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Autore: 803    08/05/2015    1 recensioni
[...] Il bosco reclamava la propria centralità nei pensieri del guidatore, la propria sacralità [...]
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E, infine, i nostri più cari auguri a tutte le persone che si amano. Continuate a seguirci su rad- click. La macchina si inerpicava, senza fretta, su di una strada dissestata. L'asfalto aveva lasciato il passo ad una grossolana sabbia di granito che produceva un ritmico rumore metallico rimbalzando nei parafanghi. Il silenzio era irrotto nell'abitacolo, gli autoparlanti non parlavano più. L'amore, le avventure e i viaggi raccontati da un lontano speaker dalla voce calda erano svaniti. Il bosco reclamava la propria centralità nei pensieri del guidatore, la propria sacralità. Era come se quei piccoli pezzi di granito si fossero mutati in proiettili. Ting l'amore, ting le avventure ed i viaggi, ting-ting. La macchina frenò lentamente ed accostò in una piccola lanca. Il veicolo vomitò una figura indistinta che, barcollante, si avviò nella boscaglia. Il piccolo sentiero era bagnato, un sottile strato di foglie marce lo ricopriva. L'essere avanzava, il suo respiro rauco riempiva le fronde e increspava l'aura silenziosa di quel luogo. I suoi polmoni stavano lottando per ogni singola boccata d'aria, la salita si era fatta più scoscesa ma ormai non mancava molto. Le betulle cominciavano a diradarsi, il terreno, prima verde delle prime erbe primaverili, si stava macchiando di arancione. Eccola, davanti a lui, la massa scura di pini si ergeva ritta, spudorata svettava offuscando il cielo. Quegli alberi severi erano sua madre, il suo medico, il suo confessore. Finalmente sarebbe stato curato, finalmente lo strazio dell'esistenza gli avrebbe lasciato prendere fiato. Si immobilizzò nell'ombra. Gli occhi dell'uomo si spalancarono e assunsero un'espressione di pace, finalmente era li, nel suo bosco. L'apatia, il completo disinteresse verso il mondo umano, l'avevano inebriato fino a riempirgli l'anima. Ora era anche lui uno di quei grandi alberi, non aveva più fretta, nulla aveva più importanza lì. Le gocce cominciarono a cadere e a macchiargli le guance. Era libero finalmente, era Dio. Rimase immobile, il tempo scorreva non curante ma per quel momento, per quel piccolo sprazzo di vita, anche lui lo ricambiò con la stessa moneta. Drinn. Un suono agghiacciante lo strappò con violenza dal paradiso, Dio lo puniva per aver fatto come Lucifero, per aver tentato di raggiungerlo. Fu come se tutta la schiera degli arcangeli e serafini lo avesse trascinato in un vortice e scaraventato in terra. La nausea, come un animale mai sopito, riprese a corregli nelle interiora. Lo aspettava il mondo degli uomini, gli amori a senso unico e le avventure che non vivrà mai. Una lacrima si michiò con la pioggia su quel viso. Già, l'esistenza lo aspettava, come una prostituta sull'uscio.

   
 
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