminata, il Signore Oscuro mi ha
aperto gli occhi e adesso vedo il mondo in un altro aspetto, lui mi ha portato
via da quell’orribile ospedale dalle pareti bianche e il soffocante odore di
cloroformio che impestava i corridoi, e mi ha aiutato a reinserirmi nella
comunità.
I
miei parenti non sanno niente della mia seconda vita, sono stati loro a
rinchiudermi all’ ospedale per “il mio bene” e adesso
pensano che la loro figlioletta sia finalmente guarita, ma si accorgeranno
presto chi sono diventata, quando li ucciderò tutti nel sonno, sì, sarà un vero
trionfo, e avrò il Lord a fianco, loro sono i primi nella mia lista, e la mia
bacchetta pregusta già il momento.
Tutti
festeggiano, musica allegra risuona nella sala e il vino e l’assenzio corre a fiotti nei calici mai vuoti, molti compagni però si
sono già volatilizzati, in cerca di intimità con le altre donne, i sospiri e i
gemiti si intrecciano nell’oscurità della grotta.
Io
aspetto, questa è la mia prima notte di Mangiamorte, ed è un diritto del
signore avermi per prima, poi gli altri potranno fare del mio corpo ciò che più
aggrada, ma ora tocca a lui.
Si
alza, cupo, come il tristo mietitore, e si avvicina, finché tra noi c’è solo un
millesimo di spazio, il suo sguardo è ardente, si china su di me fino a
raggiungere un orecchio e sussurra solo poche parole, che però mi fanno
affondare il cuore in petto: vieni, ti
condurrò nella mia tana.
Dove
mi porti mio Lord? Nella tua più nascosta alcova, lontano da discreti occhi,
che mai avrebbero pensato che un angelo potesse unirsi
ad un demone, una stanza, la stanza del peccato, dove non esiste bene o male,
amore o sesso, dove un ricco nobile può
diventare un servo e un servo un nobile, è qui che ci uniamo al chiarore
crepuscolare, finché il canto del gallo non ci ridesta da nostri pacati sonni e
le vite ritornano quelle di sempre, nella loro grigia monotonia frenetica, di
giorni sempre uguali. Come vorrei fare in modo che questa notte duri per sempre, ma purtroppo questo è un altro malvagio
scherzo che il destino mi pone sulla via. Ti prego, o luna, sfera fatta di argento colato, rimani
lassù per ancora qualche attimo, in moda
che possa ritrovare benessere tra le braccia del mio sire, perché questa falena
notturna non muoia alle prime luci aranciate del nuovo sole.
Improvvisamente
unisci le nostre bocche in un rovente bacio di passione, no più di un semplice
bacio, è come se gustassi la mia carne, mordendola e assaporandola in una
febbrile frenesia, quasi un atto di cannibalismo, questo mi fa sentire ancora
più tua, e mi sembra di poter toccare il cielo con un dito.
Le
mie labbra sono rosse e gonfie, e sento la tua lingua serpentina che rovista
frenetica nel mio palato, alla ricerca di chissà quale tesoro, s’incrocia frenetica
con la mia, in una lotta vischiosa per un tempo che sfiora l’infinito, quasi
non abbiamo
neanche la voglia né la forza di staccarci l’uno dall’altra a riprendere il
fiato, e mi sembra che il tempo si sia veramente fermato, o almeno vorrei che
fosse così…
“Turn the lights down low
Take it off
Let me show
My love for you
Insatiable
Turn me on
Never stop
Wanna taste every drop
My love for you
Insatiable
Turn the lights down low
Take it off
Let me show
My love for you
Insatiable
Turn me on
Never stop
Wanna taste every drop
My love for you
Insatiable
We never sleep we're always holdin' hands
Kissin' for hours talkin' makin' plans
I feel like a better man
Just being in the same room
We never sleep there's just so much to do
Too much to say
Can't close my eyes when I'm with you
Insatiable the way I'm loving you”
La
tua bocca audace scende sulla mia scapola, mordendola, facendo sgorgare un
rivolo di sangue che lecchi avidamente, e io mugolo, il piacere che mi stai
dando è immenso, sono in estasi.
Ti
stacchi improvvisamente da me, e ti allontani, il freddo mi assale come una
coltellata, ho bisogno del tuo calore, come una pianta con il sole, ma sai
farti desiderare, mio sadico e perverso signore, vuoi che soffra, vuoi che ti
desideri con ogni cellula del mio corpo, e io ti desidero, lo sai bene, ma
ugualmente mi metti alla prova, finché la mia devozione rasenta il servilismo.
Prendi
la bacchetta e pronunci a mezza voce un incantesimo dalle arcane parole, i miei
vestiti prendono fuoco bruciando e diventando cenere, benché la mia pelle non venga ferita, ora sono nuda, e a te non sembra d’aver visto
niente di più bello del mio corpo.
Mi accarezzi la
schiena, percorrendo lentamente i segni in rilievo della tua passione,
strappandomi un brivido, forse di paura, forse di piacere, e mi blocchi le
braccia, afferrandomi i polsi strettamente e inchiodandoli sopra la testa, con
un gemito animalesco, che poco ha a che fare con un umano.
Mi
fai male, ma non importa, perché questo è solo un gioco, il nostro gioco, mi
trascini sino al letto a baldacchino, dove mi adagi
come una bambola. Una bambola maledetta dal tuo infernale tocco.
Ti amo e ti odio Tom
Riddle…
Le tue spinte sono violente, e il mio corpo sobbalza ad ogni fitta
che arriva dal basso ventre, mi aggrappo convulsamente al lenzuolo con le
unghie, fino a quasi strapparlo, il tuo corpo possente si muove sopra il mio e
i tuoi muscoli guizzano e lavorano senza sosta per darmi quel piacere che tanto
anelo…
Ti odio…
I nostri gemiti
sono animaleschi, e
risuonano moltiplicati dagli echi della stanza, sembra che ci siano almeno
dieci coppie di innamorati qui dentro e invece ci siamo solo tu ed io…semplicemente
noi.
Ti amo…
Sento il tuo seme
sprigionarsi in me, un delizioso fiotto caldo che mi riempie e mi fa sentire
appagata e insonnolita. Mi rannicchio sotto le coperte, mentre tu ti rivesti,
ormai è mattina e l’incanto si è spezzato con il capriccioso canto del gallo.
Chissà se darà
qualche frutto, lo spero, mi piacerebbe essere la madre di quello che un girono potrebbe essere il prossimo Lord, ne sarei davvero
orgogliosa, che tu possa crescere intessuto del mio grembo, piccolo essere
ancora senza nome, cresci e diventa forte
come il tuo meraviglioso e crudele papà.
Mi baci per
l’ultima volta a fior di labbra, colmandomi del mio desiderio.
“Ti amo Ginevra
Molly Weasley.”
“Anch’io ti amo Tom.”
“Ti aspetto
domani notte, nelle mie stanze.”
“Sì, a domani mio
signore.”
“A domani mia
falena.”
E anche la prossima notte la falena
rivivrà.
“Turn the lights
down low
Take it off
Let me show
My love for you
Insatiable
Turn me on
Never stop
Wanna taste every drop
My love for you
Insatiable
Turn the lights down low
Take it off
Let me show
My love for you
Insatiable
Turn me on
Never stop
Wanna taste every drop
My love for you
Insatiable.”