Abigail era eroina allo stato puro, per Kurt Cobain.
Appena i suoi occhi avevano sfiorato i suoi una confusione mentale e generale lo aveva completamente invaso, un senso di calore lo colpì improvvisamente e sudò freddo.
I legami associativi erano più lenti, il pensiero rallentava, ma acquisì un senso logico; l'umore era o euforico, o disforico; e le percezioni temporali erano largamente alterate: le ore sembravano minuti, i minuti secondi.
Dopo ore compare il picco massimo dell'effetto: la mente raggiunge una sensazione di pace, il corpo anestetizzato da un incondizionato senso di piacere, misto ad un'esaltazione interiore, tende ad isolarsi per "vivere" l'esperienza e ogni tipo di problema tende ad essere dimenticato.
Peccato che a differenza Abigail i problemi li creava.
E Kurt Cobain lo sapeva bene di esserci dentro fino al collo, ormai dipendente di lei.