Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Little_Lotte    09/05/2015    10 recensioni
"Credevo che essere un Cavaliere di Athena fosse la cosa più complicata di questo mondo, ma mi sbagliavo: essere una persona normale, probabilmente lo è ancora di più."
[ In tempo di pace, anche i Cavalieri di Athena hanno tutto il diritto di vivere una "vita normale".
Fra amori incompresi, segreti e bugie,partenze improvvise e intramontabili amicizie, saranno in grado di vivere come semplici ragazzini? ]
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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NOTE PRIMA DELLA LETTURA: Questa storia si basa unicamente sugli eventi dell'Anime e, di conseguenza, tutti i Bronze Saints (a parte, ovviamente, Shun e Ikki) NON sono fratelli. La vicenda si svolge dopo gli eventi della Saga di Nettuno e non tiene conto della serie di "Hades."

Buona Lettura :)

 

Nuova Luxor, Giappone.

La vita a Villa Kido aveva finalmente ripreso a scorrere tranquillamente, dopo che i recenti eventi avevano costretto i poveri Cavalieri di Athena e la stessa dea a rischiare - come sempre- la propria vita per la salvezza del mondo intero. La povera Saori - che negli ultimi mesi aveva rischiato di morire un numero di volte decisamente fin troppo esiguo per una qualsiasi altra fanciulla della sua età - era a dir poco esausta e considerato che anche i Bronze sarebbero stati più che felici di avere a disposizione un po' di tempo per recuperare le proprie forze, avevano tutti approfittato di quell' inconsueto periodo di pace per riposarsi e concedersi una meritata tregua dalle loro estenuanti fatiche.

Ciò, ovviamente, non esentava nessuno dai propri allenamenti quotidiani, ma era pur sempre un sollievo sapere di potersi permettere di tenere la guardia abbassata, di tanto in tanto. La maggior parte dei Cavalieri era più che lieta di questo periodo di pausa, fatta eccezione per uno solo di essi, che sembrava disdegnare più di ogni altra cosa quello stile di vita così insolitamente pacifico e sedentario.

<< Non avrei mai pensato di doverlo dire, Shiryu, ma inizio a sentire la mancanza delle battaglie e dei nostri nemici. >>

Shiryu ridacchiò sommessamente, sollevò il capo e guardò di sottecchi in direzione di Seiya, seduto di fronte a lui.

<< Non dirmi che ti stai annoiando! >> esclamò il Dragone, in tono divertito << Che c'è, Seiya, non sei felice di poter trascorrere un po' di tempo in pace e tranquillità? >>

<< Tutt'altro. >> rilanciò prontamente Seiya, sbuffando e sprofondando a braccia conserte nella propria poltrona; lui e Shiryu erano proprio nel bel mezzo di una partita di scacchi e il cavaliere di Pegaso pensava che quello fosse l'avvenimento più emozionante che fosse loro capitato da almeno una settimana a quella parte << E puoi forse darmi torto, Shiryu? Se non fosse per gli allenamenti direi che la nostra vita sia diventata vuota! A te non sembra che il tempo scorra ogni giorno sempre più lentamente? >>

<< Non direi. >> rispose Shiryu, facendo spallucce << Io trovo sempre il modo di tenere allenati la mente e il corpo: esercizi fisici, meditazione, letture... Persino gli scacchi sono un metodo eccellente per mantenere la mente sempre attiva. Per questo motivo anche tu dovresti mettere un po' più d'impegno in questa partita. >>

Seiya fece una smorfia.

<< E a che scopo? >> protestò << Tanto vinci sempre tu! Come pensi ch'io possa tenere allenata la mia mente se non mi concedi mai l'opportunità di una vittoria? >>

<< Oh, è proprio questo il punto. >> Shiryu sorrise maliziosamente << Non è certo vincendo che si migliora, bensì grazie alle sconfitte e a quanto si può imparare da esse. Da una vittoria non imparerai mai niente.>>

Seiya storse il naso e sbuffò nuovamente.

<< Sarà pure come dici tu, intanto a me è passata la voglia di giocare. >> disse << Piuttosto, dove sono finiti gli altri cavalieri? E Saori? >>

<< Si trova in giardino, nel roseto. >> rispose Shiryu, fissando con espressione concentrata la scacchiera che aveva di fronte a sé << Non so dirti dove siano i cavalieri, ma per quanto riguarda Shun credo che non esca da camera sua da almeno un paio d'ore. Immagino senta molta nostalgia di Ikki. >>

Seiya si morse il labbro inferiore, annuendo con fare malinconico.

Ikki, al contrario di tutti gli altri cavalieri, aveva limitato il proprio soggiorno a Villa Kido ad appena un paio di giorni, per poi ripartire come sempre alla volta di lidi sconosciuti, in cerca di solitudine e tranquillità; era una cosa che faceva di continuo e nessuno dei suoi compagni (neanche la stessa Athena) sembrava più sorprendersene, per quanto alcuni di essi – o più semplicemente Shun – facessero ancora fatica ad accettare pienamente questa sua forma di distacco.

<< E' comprensibile. >> rilanciò Seiya, con un leggero sospiro << Sai quanto Shun sia legato a suo fratello, non riesce proprio a sopportare la sua assenza! Comunque, per quanto emotivo possa essere il nostro amico, sono certo che prima o poi verrà fuori dalla sua stanza... Quantomeno per mangiare qualcosa. >>

Shiryu sorrise debolmente.

<< Eppure negli ultimi tempi mi è sembrato molto più mesto del solito, come se stesse tentando di nascondere un segreto. >> osservò << Tu non hai avuto questa impressione? >>

Seiya soffocò una risata.

<< Un segreto? Shun? >> rilanciò sbigottito << No, lui non ha segreti: E' un libro aperto per chiunque, sai meglio di me quanto possa essere semplice leggergli dentro. La sua catena sarà anche una difesa impenetrabile per chiunque, ma non si può proprio dire altrettanto dei suoi occhi. >>

Questa volta Shiryu non poté fare a meno di concordare con l' amico; del resto, se esisteva al mondo una persona il cui sguardo rendesse del tutto impossibile celare a qualcuno la propria verità, quella era senza dubbio Shun.

<< Sì, probabilmente è come dici tu. >> mormorò il Dragone << Anche se da un lato continuo a pensare che vi sia sotto qualcosa, e non mi riferisco solamente a Shun: anche Hyoga si comporta in maniera strana, da qualche giorno a questa parte mi sembra di percepire grande tensione da parte di entrambi. >>

Seiya continuò a fissarlo con aria perplessa.

<< Non ci vedo nulla di strano. >> fu il suo commento << Shun è un ragazzo molto sensibile ed emotivo, e l'assenza di Ikki lo rende ancora più vulnerabile del solito. Per quanto riguarda Hyoga... Beh, immagino sia superfluo ricordare quanto è da poco accaduto fra lui e Isaac: troppi ricordi, troppe emozioni violente, e poi quella cicatrice sull'occhio! Persino tu, al posto suo, ti sentiresti altrettanto smarrito e sconsolato. >>

Shiryu si morse il labbro inferiore e annuì mestamente, il suo sguardo che si adombrò di colpo.

<< Sì, lo ritengo estremamente probabile. >> disse << Perdonami, Seiya, probabilmente mi sono lasciato trascinare dalle miei percezioni e ho travisato completamente il senso della realtà. >>

Seiya ridacchiò sotto i baffi, tentando di sdrammatizzare.

<< E' quel che accade quando si sta troppo tempo senza fare niente. >> commentò << Forse dovresti alzarti un po' da quella poltrona, sai? Sei seduto lì da troppo tempo e forse dovremmo... >>

<< Seiya. >> lo ammonì il dragone, guardandolo di traverso << Non provarci neanche, non si può lasciare una partita di scacchi a metà: va contro ogni principio legato alla sacralità del gioco. >>

Seiya storse il naso e guardò la scacchiera con aria di sufficienza.

<< Dunque questo gioco avrebbe anche una sua sacralità? >> bofonchiò << Mi riesce piuttosto difficile crederlo, fino ad ora mi è sembrato solamente un modo piuttosto accurato per farmi perdere la pazienza. >>

Shiryu sospirò profondamente, con tutta la calma e la sopportazione di cui Seiya difettava.

<< Non si può pretendere di giocare a scacchi se non si è nella disposizione mentale giusta. >> asserì << Sai, Seiya, forse tu ed io dovremmo parlare un po': ho passato gli ultimi due giorni a preoccuparmi per Hyoga e Shun, ma credo che anche la tua mente sia turbata da qualcosa. Non ho forse ragione? >>

<< Cosa? Niente affatto, io... >> Seiya tentò di sviare ma lo sguardo di Shiryu, implacabile come sempre, incrociò severamente il suo prima ancora che questi avesse il tempo di sottrarsi a quell'inquisizione << Per tutti gli dei, Shiryu... Non ti si può nascondere niente! >>

Shiryu sorrise.

<< Come ho già detto, la mia cecità ha condotto il mio Sesto Senso verso un livello superiore. >> disse << Sfortunatamente, però, non è ancora sufficientemente sviluppato da riuscire ad indovinare i pensieri più intimi di una persona; dunque, se davvero vuoi rendermi partecipe dei tuoi tormenti, dovrai essere tu stesso a parlarne, amico mio. >>

Seiya tirò un sospiro d'incoraggiamento e poi - quasi svogliatamente - si decise a vuotare il sacco, non potendo tuttavia nascondere la propria gratitudine nei confronti di Shiryu

<< Sono stati giorni davvero intensi, Shiryu, e io ho avuto modo di pensare a molte cose: pensieri inusuali per me, talmente assidui da non riuscire a darmi pace. >>

Shiryu lo fissò con aria interrogativa: << Inusuali, dici? Spiegati meglio. >>

Seiya sospirò nuovamente: << E' complicato, Shiryu. Io... Io sono molto confuso. Non so cosa mi stia accadendo, né perché, ma per quanto faticosamente io possa tentare, non riesco a smettere di pensare a lei. >>

Un ampio sorriso beffardo si fece strada lungo le labbra del Dragone.

<< Lei? >> ripeté maliziosamente.

Seiya si fece completamente rosso in volto e iniziò a balbettare: << Sì, io... Ecco, sì... Insomma... >>

<< Seiya, amico mio! >> lo interruppe Shiryu, in tono divertito << Non devi certo sentirti in imbarazzo di fronte a me, non ne hai alcun motivo. E neanche di celare le tue emozioni, se è per questo: è sempre stato evidente a tutti quanto Shaina ti stesse a cuore. >>

Il volto di Seiya si fece, se possibile, ancora più rosso e accaldato.

<< S-sul serio? >> farfugliò << A tutti quanti? >>

Shiryu scrollò le spalle.

<< Forse non proprio a tutti, ma a me sì. >> rispose << Ti prego di non farmi ripetere il mio soliloquio sul Sesto Senso e di proseguire con il tuo racconto, ti assicuro di esserne molto interessato. >>

<< Non saprei neanche che cosa dire, Shiryu. >> replicò Seiya, con voce intrisa di mestizia << Shaina esercita su di me un potere indescrivibile, neanche quando ci siamo sfidati sul campo di battaglia mi sono mai sentito così inerme e indifeso dinnanzi a lei. >>

<< E' una cosa del tutto normale. >> rispose Shiryu, ritrovandosi a ridacchiare sommessamente.<< Se i sentimenti che provi per Shaina sono così intensi come penso, è comprensibile che il solo pensare a lei ti faccia sentire così debole e indifeso. Fa parte dell'amore, amico mio. >>

Seiya tornò a mordersi il labbra, sempre più confuso e pensieroso.

<< Tu credi dunque che il mio sia amore, Dragone? >> domandò infine, scrutando attentamente gli occhi di Shiryu come in cerca di una risposta al suo dilemma << Davvero lo ritieni possibile? >>

<< Non mi trovo nella tua testa, Seiya, dunque non posso affermarlo con assoluta certezza. >> gli rispose l'altro, con un rapido sospiro << Tuttavia, se riconosco bene i sintomi, mi sembra quasi di notare in te lo stesso smarrimento e la stessa confusione da me avvertiti quanto, per la prima volta, mi accorsi di quanto intensi e profondi fossero i sentimenti che mi legavano a Shunrei. Non so se nel tuo caso si possa propriamente parlare di amore, ma di qualsiasi cosa si tratti ti assicuro che ci va molto vicino. >>

Seiya sospirò a sua volta e si guardò le mani, con imbarazzo.

Possibile che fosse realmente innamorato di Shania?

Certo, lei gli stava molto a cuore e negli ultimi tempi doveva ammettersi di essersi ritrovato a pensarla molto più spesso di quanto fosse lui concesso, ma come poteva accertarsi che si trattasse di amore?

<< Non puoi tentare di razionalizzare la cosa, amico mio. >> disse ancora Shiryu, quasi gli avesse appena letto nel pensiero << Non funziona così, non quando si tratta di sentimenti umani. L'amore è probabilmente il più grande mistero dell'Universo intero. >>

Seiya sospirò profondamente: << Sinceramente, preferirei non esserne coinvolto: Non credo che l'amore faccia per me, Shiryu, e poi Shania si trova in Grecia ed io non sono del tutto sicuro che continuare a pensare a lei sia una buona idea; siamo così maledettamente lontani l'uno dall'altra. >>

<< La lontananza non ha alcun valore, se il sentimento che lega due persone è puro e sincero. >> lo interruppe Shiryu, molto pacatamente << Insomma, guarda me e Shunrei. Inoltre, sei già stato in Grecia prima d'ora; non dovrebbe essere troppo difficile per te tornarvi e andare a trovare la tua amata, così da poterle confessare apertamente i tuoi sentimenti. Immagino che tu non l'abbia ancora fatto, dico bene? >>

<< Dici bene, e al momento non ho nessuna intenzione di farlo. >> gli rispose Seiya, quasi inorridito da quel consiglio << Non sono pronto, Shiryu, non posso agire in maniera impulsiva come faccio sempre quando c'è di mezzo una battaglia... Ho bisogno di tempo! Inoltre, non me la sento proprio di lasciare Nuova Luxor: è vero che negli ultimi tempi sembra essere tornata la pace, ma non sappiamo quanto ancora essa potrà durare e se qualcuno dovesse attentare nuovamente alla vita di Milady, voglio accertarmi di essere abbastanza vicino a lei da poterla difendere. >>

Shiryu annuì in silenzio, per poi sospirare.

<< Comprendo il tuo punto di vista, amico mio, e lo rispetto. >> rispose << Cerca solo di non metterci troppo tempo, va bene? Shaina potrebbe non essere disposta ad aspettare così a lungo. >>

Seiya fece segno di sì con la testa e abbozzò un sorrisetto di riconoscenza.

<< Lo terrò bene a mente. >> disse << Grazie dei preziosi consigli, amico mio, vedrò di farne tesoro. >>

Shiryu sorrise di rimando.

<< Mi auguro che tu lo faccia davvero, cavaliere. >> mormorò gentilmente << E adesso, se posso darti un altro consiglio, faresti meglio a cercare qualcosa con cui ingannare il tempo: gli allenamenti non sono sufficienti a tenere la testa impegnata, avresti bisogno di un passatempo più produttivo, così da limitare le ore della giornata durante le quali la tua mente si ritrova a vagare verso malinconici lidi. >>

Seiya sollevò lievemente un sopracciglio, guardandolo di traverso: << Per esempio? >>

<< Per esempio, potremmo finire la nostra partita a scacchi. Coraggio, non fare quella faccia... Sono disposto a darti una piccola agevolazione, per questa volta. >>

Seiya fece una smorfia: << Ossia, mi farai vincere la partita? >>

<< Ovviamente no. >> lo freddò Shiryu << Tuttavia, ti concederò il vantaggio della prossima mossa. Coraggio, cavaliere... Sono nelle tue mani. >>

Seiya alzò gli occhi al cielo e, infine, acconsentì alla generosa offerta di Shiryu.

Sentiva, in un certo senso, di doverglielo.

Del resto, con tutte le volte che Shiryu era corso in suo soccorso e gli aveva salvato la vita, finire quella dolorosa partita a scacchi era decisamente il minimo che un vero amico potesse fare.

*

In quello stesso momento, rinchiuso nella sua camera da letto, Shun se ne stava sdraiato a pancia in giù sul materasso, intento a scarabocchiare su di un quaderno, con aria estremamente concentrata. Aveva di recente riscoperto la passione per il disegno e negli ultimi giorni, approfittando del fatto che la vita a Nuova Luxor fosse tornata a scorrere con una certa tranquillità, aveva trascorso più tempo rinchiuso nella propria stanza a fare schizzi piuttosto che a socializzare con gli altri cavalieri.

La maggior parte dei suoi amici pensava che si trattasse di semplice nostalgia nei confronti di suo fratello e in pochi, oramai, sembravano stupirsi nel vedere Shun rinchiudersi in camera dopo ogni allentamento o rabbuiarsi di tanto in tanto, persino nei momenti di massima allegria o ilarità collettiva; si trattava di Ikki, naturalmente, e del fatto che Shun non fosse in grado di tollerare la sua assenza, nonostante l'abitudine.

Tuttavia, se taluno avesse osato addentrarsi nella sua camera e avesse provato a sbirciare nel suo quaderno dei disegni, avrebbe compreso con molta facilità che il motivo reale della mestizia di Shun non era affatto Ikki, bensì qualcuno che da troppo tempo rendeva il cuore e la mente del cavaliere di Andromeda ancor più pesanti e oppressi dalle preoccupazioni; sarebbe stato sufficiente curiosare fra quelle pagine, disseminate di occhi azzurri e cristallini, lineamenti delicati e lunghi capelli color oro.

Fortunatamente per Shun, nessuno dei cavalieri sembrava sospettare che potesse esservi una qualsiasi altra ragione da attribuire alla sua malinconia; era più che felice di non dover dare spiegazioni, dal momento che mai – per nessuna ragione al mondo – si sarebbe sognato di confessare apertamente i propri sentimenti.

Neppure allo stesso Hyoga,

Una parte di lui (neanche troppo profonda, a dire il vero) in realtà moriva dalla voglia di aprire il proprio cuore al cavaliere del Cigno, ma le ragioni per non farlo erano – almeno nella sua testa – talmente tante da fargli completamente resistere alla tentazione.

E' troppo rischioso, Shun.” era solito ammonirsi il ragazzo, nella solitudine della propria camera “ Tu sei un cavaliere di Athena, non puoi permettere a sentimenti d'amore di sconvolgerti l'esistenza in questo modo. Senza contare, inoltre, che fino a questo momento si tratta di un qualcosa che si trova solamente nella tua testa, non stiamo certo parlando di un sentimento reciproco e condiviso! Per quanto ne sai, Hyoga potrebbe persino spaventarsi e fuggire via, se tu osassi confessare apertamente ciò che senti nei suoi confronti.”

Quest'ultima preoccupazione, in effetti, era diventata ancor più frequente negli ultimi tempi: Shun non sapeva se si trattasse soltanto di una sua impressione ma da quanto avevano fatto ritorno a Nuova Luxor, dove aver sconfitto il dio Nettuno, Hyoga sembrava aver in qualche modo cambiato atteggiamento nei suoi confronti, come se in un certo senso stesse tentando di stargli alla larga. Non che avesse deciso di ignorarlo del tutto, i due avevano sempre avuto un rapporto speciale e quella complicità sembrava ancora trapelare da ogni loro gesto, ma erano giorni ormai che il cavaliere del Cigno faceva di tutto per impedirsi di restare da solo con Shun, quasi l'idea di non avere nessun altro nei dintorni lo facesse sentire a disagio e fuori luogo.

Shun era più che sicuro di non aver detto o fatto niente che potesse ferire i sentimenti dell'amico, dunque perché prendere le distanze in quel modo? Forse perché, malgrado tutti gli sforzi di Shun di tenere celato il proprio amore per Hyoga, questi aveva infine mangiato la foglia e adesso la sola idea di poter trascorrere del tempo assieme a lui lo faceva sentire turbato e confuso? Forse temeva di poter dare lui una falsa speranza, oppure – più semplicemente – l'idea che l'amico potesse provare dei suoi confronti qualcosa di così profondo ed equivoco lo disgustava più di ogni altra cosa al mondo, al punto da non riuscire neanche a sopportare la sua vicinanza.

Il cavaliere tentò di scacciare quei pensieri oscuri.

No, Hyoga non si sarebbe mai comportato in maniera così meschina; i due erano legati da un affetto profondo e di certo non sarebbe bastata una simile incomprensione a rovinare la loro amicizia, di questo Shun era più che certo.

O almeno, credeva di esserlo.

<< Shun? Shun, ci sei? >>

Shun sussultò. Era talmente assorto nei suoi pensieri da non essersi minimamente accorto che Hyoga – sì, proprio Hyoga – stesse ormai da diversi minuti bussando con insistenza alla porta della sua stanza. Con un gesto rapido ficcò il quaderno sotto al cuscino e si sedette a gambe incrociate sul materasso, sforzandosi di dare a se stesso una minima parvenza di dignità.

<< S-sì! >> farfugliò il ragazzo, ravvivandosi i capelli dietro le spalle << A-avanti. >>

Hyoga, molto timidamente, aprì la porta e si sporse appena per scrutare al suo interno, con curiosità.

<< E' permesso? Posso entrare? >>

Shun annuì in silenzio, non potendo trattenersi dal guardare il Cigno con evidente sorpresa; erano giorni ormai che Hyoga non provava neanche ad avvicinarsi alla sua stanza, Shun non ricordava neanche a quando risalisse l'ultima volta che i due avevano trascorso un po' di tempo da soli, senza che vi fosse qualcun altro a fare da incomodo. Forse, tutto sommato, le cose non erano poi così tragiche come il cavaliere di Andromeda le aveva dipinte in principio.

<< C-ciao, Hyoga. >> disse infine Shun, con voce tremolante << Cosa posso fare per te? >>

Hyoga lo guardò con occhi colmi di velata dolcezza e sorrise.

<< In realtà ero venuto a controllare come stavi. >> rispose morbidamente << E' tutto il giorno che te ne stai chiuso qui dentro e se fino ad ora ho preferito lasciarti i tuoi spazi e rispettare la tua intimità, adesso mi sento in dovere di accertarmi che sia tutto apposto. Non è forse questo ciò che fanno i veri amici? >>

Shun dovette trattenersi dal contrarre il proprio volto in una smorfia, nel momento in cui le labbra di Hyoga pronunciarono la parola “amici”.

<< Ti ringrazio per le premure, Hyoga, ma non hai proprio alcuna ragione di essere preoccupato. >> gli rispose << Avevo bisogno di restarmene un po' per conto mio, le emozioni delle ultime settimane sono stata decisamente intense e la partenza di Ikki non ha contribuito a migliorare il mio umore. Io... Sentivo il bisogno di ritrovare me stesso, lontano dal chiasso e dalla confusione degli altri cavalieri. >>

<< Sei certo che sia tutto apposto? >> insistette Hyoga << Lo sai, Shun, se vi fosse qualcosa a tormentarti io sarei più che disposto ad ascoltarti. Sarei felicissimo se potessi, in qualche modo, esserti di conforto. >>

Shun si ritrovò immancabilmente a sorridere, intenerito e visibilmente appagato dalle inaspettate premure che Hyoga mostrava nei suoi confronti. Che sciocco era stato a pensare che l'amico stesse tentando di evitarlo! L'affetto che i due nutrivano l'un l'altro non si era in alcun modo affievolito e forse Shun avrebbe fatto molto meglio a smetterla di tormentarsi con simili, inutili paturnie, fondate praticamente sul niente.

<< Sto bene, Hyoga. >> mormorò dolcemente il cavaliere di Andromeda << Davvero, non hai alcun motivo di essere in ansia per me. Piuttosto, tu... Tu come ti senti? Non abbiamo parlato molto negli ultimi tempi. Non da soli, almeno. >>

Hyoga arrossì di colpo e chinò rapidamente il capo, con fare imbarazzato.

<< Sì, io... Perdonami, Shun, sono stato preso da molti pensieri. >> farfugliò << Dopo quanto è accaduto con Isaac credo di essermi sentito terribilmente confuso e frastornato, avevo bisogno di trascorrere un po' di tempo da solo con me stesso, per riflettere. >>

Shun dovette trattenersi dal colpirsi in pieno volto con uno schiaffo.

Giusto, Isaac.

Come aveva fatto a non pensarci? Era ovvio che Hyoga fosse ancora molto scosso per quanto era accaduto fra lui e il suo vecchio compagno di addestramento, si trattava di una motivazione più che valida per chiudersi in se stesso e rifiutare qualsiasi genere di contatto col mondo.

Shun avrebbe dovuto rendersene conto sin dal principio.

<< Sì, immagino che non sia stato affatto semplice per te. >> disse ancora questi, con voce lieve << Come sta il tuo occhio? Ti fa ancora molto male? >>

Hyoga sorrise debolmente: << Non troppo a dire il vero. Lo sai, Shun, io sono un cavaliere di Athena: ho sopportato dolori ben peggiori, nella mia vita. >>

Shun sorrise con dolcezza, guardando di sottecchi la fasciatura che Hyoga aveva posto a copertura del suo occhio leso. Il cavaliere del Cigno era diventato incredibilmente bravo a nascondere il proprio dolore, forse perché il male infertogli da quella cicatrice non valeva neanche un decimo di tutte quelle atroci sofferenze che albergavano dentro di lui.

<< Sai, Shun, sono felice di vederti nuovamente sorridere. >> disse ad un tratto Hyoga, in tono quasi casuale << E' capitato così di rado negli ultimi tempi. >>

Le guance di Shun assunsero un colore “lievemente” scarlatto e il ragazzo abbassò in fretta lo sguardo, per impedirsi d'incrociare quello di Hyoga. E dire che, fino a pochi minuti prima, temeva che l'amico stesse tentando di prendere le distanze da lui.

<< Lo hai detto tu stesso, Hyoga, sono stati momenti difficili per tutti. >> rispose il cavaliere di Andromeda, con voce tremante << Immagino semplicemente di non aver avuto molte occasioni per sorridere. >>

<< Ma tu dovresti sorridere sempre. >> gli rispose immediatamente Hyoga, guardandolo intensamente negli occhi, tanto da far battere il suo cuore all'impazzata << Che ne sarebbe di noi Cavalieri di Bronzo, se fossimo privati del tuo splendido sorriso? >>

Shun si sentì completamente avvampare e per un attimo si chiese se quel giorno Hyoga non avesse deliberatamente deciso di mandarlo completamente in fiamme o, peggio ancora, di farlo letteralmente morire per l'imbarazzo.

<< Voi... Ve la cavereste benissimo anche senza di me. >> tartagliò il cavaliere, distogliendo ancora una volta lo sguardo << Non sono un elemento di fondamentale importanza, lo sai anche tu. Quante volte ho avuto bisogno che mio fratello Ikki accorresse in mio soccorso e mi salvasse la vita? >>

<< E quante volte, invece, sei stato tu a salvare le nostre? >> rilanciò prontamente Hyoga << Non parlo solo dei nemici che hai fronteggiato, ma di tutte le volte in cui ti sei preso cura di un amico, quelle volte in cui il tuo sguardo e il tuo sorriso ci hanno aiutato a trovare dentro di noi la forza per andare avanti. Potrai non crederlo, cavaliere, ma è avvenuto molto più frequentemente di quanto tu non riesca ad immaginare. >>

Shun si morse il labbro inferiore e continuò a fissare il pavimento, troppo imbarazzato da riuscire a guardare l'altro negli occhi.

<< Dovresti essere un po' meno lusinghiero nei miei confronti, Hyoga. >> dichiarò << Non credo di meritarmi così tanti encomi. >>

<< Oh, te li meriti eccome. >> insistette il biondo, muovendo qualche passo in direzione dell'amico per avvicinarsi ulteriormente a lui << E' proprio questo il punto, Shun, tu... >>

S'interruppe di colpo e ammutolì per diversi secondi, mordendosi il labbro con fare pensieroso.

Voleva davvero dirlo? Si chiese in quel momento.

Era disposto ad aprirsi a tal punto con Shun, arrivando persino a tradire se stesso e tutte le promesse che, suo malgrado, si era visto costretto a suggellare? No, certo che no; lo aveva giurato, aveva promesso che per nessuna ragione al mondo sarebbe mai venuto meno alla propria parola, e neanche lo sguardo dolce e premuroso di Shun, per quanto irresistibile che fosse, sarebbe mai riuscito a...

<< Hyoga? Va tutto bene? >>

La voce di Shun riportò immediatamente Hyoga sulla terra, ridestandolo dai suoi stessi pensieri.

<< Cosa? Sì, io... >>

Lo sguardo del Cigno incrociò finalmente quello di Shun e i due rimasero in silenzio per diversi secondi, semplicemente fissandosi come se tutto il resto del mondo avesse, d'un tratto, perso di significato.

Hyoga avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un fioco e distratto: << Sei molto più forte di quanto pensi, Shun. Cerca solo di non lasciarti abbattere dai cattivi pensieri. >>

Il volto di Shun si adombrò rapidamente e tutto l'entusiasmo che pian piano aveva sentito crescere in sé, sin dal momento in cui aveva visto comparire Hyoga sulla sua soglia, si smorzò di colpo, esplodendo nell'aria come una fragile bolla di sapone.

<< Ti ringrazio, Hyoga. >> rilanciò a mezza voce << Vedrò di tenerlo ben presente. >>

Hyoga annuì in silenzio e poi distolse in fretta lo sguardo, potendo un immediata distanza di sicurezza fra lui e Shun. Il cavaliere di Andromeda avvertì una dolorosa fitta al petto e dovette mordersi duramente il labbro inferiore per impedire alle lacrime di scendere copiosamente lungo il suo viso.

Hyoga... Perché si comportava in questo modo? Perché un attimo era come se al mondo non esistesse altri che Shun e l'attimo dopo diventava improvvisamente freddo, distaccato, quasi la sola idea di essere gentile con lui o disgustasse profondamente? I dubbi che così faticosamente era riuscito ad accantonare, tornarono in un attimo a tormentare la sua mente e la sua anima.

<< Adesso dovrei andare. >> disse poi Hyoga, voltandosi dall'altro lato << La mia benda ha bisogno di essere cambiata, l'ho tenuta su per troppo tempo. Io... Sì, è meglio che vada. Ci vediamo più tardi, a cena. >>

Shun fece segno di sì con la testa, senza fiatare, e i due si salutarono frettolosamente, senza sprecare troppe parole. Hyoga si richiuse la porta alle spalle con delicatezza e non appena fu certo di non poter essere udito, Shun si abbandonò ad un profondo sospiro straziato e si accasciò sul materasso, afferrando di prepotenza il cuscino e stringendoselo al petto, lo sguardo adesso completamente offuscato dalle lacrime.

Proprio non riusciva a comprendere il perché del comportamento di Hyoga, per quanti sforzi facesse gli era del tutto impossibile capire che cosa potesse mai passare per quella sua mente così contorta e complicata; sembrava quasi che nel corpo del cavaliere albergassero due personalità differenti, una gentile e affettuosa e l'altra fredda e distaccata, due facce opposte della stessa medaglia che difficilmente sarebbe stato possibile far coincidere.

Ardua impresa stabilire quale delle due prevalesse sull'altra: A quale Hyoga Shun doveva rivolgere i propri pensieri? A quello dolce, gentile e premuroso, oppure al suo alter ego introverso e distaccato? Shun, da parte sua, sentiva di amare entrambi allo stesso modo, ma questi continui cambiamenti d'umore da parte dell'amico non facevano altro che confonderlo, molto più di quanto egli stesso ritenesse possibile.

Faresti meglio a dimenticarti di lui, Shun, tornare a guardarlo coi soli occhi dell'amicizia.” si ammonì mentalmente, ma mentre la sua testa pronunciava quelle parole il suo cuore, immediatamente, si apprestava a rinnegarle.

Perché sì, nell'arco dei mesi Shun aveva imparato che non esisteva un solo nemico al mondo, né una singola battaglia che egli non fosse in grado di vincere, ma l'amore – quel sentimento puro e nobile che nutriva nei confronti di Hyoga – lo avrebbe sempre visto cadere e soccombere per primo.

*

Hyoga avrebbe tanto voluto prendersi a schiaffi: Aveva trascorso gli ultimi tre giorni in cerca di un pretesto per far visita a Shun e quando finalmente lo aveva trovato, era riuscito brillantemente a rovinare ogni cosa, nella maniera più stupida che potesse immaginare. Come aveva potuto essere così idiota? Shun non meritava un simile trattamento, Hyoga sapeva benissimo di non aver alcun diritto di comportarsi in quel modo, rivolgendosi a lui con tanto affetto e premura, salvo poi rinchiudersi in se stesso e prendere le distanze nel momento in cui subentrava la paura.

Paura, sì... Perché, in fin dei conti, di nient'altro si poteva parlare: paura di avvicinarsi troppo a Shun ed essere per lui ragione di dolore, paura di arrendersi al volere di un sentimento che da troppo tempo covava dentro al suo petto.

Paura di innamorarsi o, per meglio dire, di ammetterlo con se stesso.

Più di ogni altra cosa al mondo, paura di amare.

Eppure era proprio quel che stava accadendo, senza alcuna ombra di dubbio; inutile continuare a negarlo, era tutto talmente chiaro e lampante che Hyoga sarebbe potuto persino venire accecato dall'intensità devastante dei suoi sentimenti.

Non sapeva esattamente quando il suo modo di vedere l'amico fosse cambiato.

Era semplicemente accaduto e adesso il cavaliere non riusciva ad immaginare niente di più normale dei nobili sentimenti che lo legavano a Shun. I due, in fin dei conti, avevano sempre avuto un legame speciale, sin da quando – ancora bambini – vivevano a Nuova Luxor assieme a tutti gli altri aspiranti cavalieri di Athena: il piccolo Hyoga, la cui natura si era rivelata sin dal principio particolarmente fredda e distaccata, aveva trovato in Shun il suo primo vero amico e persino quando riuscì finalmente ad integrarsi con il resto del gruppo, continuò a mostrare un'evidente predilezione per il futuro cavaliere di Andromeda.

Shun, d'altra parte, trascorreva in compagnia di Hyoga tutto il tempo che non passava assieme a suo fratello e ben presto il giovane siberiano si conquistò un posto d'onore dentro al suo cuore, appena dopo il tanto adorato Ikki – il quale, probabilmente, non sarebbe stato particolarmente entusiasta di sapere che qualcun altro esercitava su Shun il suo stesso fascino e la sua stessa influenza.

Ovviamente all'epoca non si poteva certo parlare di amore e quando i due ragazzini vennero separati per dare inizio ai rispettivi addestramenti, dimenticarono per molto tempo quella grande amicizia e la tanto accesa sintonia che a lungo avevano condiviso. Tuttavia, quando dopo anni si ritrovarono a Nuova Luxor per la tanto attesa Guerra Galattica, fu come se non fosse cambiato niente.

Quantomeno, fu così per Hyoga.

Nel rivedere gli occhi verdi e brillanti di Shun, il cavaliere riconobbe immediatamente il suo tenero amico d'infanzia e una piacevole sensazione di calore lo avvolse interamente, come un dolcissimo abbraccio.

Erano passati anni, ma per il cuore di Hyoga non era trascorso un solo giorno. Lo stesso Shun doveva essersi sentito altrettanto stordito da quelle emozioni, perché da quel giorno i due tornarono ad essere inseparabili, grandi amici e confidenti come un tempo, praticamente simbiotici come mai erano stati in passato.

Con simili presupposti, in effetti, innamorarsi di Shun sembrava essere l'unica opzione possibile.

Non che Hyoga lo avesse fatto apposta, ovviamente, era semplicemente accaduto e nonostante tutti i suoi sforzi per impedirsi di pensare a lui in quel senso, il Cigno si era inevitabilmente visto costretto ad arrendersi all'evidenza e ad accettare la chiara ed inequivocabile realtà: era completamente, totalmente ed irrimediabilmente innamorato di Shun.

E questa era in assoluto l'ultima cosa che Hyoga potesse augurarsi.

Egli non voleva innamorarsi di Shun o, per meglio dire, sarebbe stato auspicabile per lui non innamorarsi mai di nessuno; certo, il fatto che fosse proprio Shun l'oggetto dei suoi desideri rendeva tutto ancora più complicato.

Faresti molto meglio a togliertelo dalla testa, Hyoga, per il tuo bene e soprattutto per la sicurezza di Shun.” era solito dirsi, soffermandosi in modo particolare su quell'ultimo punto.

La sicurezza di Shun era per lui quanto di più importante vi fosse al mondo e il Cavaliere del Cigno sapeva che il modo migliore per metterla a repentaglio sarebbe stato proprio avvicinarsi a lui più di quanto fosse consentito fare ad un amico. Del resto, Hyoga sapeva fin troppo bene quale triste sorte il fato era solito riservare a tutte quelle persone che, loro malgrado, entravano a far parte della sua vita guadagnandosi un posto d'onore dentro al suo cuore: sua madre, il suo venerato maestro, il suo vecchio compagno di addestramento Isaac... Tutti quanti erano accomunati da un unico, tragico destino.

Tutti quanti erano morti, a causa di Hyoga.

Non poteva permettere a Shun di fare la stessa fine di tutte le persone a lui care, doveva fare qualsiasi cosa fosse in suo potere per impedire al suo grande amore di abbandonarlo per sempre, così come avevano già fatto tutti gli altri. E il solo modo che aveva per accertarsi che tutto andasse secondo i suoi piani, era stare il più lontano possibile dal Cavaliere di Andromeda.

Certo, non era affatto semplice far fede ai propri propositi: Hyoga aveva tentato spesso di tenere lontano Shun, il più delle volte comportandosi persino come se non volesse neanche avere a che fare con lui, ma ogni volta che il suo sguardo incrociava anche solo per un breve istante quello dell'altro, ogni tentativo di resistenza diveniva del tutto vano, facendogli desiderare piuttosto di morire egli stesso che stare lontano dall'amico.

Sembrava essere una battaglia persa in partenza.

Eppure devi riuscirci, Hyoga, per il suo bene.” si ammonì mentalmente il ragazzo, facendo ritorno a passo lento verso la propria stanza “Smettila di essere egoista, non pensare esclusivamente ai benefici tratti dalla vicinanza di Shun e preoccupati unicamente della sua incolumità.”

Si richiuse con forza la porta alle spalle e poi si appoggiò ad essa con la schiena, lasciandosi scivolare a terra e stringendosi le ginocchia al petto, chinò la testa all'indietro e infine chiuse gli occhi, sospirando a pieni polmoni.

<< Oh, Shun. >> mormorò mestamente << Perché deve essere tutto così complicato? >>

Sospirò nuovamente.

Certo, se Shun lo avesse respinto sarebbe stato molto più semplice porre fine al suo dilemma; tuttavia, Hyoga conosceva il cavaliere di Andromeda come le proprie tasche ed era perfettamente conscio di essergli caro almeno quanto egli stesso stava lui a cuore.

Ovviamente Shun non lo avrebbe mai ammesso ed era ovvio che non sospettasse in alcun modo che i suoi sentimenti per Hyoga fossero ricambiati, tanto era insicuro, ma il giovane siberiano sapeva – anzi, era più che certo – che quei sentimenti erano reciproci e per tale ragione, non poteva assolutamente permettersi di lasciarsi andare; se Shun avesse saputo, se avesse scoperto la mutualità di quell'affetto, non avrebbe mai permesso a Hyoga di allontanarsi da lui ed era proprio ciò che questi avrebbe dovuto impedire.

Il Cigno sollevò lentamente il capo e i suoi occhi azzurri si posarono sulla parete di fronte a lui, sulla quale trionfava una vecchia cartina geografica, mezza sgualcita ma ancora perfettamente leggibile.

Un lungo sospiro si levò dalla sua gola e una decisione, infine, venne finalmente presa: Poco importava quanto sinceri e profondi fossero i suoi sentimenti, Hyoga doveva allontanarsi da Shun il prima possibile; doveva andarsene da Nuova Luxor, così da non rischiare di essere per lui alcuna fonte di pericolo.

E vi era un solo posto, in tutto il mondo, in cui avrebbe potuto farlo.


 


 


 


N.d.A: Se siete riusciti a sopravvivere a questo capitolo chilometrico e non avete provato in alcun modo il desiderio di uccidere l'autrice, allora non posso che darvi il benvenuto! xD
Dunque, cercherò di essere breve: da tempo mi ronzava intorno questa idea e adesso, grazie sopratutto a due care amiche e stimate scrittrici (per oggi non farò nomi, tanto chi deve intendere intenda e tutti gli altri in camper) mi sono finalmente decisa a pubblicare... Il che - in effetti - non so se sia un bene, ma io almeno ci provo. :D

Avrete già capito attorno a quali coppie ruoterà la storia e chi saranno i protagonisti assoluti delle vicende, ma dal momento che non voglio discriminare nessuno, cercherò di dare il giusto spazio a tutti e di trattarli con riguardi.
Ho scelto di scrivere una storia in "tempo di pace", perchè prediligo occuparmi di sentimenti piuttosto che di battaglie e guerre sante; come dico sempre, è stato Kurumada a mostrarci "i cavalieri", io preferisco invece soffermarmi sui ragazzi, sulle loro emozioni e sui pensieri più nascosti perché, in fin dei conti, non sono nati unicamente come servi di Athena.
In primo luogo, essi sono semplicemente degli esseri umani.

Un grazie a chiunque avrà la voglia e la pazienza di seguirmi e un grande bacio a tutti <3

  
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