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Autore: terry_love    10/05/2015    2 recensioni
Credo che a volte un po' tutti pensiamo che alcune persone siano fatte per stare insieme. Le osserviamo e possiamo subito intuire quanto siano belle accanto. Sono ormai certa che una di queste coppie è proprio quella di Calliope e Arizona. Così ho iniziato a immaginare.
“E se Jessica e Sara fossero davvero destinate a incontrarsi nel cast per uno scopo? Se lavorare insieme non fosse stata una coincidenza ma destino?”
E da queste domande è nata questa raccolta con protagoniste Sara Ramirez e Jessica Capshaw.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Eccomi dopo un lungo periodo, fatto di studio disperato e di capitoli persi. Già mie care lettrici, avete letto bene. Ho perso tutti i miei capitoli e non è stato di certo una gioia. Ma in questo caso mi sarà d’aiuto uno dei miei difetti: la testardaggine. Non volevo assolutamente abbandonare questa raccolta, anche perché ci tengo, quindi mi sono rimessa a buttare giù i ricordi dei vecchi capitoli, aggiungendo nuove cose e magari dimenticandone vecchie. Spero con tutto il cuore di non avervi deluso con questa mia lunga assenza. Ci tengo a ringraziarvi come sempre per il vostro appoggio e per la vostra gentilezza.
 
 
 
Previously on “I was here”
 
Tempo fa avevo una migliore amica, Jamie. Ci innamorammo. Mia madre non avrebbe mai accettato una figlia gay, così fece di tutto per allontanarci. Nonostante la sua insistenza tornavamo sempre insieme. Dopo varie vicende Jamie fu arrestata e dopo mesi trascorsi tra lettere e telefonate, la lasciai. Ho ancora con me la sua ultima lettera. Ora devo raccontare tutto a Sara. E credo di essere quasi pronta a parlare con mio marito. Sento il rumore della nostra macchina provenire da sotto…
 
- “Sara” dissi non lasciandole il tempo di terminare.
 
- “dimmi”.
 
- “Ti amo” le dissi; passarono alcuni secondi.
 
- “Ti amo anche io” rispose.
 
 
 
 
 
10. Now I’m here
 
Chiusi la chiamata e posai il cellulare sul tavolino di fronte al divano. Sentii Luke e Chris ridere mentre salivano le scale, il solo sentirli mi faceva sentire bene. Era davvero la scelta giusta quella che stavo facendo? Andai ad aprirli e fui travolta dai loro abbracci, sembrava che non ci vedessimo da tipo un settimana, quando invece erano passate solo poche ore.
 
- “Ragazzi, ragazzi! Non so se vi conviene, ma se continuate così sarete contagiati dal mio brutto raffreddore!” dissi ridendo.
 
- “Io e Luke correremo il rischio! giusto Luke?” disse Chris “a quanto pare questo brutto tempo ha colpito parecchi! Abbiamo incontrato Sara circa due ora fa, stava uscendo dalla palestra con un uomo, ed era messa bene più o meno quanto te” aggiunse. A quella notizia cercai in tutti i modi di restare indifferente.
 
- “Si, in effetti anche Sara si è presa il raffreddore. Questo tempaccio ha colpito un po’ tutti… Quindi con chi era?” chiesi, cercando di farla sembrare una domanda a semplice scopo informativo.
 
- “Camminavano insieme verso la macchina quando li abbiamo incontrati. Ammetto che Sara è alta, ma quell’uomo fa paura. Nel senso che potrebbe misurare due metri! Luke mentre era in braccio a Sara lo fissava spaventato”. Risi al pensiero di quell’incontro.
 
- “Bene ragazzi, siccome stavo troppo male per poter cucinare, ho pensato di ordinare cinese! in quanto a Luke, ci pensi tu al suo pranzo vero?” chiesi con occhi dolci a mio marito, il quale senza discutere mi posò un bacio sulla fronte e si precipitò in cucina.
 
Mentre Luke giocava al suo gioco preferito per nintendo, seduto vicino a me sul divano, allungai la mano per afferrare il cellulare. Cercai il suo numero e scrissi un messaggio:
 
A: Sara
 
Da quand’è che te ne vai in giro con un uomo di due metri?
 
 Una volta composto il messaggio mi sentii una ragazzina gelosa di 15 anni, ma comunque mi feci coraggio e premetti invio. La risposta non tardò ad arrivare.
 
Sara:
 
Che fai ora, mi pedini? Questa tua gelosia mi fa venire voglia di correre da te e darti una dimostrazione, come l’altro giorno in roulotte… Ma non posso. Di fronte a tuo marito poi... Comunque l’omone con cui tornavo felicemente dalla palestra, è il mio personal trainer, nonché amico gay da ormai tre anni. Anzi, ora che ci penso, posso dirti che il tuo Chris ha fatto colpo questa mattina.. ;)
 
 non riuscii a non sorridere e cercai a stento di non scoppiare ridere per non farmi sentire da Chris. Così pigiai su “rispondi” e composi un nuovo messaggio:
 
A: Sara
 
Una dimostrazione in effetti sarebbe la cosa ideale, ma comunque sai che non possiamo, non vorrei gettare altra legna al fuoco.. Quindi dovresti smetterla di essere così dannatamente provocante e sexy anche per messaggi, perché potrei perdere quel fievole barlume di ragione che mi rimane...
 

 Suonarono al citofono. Era arrivato il mio pranzo, lasciai il cellulare sul divano e scesi di corsa sotto, mi trovai di fronte un ragazzino giovane, poteva avere all’incirca diciotto anni, anche di meno. Quando mi vide non riuscì a trattenere un sorrisetto notando le mie condizioni.
 
- “Brutto raffreddore eh?” chiese porgendomi la busta con dentro il cibo e sorridendomi.
 
- “Già.. Ma ogni tanto ci sta prendersi un bel raffreddore!” risposi forse in maniera troppo felice, rivolgendomi più a me stessa che a lui. Così gli porsi i soldi, una bella mancia e lo salutai mentre lui sodisfatto mi ringraziava. Si incamminò verso il suo simpatico motorino e prima di partire mi fece l’occhiolino sorridendo.
 
Quando salii passai di fronte allo specchio che si trova all’entrata e per poco non mi prese un colpo, dire che somigliavo ad un pagliaccio era un eufemismo. Avevo il naso rosso, gli occhi lucidi e i capelli raccolti in uno chignon inguardabile. Quel ragazzo mi aveva sorriso solo per evitare di esplodere in una fragorosa risata!
 
Entrai posando la busta sul tavolo, guardai sul divano e mi accorsi che Luke non c'era: "Chris, dov'è Luke?" domandai incamminandomi verso la cucina, ma fui fermata da mio marito che si girò dicendo: “gelosia, dimostrazioni da non fare di fronte a me.. Ah.. qua c’è scritto” iniziò a leggere “smettila di essere così dannatamente provocante e sexy..”
 
A quelle parole non capii più nulla, il mio sguardo scivolò in basso, aveva il mio cellulare in mano. Credo che la rabbia mi si leggesse in modo palese in volto. Allungai il braccio strappandogli in maniera poco delicata il cellulare di mano. In bella vista la conversazione con Sara. Lo chiusi e guardai negli occhi mio marito in maniera tanto disgustata e furiosa che riuscivo a leggergli nei suoi occhi, la paura di aver commesso un grosso errore. Nonostante quello che aveva letto, la mia rabbia era riuscita velocemente a capovolgere la situazione, dove chi aveva i sensi di colpa non ero io, ma lui.
 
“Aveva chiamato tua madre.. quando ho chiuso la chiamata c’era la vostra conversazione..”
 
- “Chris non aggiungere altro! Non-aggiungere-altro!” Urlai. Corsi di sopra chiudendomi in bagno.
 
Accesi il cellulare, le mani tremavano, non riuscivo quasi a tenerlo.
 
A: Sara
 
Mio marito ha letto la nostra conversazione, pensavo di essere pronta a parlargli. Ma ora mi accorgo che non riesco, non da sola ti preg
 
Le lacrime avevano riempito lo schermo, e nel tentativo di scacciarle avevo premuto invio. Mi arrivò dopo poco un suo messaggio.
 
 
 
Sara
 
Aspetta 5 minuti, non fare nulla.
 
Feci come mi disse. Mi sciacquai il viso con dell’acqua fredda. Mi tranquillizzai un po’. Dopo circa 8 minuti arrivò un altro suo messaggio.
 
Sara
 
Vai nella tua camera da letto. Fa in modo di essere da sola.
 
 
 
Apro la porta del bagno lentamente, ed altrettanto piano oltrepasso il corridoio. Entro in camera.
 
A Sara:
 
Sono in camera da sola
 
Sara
 
Lo so, girati di 90° a destra.
 
 
 
Non riuscivo a capire, in ogni caso seguii gli ordini. Mi prese un colpo, per poco non urlai. Era lì di fronte al balcone. Mi chiesi per un attimo se fosse uno scherzo, o se la dinastia dei Cullen esistesse davvero e non fosse solo opera dell’immaginazione della Meyer, come diavolo aveva fatto a salire? E soprattutto come aveva fatto ad arrivare in così poco tempo? Quando le aprii e prese il mio mento fra il pollice e l’indice baciandomi, ogni pensiero e domanda fu subito rimosso.
 
- “Jessica non preoccuparti, ci penso io. Sistemo la situazione.”
 
- “Cosa? No, cioè, che intendi?!!” Non riuscii ad evitare di alzare il tono della voce.
 
- “Ti ho messa io in questa situazione e devo essere io a porre rimedio. Sai, ho rovinato una famiglia” mi accarezzò la guancia con l’indice, voleva tranquillizzarmi. In realtà non riuscivo a gestire nulla della situazione. Mi fece sdraiare sul letto ordinandomi di restare lì, di non muovermi.  Uscì dal balcone e svanì nel buio.
 
Dopo pochi secondi sentii il citofono. Sara stava parlando con Chris. Con calma uscii dalla camera e andai vicino alle scale per ascoltare meglio. Si stava accusando, dandosi la colpa di tutto.
 
- “Non sarà più un problema comunque. Perché mi trasferisco” quelle parole mi colpirono con la stessa violenza di un pugno in faccia.
 
Entrambi si voltarono verso le scale mentre scendevo.
 
Quando fui di fronte a loro presi un bel respiro.
 
- “Chris… Io ti ho tradito. Hai letto i messaggi e ciò che hai pensato è ciò che è successo. Mi sono innamorata di Sara…”
 
- “Dal momento in cui l’hai incontrata” continuò lui il mio discorso. “Jessica te l’ho letto in volto fin dal primo istante, ho voluto non credere a me stesso e soprattutto agli avvertimenti di tua madre, ma era evidente. Ora però è giunto il momento in cui io devo essere sincero”.
 
- “Se volete me ne vado” disse Sara che era rimasta a fissarci tutto il tempo.
 
- “No resta” dicemmo all’unisono io e Chris.
 
- “Jess, ti ho tradita" quelle parole riecheggiarono nella stanza. Guardai l'espressione di Sara, era rimasta anche lei a bocca aperta. Non provavo nulla, né odio, né rabbia, nulla. Solo una strana sensazione mi stava attraversando il corpo, a cominciare dal basso ventre. Tutto intorno iniziò a girare, presi la mano di Sara, subito dopo mi sentii afferrare.
Buio.
 
- "Jessica, ti amo così tanto". - "Jess, ti ho tradita" -"sistemo io la situazione".
due voci continuavano ad alternarsi nelle mia mente, ero in uno stato di confusione tale da non riuscire a capire cosa stesse succedendo o cosa era successo; solo dopo sentii il calore di dita che scorrevano lungo la mia guancia, in maniera dolce, non mi resi conto se stavo sorridendo per quella sensazione di piacere mista a solletico che quel tocco provocava. Aprii lentamente gli occhi, lasciando trapelare dalla piccola fessura, la luce che bastava per riuscire a vedere il suo volto.
- "portami quel bicchiere" intimò Sara, e mio marito, alle sue parole, scattò veloce.
- "ecco tesoro, bevi". Mi aiutò a bere e dopo mi posò un bacio sulla guancia. "è stato solo un calo di zuccheri" disse fulminando subito dopo Christopher con lo sguardo. Mi lascio prendere in braccio facendomi sistemare sul divano. Subito dopo la vidi allontanarsi in cucina con mio marito. Stavano litigando. Dopo un po' vidi tornare Sara, con un’espressione seria in volto.
- "aspettami qui, vado a prendere le tue cose, stasera ti porto da me" scomparì lungo le scale.
Nel frattempo Christopher era andato nel suo studio, dopo avermi guardata con l'aria da cane bastonato, non riuscii a guardarlo per più di un millesimo di secondo.
La vidi scendere con un borsone troppo grande per chi deve passare solo una notte fuori. Si avvicinò baciandomi in fronte, con quel suo modo protettivo tale da farmi sentire come una bambina estranea a tutto, felice di averla accanto.
- "Dobbiamo decidere cosa fare con Luke adesso" disse spostando una ciocca di capelli dal mio viso e portandola dietro l'orecchio.
- "Sta dormendo, quindi preferisco non svegliarlo, capirebbe subito che qualcosa non va.. Preferisco passare domani a prenderlo".
- "Passeremo domani a prenderlo, tranquilla." sussurrò sorridendomi, poi si alzò chiamando Chris e spiegandogli la faccenda, mentre io stavo dal divano a fissarli, come un'estranea, facevo persino fatica ad aprir bocca. Mi alzai subito dopo, tentennai, ma Sara prontamente mi strinse a sé e mi accompagnò nella sua auto.
Scoppiai a piangere, come non facevo da tempo. Sara mise il borsone nel portabagagli e quando salì in auto mi abbracciò.
- "calma, calma. Ci sono io adesso. Supereremo tutto, te lo prometto" disse con dolcezza cercando di tranquillizzarmi e inspirando profondamente fra i miei capelli. Sciolsi l'abbraccio, mentre Sara iniziò a guidare verso casa. Quando arrivammo attese che si aprisse il garage sul retro della casa, e dopo essere entrata parcheggiò.
- "aspetta ti aiuto io a scendere" disse slacciando la cintura di sicurezza.
- "no tranquilla, ora va meglio, ce la faccio" affermai scendendo dall'auto.
Prese il borsone e mi accompagnò dentro. C'era Guillermina, la domestica, che mi salutò dandomi 2 baci, facendomi poi accomodare sul divano. Dalla cucina giungeva un odore buonissimo, in effetti non avevo cenato, e a quel buon profumo il mio stomaco brontolò.
- "Non hai mangiato, quindi ora ceniamo" giunse la sua voce dalla stanza degli ospiti e mi domandai per l'ennesima volta se fosse in grado di leggere il pensiero. Quando tornò mi porse una sua felpa: "copriti" intimò, e feci come disse. Non che avessi freddo, ma me l'avrebbe fatta indossare comunque se avessi protestato. Ci sedemmo a tavola, insieme a Guil, feci i complimenti per la cena, non avevo mai assaggiato qualcosa di più buono, doveva essere sicuramente un piatto della cucina spagnola. Quando finimmo, Sara non fece scomodare né me né Guillermina, sistemò tutto lei e in un batter d'occhio riempì la lavastoviglie azionandola.
 
Quando Guil se ne andò, io e Sara iniziammo a parlare.
- "Cosa intedevi con il trasferimento prima?" chiesi.
- "Uhm, quel trasferimento... Beh se sarebbe servito lo avrei fatto" disse prendendomi la mano e baciandola. Aveva gli occhi lucidi.
- "lo sai che non lo avrei mai permesso. Avrei fatto di tutto" sospirai, "in effetti non pensavo che sarebbe successo così in fretta. Questa è l'ironia! Ti rendi conto?" scoppiai in una risata nervosa "Io mi preoccupavo per lui, per me, la famiglia. Mentre lui chissà da quanto lo faceva senza ripensamenti! È proprio il colmo!" risi. "Ora siamo io e te" aggiunsi avvicinandomi.
- "già, io e te" aggiunse, e dopo essersi avvicinata mi baciò. Mi tolse la felpa iniziando a baciarmi sul collo, poi mi sollevò portandomi in braccio nella sua stanza. Mi fece sedere sul letto e mentre continuava a baciarmi iniziò a spogliarmi.
 
Ed eccoci giunti alla fine di questo nuovo capitolo!! Ovviamente siate liberi di sfogare i vostri pensieri a riguardo qua sotto! Io ci tengo a ringraziar nuovamente tutti. Poter vedere che il numero dei seguaci della storia è aumentato, nonostante la mia assenza, mi ha reso davvero tanto felice e soddisfatta, siete sempre di più! Grazie
  
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