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Autore: fromthebottom    01/01/2009    5 recensioni
«No Malfoy, mi spiace, non farò qualcosa perchè sei tu a dirmelo o a darmi il permesso» Fece una pausa, divertita «Non hai ancora capito con chi stai giocando» sibilò al suo orecchio.
«E' più facile del previsto, allora, Granger» disse con un tono di sfida «Basterà continuarti a dire "Non baciarmi, non baciarmi!"»
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premessa



Eh, già.
Finalmente l'ispirazione per una Draco/Herm è tornata, anche se questa è una two-shot decisamente mooolto particolare XD
Prima che iniziate a leggere voglio rendere noto che non è tutta farina del mio sacco, poichè anche se non è stata scritta insieme alla Chia (draco_passion) - che adoro e spero di risentire il prima possibile; mi dispiace se ci siamo perse, tesoro! - metà del lavoro se non di più è stato completamente suo.
Già che ci sono faccio pubblicità anche alla mia raccolta di Flashfic sulle 9 parole delle donne: Women e a Cuore di ghiaccio, una shot James/Dominique.
Beh, finisco col dirvi buon Capodanno e felice anno nuovo a tutti!


Looking after you




Alla Chia, con cui l'ho praticamente scitta.
A lei, per i deliri di pazzia.
Per il fatto che sia la futura Signora Zabini, e la mia sister.
Perchè io, lei, Lulù, Draco e Blaise siamo delle vere sagome, dentro l'armadio!
Tivvìbbì




Quel pomeriggio Hermione si aggirava per i corridoi per l'ultima volta dall'inizio dell'anno - del suo ottavo ma in realtò settimo anno - svolgendo il suo ruolo di Caposcuola di Grifondoro al meglio. Lei e Harry avevano deciso saggiamente di terminare gli studi, recupreando l'anno perso per combattere Lord Voldemort e ritornando ad Hogwarts proprio il primo settembre. Ron, invece, aveva preferito non terminare gli studi (con grande dispiacere di Molly), poichè George gli aveva offerto un posto nel suo negozio, dato che dalla morte di Fred aveva un'incredibile bisogno di aiuto.
Era come se mancasse qualcosa, all'interno della famiglia Weasley e specialmente in George stesso, dalla morte del ragazzo; Hermione, tuttavia, poteva capirli. George si era ritrovato solo, confuso, mentre prima aveva sempre potuto contare sul gemello, e il resto della famiglia aveva perso una persona importante, a cui tutti volevano bene. Ed il dolore di quella perdita non era facile da nascondere e tanto meno da mattere a tacere.
La ragazza sospirò, osservando i familiari e tranquillizzanti corridoi della scuola ed un lieve senso di malinconia la invase. La sera precedente ci sarebbe stata una festa, e poi la sua carriera scolastica ad Hogwarts sarebbe terminata tanto velocemente da non rendersene nemmeno conto.
La spilla da Caposcuola brillava, appuntata sulla divisa, e tra le mani teneva l'ennesima lettura leggera, un libro di almeno 2000 pagine, in cui aveva ficcato il naso, mentre continuava a camminare per i corridoi, lievemente annoiata.
Aveva già finito tutti i compiti, eccetto gli ultimi di incantesimi, che avrebbe terminato quella sera stessa in Sala Comune, prima di andare a letto.
Dopotutto le mancavano solo dieci centimetri di pergamena.
Era di cattivo umore, quel pomeriggio, a causa dell'ennesima litigata con i Serpeverde durante Cura delle Creature Magiche, e non finiva più di gettare occhiate nervose all'orologio da polso a causa della fame che provava. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, in quel momento, per un pò di cibo.
Improvvisamente, un rumore proveniente da un'aula deserta la destò dai suoi pensieri, costringendola a avvicinarsi.
All'interno della stanza era completamente buio, e la strega socchiuse gli occhi, cercando di scorgere qualcosa, portando istintivamente la mano alla bacchetta.
«C'è nessuno?» Domandò avanzando lentamente, provando a scorgere qualcosa nell'oscurità e con i nervi a fior di pelle. Poteva trattarsi di un banalissimo scherzo, ma la prudenza non era mai troppa.
Assottigliò lo sguardo, e con fatica si accorse che qualcuno era seduto su una sedia, i piedi elegantemente poggiati sul banco ed una sigaretta tra le labbra semi-aperte.
No, quello non era affatto un buon pomeriggio per Draco Malfoy. Il ragazzo inspirò profondamente da quella sigaretta che gli provocava tanto benessere. Inclinò la testa all'indietro, ad occhi chiusi, soffiando fuori tutto il fumo grigiastro.
Aveva sentito il bisogno di restare solo, lontano dai sotterranei, dalla sala grande, da tutte quelle occhiate addosso. Gli succedeva spesso, da quando era tornato a scuola, di sentire il proprio nome sussurrato tra i corridoi con sospetto e - ovviamente - disgusto. Che lui e la sua famiglia fossero stati dalla parte dell'Oscuro Signore e non da quella di Potteruccio Cavaliere dei Mezzosangue non era sicuramente un segreto. E cosi, per cercare di stare in pace, si era rifugiato nella prima aula che aveva trovato libera.
Mosse appena i piedi sul banco che la tracolla cadde a terra, facendo fuori uscire tutti i libri e provocando un frastruono inpensabile per la seconda volta nel giro di un paio di minuti.
«Cazz... » drighignò a mezza voce prima di accorgersi di una figura abbastanza alta nella stanza. Aveva sperato di non essere stato sentito poco prima, rimanendo in silenzio e sperando che chiunque fosse se ne andasse, ma ormai il fatto che lo avessero beccato era palese.
Era buio, e non riconobbe subito la ragazza che, a bacchetta puntata, gli stava davanti. Voltò il capo e, strizzando gli occhi a causa della poca luce, riusci a riconoscere i capelli della Granger.
«Granger, cosa c'è? Hai bisogno della tua dosa di adrenalina giornaliera?» disse, palesemente ironico, mentre il solito ghigno divertito gli si dipingeva sul volto.
Lei abbassò lentamente la bacchetta, guardinga, stringendo le labbra piccata per aver trovato proprio Draco Malfoy all'interno di quell'aula.
Una giornata iniziata male, a quanto pareva, non poteva che peggiorare.
"La mia solita fortuna." Pensò scossando lievemente il capo, fino a quando qualche ciocca di capelli le ricadde davanti al viso.
Sospirò, avvicinandoglisi e formulando una risposta pungente. «Ti ricordo, Malferret» Calcò appositamente la parola «che tu, contro ogni legge della fisica che potrebbe stravolgere l'universo, sei un Caposcuola, detto ciò...» S'interruppe, scrutandolo più attentamente «Per l'amor del cielo! Spegni quella dannata sigaretta!» Esclamò fissandolo con aria di rimprovero.
Il Serpeverde sbuffo sonoramente, rimandando indietro la testa ad inspirare ancora una boccata di quella sigaretta ormai arrivata alla fine. In quella giornata la Granger era l'ultima cosa che ci voleva, soprattutto con i suoi nervi a fior di pelle. Stava decisamente iniziando a pentirsi di aver deciso di tornare a scuola; peccato, però, che se voleva intraprendere la specializzazione di Medimago doveva aver finito Hogwarts sotto dei professori competenti, e a malincuore dovette ammettere che l'anno precedente i Carrow non lo erano stati di certo.
«Granger» disse con tono sicuro, poggiando i piedi per terra ed alzandosi, con quel suo solito fare elegante e presuntuoso. Non cercò di ricomporsi, ne di sembrare educato verso una Mezzosangue. Com'era nell'indole di ogni Malfoy «Credi che improvvisamente inizierò a darti ascolto dopo averti palesemente ignorato per...», finse di contare, «...6 lunghissimi anni?» continuo, facendo qualche passo verso di lei ed arrivando sino a toccarla.
"Vicino", penso Hermione. "Troppo vicino", si ripetè quando l'odore acre e pungente del tabacco le pentrò nelle narici, facendole lacrimare gli occhi. Strinse i pugni, cercando di non dare in escandescenze, anche se, con tutto quello che aveva passato quel giorno, sentiva una gran voglia di rifilargli un pugno come al terzo anno. Dovette fare appello a tutta la sua parte razionale per non cedere a quella tentazione che sicuramente l'avrebbe aiutata a rilassarsi e a sfogarsi una volta per tutte.
Malfoy era cresciuto, durante l'estate, ma quei 15 centimetri che li differenziavano non le impedivano di certo di fronteggiarlo.
«5 punti in meno a Serpeverde per la tua maleducazione, Malfoy.» Esclamò secca, prendendosi una piccola rivincita. Gli occhi del ragazzo brillarono per un'istante, ma Hermione non riuscì a comprendere di cosa. Irritazione, nervosismo....divertimento?
"5 punti in meno a Serpeverde per la tua maleducazione, Malfoy." Draco si ripetè mentalmente quella frase. La Mezzosangue aveva scandito quelle parole con orgoglio, fiera di dirle; era il suo riscatto, la sua rivincita personale. Era tutto cosi tipico della Granger, così banale. Le brillavano gli occhi per tutto quello schifoso orgoglio.
Poco più di 15 centimetri li differenziavano in altezza e non dovette abbassarsi neppure tanto arrivare al volto di lei. «Non hai capito ancora nulla di me, eh Granger?» domando, ironico, soffiandole il resto del fumo che aveva nel polmoni, in faccia.
«Non c'è proprio nulla da capire in te, Malfoy» tossì, asciugandosi una guancia lungo la quale le erano scivolate alcune lacrime a causa del bruciore intensificato provocato dal fumo; poi, la consapevolezza di cosa significasse quel gesto, le apparve nitida nella mente.
Soffiare il fumo in faccia a qualcuno, sia nel mondo magico che babbano, era un esplicito invito sessuale.
Draco la osservò, soddisfatto di sè stesso, arrivare a quella conclusione. La ragazza sgranò gli occhi, sbalordita e disgustata.
La mano di lei scattò rapida in direzione della guancia del bel Serpeverde. Ma...troppo prevedibile, troppo scontata.
Troppo per il principe delle Serpi.
Non ci volle poi tanto ad afferrare il polso magro della Grifondoro e stringerlo tra due dita, mentre un ghigno tra il divertito ed il compiaciuto si faceva largo sul volto diafano e perfetto di Draco.
«Ah-ah-ah... Granger» disse, trattenendo una risata ed inclinando appena il capo, mentre incrinava i sopraccigli in un espressione di incredulità «5 punti in meno a Grifondoro per aver attentato al mio bel faccino» continuò, soddisfatto, lasciando il braccio della ragazza ed estraendo la bacchetta dalla tasca.
L'espressione sul viso di lei divenne di disprezzo puro, mentre lo fissava dritto negli occhi. «Mi fai schifo, Mafoy.» Esclamò con voce talmente bassa da apparire un sibilo; non sembrava nemmeno la sua da quanto fremeva di rabbia.
Il Serpeverde la ignorò, facendo lievitare tutta la roba dentro la tracolla. «E non provarci mai più» disse gettandole un occhiata scura, mentre la borsa viaggiava ancora a mezz'aria; con un tocco di bacchetta, poi, la fece appoggiare dolcemente sul banco.
Hermione sentì la rabbia crescere, e senza sapere come avesse trovato il coraggio di farlo, gli si avvicinò fino a trovarsi esattamente davanti a lui.
«Sai una cosa Malfoy?» Iniziò con voce decisa «Mi sono sempre chiesta perchè a parte quei due gorilla di Tyger e Goyle tu non abbia mai avuto veri amici, e sono giunta alla conclusione che sei talmente odioso e pieno di te da far venire il vomito alle persone» Fece un'altro passo avanti, inviperita e desiderosa di sfogarsi «Perfino la Parkinson ha giustamente deciso che un'essere bastardo e presuntuoso come te meriti di rimanere da solo!» Ghignò, in un modo terribilmente simile al suo, forse per la prima volta prima di continuare «Tu e il tuo dannatissimo orgoglio! Come se avere i soldi fosse la cosa più importante del mondo. E il tuo continuo pavoneggiarti per il cognome che porti...» Fece una smorfia «...come se avesti qualcosa di cui vantarti!»L'allusione al fatto che Lucius fosse ancora sotto torchio da parte del Ministero era lampante «Sei solamente un bamboccio viziato, mi fai pena!» Concluse scandendo lentamente l'ultima parola, prima di sbattergli con cura contro la spalla diretta alla porta.
Draco Malfoy la osservava, sbalordito. L'aveva vista avvicinarsi, fronteggiarlo, con una strana e nuova luce negli occhi. Lui era abituato a vedere la Granger orgogliosa e fiera, ma non cosi, non in quel modo. Lui amava stuzzicarla perchè lei sapeva rispondere, perchè lei sosteneva il suo sguardo meglio di chiunque altro. E perchè ormai, lei era l'unico passatempo che gli era rimasto;
Draco Malfoy impazziva per quello sguardo di sfida che lei gli lanciava ogni volta. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per farle abbassare la testa, per piegare quell'orgoglio sprezzante che gli dava il voltastomaco. Riusciva a scorgere il fuoco ardere dentro quegli occhi dorati che, a contrasto con i suoi, sembravano scoppiare. Parlò con una tale vivacità di parole, discorrendo con disgusto. Talmente tanto che glielo si leggeva in faccia, molto più di tutte le altre volte.
Lui l'ascoltò urlargli contro, la lasciò parlare rimanendo immobile, impassibile, senza emozioni. Apparentemente.
Draco Malfoy non era il classico ragazzo che poteva essere messo sotto con tre o quattro accuse, per lo più sempre le stesse.
Ma quello sguardo, quel fuoco ardente che sembrava bruciarle addosso, lo aveva colpito.
Lei gli passò di fianco, urtandolo apposta, ovviamente. Si girò quel tanto che bastava che bloccarla per il braccio. Hermione chiuse gli occhi, sospirando e aspettando che le rispondesse, cercando di mantere la calma, stupita dal fatto che non l'aveva ancora chiamata "Mezzosangue".
Il ragazzo restò per un attimo a guardarla, lei che ora era fiera di se per aver zittito Draco Malfoy.
Lui che amava avere l'ultima parola su tutto, avrebbe potuto cominciare con i soliti insulti, si sarebbe finiti male, fuori le bacchette, qualche schiantesimo ed una notte da Madama Chips.
La fermò per un braccio, senza neppure un perchè, senza sapere cosa risponderle, perchè si, lei l'aveva zittito una volta per tutte. Era la prima volta che Draco Malfoy forse non si rendeva conto di aver dato troppo spazio agli altri ed aveva mostrato un po' troppo di se. Non era la prima ne l'ultima che le aveva rivolto quelle parole ma lei, proprio la bambina che per anni aveva torturato mettendo in ridicolo e che non si era mai tirata indietro dal fronteggiarlo, proprio lei era riuscita a fargli mancare le parole.
Con quel suo maledetto sguardo.
Resto ancora in silenzio per qualche secondo, poi, risvegliato da chissa quale ragione, il solito ghigno serafico si dipinse sul bel volto angelico. « Complimenti Granger» disse, senza interrompere il contatto visivo tra di loro «Ricorda questo giorno come uno dei più rari in vita tua» continuò, prendendola in giro. Si avvicino dinuovo a lei, arrivando a sfiorarla e assumendo un aria improvvisamente seria, si piegò fino ad arrivarle all'orecchio. «Stai attenta, Granger» sussurrò con il tono più profondo che riusci a trovare. E in un secondo si rialzò, allontanandosi da lei. Dove essere lui - in realtà - il primo a stare attento; e lo sapeva bene.
Hermione, nel frattempo, era rimasta come imbambolata. Il suo profumo la stordiva ancora, in un misto dolciastro di muschio bianco e tabacco che riusciva a farle girare la testa mentre nelle orecchie il tono di quel suo sussurro sembrava non voler accennare a scomparire.
Dopo qualche istante, però, si riscosse «E' una minaccia furetto?» Le parole le erano uscite da sole dalle labbra, davanti a quella frase «Non mi interessa quali idee la tua mente perversa abbia concepito, e con questo mi riferisco anche a prima, lasciami in pace perchè altrimenti toccherà a te, stare attento» lo avvertì, accompagnando le parole ad un'occhiataccia.
Lui la fissò attentamente per qualche istante.
"E' proprio questo il punto " stava per risponderle quando poi, grazie al cielo, qualcosa lo fece rinsavire e richiuse quella sua maledetta boccaccia.
Strinse la braccia al petto, alzando appena le spalle e distogliendo lo sguardo dal suo. Tutta la sicurezza, la sfrontatezza, il suo modo altezzoso di trattare con sufficienza tutti gli altri, dov'era finito?
Non diede a vedere il suo diverbio interiore e, a disagio e nervoso come non mai, caccio dalla tasca l'ennesima sigaretta della giornata. Se la mise in bocca e con la bacchetta puntata verso di essa, mormorò a mezza bocca qualche cosa e un classico rossore di fuoco si dipinse sulla sigaretta del biondo. Sentì la ragazza uscire dall'aula ma non se ne curò.
Insipiro profondamente cercando di calmarsi e di ritrovare la solita severità di giudizio eppure...
Possibile che non avesse niente da ribattere alla Granger? Si, lei aveva ragione e lui ne era sempre stato a conoscenza, ma aveva controbattuto ugualmente.
«Cercherò di stare attento» mormorò, senza riaprire gli occhi, troppo concentrato. Lui doveva essere sempre attento. Non poteva farsi trovare in quelle condizioni.
Quella ragazza gli stava facendo uno strano effetto. Improvvisamente aprì gli occhi di scatto, con l'espressione più assurdamente divertita che avesse mai avuto: lui non poteva essere attratto dalla Granger, la Mezzosangue, la Zannuta so-tutto-io.
La risata cristallina di Draco Malfoy si espanse per tutta l'aula vuota ma Hermione era ormai troppo lontana, nel corridoio, per poterla sentire.
  
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