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Autore: pensa_e_potrai    08/05/2015    3 recensioni
"Ma ti sei bevuta il cervello Granger?" Draco la stava guardando come avesse detto la cosa peggiore al mondo. "Innanzitutto non parlarmi così. E poi non ti ho chiesto di avere un figlio con me, ti ho chiesto solo di aiutarmi ad adottarlo, tu poi potrai tornare a fare la tua vita di sempre." Spiegò precisa Hermione. Niente di più, niente di meno. "E io cosa ci guadagno?" Hermione fece spallucce, sapeva che lo avrebbe detto. Se c'era uno che non faceva mai nulla senza un proprio tornaconto era Malfoy. "Quello che vuoi." "Perfetto." Draco sorrise con un lampo di malizia. Aveva già in mente cosa chiederle.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Nonostante il minuto di confidenza della sera precedente, tutto era tornato come prima. Hermione passava tutto il tempo nella stanza azzurra, e Draco in soggiorno, come fossero estranei, e per un certo verso lo erano. Cosa avevano da condividere? La casa e basta, per il resto entrambi avevano le loro vite, separate l'una dall'altra.
Draco però non sopportava quella situazione, per troppo tempo era stato in solitudine assoluta, senza nessuno, ma in quel momento non era solo. In teoria.
Doveva trovare un modo per svagarsi, svuotarsi la testa. Di uscire non se ne parlava, nella Londra Babbana poi! L'unica cosa che poteva fare era parlare con Hermione, e non era che loro due parlassero così tanto.
Una parte di lui voleva entrare nella stanza e provare ad iniziare una conversazione, ma l'altra era troppo orgogliosa. E mentre i due lati di Malfoy dibattevano fra loro, lui rimaneva immobile, seduto sul divano rosso, a fissare le fotografie e a giocare con la bacchetta, creando e facendo scomparire delle scintille.
Quella sera, però, il silenzio fu interrotto dal campanello dell'appartamento, che al posto di suonare emise un rumore elettrico agghiacciante. Draco sobbalzò dallo spavento.
"Ma chi diavolo è?" Draco sbuffò irritato, alzandosi dalla sedia e mettendosi davanti alle scale. Da esse, poco dopo, scese Hermione: aveva un aspetto veramente disordinato. I capelli, acconciati frettolosamente con una coda di cavallo, sfuggivano all'elastico e le ricadevano sulla faccia. La maglia bianca era sporca di vernice, così come molte parti del suo viso.
"Oh Merlino, mi ero scordata." Disse lei, scendendo velocemente i gradini.
"Chi è?" Draco ripeté la domanda, più seccato di prima.
"Rachel. Una mia amica." Spiegò Hermione, alla buona, mentre andava verso la porta.
"Dovrò recitare la parte del fidanzatino? Ancora?" Draco alzò gli occhi verso il soffitto. Quel giorno non era proprio in vena di tante pantomime.
"No. Lei pensa che siamo solo coinquilini." Hermione ricordava le cose da dirgli a pezzi.
"Menomale." Malfoy sospirò, e si sedette nuovamente sul divano.
"Zitto e comportati in modo naturale." Asserì a bassa voce lei, con un occhio che scrutava lo spioncino.
"Ai suoi ordini." Fece un ironico cenno di saluto militare.
Hermione aprì la porta, e Rachel si presentò sull'uscio. La ragazza era vestita molto colorata: indossava diverse calottiere gialle, verdi e arancioni, l'una indossata sopra l'altra. I pantaloni erano marroni, a zampa d'elefante.
Teneva per mano una bambina, che a occhio aveva sui tre anni, i corti capelli ricci e neri, sembravano tanti rametti intrecciati.
"Ciao Hermione." Salutò allegramente Rachel, la voce pimpante e un grosso sorriso sulle labbra, come sempre.
"Ciao Rachel. E qui c'è la piccola Melanie." Hermione si chinò per salutare la bambina, che le rispose ridendo.
"Possiamo entrare?" Chiese retoricamente l'amica.
"Certo, prego." Hermione si spostò per permettere loro di passare.
Raggiunsero il salotto, dove Draco osservava sottecchi la nuova arrivata. "Quindi questo è il famoso coinquilino." Il tono di Rachel era ironico, come se volesse sottintendere parecchi dettagli.
"Sì, Draco." Le rispose brevemente Hermione, che già si aspettava quarto grado.
"Nome interessante." Lanciò uno sguardo d'intesa non ricambiato alla riccia. "Piacere." Rachel andò per stringere la mano di Malfoy, il quale scoprì non proprio al settimo cielo che la ragazza aveva una stretta molto forte.
"Non ho ancora preparato nulla per cena. Vi va un thè?" Chiese Hermione in fretta, tanto per non dare tempo all'altra di chiedere nulla.
"Per me è ok." Rispose lei, mentre Draco annuiva con un cenno.
Hermione andò in cucina e mise a bollire l'acqua. Più si teneva lontana da Rachel e meglio era. Quella ragazza era un vero uragano vivente, capace di fare qualsiasi cosa, e di ottenere ogni informazione che desidera. Ma non poteva restare lì per tutta la sera, considerano che Rachel era in soggiorno con Draco, e lui non aveva avuto istruzioni dia alcun genere.
Dopo una buona decina di minuti Hermione mise il thè in tre tazze e lo portò in soggiorno, dove regnava un silenzio di tomba.
Per molti minuti tutti rimasero zitti e immobili, mentre la piccola Melanie correva per tutto il soggiorno, e ogni tanto cercava di arrampicarsi sulle gambe di Draco, che assisteva impassibile ai tentativi della bambina.
Fu solo dopo aver finito la sua tazza di thè, che Rachel proferì parola.
Avrebbe potuto chiedere di tutto: perché Hermione fosse sporca di vernice, come mai Draco sembrava sul punto di addormentarsi e molto altro; ma scelse solo ciò che più le premeva. "Allora... questa casa è molto piccola. Come fate a starci in due?"
Hermione rispose con il classico luogo comune: "Ci si arrangia."
"Quante stanze ci sono?" Ripartì all'attacco.
"Per dormire due, ma una è vuota." Hermione si lasciò sfuggire quel piccolo particolare che avrebbe dovuto tenere nascosto.
"E quindi o qualcuno dorme sul pavimento, o state nella stessa stanza, suppongo." Alzò un sopracciglio interrogativa, ma si capiva fin troppo bene dalla sua voce, che in lei ci fosse un pizzico di soddisfazione.
"Beh si è così, però..."
"Guarda che se state insieme non è un problema per nessuno." Alzò le braccia a mo' di resa, ridacchiando.
"No. No, non stiamo insieme." Chiarì Hermione alla svelta, come già aveva fatto. Ma ovviamente Rachel non si diede per vinta.
"Allora è una cosa in amicizia?" Sorrise ambigua, alludendo a qualcosa di particolare,
"Cosa...?" Hermione non capì dove volesse andare a parare.
"No no. Assolutamente no." Draco, invece sì, e si affrettò a mettere un freno a quelle fantasie.
"E quindi vivete insieme, dormite insieme e tutto, ma non state insieme?" Pensava di aver centrato il bersaglio, vedendo Hermione in seria difficoltà.
"Esatto. Perché... vedi..." Balbettava, in cerca di una spiegazione. Poteva dirle che era tutta una farsa per ottenere l'adozione? "Perché... Perché lui è gay."
Malfoy per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. "Cosa?!" Hermione gli diede una gomitata tra le costole, e Draco soffocò una bestemmia con un colpo di tosse.
"In effetti mi sembrava un po' effemminato."
"Io non sono..." Draco era sul punto di esplodere veramente.
"Draco, vieni ad aiutarmi con la cena." Lo interruppe Hermione, prendendolo per il braccio e trascinandolo in cucina.
Appena entrarono la mora praticò un incantesimo silenziatore alla porta, aspettandosi la rabbia di Malfoy.
"Attieniti a ciò che ho detto. "
"Dovrei fare il frocio?" Chiese sull'orlo dell'esaurimento.
"Esatto." Lei incrociò le braccia e rispose, provocandolo.
"Neanche per idea!" Lui si mise a camminare avanti e indietro per la stanza, gesticolando ma non dicendo nulla.
"Solo per stasera. Quindi vai di là e fai il frocio... cioè il gay... l'omosessuale." E senza dire altro si voltò, prese un altro pacco di pasta e lo mise a bollire.
Per tutta la serata Hermione avvertì un forte desiderio di prendere a ceffoni Malfoy, cosa purtroppo impossibile da fare. Sfruttando il fatto che Rachel lo credesse omosessuale si era sentito libero di divertirsi con Hermione, mettendole un braccio attorno alla spalla o appoggiandole una mano sulla coscia. E ovviamente lei non poteva dire nulla.
Dopo cena, al termine della serata, Hermione aveva approfittato della momentanea assenza di Malfoy per fare una domanda a Rachel.
"Come mai sei così allegra?" In effetti quella sera era veramente raggiante, in una maniera non consueta nemmeno a lei.
"Non lo sono sempre?"
"Sì, ma oggi più del solito. Dai, dimmi pure. Ti ascolto." Fece un gesto da bimba che significava silenzio.
"È solo che ho conosciuto una persona." Disse velocemente e con semplicità, come se fosse una cosa di tutti i giorni. In un certo senso lo era, ma non per lei, che si era dichiarata essere asessuato.
"Cosa?" Hermione sgranò gli occhi.
"Un uomo." Chiarì, anche se già si capiva.
"Dove? Come si chiama?" Subito Hermione iniziò a domandare qualsiasi cosa le venisse in mente. Il fatto che Rachel uscisse con qualcuno era un evento più unico che raro.
"Ehi calmati Commissario Granger." L'amica rise nel vedere la riccia così curiosa. "Ti dico tutto a lavoro. Ora è meglio che vada." Si alzò dal divano e prese in braccio Melanie, che si era nascosta dietro al divano.
"Va bene. Ci vediamo." Hermione sorrise, un po' delusa per non aver scoperto granché, ma comunque contenta per lei, che finalmente aveva scordato del tutto l'ex.
"Ovviamente. È stato un piacere." Salutò con un cenno del capo il ragazzo che era appena sceso dalle scale. "Draco."
"Arrivederci." Rispose lui, formale e distaccato.
Appena l'allegra ragazza uscì dalla porta, Hermione si voltò verso Malfoy, assumendo un'espressione tra il deluso e lo scocciato.
Salì al piano superiore, senza aggiungere altro: a volte, uno sguardo vale più di mille parole.

Spazio autrice:
Eccomi qua! Prima di iniziare con i discorsi puntualizzo che non ho nulla contro gli omosessuali, e ho fatto questo capitolo solo per ridere.
Scusate se non ho aggiornato, ma ad Azkaban mi hanno riempita di verifiche. Scusatemi tantissimo veramente, tengo a questa storia e voglio solo continuarla al più presto. Cercherò di aggiornare presto.
Baci!
   
 
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