Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
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Autore: Midnight__    09/05/2015    0 recensioni
Prendi 10 colori, compresi il bianco e il nero che non lo sono, fatto?
Adesso prendi 10 canzoni e collegale ad ogni colore.
Fai partire le canzoni e inizia a scrivere qualcosa per ogni colore/canzone. Non importa che abbia un inizio o una fine, l'importante è che tu scriva senza pensarci.
Hai tempo di scrivere per tutta la durata della canzone, né più né meno.
Alla fine trova un collegamento fra tutti i testi e pubblicali come storia a capitoli.
[ IDEA MIA.]
“Ehi, come ti chiami?” mi chiese un ragazzo, ridacchiando e porgendomi una mano per alzarmi da terra.
“Me lo chiedi per appendere volanti con su scritto che ho fatto una figura di merda cadendo dallo skate?” risi leggermente afferrando la sua mano e alzandomi da terra, incontrando i suoi meravigliosi occhi.
“Luke, comunque”.
{ Tratto dal capitolo 3, "Verde" }

“Ho paura, oddio, farà tanto male?” chiesi ridendo nervosamente e portandomi una mano dietro alla nuca.
“No amore” rise e io allora mi tranquillizzai, perché quel suono così cristallino era qualcosa di cui non potevo fare a meno, come una droga, e l’azzurro crea dipendenza, proprio come Michael Clifford.
{ Tratto dal capitolo 5, "Azzurro" }
-
Spero possa piacervi.
Midnight_
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Azzurro - Ink { Coldplay }


Tutto quello che sapevo era che senza di te mi sentivo perso, e ogni volta che mi mancavi mi chiedevo “andrà tutto bene”, e poi tu tornavi, allora sì, andava tutto bene.
Ho un tatuaggio con inciso “insieme attraverso la vita”, e mi ricordo quando andammo dal tatuatore assieme, era il mio primo tatuaggio, non sapevo se ridere o piangere e tu mi guardavi con quegli occhi da innamorato che allora sorridevo rassicurato da te.
Quel tatuaggio era un modo per tenerti sempre dentro di me, e a volte penso che forse ti amo così tanto che fa male.
Vedevo le tue stelle iniziare a brillare, ma tu eri la mia stella, e forse, allora mi sbagliavo, perché l’unica cosa che sapevo, era quella che ti amavo.
Tu eri l’azzurro, in certi momenti, perché non sapevo se eri quiete o meno, ma in ogni caso eri in grado di tranquillizzarmi.

“Ho paura, oddio, farà tanto male?”  chiesi ridendo nervosamente e portandomi una mano dietro alla nuca.
“No amore” rise e io allora mi tranquillizzai, perché quel suono così cristallino era qualcosa di cui non potevo fare a meno, come una droga, e l’azzurro crea dipendenza, proprio come Michael Clifford.

A tutte le persone che amano l’azzurro.
A tutte le persone a cui l’azzurro tranquillizza, e a tutte le persone a cui porta pace.
A me, che l’azzurro piace, ma non troppo, e non ne so ancora il motivo.







   
 
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