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Autore: CarolPenny    31/12/2008    3 recensioni
"Ehi! Precisiamo una
cosa! Mi piacciono gli uomini, ma questo non fa di me una donna!"
Storia momentaneamente ferma!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La casetta sul lago "E' quasi pronto Leo..."
"Ok...chiamo Jamie..."
L'oscurità aveva raggiunto tutte le strade, il vento aveva spazzato via le nuvole che avevano coperto il cielo tutta la giornata, lasciando spazio alle stelle luminose. Era l'unico giorno della settimana in cui il biondo non andava a lavoro e di conseguenza, Anne, decise di preparare un bella cenetta, a base di polpettone!
"Jamie!!! JAMIE?!" Dove sei?"
Leonard fece il giro di tutto l'appartamento, ma la sua ricerca ebbe scarso risulato.
"Sai dove è finito James, Anne?"
La ragazza alzò le spalle.
"Ah si, figuriamoci! E' tutto il giorno che siete così silenziosi...non vi siete rivolti una sola parola, nemmeno il buongiorno!"
"Questo non è vero! Io gli ho dato il buongiorno, e lui non mi ha risposto! E gli parlerei se solo non cercasse di evitarmi!"
"E perchè dovrebbe farlo?"
Anne alzò di nuovo le spalle.
"Io non sono stupido...qualcosa è successo!"
La ragazza si sbilanciò un pò all'indietro, sbirciò fuori dalla finestra e rispose:
"Beh, io non lo so!" guardando diritto negli occhi il ragazzo "E comunque, James è giù, fuori al cancello..."
Il biondo si alzò di colpo
"E quando pensavi di dirmelo?!" la rimproverò
"L'ho visto in questo momento affacciandomi!" rispose subito lei.
Leonard la superò e aprì la finestra.
"Jamie!!!" urlò "Dove diamine eri finito?!"
"A prendere la posta!"
Si sentì la voce lontana del moro rispondere.
"Ti sembra il momento e l'ora addatti per andare a prendere la posta?" gli disse ancora il biondo.
" Non la prendiamo da almeno una settimana!" si giustificò James, prendendo diverse buste dal buco delle lettere.
"Comunque la cena è quasi pronta!" si congedò Leonard.
Anne osservò il moro entrare di nuovo nella proprità, poi chiuse la finestra.
"Quanto ancora manca?" le chiese ancora il biondo riferendosi a ciò che stava cucinando.
Lei osservò il timer del forno "Poco più di 10 minuti" rispose.
"Allora ne approfitto per chiamare mia madre!" finì sempre il ragazzo prendendo il telefonino dalla tasca. Tigitò il numerò e aspettò.
"Mamma? Ciao! Si, sono io, Leonard...Come stai? Si si lo so che sei tornata a casa, me l'ha detto Charlie."
Il biondo si trasferì in salotto, e Anne, curiosa di sapere come stesse sua madre, lo seguì, ma ben presto si fermò all'ingresso perchè lui aveva cominciato a camminare avanti e indietro per la casa, come era solito fare quando era a telefono.
James rientrò nell'abitazione e si diresse verso il divano, con lo sguardo fisso su una delle lettere. Si sedette e continuò a leggere. Anne, avvicinandosia lui, sbirciò l'oggetto di lettura: c'era un immagine, ma non riuscì a focalizzarla bene per capire cosa raffigurava. Ma doveva essere una cartolina.
"Che cos'è?"  gli chiese lo stesso, ma non ottenne risposta.
Dopo mezzo minuto cercò di nuovo di dialogare con il moro.
"Ho preparato due contorni...patate e carote. Li preferisci entrambi o solo uno?"
Ma James non diede segno di averla sentita. O se altrimenti l'aveva fatto non aveva intenzione di rispondere.
Anne sbuffò rumorosamente e quasi si scontrò con Leonard che era tornato in salotto e subito si era diretto in cucina, sempre parlando a telefono.
Il moro finalmente alzò lo sguardo e lo osservò con curiosità, l'altro ricambiò per un attimo e poi scomparve in cucina.
"Con chi sta parlando?"
La ragazza trasalì. James le aveva parlato.
Anne si avvicinò a lui con aria di sfida.
"Tu prima rispondi alle mie di domande e io risponderò alle tue!" esclamò infastidita, ma il moro tornò alla sua cartolina, di nuovo.
La ragazza perse la pasienza, a tal punto che si mise ad urlare.
"Sei un cafone immaturo!"
E si scaraventò contro il ragazzo, gli strappò la cartolina di mano e la buttò a terra. Cercò di schiaffeggiarlo, ma lui la bloccò.
"Perchè non mi parli? Eh??? Rispondimi James!! Rispondimi!!!"
"Ma cosa succede?!"
I due si girarono. Leonard era rientrato nel salotto e li stava guardando sorpresi. Anne era addosso a James che le teneva le braccia ferme, ma appena video il biondo con forza si liberò e scese dal divano.
"Mi date una spiegazione?" fece ancora Leonard.
"Chiedilo a James!" fece la ragazza, arrabbiatissima.
Il biondo guardò il suo ragazzo in attesa. Ma il moro scosse la testa e cambiò argomento.
"Come sta tua madre?"
Il biondo lo rimproverò con lo sguardo, ma poi sospirando gli rispose
"Bene...molto meglio che in ospedale! A casa si sente più tranquilla!"
"Che bella notizia!" rispose James con un sorriso "Quindi al più presto possiamo andarle a fare visita, a casa tua!"
Leonard indugiò. Sembrava che anche lui non volesse parlare molto dell'argomento, quindi cercò una scorciatoia per trovarne un altro.
"C'era qualcosa di interessante nella posta?" chiese al moro riferendosi alla cartolina che aveva (di nuovo) in mano.
"Si!" esclamò l'altro con entusiasmo "Mi hanno scritto i miei genitori! Dall'Italia! Da Venezia!"
"Fa vedere!" disse il biondo andandosi a sendere vicino all'altro ragazzo e prendendo la cartolina.
"Stupendo!"
"Si...a telefono mi avevano accennato che ci sarebbero andati...forse vogliono addirittura comprare casa!"
Leonard rimase a bocca aperta.
"Beh...da una parte conviene..." cominciò a dire "L'Italia ha dei paesaggi bellissimi e un cibo delizioso! Anche se politicamente parlando non è un momento molto favorevole..."
"Non che qui negli Stati Uniti siamo messi meglio!" ribattè James.
"Anche questo è vero..." rispose Leonard.
Entrambi sospirarono e poi guardarono Anne, immobile davanti a loro con una strana luce negli occhi e un sorrisetto, immersa nei suoi pensieri.
"Anne?" la ragazza trasalì di nuovo, ritornando alla realtà.
"Ehm...si scusami Leo..."
"A cosa pensi?"
"Beh...all'Italia...a Venezia! E' da quando sono piccola che sogno di andarci! Mio padre è vissuto lì per qualche tempo, prima di strasferirsi qui..."
"E venirci a dare problemi!" esclamò improvvisamente il moro.
Anne rimase per un attimo spiazzata. Leonard lo guardò e gli diede una gomitata.
"Sorellina...James non voleva dire che..."
"Oh, e invece si!" ribattè lei, con rabbia. Poi si rivolse direttamente all'altro ragazzo.
"Credi che la mafia in America non esistesse già prima che arrivasse mio padre?" E lo guardò con disprezzo. "Ti preferivo quando non mi parlavi! Quando non aprivi quella bocca per dire cazzate!" e scomparì in cucina.
"Potevi essere un pò più delicato!" lo rimproverò anche Leonard, alzandosi.
"Si, certo! Difendila pure! Prima che arrivasse non avevamo MAI litigato!" gli disse James irritato.
Il biondo non rispose, allora l'altro si alzò, sbattendo la cartolina sul tavolino. Poi andò in camera da letto.
Leonard, rimasto solo dunque, si mise le mani in volto e sospirò gravemente. Anne ricomparve in salotto e annunciò che la cena era pronta. Il ragazzo prima annuì e poi, le chiese scusa.
"Scusa? E perchè mai dovresti? Tu non centri niente!" rispose lei seria. Leonard abbassò lo sguardo, dispiaciuto.
"Va a dire al tuo ragazzo che se vuole mangiare, deve venire ora, altrimenti dovrà servirsi da solo!" finì lei con freddezza e ritornò in cucina.
La cena fu più silenziosa di quello che era stato il pranzo. James mangiò rapidamente, lavò i suoi piatti, le sue posate e ritornò in camera da letto. Leonard, invece, aiutò Anne a sparecchiare, a finire si mettere a posto la cucina e a sistemarle il divano per la notte.
"Grazie..." gli disse lei
"Figurati...buona notte!" le rispose il biondo, dandole una carezza sulla testa. E mentre si avviava verso la camera da letto, si fermò, come se volesse dire qualcos'altro, ma subito dopo, prosegiì il suo cammino.
In realtà, Leonard voleva davvero chiedere alla ragazza se poteva spiegargli che cosa era successo con James, perchè quella situazione cominciava un pò a pesargli, ma convenne che una notte di riposo li avrebbe fatti calmare, così che il giorno seguente avrebbero, uno dei due, o entrambi insieme, potuto spiegare il problema.
Anne si sedette sul divano (che quando ci dormiva lei non veniva aperto) e si guardò intorno. L'orologio digitale dello stereo indicava le 23:25. Visto che quel giorno non aveva provato per la gara country (ovviamente a causa dell'improvvisa indiffereza da parte di James nei suoi confronti, cosa che anche se non lo faceva vedere, le faceva male), aveva studiato tutto il pomeriggio. Ma nonostante ciò non si sentiva affatto stanca. Doveva però provare ad addormentarsi. Il giorno seguente sarebber dovuta andare a lavoro. La sua attenzione poi, si spostò sul tavolino, dove c'era ancora la posta che aveva portato il moro e anche la cartolina dei suoi genitori. Con curiosità la prese, vide l'immagine di Piazza S. Marco (di Venezia ovviamente) e dopo averla girata, incominciò a leggere:
"Caro figliolo, visto da dove ti scriviamo? Il nostro sogno si è avverato. Forse prenderemo casa qui. Siamo contenti della tua partecipazione alla gara country e se vincerai, saremo orgogliosi di te due volte!
Saluti a Leonard e alla compagna di gara.
Mamma e papà
"
"Hai finito di ficcare il naso nei fatti altrui?"
Anne alzò lo sguardo. James era tornato in salotto. Con rapidità si avvicinò a lei, le strappò la cartolina di mano e ritornò indietro.
"James aspetta!" lo chiamò. Ma il moro non si fermò. "James ti prego!"
La ragazza si precipitò verso di lui e lo fermò.
Ormai lo aveva fatto. Gli doveva chiedere una spiegazione. E doveva insistere!
Il ragazzo cercò di sfuggire alla sua presa, ma lei gli strinse forte una delle mani.
"James, ti prego fermati!!! Ti prego dimmi che cosa è successo! Dimmi perchè non mi parli!"
"E hai anche il coraggio di chiederlo?" la aggredì lui.
La ragazza lasciò la presa ed indietreggiò.
"Si, perchè non capisco!" disse comunque.
"Non fare la finta tonta ragazzina, perchè con me non funziona! Lo sai benissimo cosa è successo ieri sera!"
"Ieri sera? James, ma cosa..."
"Stavi per baciarmi!" la interruppe lui, dopo aver abbassato la voce.
"Io stavo per...James per favore non dire stupidaggini! Stai facendo una questione di stato di una cosa di cui non hai neanche conferma!"
"La coferma è quello che hai fatto ieri sera!"
"Cosa?"
James si guardò intorno e si assicurò che ci fossero solo loro due. Si avvicinò alla ragazza e le prese il volto (come aveva fatto lei il giorno prima).
"Ecco cosa hai fatto..." e avvicinò il suo viso a quello di lei. Le fronti erano attaccate e Anne poteva sentire parte della cartolina fargli pressione sull'orecchio sinistro.
"James ti prego lasciami!" lo pregò girando la faccia di lato.
"No..." rispose lui raddrizzandole di nuovo il viso e avvicinando di più il suo corpo a quello della ragazza.
"Voglio che mi guardi negli occhi! Guardami!"
Anne cercò di lottare per liberarsi dalla presa, ma invano. James era più forte.
"Guardami ragazzina!"
Fu costretta a farlo.
"E dimmi, con sincerità...se desideri baciarmi!" finì lui.
La ragazza rimase così sorpresa che per un attimo il suo respiro si fermò. James aveva frainteso tutto! Credeva che lei ci stesse provando con lui. Lo guardò bene negli occhi, che alla luce fioca del salotto erano di un bel blu. Uno sguardo penetrante. Anne si sentì improvvisamente a disagio, e il respiro caldo del moro, così accogliente e rassicurante avrebbe potuto farle fare una sciocchezza.
"No!" rispose sospirando, chiudendo gli occhi e girando di nuovo il viso di lato, ma aveva ancora la fronte attaccata a quella del moro. Anche quest'ultimo sorpirò e chiuse gli occhi. Poi finalmente, lasciò la presa.
"Non sono così stupida!" esclamò ancora Anne guardandolo di nuovo.
"In che senso?"
"Nel senso che non potrei mai innamorarmi di un omosessuale! Che tra l'altro è fidanzato...e poi...non farei mai una cosa del genere al mio fratellone!"
"Leo non è tuo fratello ragazzina..."
"No certo, ma è come se lo fosse, e gli voglio molto bene! E ne voglio anche a te, ma si tratta di un amore fraterno!"
Anne si interruppe ma poi subito riprese.
"Senti...mi dispiace averti fatto fraintendere la situazione, non volevo..."
"Dispiace anche a me ragazzina..."
Lei sorrise.
"Anche perchè mi dispiacerebbe non poterti dare quello che cerchi!" continuò James.
Anne fu sorpresa di quello che aveva sentito uscire dalla bocca del ragazzo.
"Tranquillo...non provo niente per te..."
"No sai...perchè ieri ho visto nei tuoi occhi una strana luce...Avevi uno sguardo perso in qualcosa!"
"Ero brilla James! Avevo gli occhi lucidi per quello...comunque apprezzo ciò che mi hai detto..."
Il ragazzo si grattò la testa. "Ehm..." continuò "Allora...amici?" e tese la mano in avanti.
Anne si avvicinò a lui ma invece di stringergli la mano, lo abbracciò.
"Ehi ragazzina! Non vorrai mica farmi diventare di nuovo sospettoso? " poi sussurrò " E se ci vedesse Leonard, potrebbe ingelosirsi!"
Lei si staccò "Geloso? Al massimo potrebbe essere il contrario!" disse e gli fece l'occhiolino.
Si sentì un rumore e James si affrettò ad assicurarsi ancora di essere soli. Si, non c'era nessuno.
"Sei la solita ragazzina!" esclamò con una smorfia.
Anne rise e ritornò al divano. Il moro fece per andarsene, ma lei lo fermò.
"James...secondo me, sarebbe meglio chiedere scusa a Leonard. Non so se l'hai notato, ma questa situazione lo ha rattristato e preoccupato!"
"Si...hai ragione!" rispose lui "Per una volta hai ragione! Ci penso io!"
Anne gli fece una linguaccia e lui ricambiò.
"Buona notte!"
"Notte"
James spense la luce e Anne immersa dell'oscurità, si stese sul divano e dopo un sospiro chiuse gli occhi.
Il moro attraversò il corridoio e spalancò la porta della camera da letto, che era socchiusa. La lampada sul comodino era ancora accesa e Leonard ancora sveglio.
"Credevo ti avessero rapito gli alieni!" scherzò il biondo.
James che di solito era il comico della situazione, fu contento della battuta. Gli sorrise e si affrettò a raggiungere il letto.
"Ho parlato con la ragazzina" disse a Leonard dopo averlo baciato.
"Vi siete chiariti?"
Il moro annuì e si stese. E non ci pensò due volte. Gli disse la verità. Gli raccontò tutto. Il biondo lo ascoltò attentamente e decise di non rivelargli di aver ascoltato tutta la conversazione tra lui e Anne avvenuta pochi minuti prima. Si era nascosto nel corridoio e aveva anche sbirciato. Quando la ragazza aveva scherzato sull'argomento gelosia, lui aveva riso, e poi era ritornato nella camera, per paura di essere scoperto.
"Tu che ne pensi?" gli chiese il moro.
"Beh..." Leonard si girò a guardarlo. "Se Anne ha detto così, io le credo! Insomma...è abbastanza intelligente da non procurarsi del male da sola. E poi, pensa a quello che ha passato in quest'ultimo anno! Abbandonata e costretta a vivere in strada...Non per difenderla sempre, però cerca di essere meno aggressivo con lei, dopo tutto è una ragazza..."
Stranamente, James non ribattè. Sembrava averlo ascoltato anche lui con altrettanta attenzione.
"Sono sicuro..." continuò il biondo "Che lei non si innammorerà mai di uno di noi due! E che non potrà mai farci del male o metterci in pericolo! Non è come la sua famiglia!"
L'intuito di Leonard era quasi sempre giusto, ma ciò non toglie che non potesse aver torto. In quel caso però, sembrava aver ragione.
"Io mi fido di Anne!" finì lui. Il moro dopo un sospiro annuì e mise la testa sul cuscino.
"Ma c'è da precisare!" continuò il biondo "Che Anne ha si sconvolto la nostra vita...ma non il nostro rapporto!" e baciò James.
Non riuscì più a staccarsi e gli infilò una mano nei pantaloni. Quest'ultimo sorrise, spense la luce della lampada sul comodino e ricambiò.

                                                                             ***
"Ragazzina, dobbiamo parlare!"
"Di nuovo? Pensavo ti fossi convinto che..."
"No, non ti credo!"
James era tornato nel salotto con una serietà mai vista.
"E perchè non mi credi?" gli chiese Anne alzandosi dal divano.
Era mattino, si sentivano gli uccellini cinguettare, e pallidi raggi di sole si infiltravano nella stanza. La ragazza guardò il moro in attesa di una risposta, che non le fu data. E il moro, avvicinandosi, non disse una parola e con scatto felino, la baciò, e non era un bacio qualsiasi...
"No, James! Cosa fai?" esclamò lei staccandosi.
"Lo so che in realtà lo desideri..." rispose lui sussurrando. Aveva uno sguardo sensuale.
"No! Io non lo desidero!" disse ancora lei.
Ma il moro l'aveva baciata di nuovo e non dava segno di voler semttere. La prese in braccio e la portò sul divano, senza staccare un attimo le labbra dalle sue. Da una parte Anne, aveva paura che Leonard fosse comparso all'improvviso e li avesse visti, ma dall'altra era difficile staccarsi...
Aprì gli occhi, si tolse la coperta di dosso e scese dal divano.
"Accidenti!" sussurrò tra sè, ansimando. Spostò tutti i capelli in un lato e se li mise in avanti. Le arrivavano sopra le ginocchia. Gli uccellini cinguettavano allegramente e l'orologio dello stereo indicava le 6:57.
"Che sogno orribile!" pensò, facendo uno sbadiglio. "Ma per fortuna, non si avvererà mai!"
Al solo pensiero, le vennero i brividi. Sentì movimento nella cucina e si affrettò a raggiungerla. Si fermò davanti l'entrata sorpresa di trovare il moro già in piedi. Stava trafficando con tazze e posate e stava preparando la tavola. Aveva un pò di barbetta e i capelli scompigliati, però gli occhi sembravano ben riposati e non come erano di solito al mattino. Anne era ancora scossa per il sogno fatto poco prima, ma proprio per questo decise di guardarlo con attenzione, per assicurarsi davvero di non essere attratta da lui. Distolse lo sguardo appena James la notò.
"Ciao!" disse allegramente.
La ragazza lo guardò di nuovo e le venne una fitta allo stomaco, sempre dovuta al sogno, ma riuscì a rispondergli sorridendo
"Buongiorno...sto ancora sognando o davvero sei già in piedi per preparare la colazione?" ed entrò nella stanza.
Il ragazzo rise  "Sto preparando una sorpresa a Leo..." rispose
"Ti sei sprecato..." disse ancora lei tirando fuori dal tostapane delle fette bruciate.
"Ma non rompere il..." ma il moro si interruppe da solo e ricordò le parole di Leonard "Cerca di essere meno aggressivo..."
"Ti prego...non darmi noia!" si corresse, con voce dolce.
Anne rimase a bocca aperta dallo stupore
"Wow..." esclamò "Tu non sei il James che conoscevo...Devo chiedere a Leonard di accontentare più spesso i tuoi bisogni ehm ehm...come dire...sessuali!" e rise.
James alzò le spalle "Tanto..." disse con tranquillità "Chi ci va a guadagnare sono io! Perchè sessualmente parlando, se si può dire, tu non riceverai proprio niente!" e rise lui.
La ragazza gli fece subito una linguaccia "Ride bene chi ride ultimo! Voglio vedere che farà Leonard appena vedrà la bella colazione che hai preparato!"
Il moro stava per rispondere ma qualcun'altro lo anticipò
"Quando la finirete di discutere, mi venite a chiamare?"
Leonard era comparso in cucina e si era appoggiato alla porta.
"Vieni, vieni...tanto io ho finito..." rispose tranquillamente il moro.
Anne alzò le spalle e in silenzio mise altre fette nel tostapane.
"Sorellina, devi ancora fare colazione? E' tardi!" disse ancora il biondo
La ragazza guardò l'orologio della cucina che indicava le 7:13 minuti.
"Accidenti!" esclamò "Mi hai fatto perdere tempo!" disse poi rivolta al moro, strappandogli il contenitore del caffè e cominciando freneticamente a prepararlo.
"Che stai combinando?" gli chiese invece il biondo, vedendo sul tavolo marmellate, uova, succhi di frutta e bustine di thè. James esitò, poi arrossendo ammise di star preparando la colazione per lui. Leonard gli sorrise e delicatamente strusciò il suo naso contro quello del moro.
"E' un bel pensiero"
"Bello davvero...molto dolce..." si intromise Anne "Sono seria!" poi aggiunse "Se solo James sapesse cucinare!"
I due si staccarono.
"Ti prego Leo..." cominciò il moro "Non chiedermi di non risponderle questa volta, perchè proprio non ci riesco!"
"Anne..." fece il biondo con tono di rimprovero.
"Va bene, va bene...mi sto zitta!" rispode lei alzando le braccia in segno di arresa.
"Jamie..." continuò Leonard "Ti ringrazio per il pensiero...davvero...ma, visto che ora sono sveglio, è tardi e dobbiamo accompagnare Anne..."
"Cazzo! Sta sempre in mezzo lei!" ringhiò il moro "Mi rifiuto di accompagnarla!"
"E allora prendo la macchina e mi accompagno da sola!"
Se Leonard lo aveva fatto apposta, allora aveva fatto bene, perchè riuscì a sdrammatizzare la situazione. Incominciò a ridere, impedendo ai due di ricominciare a litigare. Anzi, fecero silenzio immediatamente osservando il biondo.
"Che bello inziare la gionata così allegramente!" esclamò quest'ultimo e nella sua esclamazione si notò una certa ironia.
James accennò un sorriso, mentre Anne fece una piccola risatina.
"Mi è venuta un'idea" continuò il biondo "Visto che dobbiamo accompagnare Anne al locale perchè non facciamo colazione lì, tutti insieme e..." poi disse rivolto al moro "Per la sorpresa...vedi di stupirmi la prossima volta..." e gli diede un bacio veloce.
"E' una bellissima idea!" quasi urlò la ragazza andando ad abbracciare Leonard. Lo guardò e quella sensazione negativa che aveva provato con James scomparve. E si sentì improvvisamente bene, tanto che sarebbe voluta restare abbracciata con lui tutto il giorno. Leonard le diede un bacio sul capo.
"Va a prepararti, che è tardi!"
Anne si mise sulle punte, gli diede un bacio sulla guancia e poi canticchiando e saltellando andò in bagno. Appena chiuse la porta, James sbuffò. Leonard si girò a guardarlo ma il moro era impegnato a liberare il tavolo. Il biondo sorrise e poi, che James avrebbe voluto o meno, lo baciò con intensità.
                                                                                           
                                                                                                  ***
"Ah!" esclamò James improvvisamente.
Erano in macchina e lui stava guidando "Devo andare al più presto a Houston!"
"Houston...perchè?"
"Devo andare a confermare l'iscrizione alla gara country...e stavo pensando di partire domani..."
"Addirittura! " gli disse Leonard "Perchè non aspettiamo il fine settimana, così ci andiamo tutti insieme, prendiamo un aereo e..."
"No, non hai capito tesoro..." lo interruppe il moro. Parcheggiò. "Io volevo andare con la macchina..."
Il biondo rimase un attimo spiazzato "Come con la macchina? E poi domani, io devo lavorare!" esclamò Anne
"Hai idea di quantotempo ci voglia da qui al Texas? E poi anche io devo lavorare" rispose anche l'altro ragazzo.
Il moro spense l'automobile.
"Pensavo di passare per la casetta sul lago!"
"Se impazzito!"
Leonard uscì dalla macchina, subito seguito dagli altri due.
"Dai Leo...è dall'estate scorsa che non ci andiamo! Così ne approfittiamo per metterla a posto!"
"Non se ne parla!"
James chiuse la macchina e i tre attraversarono la strada.
"Che cos'è la casetta sul lago?" chiese Anne guardando prima il moro e poi il biondo. Ma i due sembravanon non averle proprio dato ascolto. Ed entrarono nel locale nella stessa maniera.
"Buongiorno a tutti!" esordì la ragazza "Scusate il ritardo!"
"Buongiorno a te cara...non preoccuparti!" le rispose Corinne.
"In compenso comunque vi ho portato già due clienti prima dell' orario di apertura!"
"Bene!" fece il signor Tom entrando nel salone.
I due ragazzi salutarono e poi continurarono la loro discussione.
"Ma insomma Anne!" fece di nuovo il proprietario del locale avvicinandosi a lei "Devi sempre essere contesa tra questi due baldi giovani?" il suo tono era ironico.
La ragazza ridacchiò "No...non è per me che litigano..." rispose.
Corinne le sorrise e il signor Tom le fece l'occhiolino. "Certo che no..." le rispose.
Anne ci riflettè per un istante. In effetti si rese conto di non sapere se il signor Tom fosse a conoscenza del fatto che James, il figlio del suo vecchi amico fosse omosessuale e che Leonard fosse il suo compagno.
"In realtà" riprese la ragazza "Litigano perchè dovremmo andare in Texas..."
"Texas?"
"Per l'iscrizione alla gara country!" disse subito lei.
Il proprietario del locale aprì la bocca, incredulo, e il suo sguardò si illuminò.
"Il piccolo Ford vuole iscriversi?" le chiese.
"In realtà lo è già!" rispose Anne "E io sono la sua compagna di gara..."
L'uomo fece un largo sorriso.
"E tu me lo dici così?"
Anne aprì la bocca, ma subito la richiuse non sapendo cosa rispondere.
"La gara country è importantissima!" continuò Tom "Per la miseria! Non ne vedo una da anni!...Qual'è il problema di James?"
"Lui vuole partire domani, con la macchina e vuole passare per una certa casetta sul lago, ma io non so proprio cosa sia..." disse la ragazza.
Il signor Tom si grattò il mento "Ah...deve essere la casa che i genitori di Caroline regalarono a quelli di Luke..." dopo una pausa proseguì "Caroline e Luke sono..."
"Si lo so..." lo interruppe Anne sapendo benissimo che si trattava dei genitori di James.
Il due ragazzi avevano smesso di litigare e ora si adocchiavano sbuffando, segno che non avevano ancora trovato una soluzione.
"Beh, non è certo una passeggiata arrivare in Texas con la macchina" continuò Tom a bassa voce.
"Si, infatti...ma io e James dobbiamo andarci obbligatoriamente per la fine di questo mese, a confermare la nostra iscrizione..." rispose Anne.
L'uomo parve pensieroso.
"Puoi andare!" disse poi improvvisamente.
"Come?"
"Dai che hai sentito bene Anne...puoi andare con James!"
La ragazza rimase meravigliata e si girò verso il moro e il biondo che evidentemente avevano sentito anche loro l'esclamazione dell'uomo.
"A patto che invitiate me e Corinne il giorno della gara!" finì sempre lui.
James annuì, poco convinto e poi guardò di nuovo Leonard. Anne sorrise felice, anche se l'idea di andare in Texas solo con il moro non le piaceva molto...Ma vista la situazione, James, senza il suo ragazzo, non si sarebbe mosso.


REGALO DI CAPODANNO: IL NUOVO CAPITOLO! SPERO, COME AL SOLITO CHE VI SIA PIACIUTO E VI AUGURO UN FELICE 2009. E VI RICORDO CHE QUESTA STORIA NON LA ABBANDONERO' ANCHE SE PURTROPPO COME ORA AGGIORNO DOPO UN BEL PO' DI TEMPO! UN BACIO!
   
 
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