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Autore: Ade_chan    08/05/2015    3 recensioni
Dal testo:
"Ragazzi!" prese parola il preside Makarov, appena salito sul palco, armato di microfono.
"Waah il vecchietto!" esclamarono alcuni ragazzi nella stanza.
"Rispetto!" si intromise una furente Erza, avventandosi sui maleducati, prendedoli a calci e minacciandoli di morte.
"Calmi ragazzi, so che siete felici di vedermi! Ma ora è il momento di annunciarvi il grande progetto che da mesi stiamo organizzando per rendere questo anno indimenticabile per ognuno di voi!"
Tutti si fecero attenti, donando tutta la loro attenzione all'uomo di bassa statura che dondolava avanti e dietro sui talloni godendosi l'attimo di suspance che stava rendendo ansioso il pubblico.
[Nalu; Gruvia; Gale; Gerza; accenno ad altre coppie]
Ecco qui, spero di avervi incuriositi :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio di una grande avventura;

[Capitolo 3]
[Nalu; Gruvia; Gale; Gerza]

[Questi personaggi non appartengono a me, ma a Mashina-sensei]

 

Fuori dalla finestra gli uccellini cantavano già al sole sorgente. Le tende svolazzavano per via del venticello del mattino, mentre la camera veniva illuminata dai primi raggi del sole.
Sdraiata composta come una bambola di porcellana nel letto vi stava una ragazza dalla liscia chioma scarlatta, sprofondata nel dormiveglia. Il canto degli uccelli la destò dal sonno, si stiracchiò le braccia e le gambe ed infine si alzò dal letto. Con tutta la calma del mondo si rilassò nella doccia, fischiettando allegramente, e si vestì.

Finalmente il grande giorno era giunto: 14 giugno, sabato, il giorno della partenza.
Emozionata, sgranocchiò qualcosa come colazione, poi controllò la valigia per paura di dimenticare qualcosa.

"Ti ho detto che ho preso tutto!" la voce esasperata di Natsu rimbombò tra le mura del suo modesto appartamento, l'ennesima volta in quella mattinata. La sua adorata cuginetta si era fermata la sera precedente a dormire da lui, con l'intenzione di preparargli una cenetta che neanche in America, tra hamburger e patatine fritte, si sarebbe scordato.
"Hai bruciato tutto! Che pasticcio, la mia preziosa cucina!" fu il ringraziamento del ragazzo alla ragazzina in lacrime.
"Fammi dare una controllata alla tua valigia, ti prego!" rispose Wendy, cercando di superare il cugino piazzato davanti ai pochi bagagli che si era preparato prima di andare a dormire.
"No! Sei capace di svuotarla delle cose essenziali e lasciarci solo i vestiti!"
"Ora si che ho paura... Fammi vedere la tua valigia, ti scongiuro." stanco di tutta quell'insistenza, sbuffò e le lasciò via libera. "Cos'è questo odor- Natsu-san! Qui dentro c'è solo cibo! Sacchetti di manzo, rimasugli di sushi, schifezze su schiefezze e riso. Che ti è saltato in mente?! Dove sono i vestiti, la biancheria pulita, lo spazzolino, dov'è tutto." strillò la piccola ormai giunta al limite della sopportazione. "Lo sapevo che non mi potevo fidare di te!"
Sbigottita e senza parole, sostituì le cose inutili con gli oggetto elencati nella sua ramanzina -che tanto non era servita a niente-, sotto le lamentele del rosato.

Nella cucina di Lluvia c'era tutta l'atmosfera che non ci dovrebbe essere quando si sta per partire per una meta lontana. Sua sorella strillava continuamente rimproveri e raccomandazioni dall'altra stanza, mentre lei sentiva già che non avrebbe provato nessuna nostalgia di quelle scenate.
Aquarius sbucò dalla soglia della cucina, "... e ricorda: niente poggia piedi!" continuò accigliata, muovendo l'indice in tutte le direzioni senza una precisa logica.
"Ho paura a chiederti il motivo..." borbottò Lluvia, guardando di sbieco la sorella.
"Ti devo sempre spiegare tutto! Allora: tu stai camminando, alteggiandoti come a dire qui comando io senza guardare dove metti i piedi. Stai attraversando il salotto o quello che è e inciampi nel poggia piedi. Figuraccia garantita e autorità andata a farsi benedire. In conclusione: niente poggia piedi."

Levy quel mattino si era svegliata di buon ora, si era sistemata per bene e aveva anche fatto una sostanziosa colazione, per essere nel pieno delle sue forze ed evitare di perdersi qualsiasi momento della sua nuova avventura. I suoi genitori dormivano ancora, Meglio così pensò, gli avrebbe lasciato un bigliettino con cui li informava della sua partenza e li salutava calorosamente.
No, non è vero. Avrebbe aspettato che loro si svegliassero per dare il via alla più commovente delle scene di partenza mai vista in quella casa -non che ne avesse poi viste così tante- e avrebbe fatto tardi per colpa degli abbracci e degli ultimi consigli da seguire per vivere da sola.
In punta di piedi sgattaiolò nella camera matrimoniale dei signori McGarden e, facendo attenzione a non provocare alcuna sorta di rumore, portò in avanti la svegli di un buon quarto d'ora.
Non aveva di certo tempo da perdere in inutili effusioni.

Natsu si ricordò di una cosa essenziale, mentre accarezzava il suo gatto blu accoccolato sulle sue ginocchia, "Come faccio con l'aereo?"
"Ci ho pensato io. Ho chiesto a mamma le sue erbe medicinali, sono già nella valigia." rispose continuando la sua restaurazione dei bagagli del cugino, con il suo solito tono innocuo, totalmente differente da quello usato qualche minuto prima.
"La buon vecchia zia Polyushka non delude mai!"

"Ma chi me l'ha fatto fare..." sbottò Gajeel, scocciato.
Da quando aveva messo piede sul pavimento gelido della sua camera era andato tutto storto -ed erano soltanto le sei e mezza del mattino-: 1-e più traumatizzante per le sue abitudini- era l'orario, lo dimostravano le sue occhiaie nere e i capelli più scombinati del solito 2 nella doccia l'acqua era troppo fredda, poi troppo calda, dopo ancora diventava gelida e subito dopo tornava ustionante, perciò aveva rinunciato 3 preso dalla fretta e dal nervoso si era scottato con il pentolino del tè, cosa che lo aveva portato a imprecare ad un tono troppo elevato e la signora anziana che abitava di fianco a lui lo aveva rimproverato 4 mentre scendeva le scale si accorse di aver dimenticato la valigia, perciò dovette rifare le scale, quando tornò al suo appartamente si ricordò di non aver preparato le valigie per la stanchezza perché la sera prima Gray ed Elfman si erano auto-invitati a casa sua e avevano sporcato tutto, obbligando il padrone a stare sveglio fino a tardi per pulire.
Imprecò, questa volta a denti stretti, non aveva tempo e non era nelle condizioni di sorbirsi un'altra ramanzina da quell'antipatica vecchia.

"C'è una cosa che mi mancherà più di tutte, mentre sarò via..." prese parolo Natsu dopo un lungo attimo di silenzio. Wendy si illuminò, sicura che si stesse riferendo a lei. "... Happy!" concluse il ragazzo con le lacrime agli occhi. Si buttò sul gattino e lo abbracciò, togliendogli il respiro. Wendy lasciò cadere il capo con un sospiro, offesa.

Virgo spalancò la porta della camera della signorina Heartfilia per avvisarla della colazione che la aspettava in tavola. La ragazza, seduta alla scrivania intenta a riporre con cura i fogli del suo romanzo in una delle valigie, sobbalzò per la brusca interruzione. Quel vizio di entrare di soprassalto nella sua camera non lo perdeva mai.
"E' pronta?"
"Sì!" sorrise Lucy. Raccolse i capelli dal color del grano in una coda -per via del caldo che aveva portato l'estate- e scese in sala da pranzo, dove la attendeva la sua ultima colazione in quella casa prima della partenza.

Gray si trovava già davanti alla scuola di Magnolia quando vide arrivare in lontananza i suoi due cugini. Li salutò con un cenno della mano, mentre loro iniziavano già a chiaccherare del più e del meno come delle persone socievoli.
"Sono così felice! Questa sarà la prima gita che passerò con la mia ragazza!" mentre parlava i suoi occhi presero la forma di due bizzarri cuori.
"Ti comporti come un'adolescente in preda agli ormoni per la sua prima cotta." lo prese in giro Ultear. I due battibeccarono per un po'. "Quante storie fai! E poi che sarà mai questa Lluvia-chan!" sbottò di nuovo, gonfiando le guance contrariata.
Lyon e Ulter bloccarono il loro battibecco sentendo Gray ridacchiare.
"Cosa c'è di tanto divertente?" chiese seccato il primo.
"Be'. Stavo pensando che Lluvia non è messa affatto male come, sì, insomma..." con le braccia segnò il perimetro di un semicerchio immaginario all'altezza del petto, "... Capito?"
Ultear scoppiò a ridere, seguita da Gray. Lyon, invece, assunse il colore di un peperone maturo e si allontanò sbottando maledizioni incomprensibile al cugino privo di tatto.

Nella casa della famiglia Strauss regnava la più totale confusione.
Elfman, il fratello di mezzo, correva avanti e indietro esclamando virtù alla figura dell'uomo. Lisanna cercava di calmarlo, facendo però aumentare il trambusto che Mirajane stentava a controllare.
"Un vero uomo prepara le valigie da solo!" proruppe il fratello.
"Non sai neanche cosa metterci, in una valigia!" ribattè Lisanna con le guance leggermente arrosate per l'irritazione.
Mirajane soffocò un grido, allo stemo della sopportazione. Presto sarebbe esplosa, se lo sentiva.

Appena finita la colazione Lucy tornò nella sua camera. Virgo la raggiunse poco dopo per aiutarla a portare al piano terra le valigie.
Arrivate alla porta d'ingresso l'aspettava il suo autista, ingaggiato da suo padre ma mai chiamato per svolgere il suo compito di accompagnatore; Lucy diceva di non aver bisogno di un autista, che sapeva camminare da sola.
Lei e la cameriera si scambiarono un lungo e impacciato abbraccio. In quella casa troppo spaziosa per quella decina di persone che vi abitava Lucy e Virgo si erano trovate e si erano affezionate molto. Lucy l'aveva sempre considerata la sua protettrice dalla tristezza di quell'abitazione, la sua compagna d'avventura in quel posto silenzioso. Virgo invece l'aveva sempre vista come la sua salvatrice: l'aveva salvata dalla solitudine che le stava pian piano distruggendo il suo piccolo cuore da ragazzina e per questo le sarebbe sempre stata riconoscente. Si davano a vicenda la forza di volontà per non scappare da lì e continuare a lottare. Anche se altri posti dove ricominciare non c'erano.
"Signorina Lucy, da quanto tempo!" la salutò il signore, sporgendosi dal finestrino. La ragazza gli rivolse un sorriso e lo salutò con allegria, per poi salire nel sedile posteriore. Si protese verso il finestrino, così da poter vedere Virgo e la piccola folla di domestici che si era creata sull'uscio della porta e li salutò con la mano finchè non uscirono dalla visuale che le permetteva il vetro trasparente.
Ma ora che la sua salvatrice se ne era andata, come avrebbe resistito Virgo alla solitudine?

Erza, sulla strada della scuola, si ricordò della chiamata che aveva promesso di fare a una persona. Frugò nella sua enorme borsa ed estrasse il telefono, dopo di che cercò nella rubrica il nome Millianna.
Dopo tre squilli la ragazza rispose, con eccessivo entusiasmo. "Stavo aspettando la tua chiamata! Sei già partita?"

"No, sto andando a scuola."
"Erzaaaa, mi mancherai tantissimo!" piagnucolò Miliana.
"Ma se ci vediamo solo qualche volta al mese, sarà come al solito." ridacchiò la rossa, "Ma mi mancherai anche tu. Dopo mi saluti anche gli altri?"
"Ma è completamente diverso! Prima eravamo a qualche minuto di viaggio in macchina di distanza, ora invece a ore di aereo! Comunque certo, tu però salutami Gerard." rispose timorosa, lasciando trasparire l'insicurezza dalla sua voce. Da poco lei e il turchino avevano risolto le divergenze che li avevano portati a litigare, ma ancora non erano riusciti a tornare ai vecchi rapporti. Per colpa di questa divisione tra Gerard e il resto del loro gruppetto Erza si era trovata costretta a tenere nascosta l'amicizia con Gerard agli amici d'infanzia e quando vennero a conoscenza del loro segreto non fu affatto facile placare i loro animi bollenti. Dopotutto non poteva non dargli ragione, gli aveva nascosto una cosa estremamente importante, ma comuqnue ora la situazione stava migliorando a vista d'occhio.
"S-Sì." balbettò Erza, tornando alla conversazione con l'amica. Lo avrebbe fatto per aiutare a farli riconciliare, per lei era veramente importante, voleva tornare al più presto ai bei giorni passati tutti insieme all'orfanotrofio. Loro erano l'unico motivo che la tratteneva in quel posto.
"Sono quasi arrivata a scuola, ti devo salutare." sospirò sinceramente affranta.
"Va bene... Mi raccomando, teniamoci in contatto, mi raccomando!" sbottò Millianna, facendo intendere alla scarlatta che quello era un rimprovero per la mancanza di contatti, "Buon viaggio, Erza."

La turchina aveva salutato i genitori con abbracci e baci e, finalmente, era riuscita a uscire di casa.
Fece un profondo respiro e, trainando i due trollei, si avviò alla piazza di Magnolia, non tanto lontana da casa sua, per aspettare Lucy che si era offerta di darle un passaggio a scuola.
Tutta emozionata all'idea di viaggiare in limusin, non si accorse del duo che si avvicinava a passo di marcia alle sue spalle.
Quando se ne accorse era ormai troppo tardi e le sue grida non la salvarono dalla visione del tremendo aspetto dei due. Occhi neri, labbra spaccate, capelli arruffati e segni blu sulla viso. I poveretti non erano altri che Lisanna ed Elfman Strauss.
"Che vi è successo?!" chiese Levy preoccupata. Non era da tutti i giorni vedere i suoi amici conciati in quel modo, o forse no...
I due fratelli ridacchiarono a disagio, mentre dietro di loro sbucò un'angelica Mirajane.
"Levy, ciao! Che bello vederti! Oh, non hanno nulla di grave." sorrise l'albina. Levy capì la situazione ed annuì comprensiva nella direzione dei due malcapitati, era pienamente consapevole di cosa fosse capace Mira quando si arrabbiava. Era evidente che i due fratelli avevano esagerato e le conseguenze erano evidenti sulla loro pelle. Subito spostò lo sguardo sulla maggiore degli Strauss e la invitò ad unirsi a lei e Lucy.
"Hai detto limusin?!" chiese esterrefatta Lisanna, emozionata solo all'idea di poter salire su una macchina tanto costosa.
"I veri uomini viaggiano solo con i mezzi più eleganti!"

Wendy aveva finalmente terminato di fare le valigie al cugino.
"Sarà meglio che tu vada, altrimenti farai tardi." borbottò con la testa china sulla valigia. Con estrema lentezza gliela porse e si avviarono alla porta.
Dopo qualche attimo di silenzio Natsu proruppe con le sue solite ed eccessive scenate, "Mi mancherai tantissimo, cuginetta!" esclamò, catapultandosi ad abbracciarla.
"Anche tu, Natsu-san!" rispose questa tra i singhiozzi.
Nonostante i caratteri totalmente diversi, i due cugini si capivano meglio di chiunque altro. Lei rispettosa e sempre gentile, lui scalmanato e menefreghista.
Avevano passato l'infanzia insieme. Quando il padre di Natsu morì, lei e Polushka si erano offerte di ospitarlo in casa loro, ma lui si era rifiutato in tutte le maniere.
Da solo si procurava i soldi necessari per pagare l'affitto e le spese. Polushka, tuttavia, pagava le spese della scuola perché quell'idiota di Natsu -come lo definiva lei- pensava che gli studi fossero gratis.
Quattro giorni a settimana Wendy stava dal cugino, da mattina a sera per commemorare i vecchi tempi e anche perché la madre della blu non riusciva a reggere la presenza costante di un persona per sette giorni interi di fila.
Wendy aveva sempre stimato molto il rosato, certo, era scontroso, sbadato, attaccabrighe, tonto e tutti i dispregiativi del mondo, ma da zero era riuscito a farsi una vita tutta nuova. Non gli mancava niente: amici, lavoro, era di bell'aspetto, atletico, altruista, certo un po' ingenuo, ma comunque una persona di buon animo.
Forse la sua mente da ragazzina stava troppo viziando l'immagine del cugino, ma questo non gli impediva di volergli veramente tanto bene.
"Teniamoci in contatto, mi raccomando! Vai subito a scuola, non fermarti in giro come fai di solito, che poi dimentichi cosa stavi facendo! Attento a dove metti i piedi e chiudi bene la valigia e lo zaino! Un'ultima cosa: salutami i tuoi amici."
Quando sentì la porta d'ingresso del condominio di Natsu chiudersi smise di strillare, anche perché aveva svegliato tutti i vicini del rosato che la guardavano accigliati dalla serratura o dalla porticina riservata agli animali domestici.
Si chiuse la porta alle spalle e scoppiò di nuovo a piangere. Avrebbe sentito tantissimo la mancanza del suo unico e amato cugino.
A consolarla arrivarono subito Charle -la sua gatta- e Happy -il gatto di Natsu-.
Wendy accarezzò la testolina ispiegabilmente blu del buffo animale, "Mentre il tuo padrone sarà via verrò io a darti da mangiare." gli sussurrò, come se potesse comprenderla. Con sua somma sorpresa e sconcerto il gatto le rispose.
"Aye!"

Lluvia camminava velocemente verso la scuola, dove a breve sarebbero arrivati i pullman che avrebbero portato lei e i suoi compagni all'aereoporto; da lì si sarebbero imbarcati sul primo aereo per Chicago, in Illinois, la loro meta.
Diede una rapida sbirciata al volantino che aveva preso la sera della festa, giusto per accrescere l'ansia che le attanagliava lo stomaco. Affrettò il passo e arrivò al piazzale della scuola, dove incontrò Gray e un'altra ragazza con la quale sembrava avere molta -troppa, secondo Lluvia- confidenza.
Ignorando la gelosia tese la mano alla ragazza, "Piacere, mi chiamo Lluvia."
"Oh! Lluvia!" la sua bocca si incurvò in un'inquietante ghigno, poi si presentò anche lei.
"Dimmi un po'," iniziò Ultear, "Tu sei la fidanzata di Lyon, o sbaglio?". Lluvia fece sì col capo, senza guardarla negli occhi. Si chiese come facesse a conoscere lei e Lyon dato che tutti e due non erano esattamente i più popolari della scuola. A rispondere ai suoi dubbi ci pensò Gray.
"Lei è nostra cugina."
Lluvia rimase felicemente sorpresa di questa informazione. Ma sopprattutto si sentì sollevata nel sapere che quella era imparentata con il ragazzo di cui era segretamente innamorata. Una rivale in amore in meno.

Passarono diversi minuti nel più completo silenzio, ma finalmente qualcuno si fece vivo: una macchina nera pece che teneva buona parte del piazzale. Da quell'enorme auto sbucarono la famiglia Strauss, Lucy e Levy.
Lluvia corse in contro alle amiche per sfogarsi con loro degli attimi di disagio passati con i suoi compagni di attesa, mentre Elfman si panoveggiava con Gray di aver passato numerosi minuti in compagnia di sole ragazze... due tra queste sue sorelle.
Piano piano li raggiunsero i compagni, tutti evidentemente emozionati per la partenza. Tutti apparte tre ragazzi: Natsu, Gajeel e Sting, rannicchiati in un angolo coperti da un'aura nera che non ispirava affatto simpatia.
"Che vi prende?" chiese Cana, guardandoli decisamente male. Rovinavano l'atmosfera festosa che tanto adorava.
"Soffrono di cinetosi, non soffrono minimamente i mezzi di trasporto." rispose Rouge, intento a consolare l'amico biondo, senza ottimi risultati.
"La mia vita... è un continuo mal di pancia... perché i mari non possono essere attraversati a piedi e le terre collegate da stabili scale sospere in aria... No, aspetta. Le scale non possono essere in movimento, altrimenti sto male... Chi vuole condividere il mio problema? Accetto chiunque: maschi, femmine, omosessuali, gatti, matite, palazzi, spiriti maligni; tutto vi dico, tutto!" Ormai nessuno ascoltava più i deliri insensati di Natsu.
Dalla folla di studenti si fece largo a fatica il preside Makarov. Dato il suo abbigliamento era palese che si fosse svegliato da poco e dalla sua espressione era ancora più evidente la voglia di tornare a dormire.
"Buongiorno ragazzi..." prese parola l'uomo, parlando a bassa voce e masticando le parole. "Siete tutti pronti per questa nuova.... avven-"
Mirajane lo affiancò, "Si è addormentato..." constatò dall'enorme bolla che diminuiva e crescera a ogni suo respiro. "Sempre il solito."
"RAGAZZI ATTENTI AL DRAGO!" proruppe Makarov, per poi tornare di immediataente nel mondo dei sogni.
"I pullman sono arrivato, vi auguro una buona gita!" dichiarò sorridente il vicepreside Gildarts, ma appena tutti si girarono verso il pullman scoppiò in un pianto disperato, continuando a ripetere il nome della figlia che lo ignorò totalmente.
Gli autisti si accertarono che tutti fossero seduti e dopo un veloce e per niente accurato appello accesero il motore e diedero il via all'avventura di quegli scalmanati ragazzi.


ANGOLO AUTRICE
Sono ancora viva, anche se non frega niente a nessuno! :*
Non so che dire, questo è il capitolo che da il via alla vera storia ed è un po' inutile, maaaa vabbbehh :)
Ringrazio tanto tantola mia adorata
Jiyu_no_yume85, Redkiss_chan, Sayaka chan 94 e Die Bad 97. Molto presto risponderò alle recensioni, giuro! :3

E boh, ringrazio anche tantissimo le persone che hanno aggiunto la soria tra i preferiti, seguiti e -non capisco il perché- ricordati, ma è ovvio che queste persone hanno già capito che la storia non arriverà mai alla The End ahah! ;)

Adele.

   
 
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