Nei giorni seguenti Hikaru si mostrò sempre presente e dava tutta se stessa negli allenamenti. Ma a volte il pensiero di Haru nelle mani del nemico tornava aggressivo nella sua mente e la rendeva meno sicura.
Sapeva bene però che non si doveva abbattere proprio adesso, poiché l'addestramento ora aveva la priorità su ogni altro pensiero.
I suoi amici erano felici di vederla più matura. A volte sgarrava un po' con l'addestramento ma poi tornava quella di prima.
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Siamo felici di vedere che sei tornata quella di sempre – le disse Sayuri, un pomerggio.
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A volte è dura ma non posso permettermi di crollare proprio adesso, non è quello che Hikaru vorrebbe, mi sono ripromessa di essere più forte per tutti e due – replicò Hikaru, decisa.
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Il desiderio di andare a salvarlo è forte, troppo forte, ma prima mi preparo e meglio è – riprese poco dopo.
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E noi saremo ben felici di aitarti. Attenta che ti teniamo d'occhio – replicò Kaede.
Hikaru rise.
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Mica scappo, sarebbe una pazzia. Sarò pure una testa calda ma ragiono con la testa – ribattè lei, ridendo allegramente.
Non si sarebbe lasciata tentare.
Era ben conscia che se lo avrebbe fatto, molto probabilmente non sarebbe mai più tornata e andare incntro al nemico voleva dire morte certa.
Era vero, si era ripromessa di essere forte, ma quando la paura prendeva il sopravvento era davvero molto difficile farla tornare in se.
Ma non era sola, aveva i suoi amici e Hachiro e mai l'avrebbero abbandonata al suo dolore. Loro avevano il dono di farle sepre tornare il sorriso.
“Devo essere forte, devo esserlo per tutti e due”.
Questo era il suo primo pensiero quando si lasciava troppo andare.
Haru le mancava certo, ma non per questo doveva crollare, al contrario, doveva reagire e affrontare la situazione a testa alta. Lo aveva imparato da suo fratello, poco prima che lui partisse per il suo addestramento all'Accademia.
Doveva essere forte.
Doveva esserlo per coloro che amava.
Per loro che l'avevano sempre sostenuta nel suo cammino.
E mai si sarebbe permessa di deluderli.