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Autore: Tony Stark    08/05/2015    3 recensioni
Solo tre anni sono passati da quand Chris Redfield è stato fermato, ma una società che sembra apparsa dal nulla lo risveglia dal suo sonno. La battaglia ricomincia...
[[Attenzione!! Per capire questo racconto dovrete aver già letto You are Infected 2: Il ritorno dell'Incubo]]
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chris Redfield, Claire Redfield, Nuovo Personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'You are Infected Series'
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                You are Infected 3: La fine di un Incubo

        Capitolo 5: Ah, l'amour! Où peut-être c’est juste la destruction ? (Francia, Parigi)

Tutti mi conoscono e nessuno sa perché son nata,
Dall'alto la mia città guardo, e dalla mia cima molti
la morte han cercato. D'acciaio e ferro son fatta,
Ma la mia anima è la mia patria”
 
-Q.G Americano della G.A.A.B., Washington D.C.

Avevano perso un altro quartier generale, altre vite erano state distrutte da degli psicopatici bioterroristi.

Quel gruppo di fanatici aveva inviato un altro enigma, un’altra possibilità di salvare qualcuno che speravano sta volta di non perdere.

-Artide

Tonraq1 era un ragazzo geniale, un biologo che non aveva eguali al mondo se non Jensen Williams membro dei Primi Tredici. Come oramai da otto anni a questa parte, analizzava i campioni provenienti dai Tyrant tenuti sotto criostasi.

Non che i virus potessero mutare con temperature tanto basse ma era meglio non sottovalutare la resistenza di questi piccoli ed imprevedibili corpuscoli.

Dopo aver analizzato quei campioni e non aver riscontrato alcuna mutazione dalle precedenti rilevazioni, rimase per qualche minuto nella sala dei Tyrant, erano creature tanto perfette che secondo lui non sarebbero dovuti rimanere “a dormire” per i prossimi decenni.

Dovevano vedere ciò che accadeva al mondo.

La Swarm aveva altre sale sotterranee in cui teneva in stato di stasi altre creature, come gli Hunter o i Liker o gli Anubis. Ma Tonraq preferiva la sala dei Tyrant poiché essa era la dimostrazione di quanto la scienza potesse modificare e migliorare un essere umano fino a renderlo quasi divino.

Il suo sguardo si fissò sull’ultimo Tyrant, Alexander Wesker l’unico a non presentare alcun genere di mutazione. Tonraq aveva quasi sperato che un giorno si svegliasse d’improvviso permettendogli finalmente di guardarlo negli occhi.

-Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, pressi di New York

Presto un altro quartier generale della G.A.A.B. sarebbe stato distrutto dall’attacco del Drago.

Greg faceva il suo solito giro di controllo delle B.O.W. accompagnato da Lessie, la Flying Reptile.


Jonas era con Ricky al poligono di tiro della base, non importava che lui fosse un Tyrant non voleva perdere il suo tocco con le armi.

L’intera squadra di Chris si trovava nei loro rispettivi alloggi, Victor aveva mandato solo il Drago ad eliminare quel Q.G. visto che più volte l’intervento degli altri era risultato innecessario.

-Q.G. francese della G.A.A.B., Parigi, Francia

Chris indossava la solita maschera ed era “nascosto” in una viuzza che delimitava il quartier generale, il Q.G. francese invece degli altri si trovava all’interno della città invece che all’esterno.

Ma per il Supreme Tyrant non avrebbe costituito un vero problema, anche se la G.A.A.B. fosse riuscita ad intervenire. Niente avrebbe fermato il Drago.

-Racoon City, Laboratorio di ricerca agenti patogeni

Che fine hanno fatto?!” Pensò Rebecca, Jensen non aveva molto tempo prima che il Daylight.2 cominciasse a mutarlo.

Loro non avevano mai ritardato tanto, anzi non erano mai arrivati in ritardo sapevano quanto fosse importante che arrivassero in orario. Perché ora d’improvviso erano così in ritardo?
Era tremendamente preoccupata se non di più, quando finalmente Piers e Jensen arrivarono. Jensen sembrava stare perfettamente bene. Ma appunto “sembrava”, il suo respiro era affrettato, le pupille anormalmente dilatate tanto da aver inghiottito l’iride quasi del tutto.
Rebecca gli iniettò la stabilizzante prima che poté e poi sperò che funzionasse.

-Q.G. francese della G.A.A.B., Parigi, Francia

Le viuzze parigine erano tanto strette da permettere il passaggio di una sola persona e tanto buie da sembrare macabri corridoi. Nessuno sarebbe passato di lì comunque. Visto che gli stessi parigini preferivano le ampie strade principali.

L’edificio del quartier generale era un edificio abbastanza alto da poter essere definito un piccolo grattacielo, non vi erano grandi vetrate come negli altri Q.G. in realtà pareva un luogo abbastanza anonimo rispetto agli altri.

Presto di quell’anonimo quartier generale non sarebbe rimasta che cenere.

L’attacco iniziava adesso.

-Livello Underground 1, Laboratori, Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, pressi di New York

Greg decise di fornire al Drago una libertà di pensiero maggiore, in modo da non provare eccessivamente la mente del Tyrant, così che potesse liberarsi degli agenti parigini nel modo che riteneva migliore.

Greg era del parere che la G.A.A.B. avrebbe trovato uno spettacolo degli orrori una volta che il Drago avesse lasciato il Q.G francese.

Nel poligono di tiro, Jonas e Ricky continuavano il loro allenamento. Ricky non poteva che dirsi alienato dalla situazione surreale, lui e un Tyrant che si allenavano assieme. Jonas era rimasto lo stesso, se non fosse che al contrario della sorella, egli non aveva ancora capito come riprendere un aspetto del tutto umano.

Ricky si chiedeva, anche, come avesse fatto a migliorare, di colpo, la sua mira. Non che prima fosse così pessima ma non aveva mai fatto 15/15 colpi alla testa era sempre arrivato ad un massimo di 6/15.

<< Dovresti prestare più attenzione al bersaglio, Simmons >> lo riprese Jonas con un sorrisetto.
In effetti non aveva prestato per nulla l’attenzione sul bersaglio di cartone, di quindici colpi era riuscito a colpire quel bersaglio solo due volte al torace, anche se non era esattamente lì ma leggermente decentrato verso destra.

Ricaricò l’arma una 9mm standard e ricominciò a sparare, concentrandosi esclusivamente sul bersaglio.

- Q.G. francese della G.A.A.B., Parigi, Francia

Silenziosamente il Supreme Tyrant si era liberato di tutti gli agenti al piano terra e nei primi due piani. Adesso non restavano che gli ultimi cinque piani e avrebbe espugnato da solo il quartier generale. La G.A.A.B. non sarebbe arrivata in tempo nemmeno sta volta.

Jacques Du Montblanch si rese conto dell’attacco dei Tεκνα Δραγοντοσ solo perché aveva controllato le telecamere a circuito chiuso del edificio.

Aveva avvisato i suoi colleghi e adesso attendevano che i loro uomini li attaccassero. Avevano provato a contattare gli altri Q.G. ma non c’era modo di contattare alcuno. Speravano che i terroristi non attaccassero la città.

-Racoon City, Laboratorio di ricerca agenti patogeni

Jensen si era ripreso, dopo qualche istante. L’iride del ragazzo era diventato di un rosso terrificante prima che tornasse di quel, oramai, normale mogano.

Rebecca si trattenne dall’urlargli contro quanto erano stati irresponsabili a ritardare qualcosa di così importante per la vita di uno di loro. Avevano rischiato troppo, se Jensen si fosse trasformato in una B.O.W. proprio nel cuore di Racoon City si sarebbe scatenato il panico.

-Q.G. francese della G.A.A.B., Parigi, Francia

Chris trovava divertente il panico che si era impossessato di quegli agentucoli, non appena aveva fatto a pezzi uno dei loro, fatto a pezzi non proprio diciamo che lo aveva tagliato in due letteralmente.

Dovevano essere addestrati a superare situazioni di estremo pericolo quindi non si spiegava il perché di quella reazione. 

Rapido come un fulmine il Supreme Tyrant si diresse verso uno degli agenti, sembrò trapassarlo come se egli fosse un fantasma.

<< Guardami >> ringhiò il Tyrant, il povero Bastien sollevò lo sguardo vedendo che il Tyrant stringeva il suo cuore fra le mani, qualche istante dopo si accasciò al suolo senza vita. Chris sorrise, di quel suo sorriso strano che era crudele e divertito allo stesso tempo, chiuse la mano attorno al cuore, schiacciandolo.

<< Replier! >> ; Fu Jacques, appena ripresosi dallo shock, a lanciare l’ordine. 
-H.Q. della G.A.A.B., Washington .D.C.

<< E’ Parigi, i Τεκνα Δραγοντοσ stanno attaccando il quartier generale parigino >> disse Conan Matheson.

<< Avvisate le filiali più vicine per fornire supporto alla squadra di Parigi. Voglio che quei terroristi vengano fermati! >> ordinò Steve Vester, Conan si diresse rapido a fornire l’ordine alla filiale spagnola, a quella italiana e alla filiale tedesca.

- Q.G. francese della G.A.A.B., Parigi, Francia

A Chris non importava di star seguendo gli ordini di quel bastardo di Victor, voleva solo divertirsi. Voleva solo che quegli inutili agenti soffrissero.

Uccise un altro di quegli agentucoli rompendogli il collo, morivano come mosche, erano così inutili. Uno di loro tentava ancora di mantenere una qualche strategia nel vano tentativo di fermarlo, non ci sarebbero riusciti.

Un altro agente venne ucciso trafitto dai suoi tentacoli. Jacques tentava di mantenere la calma, per dirigere una qualche contro-azione per fermare quel Tyrant. Ma quella cosa non si fermava, attaccava e uccideva i suoi uomini senza che lui potesse fare altro se non dire “Ripiegare!” nella speranza che qualcuno che non era stato ucciso dal Tyrant lo sentisse, nonostante il panico. Jacques vide tutti i suoi colleghi venire uccisi dal mostro, tutti uno dopo l’altro. Senza che alcuno di loro riuscisse anche solo a colpirlo.

Era rimasto solo lui… lui e quella cosa, quella creatura dall’aspetto umano ma che oltre quello di umano non aveva niente. Sparò contro l’essere nella speranza di colpirlo, ma non ci riuscì neanche una volta.

Quell’ultimo era quello che aveva tentato di mantenere la situazione sotto controllo. Quel povero, illuso di un essere umano.

Si sarebbe divertito con quell’agente.

-Tre ore più tardi

La squadra italiana mandata in aiuto del quartier generale di Parigi, si diresse verso il quartier generale. Il silenzio che li accolse fu desolante, nessun suono, niente di niente. Trovarono gli agenti di Parigi, erano tutti morti.

Non sapevano cosa li avesse uccisi ma di certo non poteva essere umano. A giudicare dallo stato dei corpi, quando arrivarono al ottavo piano si trovarono davanti uno spettacolo macabramente inquietante e complesso, c’erano le teste di almeno venti persone, uomini e donne, che formavano una sorta di percorso.

Degli arti strappati ai corpi degli agenti erano stati adagiati ai lati del percorso ognuno puntato su una direzione diversa come fossero frecce, l’unica cosa che li accomunava era che tutti erano stati minuziosamente scorticati senza danneggiare i muscoli sottostanti alla pelle.

Gli agenti non sapevano che aspettarsi alla fine del percorso, in realtà non sapevano nemmeno perché lo stavano seguendo. Oramai sapevano che nessuno poteva essere sopravvissuto all’attacco. Forse era una qualche sorta di curiosità, nel cercare di capire fino a che punto si fossero spinti coloro che avevano creato quella macabra e grottesca opera, che li spingeva a proseguire.

Il percorso terminava di fronte all’ufficio del direttore della filiale parigina. Adrién Bourdelaire.
La porta e la maniglia erano macchiate di sangue, anche se macchiate non era proprio esatto pensò Luigi Borgoverde sembrava che fossero state ridipinte entrambe col sangue. Il sangue non ancora troppo secco colava dal pomello d’acciaio.

Il capitano, Gianfranco Solizi, fu quello che aprì la porta, poggiando la mano guantata sul pomello insanguinato per girarlo e aprire la porta. Un corpo era steso sulla scrivania metallica, aveva il petto squarciato, il braccio sinistro era stato sezionato, il viso su cui si trovava impressa un’espressione di terrore aveva un taglio seghettato lungo un lato come se qualcuno avesse tentato di levargli la faccia.

Sembrava come se non avessero completato l’opera, Lorenzo Galazzi notò che il cadavere sembrava stringere qualcosa nella mano destra, forse aveva prima di morire preso qualcosa ad uno dei terroristi. Informò il capitano su ciò che aveva visto, decisero di prendere il possibile indizio.

Le punte delle dita della mano destra erano macchiate di sangue, quando riuscirono finalmente ad aprire la mano, videro che aveva un occhio stretto in pugno. Un occhio dall’iride scarlatta e la pupilla verticale, l’occhio di un Tyrant. La cosa più inquietante fu che non appena gli puntarono la torcia contro, la pupilla verticale si contrasse allo stimolo luminoso.

-Elicottero dei Tεκνα Δραγοντοσ

Chris si levò la maschera, pentendosi di averla levata prima mentre torturava quel francese. Quel bastardo gli aveva cavato un occhio prima che lo uccidesse.

Tanto già si stava rigenerando ma gli aveva portato un incredibile fastidio, una scia di sangue nero era colato dalla ferita. Per il momento sembrava che avesse un minuscolo punto di brace ardente che brillava nel lato sinistro del viso.

-Racoon City

Claire Redfield effettuava la sua ronda giornaliera assieme al suo partner, Leon. Come ogni giorno controllavano la città, sperando che come ogni giorno non succedesse niente.  

Da quando Chris era tornato, Claire aveva temuto che tornasse a Racoon per ucciderla o per continuare quel suo piano di sterminio. Ma lui non era tornato era semplicemente sparito e Claire non sapeva esattamente cosa la preoccupasse di più se il fatto che Chris fosse sparito o il fatto che era tornato.

-Q.G. dei Tεκνα Δραγοντοσ, Canile abbandonato, pressi di New York

L’attesa sarebbe stata ancora lunga, il Drago non sarebbe tornato presto.

Greg non sapeva quanto convenisse lasciare Chris Redfield libero, per il ricercatore avrebbero dovuto levargli il libero arbitrio dopo il completamente della missione, ma Victor aveva detto che voleva vedere quanto il Drago tenesse alla sua vita, se avesse provato ad attaccare il pilota dell’elicottero loro avrebbero mandato l’impulso letale. Uccidendo il Tyrant perfetto.
Jonas e Ricky si dirigevano verso i loro rispettivi alloggi

<< Simmons, non ho mai capito come tu abbia incontrato Victor >> disse Jonas

<< Questo è perché non ve l’ho mai detto >> rispose Ricky << E’ una storia davvero lunga, Jonas. >> continuò. Il T-Veronica Tyrant non disse alcunché in risposta, si zittì mentre continuavano a proseguire lungo il corridoio bianco.

-Ecliptic Express, Foresta degli Arklay

Le sanguisughe erano riuscite a raggiungerli ed ad uccidere i tre sopravvissuti che era riuscito a salvare.

Il treno d’improvviso ripartì.

<< Dovrà sopravvivere alla villa da solo. Crede di potercela fare, Agente Burton? >>; quella voce era Marcus. Che intendeva? La villa era stata distrutta. E perché pareva avercela con lui?

-Artide

L’aria attorno al Thanatos raggiungeva una temperatura insopportabilmente calda, uno scudo di calore lo circondava. La neve e il ghiaccio attorno alla B.O.W. sublimavano, diventando vapore acqueo tanto era alta la temperatura di quel guscio di calore.

Non importavano le qualità del Thanatos adesso, gli serviva solo che distraesse gli agenti della Swarm cosicché potesse salvare suo fratello.
 
 
Victor giocava col fuoco volendo tenere il Tyrant cosciente così come Marcus che cercava vendetta contro un uomo che non gli aveva mai nuociuto, mentre Albert, il morto tornato fra i vivi, tentava di salvare l’unico altro che potesse capirlo. Suo fratello.
 


 
Note dell’autore
Scusatemi per il ritardo e che come ho detto sono impegnato col lavoro…

Spero che anche questo capitolo vi piaccia. Ma prima di salutarvi, ringrazio Mattalara per aver recensito il capitolo precedente e Vale, la mia carissima amica, perché mi sopporta nei miei scleri e nei momenti in cui parlo solo ed esclusivamente della mia ispirazione che non c’è.

Piccola nota:
  1. = “Tonraq”, nome inuit che significa piccolo uomo o spirito
Grazie anche a voi lettori silenziosi perché leggete questa mia piccola storiella.
-Anthony Edward Stark
   
 
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