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Autore: black dalia    08/05/2015    3 recensioni
(Storia ad OC, iscrizioni chiuse!)
30 anni fà, Artemisia è stata sconfitta ma ora un nuovo
nemico è apparso ed una nuova squadra è stata formata per fermarlo.
Ma cosa sucederebbe se questo nemico decidesse di tornare indietro
nel tempo per eliminare i genitori di questi nuovi eroi?
E se i futuri genitori fossero proprio Squall e i suoi amici?
Scopritelo leggendo!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Squall Leonheart, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.3) Compagni da ritrovare

 

Un uomo camminava, lentamente, con lo sguardo basso mentre la sua mente ripensava a quello che era successo poche ore prima.
I suoi lunghi capelli bianchi, che gli arrivavano a metà schiena, ondeggiavano leggermente insieme al lungo cappotto grigio scuro mentre camminava meditabondo ed il suo volto, dalla carnagione scura, era contratto in una smorfia.
La stanza in cui si trovava era spoglia ma enorme: con alte pareti di pietra ed un pavimento nero lucido, in cui ti ci potevi specchiare, ed era come circondata da un alone di oscurità che neanche le centinaia di candele che, galleggiando a mezz'aria, illuminavano quel luogo riuscivano a dissipare.
-C'è mancato così poco...- sussurrò l'uomo a se stesso, con una voce profonda -c'ero così vicino... mi mancava così poco per oscurare la sua luce...- strinse il pugno destro, chiuse gli occhi, ed un sorriso di appagamento si dipinse sulle sue labbra.
Continuò a camminare fino ad arrivare alla fine della sala dove, appoggiato alla parete, vi era posto un trono fatto di marmo bianco.
-Potevo quasi sentire tutto il suo calore scomparire... la mia fredda oscurità diventare padrona assoluta di quel corpo...- poi il sorriso si trasformò in una smorfia di disgusto, riaprì gli occhi carichi di rabbia e dette un pugno al muro di fronte a lui, creando un piccolo cratere.
-E, INVECE, NIENTE!- gridò, ritraendo la mano mentre le fiammelle delle candele tremolavano fin quasi a spegnersi: la loro flebile luce si ritrasse alla rabbia del Signore del Caos.
Un attimo dopo, un portale oscuro apparve dietro l'uomo, a qualche metro da lui, e vi uscì un ragazzo: era alto, fisico asciutto e ben allenato, carnagione rosea, viso dai tratti affilati con un mezzo sole tatuato vicino all'occhio sinistro, occhi dall'iride azzurro ghiaccio ma con la sclera nera e corti capelli biondi.
Indossava un cappotto lungo color argento, sotto di esso si poteva vedere una maglia nera, dei pantaloni bianchi, calzava degli stivaletti neri e legato alla cinta teneva un gunblade.
Il ragazzo s'inginocchiò al cospetto dell'uomo, posando a terra il corpo di una persona che, prima, teneva sottobraccio.
-Come lei mi ha ordinato... le ho portato la strega, padrone- disse il biondo con voce atona, l'uomo si girò verso di lui, sogghignando nel vedere la giovane ragazza che il suo servo aveva catturato.
-Ottimo lavoro, Silver- disse avvicinandosi a lui ed esaminando con lo sguardo la preda incosciente: aveva la carnagione rosea, il fisico magro e longilineo con poco seno, il viso dolce con un piccolo neo sotto l'occhio destro, i capelli lunghi, color nocciola e legati in una treccia boccolata che le ricadeva sul davanti, indossava un abito color cielo con spalline lungo fino alle ginocchia, al collo portava un pendente d'argento a forma di goccia, portava orecchini di cristallo, calzava delle ballerine color crema e incastonata al centro del petto si trovava una piccola croce di cristallo.
-Lei sarà molto utile per il mio piano- disse l'uomo, sogghignando compiaciuto -la ringrazio, mio signore- disse il biondo abbassando la testa -per quanto riguarda la Strega dell'Ordine?- a quelle parole il Signore del Caos s'irrigidì e guardò il suo servo con un'occhiata che avrebbe incenerito chiunque.
-Lei... è ancora libera...- disse amaramente: gli dette le spalle e camminò verso il suo trono dove si sedette con posatezza.
-Ho dato a Lucrezia il compito di portarla da me... so che non mi deluderà-
-mi scusi se glielo chiedo, mio signore, ma... perché a lei? Leon è molto più potente di Lucrezia e...-
nel sentire quel nome il Signore del Caos sbatté entrambe le mani sui poggia gomiti e gridò -NON OSARE PRONUNCIARE QUEL NOME IN MIA PRESENZA!- poi con un gesto della mano richiamò una folata di vento che fece sbalzare via Silver, allontanandolo di diversi metri da dov'era, e facendolo sbattere contro la superficie dura della parete.
Dopo quell'esplosione di rabbia, l'uomo si calmò -avevo già detto che nessuno doveva pronunciare quel nome, o sbaglio?- chiese al suo servo, pronunciando quelle parole con una buona dose di veleno nella voce, mentre quest'ultimo si rialzava, facendo una leggera smorfia per il dolore che provava alla schiena, e tornò ad inginocchiarsi di fronte a lui.
-Le chiedo perdono, padrone, è stata una mia dimenticanza... non accadrà più- disse Silver abbassando la testa sottomesso, l'uomo sorrise soddisfatto -meglio per te... comunque... per rispondere alla tua precedente domanda... ho mandato Lucrezia perché è in grado di attirare la Strega dell'Ordine in una trappola-.
L'uomo socchiuse gli occhi ed unì le punte delle dita -ci cadrà come una sciocca ed io avrò la vittoria in pugno- poi sorrise malevolo -la farò cadere nell'oscurità... soffocherò tutta la sua luce... e senza la Strega dell'Ordine tutto il mondo cadrà nelle mie tenebre ed io, Darkar, lo dominerò in eterno!- esclamò e rise: una risata fredda e crudele che rimbombò nella stanza facendo venire i brividi persino all'insensibile Silver.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Periferia di Esthar City

 

Ale si appoggiò al muro di una casa, piegandosi leggermente in avanti, per riprendere fiato.
Guardò dietro di se, per assicurarsi che non ci fosse nessuno che lo stava inseguendo, ed emise un sospiro di sollievo quando constatò di essere riuscito a scappare alla polizia.
-Giuro... un giorno o l'altro... ucciderò Max! Quel deficiente...- disse a se stesso mentre prendeva dei respiri profondi per riprendersi dalla corsa che aveva appena fatto; lui non era mai stato veloce nel correre.
“Tutta colpa delle mie gambe corte!” pensò, un po' amareggiato dalla sua corporatura esile e dalla bassa statura.
“Perché non assomiglio neanche un po' a papà? Perché ho dovuto prendere tutto da mamma? Manco fossi una ragazza!” pensò con un piccolo broncio, rialzandosi.
Alexander Kinneas, questo era il suo nome completo, era sempre stato piccolo e gracile: aveva un fisico sottile, quasi senza muscoli, la carnagione bianco latte, le labbra sottili, gli occhi grandi color verde foresta, il viso dai lineamenti delicati e femminei che veniva incorniciato da dei capelli neri leggermente ondulati che gli arrivavano quasi alle spalle.
Anche adesso che aveva 18 anni sembrava fosse un ragazzo di 16.
L'unica cosa di cui Ale andava fiero di se stesso era la sua spiccata intelligenza: lui era un genio, non c'erano altre parole per descriverlo.
Fu proprio grazie a questo che diventò vice capo del reparto logistica del Garden di Galbadia alla tenera età di 14 anni, dopo aver preso il diploma da Seed col massimo dei voti nello scritto ed essere passato per miracolo nella prova sul campo.
Poi, all'età di 16 anni, lui e suo fratello Daniel furono inviati come esponenti del Garden di Galbadia per formare la squadra speciale che doveva fermare Darkar.
Lì aveva conosciuto i suoi attuali compagni ed il comandante di allora, Aerus Romanof, lo mise a capo del reparto logistica del Garden di Balamb.
“Ed ora, eccomi qui, da solo, che cerco un modo per ritrovare i miei compagni” pensò il ragazzo, sospirando abbattuto.
Ad un tratto un forte -bip- attirò la sua attenzione: sbatté le palpebre, sorpreso e tirò fuori dalla tasca destra del suo pantalone quello che sembrava un cellulare.
In realtà, quel dispositivo era molto di più che un semplice telefono: aveva varie funzioni, oltre a quella di comunicatore, e tra queste c'era anche un segnalatore che aveva creato lui stesso: consisteva in uno speciale bracciale, da indossare al polso, in grado di monitorare i segni vitali della persona che lo indossava e quando questi erano alterati mandava uno speciale segnale al computer centrale che avvisava che il Seed era in pericolo mostrando il suo stato e l'attuale posizione.
-Un'invenzione molto utile per il nostro lavoro e che potrebbe salvare molte vite- aveva commentato il preside quando gli aveva mostrato il primo prototipo funzionante; quella era stata, sicuramente, l'invenzione di cui andava più fiero.
-Pensavo che si fosse rotto nel tunnel temporale... sembra che stia ricevendo un segnale- mormorò Ale, a se stesso, guardando il dispositivo mentre, premendo dei pulsanti, fece apparire una piccola cartina geografica tridimensionale dell'area.
Il ragazzo sgranò gli occhi quando vide da dove proveniva il segnale -il santuario delle streghe...- mormorò, poi armeggiò ancora con il dispositivo ed altri dati apparvero sullo schermo.
-O no! Proviene dal segnalatore di Myria! E sembra che i segni vitali si siano indeboliti!- esclamò iniziando a preoccuparsi -il santuario delle streghe non è molto lontano da qui... dovrei riuscire a raggiungerlo in poco tempo... sì, ma poi?!- si chiese il ragazzo, quasi sull'orlo di una crisi di nervi -se ci sono dei nemici non potrei fare molto... dannazione! Dove sono gli altri quando ti servono?!- esclamò passandosi una mano tra i capelli.
-Va bene... va bene... ora calmati, Ale... prendi un respiro profondo e rilassati- inspirò ed espirò, riuscendosi a calmare.
-Allora, per prima cosa: smetti di essere pessimista e vai a vedere in che genere di guaio si è cacciata Myria... secondo: dopo aver verificato le sue condizioni trova un modo per riparare il comunicatore così da contattare gli altri e terzo: devo smetterla di parlare a me stesso in terza persona perché è un chiaro sintomo che la mia sanità mentale sta andando a farsi benedire!- esclamò, poi sospirò abbattuto, premendosi una mano sulla fronte -devo smetterla di passare così tanto tempo con Max... la sua follia mi sta contagiando- disse gemendo.
Dopo aver verificato ancora una volta la posizione del segnale, Ale iniziò ad incamminarsi in direzione del santuario delle streghe.
-Non ti preoccupare Myria, sto arrivando... resisti!- mormorò il ragazzo, accelerando un po' il passo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Amarant guardava le otto persone sedute attorno al tavolo della sala riunioni che il preside aveva gentilmente messo loro a disposizione.
Aveva appena finito di spiegare in cosa consisteva la loro missione e le cause che li avevano portati lì ma, gli sembrava, che i sei Seed presenti non fossero molto convinti delle sue parole.
-Allora...- iniziò Quistis -vediamo se abbiamo capito bene... voi siete Seed provenienti da trent'anni nel futuro, la vostra missione consiste nel eliminare una strega di nome Darkar, che è intenzionato a cambiare la storia ma voi non sapete come, e nel tunnel temporale che vi ha portati qui siete stati divisi dai vostri compagni che ora dovete ritrovare prima di andare a cercare la strega... è tutto giusto?- chiese la bionda, sistemandosi gli occhiali -sì, tutto giusto- confermò il rosso.
-Quindi, voi, siete finiti qui per sbaglio?- chiese Irvine, guardando i tre -sì... a quanto pare Darkar aveva più controllo sul tunnel temporale di quello che pensavamo... ci ha diviso e ci stava facendo attaccare dai suoi mostri... se non si fosse aperto quel buco nel tunnel non so come avremo fatto ad uscirne- rispose Amarant chinando leggermente il capo ed aggrottando la fronte; non gli piaceva essere colto alla sprovvista durante una missione... specialmente se l'obbiettivo della missione li voleva morti e sepolti.
-Allora volete che vi aiutiamo a cercare i vostri amici ed a uccidere la strega, giusto?- chiese Squall, con il suo solito tono distaccato, senza mezzi termini.
Amarant lo guardò -sì e no... ci fareste un grande favore se ci aiutaste a trovare i nostri compagni, perché sembra che i nostri sistemi di comunicazione siano stati messi fuori uso nel tunnel temporale e, quindi, non possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri ma per quanto riguarda Darkar è meglio se rimanete lontano da lui... non sappiamo quali sono i suoi piani per cambiare la storia e, dato che voi fate parte di questo tempo, se vi succedesse qualcosa potrebbero esserci degli sconvolgimenti che non possiamo immaginare... già il fatto che noi vi stiamo parlano di questo è un grande rischio ma se vi mette in mezzo le cose potrebbe peggiorare ancora di più e noi vogliamo evitarlo-.
-Già! Quando torneremo nel futuro voglio trovarmi ancora una casa in cui vivere- disse Rinoa sarcastica, facendo alzare gli occhi a suo fratello che, però, non disse nulla; dopotutto, anche lui aveva questa paura.
-beh... immagino che, aiutarvi, sia una scelta del preside e, se non sbaglio, lui ha detto che vi avrebbe dato tutto l'appoggio che vi serve, quindi...- disse Zell, grattandosi la testa e lanciando uno sguardo a Kramer che annuì solamente -quindi vi aiuteremo!- esclamò Selphie, balzando in piedi.
-Io avrei una domanda: anche se trovate i vostri compagni come avete intenzione di scoprire dove si trova questo Darkar?- chiese Seifer, comodamente spaparanzato sulla sedia, reclinata all'indietro, con le gambe sul tavolo -hai detto che non sapete in cosa consiste il suo piano e che non vuoi che noi c'impicciamo con lui quindi: aspetterete che lui faccia la prima mossa, sperando che non sia anche l'ultima, oppure avete in mente altro?-.
Amarant guardò il biondo con un sopracciglio alzato “e poi mi sgridava perché mettevo i piedi sul tavolino in salotto quando guardavo la TV... tsk, guarda te!” pensò il rosso, decidendo però di tenere per se quei pensieri.
-Ci penserà Leon a trovarlo!- esclamò Ros, che era seduta affianco al rosso, rispondendo alla domanda di Seifer.
La risposta suscitò varie reazioni: Amarant le lanciò uno sguardo di pura disapprovazione, Rinoa ridacchiò con una mano davanti alla bocca vedendo il fratello in difficoltà e le restanti 8 persone guardarono, confusi, il trio.
-Chi è Leon?- chiese Quistis, alzando un sopracciglio, notando come il rosso stava guardando male la biondina.
-E' una nostra compagna e...- la risposta di Ros alla domanda venne, però, interrotta dalla mano di Amarant che andò a posarsi sulla sua bocca, chiudendogliela efficacemente.
-E' solo una nostra compagna, nient'altro!- esclamò il ragazzo, con un sorriso nervoso, per poi abbassarsi al livello dell'orecchio di Ros per sussurrargli adirato -quante volte ti devo dire di non parlare di lei così alla leggera!-
-mi dispiace- disse la ragazza, con un piccolo broncio, dopo che il rosso le tolse la mano dalla bocca.
Lui sospirò e si massaggiò il ponte del naso; questa missione si stava rivelando più complicata del previsto.
Certo, lui aveva pensato che Darkar li avrebbe attirati in una qualche trappola ma una volta usciti dal tunnel mica quando erano ancora dentro!
E, adesso, si trovavano in questo pasticcio e lui doveva fare in modo che la situazione non peggiorasse anche se si stava rivelando molto più difficile del previsto.
In quel momento, qualcuno aprì la porta della sala riunioni -mi scusi, signor preside...- disse Shu entrando, facendo un cenno di saluto a tutti.
-Cosa c'è?- chiese Kramer -ecco... c'è una chiamata dal preside Dodonn- rispose lei.
-Il preside del Garden di Galbadia? Chissà che vuole?- chiese Irvine, ripensando al vecchio Garden in cui era cresciuto.
-Passamelo qui- disse il preside prendendo il telefono che tenevano nella sala: Shu annuì ed uscì dalla stanza e pochi attimi dopo il telefono squillò.
-Pronto? Dodonn! Come mai questa chiamata?- Kramer ascoltò pazientemente il discorso del collega e poi prese parola -ho capito... posso chiederti di attendere un attimo in linea... devo controllare una cosa- poi allontanò il ricevitore da se e si rivolse ad Amarant -per caso... ci sono un paio di vostri compagni che si chiamano Amèlye e Daniel?- alla pronuncia di quei nomi Ros scattò in piedi -certo! Lye e Dan! Certo che sono nostri compagni!- esclamò la ragazza battendo le mani, con un gran sorriso sul volto e Amarant annuì, confermando quello che aveva detto la biondina. -Bene...- disse Kramer, poi riavvicinò il ricevitore all'orecchio -ascolta, Dodonn: quei due ragazzi dicono la verità... no, non sto scherzando... sì, esatto... lo so che possono sorgere molti problemi ma devono compiere la loro missione... d'accordo... perfetto! Li veniamo a prendere il prima possibile... ti ringrazio... a risentirci- e chiuse la chiamata.
-Bene, ragazzi...- disse il preside guardando i tre provenienti dal futuro -sembra che abbiamo appena trovato due dei vostri compagni-
-evviva!- esclamò Ros, contenta della notizia -come stanno?- chiese Amarant preoccupato per il loro stato di salute; dopotutto era lui che comandava la squadra e il benessere dei suoi sottoposti era la sua priorità.
-Stanno bene... a quanto mi ha detto Dodonn sono solo stanchi a causa dei mostri che hanno dovuto affrontare ma, per il resto, non hanno ferite di alcun genere-
-bene- disse il rosso, annuendo sollevato -quando potremmo andare a prenderli?- chiese Rinoa, spostando una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio -anche subito... dovremmo solo preparare il mezzo di trasporto e potremmo andare- rispose il preside -perfetto!- disse Amarant, alzandosi -allora vorrei iniziare subito in modo da partire il prima possibile!-.
Il preside stava per rispondergli quando la voce urgente di Rinoa richiamò l'attenzione di tutti che, fino a quel momento, era incentrata sul preside.
-Squall! Squall, svegliati! Che cos'hai? Squall!-.
Il gruppo si voltò verso il punto dove il castano era seduto e notarono che il ragazzo era caduto addormentato e, nonostante Rinoa lo stesse scuotendo più forte che poteva, non si svegliava.
-Che cos'è successo?!- gli chiese, immediatamente, Zell arrivando affianco a lei, mentre la mora smise di scuotere il ragazzo.
-Non lo so! Prima ho notato che non riusciva a stare sveglio... l'ho visto chiudere gli occhi ed allora ho pensato che fosse stanco per quello che è successo stamattina ma poi, quando prima ho provato a svegliarlo... non reagiva, allora ho iniziato a scuoterlo più forte ma... niente... non fa neanche un suono!- esclamò Rinoa, visibilmente preoccupata.
Zell aggrottò la fronte ed incominciò, anche lui, a scuoterlo e chiamarlo -Squall! Squall, avanti svegliati!- ma il risultato fu lo stesso: il castano non si svegliò.
-Aspetta, lascia provare me- disse Seifer avvicinandosi e portandosi di fronte al suo rivale: alzò la mano e -SCIAFF!- gli mollò un ceffone.
-Seifer!- gli gridarono Rinoa, Selphie, Irvine e Quistis, fulminandolo con lo sguardo ed il ragazzo alzò le mani in segno di resa -ehi! Come potevo lasciarmi scappare questa opportunità- disse con un sorriso sghembo.
Rinoa stava per gridargli contro, molto probabilmente per riprenderlo, quando Zell disse -non si è svegliato neanche così- nella sua voce si poteva udire una nota di preoccupazione.
Tutti guardarono il biondo e poi Squall che, nonostante il poderoso ceffone dell'ex cavaliere di Artemisia, non aveva mosso un muscolo e neanche fatto un lamento.
In quel momento, però, successe un'altra cosa che preoccupò ancora di più i presenti: una strana nebbia scura iniziò a comparire attorno al corpo del comandante del Garden iniziando ad avvolgerlo.
-Quistis!- esclamò Rinoa senza fiato, con gli occhi sgranati -sì... è come quando lo abbiamo trovato stamattina- disse la bionda aggiustandosi gli occhiali.
-Aspettate! Volete dire che quella strega è tornata?- chiese Selphie preoccupata -credo di sì...- rispose titubante Rinoa, poi avvicinò la mano alla fronte di Squall ma quando stava per toccarlo Amarant le afferrò il braccio e la tirò verso di lui.
-Non toccarlo- le disse con un volto serio, Rinoa lo guardò sorpresa ma, poco dopo, tentò di divincolarsi dalla sua presa.
-Lasciami! Devo aiutarlo!- disse continuando a tirare il braccio tentando di liberarsi dalla presa del rosso ma il ragazzo non la mollò -no! Sta lontana da lui!-.
Il tono in cui Amarant disse quelle parole le fece smettere ogni tentativo di ribellione.
Guardò il rosso, con occhi sgranati, sorpresa che gli avesse appena gridato contro: aveva la fronte aggrottata, il corpo era teso e gli occhi esaminavano con uno sguardo affilato la densa nebbia che, ormai, aveva avvolto quasi completamente il comandate del Garden.
-Allontanatevi da lui... tutti quanti- disse Amarant, continuando a tenere Rinoa senza togliere gli occhi di dosso a Squall.
-Ma...- provò a controbattere Zell -adesso!- gli ordinò il rosso, lanciandogli uno sguardo di ghiaccio: il tatuato non se lo fece ripetere due volte ed insieme agli altri si allontanò di un paio di metri dal castano.
Poi, Amarant spinse Rinoa tra le braccia di Seifer, l'unico che non era indietreggiato tanto quanto gli altri al suo ordine, e gli disse senza dargli neanche un'occhiata -tienila lontano... non deve avvicinarsi finché non lo dico io-.
Il biondo prese la mora prima di guardarlo per un attimo, per poi chiedergli -che sta succedendo?- il rosso non gli rispose, iniziando ad avvicinare con cautela la mano destra alla fronte di Squall.
-Ehi! Non mi piace essere ignorato! Dicci che diamine sta succedendo!- esclamò Seifer, iniziando ad arrabbiarsi.
-Darkar- gli rispose seria Rinoa mentre guardava il fratello, per poi spostare lo sguardo sul biondo -questa è opera di Darkar... per questo vi ha chiesto di stare lontani... è pericoloso-.
-Ma non è pericoloso anche per lui? E, sopratutto, per Squall?- gli chiese Rinoa, preoccupata per il suo cavaliere.
La rossa scosse la testa -non vi preoccupate... Amarant ha, diciamo, una speciale protezione contro questo tipo di magia... per quanto riguarda il musone... beh, mio fratello dovrebbe riuscire a scacciare il po' di oscurità che lo circonda in modo da farlo svegliare-.
Tutti guardarono come il ragazzo toccò la fronte di Squall ed, in quel momento, le sue ali s'illuminarono di una luce bianca, come un raggio di luna.
-Che cos'è?- chiese Selphie timidamente, guardando la scena come ipnotizzata -è la reazione della luce presente in Amarant quando viene a contatto con l'oscurità di Darkar- rispose Ros, incrociando le braccia la petto per poi ridacchiare -è sempre un bello spettacolo, sopratutto perché la sua luce non è così forte da abbagliarti come invece fa quella di Leon-.
Sentendo quelle parole, Amarant disse -Rin, colpiscila- e la rossa fece come gli fu detto, mollando un ceffone dietro la testa della bionda.
-Ahi!- esclamò la suddetta strofinandosi il punto dolente e guardando male la compagna che, solamente, fece spallucce.
-Me l'ha ordinato lui... te l'aveva già detto di non parlare di Leon ma tu sei dura di comprendonio, quindi...- disse tornando a guardare il fratello e notando la sua espressione confusa gli chiese -cosa c'è che non va?-
-non c'è...- rispose lui cautamente -che cosa non c'è?- gli chiese Rinoa aggrottando la fronte, preoccupata: il ragazzo si girò verso gli altri, non togliendo la mano dalla fronte del castano
-il suo spirito... la sua anima non è più nel suo corpo- disse guardandoli tutti -CHE COSA?!- esclamarono gli altri, sconvolti, guardando Squall che sembrava semplicemente dormire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^
Sono tornata con questo succoso nuovo capitolo che, spero, vi ripaghi almeno un po' per tutto il tempo che avete dovuto aspettare.
Purtroppo, l'ho dovuto riscrivere tre o quattro volte perché non mi piaceva come veniva ma, devo ammettere, che il risultato finale mi soddisfa e spero sia così anche per voi!
Finalmente i cattivi sono entrati in scena e, sembra, che stiano facendo qualcosa al povero Squall... ma sarà davvero così?
Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo! XD
Ringrazio tutti quelli che mi lasceranno una recensione e anche quelli che leggono solamente!
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

  
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