Wish
…credi nel
destino?
Wish Cafè
Con le
cuffie dell’Ipod nelle orecchie guardava
distrattamente l’amica che, furiosa (come al
solito), le sbraitava contro.
Naturalmente,
lei, di quello che diceva, non ascoltava neanche una parola (come al solito).
Chiuse
gli occhi concentrandosi sulla melodia rilassante della canzone, intonandone il
motivetto a bocca chiusa. Era la canzone di un qualche anime
che aveva visto in tv, di cui ora non ricordava il nome, ma che le piaceva
davvero tanto.
Stizzita,
la bionda amica le strappò gentilmente gli auricolari dalle orecchie
guardandola ancora più furente di quanto non fosse all’inizio del
suo monologo.
‹‹
Ahia, Ino!! ››
‹‹
Ahia un cavolo, mi vuoi ascoltare??!! Come hai fatto a mandare a monte l’appuntamento con Sai??
Dio! L’avessi avuto io tra le mani… ››
Ed ecco che iniziava di nuovo.
Ed
ecco che entrava in gioco la tattica di Sakura: far
finta di ascoltare annuendo e rispondendo a monosillabi, fino a farla sgolare.
‹‹
Dico io, ma come fai…alla tua età tenere un diario, poi
››
‹‹
Metti giù le mani, Ino-pig!!!
N-non sono affari che ti riguardano!! ››
Ed ecco
la tattica di Ino: farla imbarazzare a morte per
ottenere la sua attenzione.
‹‹
Ah, ma allora mi senti, frontona! ››
Rossa in
viso e tramenate di rabbia, Sakura le strappò
il diario di mano gettandolo sul letto sfatto (e che avrebbe dovuto rifare prima o poi).
‹‹
E poi, non credo di essere così vecchia…
››
‹‹
Hai 19 anni, Sakura, e guardi ancora gli anime in tv, leggi manga shoujo
e tieni un diario segreto ››
‹‹
…non vuol dire niente, Ino-pig ››
Con un
sospiro sconsolato la bionda recuperò la borsetta abbandonata in un
angolo della camera e aprì la porta uscendo per prima seguita da
un’ancora rossissima Sakura.
Un
saluto veloce alla madre e le due erano già fuori a godersi il sole
inaspettato di quel pomeriggio, erano ancora a febbraio e quella era decisamente una bella sorpresa.
-Quindi
approfittiamone!!!- aveva insistito Ino prima di
iniziare la sua sfuriata contro l’altra.
Sospirò,
scuotendo la testa e facendo dondolare i pochi ciuffi corti, rosa, che
sbucavano dal cappellino di lana bianco. Lanciò un’occhiata agli
alberi di ciliegio che fiancheggiavano un lato della stradina, ancora spogli
naturalmente, ci sarebbe voluto ancora un po’ di
tempo prima di poterli vedere colorati di rosa.
Si
fermò a fissarne uno.
Mancava
ancora un po’, era vero, ma pensare che sarebbero sbocciati di nuovo le
faceva venire in mente che un altro anno stava passando e che lei tra poco di anni ne avrebbe fatti 20. Forse doveva davvero smetterla
di pensare a tutte quelle cose da ragazzina, come le diceva sempre Ino.
“…ma anche no”.
Si
sentì tirare per un braccio tornando alla realtà.
‹‹
E dai, forntona, muoviti.
Stavi mica fantasticando sul principe azzurro?? ››
‹‹
Ma…ma stai zitta, Ino-pig!!!
››
Si
strinse nel cappotto camminando accanto all’amica che aveva preso di
nuovo a parlare.
Il
principe azzurro…no, non ci credeva nel principe azzurro. Non ci aveva
mai creduto, forse. Certo, ci era andata parecchio
vicina quando era passata per la famosa fase “Sasuke
Uchiha”. Si era davvero presa una bella cotta
quella volta. Se non le avesse detto –Mi
dispiace, sono già impegnato- avrebbe continuato a sbavargli dietro come
tutte le ragazze della scuola. E anche se lo voleva nascondere, lei con chi era
impegnato l’aveva capito fin troppo bene.
“Naruto…”
Se
ci pensava…
‹‹
Aaah! Anche se
c’è questo bel sole, mi sto congelando ››
‹‹
è logico, Ino, siamo ancora in inverno ››
‹‹
Uff…ah! Entriamo in quel bar! Ci prendiamo una
cioccolata! ››
‹‹
Ma non eri a dieta, pig? ››
‹‹
Zitta frontona, non me lo ricordare… ››
‹‹
Ahahah!! ››
Entrarono
nel locale, fortunatamente quasi vuoto, e si sedettero ad un tavolo in un angolino.
Era un
posto carino, fuori mano, forse era per questo che
c’era poca gente.
“Wish Cafè” era il nome di quel locale. Non
l’aveva mai visto prima, possibile?
“Eppure…è così vicino a casa. Non ci
avrò mai fatto caso…”
Guardò
le pareti dipinte di lilla, che mano mano
che si saliva diventava sempre più scuro. Non c’erano disegni
particolari solo quel lilla che ti dava una strana
sensazione di calma. Era carino,
davvero.
‹‹
Ino, tu ci sei mai venuta qui? ››
La
bionda, dopo aver gentilmente (anche troppo) salutato il cameriere che aveva
preso le ordinazioni, si voltò a guardare l’amica seduta di fronte
a lei.
‹‹
A dire la verità, no.
È la prima volta che ci vengo. Carino comunque,
no? ››
‹‹
Già! ››
‹‹
…anche il cameriere… ››
‹‹
Ino…pensa un po’ di più a Shikamaru
››
L’altra
appoggiò sconsolata la testa sul tavolino in
legno sbuffando quasi annoiata ‹‹ Abbiamo litigato, quello stupido
ananas… ››
“Di
nuovo?” pensò mentre lo stesso cameriere
di prima tornava con due tazze di cioccolata fumante.
‹‹
A voi ››
‹‹
Grazie ››
La rosa
si portò la tazza calda alla bocca fissando di sottecchi l’amica
ancora con la testa contro il tavolo.
‹‹
Sembri disperata, si può sapere che è successo? ››
chiese dopo aver bevuto un sorso di cioccolata.
‹‹
…secondo te…sono poco attraente? ››
Quasi le andava tutto di traverso, mentre si era bloccata a fissarla. Sbuffò.
‹‹
Ti prego, Ino, di nuovo queste paranoie? ››
Ino
alzò di scatto la testa fissandola seria, molto seria,
e questo non andava bene.
‹‹
E spiegami perché allora l’ho visto
uscire con quella…quella…scopa di Temari…quel
maledetto ananas… ››
L’Haruno iniziò a sghignazzare quando
sentì quel “simpatico” soprannome. Non che Temari le fosse antipatica, no, ma
come l’aveva detto Ino, con la faccia con cui l’aveva
detto…era tutto un programma.
‹‹
Ahahah!! Ma tu ti preoccupi
troppo! Ti ha mai tradito? ››
‹‹
No…però… ››
‹‹
E perché dovrebbe iniziare ora? Shikamaru è troppo pigro anche solo per pensarci ››
‹‹
…hai ragione. Ha…hahahahaha!! Quello scopone non può nulla contro di me, nulla! ››
‹‹
Pffff… ››
E
così, passarono il pomeriggio a chiacchierare e a complottare piani
diabolici per far ingelosire il povero Shikamaru.
Ogni
tanto Sakura si perdeva a fissare le
pareti lilla di quel locale. In qualche modo, quel posto le dava una
strana sensazione, come se qualcosa di importate
stesse per accadere da un momento all’altro. Non se lo spiegava,
non aveva mai avuto strani presentimenti prima di allora.
‹‹
Torniamo a casa, và…s’è
fatto anche buio ››
‹‹
Già, anche se si sta bene qui dentro al calduccio
››
‹‹
E su dai ››
‹‹
…ops…Sakura,
non ho spiccioli, potresti pagare tu?? La prossima
volta offro io ti prego, ti prego ››
Sospirando,
si diresse verso il bancone mentre Ino usciva fuori
saltellando felice per essere riuscita a convincere l’amica a pagare
anche per lei.
‹‹
Finisce sempre così… ››
borbottò, prendendo il borsellino e pagando le due cioccolate.
Infilò una mano nella tasca dei jeans recuperando il
cellulare e guardando l’ora sul display.
Le sette
di sera…avevano davvero passato tutto quel tempo sedute
a chiacchierare?
‹‹
Ecco il resto, torni presto ››
‹‹
Ah…si, arrivederci ››
Si
girò in fretta cercando di mettere il resto nel borsellino e di non far
cadere il cellulare, cosa inutile visto che dopo poco si ritrovò col
sedere per terra e gambe all’aria. Aveva urtato qualcuno ne era sicura.
‹‹
Tutto bene? ››
‹‹
ah….ah, mi scusi, mi scusi. Non l’ho proprio vista, mi scusi ancora! ››
Senza
neanche guardare la persona di fronte a lei recuperò soldi borsellino e
cellulare e corse fuori dal locale imbarazzatissima
per la figura appena fatta.
‹‹
Che succede, frontona? ››
‹‹
Stavo quasi per ammazzare qualcuno là dentro ››
‹‹
Ahahah!! Che idiota! ››
‹‹
Finiscila ››
Controllò
un attimo che il cellulare fosse a posto e lo rimise
nella tasca dei jeans avviandosi verso casa.
‹‹
Sono a casa! ››
‹‹
Tesoro, tra poco si cena! Sbrigati! ››
‹‹
No mamma, stasera salto. Devo studiare per l’università ››
‹‹
Ma cara! ››
‹‹
Non preoccuparti, ho mangiato qualcosa prima di tornare ››
Salì
in fretta le scale e si chiuse in camera gettandosi sul letto con un sospiro.
Non era assolutamente vero che aveva mangiato, ma non sarebbe
mica morta per aver saltato la cena.
Si
passò una mano tra i capelli cercando con lo sguardo i
libri che le servivano tra tutti quelli che aveva sistemato nella
libreria. Studiare medicina era faticoso, davvero. A volte si domandava cosa
l’era passato per la testa quando aveva dato gli
esami di ammissione.
‹‹ Aah…chi lo sa… ››
Mentre
si malediceva mentalmente, sentì il telefonino squillare.
Di
malavoglia lo tirò fuori dalla tasca e
sbuffando controllò di chi fosse il numero.
‹‹
…mh? Strano non c’è in rubri…un momento… ››
Avvicinò
di più lo schermo al viso, pensando di aver letto male.
Iniziò a sudare freddo quando capì che,
purtroppo, aveva letto fin troppo bene.
‹‹
Qu…questo…è il mio numero…MA
CHE SIGNIFICA??!!! ››
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Salve gente come va????
*sorrisone a trentadue denti*
Ecco un’altra fic fresca fresca XD spero vi piaccia,
anche perché questo primo capitolo l’avrò riscritto mille
mila volte. Anche se alla fine è venuto corto
=_=…vabeh, pazienza.
Bene, un po’ di spiegazioni U_U.
Per questa fic ho preso spunto dal
manga di Mia Ikumi (autrice di Tokyo Mew Mew) “Wish. Soltanto
un desiderio” che avevo comprato più o
meno un anno fa, credo, e che ho riletto da poco (visto che non ho mai niente
da fare...).
Non. Potevo. Non. Scrivere. Questa. Fic.
All’inizio ammetto che doveva
essere SasuSaku, ma siccome sarebbe diventata troppo
romantica per Sasuke XD, ho deciso di cambiare…
Bene bene, senza trattenervi oltre, inizio a scrivere il secondo capitolo XD.
Mi raccomando, lasciate un commentino,
eh? *occhini sbrilluccicosi*
Ciaissimo!