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Autore: Lady Stark    08/05/2015    4 recensioni
«In sei giorni, a partire da domani, ciascuno di noi tenterà di conquistare il cuore dell'umana.» il pollice del ragazzo si rivolse verso l'alto, in direzione dell'appetitoso battito cardiaco.
«Chi di noi prima riuscirà a farla innamorare, avrà il diritto di tenerla con sé per l'eternità.»
Sei giorni, sei vampiri ed una ragazza al centro di una sfida allettante in cui sguardi lusinghieri si sostituiranno ad emozioni pericolose.
Tutti desiderano vincere.
Tutti desiderano conquistare il cuore di Yui.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day I : Kanato
 

La primavera inaugurò il proprio eclatante ingresso, vestendo l'inizio della settimana con un drappo di fiori dai colori sgargianti. Il profumo delle rose sbocciate sgusciò nella sala attraverso le minuscole intercapedini della finestra, ridestando nel più tenero dei modi la ragazza intrappolata nella fitta rete del sogno. Yui si stiracchiò con un sorriso nel suo morbido letto color porpora, le cui zampe erano ormai bagnate da liquidi rigagnoli di luce dorata.

Il cielo era una turchese tavolozza di colore, non una sola nuvola solcava la sua uniformità. La giovane sgranò gli occhi di fronte all'inatteso spettacolo; il suo cuore cominciò a palpitare veloce sulle ali di un uccellino.

Correndo verso il guardaroba indossò senza indugio la gonna nera e la camicia fresca di bucato; ogni singolo pensiero era stato fagocitato dal semplice desiderio di correre fuori e gettarsi tra le braccia spalancate del sole.

Yui amava la primavera.

Adorava il delicato calore che permeava l'atmosfera, per non parlare dell'esplosione di tutti quei colori ed aromi mescolati nel vento frizzante.

La bella stagione riusciva subito a metterla di buon umore, anche quando tutto sembrava sfuggire lontano dal suo controllo, catapultandola in un amalgamo di circostanze spaventose.

La ragazza sospirò di piacere quando la luce la accarezzò, soffiandole sul viso una manciata di materiale allegria. Un sorriso spontaneo le arricciò le labbra e, per la prima volta dopo settimane, una sincera risata le rimbombò in gola. Volteggiando su se stessa, Yui finse d'essere ancora nel piccolo giardino della sua vecchia casa; l'odore del caffè caldo, proveniente dalla cucina, la raggiunse in un'ondata amara. Suo padre, che nel frattempo si era dimenticato la caffettiera sul fornello, si affrettava con goffa velocità per impedire al liquido di imbrattare tutto.

«Secondo te perché ride da sola, Teddy?»

In un battito di ciglia, quelle parole spazzarono via tutte le dolci memorie che il profumo dei boccioli le aveva riportato alla mente. Il prato soffice della sua casa sicura scomparve, fagocitato dalla sottilissima ghiaia che introduceva alle scalinate di marmo.

Il cantare degli usignoli catapultò la ragazza nel presente, lì dove la volubile creatura dagli occhi violetti si era avvicinata senza far il minimo rumore.

«Kanato, buongiorno.»

Il vampiro inclinò di lato il capo, stringendo contro il petto l'inseparabile orsetto con la benda di cuoio sull'occhio sinistro. Il sole giocò tra le folte ciocche viola, mettendo così in risalto una serie di sfumature deliziosamente più chiare.

«Che cosa stai facendo?»

Yui deglutì a vuoto, tirando le proprie labbra in un forzato sorriso di convenienza.

Con il tempo, la ragazza aveva imparato a conoscere le basilari caratteristiche di ciascun abitante di quell'enorme dimora.

Tutti sembravano presentare un qualche punto fisso nel loro carattere, ma non Kanato.

La velocità con cui l'umore della creatura si capovolgeva metteva Yui terribilmente a disagio, rendendola incapace di relazionarsi con lui.

Spesso si era ritrovata a pensare che parlare con Kanato equivalva più o meno ad attraversare un campo di mine inesplose. Un solo passo falso sarebbe stato sufficiente a distruggere tutto, senza alcuna possibilità di rimedio.

«Mi stavo godendo questo magnifico sole!» disse, cercando di modificare con un pizzico di allegria il perenne broncio del ragazzino.

Sfortunatamente, il tentativo di Yui fallì ed il vampiro arretrò nervosamente, stringendosi addosso il pupazzo. Con diffidenza, chinò il capo per sussurrare qualcosa di incomprensibile all'orecchio di stoffa dell'orsacchiotto.

«Non ti piace la luce del sole, Kanato?»

«No, per niente.» il ragazzino osservò con indecifrabile immobilità la ragazza che, sorridendo, cercava di comprendere come procedere.

«Forse ho una soluzione, aspettami qui.» disse lei, sgusciando velocemente nel grande portone di ingresso. A passo veloce raggiunse l'ordinato guardaroba posto al lato della porta d'ingresso, discretamente incassato nell'angolo.

Cercando di non far troppa confusione nelle ordinate pile di sciarpe nere e giacche di pelle, Yui recuperò il vecchio cappello da baseball che suo padre le aveva regalato alla vittoria della sua squadra preferita.

Cercando di apparire gentile, Yui porse il berretto al vampiro che, immobile, era rimasto ad attenderla all'ombra del porticato.

«Questo potrebbe aiutarti.»

Il ragazzino fissò l'oggetto sospeso tra i loro corpi, scandagliandone i colori slavati dall'azione del sapone e dell'acqua.

«Cosa dovrei farci, scusa?»

«Indossalo. Sarebbe un peccato rimanere in casa con questa bella giornata, non trovi?»

Lo sguardo di Kanato si adagiò sul capo di Teddy, forse ascoltando le segrete parole sussurrategli dall'animaletto di peluche.

«Quel coso puzza di sudore, perché vuoi rifilarmi una schifezza simile?» in un borbottio scocciato, il vampiro si morse le labbra inacidendo il proprio sguardo. Yui si trasformò in un fascio di nervi e per non infastidirlo ulteriormente, avvicinò il cappello al proprio petto.

Kanato chinò nuovamente gli occhi, inclinando il capo verso sinistra.

«Credi che sia una buona idea, Teddy?» il suo tono si venò d'una diffidente sorpresa che un attimo dopo, si tramutò in un entusiasmo bruciante e sorridente.

Yui non osò emettere neanche il minimo suono, nel terrore che il vampiro potesse perdere nuovamente il controllo delle sue emozioni.

«Voglio farti una proposta..»

«Di che si tratta?»

«Teddy dice che dovrei farti vedere la mia stanza delle bambole. È sicuro che ti piacerà moltissimo.» Il vampiro si chinò in avanti, intrecciando con decisione le dita fredde a quelle tiepide della ragazza. Senza lasciarle molta possibilità di scelta, Kanato cominciò a camminare negli androni deserti della villa, scivolando nelle ombre con sicurezza.

Yui, dal canto suo, sentiva aghi ghiacciati pizzicarle la pelle ad ogni nuovo passo compiuto verso l'estranea stanza di giochi.

Quanti segreti ancora nascondeva quell'enorme dimora?

Kanato si fermò di colpo di fronte ad una porta a doppio battente. Dipinte sul legno chiaro, foglie nere si arricciavano a decorazione di quel fine lavoro di artigianato.

«Questo è il posto in cui passo gran parte del mio tempo quando il sole splende.» disse il vampiro con un sorrisetto entusiasmato, sbloccando con un lieve tocco della mano l'antica serratura d'ottone.

Yui socchiuse le labbra, folgorata dalla bellezza della stanza in cui lui l'aveva condotta. Il grande locale rettangolare ospitava centinaia e centinaia di pupazzi di tutte le dimensioni e le forme; ad essi si intervallavano anche bambole di porcellana le cui delicate espressioni sembravano congelate nel tempo.

«Sono tutte tue?»

«Sì, appartengono tutte alla mia personale collezione. Sai, Yui, i vestiti delle bambole sono tutti confezionati a mano.» Kanato la prese di nuovo per mano, spalancando le labbra in un allegro sorriso. Per un attimo, Yui credette d'aver assistito ad uno dei fenomeni più straordinari esistenti sulla faccia della terra; fu più o meno come osservare in diretta un tuono squarciare il cielo durante una soleggiata giornata estiva.

«Entra, vieni a vedere più da vicino.»

Coni di luce naturale scivolarono sulle pareti tramite l'ausilio di larghe, ovali finestrelle poste in alto, vicino al soffitto della stanza. Lampadari a cinque braccia pendevano nel vuoto sorreggendo nelle loro incise coppette d'ottone, affusolate candele color porpora.

Ogni bambola o pupazzo era precisamente seduto su un cuscino finemente decorato con ricami tanto complessi da lasciare Yui senza fiato.

La giovane raccolse dietro le orecchie i capelli chiari, e si chinò in ginocchio per ammirare più da vicino una deliziosa bambola dalle piccole labbra color fragola.
Il visino di ceramica era incorniciato da una cascata di vaporosi riccioli color notte. Immobili su una realtà che non comprendevano, le sue iridi violette sembrarono appuntarsi sul viso della ragazza decise a strapparle l'anima. Vinta dall'inquietudine, Yui arretrò appena rivolgendo un ultimo ed ammirato sguardo al vestito color crema che avvolgeva in una nuvola di merletto il corpo seduto.

«Ti piacciono?»

«Sono semplicemente stupende, Kanato.»

«Sai, sono tutti un regalo di mia madre.» la voce del ragazzino si abbassò di colpo, quasi come se ricordare avesse appena smorzato il suo scoppiettante entusiasmo.

Yui si voltò in direzione del vampiro, ammirando con un misto di tristezza e compassione il gioco di sentimenti che si rincorreva sul viso perennemente giovane.

«Persino Teddy è un suo regalo.» Kanato strinse al petto l'orsacchiotto, affondando il viso nella nuca morbida.

«Teddy è un bellissimo orsetto. Ed anche tutte le bambole che hai raccolto qui sono magnifiche.» cercò di consolarlo, arrischiando a sfiorare con le dita le spalle incurvate del ragazzino.

Kanato si oscurò di colpo, mostrando i denti in un ringhio gutturale, molto simile a quello di una bestia furiosa.

«Non osare rivolgerti a Teddy senza il mio permesso, Yui.» ruggì, fulminando la ragazza con il gelido sguardo ametista. Colta alla sprovvista da quel violento attacco, la ragazza incespicò indietro sfiorando per errore il piedino calzato di una bambolina dai capelli color pesca.

«Non toccarle!» tuonò in quell'istante, colpendola tanto forte alla spalla che Yui sentì la carne ammaccarsi sotto le dita del ragazzino.

Il terrore le si diffuse nello stomaco simile ad un'ondata di ferro fuso. Il sapore della paura minacciò di soffocarla mentre il ragazzino continuava ad urlare reggendo per una zampa l'orsacchiotto di peluche. Il bottone che sostituiva l'occhio di Teddy scintillò minacciosamente, quasi a supportare la rabbia del padroncino.

«Perché non hai un minimo rispetto? Perché devi essere così insensibile?!» Con un gesto nervoso colpì la testa di una bambola, scaraventando lontano il capellino che le baciava a i capelli.

Il ragazzino digrignò i denti lasciando che il silenzio calasse su di loro come una martellata.

Una lacrima di angoscia brillò nella tremula, tesa quiete che li divideva.

Yui era tanto spaventata da riuscire a malapena a respirare.

Il vampiro, forse notando il turbamento della sua ospite, sembrò riprendere il controllo sui suoi sentimenti.

In un respiro spezzato si chinò in ginocchio per prendere la mano di lei.

«Sai, Yui, uno di questi vestiti ti starebbe d'incanto. Saresti di certo la più bella delle mie bambole.»

Le labbra sorridenti del vampiro si chinarono a sfiorare le nocche pallide della sua mano, soffermandosi appena in corrispondenza della vena nascosta sottopelle.

Kanato non le diede neanche il tempo di metabolizzare quella dolce ed ambigua affermazione poiché, con fare contraddittorio, l'aiutò ad alzarsi.

«Grazie per la tua visita, Yui.»

Con quell'incisivo messaggio, il vampiro le fece comprendere che il tempo di permanenza a sua disposizione era terminato. Molteplici occhi cristallizzati sembrarono incollarsi alla schiena della ragazza mentre lei, salutando gentilmente, si avviava verso la porta.

Il suo cuore pulsava febbrilmente nella cassa toracica, troncandole il fiato nei polmoni.

Per quanto l'ultima affermazione di Kanato l'avesse toccata, Yui sapeva che c'era qualcosa di sbagliato e misterioso in quel suo comportamento.

Brividi di freddo si rincorsero sulla sua pelle, diffondendole addosso la sfuggente consapevolezza che qualcosa di pericoloso tramava alle sue spalle.

 

   
 
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