10/05/2015
1 recensioniHAI, CAPTAIN!
"I feel you keeping me alive,
you are my salvation."
you are my salvation."
Se ne era pentito.
Eccome se se ne era pentito.
A pensarci bene avrebbe preferito di gran lunga avere a che fare ogni giorno con quel testone di Kidd, con quella testa di cazzo di Scratchmen, ma anche quell'isterica di Bonney andava bene, tutto tranne questo!
Non se lo aspettava mica Law che gestire la ciurma di Mugiwara-ya sarebbe stato così impegnativo. Non che lui non si prendesse le sue responsabilità, attenzione, in fondo l'idea era stata sua, e ora se ne prendeva le conseguenze.
Okay, forse per Kidd era di parte, ma ciò non influenzava il fatto che si trovasse comunque li, su quella dannata nave con quei mostri scalmanati.
"Giuro che se non la smettono, faccio tutti a fette."
Questo pensava il Chirurgo della Morte assistendo all'ennesima lotta per il cibo, conseguenza praticamente scontata di ogni minima inezia che accadeva al tavolo del pranzo dove la ciurma si riuniva per mangiare. Guardava senza un vero interesse Cappello di paglia rubare il cibo dagli altri piatti senza incontrare nessuna resistenza, tranne quando si avvicinava al piatto delle uniche donne presenti, scatenando l'ira di quel mieloso del cuoco.
Law era sempre più interessato a capire come facesse a roteare a quella velocità espandendo cuoricini a destra e a manca, e per di più perdendo ingenti quantità di sangue dal naso con una propulsione degna di un dial. Ancora perso in quei pensieri, caso volle che l'occhio gli si posasse sull'unico membro di quella ciurma che non aveva veramente voglia di smembrare.
La piccola renna era infatti il Mugiwara con cui Law aveva stabilito maggiormente una sorta di "intesa", e se ne era reso conto sempre di più giorno dopo giorno.
Forse perchè come lui era un dottore, ma sotto sotto il Chirurgo sapeva che la ragione era un'altra.
Se infatti Trafalgar Law non sopportava gli esseri umani di qualsiasi tipo (eccezione fatta per quelli morti, o per quelli particolarmente incazzosi e con una testaccia rossa tutta da baciare), amava senza ritegno gli animali, specialmente quelli pelosi.
Indicativo era il fatto che il suo migliore amico, se così si poteva definire, nonchè vicecapitano era un bianchissimo e pelosissimo orso. Polare, goffo ed esperto di Kung Fu (e parlante, ma quello non era poi un evento così degno di nota), ma era pur sempre un orso, e Law adorava potersi stendere sulla sua pelliccia con le braccia sotto il capo e le gambe distese, nei giorni particolarmente caldi o nei momenti di stanchezza.
Ripensò a quando l'aveva trovato, ancora cucciolo e disperso nei freddi ghiacci del North Blue. Al tempo era ancora alla ricerca di membri per la sua ciurma (nonostante la sua inevitabile reticenza nei confronti del genere umano), e fu infatti davvero felice di poter accogliere nel suo equipaggio Bepo, che di umano, grazie al kami, oltre alla voce e all'andatura non aveva nulla.
Si, Bepo non era umano, e Law ne era maledettamente felice.
Perchè Bepo non era crudele, non si faceva scrupoli ad aiutare un compagno in difficoltà.
Bepo non era invidioso, non agiva alle spalle altrui, e Law ci avrebbe scommesso il cuore che non l'avrebbe mai tradito. Non aveva problemi ad affidargli la Nodachi o la sua stessa vita, perchè l'orso si fidava di lui, ed era stato il primo oltre a Cora-San a dimostrargli (seppur inconsciamente) che ci può essere del buono nel mondo, riportando in qualche modo a galla una parte di se che credeva di aver perso dopo la morte del biondo.
"Basta sapere dove cercare, non ovunque c'è il male".
Così gli diceva Cora.
E così gli diceva anche Bepo.
Sorrise, stranamente senza ombra di scherno. Gli mancava l'orso così come la sua ciurma, era innegabile, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno tra un milione di anni.
Si accorse troppo tardi di essersi di nuovo estraniato, ritrovando su di se lo sguardo perplesso del piccolo medico di bordo, che lo guardava stranito e sorpreso.
Law alzò un sopracciglio interrogativo, cacciando via i suoi ultimi pensieri e fissando la renna negli occhi.
Quella ripose sorridendogli, facendo segno di cucirsi la bocca, come a mantenere un segreto. Il moro non capì subito quel gesto, fino a che non si poggiò una mano sulla guancia, sorprendendosi di trovarla bollente ed accaldata.
Spalancò gli occhi, arrossendo ancora più violentemente.
Non riusciva a crederci, era arrossito pensando alla sua ciurma e a Cora, e si era fatto beccare sorridente come un ebete e per giunta rosso come un carbone ardente.
Si alzò dal tavolo, ignorando le proteste del capitano della nave e gli sguardi interrogativi dei presenti al tavolo, camminando velocemente verso la sua cabina.
"Dannazione Bepo, questa te la faccio pagare!" si disse mentre cercava di diminuire quel rossore imbarazzante dal viso sciacquandosi con acqua ghiacciata, maledicendosi mentalmente mille e una volta.
Si, Trafalgar Law poteva sembrare un burbero senza sentimenti, ma su una cosa non c'era dubbio.
Amava la sua ciurma, e in fondo al cuore, non vedeva l'ora di terminare quella impresa e di tornare da loro. Glielo aveva promesso, con un implicito giuramento che non aveva bisogno di essere espresso.
Non aveva dubbi Law, i suoi compagni erano vivi, e lo stavano aspettando.
E lo avrebbero aspettato sempre, nonostante tutto.
ANGOLO AUTRICE
Ciaaaao, sono tornata. :D
Niente, mi è venuto in mente Bepo e volevo scrivere un po' del suo capitano, in un momento particolarmente dolcioso. Di chi parlo?
Ma di Law ovviamente! *^*
Spero di non essere andata troppo OOC, anche se io me lo immagino così, burbero e disinteressato, ma quando si parla della sua ciurma, si accende impercettibilmente fino a perdersi completamente.
E poi, chi non vorrebbe un Bepo nella propria vita? ^ù^
Al solito grazie a chi segue, ricorda, preferisce e recensisce, siete la mia forza :D <3
Un grande bacio e ci vediamo con il prossimo capitolo di "Smile" (che arriverà presto, promesso! u.u)
Un saluto,
Jules
