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Autore: _Emy_    10/05/2015    2 recensioni
Kensi torna a lavoro dopo una lunga missione. Ma questa missione l'ha cambiata molto. Se un agente della CIA non avesse detto che Kensi era un agente, per salvarsi, la missione sarebbe andata meglio. Forse. Kensi pensa di essere pronta per tornare a lavoro, ma lo sarà davvero? Ha evidente bisogno di aiuto. Deeks le offre il suo aiuto ma alla fine Kensi cederà e si farà aiutare da Deeks?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G Callen, Kensi Blye, Marty Deeks, Sam Hanna, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un incubo.


Sembrava tutto un fottuto incubo.


Ma cos’è in fondo un incubo?


Un sogno.
Un sogno che, invece di destare in noi dei sentimenti di felicità e tranquillità, desta sentimenti che sono tutto, fuorché positivi.
Freud riteneva  che il contesto manifesto dei sogni non è altro che la forma elaborata e “travestita” in cui si presentano i desideri latenti.
Il sogno è l’appagamento camuffato di un desiderio rimosso, in quanto in ogni sogno un desiderio istintuale viene presentato come appagato.
Ma io sono più che consapevole di ciò che sogno, non c’è nulla di camuffato nei miei sogni. So cosa mi porta a sognare tutto questo. So qual è il mio problema, ma non so come diavolo porre dine a tutto questo.

Ero uscita, dovevo allontanarmi da quella casa, da Deeks, o forse non era da lui che dovevo allontanarmi, forse lui mi doveva aiutare, ma dovevo e volevo allontanarmi da me stessa.


Camminavo.


Camminavo.
Non avevo una meta precisa, non sapevo davvero dove andare. Non sarei mai andata a casa mia, né tanto meno sarei tornata a casa di Deeks. Ma non sarei certamente andata da Sam, insomma è con la sua famiglia, e per quanto lui possa volermi bene, e per quanto io ne voglia a lui, non lo disturberei mai. Non andrei da Callen perché sicuramente sarà con Joenne. Eric sarà impegnato con uno dei suoi videogiochi. Nell è meglio che la lasci dormire, ultimamente, da quello che mi ha detto Deeks, Hetty la sta sovraccaricando di lavoro. Resta Hetty…
Ma io non voglio vedere nessuno.
Devo restare da sola.
Devo schiarirmi le idee.
Devo capire cosa mi è successo.
Devo capire cosa mi sta succedendo.
Devo capire me.
Devo ritrovare me stessa, e devo farlo da sola.
Quando mi risveglio dai miei pensieri, tornando alla realtà, mi rendo conto che sono arrivata sulla spiaggia. Mi avvicinai alla riva e mi misi seduta sulla sabbia fresca, quasi completamente fredda, anche se mi piaceva stare sulla spiaggia, ed era molto piacevole nonostante fossero le 2 e mezza del mattino. Il panorama era bellissimo, la spiaggia e tutta la città era illuminata dalla luce che la luna emanava e da alcuni lampioni.
Rimasi sulla spiaggia per un po’ forse un oretta o due, e poi mi feci coraggio e decisi di tornare a casa mia. Arrivata davanti casa lo trovai lì.
-Deeks- sussurrai io, lui si alzò e si avvicinò a me, io mi scansai e lui si fermò. –Kensi, dannazione mi hai fatto preoccupare, non sapevo dove eri. Non sapevo dove cecarti e- disse lui molto preoccupato –Deeks smettila. So perfettamente badare a me stessa e non ho bisogno di una babysitter, quindi vai a casa e non stressarmi più- lo interruppi io bruscamente. Lui rimase quasi scioccato dalle mie parole, così ne approfittai per entrare in casa, ma proprio stavo chiudendo la porta alle mie spalle, lui entrò e mi bloccò contro la porta con il suo corpo. –Kensi, dimmi cosa diavolo sta succedendo- chiese con tono severo e allo stesso tempo dolce. Abbassai lo sguardo, fissando un punto imprecisato oltre le sue spalle, lui mi mise l’indice sotto il mento, facendomi alzare nuovamente il volto verso di lui, in modo da riprendere quel contatto visivo che gli avevo negato abbassando lo sguardo. Ma non riuscivo a sostenere il mio sguardo fisso nei suoi occhi azzurri. Si allontanò da me e si avvicinò al divano dove mi invitò a sedermi accanto a lui, così mi misi dall’altro lato del divano. Lui sorrise e si avvicinò a me poggiando delicatamente una sua mano sulla mia che era poggiata sulla gamba. –Kensi so che non è facile la situazione in cui ti trovi ora, ma per favore, fatti aiutare, lasciami aiutarti. Io davvero voglio farlo, non posso vederti così.-

Impulso.
Ecco cosa si stava spargendo velocemente nel mio corpo. Un senso di impulso.
Una voglia di lasciarmi tutto alle spalle, di abbandonare tutta la razionalità e lasciarmi cullare, abbracciare, stringere abbandonarmi completamente a  quel corpo non eccessivamente muscoloso, quel corpo a cui appartenevano quella bionda capigliatura ogni giorno più ribelle del precedente, quei bellissimi occhi azzurri.
Tornai alla realtà, scuotendo il capo, nel vano tentativo di scacciare quei pensieri che stavano diventando anche molto poco casti. Lui lo notò, era impossibile che gli sfuggisse qualcosa, poiché teneva il suo sguardo fisso su di me, nel tentativo, per lui non vano, di capire cosa mi prendesse, di capire come stessi.
Mi guardò nuovamente, avvicinandosi maggiormente e cercando quel contatto visivo che mi ostinavo a negargli. –Kensi, scusa per quello che ho fatto prima; io non lo so. Davvero, non so cosa mi sia preso. So che non avrei dovuto farlo, e ti chiedo scusa. Davvero, anche se, lo ammetto, non mi dispiacerebbe farlo con te… Ma il momento non era quello giusto-  io non parlavo, non lo guardavo e continuavo a tenere il mio sguardo fisso sulle mie gambe incrociate sul divano. –Kensi, sai.. questo è uno di quei momenti in cui tu dovresti dirmi “Deeks non fa niente, ti perdono. Ma non azzardarti più a farlo, altrimenti ti castro con le pinze della cucina” o cose del genere- disse lui sorridendo. Lo guardai finalmente negli occhi con uno sguardo serio che diceva “ma stai facendo sul serio” ma in modo assassino. Vedendo i suoi occhi speranzosi e al tempo stesso seri. Iniziai a ridere come una pazza, lasciandolo nuovamente per i primi secondi sbalordito, e quasi frastornato dalla mia reazione, subito dopo iniziò a sorridere e mi abbracciò quando mi ero sporta un po’ verso di lui. E poi mi lasciai prendere dall’istinto, da quell’ impulso che avevo dentro il corpo, ribollire da molto, ormai troppo tempo.
Iniziai a baciargli il collo.
-Hey … cosa… cosa stai facendo?- chiese titubante  -Ho deciso di lasciarmi andare. Te l’ho già detto. Io mi fido di te- dissi io fermandomi a guardare i suoi occhi, nei quali puntualmente mi ci perdevi. –No, Kensi, non so cosa ti stia prendendo ora, ma tu non lo vuoi veramente. E io non ho intenzione di fare nulla- continuò lui serio, accarezzandomi la schiena, non ponendo fine a quel contatto visivo. Io ignorai le sue parole, mettendomi sopra di lui e continuando a baciarlo, salendo fino alle sue labbra sottili. Poi non so come ma mi ritrovai sdraiata sul divano, sotto di lui che mi bloccava le braccia, in una stretta troppo forte, una stretta che stava riportando a galla quei momenti, di tutte quelle infinite e terribili torture, ma scacciai quei pensieri. –Deeks te lo chiedo per favore. E poi tu scusa da quando rifiuti una notte di sesso? In questi mesi sei cambiato così tanto?- lui mi sorrise e rispose poco dopo –Io non sono cambiato per nulla in questi mesi. Ma una notte di sesso con te che non stai bene, no, non voglio. Io ti salterei addosso sempre, ma non voglio farlo mentre stai così. Io non voglio peggiorare la situazione. Io voglio aiutarti- continuò serio. Così io con tono più serio del suo gli risposi –Vuoi aiutarmi ? Allora fallo e basta-
Si avvicinò a me ed iniziò a baciarmi, poi si alzò, mi prese un braccio e delicatamente mi trascinò nella mia camera da letto. Con la stessa delicatezza mi adagiò sul letto, mi tolse con estrema lentezza la  maglia ed i leggins, e io feci lo stesso con lui. Iniziò a mordermi sul collo, a lasciarmi una lunghissima scia di umidi baci, soffermandosi più a lungo sulle cicatrici che prima o poi sarebbero sparite dal mio corpo.
Capovolsi la situazione, mettendomi sopra di lui e lasciai sul suo petto molti baci. Dopo qualche secondo nessuno dei sue indossava più l’intimo, che ormai per entrambi era dell’inutile stoffa che copriva quello che non doveva coprire, era di troppo.
Mi penetrò con estrema lentezza e delicatezza, e anche quando iniziò a muoversi i suoi movimenti erano sempre delicati. Pian piano le sue spinte diventavano più forti, veloci, ma sempre contraddistinte da quella delicatezza, alla fine venimmo insieme e lui uscì da me, distendendosi accanto al mio corpo.
Mi voltai verso di lui, lo baciai e mi strinsi a lui, che prontamente mi cinse la vita con un braccio –Adesso dormi, piccola. Sei stanca ed hai bisogno di riposo. Parleremo dopo- mi disse dolcemente. Così mi addormentai, cullata dalle sue forti braccia.

Quando mi svegliai c’era qualcosa di strano. Mi voltai e Deeks non era al mio fianco, così mi alzai e andai in cucina  dove lo trovai intento a preparare la colazione. Mi avvicinai e lui mi notò così mi chiese come avessi dormito e come stessi, dato che gli sembravo molto pallida. –Ho dormito bene, ma non lo so Deeks, continuo a sentire il mio corpo indolenzito , e non è per quello che abbiamo fatto questa notte. Sento come se avessi qualcosa nel braccio, non lo so, nella mai testa continuo a sentire a sentire quel rumore che fa… hai presente quando sei in ospedale e sei attaccato ad una macchina che ti tiene in vita… hai presente il rumore un po’ fastidioso che produce.. io sento quel dannatissimo rumore- dissi mentre mi sedevo sulla sedia –Forse è proprio così- disse lui tranquillamente. Lo guardai stranita, non sapevo dove diavolo volesse arrivare. Non aveva senso la sua affermazione. Mentre lo guardavo tutto sembrava scomparire.
Ogni secondo che passava tutti gli oggetti diventavano più chiari fino a scomparire. Lo stesso stava accadendo a Deeks. Io continuavo a non capire cosa mi stesse succedendo. E la cosa non mi piaceva per nulla. Chiusi gli occhi per qualche istante, ma quando li riaprì lentamente, e non senza qualche difficoltà, quello che vidi non era di certo quello che mi aspettavo di vedere.
Ero in una stanza, sdraiata su un letto, ma quella stanza non era né la mi stanza, né quella di Deeks, né tanto meno di qualsiasi persona io conoscessi.
Mi ero svegliata, avevo preso coscienza di dove mi trovo.
Mi ero svegliata ed ero …
 
 
 
 
Ciaoooooo … Questa volta il ritardo è molto più breve delle altre volte.
Allora vorrei prima di tutto ringraziare l’unica dolcissima persona che recensisce la storia. Grazie mille Chiara !!
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e spero che le recensioni aumentino … Allora Kensi e Deeks alla fine si sono lasciati andare e sono finiti a letto insieme. Ma la sorpresina che Kensi ha al suo risveglio no è per nulla bella. A quanto pare però ha solo sognato di andare a letto con Deeks. Secondo voi dove si trova in realtà la nostra cara Kensi?
Spero di riuscire a postare il prossimo capitolo presto, ma non assicuro nulla. Scriverò nei pochi momenti liberi che avrò… Ringrazio di nuovo tutti quelli che recensiscono (per ora solo Chiara) tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite o le ricordate e anche tutti i lettori che si limitano solo a leggere la storia.
Un bacione a presto
_Emy_ 
  
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