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Autore: _Lullaby99_    10/05/2015    4 recensioni
RACCOLTA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
[ PercyJackson!AU ] [ Raccolta di Missing Moments ]
Diamo una voce ai personaggi secondari - tutti strettamente legati ai Big Four però, che ci saranno in più o meno tutte le One Shot - già incontrati nella long " Il Caduceo, il Sole, l'Incudine e il Cinghiale " perché, suvvia, se lo meritano e sono sicura che sarete tutti curiosi di saperne un po' di più sul loro passato e sul modo in cui, mentre ci concentravamo sui nostri quattro eroi, hanno agito nel corso della storia.
Dedicato a tutti coloro che hanno contribuito al successo della long ♥
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '- Il Caduceo, il Sole, l'Incudine e il Cinghiale -'
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We are Demigods 
[ Raccolta di Missing Moments ]

#Tower 
 
Pronta per qualcosa di diverso 
 
Quella torre non era più una casa per lei ma la sua prigione.
Sola e al buio si sentiva terribilmente inerme e spaventata. 
Sua madre aveva chiuso l’unica finestra presente nell’edificio prima di andar via, arrabbiata come Rapunzel mai l’aveva vista. Di solito non lo compieva mai quando si assentava perché, così facendo, al ritorno sua figlia non avrebbe potuto aiutarla a scalare la torre coi lunghi e biondi capelli magici di cui disponeva. Quella volta però, la rabbia verso la ragazza aveva preso il sopravvento e, accecata dal desiderio di tenerla con sé a tutti i costi, aveva serrato ogni fessura che potesse permetterle di scappare via.
Raggomitolata in un angolo, Rapunzel piangeva, ripensando alla violenta discussione avuta con la madre poco prima.
-    Non puoi uscire di qui, Rapunzel! – le aveva urlato contro in risposta alla sua richiesta, la stessa che faceva inspiegabilmente ormai dai tempi del suo dodicesimo compleanno
-    Ma madre, io ho bisogno di farlo! C’è qualcosa là fuori che sta aspettando me! – la biondina aveva esitato prima di proferire il continuo di quella frase - Io... io l’ho sognato! - 
Ed era lì che la rabbia di Madre Gothel era esplosa. 
-    Non c’è nulla per te là fuori! Smettila di parlare di sogni, quello che vedi mentre dormi è frutto della tua immaginazione! – si era sporta verso la finestra ed aveva lanciato una corda sull’erba verde che costeggiava la torre – Da oggi in avanti la chiuderò anche quando sarò via. Non voglio che tu veda più la luce del sole. –
Rapunzel aveva annuito terrorizzata, per poi osservare in silenzio sua madre chiudersi quella finestra alle spalle, lasciandola sola e al buio, come si trovava adesso.
Dopo aveva urlato per un po’, sperando che la donna si potesse in questo modo smuovere a compassione, cosa che, come infondo purtroppo si aspettava lei stessa, non era accaduta. 
Aveva pensato numerose volte di scappare, di servirsi di tutti i mezzi di cui disponeva per tentarci. Specialmente quando, qualche anno prima, sua madre aveva lanciato dalla finestra della torre il suo unico amico, il camaleonte Pascal. 
Quel giorno si era sentita così arrabbiata verso di lei che era riuscita a risponderle a tono, guadagnandosi tuttavia l’ennesima punizione rude, come rinchiuderla nella sua stanza al piano di sopra per tutto il giorno senza i suoi libri preferiti – di cui riusciva a comprendere solo le immagini, purtroppo, per via della dislessia - ed il materiale per disegnare a farle compagnia.
Adesso però non aveva più la forza di ribattere. Si sentiva stanca e neanche il pensiero di quel luogo tanto bello quanto surreale visto in sogno la consolava. Che senso aveva pensarci, oramai, se non l’avrebbe mai potuto raggiungere? Sua madre non gliel’aveva permesso allora, chi le assicurava che lo avrebbe fatto poi? 
Ad un tratto però, delle urla spaventate attirarono la sua attenzione. 
Non aveva mai sentito voci umane - esclusa quella di sua madre e la sua - ma, se mai ne avesse udita una, sarebbe riuscita a riconoscerla comunque e, in quel momento, ne riusciva a distinguere addirittura due.
Tra queste però spiccava un’altra voce – anche se chiamarla così era errato persino per una ragazza che come lei era cresciuta rinchiusa in una fortezza -. Era più che altro un ruggito, parecchio spaventoso a dirla tutta.
-    Aiutateci, vi prego! – una delle due voci umane chiamava qualcuno ma Rapunzel sapeva per certo che, oltre a lei, nei paraggi della torre non viveva anima viva. 
Sua madre aveva scelto bene la location in cui intrappolarla, difatti. “ Per proteggerla “, diceva. Si, come no!
-    Vi supplico, fateci salire! – urlava l’altra voce e, a quel punto, la biondina non ebbe più dubbi, chiamavano lei. 
Ma come poteva soccorrerli? Non sapeva nemmeno da chi – o meglio, da cosa – dovesse aiutarli a scappare!
-    Avrete un peso enorme sulla coscienza se non ci aiutate! – continuò l’ultima voce, che, strano a dirsi, parve leggermente ironica alle orecchie di Rapunzel, nonostante in quel momento si trovasse in chiaro pericolo di vita
-    Già, il sangue versato di due poveri quindicenni sfigati! – disse invece l’altra, questa più sottosforzo: evidentemente stava lottando per salvarsi.
Rapunzel non poteva rimanere ferma ad aspettare che morissero. 
Infondo, le bastava riuscire ad aprire quella maledetta finestra e lanciare i suoi capelli per aiutarli, non avrebbe dovuto affrontare i pericoli esterni dai quali la madre l’aveva da sempre messa in guardia.
Ma – ed era questo a bloccarla più di tutto – se fossero coloro che cercava di aiutare il vero pericolo? 
Non hai tempo per pensare “ si disse però, nel tentativo di incoraggiarsi “ Fallo e basta. Prendi in mano la tua vita “.
E lo fece. Sfondò le porte che sigillavano la finestra con un enorme pezzo di legno – uno di quelli che sua madre usava d’inverno per accendere il fuoco nel camino – e guardò subito dopo giù, capendo solo allora quanto grave fosse la situazione in corso.
Due suoi coetanei – un maschio ed una femmina – stavano lottando con un... armadio peloso? Difficile dirlo da quell’altezza. 
Rapunzel rabbrividì ed improvvisamente si sentì stupida ad aver desiderato tanto uscire.
Non doveva pensarci adesso, però. La priorità era aiutare i due ragazzi a salvarsi prima che quella cosa pranzasse con la loro tenera e succulenta carne da adolescenti in crescita.
-    Ehi! – urlò così verso di loro, agitando la mano per farsi vedere – Prendete questi! – e li lanciò spedita la sua cascata dorata. 
I due ragazzi alzarono lo sguardo e solo quando la punta dei capelli della ragazza toccò terra capirono che non si trattava di una corda qualunque.
-    Ma che diamine...? – provò infatti a dire il ragazzo ma la compagna, con un impeto violento, gli aveva impedito di terminare la domanda, afferrandogli  un braccio per trascinarlo con sé e aggrappandosi alla moltitudine di capelli della loro soccorritrice.
Ci mise un po’ a tirarli su. Era la prima volta che trasportava due persone - o meglio, la prima volta che aiutava qualcuno che non fosse sua madre a scalare la torre - ed era più difficile di quanto sembrasse. Pesavano parecchio, ciò nonostante Rapunzel era di natura fin troppo gentile per sognarsi di dichiararlo ad alta voce.
Poi, dopo una serie di spinte infinite – cavoli, che sudata! – era riuscita a portarli sani e salvi a casa sua mentre il mostro ai loro piedi continuava a ruggire arrabbiato.
-    Così impari, brutto bestione! – gli fece la linguaccia la ragazza che, solo adesso notò Rapunzel, aveva una chioma spropositata come la sua, solo che rossa e riccia
-    Già, noi avevamo un ascensore di capelli pronto a salvarci, alla faccia tua! – continuò il ragazzo che, scoprì sempre Rapunzel, aveva anche il volto simpatico oltre che alla voce.
Dopo qualche attimo passato ad osservarli, la padrona di casa però ricordò improvvisamente del pericolo che stava correndo nell’avere invitato dei perfetti sconosciuti sulla sua torre. Andava contro tutto ciò che sua madre le aveva insegnato! 
Afferrò così la fedele padella – la portava sempre con sé in caso di incursioni indesiderate come questa - e provò ad atterrare la ragazza coi capelli rossi che, tuttavia, aveva riflessi ancor più veloci dei suoi.
Le afferrò infatti il polso minacciosa e l’amico disse:
-    Ti avevo detto che la storia della torre sperduta nel bosco e la ragazza coi capelli chilometrici non me la raccontava giusta. –
-    Sei un altro mostro che ha intenzione di ucciderci?! – domandò indispettita la rossa a Rapunzel, non facendo assolutamente caso al precedente commento sarcastico dell’amico, come se oramai ne fosse abituata
-    No! – rispose di tutto tono lei, offesa – Piuttosto voi, come avete fatto a trovarmi?! –
La riccia le lasciò il polso, confusa, per poi guardare  il ragazzo – che, parlando di capelli strani, non poteva ritenersi meglio di loro due dato il color platino dominante –. Questo però le fece spallucce, altrettanto perplesso. 
-    Non ti abbiamo “ trovato “. – si sentì di risponderle poi la ragazza, cercando stavolta di apparire il più tranquilla possibile – Stavamo scappando da una possibile morte altamente dolorosa se non te ne sei accorta – ed ecco che la tranquillità sul suo volto spariva di già - e tu eri la nostra unica speranza di sopravvivere. –
-    Se la metti così allora, avete ragione. – rispose semplicemente Rapunzel, per nulla intenzionata a bisticciare – Come vi chiamate e perché quel mostro ce l’aveva con voi? –
-    Ehi, calmati biondina! – interrupe in seguito il ragazzo platinato - Prima di fare domande dammi una poltrona su cui riposare, è da stamattina che scappo dai mostri inferociti. -

 
***

Rapunzel preparò loro del tè per metterli a loro agio. 
I ragazzi, sporchi e coi vestiti strappati, si sedettero sul divano sui cui lei e sua madre cantavano la canzone del fiore ogni sera – si sarebbe infuriata se lo avesse scoperto! – e cominciarono a presentarsi.
-    Io mi chiamo Merida e lui è un cretino. – disse per prima cosa la ragazza, facendo arrossire di rabbia il suo compagno
-    Il “ cretino “ sarebbe Jack. – chiarì così quest’ultimo, per non creare fraintendimenti dato che, Rapunzel, essendo vissuta in una torre, non aveva idea di come una persona in carne ed ossa potesse chiamarsi 
-    Io mi chiamo Rapunzel invece. – sorrise di rimando lei, adesso contenta di avere ospiti
-    Strano nome. – commentò Merida
-    Ti si addice. – fece un sorriso Jack – Dimmi... perché vivi in una torre dispersa nel bosco? –
-    No, dovete prima rispondere alle mie domande. –
I due si scambiarono uno sguardo, come a decidere cosa fosse meglio fare. 
Probabilmente non trovavano allettante l’idea di raccontare ad una ragazza sconosciuta la storia della loro vita.
-    Siamo scappati di casa. Cioè, lei di casa, io da un istituto, non siamo tutti fortunati come “ Miss MiaMammaNonMiCapisce “. – esordì dopo un po’ però Jack, guadagnandosi uno sguardo poco amichevole da parte di Merida – Mi fido di lei. – si giustificò infatti a quel punto
-    E va bene. – si arrese la rossa, per poi continuare – Non sembra cattiva. –
-    Non lo sono, infatti. – disse genuinamente la padrona di casa in risposta – Neanche voi lo sembrate. –
-    Non lo siamo, infatti. – 
-    Perché quel mostro vi inseguiva allora se non siete cattivi? –
-    Mi spiace, questo non lo sappiamo. – ammise Jack, giocherellando col grosso foro bruciacchiato che aveva sulla felpa azzurra – Nessuno li vede oltre a noi due. –
Poi, lui e Merida sgranarono gli occhi all’unisono, entrambi di un azzurro intenso.
-    Tu... tu hai visto... quella cosa, vero? –
-    Si, certo. –
Altri sguardi. Sembravano riuscire a comunicare telepaticamente quei due.
-    È come noi... – sussurrarono poi in coro, confondendo Rapunzel ancora di più
-    Che significa? – chiese così, ma loro scossero il capo
-    Non lo sappiamo ancora. – confessò Merida, dispiaciuta – Ma lo scopriremo presto. –
-    Già, Merida dice di sentire una “ voce “ che la guida. – prese in giro la rossa Jack, guadagnandosi uno spintone
-    Non sono pazza! – si arrabbiò – E tu Rapunzel – tornò seria, puntando gli occhi sulla biondina – devi venire con noi. Questo è un segno. –
-    No, non posso venir via con due sconosciuti! Mia madre... non vuole. – si portò le mani al volto, terribilmente indecisa.
Jack e Merida si guardarono intorno, poi quest’ultima chiese:
-    La stessa madre che ti ha rinchiusa qui dentro? –
-    Si... –
-    Perché? – si intromise Jack
-    Io... i miei capelli... non sono normali capelli. –
-    Questo lo notiamo da soli, biondina. – fece l’albino in tono ovvio
-    No, non solo per la loro lunghezza. - il suo sguardo si andò a posare su una ferita di Merida – Ve lo dimostro. –
Si avvicinò alla ragazza che – per ragioni del tutto oscure a Rapunzel – si alzò in piedi e strinse le mani a pugno, come se volesse difendersi da una minaccia.
Rapunzel si guardò preoccupata le spalle, convinta che ci fosse un altro di quegli armadi pelosi dietro di lei. Altrimenti perché la sua ospite avrebbe dovuto reagire così tempestivamente? 
-    Non hai il permesso di avvicinarti a me. – spiegò poi però la rossa, seria 
-    Oh, io... volevo solo... –
-    Andiamo Merida! – si alzò in piedi Jack, contrario – Non è un mostro, ne sono sicuro. È troppo carina per esserlo. –
Merida scoppiò a ridere, Jack arrossì e Rapunzel li guardò confusa.
Carina era un complimento, giusto?
-    Oh, smettila, Furia Rossa! La mia era solo un’osservazione oggettiva. – disse in sua discolpa l’albino - E adesso, biondina, vediamo questo “ talento nascosto “. –  fece un sorriso sbilenco e si sedette sul pavimento per osservare meglio.
Merida si risedette sulla poltrona, visibilmente più serena. 
Rapunzel raccolse i capelli come meglio poteva e li avvolse attorno alla gamba ferita dell’ospite. Poi, alquanto nervosa – non sapeva come avrebbero reagito, dopotutto – cominciò ad intonare la prima strofa della canzone, poi la seconda ed il ritornello.
I capelli risplendevano di luce propria sotto gli occhi azzurri e sbalorditi dei due ragazzi. La biondina a quel punto sperava con tutto il suo cuore di non averli intimoriti. 
-    Wow. – sentì dire però a Jack mentre Merida cercava di trattenere lo stupore come meglio poteva.
Quando la canzone terminò, i capelli si spensero e Rapunzel li sciolse dalla gamba della ragazza.
La ferita era sparita.
-    Oh mio... – cominciò a dire la rossa ma fu presa prima da un entusiasmo incontrollabile – Questo è più di un segno! – esclamò infatti - È... è... una specie di... cartellone gigante a forma di indice che indica la tua testa e dice “ Portatela con voi “! – 
-    Io non... non capisco... – ammise perplessa Rapunzel – Non siete spaventati? –
-    Spaventati? Impressionati, vorrai dire! – rispose Jack, entusiasta esattamente come Merida 
-    Vedi, Rapunzel – cominciò finalmente a spiegarle quest’ultima – Jack è la persona più furba che io conosca. Ha un talento particolare per... gli scherzi e i furti. Lo so, sembra un tizio poco raccomandabile ma... non ho mai visto nessuno fare le cose che fa lui. Abbiamo rubato un camion per il ritiro rifiuti l’altro giorno. Eravamo stanchi di camminare. – fece spallucce in risposta all’espressione scioccata di Rapunzel - E poi è leale. L’altro giorno ancora ha salvato me che tentavo di salvare una bambina da un tizio con un occhio solo. –
-    Ehi, smettila di elogiarmi, anche tu sei forte. – la interrupe Jack – Merida è la persona più combattiva che esista in questo pianeta. O almeno, delle persone di mia conoscenza. – rise – E... non ho mai visto qualcuno coi riflessi che ha lei nei combattimenti. È... spaventosa, e non nel senso brutto della parola. E sa tirare con l’arco. È coraggiosa poi, ha affrontato da sola uno di quegli armadi feroci la settimana scorsa. –
-    Si, si, ma il punto è – Merida prese per le spalle Rapunzel – Tu sei come noi. Hai un talento... e vedi quei mostri. Dobbiamo trovare il nostro posto nel mondo, Rapunzel. Non puoi vivere qui dentro per il resto della tua vita. –
Gli occhi verdi prato della biondina erano fissi in quelli azzurri della ragazza che le stava di fronte. Sembrava sincera e, in fin dei conti, come poteva darle torto? 
Improvvisamente, il luogo del sogno le tornò alla mente. Campi di fragole, laghetti, strani uomini mezzi-capra e mezzi-cavallo e ragazzi che ridono. Voleva davvero trovarlo. Voleva trovare il posto a cui apparteneva e sapeva che, sebbene le parole dette da sua madre, non era quello. 
-    Va bene. – rispose così – Verrò con voi! – e, più euforica che mai, spinse i due ragazzi verso la finestra da cui erano entrati
-    Ehi, ehi, calma biondina, così ci ammazzi! – esclamò Jack, più divertito che preoccupato 
-    Scusate è che... i miei piedi non hanno mai toccato il terreno... sono emozionata! –
Jack e Merida si fermarono e, all’improvviso, si rattristarono.
-    Davvero non sei mai uscita da qui? – chiese la seconda
-    Si – rispose schietta Rapunzel, come se quella risposta fosse ordinaria ed ovvia per chi le stava intorno 
-    È orribile... – disse a bassa voce Merida fra sé e sé
-    Non è il momento di pensare al passato, vero Rapunzel? – interrupe però quel momento di tristezza Jack – Adesso ci siamo io, te, Merida e il mondo attorno a noi. Non c’è più spazio per questa torre. –
La biondina annuì mentre, felice come non lo era mai stata, osservava per l’ultima volta i dipinti che aveva fatto sognante lei sulle mura del soggiorno.

 
***

Prima di andar via, presero un po’ di provviste dalla dispensa – Merida raccolse avidamente tutti i biscotti presenti, giustificandosi con un “ Non ne vedevo da settimane! “ – e, una volta fatti calare gli amici dalla torre con l’ausilio dei lunghi capelli, Rapunzel rimase di nuovo sola. 
-    Ehi, che aspetti a raggiungerci? – le urlò Jack, facendole animatamente segno di scendere
-    Già, sbrigati prima che quel bestione ritorni! – 
La biondina annuì.
Adesso che li vedeva di nuovo dall’alto, ritirata un'altra volta in quella torre, i suoi dubbi svanirono, lasciando spazio al solo desiderio di andar finalmente via. 
-    Aspettate un attimo. – disse però, correndo verso i fogli da disegno che aveva qualche ora prima sparpagliato sul tavolo.
Prese una penna a sfera e scrisse. Non poteva sparire così dopo tutto quello che sua madre aveva fatto per lei.
Poche righe, ma incisive. Ciò che bastava a Madre Gothel per capire che quella era la cosa giusta per lei e che, insieme a quei due ragazzi, nessun pericolo l’avrebbe più spaventata. 
-    Rapunzel, ti prego, non costringermi a picchiare Jack per la frustrazione! – sentì ad un tratto urlare Merida
-    Già, salvami da questo supplizio. – continuò Jack infastidito
-    Arrivo, arrivo! – rispose ridendo lei nel frattempo che, una volta per tutte, raggiungeva quella finestra che per tanto tempo l’aveva separata dal resto del mondo.
Sistemò i capelli sul gancio, sperando che riuscissero a portare giù anche la loro proprietaria.
Guardò per un attimo indietro per essere sicura al cento per cento che quella casa non le sarebbe mancata e, difatti, capì felicemente che non l’avrebbe rimpianta affatto.
Si lanciò nel vuoto, aggrappata alla sua cascata dorata, pronta ad inseguire il suo destino, pronta a qualcosa di diverso

 

N.A.: Ecco la seconda Missing Moment! ^^
Lo so, ancora una volta non è quello che tutti si aspettavano ma, come ho già specificato in alcune risposte alle recensioni, sto andando per gradi.
Nella long non avevo descritto bene l'incontro tra Merida, Jack e Rapunzel - era stato solamente accennato nei capitoli col POV di quest'ultima -  e, sincermente, mi era un po' dispiaciuto doverlo omettere perché nella mia testa l'avevo immaginato dolce, significativo e divertente! Così, ho rimediato, e spero che per voi non sia stato noioso leggere come sono andate le cose. ^^
Poi, ci tenevo anche a far capire come questa forte amicizia tra i tre - che nella long all'inizio, quando Hiccup era appena giunto al Campo e conosceva pochissimo gli altri, ho fatto fuoriuscire parecchio - fosse nata. Specialmente quella tra Merida e Rapunzel. Ricordate quando in uno degli ultimi capitoli le due erano state separate da Pitch nella grotta e la nostra fantastica rossa combattina ( *-* )  aveva pianto tantissimo? Be', come vediamo in questa MM ( non so se esista l'abbreviazione ma... okay x'D ), ha salvato Rapunzel, facendo poi una promessa a se stessa di proteggerla sempre da qualsiasi male e, in quel momento, non riusciva proprio a sopportare l'idea di non poter rispettare quel patto personale.
Sì, è così che vedo l'amicizia tra quelle due patatose *^*
E poi ci ho messo un sacco di Jarida!Friendship perché loro sono la mia OTF ( ? ) e lo saranno per sempre! 
Che dire, spero davvero di non aver deluso nessuno. 
Vi lascio con la promessa che la prossima Missing Moment ( che ho già pronta, tra l'altro, quindi arriverà a breve ) si concentrerà finalmente su un personaggio secondario, il primo ad essere apparso nella long.
Indizio? E' il mio uomo-capra preferito ( *^* ) e nella long l'avevo reso un po' troppo duro per i miei gusti! x'D Inoltre, preparatevi, perché non ho intenzione di rendere queste Missing Moment noiose! Ci sarà un pizzico di mistero in più dalla prossima in poi... misteri che verranno risolti, ovviamente, o dovrò fare una Missing Moment della Missing Moment! >.<
Una volta creato quest'universo nel mio universo preferito ( sì, continuo ad aspettare il satiro che mi porterà al Campo Mezzosangue T^T ) non mi fermo più! ^^"
Alla prossima, ragazzi, e grazie a tutti quelli che di già hanno messo la storia nelle preferite e nelle seguite e che hanno recensito la scorsa volta. Vi voglio un mondo di bene, grazie per sostenermi sempre! 




 
 
  
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