Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
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Autore: Meramadia94    09/05/2015    2 recensioni
Le tartarughe incontrano la giovane Paige, una ragazzina rimasta orfana da piccola e che ha sempre avuto come unico vero affetto il fratello maggiore, Robert. Ma adesso è scomparso, rapito da ignoti. Inizia così una corsa contro il tempo per salvare il giovane. Nel frattempo, una delle tartarughe inizia a riscoprire un sentimento che credeva non dovesse appartenergli.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Sorpresa, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Cinque ore erano trascorse del tutto.
Le tartarughe e Paige le avevano passate chine sui documenti che Karai aveva portato loro alla ricerca di indizi, risposte o perlomeno di trovare qualcosa che assomigliasse ad una prova.
Ma il farabutto che Robert aveva tentato di inchiodare e che invece aveva messo con le spalle al muro proprio il giovane reporter pareva un fantasma.
Sentivano la sua presenza, ma non riuscivano a vederlo.
Donnie, Raph e Mik decisero di prendersi almeno una ventina di minuti per riposarsi un po'. Anche loro risentivano della tensione e quel lavoro di ricerca rivelatosi finora vano aveva prosciugato tutte le loro energie.
Leo invece era rimasto in piedi.
Era sempre così... il primo ad alzarsi la mattina, l'unico a rimanere in piedi durante i combattimenti o gli addestramenti, l'ultimo a mostrare i segni della stanchezza.
Anche Paige non dava segno di volersi muovere. Si era letteralmente barricata nel laboratorio di Donatello continuando le ricerche.
'' Che dici, te lo preparo un tè?''- domandò Leo quando intravide un paio di bilancieri sugli occhi della ragazza.
La giovane annuì, ma in realtà non aveva nemmeno capito la domanda e Leo uscì in punta di piedi per evitare di fare rumore e disturbarla.
Mentre la tartaruga armeggiava con il pentolino per l'acqua e le tazze venne raggiunto dal suo sensei.
'' Paige dov'è?''- chiese Splinter.
La tartaruga dalla benda blu non aveva certo bisogno di cercarla o fare teorie per immaginare dove si trovava la ragazza.
'' Nel laboratorio di Donnie... sta rivoltando l'hard disk che Donatello ha copiato dal pc di Robert...''- non sapeva bene nemmeno lui cosa si aspettavano di trovare in quel computer. Pregavano solo di trovare uno straccio di indizio prima che fosse troppo tardi.
'' Non so come faccia...''
'' A fare cosa?''- domandò Splinter versando una tazza di tè per lui e una per il figlio.
'' A non andare fuori di testa''- rispose la tartaruga-''  Voglio dire... la guardi e la prima cosa che ti viene in mente... è così piccola, dolce, innocente, indifesa... a volte sembra così fragile... e quando pensi di averla inquadrata da tutte le angolazioni possibili... diventa un leoncino selvatico.''
Scherzi a parte era davvero incredibile... quando l'avevano incontrata pochi giorni prima sembrava una povera anima disperata arrivata al capolinea per poi trasformarsi in una donna forte, combattiva e determinata.
Determinazione che però comprendeva pienamente.
Cosa avrebbe fatto lui se qualcuno avesse preso Raph, Donnie o Mik?
Di certo avrebbe rivoltato tutto il rivoltabile come un calzino per poi rivoltarlo di nuovo, fino all'infinito se necessario, fino a quando non fosse saltato fuori qualcosa.
E poi con tutta probabilità avrebbe sepolto vivo il miserabile che aveva osato fare una cosa del genere alla sua famiglia.
Splinter sorrise-'' La risposta la conosci benissimo...così come la conosco io''- le prime volte che i suoi figli uscivano in superficie erano un inferno in terra per il roditore.
Anche se si trattava di una semplice corsa sui tetti o di una sessione di allenamento notturno, ogni secondo che passava senza vederli, gli rodeva il fegato.
Era terrorizzato persino dall'idea di accendere la tv, temendo di ascoltare o vedere una notizia che parlava dell'avvistamento e della cattura di quattro tartarughe umanoidi.
'' Ma in fin dei conti... è normale che tu la veda così... tutti gli innamorati si stupiscono dei lati nascosti della loro amata.''
Leonardo divenne rosso per l'imbarazzo e l'incredulità.
'' Non so di cosa tu stia parlando...''
Splinter lo rimproverò bonariamente-''Leonardo... sono anziano, non stupido, c'è una bella differenza... ed è più che evidente che la piccola Paige abbia centrato in pieno il bersaglio.''
Leo era sempre più imbarazzato-'' Non ho proprio nulla da dire...''-lo sguardo del padre putativo però lo costrinse a desistere-'' ok, forse sì.''- si arrese.
Come poteva negarlo? Niente da dire Paige era una ragazza molto dolce, carina...ricordava ancora la sensazione del cuore che si scioglieva come neve al sole che aveva provato nel vederla dormire sul suo petto... e il fatto che fosse preoccupata per la sorte di suo fratello era qualcosa che la univa a lui in modo particolare...la rendeva una persona, forse l'unica su tutto il pianeta, che comprendeva benissimo cosa si provasse nell'essere terrorizzati all'idea di perdere qualcuno di molto amato... e sapeva pure cucinare.
Oddio, forse non era un dettaglio così importante... ma per chi conosceva le ''performance culinarie'' del leader delle tartarughe, l'avrebbe considerata una vera benedizione.
C'era solo un piccolo problema.
'' Ma non siamo fatti per stare insieme...''- borbottò la tartaruga con voce amareggiata e rassegnata.
'' Perchè dici questo?''- fece il topo-'' perchè lei è umana e tu no? Se il problema è solo questo... ti posso assicurare che anche tra umano e umana le cose non sono così serene.''
'' Non è solo per questo''- fece Leo-'' Lo sai, c'è un sacco di gente che se potesse ci sparerebbe a vista... e non è giusto mettere in pericolo la vita di Paige per colpa nostra...''
Non che la sua vita fosse in una posizione migliore attualmente, però...
Splinter sospirò, capendo le motivazioni del figlio.
Ancora non gli sembrava vero... gli pareva solo ieri che i suoi ragazzi erano delle tartarughine di appena quattro anni la cui vita girava intorno al loro padre, agli allenamenti e al gioco... e adesso, il maggiore dei suoi figli, il più responsabile e forse quello che più di tutti gli altri aveva caricato di responsabilità... si era innamorato.
Non c'era niente di strano però... in fin dei conti era un ragazzo. Ed anche i ninja non umani avevano gli ormoni in tempesta ad un certo punto della vita.
'' Posso darti un consiglio?''- fece Splinter -'' Non spegnere il cervello... ma non spegnere nemmeno il cuore.
Ricorda figliolo... alba e tramonto. Terra e cielo.Buio e luce.  Cuore e cervello. E' la filosofia cinese dello Yin e dello Yang. L'uno non può esistere senza l'altro.'' - detto così si allontanò per dedicarsi alla meditazione.
Leo prese le tazze di tè caldo, una per lui ed una per la ragazza e tornò dove l'aveva lasciata, ripensando alle parole del padre.
E se avesse avuto ragione? Avrebbe dovuto dire a Paige che in quei pochi giorni passati assieme era gia diventata una persona importante, forse la più importante, per lui?
Forse... ma che sarebbe successo poi?
Se lei non avesse provato la stessa cosa... forse era vero. L'amore era la cosa più semplice, meravigliosa... e dolorosa che vi fosse.
Ma comunque ora non era il momento di pensare a certe cose... doveva aiutarla a salvare il fratello non provarci con lei.
'' Ah ti ringrazio''- fece lei prendendo la tazza di tè che la tartaruga le aveva portato.
'' Che stavi facendo?''- fece Leo notando che la ragazza si era distratta e teneva tra le mani un oggetto rettangolare, molto stretto.
Poi lo guardò meglio.
Era una stilografica.
Molto bella anche se datata.
Paige sorrise.
'' E' una sorta di cimelio di famiglia... ed è anche il portafortuna di mio fratello''-spiegò Paige senza smettere di guardare la suddetta penna con occhi carichi di nostalgia-'' ha scritto il suo primo articolo con questa penna, prima di batterlo con la tastiera del pc.''
'' Sembra fuori produzione però...''- commentò Leo.
'' Oh ci puoi scommettere...''- fece la ragazza divertendosi a far uscire la punta dalla penna come se stesse manggiando una pallina anti-stress-''  questa penna... è stata il primo regalo che la mamma ha fatto a papà quando erano fidanzati.''
''Era di tuo padre?''- fece eco Leonardo.
La giovane annuì-'' Mi ricordo ancora quella notte...''- in quel momento il suo sguardo iniziò a vagare lontano-'' eravamo in camera di Robert...era dopo cena... lui scarabocchiava e scriveva proprio con questa penna... io guardavo i cartoni animati...
Abbiamo sentito gridare i nostri genitori...mio fratello è uscito di corsa per vedere cosa fosse accaduto... e quando è  tornato...''
''... le fiamme vi stavano gia arrivando addosso.''- concluse Leo.
Paige annuì asciugandosi i lucciconi che le spuntavano dagli occhi-'' Si... mio fratello non perse tempo però. Spalancò la finestra, mi prese sulle spalle... ci mettemmo in salvo grazie ai rami del banano britannico che piovevano sulla finestra.
I pompieri erano gia sul posto...ma non poterono fare niente per i nostri genitori. Quando, finalmente, riuscimmo a rimettere piede in casa...''- inspirò bruscamente per non scoppiare a piangere-'' al posto dei nostri genitori c'erano solo due corpi carbonizzati.''
Da allora era cominciata una vera e propria odissea per i due piccoli Collins: erano stati affidati alle persone più disparate. Alcuni erano tossici, altri con precedenti per percosse e violenza domestica, altri per truffe...  in quattro anni avevano cambiato nove famiglie.
E in ogni famiglia non restavano mai per più di un mese. Poi tornavano sempre in istituto.
Poi Robert aveva compiuto diciotto anni.
E la prima cosa che fece fu firmare dei documenti di assunzione di responsabilità per Paige. Lavorò duramente, provando ogni sorta di lavoro saltuario. Lavorava, studiava e al tempo stesso rivestiva il ruolo di genitore per la sorella.
A lungo andare la sorte parve premiarlo: scrisse un articolo denuncia contro una discarica abusiva che gli fruttò non solo un posto di lavoro come giornalista ma anche un piccolo appartamento in cui lui e la sorella poterono andare a vivere.
'' Dopo tanto tempo...''- fece Paige asciugandosi un occhio-'' Dopo tanto dolore... ero convinta che finalmente avessimo diritto ad un po' di pace...''- nel dir così aveva iniziato a rigirarsi tra le mani la penna.
La parte superiore si svitò.. e portò alla luce una sorpresa inaspettata.
'' E questo cos'è?''- fece Paige. All'interno della penna, arrotolato con cura, vi era un pezzetto di carta. E sopra vi era una scritta.
A27, 612, 27° Strada.
'' Che cos'è, un codice segreto?''- fece Paige. Poi se ne rammentò-:'' ah, no...  è un indirizzo a cui c'è una banca.''
'' Ed A27 deve essere il numero della cassetta di sicurezza...''- fece Leo allontanandosi-'' chiamo gli altri... non so tu, ma io un' occhiata a questa A27 gliela do volentieri.''

'' Prima il suo ufficio...''- borbottò Mik mentre Raph si adoperava nello scassinare la cassetta di sicurezza che il fratello di Paige aveva preso in affitto-'' adesso la cassetta di sicurezza... prima o poi Robert ci denuncia.''
'' Si... se non lo fanno prima i veri proprietari...''- commentò Donnie-'' Ma vedrai che Robert ce ne sarà grato quando lo troveremo.''
In quel momento si sentì un click metallico.
Raph era riuscito a forzare la serratura.
'' Bene... signori e gentile signorina...''- fece rivolto a Paige-'' stiamo per scoprire cosa c'è dietro a questa storia.''
Nel dir così rivoltò il contenuto della cassetta per terra.
La loro attenzione fu catturata dalla fotocopia di un articolo di giornale.
Fu Mik a prenderlo e leggere il titolo di testata che diceva ''TRAGEDIA FAMILIARE''.
'' Alle 21.09  di ieri sera...''- lesse l'arancione- '' Una casa alla periferia è stata completamente rasa al suolo dalle fiamme. Da una prima analisi risulta che le prime fiamme si sono sprigionate dal mozzicone di una sigaretta accesa lasciata incautamente su alcuni documenti appoggiati sul tavolo.
Purtroppo, in questo tragico rogo, hanno perso la vita Alfred Collins e sua moglie Adele O' Doul...''
'' MA NO, E' ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE!!!''- gridò Paige, che nel frattempo era divenuta rossa come un peperone.
I quattro la guardarono sconvolti e stupiti.
'' Paige...''- provò a calmarla Leo-'' calma...che intendi dire?''
'' Mik... levami una curiosità... quell'articolo...''- domandò Paige senza curarsi del fatto che non era appropriato rispondere ad una domanda con un' altra domanda-'' quanti anni ha?''
Mik si affrettò a rispondere-'' Aspetta... ah sì... il 18 Aprile di dieci anni fa.''
'' Lo sapevo...''- fece Paige-'' quest'articolo è uscito il giorno dopo la morte dei nostri genitori... ovvero il 17 Aprile 1995.''
Le tartarughe la fissarono sconcertate e preoccupate.
Sapevano per certo che a distanza di anni rivedere fatti e ricordare eventi così dolorosi era tutt'altro che piacevole.
Ed iniziavano ad avere un dubbio...
'' Non ti convince la teoria dell'incendio colposo?''- fece Raph avvicinandosi cautamente.
Paige dissentì con il capo-'' Un giorno... a casa nostra, per cena,  venne un collega di lavoro di mia madre.
Poco dopo la fine della cena, si è acceso una sigaretta davanti a tutti noi... e i miei lo hanno rimproverato aspramente e...''- qui si lasciò sfuggire una risata-'' sono partiti in quarta con una conferenza sulle conseguenze del fumo su chi fuma e su chi gli sta intorno... e soprattutto perchè non volevano rischiare  che io e mio fratello divenissimo dei fumatori.''
E in breve... tutti raggiunsero, simultaneamente, la stessa identica conclusione.
Probabilmente la stessa a cui era giunto Robert, nonchè la medesima che aveva segnato la sua sorte.
Era assolutamente impensabile che due persone che si arrabbiavano contro coloro che fumavano lasciassero incautamente un mozzicone di sigaretta ancora accesa nei pressi di qualcosa che prendeva fuoco facilmente.
Non si era trattato di una pericolosa dimenticanza finita in tragedia... si era trattato di un duplice omicidio.
A distanza di anni probabilmente Robert aveva notato l'incongruenza ed aveva investigato.
'' Questo spiega il suo essere improvvisamente misterioso e scostante con tutti...''- fece Raph. Per quanto gli seccasse ammetterlo... Karai aveva detto loro il vero.
Donnie annuì-'' Ecco perchè di punto in bianco ti ha dato il permesso di partire per Londra senza colpo ferire... cercava di proteggerti... ed anche il perchè non ti avesse parlato di Karai adesso è chiaro.. temeva che venisse a chiedere a te delle spiegazioni, visto il rapporto che avevate tra fratello e sorella... e tu avresti scoperto tutto prima che fosse tutto finito. Ciò avrebbe potuto metterti in pericolo.''
Paige non disse e non fece nulla.
Rimase immobile, quasi imbambolata con lo sguardo perso nel vuoto... suo fratello l'aveva protetta un'altra volta... come quando la difendeva dalle punzioni delle loro famiglie affidatarie, quando la confortava dopo gli incubi che avevano popolato i suoi sogni dopo la morte dei genitori o di quando la confortava e la difendeva dai compagni che la prendevano in giro a causa del fatto che alle festicciole della scuola, ai colloqui e agli eventi genitori-figli si presentava sempre Robert.
Era quello il motivo per cui quella sera il suo adorato fratellone era così felice e voleva portarla fuori per festeggiare... voleva dirle che aveva trovato l'assassino e che giustizia era fatta.
'' Paige...?''- Leo le mise una mano sulla spalla. Lo stato di mutismo in cui si era chiusa la ragazza lo preoccupava non poco.
'' Sto bene ragazzi... non preoccupatevi.''- parole vuote, morte nello stesso istante in cui furono pronunciate.
Leo la fissò tristemente e poi la mise al sicuro, sotto una spalla.
'' Coraggio torniamo a casa...''- dire che era preoccupato era ben poco. Pochi giorni erano passati e le emozioni che si erano accumulate erano decisamente troppe.
Adesso la giovane Paige non doveva solo convivere con la terribile consapevolezza del fratello rapito e del quale ignorava persino se fosse ancora vivo o fosse gia morto... ma anche che i suoi genitori erano morti. E non per un maledetto incidente come aveva creduto per tanti anni... ma che erano stati assassinati e che il loro assassino era sfuggito alla giustizia.
L'idea di perdere anche il fratello per mano dell'omicida dei suoi genitori doveva essere insopportabile a dir poco... inoltre voleva tenere Paige e i suoi fratelli al sicuro da un eventuale ''sorpresa'' da parte di qualche cecchino appostato.
Il cecchino dell'altra sera aveva mancato la testa di Paige. Quindi chiunque fosse a tirare le fila del gioco sapeva che Paige era viva, che con tutta probabilità era a caccia del fratello e che era ben protetta.
Per quel che ne sapevano... potevano essere la fuori a spiarli, pronti a sparare.
Senza sbagliare stavolta.

Il ritorno al rifugio era stato tranquillo, tutto sommato.
Perlomeno niente cecchini armati fino ai denti o sicari pronti a tutto pur di avere la sua testa.
Anche quella era una vittoria.
'' L'obiettivo primario di un ninja è quello di riportare a casa la pelle''- soleva dire Splinter.
Appena tornati, Paige si era rintanata nella stanza che le tartarughe le avevano messo a disposizione e non dava cenno di volerne uscire.
Mik provò a farla ridere con ogni sorta di scherzo, battuta o barzelletta, si fece persino prendere a scapellotti da Raph pur di strapparle un sorriso... ma davanti alla totale irremovibilità di lei fu costretto a gettare la spugna.
Paige se ne stava seduta sul letto, con la testa nascosta tra le gambe e circondava queste con le braccia.
Dopo diversi tentativi vani nel tentare di strapparle almeno un sorrisetto divertito, le tartarughe si dissero che forse era meglio lasciarla in pace, per darle il tempo di metabolizzare il tutto.
'' Toc toc..''- fece Leo una mezz'oretta più tardi fingendo di bussare ad una porta che non c'era.
Per la prima volta da quando erano tornati alla base la giovane parve riscuotersi dal suo stato di catalessi.
'' Ah sei tu...''
'' Volevo sapere come stavi...''- fece Leo sedendosi accanto a lei sul letto-'' sai com'è... siamo partiti da qui con una ragazza, e siamo tornati con uno zombie.''
Paige abbozzò un sorriso che però si spense subito.
'' I miei genitori sono morti... assassinati. Il loro assassino è riuscito a farla franca per anni e con tutta probabilità ha rapito mio fratello... che a questo punto non so più se è ancora vivo oppure...''- non disse la parola ''Morto'', perchè a dispetto di tutto quello che urlavano i fatti non riusciva proprio ad immaginare il suo adorato Robert come una persona morta.
Leo le carezzò dolcemente una gamba-'' Ed è proprio per questo motivo che prenderemo quel bastardo: i conti si pagano. E la sua proroga ormai è scaduta.''
'' Leo...''- fece lei sciogliendo la posizione in cui si era raggomitolata fino a poco prima -'' Sei gentile a consolarmi... anzi, lo siete tutti voi e non sai quanto ve ne sono grata... ma stiamo parlando di un delitto di dieci anni fa... la polizia non ha trovato niente allora, pensi davvero che...?''
Leo le prese le mani, dolcemente -'' Vero, ma allora le cose erano diverse. La polizia non aveva scavato a fondo, probabilmente perchè riteneva che non ve ne fosse necessità... ma adesso sappiamo che si è trattato di un omicidio.''
Paige parve convincersi.
Leo aveva ragione... prima nessuno sospettava che vi fosse un assassino da cercare e questa convinzione aveva portato le autorità competenti a chiudere il caso della dipartita dei suoi in tempi rapidi... ma adesso era tutto diverso.
Sapevano con certezza che i genitori di Paige e Robert erano morti per mano di un'altra persona... e quasi certamente era una delle persone che erano intervenute alla festa in cui Robert si era occupato del reportage.
Era con quella consapevolezza che dovevano riesaminare tutto il materiale che avevano a disposizione.
Stavolta qualcosa, sarebbe saltato fuori, di sicuro.
'' Facciamo giustizia...''- fecero i due quasi in coro.
E si rimisero subito al lavoro.

  
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